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Ettore Bolisani, Giorgio Gottardi
Università di Padova
1. Introduzione
Da alcuni anni qualsiasi soggetto, anche del tutto privo di competenze tecniche specifi
che, può entrare operativamente a far parte di una rete telematica mondiale senza preoc
cuparsi di come gestire le interconnessioni e garantire l'interoperability. Su questa rete
può liberamente scambiare informazioni e anche effettuare transazioni con qualunque
altro soggetto, in qualunque punto del globo. L’adozione di uno standard di comunica
zione globale e la convergenza tra telecomunicazioni, computer e tecnologie multime
diali hanno generato Internet: un mezzo di comunicazione estremamente efficace e fles
sibile, semplice e economico, abbordabile da un vastissimo numero di utenti. Questi ca
ratteri conferiscono al nuovo mezzo enormi potenziali di crescita con orizzonti, in ter
mini di dimensione del fenomeno e di possibili effetti, ancora largamente inesplorati.
Le precondizioni tecnologiche alla base della rapida diffusione di Internet appaiono so
stanzialmente due: l’esistenza di un’interfaccia end user sufficientemente diffusa (il per
sonal computer, vero terminale multimediale) e la possibilità di utilizzare una rete dagli
accessi capillari (ossia di operare da una qualunque utenza telefonica, fissa o mobile,
tramite un server locale). Dal punto di vista economico, la crescita di Internet è dovuta
(prescindendo dai vantaggi, al momento ancora modesti) al fatto che per la prima volta
si offra a chiunque la possibilità di accedere a una rete incredibilmente estesa a costi tra
scurabili, indipendentemente dal ruolo occupato nelle gerarchie sociali o economiche.
Internet è diventata così occasione di incontri virtuali non gerarchici, possibilità di libe
ro scambio di informazione, strumento di ampliamento delle conoscenze. Dato che ad
ogni accesso della rete c'è un soggetto in grado di introdurre dati, elaborare proposte ed
esprimere creatività, la rete è qualcosa di vivo e dinamico che produce continuamente
1
Questo testo è tratto, con qualche adattamento, dal capitolo degli stessi autori nel volume Garrone P.,
Mariotti S. (a cura di) L’economia digitale, Il Mulino, Bologna, 2001
un’enorme massa di nuove informazioni. Molti ritengono che Internet rappresenti un'op
portunità culturale formidabile, rivoluzionaria in senso letterale perchè capace di modi
ficare le prospettive di osservazione; altri, più concretamente, che possa trasformarsi in
uno strumento per ottenere risposte a bisogni individuali o locali, e soprattutto in un’op
portunità economica. Si tratta in ogni caso di un fenomeno che potrebbe avere risvolti
tecnologici, sociologici e culturali impressionanti. La difficoltà di condurre un asses
sment di questa tecnologia ha avallato le prospettive più fantasiose; per questo motivo
Internet è ancora territorio di divulgatori che scrivono pour épater, di specialisti nell'arte
della congettura, di diffusori di mode e (comprensibilmente, viste le implicazioni politi
cosociali) di politologi e di ideologi. A questi si affiancano varie classi di operatori e
conomici che si muovono sulla base di interessi diversificati, ma già molto corposi.
Tra le difficoltà di un'analisi di potenziali e significati di Internet c'è anche il fatto che le
tecnologie che la sostengono e i contenuti che vi risiedono sono soggetti ad un'evolu
zione così rapida che lo stato dell'arte può cambiare in pochi giorni, un nuovo paradig
ma può nascere e morire in pochi mesi. Il fatto che i trend in atto vengano sconvolti da
rivoluzioni continue fa cambiare non solo il tipo risposte che è possibile dare, ma modi
fica anche le domande: rende superati i problemi ancor prima che vengano risolti. Alcu
ni sostengono ad esempio che Internet renderà rapidamente obsoleti i tradizionali me
dia : già oggi molta musica e altri prodotti ad alta diffusione non vengono distribuiti su
CD ma su siti web a pagamento oppure scaricati gratuitamente; i quotidiani on line sono
già una realtà e lo stesso potrebbe avvenire domani per la TV. E soprattutto che Internet
modificherà radicalmente ruoli e relazioni tra soggetti: di fatto la possibilità di ‘mettersi
in rete’ e di stabilire interazioni dirette senza mediazioni gerarchiche o tecnologiche ha
già raggiunto una vastissima dimensione individuale.
Su Internet sono state dette moltissime altre cose: che è luogo, strumento e stimolo per
l'immaginazione e per l'espressione della creatività; che è il nucleo tecnologico di nuovi
linguaggi e modelli di comunicazione (la posta elettronica sta modificando forme, con
tenuti e stili della comunicazione: più intensa e rapida, più asciutta e efficiente). Sono
state offerte letture ideologiche: la ‘rete’ come sogno realizzato del villaggio della co
municazione globale, luogo e linguaggio per il confronto e lo scambio oneto one a li
vello planetario. In quanto caratterizzata da assoluta libertà di accesso, strumento per
l’eliminazione di ogni asimmetria informativa e, in prospettiva, economica. E sul piano
sociale e politico, strumento di democrazia diretta: con Internet è possibile realizzare
vaste consultazioni a costi virtualmente nulli, raccogliere in tempo reale opinioni di mi
lioni di persone pro o contro qualunque cosa. Ma anche tutto al contrario: Internet come
possibile mezzo per diffondere in futuro l'entertainment passivo, una cultura di massa u
nidirezionale e normalizzata forse ancor più della TV (oggi negli USA i ragazzi siedono
sempre meno davanti al televisore preferendo la ‘navigazione’; giochi e intrattenimento
sono i siti più visitati). Una rete che potrebbe finire con l’essere dominata da pochi
grandi operatori, e quindi portare a sostituire la gerarchia tradizionale con una, assai più
efficiente, gerarchia elettronica.
Limitandoci al presente, un aspetto che viene continuamente sottolineato è che Internet
offre per la prima volta a chiunque l’accesso a un enorme volume di informazioni a co
sti virtualmente nulli. Le formidabili implicazioni di questa opportunità sono tuttavia
messe in discussione da altri, che sollevano il problema della natura e della qualità del
l'informazione circolante in rete: dal punto di vista del singolo utente, si tratta di infor
mazione dotata di valore o non piuttosto di ‘rumore’ da cui è difficile districarsi? E’ oc
casione per un generico ‘ampliamento delle conoscenze’, oppure può fornire davvero
soluzioni a problemi individuali o locali? Una convinzione diffusa è che Internet, per la
sua capacità di facilitare relazioni e transazioni economiche, costituirà una gigantesca
occasione di business. Secondo alcuni potrebbe anzi rappresentare la strada maestra ver
so il mercato globale, inteso come modello di organizzazione dell'economia e come i
deologia. Buona parte della letteratura economica recente attribuisce a Internet il ruolo
di infrastruttura portante della nascente digital economy, di motore fondamentale della
crescita di efficienza dei sistemi economici. Gli autori più attenti iniziano tuttavia ad e
sprimere anche preoccupazioni: ad esempio che in relazione alla natura, ai contenuti e
alla modalità di diffusione dei servizi distribuiti via Internet possano manifestarsi nuove
gravi asimmetrie, e più in generale rischi di esclusione di larghe fasce di popolazione. E
che non siano affatto improbabili, a causa dell’assenza di mediazioni istituzionali nel
l’uso delle rete, rischi di violazioni della privacy, di uso improprio dei dati personali, di
diffusione di usi criminosi.
L’analisi del caso Internet è interessante anche perché può gettare luce su alcune delle
fondamentali domande della storia e dell’economia delle innovazioni. Ad esempio: co
me nasce una "rivoluzione tecnologica"? E’ il prodotto di un continuo processo di up
grading o emerge improvvisamente come netta discontinuità rispetto al passato? E’ in
certa misura pianificabile in anticipo, oppure i risultati sono in larga parte frutto di con
dizioni e decisioni ‘emergenti’? E inoltre: come interagiscono i diversi attori apparte
nenti alla sfera scientifica, economica e politicoistituzionale? Che peso hanno i rapporti
di ruolo nella produzione di innovazioni economicamente utili? Una breve storia di In
ternet che richiami le condizioni della sua nascita, le ragioni della diffusione, i caratteri
attuali e (cautamente) le possibili prospettive, non può certo rispondere alla serie di in
terrogativi posti; tuttavia ci sembra indispensabile per un iniziale chiarimento di quadro.
2. Da Arpanet ai servizi WWW
In un articolo del 1996 intitolato The accidental superhighway, The Economist sostene
va che mentre i giganti dell'informatica e della comunicazione si confrontavano e si
combattevano per imporre ciascuno la propria via all’interconnessione globale, nello
stesso periodo stava nascendo un po’ in sordina quella che sarebbe diventata la vera in
frastruttura mondiale di comunicazione. Una sorta di ‘confederazione di computer’, do
minio per oltre due decenni di militari e scienziati, viene messa alla portata del grande
pubblico alla fine degli anni ‘80. Da quel momento, scombinando opinioni e previsioni
accreditate di governi, multinazionali, gestori di telecomunicazioni e ambienti accade
mici, esplode il fenomeno Internet. Le tappe fondamentali della sua storia possono esse
re ripercorse distinguendo tre fasi: la fase militare, quella della ricerca , e quella com
merciale.
La rete come applicazione militare: Arpanet (anni ’60 – ’70)
Anche se Internet è talvolta considerata la metafora del "pluralismo" creativo contrap
posta alle gerarchie del mondo delle telecomunicazioni, la sua origine è molto diversa.
La ‘madre di Internet’, Arpanet, viene concepita dall’agenzia governativa ARPA (A
dvanced Research Project Agency) negli anni Sessanta, in pieno clima di guerra fredda,
per rispondere al primato che i sovietici paiono aver conquistato nella gara spaziale. La
missione dell’ARPA è stimolare il progresso militare con progetti di valenza strategica,
e tra questi lo sviluppo dell'interconnessione tra computer che allora sta diventando tec
nicamente fattibile. Gli esperti militari cercano in particolare una soluzione che permetta
di superare i limiti delle tecnologie di comunicazione dell’epoca in caso di attacco ne
mico. Tra le varie idee che emergono vi è quella di connettere tra loro i grandi computer
(mainframe) per rendere la condivisione di dati e risorse di calcolo più efficace di quan
to possibile nelle rigide connessioni mainframeterminale, basate sulla tecnica time sha
ring2 che allora inizia a diffondersi. Nonostante gli obiettivi militari la tecnologia che
alla fine viene sviluppata è frutto di una pluralità di contributi della vasta comunità
scientifica internazionale che lavora all’interconnessione tra computer 3 . Nell’idea di rete
che emerge sono adottate tre soluzioni che risultano in seguito determinanti nella conce
zione della Internet attuale: l’impiego di una struttura ridondante a maglia sostanzial
mente priva di livelli gerarchici (consentendo la comunicazione anche in caso di spe
gnimento o guasto di un nodo 4 ), l’adozione della tecnica a commutazione di pacchetto
(compatibile con la struttura a maglia e più efficiente nella comunicazione tra compu
ter), e l’idea di connettere in rete non direttamente i singoli mainframe (gli “host” dei
diversi siti che ospitano i dati) ma piuttosto unità di interfaccia tra host e rete (ciò che
facilita la soluzione di problemi di interoperability tra sistemi diversi 5 ). Sulla base di
queste specifiche ARPA indice nel 1968 una gara d’appalto per la realizzazione del
2. Questa tecnica viene sviluppata nei primi anni '60 per consentire a più terminali di condividere una ri
sorsa di elaborazione centrale (il mainframe). Tra le prime grandi applicazioni il sistema SAGE per
l’intercettazione radar, realizzato nel 1962 dalla IBM per conto del Dipartimento Difesa; esperienza uti
lizzata nel 1964 dalla stessa IBM per il primo sistema di prenotazione area online, SABRE.
3. Fin dall’inizio lo sviluppo di Internet coinvolge scienziati di provenienza diversa tra cui Baran della
RAND, Roberts e Kleinrock del MIT, Davies del British National Physical Laboratory. I vari contributi
convergono al simposio del 1967 dell’Association for Computing Machinery, forse il primo confronto
pubblico sulla rete globale.
4. Questa struttura, scelta per assicurare la comunicazione militare anche nel caso di guerra atomica, vie
ne proposta da Baran nel 1964 per superare i limiti della rete telefonica del tempo in cui ogni nodo è col
legato ad altri di livello superiore secondo una configurazione gerarchica “stellare”: un attacco nemico a
pochi hub di controllo può mettere fuori uso l’intero sistema.
5. L’unità di interfaccia (Interface Message Processor – IMP – precursore degli attuali router ) consente la
connessione con altre unità simili e al tempo stesso con il proprio host (che può quindi continuare a fun
zionare con i propri sistemi operativi). In questo modo si può collegare anche host incompatibili.
progetto pilota. La gara è vinta dalla BBN Corporation, media azienda 6 di Cambridge
(Mass.). La progettazione e l’implementazione avvengono nel corso del 1969, la prima
connessione sperimentale il 25 Ottobre 1969 7 .
Proprio in quel periodo, per effetto indiretto della guerra del Vietnam, ARPA subisce un
consistente taglio dei finanziamenti e si trova costretta a focalizzare la propria attività
sui progetti già in corso. I responsabili di ARPANET premono per aggiungere nuovi
nodi alla rete, e già nel Luglio 1970 si connettono altri quattro nodi (tra cui il MIT e la
BBN). I primi nodi sono per lo più Università o imprese, pur se coinvolte in progetti mi
litari (tanto che nel 1972 ARPA, come per ridare un nuovo impulso alla sua funzione
istituzionale originaria, cambia il suo nome in DARPA Defense ARPA). Tra le prime
decisioni della nuova DARPA vi è il progetto di estendere la commutazione di pacchet
to a reti wireless dato l’interesse militare di questa tecnologia 8 . La possibilità di usare i
satelliti per estendere ARPANET ad aree sempre più vaste pone anche il problema di
rivedere il progetto iniziale per facilitare la connessione di ulteriori host e delle relative
sottoreti 9 . L’obiettivo ora non è più tanto di realizzare una rete di computer affidabile,
quanto di realizzare l’internetworking, cioè di collegare qualsiasi rete di computer esi
stente (il termine Internet verrebbe coniato proprio in questi anni da Kahn, ricercatore
ARPA, come contrazione del termine INTERconnected NETworks; Di Nardo, Zocchi
Del Trecco, 1999). Questo richiede la riprogettazione del protocollo fino a quel momen
to utilizzato, in modo da disporre di un sistema capace di instradare pacchetti di dati in
dipendentemente dalla sottorete di transito 10 e senza la necessità di nodi di controllo
centrale. In questo stesso periodo si inizia a discutere delle prospettive di DARPA, che
dopo aver dimostrato la fattibilità tecnica della comunicazione a pacchetto e aver messo
6. A conferma che la grande industria informatica va in altre direzioni, colossi come IBM non partecipano
nemmeno alla gara ritenendo che "la rete non avrebbe mai potuto essere costruita” (Hafner, Lyon 1998).
7. I primi quattro nodi di Arpanet sono l’UCLA, lo Stanford Research Institute, l’UCSB (University of
California Santa Barbara) e infine l’University of Utah. Ciascun centro possiede mainframe differenti,
connessi tramite IMP utilizzando linee punto a punto dedicate prese in affitto dalla AT&T.
8. In questo periodo vengono realizzate le reti Packet Radio (PRNet) e Packet Satellite (SATNet); e suc
cessivamente altre in collaborazione con enti esterni al territorio statunitense.
9. Nel 1974 Metcalfe sviluppa al centro di ricerca PARC Xerox lo standard Ethernet per reti locali
(LAN); la rapida diffusione della tecnologia nel mondo industriale e scientifico contribuisce allo sviluppo
di reti indipendenti in numerose organizzazioni.
10. Nella primavera del 1974 Kahn e Cerf pubblicano A protocol for Packet Network Interconnection, che
pone le basi del protocollo TCP/IP, che diverrà però ufficialmente lo standard Internet solo dal 1983.
a punto la relativa tecnologia anche per gli apparati militari, ha in sostanza esaurito la
sua missione. L’idea di un protocollo standard per connettere qualsiasi rete interessa
moltissimo il mondo scientifico e accademico, sicché un ruolo centrale nello sviluppo di
Internet viene assunto dalla National Science Foundation (NSF). Inizia la fase della rete
come applicazione per la comunità scientifica 11 .
La rete come applicazione scientifica: Internet (anni ’70 primi anni ’90)
L’importanza strategica di una rete telematica per studiosi e ricercatori diviene sempre
più evidente. La stessa NSF sottolinea in un rapporto del 1974 che un servizio di rete
per la comunità accademica avrebbe creato un ambiente di avanguardia per la collabo
razione e la condivisione di risorse (Di Nardo, Zocchi Del Trecco, 1999). In quegli anni
poi, sulla spinta del crescente successo della tecnologia, vengono sperimentate nella
comunità accademica sistemi di rete indipendenti da Arpanet. Nel 1976 nasce presso gli
AT&T Bell Labs il protocollo UUCP (UnixtoUnix Copy Protocol), che costituisce il
mattone delle reti per computer Unix, le prime delle quali (THEORYNET e USENET)
furono implementate proprio da università. Nel 1981, nel tentativo di armonizzare le di
verse iniziative nascenti evitando la proliferazione di reti indipendenti, la NSF in colla
borazione con il DARPA e l’Università del Wisconsin finanzia la creazione di
CSRNET, una rete agganciata a Internet per i dipartimenti di Computer Science che a
vrà un grande successo nel mondo accademico 12 . Il fine di NSF è quello di supportare la
creazione di reti agganciate ad Arpanet per diffondere la tecnologia al maggior numero
di ricercatori, lasciando poi che siano le singole università a finanziare i sistemi una vol
ta che l’uso si sia diffuso a sufficienza. La tecnologia di rete assume importanza cre
scente nella comunità scientifica, non solo per la dimostrata facilità di condivisione di
risorse di calcolo ma anche per lo sviluppo dei nuovi sistemi di comunicazione come la
11. Il passaggio dalla fase “militare” a quella “scientifica” non è ovviamente netto, e non è possibile iden
tificare date precise. La stessa Arpanet rimane sotto il controllo del Dipartimento Difesa fino alla metà
degli anni ’80 (Hafner, Lyon, 1998).
12. Contribuiscono al successo di CSRNET non solo l’esigenza delle università di mettersi online, ma so
prattutto la precedente diffusione delle macchine con sistema operativo UNIX facilmente adattabile ai
protocolli Internet (Hardy, 1998). Unix diventerà prima dello sviluppo dei PC la piattaforma più diffusa in
ambito universitario, e il modello UnixTCP/IP diventa di fatto lo standard per reti aperte superando ini
ziative altrove condotte per gli standard del modello ISO/OSI (Hafner, Lyon, 1998).
posta elettronica e i sistemi di conferencing13
, che offrono agli scienziati l’opportunità
di scambiare informazioni e opinioni in modo rapido, snello ed efficiente, e assoluta
mente nuovo rispetto agli strumenti esistenti. Queste applicazioni hanno un successo va
stissimo e una diffusione rapida all’interno della comunità scientifica, tanto da diventare
una forza trainante del successivo sviluppo di Internet. Ciò però pone anche problemi
nuovi di natura non tecnica riguardanti le modalità di impiego della rete e le relazioni
sociali tra utenti, aspetti questi non considerati dai primi ideatori e che anticipano
l’attualissimo dibattito sulla necessità o meno di “regolamentare” la rete 14 . Durante gli
anni ’70 e ’80 un numero crescente di reti di università e centri di ricerca si agganciano
ad Arpanet, anche al di fuori degli Stati Uniti 15 ; alla fine degli anni ’80 la rete conta già
ben 300.000 nodi. L’utilizzo sempre più diffuso da parte della comunità scientifica so
stituisce quasi del tutto le comunicazioni militari, del resto progressivamente spostate
nella rete militare MILNET creata appositamente nel 1982 16 . La stessa Arpanet viene
definitivamente dismessa nel 1990 e sostituita anche nelle funzioni di dorsale primaria
dalla NSFNet creata nel 1986. Il passaggio da Arpanet a NSFNet, con l’istituzione di
nuove regole di accesso che prevedono esplicitamente il traffico destinato a ricerca e di
dattica, decreta formalmente quel che era già avvenuto di fatto.
La rete come applicazione commerciale e per il grande pubblico: il Web (seconda metà
anni ’90)
Anche se i privati avevano partecipato fin dall’inizio al progetto ARPANET come forni
tori di tecnologia e subsistemi, l’utenza business inizia ad assumere un ruolo attivo nello
sviluppo e nell’utilizzazione di Internet solo molto tempo dopo. I maggiori utenti busi
13. La posta elettronica per Arpanet viene sviluppata nel 1972 da Tomlison della BBN, fra l’altro inven
tore del segno di interpunzione @. I sistemi di conferencing si basano sulla raccolta di messaggi e news
poi inoltrati a tutti gli utenti iscritti a determinati gruppi di interesse (newsgroup).
14. La diffusione di strumenti di comunicazione “incontrollabili” pone problemi di riservatezza e sicurez
za, considerato che la rete opera ancora nell’ambito militare. In secondo luogo le modalità di comunica
zione informale che il mezzo consente favoriscono un clima di libertà di espressione che non ha prece
denti. Tale libertà solleva però problemi inaspettati. I newsgroup della rete USENET degenerano in am
bienti in cui è possibile parlare in totale libertà arrivando a dibattiti che oltrepassano i limiti della decen
za e costringendo gli amministratori di Usenet a proibire esplicitamente messaggi su pornografia o droga;
da altri viene addirittura proposto una sorta di restrittivo “galateo della rete” (la c.d. Netiquette).
15. Tra le prime reti di ricerca al di fuori degli USA ricordiamo JANET (Joint Academic NETwork)
costituita nel Regno Unito nel 1984. Per quanto riguarda l’Italia si veda più avanti.
16. Nel 1982 Arpanet è ormai troppo grande per garantire i livelli di sicurezza necessari ai militari; la par
te militare della rete (MILNET) viene scorporata imponendole regole di accesso assai più restrittive.
ness disponevano infatti (come anche oggi) di sistemi proprietari chiusi a esclusivo uso
interno, e solo dai primi anni ’90 compaiono le prime reti commerciali basate su proto
collo Internet offerte da provider privati 17 . Negli stessi anni matura negli USA in diversi
ambienti la convinzione dell’utilità di una rete di comunicazione globale che permetta
all’utenza business diffusa di sfruttare le potenzialità dell'interconnessione elettronica. I
primi utenti sono soprattutto i grandi Dipartimenti di R&S di imprese di elettronica e in
formatica, alcune delle quali avevano connesso fin dagli inizi i propri nodi ad
ARPANET. Parallelamente alla crescita di interesse per le potenzialità della rete, cresce
rapidamente il numero di utilizzatori, coinvolgendo gruppi sempre più vasti di imprese
anche fuori dalle ‘aree privilegiate’. La diffusione è facilitata dai continui progressi del
le tecnologie di interconnessione, fuori e dentro l’ambiente Internet. Fuori da Internet le
novità tecnologiche più importanti sono lo sviluppo delle reti locali (LAN), e l’avvento
del Personal Computer ad opera come è noto di piccole società come Apple e Commo
dore dalla fine degli anni ’70. All’interno dell’ambiente Internet l’innovazione più im
portante è la nascita del World Wide Web (WWW), concepito nel 1989 dal fisico del
CERN BernersLee 18 . WWW permette di collegare efficacemente tutti i file residenti in
rete tramite la cosiddetta ‘struttura ipertestuale’ 19 , che facilita l’accesso e la navigazione
tra documenti di tipo e formato diversi (inizialmente solo testi e immagini, e successi
vamente anche audio e video). Il nuovo servizio supera ben presto l’ambiente originario
di applicazione, dato che si configura come un vero e proprio ambiente multimediale
globale, facilmente accessibile e utilizzabile anche da non specialisti. È su WWW che
verranno progressivamente introdotti i servizi e le applicazioni che costituiscono oggi
l’ossatura della nascente economia digitale. Oltre ai progressi tecnologici, avvengono
anche diversi sviluppi in parallelo. Il crescente interesse degli utenti si accompagna in
particolare alle teorizzazioni sviluppate in vari ambienti accademici attorno ai concetti
17. La prima rete commerciale privata Internetbased è per la verità TELENET, creata da Roberts dopo
aver lasciato l’ARPA nel 1974. Telenet rimane peraltro un caso isolato per diversi anni.
18. Lo scopo originario era semplicemente un sistema per facilitare ai fisici nucleari l’accesso ai risultati
delle diverse ricerche disponibili in computer differenti. Per sviluppare l’idea BernersLee si avvale di
alcuni giovani dell'Università dell’Illinois, tra cui Clark ideatore del software MOSAIC e poi fondatore di
NETSCAPE. Il progetto viene avviato dalla Commissione Europea nel 1993, e l’anno dopo l'organismo
indipendente 3W consortium (www.3wc.org) attiva la fase di sviluppo vera e propria.
di information economy e di information society, intesi come contesti in cui la produzio
ne di ricchezza dipende esplicitamente dalla capacità di trattare e scambiare informazio
ne 20 . Dato che la diffusione delle tecnologie di interconnessione appare offrire opportu
nità notevoli, diviene a questo punto sempre più pervasiva. Va comunque rilevato che il
tipo di strumento tecnico più adatto non è risultato evidente fin dall'inizio: la stessa In
ternet deve attendere parecchio prima di venire identificata come il possibile supporto
della società dell’informazione. Infine anche il mondo politico inizia a interessarsi diret
tamente alla questione. Nel 1992, subito dopo la sua elezione, Clinton annuncia
l’iniziativa del suo governo per l’information highway, e due anni dopo costituisce
l’IITF (Information Infrastructure Task Force); gradualmente l’idea di Iway finisce per
sovrapporsi a Internet. Va rilevato che il modello Internet, pur con tutti i vantaggi di una
rete aperta e capillarmente diffusa, evidenzia comunque fin dall’inizio alcuni grossi li
miti nell’uso commerciale, tuttora non superati (Dutton et al., 1996). E’ anche interes
sante notare che nello stesso periodo i grandi produttori di computer vedono in realtà il
protocollo TCP/IP come fastidioso (se non pericoloso) per il proprio business, centrato
sullo sviluppo dei grandi sistemi proprietari. Infine, le società di telecomunicazione, im
pegnate in quel periodo nello sviluppo della rete ISDN (Integrated Services Digital
Network) la cui logica di funzionamento è molto diversa da quella di Internet, vedono a
loro volta il Web come un potenziale concorrente. Nonostante queste resistenze, il Go
verno federale effettua con decisione la scelta di ‘privatizzare’ Internet. Anche la NSF si
convince che il Governo non avrebbe potuto sostenere finanziariamente un ulteriore svi
luppo della rete (Tanenbaum, 1997). Negli anni ’80 la NSF inizia dunque a incoraggiare
lo sviluppo di reti commerciali regionali e di provider privati per la connettività Internet
a lungo raggio; tra questi in particolare ANS (Advanced Network and Services) 21 , a cui
nel 1990 la rete NSFNet viene venduta. La politica di privatizzazione culmina nel 1995
3. Conclusioni
Raccogliendo il ‘caso Internet’ abbiamo ritenuto di dare un certo spazio ai suoi contenu
ti tecnologici: siamo infatti convinti, in pieno accordo con Rosenberg (1982) che
22. Ad es. la rete ITAPAC a commutazione di pacchetto su protocollo X.25, il Videotel, o la stessa ISDN
che ha avuto in Italia uno sviluppo lento e sofferto. I fornitori privati (come GEIS Italia o INTESA) hanno
poi all’epoca limitazioni legislative e non possono essere proprietari di linee di trasmissione.
23. La rete, prima vera porzione italiana di Internet, è ufficialmente inaugurata il 12 Marzo 1990; nel
1997 viene approvato il progetto GARRB (GarrBroadband) che entro il 2000 dovrebbe ampliare in mo
do consistente la capacità dell'infrastruttura (vedi www.garr.it).
nell’analisi delle innovazioni sia difficile evitare di ‘sporcarsi le mani’, e che occorra
entrare dentro la scatola nera (“inside the black box” ) della tecnologia. Abbiamo poi
tentato di ricostruire, oltre all’evoluzione delle tecnologie in gioco, il ruolo dei principa
li attori coinvolti, e di indicare le situazioni e i passaggi più significativi.
Come dare ora un senso a questa storia? Ci sembra che su alcuni degli interrogativi po
sti all’inizio sia possibile arrischiare qualche risposta; mentre altri restano (almeno per
noi) questioni del tutto aperte. Gli interrogativi su cui il caso offre spunti interessanti ri
guardano il processo che porta alla nascita di una rivoluzione tecnologica. Nella traietto
ria che lo genera, quale peso assumono le componenti deterministiche, e quale quelle
dovute al caso? Si tratta di un processo in certa misura pianificabile in anticipo, oppure i
risultati sono in larga parte frutto di scelte e di condizioni ‘emergenti’? E inoltre, quale
ruolo rivestono le componenti istituzionali? Ovviamente le conclusioni che qui trarremo
valgono per il caso esaminato; ma non è da escludere che possano valere anche per altre
tecnologie.
Diciamo subito che nel percorso che ha portato ad Internet non è possibile rintracciare
alcun elemento di determinismo tecnologico. La maggior parte delle scelte e delle deci
sioni sono state prese quando il senso e la portata del nuovo strumento non erano ancora
chiari, quando la natura degli impieghi e dei possibili benefici non era ancora valutabile
(a conferma, gli impatti di Internet non sono del tutto chiari nemmeno oggi).
L’esplosione di Internet, nella forma che oggi conosciamo, si è prodotta solo in seguito
a una serie di coincidenze, o meglio di convergenze scientifiche e tecnologiche, econo
miche e politiche, che non erano affatto scontate in partenza perché nate in ambienti e
frutto di interessi diversi (Carlini, 1998)
Riguardo alle convergenze scientifiche e tecnologiche. Il technology concept di Internet
si basa su tre idee fondamentali: 1. controllo non gerarchico della comunicazione (pac
chetti di dati smistati perifericamente versus grandi centrali di commutazione), 2. inter
operability (rendere comunicante ogni computer con qualsiasi altro), 3. uso di terminali
multimediali a basso costo (i personal computer, essenziali per poter offrire servizi al
vasto pubblico). Se da un lato non si può escludere che il modello concettuale alla base
di Internet fosse noto da tempo, dall’altro la storia dimostra che la soluzione tecnica più
adatta non è risultata evidente fin dall'inizio. Anche dopo aver assunto la configurazione
attuale, Internet non è stata subito identificata come possibile supporto della società
dell’informazione: che all’epoca la cosa non fosse affatto scontata appare confermato
dal fatto che molti la mettono in dubbio tuttora. In effetti, anche se Internet ha caratteri
stiche che la fanno avvicinare al modello ideale di rete aperta e capillarmente diffusa,
evidenzia limiti nell’uso commerciale che sono ancora irrisolti.
L'espansione della rete è avvenuta solo grazie al progressivo e convergente sviluppo di
applicazioni e soluzioni tecniche, interne ed esterne all’ambiente Internet. Senza lo svi
luppo del personal computer, della tecnologia delle reti locali (LAN) e dell’applicazione
WWW, non sarebbe mai stato possibile realizzare la configurazione che conosciamo.
Forse la convergenza di questi elementi non è totalmente frutto del caso; ma è certo che
i progressi in queste aree sono avvenuti in modo indipendente. L’idea del
l’interconnessione tra computer qualsiasi rappresenta il filo conduttore di tutta la storia
della rete; ma gli obiettivi dei vari progetti di ricerca, e dei stessi soggetti promotori, so
no cambiati più volte: da strettamente militari prima, a scientificoaccademici poi, e in
fine economici e commerciali. Questi cambiamenti di orizzonte e di finalità hanno reso
necessario un continuo adattamento delle soluzioni tecniche e organizzative, tanto che
alcuni limiti della rete attuale derivano proprio da diverse impostazioni originarie. An
che gli sviluppi recenti evidenziano la presenza di elementi di incertezza tecnologica:
fino a pochi anni fa, ad esempio, si riteneva fondatamente che l’uso di Internet sarebbe
avvenuto prevalentemente da postazioni fisse, mentre oggi molti pensano che una parte
importante degli utilizzi futuri sarà affidata alle reti wireless. Comunque stiano le cose,
il successo di Internet era del tutto imprevedibile fino a pochi anni fa.
Anche le convergenze economiche e politiche hanno avuto un ruolo determinante.
Quando si fece strada l’idea delle enormi potenzialità di una rete globale, le soluzioni
proposte dai concorrenti più temibili di Internet (gestori di reti di telecomunicazioni e
imprese informatiche) continuarono ad ispirarsi a principi tecnici e a modelli di organiz
zazione caratteristici dell’era fordista. Rispetto al modello di business dei produttori di
mainframe e di grandi sistemi proprietari, il protocollo TCP/IP rappresenta infatti una
totale rottura, se non elemento pericoloso. Rispetto alle reti ISDN, su cui le società di
telecomunicazioni sono impegnate finanziariamente, Internet possiede logiche di fun
zionamento del tutto diverse. Per molti motivi, insomma, i settori economici più
influenti non incentivano e anzi sottilmente osteggiano Internet, ben oltre la fase dei
suoi sviluppi preliminari. L’affermazione di Internet è possibile solo quando i suoi
potenziali diventano così evidenti da rendere pericoloso escluderla dalle strategie delle
maggiori imprese dell’informazione e della comunicazione. Non è un caso che negli
USA il numero di utilizzatori cresca parallelamente alle teorizzazioni sviluppate in
ambienti accademici attorno ai concetti di information economy e di information society
(intesi come contesti in cui la produzione di ricchezza dipende esplicitamente dalla
capacità di trattare e scambiare informazione), e agli interessi per le potenzialità della
rete gradualmente maturati all’interno di ambienti economici. La convinzione
dell’utilità di una rete di comunicazione globale che permetta all’utenza business diffusa
di sfruttare le potenzialità dell'interconnessione elettronica si accompagna infine
all’entrata in campo della politica. Il fatto che il Governo federale intervenga per
favorire la diffusione della information economy (ci riferiamo soprattutto all’iniziativa
del Governo Clinton per le information highway) è importante per una larga diffusione
di Internet. Ma è giusto ricordare che questa scelta appariva inizialmente tutt’altro che
scontata; esattamente come l’uso di Internet da parte dei principali Ministeri nelle
relazioni commerciali interne e esterne (sistemi di eprocurement della Pubblica
Amministrazione, aste pubbliche elettroniche). Questa scelta rappresenta forse il più
potente fattore di diffusione negli USA, ma non c’è dubbio che abbia incontrato anche
Si potrebbe notare che, anche se il concepimento e lo sviluppo tecnico di Internet sono il
resistenze e difficoltà.
prodotto delle istituzioni pubbliche per la Ricerca, la vera espansione inizia negli anni
’90 con la privatizzazione della rete. Ma in questo processo appare cruciale non tanto la
decisione in sé di chiudere i finanziamenti, ma la scelta dei tempi: non prima (né dopo)
che le condizioni economiche e tecnologiche siano sufficientemente mature. Il fatto che
queste scelte si siano dimostrate di successo non ne riduce incertezza e rischio intrin
seco. In Europa, Commissione e governi nazionali stanno definendo politiche a favore
di Internet; ma nonostante si muovano nella scia statunitense (quindi in un quadro appa
rentemente già tracciato) la validità di queste scelte non è dimostrabile in anticipo 24 . La
storia di Internet conferma che nello sviluppo delle innovazioni, incertezza e rischio so
no sempre elevati (ove si dubitasse di questa affermazione, si può ricordare il caso Iri
dium, una grande lezione di come sia sempre incombente il rischio di fiaschi colossali).
Nonostante lo sforzo di ripercorrerne la storia, dobbiamo ammettere che quella di Inter
net è in parte ancora da interpretare e in parte maggiore da scrivere. Che dire allora del
suo futuro? La realtà è che nessuno conosce ancora la vera natura di questo strumento,
né quali usi converrà farne, e nemmeno come lo strumento stesso evolverà. Nella sua
forma attuale Internet ha dimostrato la fattibilità del passaggio dalle reti per scambiare
dati a quelle per scambiare informazioni. L’importanza di questa transizione non ha bi
sogno di essere sottolineata: i suoi effetti e le sue ricadute, tra le quali il commercio e
lettronico, sono evidenti. Ma una sofisticata tecnologia di produzione e distribuzione
dell’informazione potrebbe rivelarsi poco efficace senza sistemi complementari che
permettano di rintracciare quella al momento necessaria, di filtrarla, interpretarla e infi
ne impiegarla utilmente; in altre parole senza una funzione di intelligence. Solo così po
trà avvenire davvero l’ulteriore passaggio dalle reti per diffondere informazione alle reti
per veicolare conoscenza . La futura Internet non solo avrà una velocità molto maggiore
e sarà dotata di una sofisticata Quality of Service, ma disporrà anche di linguaggi potenti
e agenti software ‘intelligenti’. Una volta potenziata l’infrastruttura, ossia l’hardware,
saranno probabilmente rivolti al software i prossimi principali cambiamenti.
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24. L’esistenza in Europa di un’utenza diffusa e di un’infrastruttura sviluppata per la telefonia cellulare ha
indotto i paesi di quest’area a sviluppare progetti strategici di mobile Internet (UMTS) in grado di sfrutta
re il costoso sistema di antenne radiobase già installato o in via di ampliamento e di utilizzare come ter
minale il telefonino, assai più diffuso del PC. Nonostante l’apparente razionalità del progetto, va ricordato
che gli elementi di incertezza tecnica e economica di questa operazione sono al momento elevati.
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