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STRADE MAESTRE: un laboratorio dello sport condiviso

Riflessione sulla specificità dell’educazione fisica


La nostra materia è diversa da tutte le altre perché:
1. presenta una disomogeneità dei livelli di competenza degli studenti molto più accentuata
rispetto a qualsiasi altra disciplina, non esistono promossi e le competenze apprese
all’esterno incidono in modo decisivo sui livelli di partenza degli studenti.
2. La scolarizzazione motoria è solo teoricamente uguale alle altre materie
3. Gli apprendimenti non sono obbligatoriamente propedeutici e consequenziali
4. La disuguaglianza nella dotazione di impianti e materiali indispensabili per la didattica porta
a condizioni di partenza diverse tra regione e regione e da scuola a scuola

1) Disomogeneità dei livelli di competenza


- I ragazzi in forte difficoltà nella nostra materia e che presentino voti sufficienti nelle altre
materie arrivano senza problemi all’esame di stato.
- Come in nessun altra disciplina quanto appreso all’esterno condiziona i livelli di competenze
utili per la pratica.
- Rilievo delle differenze nelle capacità condizionali tra gli studenti in generale. Infatti le
capacità condizionali consentono ai maschi prestazioni decisamente superiori a quelle delle
femmine.
2) Le studentesse e gli studenti che riceviamo nella scuola superiore portano con sé un bagaglio
di apprendimenti dovuti alla pratica scolastica costituito dai tre anni di ed. fisica svolta nelle
scuole medie a cui si aggiungono alcune volte i cinque anni di educazione motoria della scuola
elementare (pratiche episodiche e insufficienti). Gli apprendimenti dovuti alla pratica scolastica
hanno per i ragazzi una storia breve e disomogenea.
3) Spesso nell’approfondimento tecnico di alcune discipline sportive lavoriamo su
apprendimenti specifici che non prevedono propedeuticità tra gli stessi, per esempio le
competenze della pallavolo hanno poco a che vedere con quelle del calcio.

Ulteriori diversità si evidenziano tra l’ed. fisica rispetto alle altre discipline:
ad es. copiare (azione scolasticamente condannabile) diviene attraverso l’imitazione una delle
modalità privilegiate per l’apprendimento del gesto. I modelli sportivi ed estetici condizionano
la pratica, la pratica cooperativa fa parte dello statuto dei giochi sportivi.
Queste specificità sono state vissute dai docenti come elementi di debolezza:
Molti docenti hanno deciso di spendere le proprie competenze nell’ambito esclusivo della
materia, altri hanno operato negli anni diversi tentativi di affrancamento.
1) democraticismo uniformante: l’educazione fisica è una materia come le altre
2) intellettualismo affrancante: la libertà del docente sui contenuti da affrontare nella teoria è
stata assoluta e selvaggia: insegnamenti diversi
3) affettivismo socializzante. Gli aspetti socio affettivi della materia sono stati valorizzati dal
docente proponendosi come referente di classe o di istituto.
Quale ruolo può assumere l’educazione fisica nella scuola che cambia struttura?
Vi è l’assunzione di un ruolo protagonista per l’ed.fisica: due innovazioni; accettazione tra le
materie che concorrono a formare la media e l’ammissione a pieno titolo tra le materie
dell’esame di stato.
Si deve comunque fare un definitivo sforzo per superare l’incertezza che chiude la strada alla
possibilità di una comune progettualità interdisciplinare, per chiarire lo statuto della materia,
collegata agli obiettivi , alle finalità, ai programmi.
Si hanno due campi di riferimento :
Funzionale, discende dal tradizionale approccio che vede il corpo nella sua espressione
funzionale e ne misura prestazioni, abilità,capacità,.
Comunicativo, include il primo, non dimentica tecnica e prestazioni,ma ne modifica le
metodologie valorizzando la dimensione comunicativa della corporeità, del gioco, dello sport.

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