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Il substrato utilizzato per il pioppino è costituito da paglia di frumento con l'eventuale aggiunta di fieno di erba
medica, crusca di grano ed altri additivi quali nitrato d'ammonio e carbonato di calcio.
La fermentazione non è indispensabile ma l'azione dei microorganismi termofili rende la paglia più recettiva nei
confronti dell'acqua: il composto alla semina deve avere un'umidità intorno al 70-72%. La semina deve essere
realizzata con abbondanza di micelio, che è all'ordine di 80-100 litri di seme per tonnellata di composto, perché
l'Agrocybe aegerita è poco aggressivo e può essere facilmente sopraffatto da altre muffe competitrici a crescita più
veloce eventualmente presenti nel composto.
Il composto seminato viene insaccato in pannelli simili a quelli del pleurotus del peso di circa 20 chili e ricoperti di film
plastico nero all'interno e bianco all'esterno per dare più luminosità al locale di coltivazione; al momento della semina
vengono praticati 20-30 fori su cinque lati del blocco dai quali spunteranno i carpofori.
I pannelli di composto vengono sistemati in serre, grotte o capannoni, dove per circa venti giorni viene effettuata
l'incubazione mantenendo la temperatura del composto intorno a 25° C.
Dopo aver accatastato il substrato a isole di tre o quattro blocchi ciascuna, per indurre la formazione dei corpi
fruttiferi si abbassa la temperatura a 17°/20° C, si porta l'umidità a valori intorno all'85-90%, si somministra aria
esterna e si provvede all'illuminazione dell'ambiente.
A circa quattro settimane dalla semina si inizia a raccogliere la prima volata che fornisce oltre la metà della produzione
totale; seguono altre due o tre volate ad intervalli di circa dieci giorni l'una dall'altra e durante tutto il periodo della
raccolta viene mantenuta una temperatura ambientale di 17-18° C ed una umidità dell'aria intorno all'85%.
La produzione di pioppino si aggira mediamente intorno all'8-12% del peso del composto.
Pioppino
Prodotto
(Agrocybe aegerita)
Valore energetico calcolato* (kcal/100 g pf) 26,5 0 500 1000 1500 2000
MEDIA 17,0 0,78 145 22,2 7,46 23,9 335 20,0 43,6
I funghi appartenenti al genere Pleurotus costituiscono un gruppo assai vasto: sono presenti più di 60 specie soltanto
in Europa, di cui però solo una piccola parte viene coltivata a livello commerciale.
Il cappello, nello stadio iniziale di crescita, assume forma convessa. Successivamente assume
forma di ostrica o di ventaglio. Da bruno violaceo a bruno rossiccio o grigio biancastro; il
margine è involuto, liscio, ma a maturità tende ad appianarsi. La cuticola è serica, ma
diventa decisamente vischiosa con il tempo umido. Le lamelle sono fitte, intercalate da
lamellule, mediamente larghe e spesso ramificate; lungamente decorrenti sul gambo, di
colore da biancastro a bianco-crema o grigiastre. Il gambo, laterale od eccentrico,
irregolarmente cilindrico, talvolta assai corto, assottigliato alla base, assume spesso un aspetto fusiforme, bianco o
biancastro, ricoperto più o meno fittamente di pruinosità pelose, grigiastre o bruno-grigiastre. La carne è molto
compatta, soda, bianca. L'odore è forte, di farina fresca. Il sapore è gradevole.
Le varie specie hanno esigenze colturali diverse, soprattutto per quanto riguarda le temperature: il P. ostreatus, ad
esempio, predilige basse temperature e richiede tempi più lunghi di produzione, compensati però da una migliore
qualità. Altre specie o varietà, come il P. cornucopiae, hanno esigenze intermedie e tutte si adattano comunque a
condizioni estremamente variabili se paragonate alle esigenze del Prataiolo.
Pertanto si può affermare che il Pleurotus, in particolare il P. ostreatus, quando le condizioni climatiche non sono
particolarmente avverse, non ha bisogno di speciali condizionamenti per dare una buona produzione: un aspetto che
spiega la grande diffusione della coltivazione di questo fungo anche in Paesi tecnologicamente poco evoluti. Le
moderne aziende che coltivano Pleurotus si sono tuttavia dotate di impianti che, a livello di isolamento e
condizionamento, poco hanno da invidiare alle colture di Prataiolo.
Il periodo di incubazione di questo fungo varia a seconda dei ceppi seminati; durante tale fase la temperatura viene
mantenuta intorno ai 25°C, luce ed aria esterna non sono necessarie ed anche l'umidità relativa dell'aria è di poca
importanza. E' dalla comparsa dei primi abbozzi dei corpi fruttiferi fino alla raccolta che la luce ed il condizionamento
diventano determinanti.
La temperatura di induzione della fruttificazione del Pleurotus varia, a seconda delle diverse specie, tra i 10°C ed i
20°C; l'umidità deve essere molto alta, intorno al 95-100% ed i ricambi d'aria nell'ordine di 4-8 all'ora per garantire un
tasso di CO2 inferiore a 1000 ppm.
Il Pleurotus può produrre funghi a temperature che possono variare da 5°C a oltre 25°C; la qualità dei funghi risulta
comunque migliore alle temperature più basse, mentre diventa più scadente per consistenza, dimensione e colore
man mano che la temperatura ambientale aumenta e si allontana dalle condizioni ottimali.
Il fungo può essere raccolto a diversi stadi di maturazione a seconda delle esigenze del mercato, tuttavia è buona
prassi non aspettare che i funghi siano troppo maturi, anche perché producono una quantità enorme di spore che
possono provocare problemi di allergia.
Il tempo che intercorre dalla messa a dimora dei pannelli alla comparsa della prima volata dipende dalla specie
coltivata e dalla temperatura ambientale: può spaziare fra i 20 ed i 40 giorni, con una media di 30 giorni per i ceppi
ibridi più diffusi.
Pleurotus
Prodotto
(Pleurotus ostreatus)
MEDIA 4,51 0,71 94,2 6,29 7,56 15,7 214 16,3 41,5
MEDIA 6,33 1,30 141 7,36 10,1 25,6 331 26,0 69,2
Champignon bianco
Prodotto
(Agaricus bisporus)
MEDIA 67,2 4,15 149 14,9 7,23 23,8 283 14,4 36,4
Champignon crema
Prodotto
(Agaricus bisporus)
MEDIA 89,5 5,30 160 19,2 9,30 22,5 297 16,3 40,6