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1 Autunno: quello che potrebbe sembrare un vocativo, per la collocazione iniziale, la coincidenza col
titolo e gli illustri modelli letterari (ad esempio D’Annunzio), è in realtà un’espressione estremamente
sintetica che indica la presenza dell’autunno. Benché priva di un segnale temporale esplicito si
riferisce al presente, in contrapposizione col passato su cui si apre la frase immediatamente
successiva. Si tratta di una parola-chiave per l’intero componimento.
2 L’uso della prima persona plurale conferisce solennità e universalità all’argomentazione: la
riflessione non vale solo per il poeta ma, in generale, per tutti gli uomini.
3 Attraverso delle immagini atmosferiche come il vento e la pioggia, i versi spiegano come la
giovinezza sia minata dal presentimento della vita adulta, età lenta e dolorosa in cui le speranze
cedono il posto a una “dolcissima agonia” (come dice sempre Cardarelli nella sua Ottobre, v. 29).
4 torrenziali e piangenti: la coppia di aggettivi associa un termine concreto (“torrenziali”) ad uno
traslato (“piangenti”), che contribuisce all’umanizzazione della natura autunnale.
5 un sole smarrito: la sfera semantica prevalente (si veda anche al v. 6 “nuda e triste”) è insomma
quello del dolore dell’esistenza di fronte allo scorrere - apparentemente assurdo - della vita umana.
6 Nella seconda parte del testo, apertasi col v. 8, l’autunno e la “giovinezza in fuga” non sono più
fuse in un’unica immagine “stagionale”, ma vengono separati e accostati in parallelo: mentre
l’autunno avanza la giovinezza tramonta. Questo procedimento retorico aumenta il tono distaccato e
realistico del componimento.
7 Nella poesia Ottobre Cardarelli definisce l’autunno come “la stanca stagione | che ha già
vendemmiato” (v. 6-7): Lentezza e stanchezza sono attributi che esprimono l’assenza delle energie e
delle speranze tipiche della giovinezza.
8 il tempo migliore: richiamo esplicito a due poesie di Leopardi: gli uccelli che vagano nel cielo
“festeggiando il loro tempo migliore” de Il passero solitario (v. 11) e il poeta che ricorda di aver
dedicato la giovinezza agli studi (A Silvia, vv. 17-18: “il tempo mio primo | e di me si spendea la
miglior parte”).
9 Il congedo definitivo dura a lungo per via del ricordo, doloroso ma sempre vivo, della passata età
felice.
ANALISI DELLA POESIA AUTUNNO DI CARDARELLI