ella violenza
Rizzoli Editore
PREFAZIONE
-7
PROLOGO
9
/’blquaohs ^oirs” in Francia, ;gll'’’hulig^rii’’’nqi'*paesi
l^ddasp-dieferxi ]^cendi; cer^f'attac^i k s^i^fpsCn-
cbmufiisti, i ”3?aggai;e*’ nei paeSi'nbrflici i teddy boys” Jv b a.edifid piilbblid^stiamp’^ia scendend6rdi'|ivelf
. '' iii AiiiefiGa e in Inghilterra. Come" mai da noi, finb ad : fe ihiziato un processo di degradazibne. Ma. quaildb
\og'g|, questo fenomeno non si e verificato, almeno in ;arriva -r proprio in seguito alFarresto di alcurii capl'
Aqpfelte proporzioni? le Brigate Rosse o di altre organizzazioni terroristi--
‘ Effettivamente, nei paesi dell’Europa Occidentale, t - ddncendiare puramente e semplicemente un rp'r
ih parte della Germania, in Francia, Italia, Spagna, /to della Mirafiori, non si colpisce piu il simbolo.de!
,'■Portogallo, soprattutto fra i giovani, la violenza ha un tere.. In. questo caso la violenza e rozza; diventa vio-
^'s^giio politico. In questi paesi, la violenza sembra col- a cfiniinale comune.
Iqg^rsi a un^ scruttura sqciale, di classe, talmente rigi- ^ Cmdps che valga qui un teorema sociologico gene^-
da apparire cristallizzata, da rendere superflua, da ie. Qil^nto piu un’autorita e mancante di autorevo^'
fajr apparire talvolta perfino ridicola, ogni impresa ten- , ^nto piu tende ad essere autoritaria e, per con-
- dehte .a renderla meijo rigida. Allora I’attacco non pud ^^bj^in corrispondenza indiretta, tanto piu violenta,,p
essbre che fronta-le. L’attacco frontale e la violenza. reazione’ ad essa. Viviamo in un mondo in cui le’x-^
' A miq giudizio, si registra perd uno scadimento fondamentali dalla famiglia alio Stato, alia
'nella stessa violenza politica. Mi spiego meglio. Mentre iizi,V all’esercito, al clero, stanno perdendo di cre-
- ritengo fondamentale la distinzione fra violenza a ca- bilita.’
■ rattere politico e violenza di tipo criminale, o fine a se Npn voglio dire che queste istituzioni siano menb
-si'tdssa, debbo riconoscere che i gruppi, che addirittura ^ che, omecessarie oggi di quanto Id fossero ieri.
*si .yantatio delle azioni violente, le ’.’firmanq”, stanno htrarid!' .Qggi sono meglio organizzate, hanno degli
^ ‘suhqndo, anche in Italia, una certa usura ideologica e xi del personale, impongono test attitudinali a co-
fors^ anche psicologica, per cui la loro violenza da sim- 4 parte... Quello che voglio diird
^ boliea ,sta diventando violenza criminale comune. Per violen- ue sf e^^aridito il legame emotivo fra il dttadino .co-
" za sin^ibolica intendo una serie di azioni violente, con- istituzionale dentro il cui quadrb-
certate, strumentali, che colpiscono i segni del potere. divimid hasce, si sviluppa, cresce, invecchia, .m'ub-
‘ Per esempio, il sequestro del giudice Sossi a Genbva o ' In alt'fe parole; la fanfara che una volta ci faceVa
^ del giudice De Gennaro a Roma o, piii recentemente, ^^cfe, 'la ^’Marsigliese” o l’”Inno di Mameli”’che tf
I’uccisione di Aldo Moro sono state tipiche manifesta-1 tayano) oggi ci dicono molto poco. Quindi I’isti-'^
ziqni di violenza simbolica: non si voleva colpire soltanto _ nne diventa autoritaria e a suo modo violenta, re-
, i’uomo-Sossi, I’uomo-De Gennaro, lo statista Moro, ’ ^siva, proprio perche non e piu autorevole. Deve'^
ma, la politica di Moro, I’istituzione repressiva della;, jjnare IL proprio nudo potere con la nuda forza,
mag^istratura, che formula sentenze, e occupata a irro- j he non ha piu quel potere di convinzione sponta-
' gare .pene piu o meno drastiche, e cosi via. Questo, per] che era il riflesso, nei comportamento, del nesso
Ip meno> era I’intento. ] Ptivo per cui Tindividuo aderiva all’istituzione.
10 i
n
Come mai;,si e allentato quelto tjessa emotivo ? duttivo, ma possiamo coniperare quello= che yogliamo!
Induhbiamente in quest© secolo, due grandi guer Noi siamo in realta indotti a comperare ci6 di cui J’in-
re mondiali hanno scosso irrimedii^bilmebte la fiducia dustfia ha bisbgno di disfarsi. Siamo manipolati. E la
degli individui nelle proprie istituzioni. Basta vedere mahipolazione su scala planetaria, ormai, e un dato di
I’estraniamento della classe politica rispetto alia mag- fatto. Perfino la famiglia, che era sempre. rimasta coine
gioranza dei cittadini, constatare come le singole pro- il baluardo inviolato della liberta individuals, perche
fessioni si chiudano; si arrocchino per cosi dire, in ma- era una piccola societa all’interno della grande socie-
riiera corporativa dentro di se e si difendano contro ta, 9ggi,, con il lavoro di marito, moglie e figli, con la
Cutto il resto, contro la grande societa. £ sufficiente differenziazione per gruppi di eta dei divertimenti, dei
tonsiderare il frantumarsi del consenso sociale. La co- programmi televisivi, ecc., e stata invasa e frantumata.
stpuzione del consenso sociale e un fatto giuridico, si... Da che cosa.^
-^*Ma dietro alia legge scritta ci vuole una legge non scrit- Dalle esigenze del mercato. La societa industrial
tat do cl>e Montesquieu definiva ”lo spirito delle leg- avanzata e una societa eminentemente mercantile,
gi”, cio che Socrate sentiva dentro il suo cuore come la che-deve-produrre-per-consumare-per-continu-
musica dei flauti dei coribanti, per cui, quando gli a- are-a-produrre. Non appena questo ciclo di produzio-
mici gli preparano la fuga, rifiuta, accetta di morire. ne-consumo-produzione si inceppa, e la crisi. La crisi
Perthe.^ Perche non puo trasgredire le leggi della sua che cosa significa.^ Che si deve rafFreddare il meccafii-
comunita. smo per poi riprendere. O con I’inflazione, oppure con
L’autoritarismo e quindi il riflesso della caduta del I’imposizione fiscale o con altri sistemi, noi a poco a
senso di validita delle leggi e delle istituzioni. Non e poco riduciamo il tenore di vita, distruggiamo ricchez-
mai un atto di forza. £ la confessione aperta, talvolta o- za, in modo da poter poi di nuovo ricominciare a rico-
scena, di una debolezza. L’istituzione, non esercitando struirla. Queste sono le conseguenze inevitabili di una
piu un potere di persuasione — che ha perduto — eserciia societa tecnicamente e industrialmente avanzata.
• quello che le resta: il potere di coercizione. Per questa Ma queste critiche indubbiamente fondate rendo-
ragiohe di sostanza ci stiamo awicintuido, anche nelle no forse la societa di un tempo, patriarcale e contadi-
democrazie piu antiche, a dei governi pesantemente na, desiderabile.^^
autoritari. In realta, c’e anche un’altra ragione, piu Nieijte affatto! Tutte le volte che critico la societa
profonda: quantq piu una societa si industrializza, si industriale, cerco sempre di non dimenticare mai di
teenicizza, tarito piu diventa autoritaria. aggiungere subito che il ritorno alia societa cont^dina
Perche il grado di tecnicizzazione e direttamente non sarebbe un progresso, ma un regresso. A questo
proporzionale alia limitazione delle liberta dell’indivi- proposito, ho polemizzato a lungo con Pasolini: lui
duo. Sj pensi a che cosa era il modo di lavorare a ciclo tendeva, da buon poeta quale era, a idealizzare il pas-
completo di un tempo e all’operaio di oggi, alia cate sato contadino, I’ltalia agreste, ecc. Ma Pasolini igno.-
na di montaggio. Si dira: si, alienati nel processo pro- rava o non ricordava o fingeva di npn ricordare come
IS
12
proprio 'dura.nte- quefirit^Ha Ta' |iiaggio,T^.^afte‘ ilei £0n-
ere’la. propria,'ihtegrita/psicOfisiCa, ecc. E r giovani,
tadini .eratiio colpiti.da ernia b^erari'O affettida p^lfe^ra, :he da Un puhtd cfrvist^'Culturale sond incapaepdi iina
per via della-dieta povera di cui ’^’godevano”;,doveva-
elaborazione teorica originale; da ud punto, di‘ vista e-:
npi. ipmigrare; erano costretd ad adattarsi ai lavori piu
; conomicp non possono o non vogliono entrare in -quefr
; umili, Poi, soprattutto, c’era pochissima liberta di scel- sto mercato del lavoro che o li rifiuta o, se li accetta, li ,
‘ t^. Era in sostanza una societa immobile. Bisogna pero
reprime. Si danno allora alia sola possibilita che gli/e’-.
liconoscere che passare da una societa contadina arcai-
sta aperta: cercano di rendersi visibili con la viol^nza, '
_ caja una societa industrializzata in maniera disumana,
in parte per soprawivere e in parte per sfogare le lord' ■
pon e certamente un grande progresso, e questo per
pulsioni eleriientari. In alcuni comportamenti crimi-
deficienza di direzione politica economica e culturale.
nali di giovani e giovanissimi che psicologi, criminolp-
Per via di queste gravi carenze noi non abbiamo saputo
gi, sociol'ogi denunciano come privi di motivazione, ip
^-ppronttare delle occasioni di crescita equilibrata che
invece scorgo proprio questo: che la violenza in appa-
xrano invece tecnicamente possibili. Si pensi a come si
renza gratuita e una specie di atto di presenza. Aggiuhgo
«•€ compiuta I’industrializzazione in Italia: nel giro di
poi una considerazione finale molto triste, a cui non
cjuindici, vend anni, dal 1955 ad oggi, abbiamo tra-
c’e del rest© una risposta. Quando una societa si liio-
sformato completamente un paese, pero con le stesse
difica; si trasforma profondamente, che cosa awiene ?
contraddizioni, con le stesse forzature di ritmo e quin-
Che la gente lascia la campagna e si trasferisce in citta:
dj coti la stessa sofFerenza umana che avevano accom*
poco male. Che la gente abbandona certe professionr e
pagnato la prima rivoluzione industriale 200 anni fa.
passa ad altre: d’accordo. Ma non sono queste le cos^
"Nm abbiamo imparato nulla.
piu impdrtanti. Cio che maggiormente incide sulle p6-
pome mai non si e imparato nulla dall’esperienza polazioni che hanno abbandonato il villaggio per ,tra-
degli altri paesi? sferirsi in un centro urban© e la scomparsa della vec-
Perche i dirigenti economici e politici hanno avuto
chia morale, dei vecchi valori legati alia tradizione,
djeji’industfializzazione un’idea riduttiva. Non hanno
nod sostituiti dai valori della civilta industriale che esi-
" capdto che il processo industriale d un processo sociale stono e sono importanti — il sens© di responsabifita
globale e che se si vuole industrializzare un paese bi
non piu -collettivo ma individuale, il sens© del. risp'et-
sogna predisporre non solo tecniche e capitali, nia ri-
to degli altri come ’’altri”, la capacita di una critka;
sojse umane, la mano d’opera. Se si vuole muovere
fredda, razionale, il saper vivere da soli, e interpretare i
“Ja mano d’opera con grand! migrazioni interne, biso-
messaggi della societa in sens© psicologicainente neu-. ■
,gpa,.costruire le cosiddette ’’economie esterne” — case,
tro, quasi come la segnaletica stradale.. Nel villaggio.
- scuqle, ospedali, asili — di modo che questa popolazio-
non c’e segnaletica stradale: si esce e si chiede I’infor-.
ne, legata al lavoro industriale per la prima volta, pos-
mazione'a chi capita, ci si saluta tutti. In citta, po,:. bi-‘
' sa vivere in condizioni umane e non subumane e non sogna leggere i freddi annuna scritti. Cosi, proprio a
debba ricorrere all’assenteismo sistematico per proteg- causa di- questo vuoto di valori — non c’e piu la vecchia^
i4
morale contadina^ noji stricora la nupva -morale ur- In questo tipo di^ societa, come spiegare la violen-
bana — si determina una situ^^one in cui mtto e- pos- za di gruppp sulla donna che.di recente ha subito una
sibile. Da questa • matrice hatino origirie i comporta- recrudescenza notevole? La violenza di gruppo sulla
menti apparentemente piu assurdi e aberranti. donna rientra perfettamente in questa fase di transi-
Possiamo inserire in questa cornice anche un delit- zione. Le dpnne sono, in ogni societa in trasfonriazio-
to emblematicamente italiano di questi ultimi anni, il ne come I’italiana, il gruppo sociale piu discriminate,
sequestro di persona, un delitto die non esiste nel resto non solo sul luogo di lavoro o all’Universita, ma anche
del mondo, tranne che per ragioni politiche. £ neces- dal punto di vista legale. Tutto questo sta mutando da
sario sottolineare che questo delitto e un ibrido: per qualche anno. Ma si nod bene. Nel momento in cui
u|> verso fa perno su un vaiore tiprcamente moderno - tutto questo muta, e il maschio che si sente ’’spiazza-
il vaiore del dei;aro — ma, dall’altro, sffutta un ele- to”. Inevitabilmente. Ora, in questa situazione, con 1
mento che non c’e piu nei paesi avanzati, per esempio gruppi femministi che yanno alPattacco, i maschi rta-
-glr Stati Uniti: Tamore della famiglia, pronta a indebi- liani, .gia cosi ipervirili, gia cosi super-sicuri di se, gia
t^si per trent’anni pur di riavere il proprio caro. Il che cosi tendenzialmente maschilisti e autoritari, tutti in
sta a dimostrare come in qUesto momento mold dei pectore potenziali patriarchi, si sentono letteralmente
comportamenti violenti e irrazionali italiani siano tali muovere la terra sotto i piedi. E c’e una grande insicu-
p.erche il nostro paese non e ancora in una situazione rezza. lo penso che la chiave sociologica di lettura —
■pienamente definibile. £ ambiguo. £ fra I’alba e Tau- che potra essere un po’ generica ma mi sembra fondata
rora. £ fra un mondo e I’altro. £ un paese in bilico. — sia che gran parte dei delitti contro la donna oggi in
Non e piu una civilta contadina, non e ancora una cul- Italia sono collegati con questa fondamentale insicu-
tura industriale. Il fascino dell’Italia e la difficolta del rezza che e stata introdotta, immessa nel maschio pro
viverd derivano proprio da questa ambiguita di fon- prio dal movimento di liberazione della donna. Nella
dq, da questa specie di labor^torio sociale da cui puo misura in cui la donna diventa un agente libero, evi-
•uscire tutto e nessuno sa bene che cosa. E debbo dire dentemente' I’uomo si sente minacciato nelle^ proprie
che il nostro e un paese, da questo punto di vista, prerogative e... impone la propria superiority con la
straordinario: questa compresenza. di antico e di nuo- violenza. Come schema generale interpretativo, in
vo. L’ltalia e Milano per un verso, ma anche Palermo; questo momento la recrudescenza, se e statisticamen-
e archeologia bellissima e nello stesso tempo palazzoni te provabile, dei delitti contro la donna, soprattutto a
^onimi, degni delle piu squallide periferie neourba- sfondo sessuale, e legata proprio al maschilismo che
ne; e un paese economicamente quasi trqppo svilup- teme di avere i giorni contati. Nessun potere infatti e
pato — la conges done del triangolo industriale Tori- cosi pericoloso come il potere minacciato.
no-Milano-Genova — ma e anche il paese di certe zone Ir; queste senso, I’ltalia e altri paesi europei si stan-
del mezzogiomo dove non sembra ancora che si sia u- no awicinahdo agli Stati Uniti. Che vi siano delle ten-
sciti daU’epoca del somaro, del carro agricolo. denze comuni fra mondo europeo occidental, in par*-
16 /7
* * ■4^ > **
' declare 4’Italia,*'e rnondp nord-anfericafio rjon-^doVreb- istict;.;,mdqbtb]:iia; pfoduzibne di' massa^, r&ncanza di
^pe stupirp,’' dab momento -che Fltaiia si VS industria- icreat'ivita, stanchezza, us.ura psicblogica,^ splitudine...
iizzande) con Uno schema economic©'di tipo nord-a- Mali propri della civilta industriale, che ci ha datb
' merieano, con tutte le differenze del caso, benintesoi mblto, ma a un prezzo notevole. A breve scadenza, a
^uindi, come poco a poco cr si modernizza in senso in- mio avviso, bisogna puntare molto su- quelle che chia-
. dustriale, crescono i casi di contraddizione. Tutto que- merei le istituzioni naturali della socializzazione: la scuola -e
sto, su «cala di massa, in America si e avuto almeno la famiglia.
quarant’anni fa. Noi stiamo andando verso fenome- Sociologi acuti come Pierre Bourdieu cissicurapo
nf di tipo nord-americano di solitudine, disgregazione che i sistemi scolastici non hanno altra funzione che
ecc. Ma anche ■nell’^Unione Sovietica esistono problemi quella di riprodurre, meccanicamente e indefinita-
^ anaioghi./ mente, il ’’consenso”, vale a dire I’insieme dei valori e,
Non e’e dubbio che il problema dell’emarginazio- degli .atteggiamenti cosi come li conosciamo per lunga
ne giovanile esista anche nell’Europa Orientale. £ un tradizione e assuefazione. I maestri non sarebbero al-.
problema che non si puo eliminare con un decreto ”i- tro che docili ’’cinghie di trasmissione” del gia saputo.;
deologico”. Inoltre, non va dimenticato che anche gli scolari, gli arrendevoli consumatori di ’’pasti” .cul-
' I’URSS e gli altri paesi deU’Europa Orientale sono 6r- turalif, a dir poco, premasticati. Anche piu drastico e il
mai .paesi industriali, tecnicamente organizzati. Indi- riform'atbre Ivan ilieh. Egli propone semplicemente"di.
, .• -pendentemente dalle ideologie e dalle istituzioni, e al- abolire la scuola, di ’’descolarizzare” la societa. £ vero
I’bpera e ,si va sviluppando una tendenza ’’isoformica”, che la scuola pub tramutarsi, tradendo se stessa, in un
cioe- di convergenza fondamentale, fra Oriente e Odci- mediocre mattatoio di intelligenze. £ il caso di scomo-
dente, basata sull’industrializzazione. Quando si lavp- dare Platone e Sant’Agostino Ardiremo citare il De
ra.'Cdn le stesse macchine, si finisce per avere le stesse Magistro?, Come imparare qualche cosa che gia non si
reazioni. E I’essere umano e un essere unitario, cjte sappia, qhe gia non sia sepolta nel fondo della per^so-
non si puo sezibnare come un’arancia. Quando un in- nalita, tanto che I’impararq non sia ^Itro, in essenza,
■ ' dividuo spertde sei-sette ore ogni giorno al lavoro con che un richiamare, un ricordare, penoso nel suo farsi,
certe macchine, il tipo di rapporto uomo-macchina fi- ma anche gioioso e splendido nel momento del rie-
nisde poi per condizionare anChe gli altri rapporti. mergere dal profondo, del ’’riconoscimento” e della
"£ possibile, a questo punto, azzardare alcune indi- conferma? Non e questa la gioia che sottende, come
' cazioni terapeutiche. A lunga scadenza e nel quadro un dono ^raordinario e misterioso, la vita intellettua-
di una trasformazione radicale della societa che colmi le.^ Certo, un dono siffatto non lo si puo immaginare
•. il divario fra lavoro manuale e lavoro industriale,. mi elargito a tutti per via istituzionale, indolore ed egu'ali-,
'.'sembra chiaro che bisognera affrontare le contraddi- taria. £ chiaro che dalla scuola non ci si puo atten4er6'
zioni tipiche della societa industriale, sia a Oriente che tutto. L’lmpegno individuale, la fatica personale nello^
• a-Occidente, nei paesi comunisti come nei paesi capita- studio, che alia lettera vuol dire appunto ’’amore”, e -
18^ 19
nell6 stessrb teinpo indlsperi^'abire ^ bpii .surrogabile.'
II
Ma lo s^timolo, la ieuridsita,. il ris^^glio della capacita di
pbrsi domande ppssono venme dalla sduola, bosi xome LO SCANDALO DELLA VIOLENZA
.^li strumenti della couoscenza, le tecniche dell’accesso
ai ’’prodotti”* cultural!. -
'La famiglia, d’altro canto, e oggi in grave crisi
va ripresa: come? Non come quella specie di fortilizio
chiuso verso la societa, cosi come e oggi... Mari to
moglie devono stare insieme non perche ’’came una 1.
ma perche sono dvie persone singole, autonome, ma
ture,, chej^omunicano problem!, che non tendono alia La violenza fa scandalo. £ infatti una rottura sistema-
comuqipne — cioe all’azzeramento dell’uno nell’altfp tiCa, si rpetfe ’’fuori”, non rispetta le regole del gipco
— ma alia informazione reciproca costante, di mgdo democratico. In quanto tale e deliberamente fuori e
che. iL rapporto viene continuamente, quotidianamen- contro la legal!ta. La scandalo proyocato dalla violeh-
te risc'operto e rinnovato. I figli allora non sono ne ,za e per lo piu collegato con un tipo di ’’angelismo’’
repress! ne lasciati a se stessi: aono ’’accompagnati’’. che considera realizzabile, dal punto di vista pratico-
Qumdi, cpntro la famiglia-ghetto, contrp la famiglia ,ipolitico, un ideale di convivenza civile in cui tutti i con
chiusa va affermata e cpstruita la famiglia aperta. .Con trast! di interesse siano componibili e positivamente
trp la famiglia-comunione la famiglia-comunicazipne. solubili mediante la transazione e il compromesso.
Apertura verso la grande societa. Collegamento con la Non e tuttavia possibile ignorare che al fondo di ogni
scuola. Collegamento con la realta sociale circostante.' legittimita formale emerge un atto di illegittimita so-
Grosso sistematico sforzo verso I’obiettivo che stim'o stanziale, un dramma di violenza. ;Romolo uccide Re
piii urgente-: ricostruire il te«suto sociale dal basso at- mo. La fondazione della -citta e macchiata di sangue.
travetso una rivaluzione molecolare che dalla periferia La leziohe di Machiavelli e tutta qui. La legittimita npn,
ptPpia sul centro e ne impedisca le prevaricazioni. c uno stato di natura; e un process©, un’idea-limite,
'mai completamente acquisita.
2.
21
z^ionie alia _^emp^izz^io1i^\crd&> alia finu rati, come* occarioni di acdeSso k ^rumenti-di par-
da a -e0iTiprender€ rkdPnalmente/ ll/fenP’rnenp del cipaziono bassCr^alle decrsiopi pdriticheTorida-
yiplienza, Po'litiGanxente, la vioknza e un segnale d’a entali. In questo senso-, il terrorismo e I’espressione
laFine e Fin gfido d aiuto insieme. Per questa fagiori ’una' disperazione genuina di strati sociali abbastanza
di sostanza e.nel contempo di metodo, non si possoa
mpi che non puo essere ridotta, tanto meno‘ compr^
mettere sullo stesso piano (come fa G. Berlinguer n in termini di pura ’’aberrazione” individnale b di
‘I Unitd dell’ll ottobre 1977) la spiegazione psicologi
uppi ristretti. La psicologizzazione dei problemi po-
ca: e fisiologica lombrosiana, per cui il comportamen tici e sTociali e la tentazione pin grave ed e inoltre una
to vioknto Sarebbe la risultante di certe caratteristich corciatoia mortale per gli attuali gruppi dirigenti (go-
xoagenti di determinati individui, e come tale non pre^ ernanti e influenzanti) perche puo create I’illusione
venibifj^ e neppure a rigore modificabile, e la spiega- ’aver risolto un problema quando non lo si e neppure,
* zipi^ SGciologica, che rimanda invece alia struttura i ncora determinato nelle sue caratteristiche oggettive.
.'Stixuzionale esistente, ossia ad una costruzione storica,
,e' quindf storicamente modifitabile, almeno come ma {IDOC, VIII, 9-10, ott.-nov. 1977)
trice condizionale, del fenomeno della violenza.
3.
55
T9"
ill
LA 'VibLETsl^A COME'RIFIUtQ.
BELiA MEmAZiaNE CLLtURALE
violeiKa, cioie il ricprso all^forza. pura,. la cos^rizione uerrg nazidhali’haphaHff genefeVqttehuto -persirio' la
Xo soontro. Iisicof il terrore e le bombe:‘un gesto« ch benedizione eccksiasticapef fi loro stfurridnti di mbrte.
taglia ogni argomentare 6 xhe assume talyolta contrad- Ma, nelle condizioni odierne, la separazione ffa^guerre
dittpriamente, il carattere liberatore d’una funzione a livello internazionale e guerra, violenza sul piano in-
catartica, terno=non e cosi netta come un tempo. Con le .guerre di ,
Il nostro tema e questo: che cos’e e perche la vio- liberazione, la guerra si fa ambigua; da guerra nazio-
lenza? Opera d’un individuo o di un gruppo, orgahiz- nale diviene guerra ideologica. La guerriglia e le techi-
zata oppure occasionale, la violenza e sempre soltah- che di violenza individuale interpersonale che questa
to mrninale, aberrante e quindi automaticamente, per comporta, tali da sottrarsi alia sanzione di un potere
definizione, condannabile? Quando, nel quadro di statuale formalmente codificato e sicuramente identifi-'
quali condiziodi, I’atto violento non e semplicemente cabile^ rendono meno chiari i termini .della questione e
equiparabik all’atto criminale? indicano il grOviglio di contraddizioni che sta dietrb
Quando si carica, questo atto, di un significato po- alle linde formule del formalismo giuridico.
-litico? E non in senso generico, ma d’un significato Tanto vale allora dirlo subito, e con la massima
politico positivo? Cioe: e possibile determinare una chiarezza: al fondo di ogni legittimita formale c’e una
funzione storicamente positiva della violenza? Non si illegittimita sostanziale, un atto di violenza, Romolo
parla qui del sernplice conflitto sociale, le cui funzioni che uccide Remo. Machiavelli e Hobbes su questo
npn necessariamente distruttive sono state ampiamen- punto convergono. Ogni potere Costituito formale, al-
te lumeggiate dai sociologi sia. classic! che moderni; I’inizio, prima che intervengano le ^anatorie dei giu-
qui si parla semmai di quel tipo di conflitto di interessi risti e le razionalizzazioni dei filosofi, gronda sangue.
e. di valori cosi radicale da non lasciare margin! alia Ogni atto di violenza e dunque in realta un atto di cbn-
negoziazione e da porsi appunto all’origine dello scon- tro-violenza. Storicamente cio e verb oggi com’e vero
tro violento. da sempre.
Alcune osservazioni introduttiVe. Il riemergere o-
dierno della violenza non e una novita; e un ritorno.
La violenza e un fenomeno antico; essa permea la vita 2. La violenza come esperienza estetica.
t:ollettiva, e presente nei rapporti quotidian!. Uno dei
meriti dell’atto di violenza esplicita e metodologico, Si notano tuttavia nei fatti violenti odierni alcune ca-
richiama questa verita obliterata dall’assuefazione. ratteris-tiche che vanno considerate con attenzidhe.
L!uso della forza pura in luogo e contro la forza del ra- Forse anche a causa dell’informazione rapida di massa
gionamento e per gli esseri umani un’abitudine tutt’al- su scala planetaria (radio e televisioneh il ritmo di que-^
tro che nuova. Sul piano internazionale, nei rapporti sti fatti sembra divenire incalzante. La pressione au-
fra le nazioni, la violenza bellica, il ricorso alle armi menta. Siamo al parados^o: nella situazione bdierna
,e automaticarhente accettato, se non giustificato. Le anche i pacifisti minacci^no di uccidere per stabilire la
26
27
pac^. Se“ ci attentafno aglr elenc^i statis'tici imbarazzo'preliminarei e lecito "parlare-di violenza, ri-
atti'di violenza sono in aumento. dovunque; non pos- flettere* siilla vio-lenza, giudkata in se e peY ser^come
s^iamo diSitinguere con certezza fra violenza .criminale fenomeno a se stante, ritagliato e isolate rispetto al
individuale e violenza con scopi politici perche le poli- flusso degli eventi, lontano dai luoghi in cui il fenome
zie di tutto il mondo, per semplificarsi il lavoro, tendo no deHa violenza ha origine e si sviluppa? Puo darsi
no a mettere tutto nella prima categoria, ma Taumento che una riflessione a freddo, distaccata sulla violenza si
e certo: nei paesi depressi in via.di modernizz^zione ma giustifichi anche se corre il rischio mortale deU’autb-
anche, soprattutto, nelle nazioni superindustrializzate compiacenza. Ma e possibile capire anche solo un rno-
deirOccidente europeo, del Nordamerica e dell’Estre- to di piazza stando alia finestra ? Pur restandone fuori e
mo Oriente (Giappone); nei ghetti negri ma anche, e certamente possibile ricostriiirne le fasi, darne anche
s'oprattuttcC nelle universita piu ^sclusive e prestigiose un Yesoconto accurate, corredato di cifre e diagram-
del mofido bianco; fra gli affamati del Nordeste jdel mi...'Tutto questo significa veramente capire o limitar-
Brasile ma anche, e secondo 1 vecchi criteri di giudizio si a un rapporto di polizia? Descrivere, comprendere,
inspiegabilmente, fra i giovani dei gruppi sociali urba- spiegare sono operazioni mentali differenti. La violen
ni a reddito piu alto; nei paesi capitalistici e in quelli a za non e una categoria metafisica. Ma anche ammet-
economia mista, ma anche nei paesi a economia statiz- tendo che sia possibile capire la violenza conie feno
zata. Non si tratta solo dei grandi assassini politici re- meno in se, al di fuori della situazione umana globale e
centi — i fratelli Kennedy, Martin Luther King, 'Che storigamente determinata di cui e parte, sorge iL pro-
Guevara. A queste morti fotogeniche, che con le relati bleina del perche un certo tipo di uomo di cultura sia
ve ricostruzioni del fatto, onoranze funebri, biografie,
morbosamente affascinato dalla violenza di oggi.
anniversari, ecc. hanno occupato per mesi i rotocalchi
Il critico americano Dwight MacDonald confessa
e Fopinione pubblica, alle grandi sommosse negre nel
nella New York Review of Books con disarmante candore
le cittd americane e ai movimenti studenteschi in tutto
i godimenti provati come spettatore della ’’rivoluzio-
il mondo, e da ^.ggiungersi il grigio, agghiacciante stil-
ne” airUniversita Columbia di New York: ”Mi tele-
liddio di mod, proteste, sparatorie, bombe che, in o-
fono Fred Dupee. Vieni subito, Dwight, c’e una rivo-
gni nazione di oggi, dove piii dove meno, vanno mu-
tando il clima e la fisionomia del nostro tempo. In I- luzione. Non ti capitera mai piu di vederne una. Ci an-
talia, nei solo 1969, secondo i dati ufficiali forniti dal dai;' aveva ragione. Non mi ero mai trovato vicino a
Ministero degli Interni, si contano cinquantatre azioni una rivoluzione. Credo che mi piace. C era un atmo-
terroristiche. sfera di piacevole aspettativa, una liberazione da uria
Il tema e dunque provocante e attuale. La violenza tirannide oppressiva o, peggio, noiosa; Stendhal de-
ci spaventa. Ma e possibile guardare in faccia anche cio scrive uh’atmosfera del genere dopo^ .che I’esercfro
che ci spaventa. Anzi, piu che possibile, e necessario. francese aveva cacciato gli Austriaci da Milano. Di cpl-
Nei caso della violenza, non si pub tuttavia negare un po quelK della Columbia ayevano ’realizzato’ quanto
29
2B
vuotat e .mpdiacre/osse k^lorD! vita sottd 3. -Vidlenz§'e-cu(tu%ai. -’f. ""V-
done del' fettOre J(irk”'. tpsi scnye MsCo banald^ Na-
turalmente non si trattava di una rivoluzione. Non'bi- Bu'one intenziPni a .parte, la considerazione. della vio-
confondere le rivoiuzioni con le scampagnate. lenza ad opera degli upmini di cultura obbedisce a mo
Erk semplicemente Toccupazione deirUniversita. Ma di di pensiero che sono fuorvianti in due sensi fon-”
qtiella di Mac Donald e una reazione tipica. Di regola damentali. In primo luogo, da un punto di vista psieo,-
sono persone che da non mold annj hanno varcato la logico interno. La violenza indica il vero momento di
ioglia della mezza eta; erano filocomunisti o trotskisti crisi per gli uomini di cultura, la cui neutralita e dalla
violenza resa impossibile. La portata della violenza per
-intbrno al 1930, all’epoca della grande crisi econqmi-
quanto riguarda la cultura e data dal fatto che gli attl
ck; er^o i cont^totori del primo dopoguerra„ coii-
di violenza segnano il limite della mediazione cultu-
testa^ori timidi, di una societa che non.consentiva mar-
rale^ un limite invalicabile in termini intellettuali. Cib
^ni di sopravvivenza facile a chi scappava di casa, di
signihea un duplice riconoscimento: a) che vi sono*
una societa non ancora opulenta. In Italia eranq anti- cohtraddizioili oggettive, dure, cioe conflitti di intere^-
fascjsti che avevano doyuto, per mantenere Timpiego,
se e di valore non mediabili; b) che la discussione razio-
^g'iurare fedelta al regime mentre leggevano con religio- nale e la contrattazione non possonp risolvere tutti i
'So fervore la Critica di B. Croce. Adesso corrono dietro prpbiemi degli individui e dei gruppi sociali mentre .
ai giovani contestatori tentandone il recupero e rice- possono forse risolvere i problem! degli intellettuali.
yendone in cambio una noncurante incomprensione In questo senso, la violenza, anche quella piu bwia--.
se non Faccusa di incoerenza. Non per fare del pette- mente. legittimata da fini politic! espliciti, costituisCe .
'golezzo- su una generaziqne, ma si direbbe che sono kf- per gli uomini di cultura una perdita secca perche fa
fascinati- oggi dalle cose che nel loro ternpo non hanno saltare il presupposto delk loro funzione sociale, in-
fatto. Il loro interesse per la rivoluzione, la viole'nza, la dipendente, il presupposto deiruniversalita e dell’au-
protesta dei gipvani, per una societk diversa, radical- tonomia della cultura. La credenza nelFautonomia, u-
m6nte altra rispettp a quella presente, e un pmaggio, niversak e armoniosa, della cultura e alia base e giusti-
pPstumo, alia Ipro gipvinezza, cipe alFepoca in cui non fica la cultura corrie establishment, doe come istituzione
erano ancora ’’ostaggi” della societa, con moglie e figli di potere.
;da mantenere, una professione con orari d’ufficip da Di-qui una singolare cecita, uij’impazienza, uua
jispettare, agli anni in cui non si erano ancora inseriti straordinaria mancanza, o un rifiuto, dello s^pirito a-
sfabilmente, cioe venduti o arresi — e la stessa cosa - nalitico quando si tratti di gesti violent!, disperati,- di-
"alle impersonali esigenze deH’organismo sociale. £ pin sarmonki. Questo atteggiamentp acritico, sostanziaV ‘
uria nostalgia che un programma. merite dimissionario, non distingue solo rintellettualfe
tradizionale;.xaratterizza anche, e immaniera piu sotti-^
le e piu penetrante, I’intellettuale ’’impegnato”, appa-
rentemente doiniaatq impazienza tivoltizionaria. Nel njomento stesso in cui proclania la necessita
BiSogna diffidare del teVmine rivdluzione, specialmen- storica di rovesciare il sisterna sociale e di reinventa-
te; quando lo si trova in bocca agli intellettuali, ai pro- re- la vita, subito, qui e adesso, in base alia stessa ir-
fessori, agli studenti, agli uomini di cultura e di mezza responsabilita della sua richiesta, 1-intellettuale volon-
qultura. Questa diffidenza si fonda su una ragione pie- tario della rivoluzione si colloca individualisticamente
dsa. Sono persone dotate d’una tendenza egocentrica al di sopra della mischia e si prepara un alibi inecce-
irresistibile che li induce sovente, in perfetta buona fe- pibile. La rivoluzione totale, millenaristica e necessa-
de, a vedere nella rivoluzione nient’altro che la coreo- riamente una rivoluzione sognata, ’’concettuologica”,
grafia e'il palcoscenico per un loro atto unico. La vio- non da costruirsi pazientemente giorno per giorno, ma
lenza e il loro brivido di vita, la scossa che spezza un’q- da godersi come spettacolo, esperienza estetica, raptus.
sistema dominata ^alla routine, dalla solitudine, da un La violenza diviene teatro, culto, autoaffermazione e
senso di impotpnza e di marginalita. autodistruzione insieme, suprema catarsi. L’uomo di
Abbondano naturalmente i precedenti. A partire cultura, colui che dovrebbe legare la propria vita alia
dal 188.0, e anche da prima, questa e una componente ricerca razionale, cede qui al gusto rousseauiano del
rmportante della storia intellettuale europea, che va primitivo e del ”buon selvaggio”, dell’incviltura e det-
dai Masnadieri di Schiller, una storia di student! crimi-.
I’anticultura. Il fenomeno della violenza perde il corl-
nali, da Sorel e dal suo mito dello sciopero generale
tatto con le sue basi storiche, oggettive. Nel passaggio
come palingenesi sociale che guarda con caratteristica
dalla razionalita alia sensibilita, cioe dal primato ddl
indifFerenza a Lenin e a Mussolini,.ispira Croce e gli a-
pensare a quello del provare {feeling), del sentire, la vio
narcosindaealisti, ai simbolisti e ai surrealisti di Andre
Breton e di Tzara con la loro teorizzazione deWambur lenza, in quanto atto che pone in essere I’imprevisto,
fou, dai nichilisti russi agli slogans di Marinetti e dei fu- determina la discontinuita e il nuovo, causa I’interruT
turisti italiani che cantano ”la velocita, lo schiaffo e il ziorie della normalita, viene privilegiata, le si riconosce
pugnale”, fino alia rivoluzione sociale to tale invocata un’autonomia creativa senza riguardo alle condizioni
di recente, con formule tanto suggestive quanto con- in cui sorge, diviene un fine, uno scopo in se. Ma e un
cettualmente vaghe, da Herbert Marcuse. Di fronte al privilegiamento illusorio. Distaccata dalla base struttu-
fattp violento non ci si interroga razionalmente sul suo rale, taciute le condizioni oggettive, la violenza perde
significato, sulle condizioni in cui matura ed esplode, ogni possibilita di garantirsi una funzione positiva, si
sulle conseguenze politiche che "pud scatenare. Si leg- riduce a istinto, moda, prurito, cupidigia di novita, ri-
ge frettolosamente an esso la conferma della necessita gurgito criminale. Non si p,u6 dire che il movimento
d’un rivolgimento sociale radicale e immediate che a studentesco sia andato del tutto esente da tali atteggia-
,gran voce viene richiesto; ma e appunto il carattere menti di rivoluzionarismo neodecadente, pronto a sa-
totale e generico insieme di tale richiesta a svelarne- la crificare I’analisi circostanziata delle situazioni di fat-
natura di irresponsabile distacco dalle esigenze quoti- to, che vanno trasformate, a identificazioni tanto ar-
diane delle grand! maggioranze. dimentose quanto sommarie, che vedono gli studenti
V
33
3'4 ^ 5-
ne .dai gesti di giovani.appartefienti in niaggibranza an- quotidian! hanrio dedicate- titoli iri caratteri cubital! al-
<ora a famiglie t)orghesi o aspiranii borghesi, che ve- Te sommosse riegre di New York, Watts, Detroit, Cleve
dono riel figlio che studia, se non I’erede d’una posi- land, Chicago, e cosi via. Ma nessuno si e rnai dato la
zipne di rispettabilita sociale gia acquisita, certamen- pena di registrare le violenze che per decenni sonq sta
te la speranza d’un successo economico e sociale ab- te esercitate contro la popolaziorie negra degli-Stati del
bastanza garantito. La violenza studentesca e dunque Sud degli Stati Uniti. Lo stesso vale per tutta 1’Ameri
scandalosa perch6 e il tradimento d’^una aspettativa. ca latina e in generale per i paesi colonial! o formal-
Che questa sia fondata o meno resta da vedersi. Gli mente ex-coloniali. E tuttavia, per I’opinione comune,
StOrici ci dicono_ che rispetto ai fatti di violenza nelle cio rientra nella normalita. Che il povero e lo sfruttato
universita medioevalK quelli di oggi sono esercizi di si ribellino, sta bene; pub essere scomodo, ma e com-
primo apprehdistato. Hasting Rashdall nella sua ope ptensibile. Nessuno ha dimenticato Spartaco. Che si
ra Universities of Europe in the Middle Ages scrive di un ribellino in massa gli student! universitari lo si capisce
laureato aH’universita di Praga che per avere tagliato la meno; la cosa fa scandalo; e una rivolta che non si
gola a un collega fu semplicemente espulso; in altri cOmprende perche appare come la ’’rivolta dei privile-
casi di grave indisciplina si procedeva alia confisca dei giati”. Ma sono veramente dei privilegiati Diciamo
libri- e degli effetti personal! dei contestatori. L’idealiz- studente e pensiamo ancora al signorino. Ma le cose
zazione dell’universita medioevale come luogo di studi stanho diversamente. Almeno numericamente, la po-
tranquilli e finissimi non ha nulla a che vedere con la polazione universitaria e cresciuta. Non e piu I’univer-
redta storica. sita di elite dei nostri padri. L’universita di oggi e Una
- ♦
universita di massa che dura fatica a liberarsi dei criteri
di'gestione oligarchic! e autoritari d’una societa conta-
5. La violenza dal basso dina e tradizionalista. L’accesso* alia universita si e al-
largato socialmente, ma poiche i servizi dell’universita
Va notato uno strano fenomeno di daltonismo. Che gli non sono proporzionalmente cresciuti con la sua po-
operai fossero coinvolti in fatti di violenza, manifesta- polaZione il meccanismo della discriminaziorie e del
zioni, Venissero fermati dalla polizia, ecc. era ritenuto la selezione apparentemente basata sul merito, in real-
' normale, che gli student! siano tenuti a bada, che i ne- ta basata sulla capacita economica delle famiglie degli
gri siano senza bisogno perquisiti dalla polizia, va be student! Continua a funzionare come prima. La miseria
ne. Tutto questo appare normale; purche legalizzata, degli student!, dei fuori sede, dei pendolari dell’uni
anche la brutalita piu violenta appare all’opinione co- versita, degli studenti-lavoratori e una miseria reale,
rt\une accettabile; non solo: ha un valore di rassicu- ha una fisionomia precisa, che andrebbe analizzata a
razione, vuol dire che le cose funzionano per il verso fondo; richiama lo squallore di pensioni e camere mo-
giusto. Ma non vale la reciproca: tendiamo ad mere iper- biliate dove lo studente di fuori viene scientificamen-
sensibili alia- violenza che viene dal 6(2550;'-Cosi i giornali te sfruttato fino all’osso (mancanza di privacy, illumi-
36
nazione insuffi<;iente ^per Jp,. studio.,- ceha-a caffel^tte). rltnia>lu -Sua- Tbudne quatidiana,v si appropria in/qtie^
Questo va teUDutto presente. Aiuta a comprendere alqu- senso di unafun^ione prdfdticSt-:. ’^e stato -scrittp,' m^ ip
\ne funzioni della violenza che 11 moralismo uffidale vi dico...”. G’e un carisma della violenza in setiso prp-
tehde a trascurare: prio', doe un’irruzione di grazia, che presiede alia fon-
a) la violenza rende visibili. Una bottiglia Molotov dazione di ogni nuovo patto sociale e che illumina. la
riqhiama .un’attenzione maggiore, fa piu notizia di die- misteriosa frase ned-testamentaria: ”il regno der c-ieli
xirnila petizioni. Quante tavole rotonde sul problema soflFre violenza; e sono i violent! ad impadronirsehe”.
della scuola si erano tenute in Italia dal 1945? Impose
^ /. ■
3ibile fare il eonto. Ma prima del 1968, doe prima del
mOVimento studentesco, nbn si era andati pfu in la 6: Violenza e potere
d’una commissiorfe di indagine;
h) la vidien$:a dissoda,. doe distacca dal resto della Il legame fra violenza e potere e ora manifesto. I due
comunita, sanziona uno stato di segregazione, taglia i fenqmeni non sono soltanto correlativi; sono Tunp
‘ inargini per il compromesso. Per identificarsi e inrpor- dentro I’altro, due modi di presentarsi d’una stessa
-'tante -^cegliersi i propri nemid; realta. I detentori di potere, i responsabili di organize
c) la violenza come prova d’amore. La violenza e zazioni, i grand!' amministratori che lamentano la vio-.
un nastro di sangue che cementa I’unione del gruppo. lenza crescente di oggi non .sanno forse di essere a:i. ceil-
‘Qui -do che conta e la lealta. La dissociazione che essa tro del fenomeno che lamentano, di avere il nemico'
ofiera rispetto al resto della comunita non riguarda der xhe credono estraneo fin dentrO la loro casa, sulle loro
:gh individui singoli come tali^ li riguarda solo in quan- scrivanie, nei codici in base ai quali stilano senten2le.
fta fnembri di un gruppo, membri in buona fedej leah De te fahula narratur.
fino air ultimo. La violenza e allora un test supremo di La violenza non piove dalle nuvole. C’e piu d-una
fehita da parte dell’individuo verso il gruppo; e la pro- violenza, I’abbiamo gia detto. Ma i termini comune^
va' *4’un attaccamento che va al di la dell’interesse indi- mente impiegati divengono equivoci: viblenza^ rivdl*-
'vidtfale. La societa che non risolve i problem! collettiyi ta, sornmossa, distruzione, e cosi via. Occorrono alcu-
V dispone tuttavia di risorse per corrompere e con^prare ne ferme ,distinzioni. C’e una violenza dimostrativ.d-e-v
idegli individui. La violenza e la risposta a questo peri- spressiva, gestO gratuito che si suppone per virtu pro
colo. dl gruppo, il movimento rivoluzionario dice ad o- pria ereativo mentre rischia di ridursi a puro immoti-
gnuno dei suoi membri: ”se tu mi ami veramente, se tu vato gesto criminale, e c’e una violenza strumeht'ale,.
Cfedh che Gosa sei pronto a fare per me? Sei pronto premeditata, calcolata, con uno scopo in vista. Vorrei'
'a sparare, ad andare in prigione, ad afiFrontare un pro- notare I’ambiguita di questo secondo tipo di violenza.-
•cessa’?”; Essa puo prpporsi di cambiare la societa a seconda del
-d) la violenza sospende le regole^ mette in crisi il bispgni delle grand! maggioranze ma anche di ffenare
pbtere. della regola form^le generale su cui.la societa o impedire tale cambjamentor Puo, in altri terrpinf^
S9
nalizzata, legalizzaGi, che tehde 3. costringere manipo-
porsr come violenza rivoluz^ionaria b- violeriza- feaziona-
landp, Uccidbndo la spontaneity espcessiva, predispo-
ria„ in senso prOprio fasd'sta. L’essenza del fasdsiho.^e
nendo gli individui all’apatia politica e al cOnformi-
infatti data. daU’interruzione yiolenta, armata, terrori-
smo di massa. Questo secondo tipo di violenza, sanzio-
-sdca delle norme costituzionali di 'un paese quando in
hato dalla societa, privo quindi del senso di colpa che
base ad esse un rivolgimento. sodale profondo si pre
nbrmalmente accompagna la violazione privata dei di-v
tend come possibile, anzi, come prossimo. Storica-
ritti altrui, pub risultare piii pericoloso. Le societa in
mente, e accertato che i rivoluzionari autentici non
dustrial!, in quanto sono societa organizzate razional-
pi:edicano la violenza a cuor leggero. Marx dava la pre-
mente, scientifiche e calcolatrici, impegnate a pianifi-
ferenza alia rivoluzione non violenta qualora le par-
care burb^^camente gli aspetti important! della pro
dcolari condizioni politicbe, economiche e cultural! la pria vita pr&nte e del proprio sviluppo, dietro il velo
rendessero possibile. In Inghilterra, per esempio. £
della loro plausibilita nascondono Una profonda voca-
sua la definizione della violenza rivoluzionaria come di
zione autoritaria. In esse la razionalita ha abbandon^.-
una levatrice della storia incaricata di sgravare la socie-
to I’individuo per diventare un attributo delle grand!
ta yecchia e far nascere la nuova. Ma sapeva probabil-
organizzazioni burocratiche formal!. Di qui una dif
,mente che si danno buone e cattive levatrici, levatrici
fusa spfferenza immotivata, una softa di vago, ma rea-*
che conoscono il loro mestiere ma anche levatrici che
lissimo, indolenzimento interiore. La rapidita del mu-
ammazzano il bambino. Trotzki scoraggiava la violen
tamento sociale, per quanto superficiale possa essere,
za allorche Tapparato statale non fosse ancora disor-
I’aumento della specificita e della differenziazione delle
'ganizzato. Temeva quello che oggi si chiama il
furizioni di base cui non pub corrispondere un pro-
”back-lash”, doe la reazione di riflusso.
porzionale aumento dell’integrazione strutturale, la
Sta di fatto che la violenza e sempre sostanzialmen-
razionalizzazione impersonale dei process! social! e la
te la risposta — inarticolata, disperata, sovente contrb-
pressione sull’individuo affinche si adegui ai ruoli pre-
“produttiva — a insufficienze gravi del potere costituito,«
costituiti, tendono a produrre, al livello dell’espcrien-
alia perdita relativa di cpntatto, comunicazione, iden-
za personale, fenomeni vistosi di impotenza, di inef-
tificazione fra il vertice e la base del sistema sociale, a
ficacia delle norme, di esasperante mancanza di sign!--
una situazione di sfruttamento di chi sta sopra verso
ficato e di irrealta quotidiana. Quest! fenomeni com
chi sta sotto. I detentori ufficiali d^l potere costituito,
ducono simultaneamente e contraddittoriamente gli
cioe le autorita, dovrebbero essere grad alia violenza.
individui ad uno stato di apatica sovrasocializzazione e
Essa e il loro campanello d’allarme. Essa ci dice che
nello stesso tempo a disperati, violent! tentativi di in-
anche nelle societa industrializzate, caratterizzate da un
terrompere il flusso di un’esistenza sociale che ha per-^
benessere relativamente diffuso, c’e qualche cosa di
duto i suoi connotati umani per assumere quelli di un
profondamente sbagliato, qualche cosa che non va.
Accanto alia violenza fulminea, rapida, imprevista mero meccanismo.
Questo quadro non va preso alia lettera, ma mi
e imprevedibile c’e anche la violenza lenta, istituzio-
40
presMti,’ilia pr'evaienti 4n''l%hilterra/Ma a qqesto
membra certc^ cH^ Bsf'o ,inm6a^ si^^^uf e.:>Qlo teficfenzial-
punfiblPPH siVckiaifrr.jm ^usa •H-'^a^uarisrno;deUa tr|-- ^
' mente, una .<^id\kcrric^,4fetl'a l^gitthiKita^^ost^^ H
dkibiio ■ ^^e§to famo.sd graduatiy
■' -potfere e qiii HirettaTriente "comvQlto ,* la-sitar-legittimita
smo ha alle 5palle la Rivoluzione puritana e 4a guferra /
]tion-pu6 dipendere dal sisrtiplrcfe controllo notarile-del-
civile, cibe decenni di lotte social! sanguinose in- cui
l^fpropfict legalita formale; deve preoccupary di rin-
principii religiosi e motivi economic! e politic! si in-
novare contirmamente il cbnsenso sdstanziale, cipe de-
trecciavano in modp inestricabile.
, V‘e verificare la funzionalita 4elle istituzioni sul metro
della, loro capacita efFettiva di sodciisfare i bisogni dei
[La Critica Sociologica, 12, Inverno 196.9497-0'). _
-cittadiili. Fra legalita formale e legalita ^ostarjziale non
’ Sr da alcuna coincidenza automatical £ verp che nessu-
;• ndr puo pfesume^e di cono^ere bene e in maniera e-
' jsatiriente i l>isogni dei cittadini, salvo forse i. cittadini
■ -stessi. '£ vero che ci vuole una bella faccia tosta --- direb-
oe Montaigne — o una buona dpse di presunzione per
'uccidere della gente in base alle proprie congetture. £
altjettanto vero che vi sono situazioni politiche e socia-
‘ lidft cui, contro ogni buon senso, la violenza e Vextrema
ratio, la sola cosa da fcire. Tutto il res to significa com-
t
plicita. .Sj pensi ai fratelli RosselU durante il fascismo.
Airbpinione comune del tempo sembrano dei purr
-fblli; Sprio inyece i soli ad aver ragione contro la ragio--
rievolezza ,dei piu.
]£,giusto prospettare soluzioni alfernative, come il
, pdcifisino, come la resistenza non violenta. Ma bisogna
vedernei limit! e .non farsi illusion!. L’efiicacia del pa-
pifismo dipende dall’esistenza anche presso I’awersa-
*Vio. di nna qpmune fiducia e di un mihimo di rispetto
per le ’’regole del gioco”, presuppone il senso del fair
- piayy Che questo senso fosse presente in maniera apn 4
f
pre^zabile in Hitler e in Mussolini e per lo meno dub-
bio. La vittoria di Gandhi in India, a parte ogni con-
siderazione sulla natura di tale vittoria, riprosa sul
/''^’sentimento democratico^’^ e sul rispetta di alcuni va-
« iori fondamentali della tradizione liberale non solb
42
! TIPI E SlJGNIFIiCATO DELLA VIOLEI^ZA
4^
^ zrohali,. (extra ^jii,^Tirt<diVidlfai>Quand possphbv^triilgere uri' pafto ;dL unita d’azione perfna
paese appare^cpnt^glatd'Td^^ comp'dfetarii^tr yiolenti nente^'^endere ^Ib scardinameritO e-' alio sfascio- totale
coiiie obiefrivp comune. Lo sfascio isfrtUzjonalb e mfat-
come e oggi I’lt^lia, - e la.-struftura d'stituzionale die'e
• . ehiamata in cansa. I filtri della mediazione isti'tuzionale ti la pfemessa per cOnsolitlare il potere dei gruppi viCH
soiio alfneno parzialmente bloccati. Il ritmo e la quan- lend. Quando le Brigate rosse affermano che vogliono,
tita; delle ’’risposte” date dalle istituzioni alle aspira- mirare al ’’cuore dello Stato”, la frase e retorica e pub
' ziOni dei cittadini non sono sufficienti, sono percepiti far sorridere, ma la sua sostanza sociologica e politica
appare scientificamente fondata. Il peso politico della
come inadeguati e in ritardo, quindi ingiusti, quindi
.da.attaccare e da soppYimere. Le istituzioni deboli irtVi- violenza di gruppo cresce infritd nella misura in cui i^
tano' in senso comune Iq scontro violento, aiutano lo gruppi assumono funzioni e posizione di semi-sovrapi-
scatenarsi dei ’ j^xDrporativi^mi” dei gruppi sociali. Ger- ta come sfida oppure come surrogato della legittimita.
-cando »di requperare Tautorevolezza perduta, divengo- dello Stato in crisi. La-scorciatoia autoritaria, suggefita
^ tio autoritarie e paradossalmente offrpno giustificazio- dai cittadini terrorizzati, non farebbe altro che aggra
.ni.aiia pratica della violenza. vate la crisi e confermare le prevision! dei gruppi vip-
, Il senso comune vede nella violenza nn’esplosione' lenti, che potrebbero in questo caso con una certa
•xirrazionale, sporadica, qualche cosa di relativamente plausibilita presentare la loro violfepza solo comp'una
contro-violenza, una misura di autodifesa contro la rb-
raro ^ di inespHcabile razkmalmente, come se si trat-
tasse di un disastro naturale. Ma il senso comune ha pYessione di Stato.
In realta, si apre una sola possibilita positiva: risco-
lorto. La' vita sociale, di qualsiasi societa, e intrisa di
prire le basi sociali dello Stato democrauco, allargarrie,
cqercizione e di violenza. I rapporti politic! sono rap-
pbrtr di forza. La scoperta fondamentale: del marxismq le ragioni di consensp fra i cittadini, rinnoyare e consor
e da vedersi nella scoperta della lotta di classe, cioe. lidare il quadro politico generale. Ma sono pronti a ce- ;
dere una.fetta del loro potere coloro che per trent inni
'. , ddll'a storia come storia dei rapporti di forza fra le clas-
si.. sociali. la hanno monopolizzato ?
' . In questa prospettiva e erratd equiparare tutte' le
forme di violenza e ridurle alia violenza comune. Oc-
^ cprre saper distinguere analiticamente fra violenza co-
- mune e violenza politica, anche se la violenza politica
piiO' di fatto usare ed essere aiutata dalla violenza co-
^ mime: la violazione criminale delle norme esistenti le
. fe infatti coincidere dal punto di vista del comporta-
'mento osservabile. In una situazione in cui le istitu-'
‘doni vanno perdendo prestigio e credibilita, le due
violenze di fatto collaborano in liianiera sistematica,
46
.1 VIZL SONQ VIR^, iMPAZZIXE
L
\\
‘ I vizi sond virtu iinpazzite. C’e neiratto criminate piu
/ bieco u'n gesto d’amore mal calcolato. Lo smafriift^ntp
/
istituzionale odierno non e tutto negative), ednsente, di^
aprire’ brecce nel mUro della stolidita, richiama Ja ripe-
tivita immemore dell’istituzione al suo significato u-
mario; fa riscoprird i corttenuti di la dalla perfezione
giurldica della forma.
2. '
^49
attvialmente ,iiel suq '.Resta il‘fatto,- estffem^lnente acqilista^jCpiaWp^^i^zz^' deitpi?6pp scPpiy cdntrdlla r^-
r-sigriifickti’s^p; un foiftp sjhdacata .xihe'non p"Qne piii ziofialnidhte la propria diilsMlc^ di’sviluppo ihveee -di
, (sPltahto)-questloni-4i cafegoria, che as'snine 4a pb’sizio-
rie cespOnsabile di Un potere positivd nell’interessfe” deb
.. la, 'Comunita come tale.
donierma d’una societa rigidamente spaccata in termi- dalFaria blasee con cui sonp talvolta seguiti. Il cittadU
‘ nrdassisti assiste alia propria, disgregazione. Ma e qu;e- no' scPpre i nervi del potere, i suoi meccanismi. NPnise
sta la condiziorie del suo stfes^p progresso. I ’’decr^ti ne dimentichera facilmente e affilera I’arma del voto,
. ddjegati” sembra che introducano nella scuola un libve pure se ne scoprira pure i linliti. Tutta Fesperiepza po-
vento di folia, disordine e caos, capovolgimento delle litita passera cosi da un’esperienza di entusiasrrii intef-
gerarcMe accettate da sempre... I conservatori scuo- mittenti ad una dura azione di controllo quotidiano. il;
\6nd il capo. Eppure, e qufesto il prezzo della demo^ potere 4ovra trasformarsi da prerogativa privilegiam p
, ^cr^zia; la quale sempre, invariabilmente,^^ si afferrha appannaggio personale ad attivifa di servizio, decisipni
' premendo dal basso. Non e ancpra Tauto-gestione,: e razionali da giudicarsi in base ai risultati .effettivamem
‘'-•pero I’avyicinamento delle famiglie, degli interessi co- te conseguiti.
ihunitari alia partedpazione alia scuola, cioe al fonda-
^ 1 Q ^ ^V
= ’ ;jn€ritale organo di elaborazione e di trasmissione dei
./'Jvalbri in. base ai quali una societa riconosce se stessa.
LA^IOLENZA CftME STATO Ef^DEMICO
' ^ata bloc^ata^. Alloraj -nG^*S6-pi^" ^p^fahza.|)er piolti. ,t| acc^tati nelia"sdcieta, 'e nella cultufa iu4u^tria^.; iS.onb .
4" giQvahi cievofio affrontare un- avyenire in'c-enor,t] traffi- .rimastf nella terra di ilfessuilO, nel linibb cultural d’u-
^ ,€o. fra\le ;gerier^iont, che un tempo si svolgeva CQir sod- na situaziotie post-contadina e pre^industriale. Gaspa
. disfacehte regolarita, e ora cofigestionato. Per queste re Barbiellini Amidei, con i suoi collaborator!, ha sea--
ragioni si comprende che si comind a parlare di ’’due vato in maniera convincente in questa situazione e; ha
' -soeieta”. Ma do che puo sembrare Timmagine metafo- descritto eon impassibile rigore scientifico questa r^pr-
rica di l^tterati e in realta un fenomenb che da tempo na dell’ ’’identita culturale” (si veda II Re e un feticeSo,
'K
- ha attratto I’attenzione di sociologi e antropologi. Esh Rizzoli, 1976, e I labirinti della sociologia, Laterza, 1977,
^ stonb in proposito studi approfonditi. specialmente il cap. Ill, ’’Inadeguatezze nella valuta-
. n volume egregiamente curato da Giampaolo Ca- ziohe dello sviluppo” e ”Costi rCali e costi global!”).
/ t'elii, La socjetd rriargindle CCitta Nuova Editrice, Roma, • Dovrebbe essere compito di forze politiche demb-
-L^I-6) o^re una serie di analisi impressionanti circa ,gli cratiche, libere dall’ipoteca dei grand! interessi s.etto-
; ' atteggiamenti, la meccanica di riproduzione, le carat- rlali, comprendere il ’’costo occulto ■' dello sviluppo
, teristiche di quella che Catelli chiama ’’spcieta negati- economico, smascherare la falsa razionalita puramefite
Va^’, la controparte e indeme il ’’prodotto dialetticq”., fechica che produce, non corretta, ineguaglianza socia-;
della soeieta normale, razionale, capace di progettare le e sofferenze umane non strettamente necessarie. Una
razipnalmente il proprio awenire. £ appena il caso di nuova razionalita e necessaria, va umilmente riscoper-
. chiarire che, metafore a parte, la ’’soeieta negativa” k pL nei frammenti dell’esperienza di quest! giorni. Le
una^ soeieta di disperati. La sua esistenza e carattbriz- grand! concezioni del mondo e della vita, i modelli, le
zata dalla cronica precarieta dei mezzi elementari di grand! Sintesi si sono liquefatti. Si era pensato chfe la
f > ;jspssistpnza e dalla mancanza quasi totale di sistemi di stdria avesse in se poteri organizzativi automatic!. La
«ignificato, di possibilita di partecipazione. crisi odierna lo smentisce in maniera netta. Il sehsp
. / In senso proprio, e una soeieta di esclusi non tanto della storia non puo prescindere dai bisogni inamedm-
nel .senso che un potere diabolico sia li a perseguitare ti, dull’analisi paziente di cio che gli uomiru chiedo^o,
chi non ce I’ha fatta ad inserirsi nella soeieta produttiva qui e ora. Pier Aido Rovatti, ne La Repuifbliea dell 11
normals. La questione e piu semplice e piu drammati- maggio 1977 intravede la nuova socialita, che sorge itel-
ca: il contadino -o la contadina sradicati negli apiii /del I’accresciuto bis'ogno di comunicare, vedersi, lanciare
boom, dal proprio arnbiente e attirati dalla citta, oggi e ricevere messaggi, nelle esigenze di un ’’confronto cU-
* abbandonati, a se stessi ai margin! delle grand! pei^ife-
rie, non sono piu contadini, sono stati defraudati delle
norme e dei significati che per secali avevano dato senr
so alia loro esperienza di vita e in compenso, per quC-
sta perdita culturale e umana probabilmente neppur
j.valutabile, non hanno ricevuto nulla, non sono 5tatl
u
M VrOLENZA XIUpME PROGEtTO POUTIGO
X8 59
solktirpiu -sotto ,y^rsQ''il feentro i cdllet-tiviror-gihfezati cq del'lx contfaddizionr del .sisteiyi^ capitalistico russo
stabilroente-e coordinati, ch,e*hannQ trovato per lo piu del suo xempo? - il libra di Negri richiama GeOrges
^n^iruniversita il loro punto di ^ggregazione^ mk adche Sprel e le Rijlesiioni sulla violenza. Alla logica delle i-
al Policlinko e pre'sso alcune aziende municipalizzate stituzioni, alia loro *dinamica e ai loro compromessi,.
come TACEA o presso I’ENEL; infine, al centro del fe- Sorel oppone I’azione diretta, il ’’fatto esemplare”, lo
nomeno, come elemento duro, militarmente organiz- Scontro violento. Nelle Riflessioni sulla violenza ammet-
te chiaramente di essersi allontanato dal marxisrno. le
zato, Brigate Rosse e Nap. Questa formazione chiarisce
perche la gente, ma anche uomini politici e giornalisti ’’profezie del razionalismo” lo trovano pessimista e la-
- specializzati, vedano il movimento solo nel suo aspetto sciano intatta la sua insoddisfazione nei confront! della
’’generico” e si fd^mino una certa idea intorno ai siioi lentezza del formarsi delle class! social!, dell affievolirsi
obiettivi; ma non atrivino a scorgerne il cuore, doe il del positivismo e delle sue teorie dell evoluzione, da-
nucko profondo, do che sta dietro e sotfo gli atteggia- vanti alle ’’astuzie” del parlamentarismo.
'.menti insoliti e pittoresehi, le formule e i ’’graffiti”, lo A giudiziq di Sorel il spcialismo, e il socialismo
spontaneismo e le invenzioni verbal!. Sfugge tutta la ’’scientifico” di Marx non fa a questo proposito ec-
gravita del fenomeno perche non si'tolgono i nessi es- cezione, si e irrimediabilmente imborghesito per dive
senzikli fra le parti che lo compongono. La violenza nire a poco a poco parte integrante del sistema; non e
aitro ormai che un’etichetta rassicurante. Bisogna tor-
stessa appare come sporadica, occasional, determifia-
ta da scontri non prevedibili, anche quando sia invece nare alio scontro delle classi, e senza passare attravefso
programmatica e cbordinata. mediator! sempre, in grado maggiore o minore, op
Nofi che gli aspetti ’’culturali” vadano trascurati. portunist! i il proletariato non ha nulla da sperare dalle
Tutt’altro. Solo che occorre impedire che funzionino istituzipni esistenti, non deve contare che su se stesso,
come cortine fumogene. Occorre saper vedere oltre il sulla sua forza e sulla sua capkeita di iniziativa, facendo
linguaggio esoterico e ricollegare i fenomeni odrerni ricorso alia violenza.
alia ricca tradizione dell’anarco-sindacalismo italiano Piuttosto curiosamente, questo realismo oltranzi-
xhe all’occorrenza puo anche vestire i panni d’un dub- sta fu salutato con favore da uomini sostanzialmente
bio neo-leninismo. Il Ubro di Antonio Negri {La fah- conservator! come Croce e come Pareto, beqche 1 o-
'hrrca della strategia — JJ lezioni su Lenin, Collettivo Edi- pera di 4emistificcizione condotta innanzi da Sorel non
xoriale Librirossi, Padova, 1976) e in proposito un te- risparmi alcun tabu ne si fermi davanti ad alcuna tradi
sto istruttivo. Vi si parla diffusamente dell’insilrrezione zione. Egli critica, per esempio, il concetto di ’’dovere
socialista”, giustificando, e anzi auspicando, lo scio-
conle arte e del piacere.della lotta e dello scontro fisico.
Pin che alio squadrismo fascista o al leninismo, che qui pero geherale” che e, a suo giudizio, I’atto creatore per
mi sembra usato solo strumentalmente — dopo tutto eccellenza del proletariato. Tuttavia, si noti che^ se' la
come dimenticarb che Lenin da inizio alia sua attivita violenza e la fonte d’una energia morale nuova, oio e
xivoluzionaria con un accurato esame sbcio-economi- vero assai meno per il proletariato, che non ne ha in
61
cQrriprpme§^%! )erazia. ferghbe,^ I5ass|^ente
cQs^ietira ^storica.r ^’TUtipf^ua anedra' es&^F^ udliT^istica.- ^
^si.gi^ngera^ a^traverso ia:* ^iojenza, a rafForzard la^Uiyi-^ -Sforturikfamente, questa -concezione ..del smdacali-^ ^
smo, che si appoggia ad una esteti'ca della violenz^, h^,
^sionp^n':class! C a-re^tituire alja borghesia un minimp’
*Hefla sua .ener.gia: uon si da in questo-momePto opera avuto applicazionr- che certamenfe non erano nei yqd.-
'piu-^raiide pef il pensiero. di uomini che non siano^c- del suoi inventor!: essa ha ispirato il cdrporativismp
vCecati d^'piccoli fatti quoddiani,- ma che al contrarid si nazionalista e, piu tardi, fascista, da F. -Pellouder a E.„ .
ptedccupino del dpmani. -La vidlenza proletaria, qiian- Leone, passando atPaverso Arturo Labriola, A.. Lan:^ ■
do martifesta il sendmento della lotta di. classe, e cosa zillo e A. a. Olivetti. In quest? coridizionr, indipepdea-*’
%beli'issima, erorca: es^ serve gU interess^prijnprdiali temente dalla volonta e dai progetti evenPiali dei ^Pf
' della* ciyika;<pu6 ben .darsi che essa non siail mezzapi^ merhbri, il rriovimento puo ben volere e lotfare per
una societa ^ocialista O akernativa, radicalmehte diffe" -
xdhdlcato per ottenere ^antaggi materiali, ma essa pup
/salvarp il mondo dalle barbaric”. rente dalla societa attuale: il suo disegno ci riporta ci^
> SI dom’prende bene come il modello sorelliano fac- nonostante- al passato, a dei rapporti social! Jntrisi ,di/
violenza e di sangue; tende di fatto la mano ai npstalgiy ./
cia^a pugni e neghi la- ddttrina -socialista delle picco'ld
_fep.pe-pragmadche, che^ fa soprattutto capo ai copiiigi cl della reazione e del fascismo. .
Sidriey e a BeaPice Wpbb, L’idea di Sorel consiste pint-'
{foslp nej ricreare un socialismo vivificato dall’utopia, [Cornere della Sera, 21 maggio l97-7)>
P^ecigafrrente conPario alia nozjone di §ocialismo svi-
.^luppata^da Marx e da Engels. Sorel rovescia il loro pro-:
^apmrna: dal ’’socialismo scientifico” al socialismo ”u-
Ktpptisdco”. In questa odic5^, il siPdacato costituisce un-"
eiepiento essenziale e lo' scioperp generale diviene il
fnioprepp) cenPale della sPategia rivoluzionaria.
. Lo scioperp, dunqiie, non e soltanto una decisione
^ecphomica p polidca; e anche un/mito, ’’un’organi^^
-zazione di immagini capace di evocare^td i sendmend
che corrispondono alle diverse manifestazioni della
guerra portat^ avand dal socialismo .aU’interno delle
sfecieta .moderne”. Lungi pertahtp dall’esaurir^i nelle
^Ippe .sociali, il sindatzaliSmo rivoluzionario e.^per So-
^1 iU-veicolo di una nuova civilta; pone Je basi della
’’nlprale del produttori’^ futura, riconcilia rivoluzio-
'’ner.P-progresso, salva I’umanita dalla corruziotie e dai
LA CULTORA^ BELLA VIOLENZA
'66 61
'/»>
. I. J.L .
• ‘ " V •/»!’ /
J
K ,;i'
> I'l , ^
'‘U.H Ii
di se^dp‘ bp|3o§ti?j^e if" vj.
r; , V
'■.denu. 'Ila ,dtta d& S,antd. e. ail|:he;ia si^bafrlw deJla *■ , V /r/'’' ■> ^ M, N " .' I i ^
, tensione, italiana attuale, -Rols^Q vixq' Q ti'ferp cupav isem^ LA GTOSTipeAZlONE |DE0£6GICA DELLA f K.*
/brano darsi la maftio. £ qui, non nelle grand! metrbpo-
ii 'H'l
. . VIGLENZA 1^’
ii ip:4ustriali operaie, 'Che si proclama che ''tutk, le armi
Mel proletariato yanrio leninistieamente utilizzate” per
, ■',!
A&isojyere nella pratica sowersiva il problema della in- 'i 1
•?,surrezione e della liberazione” (A-N-» op., city p. 223;
epfsivo nel testq). La stoi^ia del prossimO fujturo, ci dira La violenza e> sempre scandalosa. L’assilefazione ad es^ ' 1: i P
'Hi
,se sjamo in presenza d’una fondata anticipazione o se 1/ sa e relativa. Quando, ^splode, benche vaccinati d^L,
iqvece, come io ritengo, sja questo I’irrazionale pateti- la cronaca quotidi^ina, I’atto violento riesce ancora. rf'<?
co panto del cigno d’una borghesia prmaj periferica e ’’bucare”, almeno per un attimo, lo spessore deMa^ 111
; dpstinata aU’irrilevanza storica. quotidianita, quei ritmi e meccanisrrii semi-autbrnatid'
'If/ If-' iPH
I che consentono alia vita di ogni giomo di andare' af . rs
{Corriere della Sera, 31-5-1917) K vanti nonostante tuttp. La violenza costrihge a inter*'
.. romperne il grigio fluire; per un mbmento obbliga a 'W'i'
riflettere e fa’ inorridire. .Non pub essere accettata che % L" kii
69
1
^TT-
ii
■'« * u
('4
\’-lir 1, 'f
{ilf&r' (h '"*'• ^f„ ■ ,<!‘V *'. ►W J*\t i i ■'^
'5%;-4) * 1.’
’>, t'%¥^’^A^Xlf^kt>Ta7n‘a>4el '^’i/^iiaggi&^h44ato ’’’'z^o”''!‘iri% .1^ gidfhaljlstft ’^l^idllat fase 4ifUaleldelldl scdhfbd“* di'claSse,
\ ^ iiiitta qlieM the Vi^e.drrtiai edm^nemente runico/mezzo pef'abtattCre la classe bdrghese e la lof^a
lildicat^ come I’area deH’autohbmia. £ una bocdatura 'M
armata che va a col’pire It radici della dittat,ura deraO^ ^ 'il
,sen2a poSsibilita d’appello. Come dire degli autonomi: cratica ovvero le - cosiddette istituzioni democratiche.-, ^ ^
feacche idee, piani o ideologia. Gli si dia del lavoro, La violenza e Tunica arma che il proletariato ha per ''*4 I
lose da fare, buoni stipendi, e tutto si aggiustera da se. combattere il capitate e per creare una socreta non vip- 4t..
• if*'> !/’Jrl
y ’ .,%if I
ff*V'V >--t, ‘^uesto atteggiaihento di rude realismo e cert^ente
Y„|, lenta- basata sulla uguaglianza socialeT. Qui non c!q •f ^
acfeaftivante nella situazione in' cui versiamo. Ho pero pazzia. A meno che non si,vogiia dire, con Ghersteftctiij
^ lyh^pfessione die pecchi di semplicismo. La deforma- che il pazzo e colui che ha perduto, tutto fuorcheda rai^' 4 >' ■’ •>' vHi
•'H"' ^ fA
\ <v ^ ‘^ipne’ professionale del professore consiste probabil- gione. La formula ’’dittatura derhocratica’\ a parte 1^^ i-hl
.X
U’ * '■mentc nel dare gli esaliii, nel promudvefe e nel boc- definizioni classiche di Lenin in Stato e rivoluzione^ ppd " ,. ';i Nir if
,H Aw- iff
f'dd^fe. Puo darsi che qualthe yolta gli accada di dare un suonare contraddittoria ad orecchie raffinate, ma fino.
4'““Vif. H/' vdto anche a do che nqn ha ancora capito. Ai NAP e ad un certo punto. Chi ha dimenticato il capovefso' A' ^
'"■* »,.
r “allt :Brigate Rosse zero in ideologia; vadano a lavorare con cui si apre \uomo urti-dimenswncde di Herbert Ma!r-
•>! V f
‘questi* ragazzacd, e non se ile parli piu. cuse? ’’Una.confortevole, liscia, ragionevole, democra-r
^' i^arebbe' auspicabile e anche comodo. Ma le’cose tica mancanza di liberta prevale nella civilta industfiale .
s^sdno, piuj complesse. Non si tratta df avere o meno il avanzata, quale garanzia, di progresso tecnico”. I'l
sfeAsd -cJelle proporzioni. Si- taratta forse di tenere gli oc- La violenza, e i grezzi tentativi di dare-ad essa ve^tp
' cfif .aperd e di non ostinarsi a bocciare i fatti perche e giu^tificazione ideologica, non piovono dalle nuvole, ’•Sv f<--4; .v’s
•tidn quadrano con le proprie preferenze. PoSsono contare su antecedent! storici e cultural! piut-
* £ vero che Pideologia dei gruppi estremisrici oggi tosto precis!, ma non credo, come invece crede Gior
hitivi 'in Italia non la si pud trovare lindamente esposta I gio Amendola, che si esauriscano in una sorta di ”^sirF ,* ■* '
?A ' jfi
tdme in una tesi di iaurea.. Bisogna ricavarla pazien- drome fiumana”, anche se potra scoprirsi in essi quer.
. temente e cpn una certa dose di umilta da fonti poco sto elemento. Erovengono dalle condizioni matetiali
• ortodosse che vanno dai messaggi che i commandos di vita. Hanno le loro radici nelTinoccupazione dei lid
>
• depositano' in cabine telefoniche a scritti rapsodici di K giovani, nelTapparente inutilita degli .studi, nell’emarT
*# 4, riviste poco note, come Re Nudo o Tempi moderm, 'o an- Jginazione cui il modo di prbduzione Pdierno sembra.
eora ai graffiti che si leggono sui muri delle universita e * irrimediabilmente condannare una percentuale sem-
tlelle'periferie. Si parla ormai per abitudine, I’indo- "» pre piu consistente della popolazione. La sinistra stp-
mani degli attentati, di proclami ’’deliranti” e di ”luci- \ rica ha creduto che bastasse la mutua per tutti per ge-
’ ‘da follia”'. Ma questo non e sempre il caso. Accettati i ‘‘nerare un consenso di massa. Ora e finalmente chiaro
p'rincipi o le premesse di partenza, i corollari ne de- ^ iper tutti che non basta piu. Il lungo. dibattito sul plura-
.fiyano con assoluta necessita logica- Si legge, per e- ' lismo aveva incautamente datO' per scontata una pre-
70 71
%
*<
' 7:4 75
m
. ■’«' >
5tiva'-ja:cultura U3A inri^uanto cultut^. fimotQ del.rfe^tp^' sb'ha frovato jn -essi Un jo’stacblo insbrmontabile. Cbn
^ the §nd-a cei^i .recenule if^duzignk irr.ftanqese tia -al^ un0--"sforzo enofmfe "sonb arrivati alla ^SUprema conces-
- liilguq sDpo' sta^te JenOinOLeni-piuttpstb straor^ijiari. sibnb di urfEufbpa delle patrte secondo^ la bafocca for
" NpHa rjunione parigina, opi partecipavo x:on Lelio Bas-
mula gaullista. Le radici di questo atteggiamentb sono
>s&, <Jiuseppe Prestipino e Massimo L. Salvador!, era cosi profonde che Ib^tesso. partito comunista francese
subito evidente che il favorfe dell’afino prima era acqua si fa oggi paladino delle tesr nazionalistiche piu oltran-
, "passata. Anche il nome, di Gramsci stava .perdendo il ziste, fino alia ’’force de frappe” atomica e dno al ri-
Slid smalto. Il tema della riunione riguardava i presup,- schio d’una rottura con i socialisti di Mitterrand. Non
ppsti- ideologici della sinistra italiana, Pochi mesi pri- meraviglia che in queste circostanze la Stella di ,Gram-.
n^a poteva venir ^considerato, ,per la sinistra francese, sci sia impallidita. Dovrebbe a rigore meravigliare* il
^qiiasi ,ur> tema pe^agogico. Gli italiani venivanp ad in- confrario. Del resto, le curiosita intellettuali di Mar-'
^ segn^c come si forma e si gestisce un riuovo ’’blocca chais e dei suoi collabbratori non sembrano straor-
stofico e si cbniugano marxisnio e democrazia. dinarie, tanto piu che e stato sancito il- prindpio'eh^
*' '.Adesso il clima era cambiato. Parigi tornava ad es- ”un partito prolbtario non ha bisogho di giustifica-
serb il centro. Parigi e il deserto francese’’ aveva scritr zione teorica”. Dev’cssere la raffinata, postuma. verr-
taal socio-geografo Gravier. Ma non basta: I’ar^ea de-
detta di Stalin.
‘sertica va Pstesa ftno a comprendere almeno tutto il Tenuto presente questo quadro generale, si conl-
,^^.editerraneo. Il dominio di Parigi deve .essere solita-
prendono, due fenomeni apparentemente lontani, in
rjo per divenire assoluto e garantirsi nel tempo. La sii- realta capaci di funzibni arialoghe: i ’’nuovi filosofi’’ e
bitanea, conversione del partito comunista francese ai le accuse "di repreSsiorie rivolte all’Italia. I pfimi soho.
^alofi nazionali, se non sorprende piu. di tanto, da pe-
una specie di rivincita intellettuale, avanzanb una-Con-
t'0,il:.cplpo di grazia ad ogni confronto e scambio cultu- tro-proposta teorica; al concetto gramsciano Jdi ”ege-
rale qon tradizioni o.pensatori stranieri su un piede di monia” sostituiscoho, forse Sulla sCorta delle ’’Con
"spstanziale parita, al di fuori di ogni preclusione vieta- fession!” di Sant’Agostiiio, il concetto e la pratica del-
mente sciovinistica. r’’interiorit^”. A giudicare dal rumore commerciale e
■ Per capire questo atteggiamento- e la rapidita con mondano che ha accompagnato il loro* ingresso in so,-
pui si torna ad esso dopo ogni momentanea parentesi cieta c’e da giurare che la sbstituzibne non riuscira faci
di apertma verso I’esterno: c’e un testo fondamenta- le nCppure ai proponent!. L6 seconde, cioe le accuse^di
, le. i^l’oj^ra di Herbert Luthy, A" I'heure de son clocher,
repressione, sono invece probabilmente intese a risar-
■ C -AJl. pra del suo campanile”J. Memori nipotini di Na- cire, per cosi dire, gli intellettuali francesi della- debo-
l!^bleonp, con poche, splendide eccezioni (R. Aron, Cl lezza in cut per un attimo erano caduti pensando ;che
Levi-^auss) ,gli intellettuali francesi appaiono ingua- qualche cosa dt buono potesse venire dall’Italia. Inge-
tjbflrriente maiati di- franco-centrisnio. La- costruzione nui! Jn Italia c noto che cr sono solo 1 lager nazisti, le
divUn’EurOpa federata e seriarnente. unita non per car infami succursali delle camere di tortura cilene e dei
19
bTitic(>£empey tici' s^yiqfiid ."^Bbloigna^ helJo-Statp, e nel para-^Stato, salvo a,non eserdtarlo per.,
rjrqpel^gb^Gblag. ^ ;V ^ non veniq giudicatt in ba^p ai fisultati cpnseguiti. Forse
Se tie potii^bbei ^soqnidere se .dietFo l^incGti^tieiiza ora :si contprendt il sepso pcofondP dtlla cinica mas-
.delle accuse "non vi fossero problemi* seri. Intdlettuali sima deU’attuale^ primo ministro, che saggiamente cor-'
dlgran name come Sartre e Guattari afFermant> di cre- regge quella piu antica attribuita a Lord Acton: ’ll pp-
beqe all’esistenza della repressione in Italia, ma le pa tere logpra solo chi non ce I’ha”.
role Usate sono cosi cpnsunte, le formule sono cosi i- In queste condizioni c’e .da interrogarsi seriamente;
i^deguate che It montatura si fa trasparente e tutto il sugli effetti dell’assenza d’una opposizione politica de-
problema viene -messo da parte, t yn etrore. La re cisa, razionale ma intransigente. E si apre inoltre Una
pressione nelle ct^dizioni odierne, anche nelle societa possibility di analisi e di intervento per intellettuali che
solo tnediamente sviluppate dal punto di vista della non siano.,frenad da timori reverenziali o da complessi
lecpologia produttiva', e uri problema vero, che per6 di casta, di una casta troppo pura per rischiare la con-
non afidrebbe espresso facendo ricorso a formule e a tamihazione manuale trattando di materie e di proble-
concetti ottocenteschi, mi strettamente legati alia quotidianita. Duole dover-.
^, Et*altra parte, non e forse vero che tutto il dibattito usare un termine cosi ambiguo come questo di ’’intel
politico e intellettuale odierno e ancora largamente tri- lettuali”. Giuliano Gfamigna (sulle pagine del Giorno)
.butarip delle fomiule e degli scHemi ideologic! del tar- se ne lamenta con buone ragioni. Gli intellettuali come -
do Ottpcento.^> Altro che ’’secolp stupido”! Campiamp casta separata non hanno certo diritto ad alcuna spe-
ancor^ pggi, pur in maniera stentata e grama, sul suo ciale considerazione. Intellettuali sono tutti coloro che
as«e ereditarip. non si arrendono alia logica del fare per fare e che
La repressione e oggi ipanipolazione, cooptazione d’altro canto richiedono contipuamente al potere i ter
dell’opposizione, diluizione e congiura del silenzio nei mini espliciti della sua legittimita, ne bloccano con-
confront! del dissenso. Repressione e oggi occupazione tinuamente la tendenza a confiscare la sovranita po-
^njoilppolistica del potere da parte dei partiti politid polare, a svuotarla di senso e di mezzi d’intervepto. In
che ^i comportano come esosi padroni di casa: chi si tellettuali sono dunque coloro che non si esauriscono
faqcia "sorprendere senza tessera in tasca non sara certo nella funzipne sociale professional che gli e toccata,
perseguitato,' rischia semplicemente Tirrilevanza, di es- che si riservano una quota di spifito critico per tornare
sere lasci^to fuori al buio dov’e pianto e stridor di ,den- sulla loro stessa routine quotkiiana, per interrogarsi
tfj'.mentre i previdenti (cosi si chiama I’opportunismo) sul sigpificato del loro agire nel quadro politico e cul
qiielli che hanno in tasca la tessera giusta al momento turale complessivo. Dietro il ruplo sociale, previsto e
giustc^cumuleranno allegramente cariche e incarichi, scontato, non rinunciano. a trovare la persona, un de-
" ammasseranno' nelle loro mani tutto il potere disponi- stino individuale unico, irripetibile e irriducibile ad al
bile, da quello politico a quello economico e culturale, tro. Forse e quesia la via da battere per uscire dal senso
80 8r
di irrealta cfte cariuterizza i ijappdrfi, sodaU^nelle'Xoele-
» . XU,
Xa jndtls^ttiali anehe 01b rriediamente a^git^ate: da un
‘ mofido/di inaschere’al recuperp di qiiella iiiiprevedibi- LA TRAPPOLAJDELLdRRAZIONALISNlO
J^ta. che definisc6 L’umanita degH esseri umarii. . l^ELLA SQCLETA AG£FALA
84
85
e classe operai%includex^,,af^zi;faeev^^e fa.perno"su^^^ intarito d^-saggiare Ji^ko- ^Icdile ipotesirTa) dovunque
la .popola^iqne della periferia roinaria. £ appena ii. ea-
vLsiafin soggetti che pkLtecipirib af processo di aCcu-
sot di osservare c^ie riqn si puo' ridurpe il politiqa al
fnulazidhe capitalisdca come produttori di plusvalore;
/uo .momento elettorale. Una gfand& vittoria elettorale.
li si deve parlare di ’’praletari”, siano essi dentro o
-' ^^o.'CSseFe una vittoria pirrica nel senso che ptjo celare,
^ Pietro cifrc" e percentuali entusiasnianti, debolezze gra- fuori della fabbrica: Se e vero che e il capitale'ad avere
operato su larga scala il decentramento prbduttivo per
-vi/je-^arretramenti sostanziali. Ma non si tratta solo di
un obietdvo economico (diminuzione del costo del la-
,qlie§to. Il mio'punto e un altro e mi sembra di averlo
^ voro) o« un obietdvo politico (divisione e indebolimen-
^gia espresso con. chiarezza: il superamento, da parte
to del proletariato) e se quindi Talta quota di prole
dei-borgatari, ^ella loro condizione di vita, che e di fat-
tariat perifericq va considerata in funzione dello svi-
ftx u^a condizione di alienazione o di emarginazione,
luppo eapitalistico, e anche vero che essa pub venir
^ r^n.pud essere visto come la pura conseguenza di una
trasformata in una contraddizione mortale per il qa-
lotta politica generale a favore, delle classi popolari ge-
pitalismo se non viene meno una piu articolata unita
nqricamente intese perche vi sono contraddizioni interne al
politica del proletariato; b) la critica al sindacato per
ia Masse -operaia neLpresente assetto capkalistico della societd
essere ancora assente tra il proletariato periferico e'
^he vanno tenute presenti e indagaie empiricamente. Queste
contraddittoria se si sviluppa in concomitanza con teo-
contraddizioni sono innegabil-i, per'esempio, fra ope-
rie e pratiche che rendono ancor piu grave la fradhra e^
rai stabilmente occupati, persone disoccupate e gio-
allontanano ancor di piu la ricomposizione delk clas-^
.. vanj in cerca di prima occupazione. ^^uesta ricerca e*
se; e) e da riprendersi la categoria del ’’surplus” nel
fnancata. Mancando cjuesta ricerca, e venuta meno la
senso dell’analisi di Baran e Sweezy, con pardcolafe
p.ossibilita di prevedere I’esplo'sione della collera degli
riferimento, alio spreco delle riserve lavoradve e alf &-
esclugh^ non.ci si e accord che si era seduti su unyulca-
marginazione della forza lavoro che sono «obiettiva-
no. I segni non erano .mancati, la criminalita apparen-
mente richieste dal tardo capitalismo; do colloca la ri
temente .gratuita, gli stupri, le violenze, gli spari contro
composizione del proletariato come classe generale in
. 4 conducend di autobus, mancata la capacita inter-
una prospettiva di medio e lungo periodo in vista^ di
P^etativa che avrebbe dovuto collegare quest! sintomi
una trasformazione globale>della societa che poggia
,vi§tosi alle cause sottostanti. t troppq facile chiamare
sulla eontinuita fra progetto tattico e disegno strate-
in caiisa i fascist!, gli .agent! provocatori. Le' provoca-
gico.
zjp'ni cadrebbero nel vuoto se non vi fosse una situazio-
£ allarmante invece che attori del processo sociale
he dLfatto, sociale o psicologica, favorevole. In realta,*
e- analisti subiscano in modo cosi smaccato il fascino
W cultura italiana non sembra in grado di impostare. e
dell’illusoria scorciatoia della violenza priva di idee e
:sv|lg€re quejle ricerche che appaiono oggi essenziali
sembrino optare per la forza pura contro la forza del'
per-.la ricomposizione del proletariato, stabilmente oc-
ragionamento. La violenza per la violenza, vale a dire
cupato o marginaje o precario che esso sia. Ma sono
la violenza in luogo dell’cizione politica, sia essa tesa a
86
87
^ -V. ' „ ' "''*‘
89
. 'sottb |li%tteg|mm^i^ns6liti-6 ;pKt6re^ehiv% fo^ntufel.; j- ^III-
eb -graffiti’V spontaneisrnp tfi-'gritppf
c^e sembrafio mClbVersi alio stato bradb; 'Sfu'gge la LA SPIEGAZiONE DELLA VIOLENZA
sgrayita del fenomeno perche non si cblgono i nessies-
''senziali fra le parti che lo compongono. La violen^a
^ppare come sporadica, occasionale, anche quando sia
programmatica e coordiriata. Si vedono solo gli aspetti
>cukur^ili”, e non manca chi gia rawisa negli ’’-attivisti Con la consueta chiarezza Giovanni Berlinguer si inter-
'pep-leninisti” le avangtiardie di una ’’nuova cultura’’. roga, ne I'Unita delVl I ottobre scorso, sui perche* della
:^uesti innoV^tori cultural! servono in realta interessi violenza. Cio che p'ero sembra soprattutto premere a
^a^chi; Dietro la loro ’’poesia’’ cariCa di suggestion! G. Berlinguer e di richiamare quelle forme di violenza
^rr^ionali si nasconde una ’’prosa” dal passo- lento e nascosta ma quotidiana che colpisce le fasce della po-r
aall’occhio lungo. Ghe* cid venga detto pptra parere polazione piu. debole e che raramente^ appunto acausa^
bwio o di x:attivo gusto. Temo pero che vada detto in della sua quotidianita che la fa apparire normale, rice-^
^ dgui- caso. Come gli innamorati che credono di com- ve I’attenzione che si meriterebbe. G. Berlinguer cita.l
■piere un gesto unico e sublime con il loro innamo- casi dolorosi del lavoro nero e della selezione scorla-
ramento’ e invece seguono solo le regole per la per- s'tica che miete le sue vittime fra i piu poveri. Ma e poi
petuazione/della specie, cosi i novatori rivoluzionari attento nel rilevare simmetricamente, gli attentati alia
bdierni possono credere di scoprire la nUOva ’’citta fu- serenita e alia tranquillita- della vita sociale che sonp
/ttita” mentre obbediscono* semplicemente alia veechia organizzati o messi in opera da gruppi come le ’’Briga-
"bsigenza borghese di dividere e quindi indebolire le te rosse” e simili. Ed e a questo proposito che si. do^
•class! subalterne. manda: ” perche
Di regola, coloro che collegano gli atti di violenza e
{La Critica Sociologica^ n. 41, primavera 1977) di terrorism© dei gruppi estremistici con le violenze
istituzionalizzate del sistema produttivo, si limitario a
vedere in quegli atti dei tentativi comprensibili, per
quanto rozzi, di auto-difesa, quasi delle reazioni di con-
*tro-violenza. G. Berlinguer si sottrae a siffatto giustifi-
cazionismo a buon mercato ed espone correttamente'
la sostanza delle due spiegazioni tradizionali della vio
lenza: quella lombrosiana, o individualistica, legata al
ia struttura psichica e fisiologica del singolo, per cui
si nasce violent! e tendenzialmente criminali, e quella
ambientalistica^o sociologico-istituzionale, in base aha
91
*
^5
4-^- »r " '. "i. '' J s'■4 ':-“*
; scfiver^' 'oscurol?'' -Ek-^c- ^Jttijrnisrno'' d pes^§imi^^io^ dipoi- chb ai-uta '^!sopp*drtkrq,"'non jpotendo -eyaderfre, una si-
^ -dess^to inVece dalfe buQiia o catdva digestion^? O "sem- .tua2iofre‘'%6hqiiHtaihente"t pblltrc^ente greve.
pkcetoente iis^LiTietabDlismo? Cbrne ia-icietterebbero i „ Di "qubsta funzione non setnbra accbrgersi Giorgio
; "ftai disquisitori che di qilesti giorhi —'Norberto Bob- Amendbla, che e fornatb a fifrattere le sue* analisi e fe
. bio> da una parte; G. Amendola, daH’altra - hanno sue bnische esortazioni ancora recentemente (si yeda^
^SQttilmente soppesato le rispettive ragioni deirottimi- UUnitd del ,3 luglio 1977). Amendola giustifica soprat-
$mo e dd pessimismo vuoi deirintelligenza vuoi della tutCo la sua accuSa di ’’disfattismo” a carico degli ifi'tel-
yojonta? E che dire del dibattito sullo scrivere chiaro e lettuali italiani, a suo giiidizio coljpevoli di ’’invitare i
* suHo scrivere oscuro, che ha impegnato intelligenze va- cittadini a non compiere il loro dovere”. Il suo piglib.
jie e divei^^e, da Eraiico Pertini a Piero Chiara, pur non polemico da grande ’"^arfuolatore”, se per un verso Sci'
>^lvaridosi, a mib sbmmesso parere, dalla ihortale con- della grezza pedagogia d’un maestro di scuola a frn
fusibne fra seniplicita e athplificazione, ossia fra la ca-
tempo burbero e bonario, per altri aspetti e certarnert-
p^cijta di arrivare in termini largamente comprensibili te accattivante. ”So che va prevalendo — scfive — e non
M nocciolo dei problem! e la scordatoria delle valuta-
solo nella societa letteraria ma anche in quella political
,zioni magari riduttive a chiare ma sommarie? la tendenza a sfumare i termini delle polemiche... Hp
Negli ultimi mesi le caratteristiche del dibattito -in-
'^telFettuale italiaho non mi sembrano confortanti. Cosi evidentemente' il tortb di essere .stato educato ad^ altre
ipfatti cominciano tutte le areadie, vale a dire quelle si- scuole, nelle quali prevalevano I’ambre per la chiarezz^i
ed il vigore delle forti ttnsibni”. No. Non direi pro^
tuazioni culturali e socio-politiche in cui gli. intellettua-
" M, scrittori e artisti, si fanno il verso alternando insulti pdo che siano quest! i torti di Giorgio Amendola.
e complimenti. Gli intellettuali italiani si parlano trop- mio parere il limite dei suoi interventi e da yedersi. at-
^.po tra loro. In un paese in cui i giornali sohO letti an- trove. Mi sembra che Amendola, proprio per if ‘peso
cbra solo da un’esigua minoranza puo darsi ehe do sia che loro attribuisce, lungi dal valutare correttanien-
'inevitabile, ma allora mi sembra inutile e, anzi, peri- te gli intellettuali .ne faccia un mito, un corpo a'suo,
cdloso, costruird- su troppe speranze o addossarsi ec- modo ’’separato”, con funzioni levitiche, cioe sacerdo-
5
tessive responsabilka. £ una situaziohe che potra an- tali, proposto alia guida del popolo, delle grand! masse
che piacere ai patiti dei premi letterari e in genere a tut^ die si suppongono in attesa- del messaggio degli intel-
d coioro che concepiscono la vita culturale come una lettuali come di una suprema indicazrone morale £ di
hsqrta di domestica corrida a colpi di -citazioni e di pet- corhportamento politico. £ li the vedo annidarsi tin
" tqgoleZzi.^ Ma non si vede come cio possa aiutare a ri- ritardo culturale e politico molto grave. Anche ytoen-
'solyere o anche solo a ridefinire in termini ragione- dbla, pur sapendo che sarebbe lui per primo a meravi-
¥ vqlmente praticabili i problemi italiank Al piu si puo gliarsene, debbo dire che ha contribuito in maniera;
-ricbnoscere a quella odierna, tome del resto a tutte le autprevole e fprse decisiva a dnverdire il mito autorita-^
arc^die, una funzione di anestetico estivo: un diversivo rio deirintellettuale- che porta alle masse la consaper
96 91
99-
-V " V ^ ^ X
' - V ^ '■-- '■ ^ .,
101
parjQci di .egjnpagna^dre KanAQ/perso- raUtobys? t^Jbn- si fisplve in‘Un’ih:&rpr&taziOno‘hidnttiv^ per cui rl vid-
dizibnarAentQinfantile t- oratorio, ,cojniTanio^e e cfesi^ iTehtd-l pur^mt€,e sempliceinente un malato da .cura-
maoppure* congenita invirtcibiie lagnbsa voca^ion^ fe. Restano fndri dall’ambito di questa interpretaziohe
Vetorita?). la.«toria, gli interessf econdmici, le istituzioni politjche,
, ' H libro di Furio Colombo Le condizioni del conjiitto cioede ragioni e gli strumenti della yiolehza quo'tidia-
(Bompiani, Milano, 1970) e un notevole tentativo si- na, cosi lenta da non essere piu percepita cohie tale,
itertiatico di fissare le moke facce della violenza. Cdn che fa da supporto alio statu quo. In questa prospettiya,
-modestia eccessiva, I’autore ne parla come di un inveh- la yiolenza aperta, espressiya, .hnprevedibile e fulnlinea
t;aHo, una specie di repertorio-prontUario, ma e un- in- non e a ben guardare che contro-violenza, un gesto i^tim
^yentario ragionato, xicchissimo di informazioni rare e tiyo di legittima difesa. Essa esprime clamorosamente
hello ^,tesso tempo pertinenti, che ha I’ambizione di if mancato raccordo, il vpnir meno della sintonik fra
darci dimensioni nuove della lotta delle class! nelle -potere legale e soyranita sostanziale, lo scarto, ahzi la
lihoVe condizioni in cui oggi si frohteggiano cultura CO.ntraddizione tra funzionamento istituzionaleve Lisd-
dominante e cultura subalterna. La stessa straripan- gni popolari profbndi.
te ricchezza del libro copre probabilmente un limite Si comprende allora abbastanza facilmente lo
xhe ya reso esplicito. Non si .distingue con la necessaria scambiq di etichette che tinge di farsa la nostha espe-
’hette^za fra la yiolenza come fatto storico e politico, a rienza politica. Si e ipersensibili a questa contro-yio-
rilevanza istituzionale, e la yiolenza considerata nei ter-‘ lenza^ o yiolenza dal basso, che e la sola violenza contrd
mini d’una ineyitabile conseguenza di particolari strut- cui si scaglia con convinzione assoluta I’uomo d’ordi-
-ture bio-fisiche, pulsioni e aggressiyrta scatenate o la ne, il moderato 1970. La denuncia delle altre violence
tent all’interno'di particolari individui o animali, cioe fa da schermo e da falsd scopo. La violenza the indigna
la yiolenza come fatto zoologico, astorico, irridueibile. e che occasionalmente fa trerriare e quella praletaria.
Nessun dubbio che Lorenz, con il suo studio su II cosid- Questa non ha nulla da spartire' con la violenza sciocca
'detio male, abbia a questo proposito fatto scuola. La di alcuni gruppi minoritari i quali sembrano aver sco^
yidlenza cessa d’essere un fatto e hn comportamehto perto con un secolo di ritardo il terrorismo come uha
" chc' interessano a fondo sociologi e politic!; la mano specie di corso accelerato per I’educazione degli adulti
passa alio psichiatra e al sacerdote. Visto che ogni ani- e credono di sancire la loro vocazione rivoluzionaria
hdafe t necessariamente aggressiyo nella .misura in cui con il gratuito, provocatorio lancio di qualche botti-
iSi autoafferma, che ogni gruppo difende il proprio ter- glia molotov eontro la polizia. Questa non e la violenza
"fjtorio contro I’inyasore, che c*e dentrd ognuno di noi proletarian QUesto e il ges'to isolato di un piccolo bor-
-il rhostro che sonnecchia, che altro fare se hpn tenerci ghese declassato in via di emarginazione sociale che
(foG^hio, soryegliarci, curarci-come indiyidui? La cOn- grida la sua protesta contro la societa nel solo mddo
slderazione biolqgica* della yiolenza, di cui non siyuole che questa stessa societa delFcirdine ricerca e vuole per
' mimmamente negare la legittimita, lasciata a se stessa. metterlo poi fuori legge ed escludere con lui le masse.
los
^cKe .^gli^4ic,e ^ rappreseficafe. 1^ queftp sen?o ^il pen- '
danf sirnmetriGp 4ella yiolen^^fa&qsfa: Xeqadefchi ; ,xvr" .
^ .questa,:vioteiiza venga ihtefessat^ente confusa'e addj*
nittura yhificak cbn^ un’ahtra presimta* violenzay cioe ^A3^'BASIl:iaE tilNTORm
politica di ijiassa che e la sola ad- incuterb il.
^ote nei gruppi sodali dominant! perche incide di-
j ,tettamente sulle basi oggettive dei rappord di potere:
'«* ^9^ scioperi ad oltranza, con I’ocCupazione di fab-
. ,bfica,r per. cui non passa giorno che non si seopra nel
" c6dice penal^ rielaborato da Rocco ad uso dei fascist! e £ Una vecchia storia. Ancora una volta ci sono voluti i
tntj^ra in vigb^e una nuoVa Te diversa norma punitrice, gas lacrjniogeni della polizia e le bottiglie molotpy di
=:eodi.^picchetti contro i crumiri, con le decise reazioni Lotta continua e di Autonpmia operaia perche i grand!
giornali di informazione riaprissero il discor-so sulle
prbvQcazioni fasciste che da qualche tempo varca-
riQ i-cancelli delle fabbfiche^ con la lotta,degli student! legate-di Roma. La sera dell’8 settembre 1974, xbfi la
;che dfiutano I’idea e la pratica d’una scuola ridotta a jpotte per un colpo d’arma da fuoco di Fabrizio Ceru^-
-zona di parcheggio per disoccupati. so, un giovane can;eriefe. di Tivoli, dopo le^ scaramUcce
Per -questa via, difficile e talvolta incerta priva e if ’’colore” della giierriglia jurbana la cronaba ha tro- v
codi e. di segnaletiche dogmatiche, passa fautosvilup- vato la -tragedia, I’ha' prontamente convertita in Un ca-
pcr deirumanita. Per la coStruzione d’una societa alter- pitblo del pietismo n^ionale* Ma cosa c’e dietro? Era
non si danno scorciatoie. proprip necessario che anche questa volta, come tante
altre volte, ci scappasse ii morto? Nulla di piii dep>fi-
(La Critica Smologica, 16, Inverno 1970-71) mente, a San.fiasilio come in Iflanda come ad Harlem,
del sangue inutile Non e ercfismo; e solo arretrate^za.
.Non e -k rivoluzione che batte alle porte ; e solo la caUi-
•ya amminretrazione, I’ineffibiehza saj>ientemente ma-
noyrata che alia fine riesce a schierare i poveri coniro i
payer!. Sono anni che-questa rivista e i ricercatori del-
I’lstituto di Sociologia, fra la totale indifferenza della'
cukura ufficiale e nella piu completa congiura del si-
lenzio da parte di quelle ’Torie intellettuali” che si ri-
pordano dei baraccati solo per scriyergli sulla pelle i
jbro best-sellers, vanno documentando le eondizibni
"V
di vita intollerabili e lo,.stato di segregazione e di ab-
bafidono della periferia romana.. Quando alia fine lo
Stato si muove e per'cacciar via, per far sloggiare, per
105
b’uttaf^ sui ‘lasti3iC6r.\, .Agli bCchi..4€l baraeGatoril -GQftip'i- del fqstp della tit^j desifit in-pk'cerh, con la intetclasdsfa
tpr dello Stato si fiassurfie in una'bpefazidjie durariiente invpcaziOYie alia Vcollaborazione di tutti”. Si salvaya il
oppressiva sia cb’egli Venga sempiiGemierlte dimentiGa- padre del bambino morto; il tiplco operaio di borgata,
sia- Ghe venga iriveGC svegliato air alba per essere but- . operaio tuttofare, lavoratore edrle e nello stesso tempo,
ta,to in istrada Gon tutta la famiglia e le masserizie. Ma stracciarolo, guardiano notturno, facchino, lavamac-
ehe Stato dunque e mai questo? £ lo Stato demoGrati- chine, rivenditore al minuto, e cosi via. Era la persona
cof O si tratta inveGe dello Statb fasGista? Ma Ghe difFe- piu seria. Al confronto gli esperti agivano e parlavana
retea e’e? Non e forse solo e sempre lo stesso Stato di come inconsapevoli giullari. Di fronte alia sua conqre-
Glasse the ^sprime e fa duramente valere Tomogeneita tissima modesta richiesta di un ambulatorio con una
. e da Gontinu'ita degli interessi dei gruppi s^oeiali privi- guardia medica ventiquattro ore su ventiquattro e di
legiati ? Non e questo il eeritro di potere Ghe ti opprime un.posto telefonico, I’esperto trovava che tali richieste,
dgiiorandoti, laSeiandoti mareire ai marginr della so- cpnie quelle espresse nel corso di tumultuose assqm-
?.,eieta, proibendos^i di interferire, timoroso — dicono — Slee popolari di borgata, sono un puro e seitiplice ”de-
di- liniitare la tua sovrana liberta formale, oppure, in Congestionamento psicologico”, par lava dr ’,’de-re-
casf.eGGezionaIi, intervenendo solleeito ma solo per ri- sponsabilizzazione”, corpe se la causa della segregazio-
.stabilire la logieS del dominio di elasse, pronto alia ne e la mancanza d’un tetto fossero da ricercarsi in un
' yiolenza pur di Gonfermare il saGro prinGipio dtlla pro- atteggiamento soggettivb dei segregati e dei senza casa> '
-pfi^ta privata? La sua assoluzione della elasse politica era plenafia in
iGi vuol altro Ghe 41 Gonvegno dioGesano promosso base ad un argompnto aH’apparenza ineccepibile: hpn
,tetopo fa dal cardinal Poletti sui ”mali di Roma” per si pbssono addossare tutte le responsabilita alia dasse-
fxiitigare e demoeratizzare questo potere; ei vogliono politica; questa infatti non e altro che il riflesso dqlla
.Sen altri strurhenti ehe le divagazioni moraleggianti e societa. A Roma la dasse politica e alto-amministrativa
p^^ra^soGiologiGhe del dottor De Rita per sanafe certe riflette le esigenze e serve i bisogni del ceto medio e deh
coptraddizioni. In OGGasione della morte d’un ragazzo 1-alta borghesia; i borgatari "sono abbandohati perche
di'borgata eausata da un ehiodo di gomma inghiotti- non sono rappresentati. Ma allora, se cosi stanno le
to a SGuola, una trasmissione televisiva aveva dato, se pose, com’e possibile ridurre le loro proteste a ’’decom
possibile, la misura deH’ipoGrisia uffieiale, opportuna- gestionamento psicologicoCom’e possibile ritenere
'-rriente Gondita da uh’ansia soGial-rifbrmista e mistifiGa- che* si rischi la galera e che si affronti una lotta cruenta
-toria a un tempo. Era una specie di sinistra Gommedia solo-per fare scena.?
in- GUi ognuno reqitava k parte dellkltro aSsolvendolo Naturalmente, come si e detto e si continuepa a di
c6n la fondata speranza di venire a sua volta assolto. Il re, a San Basilio e’e stata la provocazione. D’accordp.
Tappresentante del sindaeo faeeva Gosi il pianto greGo;- Ma o’e gente che^d mette la coscienza a posto troppo a
il Gomunista, the Gomineiava bene domandando per- bupn mereatQ. Dice la parola ’’proyocazione” e d sen
*£he in borgata la mortalita infantile e tre volte quella te subito itranquilla,r serena. Ma la provocazione non
l06 107
;ifohzip)iaV^e non trdy^ R tefrenp-adattp, fcEite'^ertp che -int^essa h^tlp d MeZzogiotnO ^ta.cercando i termi
un“,difFuso> sang'mnante^ spnsjcxdi’ 1rt|iustizia>. unp^ stato. ni de]la-suaidentita.e 1 nuovi mOdi della sua presenza
“^dpmico di pre'carieta etOnomlca. proYoCa2it«afe- storica. Sah Basifio e un sintomb.
■pud-esscFci^ ma non basta di per se, non muove nUlla,-
“ nadrebbe nel vuotd senpn edstessero determinate con- {La Critica Sociologica, 30, Estate 1974)
Rizioni pggettive: miseria cronica, prospettive di gran
de incertezza, difficolta crescente, in una fase di &ta-
,;.gnazione economica e di inftazione galoppante, di ti-
rafe avanti Qpeste condizioni’ definiscono la vita quo-
i^jana delta periferia romana; sono la regola; non
;PeCc^iOne. t fatti di San Basilio conferm.ano che la
tensione sociale in Italia ha raggiunto un gfado straof-
dinariamente alto, alia' lettera esplosivo. jSi pone if pro-
-blpma della 'rappresentativita sostanzial'e degli stessi i-
kituR .rappresentativi.- La provocanone, gll specialisti
del t^rrorismo ,e della violenza... D’accordo. Ma una
deMocrazia non puo morire se non commettendo: Sui-
-cidio. Una democrazia muore per consunzione inter
na,' per I’incapacita di esprimere un progetto collet-
tivo, uno scopo comuhe. La determinazione di uno
-scopp sociale veramente coniUne non e mai un regalo
d'elle circostanze, Richiede un prncesso di pianihcazio-
ne jmperadva al Servizio degli interessi collettivi, Ri-
^ chiede, in altre parole, il pa$saggio dalla democrazia
forniale alia democrazia di partecipazione. L’equili-
Vbrio derivante dall’insieme dei reciproci ^icatti non e
sufficiente; e solo la premessa alia paralisi della volon-
ta^ generale. Occorre che la tensione sociale trovi un
siio progetto -rigOrosQ, si traduca- in un impeto di tra-
sformazione razionale della societa. Non si improwisa
nulla. La generosita, il coraggio non bastafio. Il prole-
tariato invisibile che oggi vive nelle borgate alio stato
framimentario e in un mercato del lavoro marginale^
^mi
UN CASO EMBLEMATICO : LAVIOLENZAAROMA
11^
A.-^GriininqUtd k yiolehm cor^ Mdki’^deWevoiiiziorie "di Mo- scite a rehdarevalida la posizione tebrica eon la ricerca
-.ma. ' . ^ , . ' .- e la spefi-njentazione conCreta, connessa alia realta ro
mana,' e quindi nbn investono in -modo efficace 41 pro-
Xcrme si puo vedere dalle tabelle nn. 1 e '2, sono in di- blema.
minuzione i delitti. cantro la persana, i class id ”de- Il fatto e che' manca una politica del movimento o-
, litti di coltello”, mentre aumentano in misura sensibile peraio, nelle sue diverse componenti partitiche e sin-
i 'dditti contro il patrimonio. La linea di tendenza e dacali, verso il ’’diverso sociale”: attraverso la breccia
.cbig.ra, ma le considerazioni tradizionali che crimino aperta da questa carenza passa la difesa deirassettd so-
jogd, sdciotogia e antropologia hannd ofFerto al ri- ' dale edstente anche da parte di chi si propone il fine
guardb nod sembrano adeguate e vanno ripensate S del suo cambiamento.
fohdo. Se e un errore serio per il movimento che vuole
operare per il radicale mutamedto del sistema cedere
alia criminalizzazione di tutti i comportamenti che fuo-
> S..*-Ld dialettica fra ''normale” e ''diverso’\ riescono dalla norma, non esente da conseguenze dan-
nose e anche la tendenza a porre un segno di eguak tra
Come puo parlarsi di ’Violenza, criminalita, deviant” questi comportamenti e lotta rivoluzionaria. Si proce-
^ senza cadere nell’abbraccio mortak delFopposizione da, per esempio, ad' una riflessione sui cosiddetti ”de-
tra”^normale” e ’’diverso”, tra cio che e consentito e cio litti contro il patrimonio”: furto, rapina, estorsione,
. che ^ proibito ? truffa, sequestro e cosi via. Essi sonq tutti riconducibili
La cosa che piu colpisce oggi a Roma, quando si alle' diseguaglianze sociali e alia differenziazione nel-
tratta delFallarme sociale che scaturisce da tutta -una I’accesso e nell’uso dei beni disponibili. Nella provin--
"serie di fatti e di comportamend, e probabilmente la da di Roma second© le statistiche dell’ISTAT che
scarsa capacita di analisi, di interpretazione, di indivi- cbriteggiano le denunce all’autorita giudiziaria che da
■duazione del rapporto tra fenomeno della ’’devianza’^ questa siano state accolte cori inizio di azioni penali —
e quadro generale dei meccanismi operanti nella ver- questo tipo di ’’delitto” raggiunge e supera il 90% del-
.sione romana del fenomeno urbano, Ne deriva che si I’imera area della criminalita censita.
prdsenta come vincente e maggioritaria la ppsizione Nel 1972, il 14 per cento delle famiglie della citta e
che affida al diritto penale la definizione dei comporta- del suo hinterland subirono furti: nel 1974, questi cplpi-
‘ftienti devianti, criminali, violenti senza che sul corpo. rono 23 famiglie.su cento. Oggi questa percentuale e
delle leggi e delle norme venga opefata la piCi modesta ancbra piu forte. Una famiglia su 3-4, nel corso di uh
operazione critica. D’altra parte, quelle forze, assoluta- solo anno, perde qualche cosa dei suoi beni quasi sem-
r^mente mirioritarie. che muGvono dal convincimento pre per scippi, scassi, furti aggravati da violenze a per-
-che il comportamento deviante sia un segnale di biso- sone -e cose. L’estensione stessa del fenomeno, che pu
gni, desideri che premono insoddisfatti, non sono riu- re potrebbe essere ricondotto ad un comportamento
117
Opp,6^Xip^ 3odalp,.-|a ‘sLfehe .es|p jdivfen^a^fun^jio- cuna,‘'‘cppftisibhef.;dll^rihe, fru^tr^idni e ^sefiso. di im^
n .nale, ^l^la ^iBobilitaziorie djslla opiliionp puHSlic^i ift di-
potefiza^ ^ ^ '
fiippsioni di itiassa^ a favore delFinasprimentD delle-
fnis^ure repressive. Il fatto che, poi, oltre il ^5 per cento
questo tipo di reato sia -e .resti axarico di ignoti ac- 6'. lArfiiti analitici e nuove direzioni di ricerca.
Ittace i sentimenti di rivalsa indiscriminata. L’anmen-
t€> dieL ’’delitti contro il patrimonio” copre tutto I’au- Gome si e gia osservato, manca un’analisi della crimi-
dei coniportamenti devianti denunciati all’au- nalita e violenza che faccia emergere le caratteristiche,
Hprita giudiziaria nel corso di questi ultimi 5 anni d\e le ifnee di tendeiiza, i momehti qualitativamente niiovi
^anno visto' un’espailsione massiccia del fpnomena, chb essa ha assunto, pggi, a Roma. L’analisi andreb-
fteHa misura del cento per cento. be condotta e approfondita in molte direziotii. In tir
^ * - Sempre sulla base delle statistiche ISTAT (cfr. ta- na, soprattutto: Tintreccio tra violenza comune e vip-
possiamo verificare che modesta e relati- lepza politica.
j^ai^ente stabile e I’inc-idenza di' altri tipi ,di devianza La ’’criminalita dei potent!” offre un primo molte-
sotloposti a sanzione penale’ read contro la persona, piice' esempio di simbiosi. norma servirsi del pptere
CpHtro la famiglia, la moralita, oontro Teconomia per violare leggi, regolamenti, costumi vigenti e lo ste$-
|>,ubblica e la pubblica incTolumita, contro lo Stato, le' so codice penale. Ma quaitdo si vaal fondo di tali cPm-
istituzioni social!, I’ordine pubblicoj Tutti questi ber- portamenti si disvelano i meccanismi del pofe're e
lagli vengono raggiunti, in media, per circa 2a000 si-, quindi a\^nza I’esigenza di modificare questi ultimfr.di,
tuazipni pgni anno: a fronte di 3 milioni e mezzo ,di metterli in mano a forze e soggetti socialr e politic! di-
abitanti quanti ne contano la citta e la proyincia di versi e nuoVi. Ingenua e perfiho fuorviante puo essefb
Roma non puo dirsi di trovarsi di fronte a sitmazip- la? richiesta di ’’criminalizzare” tutti coloro che si sond
.. mi-limite. fattr attori e veicolo di illeciti. Non si puo essere esdner
Anche a fronte di questa considefazione la valu- ratt dalla condscenza scientiftca della societa pfesente
tazione della funzione che giocano i delitti contro il *se si vuole agire per la sua trasformazione. La riforma
.patt’imonio acquista maggior peso^ perche I’immagine morale', di cui tantd si parla, non e un ritornd all'e virtu
sodaip del delinquente non viene costruita jsui soggetti (pe'raltro da accertare) degli avi, .nd una predicazione
phi- frequently ma al -Cohtrario sui casi-limite, utilizzan- delfa citta futura; e un obietfivo da conquistare attr^^
do pgni artificio impressionistico, concentrando la lu-' vejrso una nuova dislocazione e configurazione dei rap
t'e spgli episodi piu sconcertanti, piu clamprosi, piu port! di fotza.
bfribili. Su questa linea tutti. concorrono alia forma- Non si vtiole qui manifestare indifferenza per Fesi-
Sone- dello stereo tipo del criminale: la cronaca der to the avra il proccsso di Catanzaro o' per i giudizi che
.pofnali di sinistra non si distingue da quella di destra; emettera la' Carte Costituzionale per. gli imputati deb
^’ \ rfiass~$nedia spargono, - senza incontrare resistenza ab I’-aff^e- LQckheed."Si vuol dire piuttosto che anche la
1L8 119
tfdnclusfone. di quesje vicradd nCri deriva dalla letti^ r”erratO” sviluppo di. Roin^, Jasciando sempre aperta.
ra ^attenca o disattedta' ddi fc'odid, ma ,dal jivello-dello I’ipotesi. che si sarebbe pOtiito avere pno* sviluppp di-
^coHtfo s'ociale e politico. Non si tratta, quindi, di met- verso- se le forze che lo hanno diretto fossero state,.,
^tere una pietra sul passato e tanto meno di "sopportare meno fasciste, piu democratiche, meno miopi, piu ca-
in silenzio gli illeciti, i read che hanno contraddistin- pari di reale egemonia. Non viene afferrato il nesso esisteuz
td e contraddistinguono la vita e la pratica sociale dl te tra la fondamentale e strutturale diseguaglianza di classe e
■Roma. Occorre un'analisi scientifica dei meccanismi di le nuove fasce di emarginazione. Queste nuove fasce sono,
potere che hanno funzionato e funzionano a Roma il prodotto inevitabile dei meccanismi produttivi- d’ur
condotta con inetodi e strumenti tali da poter diventa- na societa industriale avanzata che faccia perno, per
rc' conpscenza coscienza delle masse subalterne dei il sup sviluppo e per la sua legittimazione, sulla pura
governiti. razionalita tecnocratica. In questa prospettiva e da ri-
dl nuovo ruolo assunto dallo schieramento di sini prendersi la tematica di Paul Baran e Paul Sweezy «sul
stra, ed in particolare dal PCI nelle sedi. di governo deh surplus, vale a dire suUa funzione dello spreco nelle societa
iajcitta e della regione non sembra, fino ad oggi, aver tardo-capitolistiche e nello stesso tempo vanno riformulati i ter
prodotto risultati in questa direzione. Realismo polh mini della questione giovanile come problema strutturale delle
tlco, prudenza, motivazioni tattiche possono, pero, economie progredite.
condurre ad accettare una eredita tanto discussa senza Il problema non e determinabile in base a meta-
nemmeno chiedere il beneficio d’inventario Non si fore piu o meno convincenti, come quella relativa allp
Gorre il rischio di far- ^erdere alle forze antagoniste la ’’due societa”, tipicamente letteraria e fuprviante in
fhemoria della propria storia.^ (si ricordi il discorso del quanto non consente di scorgere il legame dialettiqp
■sindaco Argan in Vaticano). intercorrente fra di esse,e induce inyece a pensarle, le
’’due societa”, come meccanicamente giustapposte
tanto da illudere che la soluzione possa sostanzialmen-
7f .Le' nuove fasce di emarginazione. te consistere in un ”interstiziale riaggiustamento” che
regoli il trafficb intasato fra le generazioni.
La -cultura di sinistra non manca di collegare il feno- Bisogna invece andare oltre il muro dell’ufficialita,
meno della violenza e della criminalita alle cause eco- interrogare e determinare i process! real! oltre e anche
nomico-sociali. che lo originano. Tale richiamo, pero, contro gli inganni delle metafore letterarie e d^l lin-'
-quanto meno a Roma, ha toni rituali o si adatta a. mo guaggio .giuridico-formale. Alcuni dati sono acquisiti;
de. Si veda come tanta parte della sinistra parla dei Con riguardo alia delinquenza minorile, e accertato
giovani squadristi fascisti o dell’elettorato popolare per espmpio che, con riferimento all’Istituto di Casal
■ niis^o oppure della spinta eversiva delle P 38. del Marmo di Roma e per I’anno 1974, piu della meta
. , Gi si richiama, in modo gonerico, alia emargina di tutti gli ingress! proviene dai ”quart!eri” e che i
zione, le cui manifestazioni vengono fatte risalire' al- quartieri piu colpiti sono anche i quartieri piu perife-
d20 121
Hd, ‘sovrapp0jyol%tiv 'ppven. e XlienantiV cbm^tfliisco- stesso,piano,'-come fa 0iovanrii.B,erHi^^uer:(cfr. G. B., I
'• l^no (con 73 jiil^essi')/.ftrmiav?QlX^(62)5. Pcehestino Cen- volti deka violenza m (i VUnitd.}% li>“ottobre I ?? 7), senza
tocelle (45);. Ma questo 4'giX un discoirso alquanto dare spazio alia-psicologizzazione di problem! che hiin-
^contato. Occorre procedere e saggiare I’ipotesi che I’i- ilo invece nella situazione econorhica e politica di fatto
perprotezione, sindacale e politica, del mercato del'la- la loro matrice causale, salvo a dar corso, a partico-
voit) regolare, ’’normale”, sia di fatto pagata e si tra^ lari fenomenologie in presenza d’un determinato ”cUt
duc^L nella condanna ad una emarginazione perma- ma” bukurale.
nente del mercato del lavoro precario e del mercato
-dd lavoro nero, con la conseguente emarginazione dal
mercato del\ lavoro regolare, spedalmente dei-giovani 8. Un COSO ''visibile” di violenza romana: la violenza xontro
-all^ r-icerca della prima occupazibne. le donne.
Sembra di potersi concludere, almeno prowisoria-
mente, che la tradjzionale spiegazione della violenza in Un -esempio in cui I’intreccio fra condizioni ambientali
terrnini di condizionamento sociale legato alle origin! oggettive, stratificazione sociale, atteggiamenti aggres^
social! di partenza ha ancora una sua validita, di cui. sivi connessi con I’ideologia che si puo qui indicare
HbGcorre tener conto', ma che tale validita e lungi dal- somm,ariamente come ’’maschilista-fascista’^, anche se
I’es^ere esauriente. Essa va tenuta presente ad evitare presenta a.H’analisi peculiar! difficolta descritfive ed e-
iXiritaduta in vieti pregiudizi imperniati su nozioni splicative, e certamente dato dalle violenze che di re-
d'ogmatiche quali ’’natura umana” b ’’innate strutture cente a .Roma hanno dovuto subire le donne.
biofgenetiche”, tipiche di un dato individuo, che lo La ’’stagione romana” delle violenze contro le
Gondannerebbero a delinquere- indipendentemente dal donne e inaugurata neH’ottobre ’75'dal delitto del Gir-
CQntesto sociale obiettivo in cui si troverebbe a viver€, ceo. Il secondo evento clamoroso e lo stupro di Clau
e pertanto alio scopo di evitare di psicologizzare pro- dia Caputi (primavera ’77). In mezzo vi sonb numerosi
l?lemi e atteggiamenti che hanno radici social! ogget- episodi di violenza, tanto che ,Roma diventa nel corso
tive ed empiricamente riscontrabili e quindi pblitica- ’76/7'7 una citta in cui e pericoloso per una donna gira-
niente modificabili. Ma la spiegazione sociologica va re'sola dopo il tramonto. Si puo essere stuprate in un
integrata, ossia va formulata in termini dialettici, rispet- pprtone di Corso Vittorio Emanuele, aggredite in Via
^bv^he" doti individual! e alia dinamica sociale nel suo del Corso, per non parlare di cio che accado nei qiiar-
Complesso. , tieri e nelle periferie della citti. Perche questa escalation
Detto questo, occorre pero rammentare che biso- della violenza contro le dbnne.?
gna^ pur sempre partire -da un’ipotesi radicale circa la Innanzitutto occorre precisare (purtroppo manca^
^^.trice causale del fenomeno della violenza, pena la no i dati necessari per la verifica di questa ipotesi) the
paralhi. Non e possibile mettere le due spiegazioni puo esserci un effetto di maggiore ’’visibility sociale”
(biologica-individuale. e sociologica-istituzionale) sullo degli episodi di violenza. Fatti chfe una volta entravanb
f23
.fieila. nortBale crojiaca .qiiiotidiiria (lc>'stuprb.;Qdftie le (Jel quotidianb” alle dotiheX Se sb.e disposti pero 4 co-
marti per; l^aboi‘to) diventano :hpti?ia* e^D’ggedo dt ana- gliere cpipe le mpdalita panacoUri del rapporto uo-
lisi ,nella misura in ,cui iin soggetto ,(le‘donne) rCt mette mo^dofiiia esprimano i diversi livelli. in cPnjtrattazione
in -luce il significato latente. In questo modo si ha un fra f due partners si puo osservare come il femminism©
cambiamento del senso comune, -per cui Timmanen- abbia incisq sulla contrattualita femminile,
'.te tla yiolenza contro le donne) si storicizza e acquista In termini sintetici, la presenza di un soggetto co,l-
rnaggiore rilievo. Di fronte aU’emergere delle donne lettivo femminile che mette in discussione la societa
come soggetto che modifica i rapporti di forza reali fra patriarcale si riflette nei comportamento individuale
i due -sessi e con essi incomincia ad incidere anche sulla coil una. modificazione del ’’prezzo” del rapporto. In-
moralita dqminante, e lecito attendersi non solo la rea- tendiamp. per ’’prezzo” le condizioni general! del rap
ziprte maschile ma anche la sua rnaggiore ’’visibilita’’. porto,. di cui relement© foridamentale e il grade di
y\ Gli anni che seguono il referendum -sul divorzip soggettivita e di possess© del proprio corpo concesso.
\fino:alla prima meta del ’7.7 sono segnati da una gran alia donna. La sessualita e, quindi, il terreno sul quale
de crescita del movimento femminista. La campagna in ultima analisi (e forse anche ultima in ordine di tenj-
pdr I’abprto contribuisce decisamente all’emergere su pp) si misurano i cambiamenti nei rapporti di potere
§cala di massa di una nuova consapevolezza femminile. masschio-femmina. Di fronte a quest! process!, lo-stu-
basti ricordare come nei primi mesi del ’75 il movi- pro appare come la risposta maschile in cui raggiunge
^ento femminista, i radicali e la nuova sinistra abbia- la sua massima esplicitazionp I’oggettualizzazione dellaj
no raccolto oltre 700.000 firme per il referendum a- donna come sesso, la negazione della sua sessualita,
brogativo delle norme fasciste sull’aborto. Contempo- I’espropriazione del suo corpo doe I’assoluta negazio
raneamente si andava consolidando una rete femmini- ne della donna come soggetto. £ per questo che uno
-sta" di ’’contro poteri”: si estendevano i collettivi nei degli slogans piu .frequent! delle manifestazioni femmi-
quartieri, nelle scuole ma anche nei luoghi di lavoro e histe d ”Lo stupro ,e solo un fatto piu evidente di una
fiei sindacati; si sviluppavano i primi consultori au- violenza- che s.ubiamo quotidianamente”. Ed e anche
-iogestiti. Sono tutti segni dell’emergere delle donne per questo ,che accanto ad iniziative che hanno avu-
coine soggetto antagonista all’assetto patriarcale della to uno sviluppo importante in Italia e all’estero, come
societa. Tuttavia, in questo periodo le donne non arri- la creazione .di centri anti-violenza, i movimenti delle
vano ad una ridefinizione reale e generale del rappor- donne di alcuni paesi (per esempio I’Australia) han
i:o,,maschio-femmina. La modalita generale del rap- no chiesto nuove niisure legislative che^rendano pu-
pofj:o e ancora quella fondata su una specularita di nibile anche lo stupro ’’legale” costituito dalfimpo-
moli (donna: moglie-madre;- uomo: capofamiglia-la- sizione del rapporto sessuale di un uomo a sua mpglie.
js^oratore) cui corrisponde una dicotomia dei rapporti I due episodi di violenza piu clamorosi awenuti a
di forza (potere ecPnomico, sociale e politico agli uo- Rotna- (il delitto del Circeo e il caso Caputi) si possono
' mint; sotto-potere sessuale, riproduttivo e di ’’gestione leggere come la risposta al process© generale nei quale-
124 125
4e‘.^40nne, ^ pui:^ T^sta'iidef j:>el: jdi ui]pa. liiodUita la propria ^6'ggett'ualizzazione Sessuale Coine meccani-
di rappotjtQ.-ih .dui> la/propria o^gettuali^zazro'ne. ses,sua- smo’ di .mobility sociale. dl desiderio e ’’rotnantico^’,
te "e forterrie.nte determinata, tentano di ’’coritrattare” doe if dGver ^Ssere si conforma all’ideblogia del mi-
la propria condizidne. to che a sua volta corn'sponde alle leggi dichiarate del
Il casfo della Lopez e il primo a sfondare il muro la mpralita dominante. L’obiettivo profondo non puo
della cronaca spicciola per entrare nelle prime pagine che essere, quindi, la felicita della moglie-ideale bor-
dei ^andi qoiotidiani. Il suo rilievo deriva dal signifii^ ghese; il mezzo fantasmatizzato, il matrimonio. Accan-
"'ealo profondo che lo collega alia mitologia fantasm^- to a questi scopi profondamente intrOiettati vi e, perb, '
tizzata della condizione femminile. Lo schema, infatti, spizio. per un’ampia serie di mediazioni in cui robietti-
,0 tjuello xdella favola di Cenerentola :rovesciata. E sap- vo intermedio e il riscatto temporaneo dalla propria
^pi^amo che Cenerentola e, dal punto di vista della le- condizione. La pregnanza dell’ideologia patrimonia-
giitimazione della condizione femminile, ancora piu le familistica nell’ambiente di provenienza delle due
centrale e profondamente interioriz2;ata di eio che e, il ragazze e' evidenziata, grottescamente, dalla decisione
^"’30gno americano” [VAmerican Dream) per'la societa a- della famiglia della Lopez di seppellire la figlia nel tra-
mericana. Da sempre, il destino femminile ideale e di dizionaie abito da sposa bianco. Cosi, simbolicamente,
passare from rags to riches — dagli stracci al lusso — peril si nega I’accaduto e Rosaria, anziche essere la tragica*
tramite di un principe azzurro. (Ne i rags ne i riches in testimone e vittima della demistificazione del mito,- fi-
-questione vanno interpretati semplicisticamente. Sia- nisce nell’idealizzazione del ruolo di cui e divenuta vit
mo^ di fronte al problema, insormontato, del rapporto tima sacrificale, santa. Le ’’ragioni di Rosaria” cpsi
delle donne con il mondo del potere, che passa per il schematicamente riassu'nte si collocano nell’ambitp
rapporto con Tuomo detentore del potere sociale, eco- della ijioralka legittimatar la subaltefnita femminile
nomico, culturale o politico.) vietie accettata come costante; il potere sociale^ e ri-
Richiamiamo alcuni dati essenziali della storia del conosciuto al maschio; a lui e rivolta la richiesta di ri
Circeo: la Lopez e la Colasanti conoscono dei ragazzi scatto. Tutto cio corrispon^e non solo alia condizione
della> ’’Roma bene” i quali offrono loro un passaggio femminile, ma anche al ’’modello di ruolo femminile”
tri macchina e successivamente le invitano ad una festa. ed e pienamente approvato dall’opinione pubblica.
:Le ragazze, provenienti da famiglie assai disgregate del La lOgica degli assassin! e, invece, inaccettabile nel-
proletariate marginale, vedono probabilmente in que- la ,stessa misura e nello stesso modo in cui il fasdSmo
sto invito I’occasiOne per frequentare ragazzi di ”buo- non e accettabile per lo Stato e I’ideologia borghese.
na faijiiglia”. Viene da pensare che la ’’prospettiva fan- Non a caso gli assassin! sono dei fascist!. L’esercizio ci-
tasmatica”, benche probabilmente non esplicitata, sia nico dello strapotere, la negazione dell’altro come sog-
quella del riscatto della propria-condizione sociale. Vi getto, la rivendicazione di un dominio incontrastato,
e una iniziale accettazione (la cui induzione storica e in una parola I’incivilta totalitaria, suscita sgomento
sqdale e troppo nota>p.er dover essere riepilogata) del e crea lo scandalo. Le dinamiche del Comportamento
127
^ V ^ C. H
‘ mascl)ile'^sj ;ba%arto, inttaifi^itiitfo^, suiraLffermkziorie di meno complieifa, in un momento in cui ”la presa del
un dirittQ di prdprieta->assblu0: deU%omo suHa‘dx3n- potere” da parte delle ^sinistre non epiu.sblo un peri-
fia, in partTeolare ddlt’uomo bor^hese. sulia donna colo generico, ma appare quasi come un destifio ine-
proletaria. Come neUa favola di Generentola, I’uomo sorabile. Nello stesso peiiodo incomincia a mostrare
pua tutto. Infatti, se, da un lato, donna proletafia le crepe anche il sistema di potere maschile. Il nuovo
atp'pare come la questuante del rapporto, dall’altro, femminismo produce anche cambiamenti significativi
Tuomo borghese si pone come arbitro della sua sorte. nel'”senso comune”: il problema della donna* oggetto,
Xui stimola I’illusione per adescare la donna, le si pre- della subalternita femminile, della doppia moralita di-
senta come un ’’bravo ragazzo” di ’’buona famiglia”, vengoho element! di discussione generale.
rende plausibile I’idea della mobilita sociale femminile I fascist! del Circeo sembrano essere gli eredi del
^om’e definita nella ideologia dominante poi, ayendo- potent! sconfitti. Reagiscono con violenza contro la lo
la- a'ttirata in un contesto da lui compl'etameme corl- ro perdita di potere e scelgono le loro vittime fra chi
tfpllafo (la villa del Circeo), da libero sfbgo al suo odio, simbplicamente sintetizza le coordinate dei loro nemi-
•di classe e -di sesso (in questo caso strettamente intrec- ci, essepdo donne e proletaries ma e ancora egemoniz-
" ciati) per ridurla a puro oggetto del suo piacere. Infine, zat6 dalla vecchia ideologia per cui appare iridifeso nei
cbn I’assassinio afferma il suo potere totale negando, confront! della loro aggressione. In questo insieme di
- taddirittura, il dlritto di esistenza in se dell’oggetto. motivi la violenza contro le donne e intrecciata alia
Il delitto del Circeo riassume esemplarmente gli e- violenza di classe; il conflitto fra gli individui e croha-
. leinend del conflitto maschio-femmina. £ percio im- ca, ma e anche irnmediatamene politica, perche in essa
portante comprenderlo in relazione al momento spe- il fascimio si scaglia contro le donne in quanto sogget-
tcificO in cui awiene. Nell’ottobre ’75 il potere delie to emergente; emerge, brutalmene demistificato, tutto
- "dassi dominanti appare seriamente in crisi. Dopo il fe- I’orrore del vecchio, il vecchio potere maschile e la vec
‘ ftrelndum sul divorzio e il 15 giugno la crisi di legitti- chia mitologia femminile, che fa si che il delitto del
. mita e ormai evidente, contemporaneimente la classe Circeo diventi un grande fatta di sensibilizzazione del-
dominante perde ampie fasce di potere reale. Inoltre, I’opinkne pubblica e di mobilitazione sociale. Nello
'nell’bpinione pubblica come a liyello qualificato, viene stesso periodo passa in secondo piano lo stupro awe-
subito chiarito come la portata reale del 15 giugno in nuto contemporaneamente a Cinecitta, di una ragazz^
vesta direttamente gli equilibri politici general! e quin- ad opera di sette ragazzi di borgata.
:di il governo dello Stato. £ indubbio che fra i piu du- Dopo il delitto del Circeo, I’opinione pubblica —
famente colpiti dalle trasformazioni in atto. siano gli in particolare il rnovimento delle donne — si mobilita
strati di quella borghesia di Stato romana che ediretta- in relazione ad una serie di clamorosi delitti contro le
^mente legata alia vecchia guardia fascista. e alia destra donne (fra cui ricordiamo Cristina Simeon! di Verona;
-DC e che appare meno capace di rinnovarsi. Essa con- la ragazza^ di Milano uccisa a sangue freddo da due suoi
jlfhua a detenere un potere notevok, ma trova sempre amici. Colpisce il fatto che, come i ragazzi, la ragazza
m 129
rjo 131
gni fattrle-la .lametta, p^t^& clie indichinp nelniriT STATISTICH& SULLA vfpLENZA A ROMA
guaggio'deL ^’giro’*^ l^aVVertimento ad ufi tr;^dkore‘i
delie donne. Tuttavia, la forza del mondo maschile si Anno Totale delicti di cui furti Totale delitti di cui furti
manifesta nuovamente nel fatto, apparehtemente pa-
1972 - . 5,3 3,0 15,7, 14,0
radossale, che sono le donne stesse, in questi processi,
1973 7,9 5,0 18,6 16,1
ad essere chiamate a dimostrare la loro innocenza.
1974 7,6 4,2 25,0 23,0
iCiitd e Redone, n. 10-11, ottobre-novembre 1977)
Base 1.394.256 famiglie iri tutta la regione, di cui 363.962 nel Lazio e-
sdusa;la cifta e la provincia diJRoma e 1.030.294 ailpma e provinda...
Fonte\ ISTAT ■
Tab S ’* 6Ei4tTi DENCij^cfATi EER i't^UAi,E.,^’AuEOEifA «GidDi2^V^RiA HA iniziXto ^^/azi^ne^ penale (ip,at|-IST^T)
.v--.,' :,>> ■,
............ , .4
-y ^ ;
^ ^
J
__- ‘ ____'l973'
1 ::
• 1974 —
----- ------------------- :------ " .
t*rovincia di^’OinR » . ._________ j_____________
di cui> dicili ’ di Cui
% Totale autore % Totale autore % Totale autor^ ' f 1' *' '■ ‘
ignoto ignoto ignoto 'V
2,5 3.773 806 2,3 4.371 1.335 2,1 5.525 2.090
CQNTRO LA PERSONA
42 256 61
Contra la vita ■ 247 15 206
4 3
'J ,
1 i_ 2 2^
Strage 27 11,
Omicidi,o volontario consumato 18 1 14 6
44 15 48 . 23
28 4
Omicidio volontario tentato
2 1 — 1 !*
Infanticidio per causa d’onore _
,.rf
2 1 3 — 3 2
Omicidio preterintenzionale
196 9 142 19 173 22
Omicidio colposo
2.798 695 3.336 1.095 4.181 1.609
Contra I’incoluniitd e la libertd individtuUe r
88 6 123 55 141 76
Percosse
LeSioni personali volontarie 917 198 1.207 369 1.296 467 . ti
498 -j ■»: V
966 259 1.178 403 1.608 ^
Lesioni personali colpose
112 7 84 9 98 39
Rissa, abbandono incapace, ecc.
715 225 744 259 1.038 529
Violenza privata, rrtinacce, ecc.
728 96 829 198 1.088 420
Ingiurie e diffamcaioni
CONTRO LAfAMIGLIA, LAMORALITA
884 66 0,4 884 246 0,3 873 209
PUBBLICA E IL BUON COSTUME 0,5
457 4 353 11 299 .5
Contra lafandglia 6 145 5
232 1 190
Violazione obblighi assistenza Familiare
202 1 137 2 138 —
t-
Maltrattamenti in Famiglia
23 2 26 ■ .3 16 —
A'dulterio, bigamia, ecc.
417 61 525 235 563 202
CorUro la moralitd pubblicd e il buon costume'
62 10 66 17 171 26
Violenza camale . I.
44 5 54 16 98 15
Atti di libidine violetui 133
133 34 104 .64 169
Atti'osceni 47* 72 24
CorrUzione di minorenni, ecfc. 96 12 139
91
8? ^......... ^
(<?) ..........,
139
^iarne pbsitivamente. Je forme aftuali;- si trpvano legate cambiamerjtb si ^vra4a.ta'istallizzazione di rapporti-so
ad uh atteggiamento demonkzante e di pura denuncia cial! e poHtici prmai-anacronistici; invece del rinnova^
che contribuisce al bisogno d’ordirie, che a sua volta mertto si tornera ai balletti delle vecchie facce.
blocca o quanto meno frena ii processo del cambia- Bisogna allora tornare ad interrogarci sulla natura
mento. della criminalita italiana e in particolare sulla valenza
La denuncia della violenza a sfondo politico, per politica di tale criminalita in aumento. Uno sguardo ai
quanto necessaria e politicamente opportuna, e lungi dad ci da. subito una prima indicazione. Gli 889 mila
dalFessere sufficiente. La ’’premessa” al ’’Dossier sulla delitti del 1961 diventano 1 milione e 15 mila nel 1970,
violenza eversiva a Roma”, elaborato dalla Federazio- 1.813.000 nel 1974, 2.039.000 nel 1975, 2.044.394 nel
^ ne romana del PCI, contiene in proposito u.na diagno- 197-6, con un aumento di piu del 13096 in 12 anni. An-
si^be e ormal divenuta luogo comune: ”Le forze rea- cora piu netto I’andamento dei quozienti di criminali
^zionarie si rendono conto che non e possibile bloccafe ta- per 100.000 abitanti: 1.704,1 nel 1961, 1.705,1 nel
.1 processi politici che si sono messi in moto con I’uso 1965, 2.316,7 nel 1971, 3.641 nel 1975. Si tratta di cifre
^ della democrazia; allora cercano di 'Sostituire la violen- ineguivocabili: la criminalita italiana sta registrandb
""za al confronto, I’attentato al ragionamento politico; iiidici di incremento senza precedent! jiella nostra- sto-
cercano di far arretrare il grado di partecipazione delle ria sociale.
grandi masse facendo scendere una cappa di paura e di Un esame piu attento dei dad permette di andare
panico sulle nostre citta”. Ben detto. Salvo che la pu- oltre.. Le cifre assolute e i quozienti di criminalita sono
ta denuncia di questa cappa di paura non fa che con- rimasti costanti pradcamente per mezzo secolp. Il quo-
fermarla. ziente* medio di criminalita per 100.000 abitanti era di
La sinistra e rimasta ferma ad un concetto classi- 1.469,5 nel decennio 1901-1910, e di 1.549,6 nel
co di criminalita per i] quale la violenza politica non 1951-1960: una differenza irrilevante. Anche negli-an
rientra negli schemi esplicativi tradizionalizzati e riesce ni ’60.1’indice registra increment! lievi, concentrati.nel-
semplicemente scandalosa. Ma non e con lo sdegno la-seconda meta del decennio. Ma e con il 1970 che.i-
morale che si costruisce una politica di trasformazione nizia I’ascesa verdginosa della criminalita: i 1.700 de
tazionale delle- strutture social! italiane. Anzi, lo sde litti per 100.000 abitanti del 1969 diventano 1.886 nel
gno, alleato con la ben nota retorica nazionale, anneb- 1970 (+ 1196 rispetto all’anno precedente), 2.324,-2 nel
bia gli orizzonti, convince tutti a ritirarsi nel private, 1971 (+2296), 2.580,6 nel 1972 (+ 1 196), 2.897,6 rid
magari, sprowedutamente certi che il private e gia di 1973 (+ 1-2%), 3.272,7 nel 1974 (+ 13%), 3.653,3 nel
per se politico^ come commentator! superficial! hanno 1975 (+11,6%).
da tempo sentenziato, tende nuovamente a far ritene- Dunque un ininterrotto movimento ascendente
%'e che la ’’politica e sporca” e che ad ogni btion conto della criminalita che inizia in forma strisciante nel 1965
non^ si merita altro atteggiamento che quello della e si impenna dal 1970. Sono due date che fanno pensa-
’’nausea”. A questo pun to il gioco e fatto. Invece del re, perche corrispondono a moment! di svolta nello
140 141
^wiljuppo iSGonomkd^r'sodale dd(-'n£)sltro- p-ctesef:JS[^l“ f'965 i settori b'. gli asp.etth deila speida italiana. Complicafis-
il bGoM'eeoiriomico ^ gia tliveritata unipicordo.. La pace simi cquiHbri -di poteri e di contropoteri impediscono
sociale e fihita con i rinnovi'cOntrattuali del 19&2-6S, soluzibni linear! e -scelte precise. Le conseguenze sonb
d’lHusione' di iino sviluppo economico costante e stata molfeplici e spesso negative: una vita politica paludosa
spezzata dalla crisi recessiva del 1963 e dalla dura poli- ed crmetica, una struttura economica che tenta I’im*-
tica deflattiva che Tha seguita. Intanto i nodi del pasr possibile sintesi di una pseudo-economia di mercato
' s’ -^"saggio dal capitalismo al neocapitalismo investono la con un capitalismo assistito e forme indirette di con-
sbcieta italiana in tutti i suoi aspetti'. Le grandi migra- troUo operaio sulle scelte economiche, una famiglia e
, ' “ dbni interne verso i poll industriali del Nord e vefsb i cistern! di valori dove coesistono element! rural! e post-
icentri urban! del Centro-sud disgregano il sistema so- industriali, una scuola che si ostina a recitare rituali.
^iale rurale' e gonficino a dismisura in poco tempo- le meritocratici cui nessuno crede intorno a contenuti
- / citta. Il passaggio di milioni di persone dalle cantpa- che. quasi nessuno accetta.
Su tutto questo si inseriscono i nuovi rapporti di
gne alia fabbrica li costringe ad una drammatica tra-
forza tra le class!: una classe operaia ’’protetta” che si
sjcfmazione di tempi, modi e concezioni di vita. Il sal-
difende bene dalla stagnazione recessiva; una piccola.
.. Jo da una economia di accumulazione ad una econo- borgTiesia che ha perso prestigio e statiis rispettb agli
mia di consumi di massa sconvolge nel giro di pochi opefai, e presa nella morsa della disoccupazipne in-
.anni abitudini e valori del ceto medio urbano. Gia dab tellettuale, ma riesce a difendere residui di privikgib
la meta degli anni ’60 questa transizione accelerata si grazie al suo tuolo di ’’ago della bilancia” politico. A
, traduce in una crisi della visione del mondo e della fianc-o della classe operaia e dei ceti medi, i gruppi so^
sbcieta che aveva orientato stabilmente lo sviluppo ciali marginal!: il sottoproletariato urbano e i gruppi
; " postd^ellico. piu deboli della classe operaia, gli strati giovanili dei
La famiglia, la scuola, i ruoli sessuali, I’etica del settori proletarizzati dei ceti medi.
lavoro vengono investiti e minati. Tra il 1968 e il 1970, questa la situazione di fatto che mostra f insuf-
questa trasformazione al tempo stesso complessa e ficieilza della teoria del complotto come spiegazipne
bxutale esplode nelle lotte degli student! e nell’autun- delle esplosioni di violenza. Se la sinistra non riuscira
ho caldo operaio, che a loro volta introducono nuovi ad elaborare una diagnosi e una spiegazione.piu convip-
, “ dementi di contraddizione. Si apre con il 1969-70 una cehti dell’ambiguo intreccio fra violenza comune e vio
crisi seriza precedent!, che e al tempo stesso economi- lenza: politica che conjtraddistingue oggi la vita italiana,-
- ca; sociale e struhurale. Il vecchio ordine ha perso le essa- continuera inevitabilmente a lavorare contro se
sue fondamenta. La pace sociale, un certo tipo di scuo- stessa, slittando a poco a poco sulle posizioni e facendo
;la e di famiglia, determinati equilibri tra le class! ap- proprie le parole delle tradizionali forze dell’ordine e
y paiono definitivamente compromessi. Ma nessun mo- degli interessi costituiti.
dellp nuovo riesce a diventare rapidamente egemone.
• ‘ Una complessiv^ carenza di legittimita investe tutti [Corriere della Sera, 18 febbraio 1978)
142
XIX
149
coritrcfllf SGiefttifici in Senso prxjpria^ p^-ghe, in mam " ‘-,XX
cafiza di meglio, della cperenza e della CGg^za* pura-
mente formal! dei ragiotiaraenti a ternatispao pur,o cui COME ISOLARE I TERRORISTI
affidavano le fortune di preferenze puramente private
personal!. Analoga caratteristiea mostra il dibattito in-
torno al dissenso e alia democrazia formale e sostan-
2;iale: le posizioni sono accuratamente definite sul pia
no concettuale; sintesi, contrapposizioni e mediazioni
"Vengono con scolastica pedanteria elaborate. Mancano Il Papa ha sbagliato. ^L’ONU ha commesso una-gaffe. I
's^ig i dati wipirici. Manca la ricerca. Il ragionamento gira dociimenti nobili sul piano morale possono produire
ydrticosamente a vuoto. £ acuto e brillante, passa ra- effetti disastrosi su quello politico. La lettera di Paolo
pido. da .una posizione all’altra, si costruisce' giustifiga- VI,, toccante e comprensibile sul piano umano, e pef le
?ioni storiche retrospettive anche convicenti. Ma. sono BR un riconoscimento prezioso. Un nemico senza yof-
Eacutezza e la rapidita tipiche delle operazioni .che non to si vede recapitare una missiva che implora pieta ferr
-frnbrdono nella realta, che non ne subiscono il salutare mo posta. Raggiunge di colpo il suo obiettivO pifi am-
effetto di sobrio ffenaggio. £ una locomotiva senza va- bizioso: «coprire senza essere scoperto. Ci sono d’altfo
,^6ni. Viene alia mente il passo 6AVIdeologia tedesca do- canto posizioni di magistero cosi alte da compottare la
■'■ve. Marx e Engels lamentano che la storia sia concepita crudelta. La commozione privata e per esse un lusso L
-e ■Scritta come il prodotto partenogepetico di idee me- nammissibile. Il caso delEONU-e meno grave se nOnal-
djante idee. Non solo. Manca anche la consapevoiezza tro perche ci sicimo abfiuati. Di gaffe TONU ne ha fatte
chie ad ogni posizione, o modello teorico, debba cor- talmfent^ tante. Ma il Papa,- la Curia.,.. Chiaro che la
rispohdere un tipo preciso, specifico di organizzazio- commozione fa velo agU occhi, non consente di vedere
~ne sociale. le cose con la chiarezza necessaria.
Se il sedici marzo io fossi stato presidente del Con-
siglio, avrei immediatamente decretato un black-out as--
soluto. Avrei condannato le organizzazioni criminali
clandestine alia loro clandestinita. Ogni giorno dl gp-
verno avrebbe emesso un comunicato con i dati piu
important! e le notizie salient! emerse dalle indagini.
Come si fa eon i bollettini medici per certi malati, sa-
perido che I’ammalata e oggi la societa italiana, op-
puro, in tempo di guerra. Avrei seguito la regola fpn-
damentale di non concedere all’awersario il ricono-
scirnento cui pwiamente aspirava. Non sarei sceso sul
151
suo' tetreno di lotta, non avrei accfettattr. le iniziative prono sadi'camente. tr^gici dissidi e ^ari fraintendi-
mob'ilitando legioni di semiologi e filologi per sfdggia- menti. Per rompere la monotonia, reinventano la beffa.
re acribie professorali sulla sua. incerta grammatica e di Buccari al lago della Diichessa, in uno spirito goliar-
sui suoi arrischiati nessi sintatrici. Quella sarebbe stata dico-dannunziano che trasfprma una ricerca afFannosa
la condizione effettiva ed operativamente efficace per e drammatica in un pic-nic Fuori stagione.
un ,autentico isolamento delle BR. Perche di questo si La gente sino ad ora si e comportata bene, con una
tratta. Gli obiettivi delle BR con il rapimento di Al- calma e una saldezza di nervi insospettate. Direi che gli
do Moro sono intuibili: piu importante ancora dello italiani comuni, doe la grandissima maggioranza, .si
scambi'o di detenuti e il riconoscimento della loro esi- siano comportati di Fronte al terrorismo meglio, con
stenza e ddla loro forza. maggiore sobrieta e lucidita della loro rappresentan-
I fatti, cinque settimane dopo, sono andati oltre le za politica.
^ loro piu rosee speranze. Vinca il partito della trattati- Certo, vi sono i legami Familiari, il caldo tepore
-va o quello delPintransigenza, le BR hanno gia vinto. della Famiglia, questo segreto ammortizzatore di tiitte
' Dal' loro punto di vista, come formazione combattente le tragedie italiane. Ma c’e anche il senso potente, di
clandestina, hanno gia la vittoria in pugno: sono usciti una giustizia proFonda che non guarda in Faccia a nes-
dall^ catacombe, niettono in ginocchio Papa e politica, suno, ^he mette tutti sullo stesso piano.
difFondono il panico in tutta una popolazione famosa C’e Forse anche, nel proFondo, la consapevolezza
per il suo atteggiamento scettico confinante all’bccor- che qualcuno dovra morire per la salvezza della comli-
renza con il cinismo. nita. Del resto, nessuno dimentica che gli uomini della
Forse neppure i brigatisti piu oniricamente ottimi- scorta, e i numerosi altri nelle varie citta italiane, sono
^tici avevano mai sperato tanto. Si pensi. Il Papa si ri- gia morti. Fra le loro vite spezzate e quella di Aldo Mq-
volge a loro dal balcone di piazza San Pietro, Kurt ro non vi e, non puo esservi un salto qualitativo.
Waldheim, segretario dell’ONU, continua a prenderli Un altarino eretto per anonima iniziativa popolare
seriamente in considerazione, li tratta come il nucleo, in via Fani sta a sahzionare questa Fondamentale cq-
la elite di punta di un paese emergente, pur non igno- munanza. Un articolo come quello di Raniero La Valle
hando che si tratta di una banda di criminali, che ha (nel Paese Sera del ventiquattro aprile) meditato e ben
^cdperto la comoda teoria ottocentesca secondo la costruito, non sarebbe tuttavia capito. Per La Valle la
quale in ogni bandito sonnecchia un rivoluzionario vita di Moro non e solo una vita, non e una vita come
potenziale. le altre. Ma non capisco in che senso sia diversa, questa
vita, da quella degli altri, di quelli che sono gia stati uc-
cisi, di quelli che sarebbero uccisi qualora la catena di
V Ma intanto, da quaranta giorni le BR inondano e occu- sangue che soFFoca la vita italiana non venisse final-
pano le prime pagine dei giornali. Giocando sui. due mente ora, subito, tagliata.
canali, comunicati al governo e lettere alia famiglia, a- Siamo dunque ancora Fermi a questo vieto eliti-
132 13J
sma; a ^questo:.doppia5taiidard‘.di/giu^i2ipI-che Ha s.to- essere dtidora piu -blandoj'merio energico, piu indiret-
rfcanafente attraverkto e ayveleilato la tormmita, divisa to.. Qtfcsld si-Smbr dire afrCndersi aha iogica delle BR,
in,cittadini e sudditi? . ' . al loro ingenue concetto del potere, al loro ragion^e
Secando La, Valle lo Stato deve difendersi anche schematico, per ffasi fatte eper parole d’ordine,Kioe al
da se stesso. Ha ragione quando scrive che ’’questo av-
lore sragionare.
veFsario non vuole distruggere la fermezza dello Stato, Emerge qui un fatto conturbante. Note uno scarto
■qnello che vuole distruggere e proprio la sua apparen- sensibile fra le dichiarazioni ideologiche delle BR, che
te debolezza, cioe la sua tolleranza, la sua umanita, la sono poverissime e scolastiche nel loro dogmatisfno
^ua civilta...”. Cio che non comprendo e la conclu- imparaticcio, e la loro efficienza tecnica operativa ac-
sirone che^^La Valle trae da questa premessa: ”Lo State coppiata ad una consumata abilita nello sffuttare la
ydeve difendersi da cio che alberga dentro di se, nelle psicologia di massa. £ un fatto che da cinque settimane
proprie stesse strutture; e deve difendersi non solo dal la vita politica italiana e bloccata, cristallizzata ai limiti
le sue inadempienze e dalle deviazioni gia consumate, dell'ossessione su un problema di cui le sfuggono to-^
ma anche dalle sue tentazioni, dal rischio di diventare, talmente i termini, con una polizia che deve aspettare
attraverso una serie di atti-preparatori compiuti, anche dai casual! difetti dell’idraulica deiredilizia romana le
^n piena lealta, per salvaguardarsi, troppo simile alio indicaz^ioni per'procedere a colpo sicuro.
,Stato che i suoi nemici vorrebbero instaurare”. Si, e vero: e passata la legge sull’aborto. Ma la leg-
ge non e stata discussa in profondita. L’economia at-
tende misure urgenti che non arrivano. Le forze poli-
£ strano che il paralogismo del ragionamento non gli tiche agiscono in un’atmosfera di ricatto emotivo che
riesca evidente. Si comincia con Taffermare che lo Sta ne- smussa la capacita analitica, del resto mai smaglian-
te deve difendersi senza eccedere, e su questo punto te. Si determinano unanimismi sospetti. La normale
non si pud certo non concordare, per terminare poi dialettica della convergenza-divergenza delle ppiiiioni
niettendo Stato e BR sostanzialmente sullo stesso pia e delle posizioni, essenziaH per Un regime democratic
no; Se cio induca ad una cura omeopatica, in realta CO, appare gravemente compromessa. Non si fa piu
^uicida, secondo la quale lo Stato si difende rihutando politica; si fanno pianti, dichiarazioni e proclami. Si
dl difendersi, non pud a rigore meravigliare. comprende la tragedia dei democristiani; si ammira
Ma quale Stato, ad ogni buon conto? Dov’e lo Sta- I’iritransigenza dei comunisti. Ma il gioco. e fermo.
tp? Per anni il potere politico in Italia e riuscito op ‘ dra sappiamo, ma e forse troppo tardi, che la ge*.
pressive ed ha eluso una parte dei suoi compid rihu^ rierosita e la disponibilita di grand! masse non sonb
'tandosi di dirigere, di prendere iniziative anche impor necessariamente alleate delEefficienza e che la mobili-
polari, ma mirando solo a durare. Oggi questd potere e tazione popolare soggiace alle stesse leggi entropiche
cosi cauto che perdno il suo silenzio deve sembrargli, di quakiasi altro fenomeno: alia lunga si raffredda, en-
troppo superbo, e qualcuno viene a dirci che dovrebbe tra in Crisi, lo stato di stress nervoso ha bisogno di ri-
755
44Ssarsij si^pf^eite; e:&Ssf6fina riel^vs^O'CQiitrario, i di ric6noscinjerito,_come. quella italiana. Ma sino ad
una vaga; ,att;6sa -non §i sa bpne -di. che^ re^essipne bggi il vertice sdcio-poMtico e sembrato tardo nel co-
delia vita. ;politica italiaria vepjso Forme magiche e ir- gliered' segni della novita, il bisogno di cambiamento.
-e evidente; cela, per la democrazia, nn’insi- Si ncfta una divaricazione Fra i tempi in cui la crisi e vis-
^a mortale. suta .alia base della societa e quella in cui gli impulsi
Per gli studiosi di problemi aociali e politici il rapi- dal basso si traducono in volonta politica esplicita. Se
menro di Aldo Moro restera probabilmente il dassico questa divaricazione sara colmata in un tempo ragio-
esempio di come si possa asportare in rnaniera relati- nevole, la democrazia italiana sara salva e la soFFerenza
yarnente rapida la glandola politica ad un intero paese. di quest! giorni tetri non sara stata inutile.
4) giorno del rapimento si era fatto subito appello alle
forze politiche e sindacali di inassa. La risposta era sta- [Corriere della Sera, 26 aprile 1978)
ta^entusiastica,' convinta. Ma nel suo stesso calore era
implicita nna ragione di debolezza. Non si pu6 vivere,
. ^mpre, con quaranta gradi di febbre. Non solo. Para-
dossalmente, la stessa imponenza delle manifestazioni
per Moro rendeva visibile in primo luogo Pimpotenza
dello Stato; in secondo luogo I’esistenza, ma anche la i-
nafFerrabilita^ una sorta di onnipotente pnnipresenza
delle BR. La violenza dunque ”paga”, rende visibili.
- I’aspetto a mio giudizio piu grave di tutta la vi-
C^nda., Per il, momento non yi sono stati crolli psico-
Jo^ip di massa. La violenza trova nella convivenza civi-
te.,i propri anticorpi. Il rapimento di Aldo Moro, come
tutte le grand! arisi, ha un duplice efFetto' Produce'una
lacerazione e una sofFerenza quasi iriesprimibili. Nel-
Fo .stesso tempo ha una Fimzione rivelativa. Obbliga a
guardare dentro, sino in Fondo. Mette a nudo fibre in-
time. Un popolo si trova Fra le mani la routine della
su^/vita quotidiana spezzata, cerca di rimetterne insie-
me i Frantumi, e costretto a guardarsi in Faccia.
£ la grande occasione, per gli italiani e la loro clas-
% se* dirigente, di stipulare un nuovo patto sociale. Non
c’^ in Europa e Forse nel mondo, oggi, una societa cosi
viva^ alia, base, cosi mobile e ansiosa di partecipazibne
156‘
■
"f--J"!----
159
La. tividiozia -nor; ,e-|Drdbabilmente un^t taalattia idirtiav significazione del kjessaggi; x^tcorre far emergere. il
^naria. La pUBblicfta dei cOmmfercianti in apparecchi ondo sominerso degli interessi economici e polkici
televisivi, assicura che la TV ci porta il mondx)' in ca- ttostanti.
sa. D’altro canto, nonostante il mondo in casa, e vero
quanto gia negli anni ’50 affermava, a conclusione di
ricerche ponderose, David Riesman: siamo una ’’folia brse lo schema del pluralismo politico-partitico come
' solitaria”. Bombardati dalle notizie, ma in fondo isola- trumento di controllo e inadeguato, se si tiene conto
ti, ’’tagliati fuori”. ella, rapidita delle decision!, ddle stesse caratteristiche
E tuttavia, interrogate da in^ervistatori attend e lecniche dei mass media, delle infinite, e certamente
•magari petulanti, molte massaie, ma anche studentes-
imprevedibili, o non prevedibili nella loro specificita,
- .se^ammettono c,andidamente di seguire i programmi ppssibilita di evasione, rispetto ai controlli formal!,
>della felevisione per avere qualche cosa da dire in com^
che esse aprono. L’evento puo essere presentato con
pagnia, quando si trovano con le- amiche. I fagazzi una. suggestivita all’apparenza inattaccabile, anzi, pre-
hanno addirittura preso a prestito dalla pubblicid te- gevole; nella realta, tale da bloccare qualsiasi bilan-
levisiva certi modi del loro linguaggio, presto divenuto cio critico, da oscurare, ’’scotomizzare” i dati di fat-
gergo piu o meno esoterico. Le canzonette pubblicita- to cniciali.
rfe dei detersivi hanno conquistato il cuore, ma anche
Il lavoro dei mass media si incontra qui special-
la mente, di molte casalinghe. Chi non segue la televi- hnente in Italia, con la vecchia retorica nazionale che
sipne, chi perde il passo rispetto alle sue quotidiane e- non e mai del tutto morta e che non perde occasidne
' ruzioni di banalita rischia semplicemente di trovarsi a per risvegliare antiche nostalgie, -toccare corde ripo
corto di argomenti di conversazione. ste di un mondo statico, aclassista, pre-moderno. Il co-
L’anno 1978 restera per I’ltalia come un anno ter- ro dell’unanimismo celebrativo travolge tutti gli argiril
ribile e memorabile: morti ed eleziohi di papi, dimis- faticosamente messi in piedi dal discorso razionale; la
srioni ed elezione di un nuovo presidente della Repub- sindrome cerimoniale della ’’sOcieta celebrante” vince
blica, la Sindone a Torino, il rapimento e I’uccisiDne agevoimente e supera i tentativi di analisi sobria, I’in-
efferata di un leader politico. Ma esiste cio di cui non si tento di costruire, con modestia effettiva, una lucidita
‘ parla.3 Se la televisione, la radio, i giornali hanno il po- condivisa. I mass media, si tratti di Aldo Moro o di
tere di annullare la realta, tacendola, oppure quello, Papa Luciani o di Sandro Pertini, rischiano allora di
eorrelativo, di gonfiare certi dati di cronaca, sottoli-
agire veramente come un gran ferro.da stiro che tut
- meandoli con la semplice tecnica dell’iterazione ossessi- to unifica e omogeneizza nel grigiore opaco di un’aih-
va e nel contempo mesmerizzante, non eserckano per mucchiata primordiale.
^io stesso un potere, enorme e irresponsabile, di vita e Contro questa visione piuttosto apocalittica, Paul
di rnorte sulla realtaChi agisce.^^ Chi subisce.^^ Occorre F. Lazarsfeld e alnri studios! di mass media e dei pro
con urgenza gettare un’occhiata alle basi material! del- blem! dell’informazione hanno messo le mani avanti.
750
161
162 16J
.epQche stoirithe. aritefeiori^ „aUbr(^e Ib -Aoti^ie-passava' pongonb preSuijQrbilmehte di partecipare ad^alcuna
‘bo .di bocca in bocGa e ricQilbgraba ,4idattica era.-mo- campagna elettorale. Generahnente, gli errori analitici
rijOpolizzata balle volte delle grandi cattedrali, non Jra piu.gravi sf commettono allorquando I’analista prbiet-
** neppure imraaginabile. ta i propri legittimi valori sull’analizzato. £ compren-
I gruppi terForistici su scala mondiale hanno cdm- sibile che un ministro in cturica si preoccupi del con
preso perfettamente cio che stentano a capir^ i capi po- senso. Ma bisognerebbe capire, e Far capire, che alle Br
iitici e i ministri dell’interno. La violenza paga perchf del consenso democratico non importa nulla. Ad esse
la violenza rende visibili. Essa rende visibili perche non impor.ta di essere visibili, di compiere gesti ’’esempla-
e’'e atto di violenza che non goda immediatamente- di ri” in modo da ottenere due efFetti: a) il primo, riegafi-
. quel palcoscenico straordinario che sono i mass me- vo, di difFondCre insicurezza e sfiducia nelle istituzioni,
/ dia. I gruppi terroristici hanno cosi risolto il ’’proble- gia minate per conto loro dalla vecchia gestione clien-
" ma dell’accesso”. In questo senso e sulla base di que- telare; b) il secondo, positivo, di rinFrescare la propria
sta analisi, scientificamente verificata da moke riceyche immagine, renderla dura e Fotogenica per i giovani ab-
‘ sperimentali, avevo a suo tempo afFermato, a proposi- bandonati a se. stessi, awiare un’eFficace prassi di reclu-
to del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro,^ che il tarhento, obbligare Topinione pubblica, anche qbella
Papa Paolo VI aveva sbagliato, rivolgendosi diretta- qualificata (certi scrittori, politici, ecc. dalla trattatiya
mente e pubblicamente alle Brigate rosse, e che il se- Facile), ad accettare il terrorismo come una specie di i-
gretario generale deU’ONU aveva commesso una gaffe stituzione semi-legale, un male neeessario, quasi una
imperdonabife, regalando ad esse lo status di una sorta sorta di rappresentanza poco ortodossa cosi come I’l-
di ’’Organizzazione per la liberazione della Palestina”. talia di questo dopoguerra ha finito per accettare la
Non.e in gioco la generosita umana; e in gioco la com- mafia. In queste condizioni I’isolamento dei terroristi
. prensione dei modi operativi e degli efFetti del mass potie un problema arduo, la cui soluzione non puo
media. Di colpo, nel giro di pochi giorni se non di po- prospettarsi che a lunga scadenza.
che ore, le Br sono divenute un interlocutore di pfima
grandezza^ addirittura sul. piano internazionale.
{Corriere della Sera, 9 novembre 1978)
5 Ci si puo consolare in proposito in vari modi. Il
ministro dell’Interno italiano, an. Rognoni, ha soste-
nuto recentemente che, con il delitto Moro, le Br han-
' no commesso un errore perche si sono isolate rispetto
albopinione pubblica media italiana, hanno perdutb'il
Gonsenso. Ma a parte il Fatto che ci hannp guadagnato
in credibilita, bisogna osservare che le Br non sono ifi-
.teressate al consenso, bensi alia visibilita. Il consen-
so dertiocratico le lascia indiFFerenti. InFatti non si pfo-
1&4
V
■4
‘IS " ■ ,
■>, • ,* # *■
sf^TISTiCjHErGIUDIZlARIE PENALI
’(Fdnd:Ka^AT>^
1".. criminalitA
169^
IIK
t;
TAV. 2 -A L C U N I DELITTI PIU* SIG N IFIC A TIV I PER I QUALI L AUTORITA' GIUDIZIARIA HA INIZIATO L'AZIONE PENALE
dei piii significativi delitti. Nel periodo marzo 1976 -
, febbraio 1977, si notano i seguenti aumenti rispetto al t
i
periodo precedente: lesioni personali colpose e furto
/ "+4%; lesioni personali volontarie +1196; violenza priva
te, minaccia, ecc. +1596; sequestro di persona a sco
pe di rapina o di estorsione +1696; insolvenza fraudo-
* lenta, ecc. +17%; danpi a cose, animali, terreni, ecc. 1
- -t24%; rapina e violenza, oltraggio a P.U. +23%; falsita
,, ^in atti e persone +26%; estorsione e falsita in moriete
+36%; omicidio volontario consumato +55%.
’
' del codice penale e percio comprendono anche i se-
jquestri di brevissima durata.
Secondo le comunicazioni pervenute al Ministero
' deirinternO, i soli sequestri di persona di rilevante gra-
vita — cioe quelli organizzati e posti in essere con parti-
colari modalita e caratterizzati dalla richiesta di ingenti
sqmme per il rilascio delle vittime — sono stati 58 nel
periodo marzo 1975 — febbraio 1976 e 52 nel periodo
- marzo 1976 — febbraio 1977. Per questi ultimi seque
stri sono state denunciate 131 persone di cui 123 in sta-
’ to di arresto.
Anche i dati delle rapine, passati da 8.807 a 10.859
comprendono sia i casi di minore gravita, in relazione
alle modalita di esecuzione e al modesto valore delle
«somme sottratte, sia i casi piii gravi, caratterizzati dal-
I’uso delle armi e dall’elevata entita del bottino (rapine
: in banche, ufbci postali, gioiellerie, ecc.). Le rapine di
172
a MAR 75 - -FEB 76 ' ' MAR 76 - FEB, 77-
c« 2 ^ ^ m^o«' mMincio^
ro so OS O' so*
CM JN CO CM CM
^relativi alia durata media in giorni per gli anni, dal
•B r
. 49i7'4 al 1976 (1).
Ai fini di una corretta interpretazione dei dati, e. da
tener presente che la durata media puo essere stata, in
^ CO in m
parte, influenzata, dalle difficolta funzionali di taluni
uffici giudiziari.
O'-mc-
CO 00 -t •—' -.O m Os
sc cj fo ^ o m r*.
|s. t.o V- c. Cl o eo CO CO
m Os r*
00 CM
m
00 m
sC CM O Cl «-4
sc ^
O CO s© CO i-«
Cl —
m c I m t»
00
so r-
—‘ CO 00Cl CO
O' 00
*--* 00 o ^
Cl ^ o> Os 00 m OS 't —« ro
CM CD Cl «-*
CO o VO »f 0>
CO
m 00 m CM
»-< t-4
8-
durata media dei procedimenti viene calcolata secondo la seguiente O O
fofrpula:
Pi+Pf... («19 ’Q *
V)
< M u
D =------- X 365
S+E «o
< o
•D
■Q►-■OtJ
«
oo
l-c
ai-ifi.
JO.
3 < • ,toi-i ts tfii-ij 5 M>
Dove Pi rappresenta i procedimenti pendenti all’inizio dell’anno, Pf 419 U 0e'9 Oe
u Q c
^ 9 •«« •*« «
N Ci M
176-
pETENtJTJ ^E. INTEFiNAtlSy^EGLl I&^nTyjL*
pi PREVENZIONE E pi TENA
E DI PENA (
^ "erano 3,3.368 con una diminuzionej rispetto al-
% fine cjfl corrispondente mese dell’anno preceden-
" Je; del 2%)
IST IT U T I DI PREVENZKWE
i. y- .V partkplare, tra il maggio 1977 e lo stesso mese
:.del 1976, sono verificate ‘ diminuzioni del 4% per i
► d'etenuti a disposizione deH’Autorita giudiziafia, .della
^ dei G.C., e del 12% per i sottoposti a misure di
' ^^^.sicurezza, ed un aumento dell’1% per i detenuti cofi-
f ilie a e a e
i dannati.
.f)alla stessa Tav. 6 si puo, inoltre, rilevare die gli
. , imputati a disposizione della Autorita giudiziaria,- del-
S itu a x io n e
^maggio 1977, il 58% dol totale dei presenti, i-condan-
. ' 1! 38% e i sottoposti a misure di sicurezza il 4%.
- DETENUTI
TAV. 6
-V
17»'
^A
A *■’
Ig'stQga^dr xbhseiftf^fu'^t .ic0i^(jci^keraporai:
sp5 pre^enti “ne^li di prevenzio'n^ e di^ptena, nelL, % •
“j^av; 7. sorio^nportati pi&r alcuni-'aniai L 4^tt relativi al "Vi 0. t.. in tn ^
cc< uu
u^ r
>H Z
CCgo:CO ^ O -€S ^ 00 CO
dNOO^^COONrHCO
iLl
C4 00 ON o\0
CO so
O CO rH
m
so
^ in t? Os ic di
>0 «-i eo
- DETENUTI
m so fh ^
TAV. 7
.^4
omo^csco^to so
im OsOi^^^^<^OsCN
-7 rieteilutr eanferhafi/ehtraii fe'Usdt'r liegK.Is:
kuxi :di' preyendone e di pena. ^ N^Ua TavV-8 sonp
portati i d'ati sugli entrati e gli usciti dagli Istituti
prevenzione e di pena secondo i motivi.
Nel mese di maggio 1^77 le persone entrate dal
le state di liberta sene state 7.976, quelle uscite in li
berta 7.699.
MOTIVI
Nel periede gennaie-maggio 1977 gli entrati dal
ENTRATI E
je, delittir-di|uiiidatf ^ Come gia
(O"
cennata;^i| jpair^^afo 4rm :rtii§ura-ddla frequ(
4ei dditd essfere d^sUnfa dai cosiddet'ti/’'’quozie
E INTERNATI
4i“ criminalita”, ossia dai rappofti su 100.000 abita
del numero del delitti denunciati.
Nel grafico 1, sono ripqftati detti quozienti kssie
e b ita n ti
dal 1956 al 1976.
1 0 0 .0 0 0
\Dal confronto del dad emerge, tra I’altro, ch
m^ritre nella media del triennio 1956-58 il quozierite
V
^iminalita era di circa 1.525 delitti ^ il numero dei
-1 )a ti p er
:3
5/5
HA
a
L ’ AUTORITA* GIUDIZIARIA
•a-
aG
rtf
'G
G
Q
O
<
QUALI
N
oCl,
<n
I
•G
rtf
DENUNCIATI PER ■a
aG
u
Qu
1 - DELITTI
184
GRAF.
3.4. -*peteniiB"mileum- misura:ael fe
1
m^no della, crifnirialita e tt@tevorhienl;e influenzata CO -43 CM vO
vari Paesi oltre che dailfe norme di ‘dkitto penale e pr O'
1974
ocdoouoeoor^so
. penale, ecc.), dalla diversa incidenza dei delitti* lievi
di quelli gravi, nonche da altre molteprici dfcostanze
‘ Pertanto i confronti internazionali, basati sulla fre-
1973
quen^a totale dei delitti per 100,000 abitanti, non po
INNV
sono ritenersi del tutto valid!. <
fi invece possibile stimare approssimativamente i
quale misura le varie collettivita nazionali si difendon
.
dalla criminaiita attraverso la segregazione degli ind’
1972
OO^.OnO h- O <J\
vovnu3so««(#'m\oo\
a. M
tati ndla Tav. 9 dalla quale sirileva che nel 1975 il quo o
s g.
1
ziente dellTtalia (52 detenuti p.er 100.000 abitantij, pu
,
(6i), della Danimarca (5*8), del Belgio e della Franci
...........................................................................
(56).
D a n im a rc a ...........................................................................
r e ta g n a ................................................................
sH a
B e lg io ...........................................................................
t mfine da tener presente che, come gia accennat
G e rm a n ia R ep . F e d ........................................... ,
........................................................... ^
OB
,^al paragrafo 3.1, nella popolazione carceraria italiana a. •
................................
PAESI
a-dpsrenza di do che accade in altri Paesi, e moltb el
vata la proporzione dei detenuti in attesa di giudizio.
.O'
L u sse m b u ra o . . .
><
S ta ti U n iti
G ran B
Ita lia
186 ■
1
\ INDI.CE
\
\
I PROLOGO ................................................ 9
II LOSCANDALO DELLA VIOLENZA .... 21
III LA VIOLENZA COME RIFIUTO DELLA
MEDIAZIONECULTURALE.......................... 25 '
1. Atto violento e atto criminale...............................25
2. La violenza come eSperienza estetica ..... 27
*, / J. Violenzd e ctUtura.................. 31
4. L'esaltazione della violenza e reazionaria . . . 35
5. La violenzd dal basso .......................................... 36
6. Violenza e potere ............................................. 39
IV TIPI ESIGNIFICATO DELLA VIOLENZA , 45
V IVIZISONOyiRTtllMPAZZITE................... 49
VI LA VIOLENZA COME STATO ENDEMICO . 53
.4,
VII LA VIOLENZA COME PROGETTO
POLITICO................................................... 57.
VHI LA CULTURA DELLA VIOLENZA................... 65
IX LA GIUSTIFICAZIONEIDEOLOGICA
DELLA VIOLENZA..........................................69
X REPRESSIONE E POTERE.......................... 73
XI LA REPRESSIONE COME MANIPOLAZIONE 77
>
XII LATRAPPOLADELLTRRAZIONALISMO
NELLA SOCIETA ACEFALA ...........................83
XIII LA SPIEGAZIONE DELLA VIOLENZA ... 91
1a rKTEtEETtUALll^ELLp APPENDICr''. .................... .... 167
VsK?diQQlS]S|Q \ \ 95 Statistiche giudiziarie penpli tfonti 1STAT)
\XV VIOLENZA: QUALE? PERCHfe? ..... 101 1. Criminalita ............................................ 169
:XVI SAN BASILIC E DINTORNI .........................105 2. Movimento dei procedimenti................ 176
- 3. Detenuti e internati negli istituti di
XVII UN CASO EMBLEMATICO: UA VIOLENZA prevenzione e di pena ............
AROMA.......................................................... I'll
1. La violenza come rottura sistematica ■............... . 111
2. Violenza "lenta'' e violenza esplicita come
contro-violenza.............................................. 11^
3. ^oma come luogo di trasformazioni tipiche della
societditalianaintrasformazione ....................... H3
4. Criminalitd e violenza come indici delVevoluzione
diRpma. ............................................................ H®
5. La dialetticafra''ndrmale'" e’^diverso" . . . ..116
6. Limiii analitici e nuove direzioni di ricerca . . . 119
7. Le nuovefasce diemar^nazione....................... .120
8. Uncaso "visibile"di violenza romana:
la violenza contro le donne................................... 123
Statistiche sidla violenza a Roma................ ,. . . 133
Tab. 1 Delittidenunciati peri qualirautorita
giudiziaria ha iniziato I’azione penale 133
Tab. 2 Delitti denunciati in rapporto ai nuclei.
f^miliari............................................... 133
Tab. 3 Deiitti denunciati per i quali I’autorita.
giudiziaria ha iniziato I’azione penale,
5 (Provincia di Roma) . . . . , • . • 134
Tab. 4 Delitti denunciati per i quali I’autorita
giudiziaria ha iniziato I’azione penale,
(Resto del Lazio) 136
Xyill ALLE RADICI DEL’’BOOM” CRIMINALE 139
XIX PARTENOGENESI OVVERO IL MONOLOGO
CULTURALISTICO.................................... -145
XX COMEISOLAREITERRORISTI ..................151
XXI LA VIOLENZA PAGA SE HA UN ’’TEATRO” 159