La vita
Carlo Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese, il padre era medico.
Carlo, lo seguì a Perugia ed effettuò i primi studi presso i Gesuiti.
Proseguì gli studi a Rimini, ma scappò con una compagnia di comici, per raggiungere la
madre a Chioggia.
Fra il 1723-1725 studiò legge a Pavia, venne anche cacciato dalla scuola in seguito ad una
satira sulle donne della città. Alla morte del padre, Carlo si trovò in difficoltà, perché doveva
mantenere la madre, e per questo si laureò rapidamente avviando la carriera da avvocato.
Nel frattempo, conobbe a Verona il capocomico Giuseppe Imer, e grazie a lui ottenne
l'incarico di scrivere testi per il teatro San Samuele. In questo primo periodo, il teatro di
Goldoni è vario: melodrammi, intermezzi, tragicommedie. Ma questo lavoro non gli
permetteva di avere un agio economico e quindi fu costretto a lasciare Venezia per i suoi
debiti. Si trasferì a Pisa, a Livorno conobbe Gerolamo Medebac, che gli propose un
impiego come "poeta di teatro". Carlo lasciò definitivamente il mestiere di avvocato e
divenne scrittore di teatro di professione. Egli rimase nella compagnia di Medebac dal 1748
al 1753. Dopo un scontro con la compagnia di Medebac per questioni economiche, passò al
Teatro San Luca.
Goldoni avendo intrapreso una nuova polemica con Carlo Gozzi, riguardo alla sua riforma,
accettò l'invito trasferendosi a Parigi, dove visse per pochi mesi in miseria e morì nel 1793.
La Riforma Goldoniana
Quando Goldoni intraprese l'attività di scrittore, il teatro era ancora quello della "Commedia
dell'Arte" dell’età barocca. Gli attori rappresentavano delle maschere (Arlecchino, Brighella,
ecc.), non usavano un vero e proprio copione scritto dall'autore della Commedia, ma di una
sottospecie di canovaccio, che dà delle indicazioni generali sull’intreccio.Quindi le battute
sono abbandonate all’improvvisazione degli attori. Goldoni, si schierava contro questo teatro
per:
- La volgarità;
- La ripetitività degli intrecci e delle battute;
- Intrecci inverosimili con l'ambiente.
L'autore a Venezia, patria europea del teatro, da una parte voleva avere successo con le
sue commedie, dall'altra voleva scrivere qualcosa di verosimile. In questa ricerca della
verosimiglianza si trova a discutere anche dei personaggi, afferma che l'uomo avrà
sfaccettature diverse nella realtà così come nel teatro. Chi appartiene ad un ceto basso non
ha difficoltà ad esprimere la realtà delle cose, chi invece appartiene ad un ceto alto se ne
vergogna e quindi cerca di nasconderla. Le commedie goldoniane possono definirsi sia "di
carattere", quando emerge il singolo, sia "di ambiente" quando è evidente l'ambiente,
quando è evidente l'ambiente e la classe sociale, le commedie quindi possono dirsi
"biunivoche".
L'autore analizza i vari personaggi dettagliatamente, rappresentando debolezze o desideri,
propri dell'uomo. La riforma, non avvenne in poco tempo, ma per gradi. Il primo ostacolo che
Goldoni incontrò furono gli attori, che essendo abituati a recitare improvvisando, non
riuscivano ad imparare un copione a memoria, ma Goldoni riuscì a modellarlo sulle
esigenze degli attori. Le maschere rimasero, ma vennero trasformati i personaggi
dall'interno; Goldoni rifiutava i caratteri fissi, e voleva rappresentare situazioni
psicologiche e sociali reali, in cui il pubblico si poteva ritrovare. Goldoni cercò di
trasformare il teatro in un luogo di conoscenza, di critica, di riflessione su questioni
sociali, morali, psicologiche.
Il Mondo e il Teatro
Carlo Goldoni scriveva che la sua maggiore fonte di ispirazione l'aveva trovata in due “libri”:
il libro del Mondo e il libro del Teatro. Dal primo libro, l'autore afferma di poter trarre tutto
il materiale necessario per creare situazioni, personaggi, avventure legati alle esperienze
concrete della vita. Non c’è nulla di inventato o di surreale nel teatro di Goldoni, passioni
costumi e mode sono ripresi direttamente dalla vita vera e messi in scena. Dal secondo
libro, quello del Teatro, Carlo Goldoni riprende le tecniche, i trucchi e le strategie che
servono agli attori e allo scrittore di commedie per suscitare la meraviglia nel pubblico.
Le Commedie
La produzione teatrale di Carlo Goldoni è costituita da ben oltre 200 testi, suddivisi in 5
periodi che riguardano la lunga carriera artistica di Goldoni:
- 1a fase (prima della riforma): produce due intermezzi (“il buon padre” e “La
cantatrice”) con una struttura tradizionale.
- 2a fase (verso la riforma): produce “Momolo Cortesan” e “La donna di garbo”; questo
periodo è caratterizzato da una sperimentazione: nel “Momolo Cortesan” è ancora
presente il canovaccio, ma la parte del protagonista è scritta per intero; “La
donna di garbo” è invece la prima commedia scritta per intero.
- 3a fase (realizzazione della riforma): produce “La vedova scaltra”, “Il padre di
famiglia”, “La famiglia dell’antiquario”, “Il teatro comico”, “La bottega del caffè”, “I
pettegolezzi delle donne”, “La locandiera”. Durante questa fase goldoni collabora con
il teatro Sant’Angelo, si afferma il primato del testo scritto e il rifiuto
dell'improvvisazione.
- 4a fase (oltre la riforma): produce “Il campiello”, “Gl’innamorati”, “I rusteghi”, “La casa
nova”, “Trilogia della villeggiatura”, “Sior Todero brontolon”, “Le baruffe chiozzotte”,
“Una delle ultime sere di carnevale”; durante questo periodo collabora con il teatro
San Luca, nelle opere è presenta una disarmonia tra personaggi e mondo,
vengono valorizzati il popolo e il dialetto, ma viene criticata la borghesia.
- 5a fase: produce “Il ventaglio” e “Il burbero benefico”, commedie scritte in francese,
in seguito al suo trasferimento in Francia; questo periodo è caratterizzato da una
crisi d’ispirazione e da una grande malinconia.
La Locandiera
La lingua e le Mémoires
Il teatro di Goldoni è basato sul dialogo in dialetto, che varia da quello più diretto della
borghesia a quello più vivace dei ceti popolari. Le Memorie narrano la vita di Goldoni dalla
nascita. L’opera è divisa in 3 parti: la prima parte racconta il periodo dell’infanzia, della
giovinezza e dell’apprendistato teatrale; la seconda parte espone gli anni cruciali dei suoi
capolavori; la terza parte, infine, riguarda il periodo francese. Nel racconto, la vita si
identifica quasi sempre con il teatro, al quale l’autore si presenta legato dal destino.