Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785 da Giulia Beccaria, figlia
dell’illuminista Cesare Beccaria. I primi anni di collegio lasciano in lui un ricordo
del tutto negativo ma lo avviano alla conoscenza di autori moderni come Alfieri e Parini e alla lettura dei pensatori francesi illuministi: la discendenza da Beccaria e l’ambiente milanese pongono sicuramente delle solide basi per il pensiero di Manzoni che, come vedremo fra poco, recepisce molti elementi dalla cultura illuminista rielaborandoli poi secondo la sua personale visione del mondo. Nel 1805 Alessandro Manzoni si trasferisce a Parigi dove la madre viveva con Carlo Imbonati, il nuovo compagno che morì però improvvisamente prima dell’arrivo del giovane in Francia. Questo evento luttuoso portò ad un forte legame fra Manzoni e sua madre che non si attenuò mai. Nel 1808 sposa, con rito calvinista, Enrichetta Blondel, che fu sua compagna anche nel graduale processo di conversione verso il giansenismo che avvenne dopo il “miracolo di San Rocco” quando Manzoni, durante la festa patronale, si perse nella grande calca parigina e, preso dal panico, invocò Dio perché riuscisse a ritrovare sua moglie e la strada di casa. Le Odi civili seguono la forma e il linguaggio degli Inni Sacri. Le più importanti sono Marzo 1821 e il Cinque Maggio, composta quando Manzoni venne a conoscenza della morte di Napoleone Bonaparte. La prima è ispirata alla speranza, disillusa, della liberazione di Milano dagli austriaci per opera del re sabaudo Carlo Alberto. Il fatto non avvenne e anzi la città fu sottoposta a una dura repressione e censura ma nel 1848 venne pubblicata dal suo autore con l’incitamento agli italiani di unirsi per liberare il Paese. Il cinque maggio, una delle odi più note di Alessandro Manzoni, presta l’occasione all’autore per riflettere sulla vanità delle azioni umane sulla terra e sulla possibilità di una redenzione nella fede che è riuscita a placare anche l’animo bellicoso di Napoleone lasciandolo morire in pace.