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7

CAPITOLO

[numerazione araba] [numerazione devanagari] [numerazione cinese]

LE FUNZIONI
E LE LORO PROPRIETÀ

IL PREZZO GIUSTO
Ogni volta che acquistiamo un prodotto o un servizio, paghiamo in cambio una certa cifra di denaro.

Chi stabilisce qual è il prezzo giusto?

La risposta a pag. 366


TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

1. LE FUNZIONI DI
VARIABILE REALE
Che cosa sono le funzioni
DEFINIZIONE
Funzione
A f B
Una relazione fra due insiemi A e
B è una funzione se a ogni elemen-
to di A associa uno e un solo ele-
mento di B.
A "B

Poiché una funzione fa corrispondere a ogni elemento di A un unico elemento di


B, essa viene anche chiamata corrispondenza univoca.
Per indicare una funzione si usa una lettera minuscola (spesso la lettera f ) nel
seguente modo:
f
f: A " B , oppure A B,
che si legge: «f è una funzione da A a B».
● L’insieme B può coinci- Si dice che A è l’insieme di partenza della funzione e B l’insieme di arrivo.
dere con A.
Si può utilizzare una notazione simile anche per indicare che a un elemento x di A
corrisponde un elemento y di B:
f: x 7 y ;
● Analogamente, x è detta y è detta l’immagine di x mediante la funzione f.
controimmagine di y.
L’insieme di partenza A è detto domi-
● Spesso il dominio di una A B
f nio della funzione; il sottoinsieme di B
funzione viene indicato con formato dalle immagini degli elementi
la lettera D. y di A è detto codominio. Indichiamo
x
il codominio con la lettera C. Vale la
C
relazione C 3 B .

dominio codominio
b Figura 1

● Si legge: «y uguale a f di Per indicare una funzione si utilizza anche la scrittura: y = f(x).
x».
Le funzioni numeriche
Quando i due insiemi A e B sono numerici, le funzioni vengono dette funzioni
numeriche.
In seguito, quando parleremo di funzioni numeriche, sarà sottinteso che esse
sono definite per valori reali, cioè il loro dominio sarà R o un sottoinsieme di R e
l’insieme di arrivo sarà R stesso. Tali funzioni si chiamano funzioni di variabile

334
PARAGRAFO 1. LE FUNZIONI DI VARIABILE REALE TEORIA

reale. Inoltre esse saranno in genere descrivibili mediante un’espressione analiti-


ca, ossia mediante una formula matematica.
ESEMPIO
Consideriamo la funzione f⬊ R " R descritta dalla legge matematica
y = 2x + 5.
A ogni valore di x la legge fa corrispondere uno e un solo valore di y. Per
esempio, per x = 3 il valore di y è y = 2 $ 3 + 5 = 11. Possiamo anche dire
che 11 è l’immagine di 3, cioè f(3) = 11.

Il valore che assume y dipende da quello attribuito a x. Per questo motivo y prende
il nome di variabile dipendente e x di variabile indipendente.
I valori della x sono quindi gli elementi del dominio, mentre quelli assunti dalla y
sono gli elementi del codominio.
Di una funzione numerica possiamo disegnare il grafico, ossia l’insieme dei punti ● Il grafico viene anche
P(x; y) del piano cartesiano tali che x è un numero reale nel dominio di f e y è detto diagramma carte-
siano.
l’immagine di x, ossia y = f(x).
Se la funzione f è definita da un’equazione y = f(x), il suo grafico è una curva,
luogo di tutti i punti del piano che soddisfano l’equazione.
ESEMPIO
Nella figura 2 abbiamo rappresentato il grafico della funzione y = 2x + 5. ● Il grafico di una fun-
䉳 Figura 2 Il grafico della funzione y = 2x + 5
zione del tipo y = mx + q è
y è una retta che interseca gli assi nei punti una retta. Per rappresen-
5 tarla è sufficiente determi-
b- 5 ; 0l e (0; 5). nare due suoi punti, per
2
y = 2x + 5 esempio le intersezioni con
gli assi x e y che si otten-
gono ponendo, rispettiva-
mente, y = 0 e x = 0
5 O x
−— nell’equazione.
2

Le funzioni definite per casi


Esistono funzioni definite da espressioni analitiche diverse a seconda del valore
attribuito alla variabile indipendente. Tali funzioni sono dette funzioni definite ● Si chiamano anche fun-
per casi. zioni definite a tratti.

ESEMPIO
y
La funzione
2x + 6 se x #- 1
y=( y = 2x + 6 ● Il grafico di una funzione
x2 - 2x + 1 se x 2 - 1 del tipo
è una funzione definita per casi. y = ax2 + bx + c
2
Il suo grafico è rappresentato nella y = x − 2x + 1
(con a ! 0) è una parabola
figura 3. con asse parallelo all’asse y.
−1 O x

2x + 6 se x ≤ −1
䉴 Figura 3 Un esempio di grafico di una fun- y=
x2 − 2x + 1 se x > −1
zione definita per casi.

335
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

c Figura 4 Il grafico della Anche la funzione valore assoluto può


funzione y = uxu. y essere definita per casi:
y = x è la funzione rappre-
x se x $ 0
sentata dalla bisettrice del
y = −x y=x y= x ='
primo e terzo quadrante; -x se x 1 0
y = - x è rappresentata
dalla bisettrice del secondo e Il suo grafico è rappresentato nella
O x
quarto quadrante. figura 4.
x se x ≥ 0
y=
− x se x < 0

La classificazione delle funzioni


L’espressione analitica che descrive una funzione può avere due forme:
• forma esplicita, del tipo y = f(x); per esempio, y = 2x 2 - 1;
• forma implicita, del tipo F(x; y) = 0; per esempio, 2x 2 - y - 1 = 0.
Se l’espressione y = f(x) contiene soltanto operazioni di addizione, sottrazione,
moltiplicazione, divisione, elevamento a potenza o estrazione di radice, la funzio-
ne è algebrica.
Una funzione algebrica può essere:
● Il grafico di una funzione • razionale intera (o polinomiale) se è espressa mediante un polinomio; in par-
lineare è una retta, quello di ticolare, se il polinomio è di primo grado rispetto alla variabile x, la funzione si
una funzione quadratica è dice lineare, se il polinomio in x è di secondo grado, la funzione è detta quadra-
una parabola.
tica;
• razionale fratta se è espressa mediante quozienti di polinomi;
• irrazionale se la variabile indipendente compare sotto il segno di radice.
ESEMPIO
1. Le funzioni y = 5x - 7 e y = - x2 + 3x - 8 sono razionali intere. La pri-
ma è lineare, la seconda è quadratica.
5x - 1
2. y = è una funzione razionale fratta.
x2
4
3. y = x3 - 9 è una funzione irrazionale.

c Figura 5 La classificazione
delle funzioni reali di varia- FUNZIONI goniometriche
bile reale della forma y = f(x) y = cos (3x + 1)
e alcuni esempi.
algebriche trascendenti
logaritmiche
y = log (x + 3)2
razionali irrazionali
esponenziali
y=√ x+1
⎯⎯⎯⎯
y = 42x + 3
intere fratte
2x − 1
y = 5x − 7 y = ———
3x + 2

Se una funzione non è algebrica, si dice trascendente.


Studieremo in seguito le funzioni esponenziali, logaritmiche e goniometriche, che
sono funzioni trascendenti.

336
PARAGRAFO 2. IL DOMINIO DI UNA FUNZIONE TEORIA

2. IL DOMINIO DI UNA FUNZIONE


DEFINIZIONE
Dominio naturale
Il dominio naturale della funzione y = f(x) è l’insieme più ampio dei valori ● Il dominio naturale
reali che si possono assegnare alla variabile indipendente x affinché esista il viene anche chiamato
corrispondente valore reale y. campo di esistenza.

Normalmente il dominio naturale non viene assegnato esplicitamente, perché


può essere ricavato dall’espressione analitica della funzione.
Per esempio, consideriamo la funzione:

y= x -2.

Se sostituiamo a x un valore minore di 2, la radice perde significato.


Il dominio naturale di tale funzione è l’intervallo x $ 2, con x ! R. In forma
abbreviata scriviamo:

D: x $ 2. ● Per brevità, chiamiamo


il dominio naturale anche
Perciò, quando viene assegnata una funzione senza dominio, si sottointende che soltanto dominio e lo
esso sia il dominio naturale. indichiamo con D.
La determinazione del dominio di una funzione è la condizione preliminare per
tracciare il grafico della funzione stessa.
Vediamo come si determina il dominio per i diversi tipi di funzioni algebriche.

Dominio delle funzioni algebriche


Per la funzione razionale intera, o funzione polinomiale, il dominio è R, che si
può anche scrivere come D: ]- 3, + 3 [ .
Nel caso della funzione razionale fratta il dominio è R privato dei valori che
annullano il denominatore.

Nel caso della funzione irrazionale intera è necessario distinguere il caso di radi-
cale con indice pari e di radicale con indice dispari.
• Nel caso di indice pari il radicale negativo non ha significato, perciò il dominio
è dato dall’insieme dei valori che rendono non negativo il radicando.
• Nel caso di indice dispari è sempre definita per tutti i valori per i quali il radican-
do ha significato.

ESEMPIO
Determiniamo il dominio delle seguenti funzioni algebriche.

1. y = x3 + 7x2 - 5x + 9

È una funzione razionale intera, perciò il suo dominio è R.

337
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

x3 + 8
2. y =
2x + 3x - 5
2

È una funzione razionale fratta, quindi è definita per i valori di R che non
annullano il denominatore. Dobbiamo perciò porre il denominatore diver-
so da zero.
2x2 + 3x - 5 ! 0 .
5
Risolvendo si ottiene: x1 !- ; x ! 1.
2 2
5
Il dominio della funzione è perciò: D = R - &-
2 0
;1 .
2
3. y = 2x2 + 7x
La radice ha indice pari, perciò la funzione è definita solo se 2x2 + 7x $ 0 .
Risolvendo si ottiene:
7
x1 = 0 ; x2 =- .
2
7
Il dominio della funzione perciò è D: x # 0 0 x $- .
2
3
4. y = 5x5 + 7x3 + 15
La radice ha indice dispari, il radicando è un polinomio perciò è sempre
definito, il dominio della funzione irrazionale è R.
3 x2 + 7
5. y =
3x2 - 3
La radice ha indice dispari, il radicando è frazionario, quindi si deve porre
la condizione per cui il radicando sia definito, perciò il denominatore deve
essere diverso da 0: 3x2 - 3 ! 0 .
Risolvendo si ottiene: x ! 1 / x !- 1.
Il dominio della funzione è perciò: D = R - {- 1; + 1} .

3. GLI ZERI DI UNA FUNZIONE


E IL SUO SEGNO
La ricerca di eventuali punti di intersezione di una funzione con gli assi cartesiani
e lo studio del segno che la funzione assume nel suo dominio sono informazioni
utili per ricavare informazioni sul suo grafico.
Un numero reale a è uno zero della funzione y = f(x) se f(a) = 0.
Gli zeri di una funzione sono le ascisse dei punti di intersezione del grafico della
funzione con l’asse x, quindi si determinano risolvendo il sistema:
y = f (x)
) " f (x) = 0 .
y=0
Gli eventuali punti di intersezione del grafico con l’asse delle ordinate hanno
ascissa nulla, ossia x = 0. Esistono solo se la funzione è definita per x = 0 e si
determinano calcolando y = f(0).

338
PARAGRAFO 3. GLI ZERI DI UNA FUNZIONE E IL SUO SEGNO TEORIA

Per determinare il segno della funzione si devono ricercare i valori di x per cui la
funzione risulta positiva, cioè f(x) si trova nel semipiano delle ordinate positive, e
quelli per cui è negativa, cioè f(x) si trova nel semipiano delle ordinate negative.
A questo scopo si risolve la disequazione f (x) 2 0 .
ESEMPIO
Consideriamo la funzione f (x) = x3 + 2x2 - 5x - 6 e determiniamo:
a) il dominio;
b) gli eventuali punti di intersezione con gli assi cartesiani;
c) il segno della funzione.
a) La funzione è razionale intera, perciò è definita in R .
b) Per trovare i punti di intersezione con l’asse x si deve porre f(x) = 0, ossia

x3 + 2x2 - 5x - 6 = 0 .

Scomponendo il polinomio con la regola di Ruffini, otteniamo:

(x + 3) (x + 1) (x - 2) = 0

da cui ricaviamo: x =- 3 ; x =- 1; x = 2 .
La funzione ha quindi tre punti di intersezione con l’asse delle ascisse, di
coordinate:

(- 3; 0) ; (- 1; 0) ; (2; 0).

Per trovare i punti di intersezione con l’asse y poniamo x = 0 nell’espres-


sione x3 + 2x2 - 5x - 6 .
Per x = 0: 03 + 2 $ 02 - 5 $ 0 - 6 =- 6 .
La funzione ha quindi un punto di intersezione con l’asse delle ordinate, di
coordinate (0; - 6 ).
c) Per determinare il segno della funzione dobbiamo risolvere la disequazio-
ne:
x3 + 2x2 - 5x - 6 2 0 .

Scomponiamo il polinomio, –3 –1 2 b Figura 6


otteniamo:
(x + 3) (x + 1) (x - 2) 2 0 . x+3 0

x+1 0

x–2 0

(x+3)(x+1)(x–2) 0 0 0

Compiliamo il quadro dei segni dal quale ricaviamo che:


f (x) 2 0 se - 3 1 x 1 - 1 0 x 2 2;
f (x) = 0 se x =- 3 0 x =- 1 0 x = 2;
f (x) 1 0 se x 1 - 3 0 - 1 1 x 1 2.

339
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

y y Possiamo utilizzare le informazioni


f(x) > 0 ricavate per determinare la regione
del piano cartesiano in cui si trova il
grafico della funzione (figura 7).
–3 –1 O 2 x
x I punti segnati con un pallino rosso
–3 –1 2 indicano i punti di intersezione del
grafico della funzione con gli assi.
f(x) < 0
Se la funzione è positiva si trova
sopra l’asse delle ascisse, se è negati-
m Figura 8 Il grafico della va si trova al di sotto dell’asse delle
funzione ascisse.
f(x) = x3 + 2x2 - 5x - 6.
–6 Le parti tratteggiate sono quelle dove
non si può trovare il grafico della
funzione.
Possiamo verificare questi risultati,
m Figura 7 osservando il grafico in figura 8.

4. LE PROPRIETÀ DELLE FUNZIONI


Le funzioni iniettive, suriettive e biiettive
● Dicendo al più inten- DEFINIZIONE
diamo che ci possono essere Funzione iniettiva A B
elementi di B che non sono
immagini di elementi di A,
Una funzione da A a B si dice iniet-
ma non possono esserci ele- tiva se ogni elemento di B è imma-
menti di B che sono imma- gine di al più un elemento di A.
gini di più di un elemento
di A.

a ogni elemento di B
arriva al più una freccia

● Se una funzione è iniet- Se una funzione è iniettiva, a due elementi distinti del dominio non corrisponde
tiva, non è detto che l’in- mai lo stesso elemento del codominio, cioè:
sieme B di arrivo coincida
con il codominio. x1 ! x2 & f(x1) ! f(x2).

ESEMPIO
c Figura 9 Il grafico della 1. La funzione
funzione y = 3x + 1 è una y
retta. La funzione è iniettiva: y = 3x + 1
a ogni valore scelto sull’asse y = 3x + 1
è iniettiva perché ogni valore 2
y corrisponde un solo valore
sull’asse x. assunto da y è immagine di un
solo valore di x.
O 1 x

2. La funzione 3

y = x2 - 2x + 2
non è iniettiva.

340
PARAGRAFO 4. LE PROPRIETÀ DELLE FUNZIONI TEORIA

Scegliamo, per esempio, y = 5. Sostituendo, otteniamo:


2-4
=- 1
2
x2 - 2x + 2 = 5 " x2 - 2x - 3 = 0 " x=
2+4
=3
2
Il valore 5 della y è immagine di due diversi valori della x,

x = - 1 e x = 3.

b Figura 10 Il grafico della funzione ● Se una funzione non è


y 5 y = x2 - 2x + 2 è una parabola. Se si iniettiva, esiste almeno una
y = x2 − 2x + 2 esclude l’ordinata del vertice, ogni valore retta parallela all’asse x che
y diverso da 1 scelto nel codominio è il interseca il grafico della
corrispondente di due valori sull’asse x, funzione in più di un punto.
quindi la funzione non è iniettiva.

−1 O 3 x

DEFINIZIONE
Funzione suriettiva
A B
Una funzione da A a B si dice
suriettiva quando ogni elemento
di B è immagine di almeno un ele- ● Dicendo almeno inten-
diamo che un elemento di B
mento di A.
può essere l’immagine di
più elementi di A.

a ogni elemento di B arriva


almeno una freccia

Il fatto che una funzione sia o non sia suriettiva dipende da come si sceglie l’in- ● Se una funzione è suriet-
sieme di arrivo. Se lo si sceglie coincidente con il codominio, la funzione è certa- tiva, l’insieme di arrivo B
coincide con il codominio.
mente suriettiva.

ESEMPIO
La funzione rappresentata nella b Figura 11 Se per la fun-
figura 11 è suriettiva se l’insieme zione y = f(x) consideriamo
y come insieme di arrivo il suo
d’arrivo è costituito dagli y tali che y = f(x)
codominio (l’insieme dei reali
1 # y # 5. 5 y tali che 1 # y # 5), la fun-
zione è suriettiva.

1
O 2 8 x

341
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

DEFINIZIONE
Funzione biiettiva (o biunivoca) A B
Una funzione da A a B è biiettiva
quando è sia iniettiva sia suriettiva.

a ogni elemento di B arriva


una e una sola freccia

Una funzione biiettiva viene anche chiamata biiezione o corrispondenza biuni-


voca fra A e B. In simboli: f⬊ A ) B.
In una funzione biiettiva c’è una corrispondenza «uno a uno» fra gli elementi di
A e quelli di B. Ogni elemento di A è l’immagine di uno e un solo elemento di B
e viceversa.
ESEMPIO
1. La funzione f⬊ [a; b] " [c; d] rappresentata nella figura 12a è biiettiva. Ogni
valore di y è il corrispondente di uno e un solo valore di x.
2. La funzione g⬊ [a; b] " [c; d] della figura 12b non è biiettiva. Ci sono valori
di y che sono corrispondenti di più valori di x.
䉴 Figura 12

y y = f(x) y y = g(x)
d d

c c

O a b x O a b x

a. La funzione y = f(x) è biiettiva. b. La funzione y = g(x) non è biiettiva


perché non è iniettiva.

Le funzioni crescenti, le funzioni decrescenti,


le funzioni monotòne
DEFINIZIONE
Funzione crescente f: D → ⺢ D⊆⺢
in senso stretto I⊆D
Una funzione y = f (x) di dominio ∀ x1, x2 ∈ I, x1 < x2 ⇒ f(x1) < f(x2)

D 3 R si dice crescente in senso y


stretto in un intervallo I, sottoinsie- f(x2)
me di D, se comunque scelti x 1 e x 2 f(x1)
appartenenti a I, con x 1 1 x 2 , allora x1 x2 I D x
f (x 1) 1 f (x 2 ).

342
PARAGRAFO 4. LE PROPRIETÀ DELLE FUNZIONI TEORIA

ESEMPIO
y
La funzione y = x 2 - 4 è crescente nell’intervallo I = [0; + 3[.

Se nella definizione precedente sostituiamo la relazione f (x 1 ) 1 f (x 2 ) con −2 O 2 x


f (x 1 ) # f (x 2 ) otteniamo la definizione di funzione crescente in senso lato o
anche non decrescente.
−4
ESEMPIO
y = x2 − 4
La funzione
Zx y
] se x # 1 y=1 y=x−2
y = f (x) = [1 se 1 1 x 1 3 1
]
\x - 2 se x $ 3
y=x
1 3 x

I = ] − ⬁; +⬁ [ = R b Figura 13 Un esempio di
è crescente in senso lato in R (figura 13). funzione crescente in senso
lato in R.

DEFINIZIONE
Funzione decrescente
f:D→R D⊆R
in senso stretto
I⊆D
Una funzione y = f (x) di dominio ∀ x1, x2 ∈ I, x1 < x2 ⇒ f(x1) > f(x2)
D 3 R si dice decrescente in senso y
stretto in un intervallo I, sottoinsie- f(x1)
me di D, se comunque scelti x 1 e x 2
appartenenti a I, con x 1 1 x 2, allora f(x2)

f (x 1) 2 f (x 2 ). I x1 x2 D x
y

ESEMPIO
y = - x 2 + 8 nell’intervallo I = [0; + 3[ è una funzione decrescente. x

y = −x2 + 8
Se nella definizione precedente sostituiamo la relazione f (x 1 ) 2 f (x 2 ) con
f (x 1 ) $ f (x 2 ) otteniamo la definizione di funzione decrescente in senso lato o
anche non crescente.

ESEMPIO
La funzione
x 2 + 2x + 3 se x # - 1 y = x2 + 2x + 3
y = f (x) = )
2 se x 2 - 1 y
2
è decrescente in senso lato in R (figura 14).
y=2

In seguito, se diremo che una funzione è crescente (o decrescente), senza aggiun- −1 O x

gere altro, sarà sottinteso che lo è in senso stretto.


m Figura 14 Un esempio
di funzione decrescente in
senso lato in R.

343
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

● Analoga definizione può DEFINIZIONE


essere data per una fun- Funzione monotòna
zione monotòna in senso
lato.
Una funzione di dominio D 3 R FUNZIONE MONOTÒNA
si dice monotòna in senso stretto
in un intervallo I, sottoinsieme di
D, se in quell’intervallo è sempre FUNZIONE FUNZIONE
CRESCENTE DECRESCENTE
crescente o sempre decrescente in
senso stretto.

Le funzioni pari e le funzioni dispari


● Se non diamo indica- DEFINIZIONE
zioni particolari, conside- Funzione pari
riamo come dominio l’in-
Indichiamo con D un sottoinsie-
sieme R. f: D → R D⊆R
me di R tale che se x ! D allora
- x ! D. Una funzione y = f (x) si
∀ x, −x ∈ D ⇒ f(−x) = f(x)
dice pari in D se f (- x) = f (x) per
qualunque x appartenente a D.

ESEMPIO
1. La funzione y = f (x ) = 2x 4 - 1 è pari in R perché, sostituendo a x il suo
opposto - x, si ottiene ancora f (x ):

f (- x ) = 2 (- x )4 - 1 = 2x 4 - 1 = f (x ).

2. La funzione y = f (x ) = 2x 4 - x non è pari perché sostituendo a x il suo


opposto - x non si ottiene f (x ):

f (- x ) = 2(- x )4 - (- x ) = 2x 4 + x ! f (x ).

● Il termine noto può Se una funzione polinomiale ha espressione analitica contenente soltanto potenze
essere considerato un della x con esponente pari, allora è pari.
monomio di grado zero.
ESEMPIO
y = 5x 6 - 3 può essere scritta y = 5x 6 - 3x 0. La funzione contiene soltanto
potenze pari di x, quindi è una funzione pari.
c Figura 15 Il grafico di una Se una funzione è pari, il suo grafico è sim-
funzione pari è simmetrico y
metrico rispetto all’asse y. Infatti, se il pun-
rispetto all’asse y.
y = f(x) to P (x; y) appartiene al grafico, vi appar-
tiene anche il punto P l(- x; y).

f(− a) f(a)

−a O a x

∀a ∈D f(a) = f(−a)

344
PARAGRAFO 4. LE PROPRIETÀ DELLE FUNZIONI TEORIA

DEFINIZIONE
Funzione dispari
Consideriamo D un sottoinsieme di f:D→R D⊆R
R tale che se x ! D anche - x ! D.
Una funzione y = f (x) si dice ∀ x, −x ∈ D ⇒ f(−x) = −f(x)
dispari in D se f (- x) = - f (x)
per qualunque x appartenente a D.

ESEMPIO
1. La funzione y = f (x ) = x 3 + x è dispari perché sostituendo a x il suo
opposto - x si ottiene - f (x ):
f (- x ) = (- x )3 + (- x ) = - x 3 - x = - (x 3 + x ) = - f (x ).
2. La funzione y = f (x ) = x 3 + 1 non è dispari perché sostituendo a x il suo
opposto - x non si ottiene - f (x ):
f (- x ) = (- x )3 + 1 = - x 3 + 1 ! - f (x ).
Una funzione polinomiale con espressione analitica contenente solo potenze della
x con esponente dispari è una funzione dispari.
Se una funzione è dispari, il suo grafico è simmetrico rispetto all’origine degli
assi. Infatti, se il punto P (x; y) appartiene al grafico, vi appartiene anche il punto
P l(- x ; - y).
ESEMPIO

b Figura 16 Il grafico di una funzione dispari è


y simmetrico rispetto all’origine.

−a f(a)
O a x
f(−a)

∀a ∈D f(a) = −f(−a)

Una funzione che non è pari non è necessariamente dispari (e viceversa).


Per esempio, la funzione y = f (x ) = x 2 + x non è né pari né dispari. Infatti:
f (- x ) = (- x )2 + (- x ) = x 2 - x ! - f (x ) / ! f (x ).

Le funzioni periodiche
DEFINIZIONE
Funzione periodica y
Una funzione y = f (x) si dice perio-
dica di periodo T, con T 2 0, se, per f(x) f(x + T)
qualsiasi numero k intero, si ha: x x+T x
T
f (x) = f (x + kT).

345
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

In una funzione periodica il grafico si ripete di periodo in periodo.


Se una funzione è periodica di periodo T, essa lo è anche di periodo 2T, 3T, 4T…
. Figura 17 Per esempio, la funzione della figura 17 ha periodo 3, ma anche 6, 9, …

y y y

−9 −6 −3 0 3 6 9 12 x −9 −6 −3 0 3 6 9 12 x −9 −6 −3 0 3 6 9 12 x
T 2T 3T
a b c

Il periodo più piccolo è anche detto periodo principale ed è quello che di solito è
considerato come periodo della funzione.

5. PRIMO STUDIO
DI UNA FUNZIONE
Per ottenere informazioni sul grafico di una funzione y = f (x) utilizziamo le
caratteristiche esaminate finora:
1. determiniamo il dominio della funzione ed eventualmente il codominio;
2. troviamo gli eventuali punti di intersezione del grafico con gli assi cartesiani;
3. determiniamo il segno della funzione;
4. stabiliamo se la funzione è pari o dispari: se è pari è simmetrica;
5. verifichiamo se è periodica, nel qual caso ci si limita a studiarla in un solo inter-
vallo.

Dalle caratteristiche di una funzione al suo


grafico
Vediamo in che modo è possibile farsi un’idea dell’andamento del grafico di una
funzione partendo dalle sue caratteristiche.

ESEMPIO
Consideriamo una funzione f(x) che ha le seguenti caratteristiche:
1. il dominio è R - {- 1};
2. l’intersezione con gli assi è in O(0; 0);
3. f(x) 2 0 per x 1 -1 0 x 2 0, f(x) 1 0 per - 1 1 x 1 0.
Esaminiamo quali indicazioni ci danno sul possibile andamento del grafico.
1. Tracciamo il riferimento cartesiano xOy evidenziando il dominio.

−1 O x

b Figura 18

346
PARAGRAFO 5. PRIMO STUDIO DI UNA FUNZIONE TEORIA

2. 3. Segniamo l’intersezione con gli assi e gli intervalli in cui la funzione è


positiva o negativa. Tratteggiamo le zone del piano cartesiano in cui non
ci sono punti del grafico della funzione.

−1 O x

b Figura 19

Dal grafico di una funzione


alle sue caratteristiche
Vediamo in che modo è possibile, partendo dal grafico, ricavare le caratteristiche
di una funzione.

ESEMPIO
Sia f(x ) la funzione rappresentata nel grafico.

y=−x 4

−2 −1 O 1 x

b Figura 20

Dalla figura deduciamo:


1. il dominio;
2. le intersezioni con gli assi;
3. gli intervalli in cui la funzione è positiva e negativa;
4. gli intervalli in cui è crescente o decrescente.
1. Il dominio è R - {! 1}, perché f (x ) non è definita in x = ! 1.
2. L’intersezione con gli assi si ha in O(0; 0).
3. f (x ) 2 0 per x 1 - 1 0 (x 2 0, x ! 1),
f (x) 1 0 per - 1 1 x 1 0.
4. La funzione è crescente per -2 1 x 1 -1 e - 1 1 x 1 1. La funzione è
decrescente per x 1 -2 e x 2 1.

347
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

6. LE FUNZIONI ALGEBRICHE
Le funzioni razionali intere
La funzione razionale intera di primo grado
Una funzione intera di primo grado è del tipo
y = ax + b .
Il suo grafico è una retta. Se il grafico non è una retta parallela agli assi cartesiani,
la funzione:
• ha dominio e codominio uguali a R;
• se a 2 0 , è strettamente crescente; se a 1 0 , è strettamente decrescente.
Il grafico interseca:
• l’asse y nel punto (0; b);
b
• l’asse x nel punto b- ; 0l .
a
Il grafico è rappresentato in figura.
y

x
–b
– O
a

b Figura 21 Il grafico di y = ax + b.

La funzione razionale intera di secondo grado


Una funzione razionale intera di secondo grado è del tipo:
y = ax2 + bx + c
con queste caratteristiche:
• ha dominio e codominio uguali a R;
b
• se a 2 0, è strettamente crescente per x 2- e strettamente decrescente per
2a
b
x 1- ;
2a
b
• se a 1 0, è strettamente decrescente per x 2- e strettamente crescente per
2a
b
x 1- .
2a
Il grafico:
• ha sempre un solo punto di intersezione con l’asse delle ordinate di coordinate
(0; c);
• interseca l’asse delle ascisse in:
– due punti distinti se l’equazione ax2 + bx + c = 0 ammette due soluzioni reali
e distinte;
– un solo punto se l’equazione ammette due soluzioni reali coincidenti;
– nessun punto se l’equazione non ammette soluzioni reali.

348
PARAGRAFO 6. LE FUNZIONI ALGEBRICHE TEORIA

b Figura 22 Grafici di
a>0 y a<0 y y = ax2 + bx + c
c nei casi di a 2 0 e a 1 0.

x
b
– ––
b
– –– 2a
2a x
c

a b

La funzione razionale intera polinomiale


La funzione polinomiale è del tipo:
y = an xn + an - 1 xn - 1 + f + a 2 x 2 + a1 x + a 0 .
Per questo tipo di funzioni in generale si può solo affermare che:
• il dominio è uguale a R;
• il grafico interseca l’asse y nel punto di coordinate (0; a0).

ESEMPIO
Cerchiamo informazioni sul grafico della funzione:
y = x 4 - 3x 2 + 2.

1. Determiniamo il dominio della funzione. Poiché non esistono limitazioni


per x, si ha D: 6 x ! R.
2. Controlliamo se il grafico della funzione presenta delle simmetrie.
Essendo f (- x ) = (- x)4 - 3 (- x)2 + 2 = x 4 - 3x 2 + 2 = f (x ), la fun-
zione è pari e il suo grafico è simmetrico rispetto all’asse y.
3. Intersezioni con gli assi.
Asse y :
y = x 4 - 3x 2 + 2 y=2
) "( " il punto di intersezione con l'asse y • A (0; 2) .
x=0 x=0
Asse x:
y = x 4 - 3x 2 + 2
) " x 4 - 3x 2 + 2 = 0 .
y=0
L’equazione ha per soluzioni:
x1 =- 1, x 2 = 1, x3 =- 2 , x 4 =+ 2 .
I punti di intersezione con l’asse x sono:
B (- 1; 0), C (1; 0),
D (- 2 ; 0), E ( 2 ; 0).
Tracciamo gli assi cartesiani per rappresentare le informazioni ottenute
finora (figura 23).

349
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

y
2 A

D B C E
− 2 −1 O 1 2 x
a
b Figura 23

4. Studiamo il segno della funzione.


x 4 - 3x 2 + 2 2 0
x 4 - 3x 2 + 2 = (x 2 - 2) (x 2 - 1) 2 0.
Primo fattore:
x 2 - 2 2 0 per x 1 - 2 0 x 2 2.
Secondo fattore:
x 2 - 1 2 0 per x 1 - 1 0 x 2 1.
Compiliamo il quadro dei segni (figura 24).

– 2 –1 1 2

x2 – 2 0 0

x2 –1 0 0
y 0 0 0 0

b Figura 24

f (x) 2 0 per x 1 - 2 0 - 1 1 x 1 1 0 x 2 2.
Rappresentiamo questi risultati nel riferimento cartesiano, tratteggian-
do le zone in cui non ci sono punti del grafico della funzione (figu-
ra 25).

y
2 A

2 D B C E
− 2 −1 O 1 2 x

x
− 2 −1 O 1 2
b Figura 25

Possiamo verificare questi risultati osservando il grafico in figura 26.


m Figura 26 Il grafico della
funzione f(x) = x - 3x + 2.
4 2

350
PARAGRAFO 6. LE FUNZIONI ALGEBRICHE TEORIA

Le funzioni razionali fratte


Le funzioni razionali fratte sono del tipo:
an xn + an - 1 xn - 1 + f + a 0 A (x)
y= = .
bm xm + bm - 1 xm - 1 + f + b 0 B (x)

• Hanno come dominio R con esclusione dei valori che annullano B (x );


• intersecano l’asse x nei punti in cui A(x) = 0.

ESEMPIO
Cerchiamo informazioni sul grafico della funzione:
(2 - x) 3
y= .
3 (x - 4)
1. Determiniamo il dominio della funzione. Il suo denominatore deve essere
non nullo. Quindi:
D: x ! 4.

2. Cerchiamo eventuali simmetrie:


[2 - (- x)] 3 (2 + x) 3
f (- x) = = .
3 (- x - 4) - 3 (x + 4)
Poiché f (- x) ! - f (x) e f (- x) ! f (x ), la funzione non è né dispari né
pari.

3. Determiniamo le intersezioni con gli assi.


Asse y :
(2 - x) 3 8 2
y= y= y =-
* 3 (x - 4) " * - 12 " * 3
x=0 x=0 x=0

Il punto di intersezione con l’asse y è A b0; - 2 l .


3
Asse x :
(2 - x) 3 (2 - x) 3 (2 - x) 3 = 0
y= =0
* 3 (x - 4) " * 3 (x - 4) " * "
y=0 y=0 y=0

2-x = 0 x=2
" * " *
y=0 y=0
Il punto di intersezione con l’asse x è B (2; 0).
Nel piano cartesiano rappresentiamo le informazioni ottenute (figura 27).

B C
O 2 4 x
A Ð –2
3

b Figura 27

351
TEORIA CAPITOLO 7. LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

4. Studiamo il segno della funzione:


(2 - x) 3
20 N 2 0 per x 1 2;
3 (x - 4)
D 2 0 per x 2 4.
Compiliamo il quadro dei segni (figura 28).

2 4

(2– x)3 0

3(x– 4) 0

y 0

b Figura 28

f (x) 2 0 per 2 1 x 1 4.
Rappresentiamo questi risultati nel piano cartesiano (figura 29), trat-
teggiando le zone del piano in cui non ci sono punti del grafico della
funzione.
y
b Figura 29
y

O 2
–2
– x
3

O 2 4 x
– Ð2
3

m Figura 30 Il grafico della


(2 - x) 3
funzione f (x) = .
3 (x - 4)
Possiamo verificare questi risultati osservando il grafico della funzione (figura 30).

Le funzioni irrazionali
Le funzioni irrazionali intere
Le funzioni razionali intere sono del tipo:
y= n
A(x) .
Hanno come dominio:
• R, se n è dispari;
• i valori di x che rendono A(x) $ 0, se n è pari.
Studiamo il grafico della funzione irrazionale nella forma più semplice:
y= ax con a $ 0 .
1. Il dominio della funzione si determina ponendo ax $ 0 , da cui x $ 0 . Il domi-
nio della funzione è D: x $ 0 .
2. Nel dominio in cui è definita la funzione la x è sempre positiva, quindi non ha
significato determinare f (- x) .
3. La funzione interseca gli assi nel punto (0; 0).

352
PARAGRAFO 6. LE FUNZIONI ALGEBRICHE TEORIA

4. Il segno della funzione è sempre positivo, in quanto un radicale è sempre posi-


tivo o nullo.
Possiamo osservare queste caratteristiche nel grafico della funzione (figura 31).

y
a≥0

b Figura 31

Le funzioni irrazionali fratte


Le funzioni irrazionali fratte sono del tipo:
n A(x)
y= .
B(x)
Hanno come dominio:
• R esclusi i valori di x che rendono B(x) = 0, se n è dispari;
A (x )
• i valori di x che rendono $ 0 e B (x) ! 0 , se n è pari.
B (x )
ESEMPIO

Cerchiamo informazioni sul grafico della funzione:


x+1
y= .
x-1
1. Determiniamo il dominio della funzione ponendo il radicando $ 0:
x+1
$ 0 per x # - 1 0 x 2 1.
x-1
Il dominio della funzione è D: x # - 1 0 x 2 1.
Rappresentiamo i risultati ottenuti (figura 32).

−1 O 1 x

b Figura 32

353

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