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Illidan Grantempesta

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«Traditore... in verità, fui io ad essere tradito. Eppure mi danno la caccia.
Eppure mi odiano. Ora i miei occhi ciechi vedono ciò che gli altri non vedono...
Che a volte è necessario forzare la mano del fato![1]»

Illidan Grantempesta
Illidan TBC.jpg
Illidan nel trailer di World of Warcraft: The Burning Crusade
Universo Warcraft
Nome orig. Illidan Stormrage
Lingua orig. Inglese
Autore Blizzard Entertainment
Voci orig.
Matthew Yang King Warcraft III: Reign of Chaos, Warcraft III: The Frozen Throne,
trailer per l'introduzione del Tempio Nero in World of Warcraft: The Burning
Crusade
Liam O'Brien World of Warcraft[4]
Voci italiane
Silvano Piccardi Warcraft III: Reign of Chaos[5] e The Frozen Throne[6]
Ivo De Palma World of Warcraft
Specie Ibrido elfo della notte/demone[3]
Sesso Maschio
Luogo di nascita Suramar[2]
Data di nascita Anni prima della Guerra degli Antichi
Poteri
grandi poteri magici
potenziamenti e mutazioni fisiche
Illidan Grantempesta (Illidan Stormrage), chiamato anche semplicemente Illidan e
noto come il Traditore (the Betrayer)[2][3] è un personaggio dell'universo di
Warcraft, creato da Blizzard Entertainment. Introdotto come figura secondaria in
Warcraft III: Reign of Chaos, ha un ruolo di primo piano nella sua espansione The
Frozen Throne. Appare successivamente nell'espansione di World of Warcraft The
Burning Crusade, dove è uno dei boss principali, e anche in alcuni flashback delle
due successive (Wrath of the Lich King e Cataclysm). Al di fuori dei videogiochi, è
uno dei personaggi principali della Trilogia della Guerra degli Antichi di Richard
A. Knaak, e appare anche in Arthas - L'ascesa del Re dei Lich, di Christie Golden.
È inoltre uno dei personaggi giocabili di Heroes of the Storm ed Hearthstone:
Heroes of Warcraft.

Fratello gemello di Malfurion Grantempesta, era un dotato incantatore elfo della


notte. Imprigionato per oltre diecimila anni a causa delle sue azioni durante e
dopo la Guerra degli Antichi, riebbe la libertà durante la Terza Guerra, ma
acquisiti poteri demoniaci venne bandito dalle terre degli elfi della notte: riparò
nelle Terre Esterne, di cui divenne il signore, e assoldato da Kil'jaeden, tentò
più volte di distruggere il Trono Ghiacciato. Venne infine ucciso da alcuni
avventurieri, aiutati da Akama e Maiev Cantombroso.

Indice
1 Storia
1.1 Origini
1.2 Guerra degli Antichi
1.3 Il nuovo Pozzo e l'imprigionamento
1.4 La liberazione e la corruzione
1.5 La conquista delle Terre Esterne e gli attacchi a Corona di Ghiaccio
1.6 Guerra alla Legione
1.7 La lotta nelle Terre Esterne
1.8 Prigioniero della Legione
2 Descrizione
3 Curiosità
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Storia
Origini
Illidan nacque nella città di Suramar, nell'antico continente di Kalimdor (sulle
odierne Isole Disperse); aveva occhi dorati, caratteristica inusuale per l'epoca.
Come il suo gemello Malfurion e la loro comune amica Tyrande Soffiabrezza, Illidan
ebbe come maestro il semidio Cenarius, ma dei tre solo Malfurion seguì i suoi
insegnamenti[7]. Illidan era invece più interessato dalla magia arcana, il cui uso
era ampiamente diffuso nella società elfica di allora, poiché essa stessa era
cresciuta e si era sviluppata sulle rive del magico Pozzo dell'Eternità[8].

Guerra degli Antichi


Allo scoppiare della Guerra degli Antichi, Illidan si unì alla resistenza degli
elfi della notte, guidata da Kur'talos Crinocorvo. Il suo talento lo portò ben
presto a divenire l'incantatore personale di Crinocorvo, e strinse anche amicizia
col mago umano Rhonin. Quando gli Eletti impedirono agli altri incantatori di
attingere potere dal Pozzo dell'Eternità, Illidan insegnò loro a recuperarlo invece
dall'ambiente attorno a loro[8].

Tre cose furono tuttavia tragiche per Illidan: in primis, la magia arcana, per la
quale lui era tanto portato, era la forza alla quale si appoggiavano i demoni della
Legione Infuocata, ed era quindi vista sempre peggio[2][8]. In secondo luogo, con
la sempre maggiore prominenza di Malfurion e del druidismo nella resistenza e
l'entrata in guerra al loro fianco dei draghi e degli Antichi Guardiani, Illidan si
sentiva sempre più messo da parte[2]. Terzo e non meno importante, Illidan vedeva
svilupparsi davanti ai suoi occhi la relazione tra Malfurion e Tyrande, la
sacerdotessa per cui anche lui provava forti sentimenti[2][8].

Illidan divenne un cacciatore di demoni, imparando a usare le energie sprigionate


dalla morte di un demone per uccidere altri demoni, e sempre in questo periodo
uccise un demone guardiano di nome Azzinoth, appropriandosi delle sue warglaive[2]
[8]. Quando vide la potenza dell'Anima dei Demoni (allorché Neltharion la usò
contro i demoni, gli elfi e gli altri draghi), cominciò ad elaborare un piano su
come utilizzare a sua volta quel potere[2].

Illidan era convinto che il sentiero druidico scelto da Malfurion fosse inutile, e
avrebbe portato gli elfi della notte alla rovina[9]; l'unica possibilità di
vittoria era, secondo lui, ottenere il controllo del Pozzo rubandolo ad Azshara e
agli Eletti, così da poterlo chiudere[8]. Quando Malfurion propose agli altri
leader della resistenza e agli Antichi Guardiani di distruggere il Pozzo
dell'Eternità, Illidan inorridì, in quanto non solo convinto che il Pozzo fosse
l'unica via di salvezza, ma sapendo anche perfettamente che tutti gli incantatori,
lui compreso, avrebbero sofferto per la privazione improvvisa della magia, dalla
quale erano ormai dipendenti[8]. Illidan decise quindi di terminare la guerra prima
che suo fratello potesse completare il suo piano[8]: lasciata la resistenza, si
recò alla capitale Zin-Azshari, entrando al servizio di Azshara: mentre il suo
scopo reale era quello di ottenere l'Anima dei Demoni e usarla per sigillare il
portale (ponendo fine alla guerra, salvando nel contempo la magia arcana e
dimostrando la propria superiorità a Malfurion[2]), l'intento ufficiale era di
acquisire l'Anima dei Demoni per la Legione[2]. Sargeras, compiaciuto di ciò, gli
conferì due "doni": il primo, bruciò i suoi occhi sostituendoli con due globi di
fuoco magico, tramite i quali Illidan poteva "vedere" la magia; Illidan da quel
momento prese ad indossare una bandana nera per occultarli[2][8]. Come secondo
dono, ricoprì il corpo dell'elfo di tatuaggi magici, che gli facilitavano la
manipolazione della magia arcana[2][8].

Azshara (che era molto affascinata da Illidan, dopo ciò) lo spedì a cercare l'Anima
dei Demoni assieme a Varo'then: i due si intrufolarono nel covo di Alamorte
contemporaneamente a Malfurion, e fra i contendenti la spuntò Varo'then, che riuscì
a portare l'Anima al palazzo[2][8]. Malfurion si trovò costretto a recuperarla
tramite il Sogno di Smeraldo e ciò portò, infine, alla distruzione del Pozzo
dell'Eternità come il druido aveva pianificato, con la quale la guerra ebbe fine[2]
[8].

Il nuovo Pozzo e l'imprigionamento


Illidan però non intendeva rinunciare alla sua fonte di magia arcana. Avendo
precedentemente riempito sette fiale con l'acqua del Pozzo dell'Eternità, ne svuotò
alcune dentro un lago sulla cima del Monte Hyjal. Così facendo creò un secondo
Pozzo dell'Eternità, atto imperdonabile per gli altri elfi della notte[2][8]: venne
colto in flagrante da alcuni nobili e comandanti dell'esercito, e durante la lotta
li uccise tutti, salvo Dath'Remar Solealto e Jarod Cantombroso che sopravvissero.
Per queste azioni, venne condannato alla prigionia eterna negli Eremi di Hyjal,
sotto la sorveglianza di Maiev Cantombroso e delle sue Guardiane[2][8]. Per
occultare il secondo Pozzo, gli Aspetti Draconici Alexstrasza, Nozdormu e Ysera
crearono l'Albero del Mondo Nordrassil[2]. Durante il periodo di prigionia,
Malfurion si recò occasionalmente a visitarlo, tentando senza successo di
distoglierlo dalla sua ossessione verso la magia arcana.

La liberazione e la corruzione
«Ora sono completo!»

(Dopo aver consumato il potere del Teschio di Gul'dan[10].)


La prigionia di Illidan terminò bruscamente dopo circa diecimila anni, quando la
Legione fece ritorno ad Azeroth, dando il via alla Terza Guerra: Tyrande, giunta
negli Eremi di Hyjal per risvegliare i druidi dell'artiglio, decise di liberare
Illidan nella speranza che potesse aiutare contro la Legione; ciò nonostante il
divieto di Malfurion, che viaggiava con lei, e l'irremovibile opposizione delle
Guardiane - molte delle quali combatterono fino alla morte contro la sacerdotessa
per impedirle di raggiungere il suo scopo[2].

Illidan accettò di aiutare Tyrande, e si recò a Vilbosco: qui incontrò il cavaliere


della morte Arthas Menethil che, dopo un breve combattimento, gli spiegò che la
Legione stava usando un potente artefatto per corrompere il bosco, il Teschio di
Gul'dan. Trovatolo, Illidan ne assorbì il potere, diventando a sua volta corrotto
dall'energia demoniaca[3]. Con i nuovi poteri appena acquisiti, riuscì a uccidere
il nathrezim Tichondrius, che guidava le forze della Legione nella zona[2].
Tuttavia, quando Tyrande e Malfurion videro che era diventato più demone che elfo
della notte, rimasero inorriditi, e Malfurion lo bandì dalle terre degli elfi della
notte[2][3].
La conquista delle Terre Esterne e gli attacchi a Corona di Ghiaccio
Poco dopo il suo esilio, Illidan entrò al servizio dell'eredar Kil'jaeden, che gli
ordinò di distruggere il Trono Ghiacciato[2]. Come primo passo, evocò i naga di
Dama Vashj dalle profondità del Grande Mare, e salpò alla volta delle Isole
Disperse, dove sapeva di trovare la Tomba di Sargeras e, al suo interno, il
manufatto noto come Occhio di Sargeras[2] (sapeva queste cose avendo acquisito le
memorie di Gul'dan, dopo aver consumato il potere del suo teschio). Venne braccato
da Maiev Cantombroso e dalle sue Guardiane che, furiose per la sua liberazione,
intendevano riportarlo in cella: riuscì però ad ottenere l'artefatto e a far
crollare la volta della tomba sulla testa di molte di loro[2]. Maiev fece avvertire
Malfurion che, con Tyrande, prese a sua volta parte all'inseguimento.

Raggiunta Dalaran, Illidan cominciò ad utilizzare il potere dell'Occhio per far


surriscaldare il ghiacciaio Corona di Ghiaccio, sede del Trono Ghiacciato[3]; ciò
rischiava di danneggiare l'intero pianeta, ma l'intervento di Malfurion, Maiev e
Kael'thas Solealto vanificò quasi del tutto i suoi sforzi[2][3]. Saputo che Tyrande
era in pericolo di vita, Illidan pregò Malfurion di permettergli di aiutarla:
salvata la sacerdotessa, Malfurion gli permise di andarsene a condizione che non
minacciasse più le terre degli elfi. Aperto un portale per le Terre Esterne, si
rifugiò lì per sfuggiere all'ira di Kil'jaeden per aver fallito il suo compito[2]
[3], seguito dall'instancabile Maiev. La Guardiana riuscì ad imprigionarlo, ma sua
la vittoria durò poco, dato che Vashj e Kael'thas Solealto giunsero presto a
liberarlo[3], e Maiev venne fatta a sua volta prigioniera. Kael'thas e i suoi elfi
del sangue erano giunti al servizio di Illidan, attirati dalla promessa che lui
potesse guarirli dalla loro sete di magia. Nelle Terre Esterne le forze di Illidan
si allearono anche con i draenei Corrotti di Akama: con questo esercito, Illidan
riuscì a detronizzare Magtheridon, proclamandosi al suo posto signore delle Terre
Esterne[2].

Raggiunto da Kil'jaeden, Illidan si vide costretto a tornare alla carica contro il


Trono Ghiacciato, e con Vashj e Kael'thas raggiunse il continente di Nordania, e
combatté contro Arthas ai piedi del ghiacciaio Corona di Ghiaccio: avuta la peggio,
riparò nuovamente nelle Terre Esterne[2][3].

Guerra alla Legione


Sapendo che la punizione di Kil'jaeden non avrebbe tardato ad arrivare, Illidan
cominciò a fortificare la propria posizione nelle Terre Esterne; prese il controllo
di buona parte dell'Orda rimasta a Draenor, trasformandone i membri in vilorchi
usando il sangue di Magtheridon, che aveva intrappolato nella Cittadella del Fuoco
Infernale[2]. Inoltre, addestrò diversi elfi della notte, desiderosi come lui di
distruggere la Legione Infuocata, e alcuni elfi del sangue di Kael'thas come
cacciatori di demoni e portò tra le sue fila anche vari tipi di demoni, creando la
propria fazione: gli Illidari. La loro prima incursione fu un mondo demoniaco
governato dalla Signore della Rovina Azgoth. Mentre apriva il portale per
cominciare l'assalto, una giovane elfa della notte, Kor'vas Spinarossa, si fece
avanti, e inginocchiandosi chiese apertamente a Illidan cos'erano loro - imbevuti
di energie demoniache che erodevano i loro pensieri - se non diversi dai mostri che
combattevano. Anche se un suo compagno la rimproverò, Illidan si avvicinò a una
Kor'vas incerta ma rimase in silenzio per un breve momento, per poi annunciare
davanti a tutti i suoi cacciatori di demoni che loro non sarebbero stati inerti
come i cittadini di Azeroth: invece di diventare prede dei demoni avrebbero mosso
guerra alla Legione attraverso un mondo dopo l'altro. I cacciatori di demoni,
rinvigoriti da ciò, si gettarono a capofitto nel portale e iniziarono a farsi
strada velocemente tra le inconsapevoli vilguardie a difesa della cittadella
demoniaca fino a quando arrivarono alla camera di Azgoth. Durante la battaglia che
ne seguì, tuttavia, Illidan fu ferito da un enorme flagello del signore delle
fosse. Come l'Annihilan stava per dare il colpo di grazia al Traditore, Kor'vas
balzò in avanti e frantumò la catena del mazzafrusto. A malapena turbato, Azgoth la
scaraventò via e la mise spalle al muro con le sue zanne, schernendo la Illidari
sui suoi timori nel diventare un demone. Kor'vas, tuttavia, riuscì a distrarlo il
tempo sufficiente che il Signore delle Fosse venne trapassato dalle Lame di
Azzinoth di Illidan, finendo ucciso all'istante. Dopo la battaglia, Illidan si
avvicinò a Kor'vas di nuovo, questa volta affrontando le sue preoccupazioni:

«Illidan: Tu, volevi sapere che differenza c'è tra i demoni e noi? Essi non si
fermeranno davanti a niente pur di distruggere il nostro mondo.
Kor'vas Spinarossa: ... e noi sacrificheremo tutto per salvarlo.»

(Illidan mette fine ai dubbi di Kor'vas)


Soddisfatto della risposta, Illidan raccolse gli Illidari e tornarono trionfanti
nelle Terre Esterne.

Al comando di Illidan, Akama ingannò Maiev conducendo le sue forze in un'imboscata,


con Maiev come unica sopravvissuta. Durante questo attacco Illidan avrebbe
utilizzato le anime dei defunti per poter aprire un portale per Nathreza. Illidan
ed i suoi cacciatori di demoni uccisero i difensori di Nathreza ed entrarono nella
cittadella dei Signori del terrore violandone gli archivi. Dopo aver ottenuto la
posizione di Argus, Illidan distrusse i registri rimanenti e ritornò nelle Terre
Esterne. Una volta attraversato il portale, Illidan lo distrusse, dirigendo tutta
l'energia risultante - sufficiente a devastare un intero continente - su Nathreza.
Quell'evento divenne la singola più grande sconfitta della Legione da millenni, e i
demoni che morirono su Nathreza furono uccisi per sempre.

La lotta nelle Terre Esterne


«Imprigionato per diecimila anni... esiliato dalla mia terra natale... e ora voi
osate entrare nel mio regno? Non siete pronti... Non siete pronti!»

(Illidan dal trailer introduttivo di The Burning Crusade)


Tuttavia, tutte le azioni hanno delle conseguenze, e la Legione era ormai
chiaramente consapevole della minaccia che Illidan rappresentava, e le loro spie
riferirono anche che avrebbe lanciato un attacco simile su Argus. Cercando di
toglierlo di mezzo, la Legione Infuocata decise di attaccare le forze di Azeroth e
attirarli nelle Terre Esterne. Una volta nel nuovo continente, l'Alleanza e l'Orda
avrebbero cominciato a combattere sia la Legione che gli Illidari. Illidan, che era
diventato sempre più ossessionato con la sua missione di distruggere Argus, non se
ne curò più di tanto. Nel frattempo, il tradimento serpeggiava anche fra i suoi più
fidati alleati: Kael'thas, forse visto che Illidan non si curava ormai più della
promessa fattagli, si alleò in segreto con Kil'jaeden stesso, tradimento di cui
Illidan sarebbe rimasto sempre all'oscuro[2]. Akama, che si era in primo luogo
alleato con Illidan per sconfiggere Magtheridon, si era reso conto che i due erano
pari in quanto a malvagità, e cominciò a complottare contro di lui assieme ai suoi
Congiurati Linguamorta.

Consumato con nient'altro che la sua missione per la caduta di Argus, Illidan aveva
perso ogni interesse per le Terre Esterne. Questo atteggiamento sarebbe cambiato
quando Illidan vide la situazione della battaglia e capì subito che questo scontro
con i nemici della Legione era quello che Kil'jaeden aveva anticipato. Il Traditore
ordinò al Concilio degli Illidari di ritirarsi e prepararsi per la battaglia.
Illidan, tuttavia, era ancora concentrato sul suo obiettivo più grande, e a tal
fine inviò una forza dei suoi più importanti e potenti cacciatori di demoni verso
il pianeta Mardum alla ricerca della Chiave di Sargeras, un artefatto con il potere
di aprire un numero infinito di portali nei mondi dei demoni - tra i quali Argus.
Successivamente Illidan dichiarò guerra alle forze presenti a Shattrath, guidate
dai naaru[2]: l'attacco venne portato avanti dalle forze di Kael'thas, ma fu un
fallimento, poiché molti elfi del sangue, guidati da Voren'thal il Veggente,
disertarono, alleandosi a loro volta con i difensori di Shattrath[11]. Da quel
momento, le forze di Shattrath presero a loro volta ad attaccare Illidan, guidate
dal naaru Xi'ri direttamente nella Valle di Torvaluna[11]. Recuperata la sua anima
(che Illidan teneva in ostaggio nel Tempio Nero), Akama liberò Maiev - di cui era
il guardiano - e guidò lei, i suoi Congiurati e un gruppo di avventurieri giunta da
Shattrath al Tempio Nero[12]. Raggiunto dal gruppo sulla terrazza principale del
Tempio, Illidan venne infine ucciso dopo una lunga lotta[2]. Tuttavia, Maiev decise
di rinchiudere il corpo e l'anima del Traditore in una prigione nella Volta dei
Custodi, condannandolo a un'eterna sofferenza; la stessa cosa successe ai
cacciatori di demoni che ritornarono da Mardum con la Chiave di Sargeras.

Prigioniero della Legione


La custode Cordana Vilcanto, corrotta durante la spedizione di Draenor contro
l'Orda di Ferro, scortò il Gul'dan di quella linea temporale e un manipolo di
demoni alla Volta delle Custodi: il loro obbiettivo era quello di trovare Illidan,
che per la Legione sarebbe diventato la chiave per la caduta di Azeroth. Nonostante
la difesa delle Custodi e il risveglio dei cacciatori di demoni da parte di Maiev,
Cordana e Gul'dan riuscirono a prendere Illidan ancora imprigionato, seguiti a
ruota dalla capo delle Custodi. Gul'dan portò Illidan alla Torre Crinocorvo dove
separò la sua anima dal corpo mandandola nella Distorsione Fatua; il processo
sprigionò un'energia che riportò in vita gli spiriti degli elfi della notte con il
ricordo della Guerra degli Antichi. Il Naaru Xe'ra, uno dei primi Naaru, si mise
alla ricerca di Illidan in quanto crede che egli sia il "figlio della luce e
dell'ombra" destinato a terminare l'eera dei demoni.

I restanti Illidari a bordo della fortezza Vilmartello si misero in contatto con


l'anima del loro mentore dalla Distorsione Fatua, dove Illidan rivelò che Akama
conosceva i suoi piani per sconfiggere la Legione Infuocata e disse agli Illidari
di convincerlo a ricongiungersi alla loro causa, e di recuperare la Chiave di
Sargeras. Dopo essere stato scoperto dai demoni, Illidan disse agli Illidari che
non saranno più in grado di contattarlo, e prima di fuggire ai suoi inseguitori
nominò il cacciatore di demoni che li aveva guidati fino a quel momento come loro
nuovo leader al suo posto.

Descrizione

Una cosplayer che interpreta Illidan Grantempesta.


Prima della Guerra degli Antichi, Illidan aveva l'aspetto di un normale elfo della
notte, alto e muscoloso, pelle violacea e lunghe orecchie a punta; due soli tratti
erano degni di nota: gli occhi dorati, al tempo giudicati segno di un destino
grandioso (in realtà segno di potenzialità druidiche, sentiero da Illidan sempre
disprezzato), e i capelli neri, colore insolito per gli elfi della notte.

Quando s'incontrò con Sargeras, il Titano Oscuro bruciò i suoi occhi e li rimpiazzò
con globi di splendenti fiamme verdi, con cui era in grado di vedere tutte le forme
di magia, e che Illidan nascose con una benda[2][8]. Sargeras ricoprì anche il suo
corpo con tatuaggi magici[2][8], di colore verde-azzurro. Dopo aver assorbito
l'energia demoniaca del Teschio di Gul'dan, Illidan mutò ulteriormente aspetto,
acquisendo tratti evidenti tipici di molte razze di demoni: lunghe corna ricurve
che partono dalla fronte, ali da pipistrello sulla schiena e zoccoli al posto dei
piedi. Ha la peculiarità lasciare orme infuocate, è in grado di camminare
sull'acqua e di volare.

Stando alle parole di Malfurion, dopo la sconfitta contro Arthas ai piedi di Corona
di Ghiaccio, Illidan impazzì completamente, e si autoconvinse di essere uscito
vincitore da quella lotta[13]. Ciò sembra confermato anche dalle parole di sfida
dello stesso Illidan ai giocatori, dopo la battaglia della Terrazza Cremisi[14].

Curiosità
Quando il giocatore salva Illidan nelle Terre Esterne durante la campagna degli
elfi del sangue, Dama Vashj dice che gli elfi del sangue sono i discendenti degli
Alti Nobili che servirono Illidan anni fa. Curiosamente, Illidan non comandava
nessun Alto Nobile nella Guerra degli Antichi. Questo errore può essere spiegato
con il fatto che nella Trilogia della Guerra degli Antichi, Vashj era un po'
ingenua e preoccupata, e non era molto informata circa la natura esatta
dell'"occupazione" di Illidan con la sua regina.
In origine, Illidan e Malfurion erano identici a parte i capelli e il colore degli
occhi. Le loro varie trasformazioni hanno reso molto più facile distinguerli.
Ad Illidan è ispirato il Murloc mascotte Murkidan, un cucciolo di Murloc con le sue
caratteristiche.
La seconda tinta del costume base di Illidan in Heroes of the Storm è un
riferimento all'unità EVA-01 dell'anime Neon Genesis Evangelion

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