La presentazione è una libera rielaborazione dei capitoli su Hegel dei testi di Brandolini,
Debernardi, Leggero, Simposio vol 2, Laterza e di Sacchetto, Desideri, Petterlini,
L'esperienza del pensiero vol 4, Loescher.
Ragione osservativa
Attuazione dell'autocoscienza razionale
Ragione (mediante se stessa) Rappresenta la totalità dei momenti
L'individualità che è reale in sé e per sé Sapere .nella loro sinteticità.
Assoluto Nella sezione sul sapere assoluto
tutte le precedenti tappe e figure ritornano
Nelle sezioni iniziali della Fenomenologia, Hegel, riferendosi a
coscienza e ad autocoscienza, dimostra che lo spirito nasce a causa del
desiderio, che, al contrario di quelli elementari e naturali, allontana
dalla natura e determina il primo manifestarsi della dimensione dello
spirito: il desiderio di essere riconosciuti come autocoscienza.
Un'autocoscienza non può riconoscere e convalidare da sé la propria
esistenza spirituale: solo l'incontro con un'altra autocoscienza,
anch'essa desiderosa di riconoscimento, lo rende possibile.
Siamo di fronte al momento storico non definito, quando gli uomini si
sono incontrati e riconosciuti come uomini, come autocoscienze cioè:
solo attraverso il reciproco rispecchiamento ogni essere umano si
riconosce. Ma questo incontro – riconoscimento è pericoloso e può
comportare la perdita della vita.
Dice Hegel: Il rapporto tra le due autocoscienze, dunque, si
determina come un dar prova di sé, a se stesso e all'altro mediante la
lotta per la vita e per la morte. La necessità di questa lotta risiede nel
fatto che ciascuna autocoscienza deve elevare a verità, nell'altro e in
se stessa, la propria certezza di esser per sé. Ed è soltanto rischiando
la vita che si mette alla prova la libertà; solo così si dimostra che
l'essenza dell'autocoscienza non è nell'essere.
In questi termini filosofici, Hegel rappresenta l'emergere delle società
schiavili e dà luogo a quella che è universalmente nota come la
dialettica servo – padrone.
Il signore, pur vincendo lo scontro con il servo, dipende dal lavoro di
questi ed il servo, proprio per tale motivo, può affermare la propria
forza ed affrancarsi dal rapporto di servaggio. Il servo scopre, infatti,
che col lavoro nega la natura, in quanto nega al mondo materiale la
sua esistenza separata e non si limita soltanto a consumarlo e a
dissiparlo. Umanizza quindi la natura e così il lavoro fa sì che
l'autocoscienza (il servo) si riconosca nell'oggettività del mondo
umanizzato.
Dice Hegel: In realtà, la coscienza giunge a se stessa mediante il
lavoro. Nel momento corrispondente al desiderio nella coscienza del
signore, sembrava che alla coscienza servile spettasse il lato del
rapporto inessenziale verso la cosa, poiché in tale rapporto la
coscienza mantiene la propria autonomia. Il desiderio si è riservato la
pura negazione dell'oggetto, e quindi l'integrità del sentimento di sé.
Tuttavia, mancandogli il lato oggettivo, cioè la sussistenza, questo
appagamento è anch'esso soltanto un dileguare. Il lavoro, invece, è
desiderio tenuto a freno, è un dileguare trattenuto, e ciò significa: il
lavoro forma, coltiva.
Stoicismo e scetticismo sono le conseguenze della scoperta della
negazione che l'uomo esercita sulla natura. Lo stoicismo esprime il
tentativo dell'uomo di ignorare la natura, esprimendo la propria
autosufficienza. Lo scetticismo è invece la negazione dell'oggettività
della natura.
Si giunge così alla Coscienza infelice che è tale perché non sa di
essere tutta la realtà e che quindi viene a trovarsi scissa in un mondo
conflittuale: più tenta di elevarsi a Dio con l'ascesi, più si trova da
sola davanti all'Assoluto.
Con la coscienza infelice si conclude la sezione della
Fenomenologia dedicata all'autocoscienza ed inizia la parte dedicata
alla ragione.
La ragione tenta di costruire l'universale morale, in modo da dare
alle azioni del soggetto non una realtà limitata, ma una realtà più
ampia. In questa sua attività la ragione fallisce: solo lo spirito
oggettivo può realizzare l'universalizzazione dell'agire umano. Per
Hegel, infatti, la verità è accessibile soltanto dalla prospettiva dello
svolgersi degli eventi nella loro interezza. La stessa verità del
singolo individuo deriva da un processo più ampio, che lo tracsende
e nel contempo lo include.
Ciò avviene, appunto, quando lo spirito oggettivo si manifesta come
moralità e ciò avviene all'interno della famiglia e della comunità.
Ogni comunità si dà delle leggi che possono entrare in conflitto con
le leggi umane dei sentimenti e degli affetti. Tale conflitto è
rappresentato da Antigone e la la situazione di contrasto tra la legge
della città (Creonte) e la legge dei sentimenti (Antigone) è superata
con la costituzione dello Stato e l'istituzione dell'uguaglianza
giuridica.
Hegel analizza il concetto di Stato partendo dall'impero romano, per
poi passare all'assolutismo francese del XVII secolo e quindi
all'Illuminismo come critica dello Stato stesso, critica che sfocia
nella libertà del terrore giacobino. L'analisi è conclusa con la critica
del formalismo della legge morale kantiana: per Kant la libertà
vuole essere legge morale universale, ma questo è impossibile
perché il singolo non può universalizzarsi. Per Hegel questo è
l'atteggiamento dell'anima bella che teme la macchia, che giudica e
non agisce.
La Fenomenologia si chiude con la religione come forma di
educazione dei popoli. Da qui si passa al sapere assoluto.
La filosofia di Hegel è sapere assoluto perché permette di
comprendere la totalità e di interpretarla in quanto essa riguarda la
totalità: come storia in quanto realizzarsi della ragione; come
origine e conclusione della storia perché nell'origine e nella
conclusione sono date le motivazioni di ciò che nella storia accade;
come soggetto umano che è parte della ragione che incarna; come
natura che è il sostrato amorfo da cui lo spirito si sviluppa. Il
campo di indagine è quindi il tutto.
In modo analogo la storia della filosofia è un tutto organico. Dice
Hegel: La storia della filosofia mostra, nelle varie filosofie
apparentemente diverse, da un lato che esse sono soltanto un'unica
filosofia a diversi gradi di elaborazione, dall'altro che i principi
particolari, ciascuno dei quali faceva da fondamento a un sistema,
sono soltanto rami di un unico medesimo tutto. La filosofia
cronologicamente ultima è il risultato di tutte le precedenti e deve
perciò contenere i principi di tutte.
La filosofia è quindi la forma perfetta del sapere perché spiega le
varie strutture della realtà e indica il senso dei fatti storici. In tal
modo si costituisce un sistema che dà un'immagine totale e coerente
del reale.
Nel sistema la disposizione delle parti non è più processuale come
nella Fenomenologia, ma logica. Le parti che scandiscono il sistema
(Logica, Filosofia della natura, Filosofia dello spirito) non sono più
figure storiche in successione, ma evidenziano una dimensione
strutturale.
Dice Hegel: Come di una filosofia non può darsi una
rappresentazione generale preliminare, perché solo il tutto della
scienza è la rappresentazione dell'Idea, così anche la sua partizione
non può essere compresa se non mediante l'Idea: la partizione è qui ,
come l'Idea da cui si desume qualcosa di anticipato. Ora l'Idea si
dimostra essere il pensiero identico senz'altro con se stesso, e questo
insieme, come l'attività che si pone di fronte a sé a fin di esser per sé,
ed in quest'altro da sé giungere soltanto a sé. Onde la scienza si
divide in tre parti:
La Logica, la scienza dell'Idea in sé e per sé;
La Filosofia della Natura, come la scienza dell'Idea nel suo alienarsi
da sé;
La Filosofia dello Spirito, come la scienza dell'Idea, che dal suo
alienamento ritorna in sé.
Il sistema filosofico hegeliano si basa quindi dialetticamente sulla
triade:
idea ( in sé – logica )
natura ( per sé - filosofia della natura)
spirito ( in sé e per sé - filosofia dello spirito )
Ognuno di questi elementi si suddivide in una triade successiva ed
ognuna di queste suddivisioni in un ulteriore momento triadico.
Vediamo alcuni esempi: nella prima parte della Logica, Hegel pone
alcune determinazioni astratte, partendo dalla categoria di essere la
cui antitesi è il nulla e la cui sintesi è il divenire. Altro esempio si
ha a livello di natura che si articola in meccanica, fisica e organica.
A livello di organica emerge la vita animale e quindi l'uomo. In tal
modo la filosofia assume anche un ruolo preminente nell'indagine
naturalistico – scientifica.
Più interessante è il movimento triadico dello spirito che si articola
ulteriormente in momenti successivi:
SPIRITO SOGGETTIVO: antropologia – fenomenologia -
psicologia
SPIRITO OGGETTIVO: diritto – moralità - eticità
SPIRITO ASSOLUTO: arte – religione -filosofia
Lo spirito soggettivo è il momento della soggettività individuale
chiusa in se stessa. Lo spirito oggettivo è la libertà dello spirito
oggettivato in istituzioni sociali concrete.
Lo spirito individuale, soggettivo, viene indagato e compreso con
l'antropologia, la fenomenologia e la psicologia. La relazione fra i
vari individui determina la vita sociale che è concretizzata dallo
spirito oggettivo, ovvero una forma più alta della ragione, in quanto,
come sostiene Hegel, ciò che è più generale è più vero di ciò che è
particolare: l'unione degli spiriti oggettivi è più “vera” dei singoli.
Lo spirito assoluto è lo spirito in quanto perfetta conoscenza di sé: è
coscienza, e ha dimensione autentica, o coincidenza con se stesso,
nella forma più elevata della coscienza, la conoscenza.
Diritto, moralità ed eticità indagano lo spirito oggettivo. Il diritto è
una costrizione in quanto prevede sanzioni e punizioni. La moralità,
antitetica al diritto, è subordinazione volontaria della volontà al
dovere. L'eticità è la sintesi tra questi due momenti. Essa viene
definita come obbedienza alle leggi dello Stato senza costrizione,
perché esse sono interiorizzate dal cittadino e corrispondono alla
sua più profonda spiritualità.
Dice Hegel: Il bene, che qui è fine universale, non deve restare
semplicemente nel mio interno, ma anche realizzarsi [...] la
moralità ed il momento precedente del diritto sono due astrazioni,
la cui verità è solamente l'eticità
In questa prospettiva lo Stato è la massima manifestazione dialettica
dello spirito oggettivo e lo stato prussiano è la sua concretizzazione.