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Collezione se si tentame inverter i contnut di uti musi ed ele colle eet Ceci tuna cteara cate sie visi trovano, non basterebbe un grosso libro, Nella sola Parigi esi od ae as aera ue dat, eidenemente coment i ao cenosoana mi lf nde 'Arméetsvdela Chase et det Natron iment een ade tt Frame Maganmsien ede Hire Ge Cink etre Nerles de Homme ses Lanett e der Lor aan er cls Masneh edo Phonograpins, dee Parole du Gest Fa ee eeeic a Tbion ede Tearqucs tanto per earn aca Ce are iat proate sf Simba nel opt po Inapenat che ra gti buna saber inapacusctare mimo nt Fo ee ees sonal commtar che opm cggtnatrale di cull a ie enn' opt att er aunt tain, Sigur a ao ere nanan unealeione pata Maar, ce pub x aan ae easrac snus cere alle entason del inventaro, qua whi a ern cn mere ed eect? Che Gms hanno inc Seperate : uni in un mae ferrovario non tesporano ving eam Tens ert camnont fll depose in un ure dele Teer eer a Eells Gt tna, ate e cota recat see ere nanny demoprafa nen parecipano lle opee a sa oe aon conan urbene- Eds cet Cog cna ch mB Fe ore ronal Yuta tembra banda per vempre: Noo oars commetere un sbus i inguagi extendere i noxione di aa oe ee acohuirne uaa oppo ince cnt frsone¢ quale df ae eee ie neratre valli che on ehudono © ton 4prono a ae eee authine che aon producono neste; gi roi da ci Mes aan se Anche ne nla lve va precedente verano in wo de- ao eres oon Gainioeoo i cllerone none anno i 8 uimilan cout set Pe son bean una Bnata utara, n quant prodote per m= ae a empl appartment eardny, evel pie e: were a dou die chp pert da colesone da Tune sno I Sone arne dapencnde quits seuure, signi inf rompers I me Oras dap eo sea iene eadce rs Nek i i tee eats inves winnaaano o 8 sncano per disporvi delle opere. Quanto ai collerionisti pid modest, fanno costruire Fee aa oc onpere eran, non modo o nla, eg spe cae opore ogg, Tet come sei perce 20 8 ee aati el re ep pare Sib ull ¢ fon serena nemmenoacrare inter dove enna onic: da cletane ¢ du mse soo tttava creondat Collezione lurr al minimo gli effeti corrosivi di fattori fsico-chimic, si sotto- ‘mettono a un attento controllo variabili quali la luce, 'umidit, la temperatura, Pinquinamento del?aria, ecc.; si restaurano gli oggcti sciupati ogni velta che 2 possibile; si espongono gli oggetti in modo che sia possibile vederli soltanto, ‘enon tocearli. Ma i carattere prezioso dei pezzi da collesione o da muse si ma- ‘nifesta anche nell’esstenza di un mereato in cui circolano, raggiungendo a volte © prezzi quasi astronomici. Quando un autoritratto di Rembrandt fu verduto il ag novembre 1974 al Palais Galliera, a Parigi, per la somma dit 100 670 franchi, | no dei giornalist speciaizzatitrovd questa somma assurdamente piccola [Me- | ikian 1974). Accanto a questo mereato uffcale, ne esiste anche un altro, lan~ destino ¢ alimentato da oggetti rubati nelle eollezioni private e nei musei. Solo ‘nel 1974 sono state cost trafugate in Europa 4785 tcle di grandi maestri. E non ‘sirubano solo capolavori, ma anche oggetti che, pur essendo meno spettaclari, iedono tuttavia un grande valore agli occhi dei collezionist. Il grande pro- di questi ultimi e dei conservatori dei museié pertanto la proteziore degii i contro il furto, Fsise, a questo scopo, tutto un sistema di sorvealiz a di un commissariato di poliza nel Grand Palais a Parigi, dove si ten- le esposizioni delle opere pit prestgiose, pud esserne considerato il sim- Inuna parola, i collezionistie i conservatori dei musei si comportani come iani de tesor ase ‘cosi Ie cose, pud sembrare sorprendente che questi tesor, a differen- ‘a4-di quelli che riposano nelle casseforti e nelle eamere blindate delle banche, visibili. Pid sorprendente ancora il fatto che di quest tesori i proprietarl ito spesso non profttino. Certo, si conoscono eollezioni accumulate a scopo iaramente speculativo. Ed & anche vero che spesto le collezioni private vengo- disperse dopo la morte di coloro che leavevano costtute, fruttando denaro ‘eredi, Tuttavia non sempre & cosf; si possono eitare decine di collezioni _ trasformate in musei, per esempi y, Jacquemart-André : de Camondo a Parigi, il inevra, i Musei Lazare Gal iano a Madrid ¢ Federico Marés a Barcellona, la Fondarione Peggy Guggen- Venezia, la Gardner House a Boston o la Frick Collection a New York. impossible ridurre la formazione di una collezione privata alla tesau- pura c semplice, © cid & ancora pit chiaro quando si tratta di musei eli oggeti in loro possesso sono, in generale, inalienabili; anche n:I caso Peggiori diffcoltafinanciarie non si cerca di venderli, La sola ccezione ciuta nel xx secolo la vendita dei quadri del Museo dell'Ermitage, a Le- do, ad opera del governo sovietico, trail 1929 il 1937 [Mercillon e Gré '1975]. Anche i musei che si riservano il diritto di vendere tahini pezzi in e380, come il Museum of Modern Art di New York, lo fanno slo per ne degli altri allargare cos il ventaglio di sti edi tendenze che vi sono ntati. Non contentandosi di mantenere gli oggett al di fuori dela cir- Per un tempo limitato, come fanno tutti collezionisti privati il museo di trattenerveli per sempre. _ii mondo delle collezioni private quello dei musei sembrano. completa- ate diversi. Eppure le poche osservazioni fate, sebbene provvisorie, permet Collezione 332 tono gi di intravvederne I'unita, di cogliere l'elemento comune a tutti questi oggetti, cosi mumerosi ed eterocliti, che si accumulano presso private in pubbli- i istinut E dunque possibile citcoserivere Vistituzione di cui ci si occupa: una collezione, cio® ogni insieme di oggetti natural o artificiali, mantenuti tempo- rancamente 0 definitivamente fuori del circuito di ativita economiche, soggetti ‘una protezione speciale in un luogo chiuso sistemato a tale seopo, ed esposti allo sguardo del pubblico. E evidente che questa definizione ha un carattere ri- gorosamente descrittivo, ed anche che le condizioni alle quali deve soddisfa tun insieme di oggetti perché sia possibile considerarlo una collezione eschu- dono da un lato tutte le esposizioni che sono solo momenti del processo della circolazione o della produzione dei beni material, dallaltro tuti gli ammas di oggett formatisi a caso ¢ anche quelliche non sono esposti allo sguardo (come i tesori nascosti), qualunque sia il loro carattere. Viceversa, queste condizioni sono soddisfatte non solo dai musei e dalle collezoni private, ma anche dalla maggior parte delle biblioteche e dagli archivi. Bisogna aggiungere tuttavia, una volta per tutte, che gliarchivi debbono essere distinti dai deposit atti, insrit, «questi ultim, nel cireuito di attivita cconomiche o amministrative. Ma & esatta- ‘mente cosf-che li definiscono gli specialist, i quali vedono in-essi una eisti zione chiamata a mettere al sicuro, raccogliere, clasificare, conservare, custodire ce rendere accessibili dei documenti che, avendo perduto la le antica utili quo- tidiana € considerati percid superfui negli uffici ¢ net deposti, meritano tuttavia divessere preservati» [Buchalski, Konarski ¢ Wolff 1952) Il caso delle bibliote- che ® pis complicato, Accade infatti che i libri siano trattati in quanto oggett, Ciné che si collezionino le belle rilegature, le opere illustrate, ecc. In tal caso, i problema non esiste, come non esiste quando una biblioteca svolge il ruolo di archivio © quando contiene soltanto opere di evasione. Esistono tuttavia delle biblioteche che raceolgono unicamente libri dai quali si attingono le notizie ne- cessarie all’esercizio delle attivita economiches queste biblioteche non. possono dungue essere assimilate alle collezioni. Si riparlea in seguito delle biblioteche e degli archivi, anche del problema posto dalla coesistenza nelle nostre soviet di due tipi di collezioni= a collezione privata¢ il museo. Per stperare lo stadio della descririone, che ha permesso di definire la collezione ma che non sembra condusre pitt ontano, bisogna comi danno irreparabile al regno dei Franchi» (citato in Leyser 1975, fp 491, nota 3]. E non era un'opinione isolata: Federico Barbarossa intraprese Qa’azione diplomatica per recuperare la reliquia, ma gli Inglesi non vollero re- stituirla, ‘Per fondare un ente rligioso, occorreva dotarlo non solo di terre, ma anche dircliquie. Una volta entrate in una hiesa o in un’abbazia, esse non ne uscivano pid, a meno che non venissero rubate o, eccezionalmente, offerte a qualche per- Praaggio potente; divenivano dusque molte nuimerose, il che obbligava a com- filame dei cataloghi, Chiuse nei teliquari, venivano esposte ai fedeli durante le erimonie religiose e portate nelle processioni; i fedeli non si aecontentavano di ;ecavano | reliquari eli coprivano di baci, poiché il contatto rendeva Pi sicura Pazione miracolosa della reliquia. Nella Francia setentrionale, trail iI 1s50, i monaci esibivano speaso delle reliquie nel corso delle questue che organizzavano per finanziare la costruzione delle chiese e delle abbazie [Haliot © Chastang 1954-65]. Bitogna tener presente infine ehe, le reliquie, © Collezione doe ambit, non siete a procure col fur, echt que che Bis grosdnind clcht deren coc waves de Sligo pase snot [slvee ip Lerch cao mci peeoctconie ses ret ets rede ces eee Ge por vem pao pac esa (Gated ah Bs ga ee Emenee ca renee Ooi i str ep fei dant cabs ual’ pees ches Rapreie trans srs So mean dll endo ce di alcuni quadri, immagine dei loro volti e di quelli dei loro parent. Bi- gpinge snort met mss cts ie whoa el Beavis ops ec pr coende ab aged ae cin cs peal quid dope er pops Parlando dei doni e del bottno, si gia accennato agi oggtti che si ammas- toll rexdense dei dtenteri del per, Manon eawtvan lo don ‘Attaldi di Pergamo, per itare un esempio conoscuto,ricereavano € coglievano sculture e pitture, «probabilmente non erano i sol ad interessa ‘oggetti di questo tipo. Tuttavia, per sapere quale fose il contenuto dele regalie principesche prima dell'epoca moderna, si esamineranne alcuni Inetieal he permet di favene ue abastanea pec In tutto, quello che pit colpisce in quest inventari che la magioe a gel es Sen rm an pee ite; uso religioso in quello di croci, crocifissi, immagini, reliquari, altar, ii, pastoral, mite, pvilis uso semplicemente profano infine quando tat” ‘asellame, cote, coperte di sedili, ee, Qua el i teovanoaleune curio= turalie strumenti diversi: astrolabi, mappamondi. Scmbrerebbe éunque frat’ di oggetti non exclusi dal circuito dlle ae os snot reine no prirree cit naymeentiaettnr een te Na rec beara Berens epee ere roc Be ccrercereiae fas pie rte de ae ft Berisha oe rineecckpeamaey ees ee aie oer es conte one oat Fee Vinserimento nel circuito delle attivita riche Sat see eee ee i te it eh ec es arn Sater eon et seca ter mice la seae Bes Solr fsa fe le 0, sono registrate le vendite fatte per pagare certe spese regali. A propo: Collezione 34° sito di una piccola corona d’or0 a tredici loroni, i compilatori dell’inventario dei gioiell di Carlo VI, re di Francia, annotano: «E dalla corona furono tolte. centodiciassete perle. consegnate a Charles Poupart, tesoriere reale, perché fossero confezionai cert farsetie goielli che epi fece fare peril Re peril suo viaggio a Saint-Omer, dove doveva incontrarsi con il red’ Inghlterra in perso nna» (Doudt d'Areq 1864). Si potrebbero citar parecchifatianaloghi: per esem- pio, che Filippo di Valois aveva inviato il gran cammeoo della Sainte Chapelle ‘papa Clemente VI in pegno di un prestito [Babelon 1897} ¢ che i givielli degti Hohenstaufen erano stati impegnati o venduti nel 1253 a una compagnia di mercanti c di banchieri per la somma di 2522 lire genovesi,Vequivalente di due ann di salario del podesta di Genova od un anno di paga di cirea centocinquan- taartigiani, oppure del prezzo della pit grande nave del tempo con Fequipaggio completo e le provviste per quattro mes, 0 ancora di seicentotrenta vacche 0 di quattrocento cavalli ordinati [Byrne 1935]. Queste equivaleaze, che mostrano il valore diun tetoro molto pid piccolo di quello di Carlo V, per esempio, per- ‘mettono di farsi uavidea dell icehezze accumulate nei palazzi real Eppure &impossibile ridutre a semplice tesuurizazione Paccumulo di og gett preziosi ad opera dei principi. Daltronde, a quanto pare, a quell'epoca si faceva distinzione tra «gioicli»e eisparmio , come tra «gioiellis eevasellame importante dunque sapere se i goiellierano esposti allo sguardo e in quali circostanze, In effets, rsulta dagliinventari che normalmente ess erano chiusi in scrignio in armadi, sistemati a loro volta in stanze ben custodit, e si tiravano fuori soprattutto in occasione di cerimonie e feste: dopo la morte del re, si por- tavano ivegalia nelle procession funebri [Twining 1967]. Venivanoesibiti anche durante glingressisolenni nelle citti del regno, proprio come le armi e le arma ture da parata, le bardature decorate, i tessutiriccamente ricamati e coperti di pietre presse. Ecco Carlo VIL, re di Francia, che fail suo ingresso 4 Pag, il 42 novembre 1437! «ll re era armato di tutto punto, su un bianco destriero; e aveva un eavallo coperto di velluto di colore azzurro, cosparso di gigli d’oro cesellati, E davanti a lui, il suo primo seudiero a cavallo di un destriero coperto di fine panno decorato con i cervi volantid'oro. E vi erano quattro destrieri tutti ugual fra di loro:con tre cavalieri ¢ scudiero armati di tutto punto; e gli aaddobbi dei loro destrerierano simili a quelli dello scudiero; Io scudiero del re portava, su un bastone, 'armatura di testa dele, sopra una corona d’oro: nel mezzo, sul pennacehio, un grosso giglo placsato di oro fino meno prezioso; ceil suo re d’armi davanti lui portava a sua cotta molto rica di velluto azzurro ‘con te gigliricamati oro fino ¢ decorati con grosse perle; c un altro scudiero cra a cavalo diun ginnetto, © portava una grande spade tutta eooparea di giglh i oro fino cexellatis [etato in Guenée ¢ Lehoux 1968, p. 73}. Non avendo la scena eitata niente d'eccezionale, si pub constatare, senza moltiplicare i rinvii alle font, che i gioielli erano espost allo sguardo e ch'era addiritura questa la loro destinazione principale. Le cosiddette collesioni di cui si? parlato sopra differiscono sotto quasi tutti ali aspetti da quelle contemporanee, e anche le une dalle altre. Esse non si for- ae Collezione ‘mano negli stessi luoghi; gli oggetti che vi si accumulano non hanno xé uno stesso carattere né una stessa origine; i loro visitatorio gli spettatori non sicom- portano nello stesso modo. Certo, in ciascun caso si ha a che fare con un insieme divoggetti che soddisfa, con certs riserve, ai crteri post dalla definizione di colle- zione. Ma assimilare gli uni agli altri insiemi di dggetti evidentemente east ete- “rogenci non significa comportarsi come quel pazzo,-messo in scena da Julio rtézar, che vedeva dappertutto delle collezioni? Un uffci, diceva, nos & che collezione di funzionari; una scuola, una collezione di alunni; una caserma, collezione di soldati; una prigione, una collezione di detenuti. Il significato questo aneddoto @ che tn accostamento di isituzioni che sembrano disparate essere giustifieato solo a condizione che sia fondato non su una somiglianza 2, ma su una omologia di funzioni. © al Le collenioni: il visbile e Vinvsibile. |__Dal punto ai vista dei viv, gi oggetti che compongono le supple fune- ie sono sacrfcai ofert ai mori, esi devono defnitivamente restae in loro esto. Qualungue sia la giustfeazione che si di di un simile procedimento, ‘ed ease variano molto, a seconda delle socetse delle epoche ~ sembra chet ort tra i vivie i mort sino stati sempre e ovungue concept come uno 1 ivi i prvano non solo dell'uso, ma anche della vista de taluni oggett ssscurano in cambio se non la protezione dei mort, almeno la loro neutalita ola. Spingenda al limite questidea, gl antichi Cinesi anno inventato Te onete special di oferta, che vcoatituscono fn dall'origine dei valori di sear o con il mondo delaldila, Nel Neoltico appaiono gi delle imitazioni di caurt Pietra in sto, e si trovano nelle tombe del 11 secolo a. C. grandi quantita Piastee in agilasimboleggianti delloros; la carta moncta compare pr tardt ou Ching-lang 1975, p. 127). E evidente che questo scambio presupgone la ime degli essert umani in due groppi: quel cel mondo di quaggi quel i qui non tanto fra i vivi e i morti quanto fra gli uomini e gli dei ta differenza si attenua, essendo gli déi uomi di uno status quasi divino, ece. Comunque sia, -deposte in un tempio divengano proprieta degli dei. Ora gli di vegliono offerte, una volta entrate nel recinto sacro, non ne escano pi, tranne che ellire nelle favissae le fosse dove venivano depost gli oggetti che ingembra~ il tempio, pur restando propricta degli déi. Anziché essere inviai al tempio, getti potevano del resto subire una distruzione rituale: se questa veniva iberatamente per consacrarli agli dé, essi restavano delle vere offerte. racconta che Creso, «eretto un enorme rogo, vi brucid sopra Isti ri- diora e d'argento, ¢ coppe d'oro e vesti di porpora e tuniche, nela spe- di assicurarsi di pid con queste offerte il favore del dio [di Delfo}>, cui Collezione 3 invid daltronde riechi doni (Erodoto, Storie, I, 49-51]. Anche le offerte parte- cipano dunue a tn processo di scambio: come le preghiere ei sacrifii, si ri- tiene che assicurino in cambio il favore della divinita alla quale sono state de- stinate. ‘Quando gli oggetti sono dedicati agli déi_o ai mort, non & necessario che siano espost allo sguardo degli uomini: pereid le suppelletlifunerarie non lo sono ¢ le offerte lo sono solo in talune societa. Questo pero pone un problema. 'Si& definita la collezione come un insieme di oggetti espost allo sguardo. Ma allo sguardo di chi? Era sotinteso che si tattasse di quello degli vomini. Eppure, anche gli abitantidell'aldila.guardano gli oggett,e li vedono quando quell di ‘quaggii ne sono incapaci. Bisogna alloraescludere questo'sguardo non umano 6 non vivo e limitarsi a prendere in considerazione insiemi di oggett esposti {quello degli uomini? Non sembra, poiché gli oggettirimangono visbili agli déi ‘cai morti anche dopo essere stai isicamente distruti,rott o bruciati Tuttavia le suppelettii funerarie e le offerte a buon dirtto possono essere considerate delle collezioni, perché limportante non sembra tanto il fatto che queste siano destinate ai mortio agli dti, quanto il fatto che esistono degli spettatorivirtuali ~situati in un altrove temporale o spazile ~Ia cui implicta da conivinzione, che potrebbe benissimo esprimersi solo coi gest ¢ che spesso & tradotta in parole, che esista 0 che possa esistere uno spettatore altro, al quale si deve permettere di posare lo sguardo sugli oggetti appartenenti ai vi Che cosa suecede quando gli oggetti destinati agli déi, in questo caso le of- ferte, sono espost allo sguardo degli uomini? E evidente che al loro ruolo prin-

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