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L’IMPRENDITORE: CLASSIFICAZIONI

Il codice distingue diversi tipi di imprese e di imprenditori in base a 3 criteri:

1. in base all’OGGETTO dell’impresa Imprenditore agricolo (art. 2135 c.c.) HA VALENZA


NEGATIVA!!!
Imprenditore commerciale (art. 2195 c.c.)
2. in base alla DIMENSIONE dell’impresa Piccolo imprenditore (art. 2083 c.c.)
Medio – Grande imprenditore
3. in base alla NATURA DEL SOGGETTO Impresa individuale
Società
Impresa pubblica

STATUTO GENERALE DELL’IMPRENDITORE


Assoggetta tutti gli imprenditori, e regola:

1. la disciplina dell’azienda (art. 2555-2562 c.c.)


2. segni distintivi (art. 2563-2574 c.c.)
3. disciplina della concorrenza e dei consorzi (art. 2595-2620 c.c.)
4. disciplina a tutela della concorrenza e del mercato (L. 287/1990)

STATUTO SPECIALE DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE


Assoggetta tutti gli imprenditori “non piccoli”, e dispone su:

1. iscrizione nel registro delle imprese, effetti di pubblicità legale (art. 2188-2202 c.c.)
2. disciplina di rappresentanza commerciale (art. 2203-2213 c.c.)
3. scritture contabili (art. 2214-2220 c.c.)
4. il fallimento e le altre procedure concorsuali (D.L. 347/2003)

L’IMPRENDITORE: art. 2082 c.c.


“E’ imprenditore chi esercita PROFESSIONALMENTE un’ATTIVITA’ ECONOMICA ORGANIZZATA, al fine
della PRODUZIONE o SCAMBIO di beni o servizi”. La norma racchiude tutti gli elementi essenziali per
potersi definire imprenditore.

REQUISITI ESSENZIALI:

1. ATTIVITA’: Per attività si intende una serie coordinata di atti, che danno vita ad un’attività
solo se sono diretti nella stessa direzione, e con scopo di produrre e scambiare beni o servizi.
Attività che sia in grado di produrre nuova ricchezza, che incrementi l’utilità dei singoli
beni/servizi (non è impresa l’attività di mero godimento di chi loca il proprio appartamento; lo
è invece, se lo adibisce ad albergo. E’ attività di impresa anche l’attività svolta da soggetti in
possesso di somme di danaro e lo prestano (così ha stabilito la giurisprudenza).

2. ORGANIZZAZIONE: E’ la programmazione dell’attività economica. L’imprenditore impiega e


coordina i fattori produttivi assumendone il rischio (rischio = fattore inespresso). I fattori
produttivi gestiti dall’imprenditore sono il capitale (soldi, ma anche beni strumentali,
macchine, locali, merci) e lavoro (proprio o altrui). Il capitale non è necessario che sia di
proprietà dell’imprenditore. L’organizzazione dell’impresa deve quindi essere finalizzata
alla creazione di un apparato produttivo STABILE (la stabilità è anche indice di
professionalità, vedi più avanti). L’imprenditore in questo apparato ha il potere di supremazia
dettato dal fatto che se ne assume anche il rischio.
a. Per aversi impresa non serva che l’imprenditore abbia apporto di lavoro altrui (es.
gioielliere, non c’è altrui lavoro ma c’è un complesso stabile con capitale + lavoro
dell’imprenditore).
b. Per il capitale non serve che ci sia un apparato strumentale fisicamente o
esteriormente percepibile. Il capitale può anche essere costituito da dei soldi che
neanche vediamo (es. attività di finanziamento).
Sorgono problemi nell’individuare la linea di confine tra lavoro autonomo e impresa. Ecco la
risposta: la mancanza di un minimo di ETERO ORGANIZZAZIONE presuppone che sia lavoro
autonomo. Per aversi attività di impresa è necessario un FATTORE PRODUTTIVO ESTERNO,
sia esso un collaboratore o un capitale.

3. ECONOMICITA’: Su questo requisito alcuni ritengono che l’economicità vada riferita al FINE,
altri al METODO con cui l’attività deve essere realizzata. Il METODO ECONOMICO e una
modalità che consente quanto meno la copertura dei costi con i ricavi (infatti, al contrario si
avrebbe consumo di ricchezza e non produzione!). Il metodo economico va riferito a tutta
l’attività nel suo complesso, e non solo nel singolo atto.

4. PROFESSIONALITA’: Deve essere un esercizio abituale e non occasionale. Non per questo
deve essere svolta tassativamente tutti i giorni. Può anche essere un esercizio con cadenza
tipica come l’attività stagionale (es. stabilimento balneare). Può essere imprenditore anche
una persona che esegue due attività diverse, così come anche chi costruisce il singolo edificio
(UNICO AFFARE). E’ imprenditore anche colui che costruisce un edificio per destinarlo ad uso
personale: c’è il metodo economico, e viene soddisfatta l’esigenza di tutela del credito (es.
fornitori materiali). La professionalità si può rilevare anche da degli indici indicatori, come ad
esempio UNA STABILE ORGANIZZAZIONE è sicuramente indice di professionalità.

Parte della dottrina ha poi stabilito che per esclusione, dall’art. 2082 nascerebbero anche altri
requisiti non espressi:

REQUISITI INESPRESSI:

1. SCOPO DI LUCRO: la nozione di imprenditore è una nozione unitaria, che comprende sia
l’impresa privata che l’impresa pubblica, ed il requisito essenziale comune ad entrambe
è l’economicità della gestione e non quello dello scopo di lucro, visto che in caso di
impresa pubblica il profitto non è necessario. Inoltre non può essere un requisito il solo
intento di voler avere un lucro.

2. DESTINAZIONE AL MERCATO: dei beni o dei servizi. Il Campobasso opta però per non
definirlo un requisito dato che gli elementi essenziali si trovano anche laddove non si sia
immissione dei beni nel mercato.

3. ATTIVITA’ ILLECITA: ultimo requisito inespresso che riguarda le IMPRESE ILLEGALI


(mancanza di autorizzazione) e LE IMPRESE IMMORALI (quando lo stesso oggetto dell’attività
sia illecito, come ad es. il contrabbando di sigarette). In questi casi vi è tutela per i creditori,
ma non per l’imprenditore (ininvocabilità della tutela per l’imprenditore).

PROFESSIONI INTELLETTUALI
Nonostante abbiano tutti i requisiti, PER LIBERA SCELTA DEL LEGISLATORE, non sono imprenditori
avvocati, notai, commercialisti, etc.
L’art. 2238 c.c. “le disposizioni in tema di impresa non si applicano alle professioni
intellettuali, a meno che l’esercizio della professione costituisca elemento di una attività
organizzata in forma di impresa”.
Esempio:
• il medico che gestisce clinica privata: attività di impresa e attività intellettuale SI
IMPRENDITORE
• il medico che svolge solo la propria attività, NO IMPRENDITORE, anche se si avvalga di
collaboratori (es. studio di avvocati)

Caso particolare dei FARMACISTI, considerati imprenditori commerciali in quanto hanno perso il
requisito della prestazione intellettiva.

DISCIPLINA PARTICOLARE. Sono, infatti, soggetti a:


• Iscrizione all’albo dei professionisti
• Soggetti al potere disciplinare dell’ordine professionale
• Hanno un accesso limitato, subordinato al sostenimento e superamento di un esame di stato
• Anche il contratto con gli stessi ha una disciplina particolare, che però con la liberalizzazione
delle tariffe…
L’IMPRENDITORE AGRICOLO (art. 2135 c.c.)
ATTIVITA’ AGRICOLE ESSENZIALI
Dice l’art. 2135 dopo la modifica del D. L-gs. 228/2001: “è imprenditore agricolo chi esercita una
delle seguenti attività:
- coltivazione del fondo ]
- selvicoltura ] ATTIVITA’ AGRICOLE ESSENZIALI
- allevamento di animali ]
con attività dirette alla cura e sviluppo di un ciclo biologico, o di una fase necessaria allo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco, o le acque dolci,
salmastre o marine”

L’articolo è stato modificato nel 2001, ed è riuscito ad eliminare i dubbi che vertevano
sull’individuazione di determinate figure come imprenditore agricolo oppure no, ma ha anche
ampliato la categoria anche quasi a rilanciare una figura in via di estinzione. Rispetto alla vecchia
norma, infatti si evince che rientrano tra le attività agricole essenziali anche:

• la produzione di vegetali e animali


• l’orticoltura, le coltivazioni in serra, nei vivai, la fioricoltura, le coltivazioni “fuori terra” di
ortaggi e frutta
• la zootecnia con gli allevamenti in batteria; per “allevamento di animali si deve intendere:
allevamento diretto ad ottenere prodotti tipicamente agricoli; allevamento di cavalli da corsa,
o di animali da pelliccia, di cani di gatti, etc
• l’imprenditore ittico che “svolge attività di pesca professionale diretta alla cattura o raccolta
di organismi acquatici in ambienti marini, salmastri, dolci”.

SELVICOLTURA: Rimane la particolare figura per il selvicoltore, dove si ha attività agricola


essenziale SOLO SE all’estrazione di legnami sia unita l’attività di coltivazione del bosco.

ATTIVITA’ AGRICOLE PER CONNESSIONE


Ampliata parecchio dalla modifica 2001 al 3° comma, che stabilisce cosa si intenda per attività
agricole connesse:

a) Le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e


valorizzazione di prodotti ottenuti “PREVALENTEMENTE” da attività agricole essenziali.
b) Le attività dirette alla fornitura di beni/servizi mediante l’utilizzazione “PREVALENTE” di
attrezzature o risorse normalmente impegnate nell’attività agricola esercitata, comprese
quindi anche le attività di valorizzazione del territorio e le attività agrituristiche.

Le attività di cui ai punti a) e b) sono oggettivamente commerciali, ma sono considerate PER LEGGE
attività agricole quando sono esercitate con una delle 3 attività agricole essenziali.

Perché si parli di attività agricola per connessione vi sono DUE PRESUPPOSTI ESSENZIALI:
1. CONNESSIONE SOGGETTIVA (principio di coerenza): il soggetto che esercita l’attività
agricola connessa deve essere GIA’ IMPRENDITORE AGRICOLO in base all’attività che svolge,
ed inoltre l’attività svolta deve essere COERENTE con quella connessa.
Es. E’ IMPRENDITORE COMMERCIALE: chi trasforma o commercia prodotti agricoli altrui, o chi fa il
viticoltore e produce formaggio.
Es. E’ IMPRENDITORE AGRICOLO: chi coltiva viti e produce vino
PICCOLA ECCEZIONE: sono IMPRESE AGRICOLE le cooperative di imprenditori agricoli e loro consorzi
(es. cantine sociali)
2. CONNESSIONE OGGETTIVA (principio della prevalenza):
a. Che si tratti di attività aventi ad oggetto prodotti PREVALENTEMENTE dall’attività
agricola essenziale
b. Che si tratti di beni forniti mediante l’utilizzazione PREVALENTE di risorse
dell’azienda.
c. E’ sufficiente che le attività connesse non prevalgano, per rilievo economico,
sull’attività agricola essenziale.
L’IMPRENDITORE COMMERCIALE (art. 2195 c.c.)
Sono soggetti a registrazione nel registro delle imprese gli imprenditori commerciali che esercitano
una o più tra le seguenti categorie di attività indicate:
- ATTIVITA’ INDUSTRIALE: produzione di beni/servizi (ogni attività che non sia agricola)
o TERZO GENUS: attività di acquisto materie prime e produrre beni
diversi dalla materia iniziale. Intesa in questo modo, l’attività che non trasformano
alcun bene in che categoria rientrano? (impresa civile)
- ATTIVITA’ INTERMEDIARIA nella circolazione di beni (ogni attività che attui uno scambio)
o TERZO GENUS: l’intermediazione presuppone tre soggetti. E
quando ce ne sono solo due?
- ATTIVITA’ DI TRASPORTO di persone o cose, via terra, acqua, aria
- ATTIVITA’ BANCARIA O ASSICURATIVA
- ALTRE ATTIVITA’ ausiliarie delle precedenti
Un’elencazione dal legislatore volutamente generica, proprio ad includere tutte le attività che non
rientri nell’art. 2135 c.c.

IL PICCOLO IMPRENDITORE
Il piccolo imprenditore è contemplato dal c.c. e dalla legislazione speciale, ad incentivarne lo
sviluppo. Anche se questo ha creato dei contrasti. Vediamo cosa e tra chi:

• l’art. 2083 c.c. “sono piccoli imprenditori i coltivatori


diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti, e coloro che esercitano attività
professionale organizzata in prevalenza con il proprio lavoro e della famiglia”. Requisito
generale: attività professionale organizzata IN PREVALENZA con il proprio lavoro e
della famiglia.
o è soggetto allo statuto generale dell’imprenditore
o non è soggetto alla tenuta delle scritture contabili
o non è soggetto al fallimento (a seconda dei casi si)
o non è soggetto a iscrizione al registro delle imprese
o non è soggetto quindi allo statuto speciale
L’imprenditore deve quindi prestare il suo lavoro assieme a quello dei familiari. (es. un
parrucchiere, un sarto)

• La Legge fallimentare all’art. 1 prevedeva dei parametri “monetari”, per esonerare il piccolo
imprenditore dal fallimento, e dove erano piccoli imprenditori:
o titolari di un reddito inferiore al minimo
imponibile (criterio del reddito)
o in mancanza, colui il cui investimento di
capitale non fosse superiore a L. 900.000 (criterio del capitale)
o in nessun caso le società commerciali potevano
essere considerate piccoli imprenditori

QUINDI GRANDE CONTRASTO


Tra la definizione del codice civile (prevalenza del lavoro di famiglia), e la legge fallimentare
(parametri monetari)

E QUINDI MODIFICHE ALLA LEGGE FALLIMENTARE


Nel 1974: SOPPRESSA l’imposta di ricchezza mobile (nasce l’IRPEF), con conseguente abolizione
del criterio del reddito.
Nel 1989: SOPPRESSO il criterio del capitale investito.
Nel 2006 ci fu poi la riforma che venne a sua volta modificata nell’anno successivo nel 2007:
• non si definisce più chi è “piccolo imprenditore”
• non è soggetto al fallimento l’imprenditore commerciale che dimostri di possedere tutti e 3 i
seguenti requisiti (LIMITI DIMENSIONALI DELLA LEGGE FALLIMENTARE):
1. attivo patrimoniale annuo < 300.000 euro nei tre esercizi precedenti l’istanza di fallimento
2. ricavi lordi annui < 200.000 euro nei 3 esercizi precedenti l’istanza di fallimento
3. debiti (anche non scaduti) < 500.000 euro
I valori indicati nei tre requisiti sono “aggiornabili” con decreto del Ministro Giustizia in base
alle variazioni ISTAT

IN DEFINITIVA DALLA LEGGE FALLIMENTARE: si evince chi può esser dichiarato fallito.
DAL CODICE CIVILE: si ricava l’applicabilità dello statuto generale dell’imprenditore.

L’IMPRESA ARTIGIANA (piccolo imprenditore)


E’ l’art. 2083 c.c. a stabilire che sono piccoli imprenditori gli artigiani. Gode di legislazione speciale,
che opera sia ai fini tributare che ai fini dell’incentivazione.

PROBLEMA: la legislazione speciale che da una definizione di artigiano, che contrasta con l’art.
2083 c.c.
• Dapprima la L. 860/56 definiva l’artigiano “a tutti gli effetti di legge” (quindi ai fini
fallimentari, ai fini civilistici, etc). La nozione di artigiano era collegata alla natura dei beni
prodotti: era artigiano chi produceva beni di natura artistica o usuale, ed era iscritto nell’albo
delle imprese artigiane. Questa nozione SOSTITUIVA quindi le nozioni del c.c. e della legge
fallimentare, ed ecco il contrasto! Poteva essere artigiano anche chi non rispettasse il criterio
della PREVALENZA indicato nel c.c., ed esentato quindi dal fallimento!
• Con la Legge quadro 443/85 viene eliminata la parte che definiva l’impresa artigiana “a tutti
gli effetti di legge”, definendo l’artigiano sia per quanto riguarda l’OGGETTO (qualunque
attività di produzione di beni), e definendo il RUOLO dell’artigiano nell’impresa (svolto in
maniera PREVALENTE, ma senza che prevalga sugli altri fattori produttivi). Era però una legge
che prevedeva che le società potessero essere imprese artigiane, e quindi con un numero
cospicuo di dipendenti (ALTRO CONTRASTO). Questo ultimo problema fu però risolto dagli
interpreti dato che avendo eliminato la dicitura “a tutti gli effetti di legge”, non si sostituiva
più alla disciplina della legge fallimentare.
 L’iscrizione all’albo della società artigiana è così ai soli fini delle sovvenzioni regionali o
statali, e non ai fini fallimentari o civilistici.

Quindi LA FINE DI UN PRIVILEGIO, per cui le società artigiane sono soggette al fallimento, e quindi se
superano anche uno solo dei limiti indicati all’art. 1 della legge fallimentare.

L’IMPRESA FAMILIARE
Art. 230 bis c.c. “Salvo che sia configurabile un diverso rapporto… è impresa familiare
quell’impresa dove collaborano il coniuge, i parenti entro il 3° grado, gli affini entro il 2° grado,
dell’imprenditore”. Non la disciplina, ma la identifica, e ne regola i diritti di chi ci lavora al suo
interno. E’ importante ricordare “SALVO CHE…”.

L’impresa familiare non è una piccola impresa, potrebbe esserlo, ma non è detto che lo sia.

Nasce nel 1975 dal diritto di famiglia. RATIO: il legislatore ha voluto tutelare “chi lavori in modo
continuato” nella famiglia o nell’impresa, riconoscendo agli stessi sia diritti patrimoniali che diritti
amministrativi. Vediamoli:

DIRITTI PATRIMONIALI: 1. diritto al mantenimento, anche se non dovuto ad altro titolo


2. diritto di partecipazione agli utili, in proporzione alla quantità di lavoro
prestato
3. diritto sui beni acquistati con gli utili, e sugli incrementi di valore dell’azienda
(avviamento)
4. diritto di prelazione sull’azienda in caso di divisione ereditaria o di
trasferimento della stessa
DIRITTI AMMINISTRATIVI: 1. partecipa alle decisioni sulla gestione ordinaria, con voto a
maggioranza
2. il diritto di partecipazione è trasferibile solo a favore degli altri membri
della famiglia nucleare, ma con il consenso UNANIME dei familiari già
partecipanti.

STRUTTURA DELL’IMPRESA FAMILIARE


Rimane pur sempre una impresa individuale, con particolare disciplina delle prestazioni lavorative
dei familiari, per cui:
• I BENI AZIENDALI: sono di proprietà esclusiva dell’imprenditore / datore di lavoro
• I DIRITTI PATRIMONIALI DEI PARTECIPANTI: sono semplici diritti di credito nei confronti
dell’imprenditore
• ATTI DI GESTIONE ORDINARIA: sono decisi dall’imprenditore.

RESPONSABILITA’ => l’imprenditore agisce in nome proprio, per cui sarà l’unico a rispondere delle
obbligazioni verso terzi.
FALLIMENTO => solo l’imprenditore sarà esposto al fallimento, NON se sia impresa commerciale
non piccola.

L’IMPRESA INDIVIDUALE
Da una sola persona.

L’IMPRESA COLLETTIVA (associazioni e fondazioni)


Un esempio sono le SOCIETA’, ma esistono anche altre forme (ASSOCIAZIONI e FONDAZIONI). Ma
possono svolgere attività di impresa? Le ASSOCIAZIONI, le FONDAZIONI, e tutti gli altri enti privati
con fini ideali o altruistici possono svolgere attività commerciale qualificabile come attività di
impresa, svolta con METODO ECONOMICO, e con gli altri presupposti necessari. Diventano
imprenditori, se esercitano attività commerciale SI statuto, SI fallimento.

L’IMPRESA PUBBLICA
Consistono in attività di impresa svolta dallo Stato, in 3 differenti modi:
1. IMPRESE ORGANO => dove Stato esercita attività di impresa servendosi di proprie
strutture, e che rimane “secondaria” ed “accessoria” rispetto ai fini istituzionali. (es. società
erogatrici di pubblici servizi come acqua, gas)
Art. 2093: fa distinzione tra enti pubblici inquadrati e non, e a noi interessa i non inquadrati,
SI statuto generale dell’imprenditore, ma limitatamente alle imprese da essi esercitati. SI
statuto proprio dell’imprenditore commerciale. NO iscrizione nel registro delle imprese, NO
fallimento, SI tenuta delle scritture contabili. (IMPO)
2. ENTI PUBBLICI ECONOMICI => dove lo Stato può dar vita ad enti di diritto pubblico, il cui
compito istituzionale principale o esclusivo sia l’esercizio di attività di impresa (ad esempio
Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Ferrovie dello Stato, INA, ENI). Successivamente sono stati
(IMPO) trasformati in s.p.a. con partecipazione statale e nel 1990 furono istituite le GOLDEN
SHARES, con partecipazione statale maggiore.
SI statuto generale dell’imprenditore SI statuto proprio dell’imprenditore commerciale, NO
fallimento, al posto del quale è prevista la Liquidazione Coatta Amministrativa.
3. SOCIETA’ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA => dove lo Stato può svolgere attività di
impresa servendosi di strutture di diritto privato (ad esempio società per azioni)

L’IMPRESA SOCIALE
Istituita con D. LGS. 155/2006. Uno dei tanti enti che esercitano possono acquisire la qualifica di
impresa sociale tutte le organizzazioni private che:
1. esercitano in via stabile e principale attività economica organizzata al fine di produrre
beni/servizi di utilità sociale (assistenza sociale, sanitaria, educazione, istruzione e
formazione, servizi culturali).
2. via sia assenza dello scopo di lucro. Eventuali utili vanno destinati allo svolgimento
dell’attività o all’incremento del patrimonio. Sullo stesso patrimonio grava, però il vincolo di
indisponibilità, per cui in caso di cessazione dell’impresa sociale, il patrimonio dovrà essere
devoluto ad altre imprese sociali simili.
3. può impiegarsi qualunque forma di organizzazione privata, e qualsiasi tipo societario.

NON POSSONO ESSERE IMPRESE SOCIALI:


le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni che erogano beni/servizi solo ai propri soci.

PRIVILEGIO PER LE IMPRESE SOCIALI è quello di limitare la responsabilità patrimoniale dei


partecipanti:
• SE IL PATRIMONIO < 20.000€ => risponde solo l’impresa sociale con il suo patrimonio
• SE IL PATRIMONIO si riduce di oltre 1/3, rispondono anche coloro che hanno agito in nome e
per conto dell’impresa sociale (e quindi non gli altri soci che non hanno agito).

OBBLIGHI PER LE IMPRESE SOCIALI (sia agricole che commerciali):


- iscriversi nella apposita sezione del registro delle imprese
- redigere le scritture contabili
- in caso di insolvenza, no fallimento ma liquidazione coatta amministrativa

ATTO COSTITUTIVO: per atto pubblico, il quale deve contenere oggetto sociale, denominazione,
modalità di ammissione ed esclusione dei soci, fissare i requisiti per l’assegnazione delle cariche
sociali, stabilire le forme di coinvolgimento dei lavoratori.

CONTROLLO INTERNO: affidato ai revisori contabili ed ai sindaci.


CONTROLLO ESTERNO: affidato al Ministero del lavoro, che può procedere ad ispezioni, e nel
caso disporre la prdita della qualifica di impresa sociale.
ACQUISTO DELLA QUALITA’ DI IMPRENDITORE
Innanzitutto bisogna distinguere tra l’esercizio dell’attività di impresa DIRETTO ed INDIRETTO:

ESERCIZIO DIRETTO DELL’ATTIVITA’ DI IMPRESA => in questo caso l’individuazione del


soggetto a cui applicare lo statuto generale dell’imprenditore e lo statuto speciale non crea problemi,
dato che in questo caso gli atti di impresa sono compiuti direttamente dall’interessato, o dal suo
rappresentante.

PRINCIPIO DELLA SPENDITA DEL NOME:


“Secondo cui gli effetti degli atti giuridici ricadono solo sul soggetto il cui nome è stato
validamente speso”
(esempio mandatario con rappresentanza => gli effetti si producono direttamente sul
mandante
mandatario senza rappresentanza => gli effetti si producono sul mandatario)

ESERCIZIO INDIRETTO DELLA ATTIVITA’ DI IMPRESA => sulle ali dell’esempio del mandatario
senza rappresentanza, esiste il fenomeno dell’esercizio di impresa tramite interposta persona:
- soggetto che compie in proprio nome singoli atti di impresa (prestanome)
- altro soggetto che somministra i mezzi necessari, dirige di fatto l’impresa, fa propri tutti i
guadagni
- il dominus dell’impresa, che non si palesa di fronte ai terzi (imprenditore occulto)

Tutti questi possibili raggiri sono stati combattuti, soprattutto in quelle situazioni in cui le cose non
dovessero andar bene, e soprattutto in tema di responsabilità verso i terzi, nel seguente modo:

PRINCIPIO DELLA SPENDITA DEL NOME => “secondo cui risponde chi di fatto esercita il
potere di direzione, e quindi rispondono sia il prestanome che il dominus”
Ma ha avuto scarsi consensi a causa dello scarso fondamento normativo e smentito poi
anche dai principi delle società di capitali.

Quindi il dominio di fatto di una impresa individuale o di una società di capitali non è
condizione sufficiente per esporle a responsabilità verso terzi e a fallimento, né determina
l’acquisto della qualità di imprenditore. Ci ha pensato la riforma del 2003:

“che regola la responsabilità civile delle società o enti che esercitano attività di direzione su
altre società, abusando di tale potere a danno dei creditori della società controllata (art.
2497 c.c.)”

IMPRESA FIANCHEGGIATRICE => quando un socio di comando di società di capitali tratti la stessa
come se fosse “cosa propria”, non rispettando le regole societarie.
GIURISPRUDENZA ritiene che questo comportamento dia vita ad “autonoma attività di
impresa” per cui, sempre ricordando i requisiti dell’art. 2082 c.c. il socio che ha abusato
risponderà per le obbligazioni da lui contratte come se fosse titolare di una autonoma impresa
commerciale individuale. L’impresa fiancheggiatrice potrà quindi fallire.
Tecnica, questa, che consente di tutelare i creditori. Infatti, in base alla disciplina del mandato
senza rappresentanza il fallimento della società di capitali potrà chiedere all’impresa
fiancheggiatrice di fornirle le somme necessarie per far fronte alle obbligazioni contratte nel
suo interesse. In mancanza potrà provocarne il fallimento!

INIZIO DELL’IMPRESA
La qualità di imprenditore si acquista con l’effettivo inizio dell’esercizio di attività di impresa, quindi
non sarà sufficiente l’iscrizione nel registro delle imprese, Detto principio vale anche per le società.
(PRINCIPIO DI EFFETTIVITA’)

Saranno le ATTIVITA’ DI ORGANIZZAZIONE a far acquisire la qualità dell’imprenditore quando le


stesse manifesteranno INEQUIVOCABILMENTE l’attività verso un determinato fine produttivo
(PROFESSIONALITA’), sia per il loro numero, sia per la loro significatività.

SINGOLO ATTO DI ORGANIZZAZIONE


 se invece è compiuto da società, può essere sufficiente anche un solo atto (es. società
alberghiera acquista area fabbricabile)
FINE DELL’IMPRESA
E’ molto importante individuare il momento in cui l’impresa cessa di esistere, e a ciò ci ha pensato il
D.LGS. 2/2006, modificato poi nel 2007:
 nuovo art. 10 Legge fallimentare: “gli imprenditori individuali o collettivi possono
essere dichiarati falliti entro 1 anno dalla cancellazione dal registro delle imprese se
l’insolvenza si è manifestata anteriormente, oppure entro l’anno successivo” 1°
comma
 “fatta salva la facoltà per il creditore di dimostrare il momento dell’effettiva
cessazione dell’attività da cui far decorrere il termine di un anno” 2° comma
La cancellazione dal registro delle imprese fa decorrere l’anno entro cui l’imprenditore può esser
dichiarato fallito.

CANCELLAZIONE D’UFFICIO => la cancellazione non è sufficiente. Ad essa deve accompagnarsi


l’effettiva disgregazione del complesso aziendale, se no il termine annuale non decorre.

CAPACITA’ e IMPRESA
La capacità all’esercizio di attività di impresa SI ACQUISTA con i 18 anni (capacità di agire).
La capacità all’esercizio di attività di impresa SI PERDE in seguito ad INTERDIZIONE o
INABILITAZIONE.
Il minore che esercita attività di impresa non acquista la qualità di imprenditore, neanche laddove i
contratti conclusi non siano annullabili.

I divieti di esercizio di attività di impresa posti a carico, ad esempio, di un impiegato statale,


non costituiscono una limitazione della capacità di agire, ma semplici “incompatibilità”.
L’eventuale violazione di detti divieti comporterà l’acquisto della qualità di imprenditore, oltre
a sanzione amministrativa, e oltre all’aggravamento delle sanzioni penali in caso di fallimento
(es. bancarotta).

L’INCAPACE E L’IMPRESA COMMERCIALE


E’ possibile l’esercizio di attività di impresa da parte del:
 del rappresentante legale dell’INCAPACE (minore o interdetto)
 dei soggetti limitatamente capaci di agire (inabilitati, minori emancipati, il beneficiario
di amm. di sostegno)
In questi casi non ci sono regole particolari per l’attività agricola, mentre ce ne sono per l’attività
commerciale:

IL MINORE E L’INTERDETTO => NO inizio, SI continuazione se autorizzato dal tribunale. Il


rappresentante legale può compiere tutti gli atti di impresa ordinari e
straordinari. Necessita di specifica autorizzazione solo laddove vi siano
atti che non riguardano la gestione dell’impresa (es. vendita
dell’immobile dove ha sede l’impresa)
L’INABILITATO => NO inizio, SI continuazione. Una volta giunta l’autorizzazione dal
tribunale, potrà esercitare “personalmente” gli atti di impresa con
l’assistenza del curatore, mentre per gli atti “esterni” alla gestione
dell’impresa, servirà il “consenso” del curatore.
MINORE EMANCIPATO => Si inizio, SI continuazione, se autorizzato dal tribunale.
L’emancipato acquista con l’autorizzazione del tribunale la “piena
capacità di agire”.
AMM.RE DI SOSTEGNO => SI inizio, SI continuazione. Il beneficiario dell’amministrazione di
sostegno potrà iniziare o continuare una attività di impresa senza
assistenza, con capacità di agire per tutti quegli atti per i quali non dia
diversamente previsto dal giudice tutelare.

ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE => Vanno registrati tutti i provvedimenti del tribunale
che autorizzano o revocano la possibilità di esercitare l’attività di
impresa.
QUALITA’ DI IMPRENDITORE => viene acquista dall’INCAPACE, dato che viene “speso il suo nome”.
REATI FALLIMENTARI => ne risponde il tutore, dato che viene applicata la disciplina che regola
l’INSTITORE.
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE
L’imprenditore commerciale è destinatario di una disciplina dettata dallo “statuto generale” comune
a tutti gli altri imprenditori, e di una dettata dallo “statuto speciale”.
PUBBLICITA’ LEGALE:
 consiste nell’obbligo, imposto dal legislatore, di rendere di pubblico dominio
determinati atti o fatti relativi alla vita dell’impresa. Informazioni rese ACCESSIBILI ai
TERZI (c.d. pubblicità notizia) e che diventano anche OPPONIBILI a chiunque (c.d.
CONOSCIBILITA’ LEGALE)
 lo strumento della pubblicità legale è il Registro delle imprese sia per le imprese
commerciali non piccole, sia per le società commerciali ed è istituito c/o la Camera di
commercio di ogni provincia, sotto la vigilanza del giudice del tribunale

 EVOLUZIONE STORICA: per oltre 50 anni sino al 1993 sino a che non venne soppresso
il BUSARL (bollettino ufficiale spa e srl) e venne soppresso il BUSC (bollettino ufficiale
società cooperative).
 Nel 1996 venne istituito il Registro delle imprese, che divenne poi operativo dal 1997,
con delle novità:

 NOVITA’
 Il registro delle imprese è strumento di pubblicità legale di:
 Imprese commerciali
 Imprenditori agricoli (dal 2001 anche con effetti di pubblicità legale)
 Piccoli imprenditori (dal 2001 anche con effetti di pubblicità legale)
 Società semplici (dal 2001 anche con effetti di pubblicità legale)

 La tenuta del Registro delle imprese passa dalle cancellerie del tribunale alle camere
di commercio

 Il registro delle imprese è tenuto con tecniche informatiche, per un rapido accesso alle
informazioni per i terzi

IL REGISTRO DELLE IMPRESE:

SEZIONE ORDINARIA: imprenditori non agricoli


imprenditori individuali commerciali non piccoli
tutte le società esclusa quella semplice, anche se non svolgono attività
commerciale
consorzi fra imprenditori con attività esterna
gruppi europei di interesse economico, con sede in Italia
enti pubblici avente oggetto esclusivo o principale una attività
commerciale
società estere con sede amministrativa in Italia

IMPO => la struttura della società PREVALE sull’OGGETTO della società


(es. Sgaravatti rientra nella riga 3)
SEZIONE SPECIALE 1: dedicata agli imprenditori che per i codice civile erano esonerati,
ma con la riforma del 1993 non lo sono più, quindi:
imprenditori agricoli individuali
piccoli imprenditori
società semplici (IMPO) che possono svolgere “solo” attività agricole
imprenditori artigiani
SEZIONE SPECIALE 2: società fra professionisti, con funzione di pubblicità notizia
società di avvocati (dal 2001)
SEZIONE SPECIALE 3: ove vi siano “legami di gruppo”, ossia società o enti che
esercitano attività di direzione e coordinamento, e le società soggette
SEZIONE SPECIALE 4: imprese sociali

ATTI E FATTI DA REGISTRARE => sono definiti dalla legge, e sono diversi a seconda della
struttura oggettiva dell’impresa:
• dati sulla individuazione della impresa (dati anagrafici, ditta, oggetto, sede)
• dati sulla struttura e sulla organizzazione societaria (atto costitutivo, modificazioni, etc)
in ogni caso vanno registrate tutte le modifiche ai dati precedentemente già registrati.

PROCEDIMENTO: su domanda dell’interessato, ma anche d’ufficio se l’iscrizione è


obbligatoria e nessuno vi ha provveduto, così come lo stesso discorso vale per
la cancellazione.
Prima di procedere all’iscrizione l’ufficio del registro deve controllare la
regolarità formale e sostanziale della documentazione, ma nulla può rilevare su
cause di “nullità” o di “annullabilità” dell’atto.
SANZIONI => per chi non si registra avendone l’obbligo, sono previste sanzioni.

EFFETTI DELL’ISCRIZIONE AL REGISTRO DELLE IMPRESE: nella sezione ordinaria ha funzione di


pubblicità legale, oltre all’efficacia che può essere dichiarativa e costitutiva.
Vediamole:

EFFICACIA DICHIARATIVA: gli atti e i fatti soggetti ad iscrizione sono opponibili “a


chiunque” e dal momento della loro registrazione (escluso nella società
di capitali, nelle quali l’opponibilità si ha dopo 15 gg)
L’omessa iscrizione impedisce l’opponibilità dell’atto/fatto, anche se
l’imprenditore può rimediare, provando che i terzi ne avevano
ugualmente avuto conoscenza.

EFFICACIA COSTITUTIVA: in casi rigorosamente previsti: eccoli

TOTALE: con produzione di effetti sia fra le parti che con i terzi (es. iscrizione nel
registro delle imprese dell’atto costitutivo di società di capitali e delle
società cooperative. La SPA prima della registrazione non esiste
giuridicamente né per aspiranti soci, né per i terzi)
PARZIALE: produzione di effetti solo nei confronti dei terzi (es. registrazione della
delibera di riduzione reale di capitale sociale in una SNC. L’eventuale
omissione della registrazione impedisce il decorso del termine di 3 mesi
entro il quale i creditori possono opporsi)
NORMATIVA: quando la registrazione è un presupposto per l’applicazione di un
determinato regime giuridico (es. SNC e SAS, società che esistono anche
se non sono registrate. La mancata registrazione influisce sul regime di
autonomia patrimoniale, per il quale verrà quindi applicato il regime più
gravoso della società semplice). Si parla in questi casi delle c.d.
SOCIETA’ IRREGOLARI.

ISCRIZIONE NELLA SEZIONE SPECIALE => non si verificano gli effetti appena illustrati nel caso
della sezione ordinaria.

Dal 2001 ha efficacia di pubblicità legale anche per gli imprenditori


agricoli anche piccoli, con un conseguente “ritorno al disordine”.

LE SCRITTURE CONTABILI => Sono i documenti che rappresentano in termini monetari i singoli
atti di impresa, la situazione del patrimonio dell’imprenditore, e del
risultato economico dell’attività svolta.
OBBLIGO => per gli IMPRENDITORI che esercitano attività commerciale (no piccoli
imprenditori)
per le SOCIETA’ COMMERCIALI (no soc semplice) anche se non
esercitano attività comm.le
stesso dicasi per gli ENTI SOCIALI

LE SCRITTURE CONTABILI OBBLIGATORIE => dice il principio generale che “l’impresa deve
tenere tutte le scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni
dell’impresa stessa”. Ed inoltre devono essere tenuti:
LIBRO GIORNALE: registro cronologico – analitico dove vengono registrate le operazioni
“nell’ordine in cui vengono compiute” e non necessariamente ogni
singola operazione (infatti se sono operazioni omogenee si può
registrare, ad esempio, direttamente l’importo complessivo delle merci
vendute)
Il libro giornale può anche essere articolato in più LIBRI PARZIALI.

LIBRO DEGLI INVENTARI: registro periodico – sistematico che deve essere redatto all’inizio
dell’esercizio dell’impresa, e successivamente ogni anno.

Fornisce il quadro della situazione patrimoniale dell’imprenditore, e


quindi deve contenere: INDICAZIONE e VALUTAZIONE delle attività /
passività dell’imprenditore, ANCHE ESTRANEE all’impresa.
L’inventario si chiude con il bilancio, comprensivo dello “Stato
patrimoniale” e del “Conto economico” (principio di VERIDICITA’) e con il
“Conto dei profitti e delle perdite”

Devono quindi risultare con EVIDENZA e VERITA’:


- STATO PATROMINIALE => la situazione complessiva del patrimonio
- CONTO ECONOMICO => gli utili o le perdite sofferte
nel medesimo arco di tempo.

LIBRO MASTRO => dove vengono memorizzate le singole operazioni non


cronologicamente, ma sistematicamente (x cliente, per tipo di
produzione, etc etc)

LIBRO CASSA => tiene conto delle entrate / uscite di danaro.

LIBRO MAGAZZINO => registra le entrate / uscite delle merci.

In ogni caso sono da conservare per ogni operazione gli originali della corrispondenza commerciale.

REGOLARITA’ DELLE SCRITTURE CONTABILI ED EFFICACIA PROBATORIA


Perché le scritture contabili non possano successivamente essere alterate, si adottano delle regole:
- Libri numerati progressivamente pagina per pagina
- Scritture contabili senza spazi bianchi o abrasioni. Eventuali cancellazioni
devono essere fatte in modo che si veda il precedente dato.
L’inosservanza di questi accorgimenti rendono le scritture IRREGOLARI, e quindi giuridicamente
IRRILEVANTI.

CONSERVAZIONE=> per almeno dieci anni, anche su supporti informatici.

SANZIONI => chi non tiene regolarmente le scritture contabili non può utilizzarle a suo
favore come mezzo di prova. Inoltre è assoggettato alle sanzioni penali previste
per il reato di bancarotta in caso di fallimento.

EFFICACIA PROBATORIA => le scritture contabili possono essere “sempre” utilizzate dai terzi
come mezzo di prova contro l’imprenditore; è anche vero, però,
che il terzo non ne può scindere il contenuto, e quindi non può
avvalersi della sola parte a lui favorevole.

CONTRO L’IMPRENDITORE => fanno sempre prova


CONTRO TERZI => sono necessarie tre condizioni:
1. scritture contabili tenute regolarmente
2. la controparte deve essere anche lui un imprenditore obbligato alla
tenuta delle scritture contabili
3. la controversia deve essere relativa a rapporti inerenti l’esercizio di
impresa.

LA RAPPRESENTANZA COMMERCIALE
Regolata dall’art. 1387 c.c. e seguenti, ma regolata da norme particolari quando si tratta di
rappresentanza esercitata da particolari figure come:
a) GLI INSTITORI
b) I PROCURATORI
c) I COMMESSI

a) L’INSTITORE (art. 2203 c.c.) => “colui che è preposto dal titolare all’esercizio dell’impresa, o
di una sede secondaria, o di un ramo particolare della stessa”

di regola è un lavoratore subordinato con la qualifica di dirigente, posto al


vertice della gerarchia del personale. Può essere subordinato al solo
imprenditore, oppure anche ad altro institore se è al vertice di un settore
anziché della azienda.

OBBLIGHI => congiuntamente con l’imprenditore è tenuto all’adempimento degli obblighi di


iscrizione al registro delle imprese, e alla tenuta delle scritture contabili.
RESPONSABILITA’ => in caso di fallimento, a carico dell’institore vi sono solo sanzioni penali,
ma non è soggetto al fallimento, quindi di conseguenza non è neanche esposto
con il proprio patrimonio.
E’ personalmente obbligato se omette di far conoscere al terzo che egli tratta
per il preponente. Fermo restando che per gli atti compiuti dallo stesso
institore, regolarmente a ciò preposto, è obbligato anche il preponente (art.
2208 c.c.)
RAPPRESENTANZA SOSTANZIALE => art. 2204 c.c. “anche in mancanza di espressa procura
l’institore può compiere tutti gli atti pertinenti all’esercizio dell’impresa”. Non
può compiere atti fuori dall’esercizio (es. vendere l’immobile) e non può
ipotecare beni immobili del preponente, a meno che non sia stato a ciò
autorizzato.
RAPPRESENTANZA PROCESSUALE => può stare in giudizio sia come attore che come
convenuto per le obbligazioni dipendenti da atti (suoi o dell’imprenditore)
compiuti nel’esercizio dell’impresa.
MODIFICA / REVOCA RAPPRESENTANZA => vengono decise dall’imprenditore; eventuali
limitazioni dei poteri del rappresentante saranno opponibili ai terzi solo se
pubblicati nel registro delle imprese; salvo dimostrazione che il terzo era a
conoscenza di dette limitazioni. Stesso discorso vale per la revoca.

b) IL PROCURATORE (art. 2209 c.c.) => i procuratori sono coloro che in base a rapporto
continuativo abbiano il potere di compiere per l’imprenditore atti pertinenti
all’esercizio dell’impresa, pur non essendo preposti ad esso. E’ una figura
subordinata rispetto all’institore in quanto:
- non sono posti a capo dell’impresa, o di un ramo, o di un settore
- pur avendo funzioni direttive il loro potere è circoscritto ad un determinato settore operativo
- non ha rappresentanza processuale
- non è soggetto ad obblighi di iscrizione nel registro delle imprese
IMPO => l’imprenditore non risponde di atti del procuratore compiuti senza la spendita del
suo nome.

c) I COMMESSI (art. 2210 c.c.) => hanno mansioni esecutive o meteriali che li pongono in
contatto con i terzi (es. il cameriere in un ristorante)
POTERE RAPPRESENTATIVO => potere molto limitato rispetto a institori e procuratori.
Possono compiere atti che ordinariamente comporta la specie di
operazioni di cui sono incaricati”
NON POSSONO => - esigere il prezzo di merci delle quali non facciano consegna, né
concedere sconti o dilazioni che non siano d’uso
- non possono esigere i prezzi in luoghi diversi dal luogo previsto (es. alla
cassa)

L’AZIENDA (art. 2555 c.c.)


L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. E’
l’apparato strumentale per lo svolgimento della propria attività (locali, macchinari, attrezzature, etc)

BENI AZIENDALI => NON SONO beni aziendali i beni di proprietà dell’imprenditore che non
siano effettivamente destinati allo svolgimento dell’attività di impresa (es.
l’abitazione dell’imprenditore)
SONO beni aziendali i beni di proprietà di terzi di cui l’imprenditore può disporre,
purché impiegati dell’attività di impresa (es. locali in affitto, macchinario in leasing)

RILIEVO ECONOMICO => l’organizzazione e la destinazione dei beni ad un fine produttivo


attribuiscono ai beni stessi e all’azienda, rilievo economico. I beni organizzati
producono infatti UTILITA’ NUOVE poiché oltre ai beni che compongono l’azienda vi
è anche il NUOVO VALORE per l’attitudine degli stessi a produrre nuova ricchezza,
proprio a causa della loro organizzazione.

AVVIAMENTO => il complesso unitario acquista così un valore di scambio maggiore rispetto alla
somma dei valori dei singoli beni che la compongono. Un maggior valore che si
identifica con l’AVVIAMENTO. Consiste quindi nell’attitudine a consentire la
realizzazione di un profitto, e dipende da fattori oggettivi e soggettivi: vediamoli
AVVIAMENTO OGGETTIVO => si ricollega a fattori che permangono anche se muta il titolare
dell’azienda
AVVIAMENTO SOGGETTIVO => quello dovuto all’abilità operativa dell’imprenditore sul
mercato, ed alla sua abilità a conservare e accrescere la propria clientela

LA CIRCOLAZIONE DELL’AZIENDA
L’azienda può essere VENDUTA, CONFERITA in società, DONATA. Ma vi sono alcune situazioni
particolari come ad esempio l’imprenditore che decide di compiere atti che riguardano anche un solo
bene aziendale, o più di uno.

Si tratta di trasferimento di azienda o di trasferimento di singolo bene aziendale?

L’imprenditore infatti potrebbe sottrarsi al regime del trasferimento dell’azienda, frazionandola con
più atti separati. Ma non c’è alcun problema! Infatti la legge dispone che

“per il trasferimento dell’azienda non è necessario che l’atto comprenda l’intero complesso
aziendale, basta anche un solo ramo”, purché:
- l’insieme di beni sia potenzialmente idoneo ad essere utilizzato per
l’esercizio di attività di impresa, anche se il nuovo titolare debba integrare il
complesso con ulteriori fattori produttivi (es. materie prime)
- che i beni esclusi dal trasferimento non ALTERINO l’unità commerciale e
funzionale della stessa azienda (es. viene trasferito il brevetto industriale
senza il quale l’azienda non può proseguire la sua attività)
FORME => per il trasferimento dell’azienda le forme da osservare sono indicate nell’art. 2556 c.c..
In generale i contratti devono rispettare le forme stabilite per il trasferimento di quel
determinato bene che compone l’azienda.

SE BENI MOBILI: per atto pubblico


SE BENI IMMOBILI: per forma scritta, pena nullità

PER LE IMPRESE SOGGETTE A REGISTRAZIONE: ogni atto di diposizione deve essere provato
per iscritto. E depositato nel registro delle imprese entro 30 gg. Gli effetti della
pubblicità legale infatti si producono con l’iscrizione.

La RATIO è quella di combattere la criminalità organizzata

LA VENDITA DELL’AZIENDA
DIVIETO DI CONCORRENZA DELL’ALIENANTE
“chi aliena una azienda commerciale deve astenersi per almeno 5 anni dall’iniziare una nuova
impresa che possa sviare la clientela dell’azienda ceduta. La nuova azienda non deve sviare la
clientela per il suo OGGETTO, per la sua UBICAZIONE, e per altre circostanze.
DOPPIA ESIGENZA => quella di tutelare sia l’acquirente, e quella dell’alienante per non
compromettere la sua libertà di iniziativa economica.
DEROGABILE => su accordo delle parti è possibile derogare al divieto di concorrenza, è
anche possibile ampliare la portata dell’obbligo di divieto di concorrenza,
purché non sia impedito all’alienante alcuna iniziativa.
VENDITA COATTA => anche in questi casi vige il divieto di concorrenza in capo al fallito
E’ in ogni caso VIETATO prolungare il divieto per oltre 5 anni.

CASI PARTICOLARI non espressamente regolati:


a) DIVISIONE EREDITARIA => SI DIVIETO
b) SCIOGLIMENTO SOCIETA’ con assegnazione dell’azienda ad un socio come quota di
liquidazione => SI DIVIETO
c) VENDITA DEL PACCHETTO DI MAGGIORANZA, sostanzialmente come se fosse una
cessione => SI DIVIETO

PRESTANOME => se l’alienante apre una nuova attività concorrente tramite un prestanome,
si applica ugualmente la norma che tutela lo sviamento della clientela.

LA SUCCESSIONE NEI CONTRATTI AZIENDALI (Art. 2558 c.c.)


Seguendo il principio fondamentale teso a favorire il mantenimento dell’unità economica
dell’azienda, l’art. 2558 c.c. 1° comma stabilisce che:

LA POSIZIONE DELL’ACQUIRENTE
“Se non pattuito diversamente l’acquirente dell’azienda subentra nei contratti stipulati per
l’esercizio dell’azienda stessa, che non abbiano carattere personale”

LA POSIZIONE DEL TERZO CONTRAENTE

“Al terzo contraente è riconosciuto il diritto di recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia
del trasferimento, ma se sussiste una giusta causa, e nel caso è salva la responsabilità
dell’alienante, nel senso che in caso di recesso il contratto non torna in capo all’alienante”

IMPO => “le parti possono espressamente pattuire l’esclusione dalla successione di uno o più
contratti in corso di esecuzione”

IN CASO DI SUCCESSIONE DI CONTRATTOA CARATTERE PERSONALE

“Sarà necessaria l’espressa pattuizione tra alienante ed acquirente, ed inoltre anche il


consenso del terzo contraente”, anche se in generale in questi casi SI VALUTA CASO PER CASO
(IMPO)

I CREDITI E I DEBITI AZIENDALI (Art. 2559-2560 c.c.)


Anche in questo caso gli artt. del c.c. derogano il diritto comune previsto per la cessione dei crediti e
dei debiti.

I CREDITI: art. 2559 c.c. anziché prevedere la notifica al debitore ceduto (diritto comune,
VALIDO PER IMPRESE NON SOGGETTE A REGISTRAZIONE + PUBBLICITA’
LEGALE), si opera una sorta di notifica collettiva tramite l’iscrizione del
trasferimento dell’azienda nel registro delle imprese. Da tale momento
l’eventuale cessione del credito ha effetto nei confronti dei terzi, fermo
restando che se il debitore “ceduto” paga in buona fede l’alienante, egli
è liberato dal debito.
DISCIPLINA VALIDA PER IMPRESE SOGGETTE A REGISTRAZIONE +
PUBBLICITA’ LEGALE

I DEBITI: art. 2260 c.c. vige il principio per cui non può mutare il debitore senza il
consenso del creditore…

X LE AZIENDA COMMERCIALI: nel trasferimento dell’azienda commerciale


risponde dei debiti anche l’acquirente, se essi risultino dai libri contabili
obbligatori, quindi in mancanza di specifici accordi RISPONDONO IN
SOLIDO

X I DEBITI DI LAVORO c’è più tutela per il lavoratore, per cui rispondono
in solido in tutti i casi (anche se non risultano dalle scritture contabili,
etc)

IMPO GENERALE: “crediti e debiti non passano automaticamente in testa all’acquirente; a tal fine è
necessaria una espressa pattuizione tra alienante e acquirente”.

USUFRUTTO DI AZIENDA (Art. 2561 c.c.)


“l’usufruttuario esercita e conduce l’azienda senza modificarne la destinazione ed in modo da
conservarne l’efficienza dell’organizzazione, degli impianti, etc”.

SE VIOLA LE REGOLE => si ha CESSAZIONE DELL’USUFRUTTO

POTERI / DOVERI dell’usufruttuario:


- GODE dei beni aziendali
- DISPONE dei beni aziendali nei limiti delle esigenze della gestione
- ACQUISTA nuovi beni, che diventano di proprietà del nudo proprietario e sui
quali l’usufruttuario avrà diritti di godimento e potere di disposizione

AL TERMINE DELL’USUFRUTTO: sarà regolata in denaro la differenza tra la consistenza “prima” e


“dopo” l’usufrutto.
AFFITTO DI AZIENDA (Art. 2562 c.c.)
La disciplina è la stessa poiché vi è un esplicito rinvio nell’articolo stesso.

OGGETTO DEL CONTRATTO è un complesso di beni organizzati, eventuali, comprensivo dell’immobile

DISCIPLINA DELLA VENDITA IN CASO DI USUFRUTTO / AFFITTO:


- divieto di concorrenza
- successione nei contratti aziendali
MANCANO LE OPERE DELL'INGEGNO, LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA E I CONSORZI
FRA IMPRENDITORI!!!!!!
LE SOCIETA’
Sono organizzazioni di persone e di mezzi per l’esercizio in comune di una attività produttiva, ossia
per l’esercizio in forma associata dell’attività di impresa.
“E’ l’assetto organizzativo di regola assunto dalle imprese di media e grande dimensione”
Il legislatore ha previsto 8 TIPI di società (non usare assolutamente il termine tipologie!!!):
SOCIETA’ SEMPLICE * S.N.C. * S.A.S
S.P.A. * S.A.P.A. * S.R.L. * SOCIETA’ COOPERATIVA * LE MUTUE ASSICURATRICI

Dal diritto comunitario, poi:


Dal 2001 => SOCIETA’ EUROPEA
Dal 2003 => SOCIETA’ COOPERATIVA EUROPEA

IL CONTRATTO DI SOCIETA’ (art. 2247 c.c.) => “Il contratto con cui due o più persone
conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica, allo scopo di dividerne
gli utili”

In via ECCEZIONALE è prevista la costituzione UNIPERSONALE per la S.R.L. (dal 1993) e per le S.P.A.
(dal 2003).
Quindi eccezioni a parte le società sono enti associativi che hanno 3 elementi:
a) i conferimenti dei soci
b) l’esercizio in comune di una attività economica (c.d. scopo-mezzo)
c) lo scopo di divisione degli utili (c.d. scopo-fine)

IMPO => la contemporanea presenza dei tre elementi sopra indicati distingue le SOCIETA’
dagli altri fenomeni associativi (COMUNIONI, CONSORZI)

A) I CONFERIMENTI: ossia le prestazioni a cui le parti del contratto di società si obbligano.


Ciascun socio quindi destina STABILMENTE parte della propria ricchezza
personale per FORMARE il PATRIMONIO SOCIALE INIZIALE, e per dotare la
società del CAPITALE DI RISCHIO INIZIALE. Il socio che effettua il conferimento si
espone quindi al RISCHIO D’IMPRESA.

OGGETTO DEI CONFERIMENTI => l’art. 2247 c.c. stabilisce genericamente beni e
servizi, ossia ogni entità suscettibile di valutazione economica
UTILE o NECESSARIA per lo svolgimento dell’attività di impresa.
Ogni tipo di società avrà poi la sua particolare disciplina sui
conferimenti: le società di capitali e cooperative non prevedono
ad esempio i conferimenti di servizi o prestazioni d’opera, mentre
le società di persone e dal 2003 le S.R.L. invece prevedono anche
quelli.

PATRIMONIO SOCIALE => Inizialmente corrisponde a tutti i conferimenti dei soci, poi
subisce continue variazioni, per cui è successivamente dato dal
complesso dei rapporti giuridici attivi e passivi in capo alla società
L’attività e le passività sono accertate tramite la redazione
annuale del bilancio di esercizio. Il patrimonio sociale funge da
garanzia per i creditori della società, in via esclusiva o in via
principale a seconda che rispondano o meno anche i soci con il
proprio patrimonio.

PATRIMONIO NETTO => differenza positiva tra attività e passività.

CAPITALE SOCIALE NOMINALE => Esprime il valore in danaro dei conferimenti quale
risulta dall’atto costitutivo della società. Rimane quindi
IMMUTATO sino a che non se ne decide l’aumento o la riduzione
con modifica dell’atto costitutivo. Il Capitale Sociale ha una
doppia funzione: vincolistica ed organizzativa
FUNZIONE VINCOLISTICA: il capitale sociale indica quella parte del patrimonio netto
non distribuibile tra i soci, e vincolata all’attività sociale (c.d.
CAPITALE REALE). A tal proposito il capitale sociale nominale
viene messo tra le passività, assieme ai debiti della società.
Costituisce inoltre una ulteriore garanzia patrimoniale
supplementare per i creditori.
FUNZIONE ORGANIZZATIVA : il capitale sociale nominale è un TERMINE DI
RIFERIMENTO per accertare le la società abbia conseguito utili o
perdite. Infatti vi sarà UTILE se le attività saranno maggiori della
somma tra passività e capitale sociale nominale. Solo gli utili sono
quindi distribuibili tra i soci. Al contrario vi sarà una PERDITA.
Funge inoltre da BASE DI MISURAZIONE per l’esercizio del diritto
al voto, diritto agli utili, diritto alla quota di liquidazione, che sarà
in proporzione alla parte di capitale sottoscritto.
B) L’ESERCIZIO IN COMUNE DI ATTIVITA’ ECONOMICA (c.d. scopo-mezzo):

OGGETTO SOCIALE => la specifica attività economica che i soci nell’atto


costitutivo si propongono di svolgere. Consiste nello svolgimento
di attività (serie coordinata di atti) e di attività economica.
Modificabile solo in base a precise norme
ATTIVITA’ PRODUTTIVA => attività condotta con metodo economico e finalizzata alla
produzione di beni o servizi. A tal proposito occorre distinguere
tra i seguenti casi particolari:

COMUNIONE => si applica questa disciplina quando le società sono


costituite al solo scopo di consentire il godimento dei beni
conferiti dai soci (in questo modo si evita la sottrazione di beni ai
creditori, dato che la comunione non ha autonomia patrimoniale)

SOCIETA’ IMMOBILIARI DI COMODO => in cui il patrimonio attivo è costituito


da immobili conferiti al solo fine di cederli in locazione senza
produrre alcun altro servizio. ILLEGITTIME. Diverso è il discorso se
oltre alla locazione vengono erogati anche altri servizi, come ad
esempio in un albergo.

VIETATE => le società di “mero godimento”.

SOCIETA’ FRA PROFESSIONISTI => Considerate società NULLE sino al 1997.


Poi nel 2001 fu ammessa la SOCIETA’ FRA AVVOCATI.

SOCIETA’ FRA AVVOCATI => Esercizio in comune dell’attività professionale di


rappresentanza, assistenza, difesa in giudizio svolta dai propri
soci, regolata con le norme della S.N.C., e sono soggette ad
iscrizione nel Registro delle imprese nella Sezione speciale, con
funzione di certificazione anagrafica e di pubblicità notizia. È
soggetta anche all’iscrizione presso l’albo speciale degli avvocati.
Non svolge attività di impresa, quindi non è soggetta a fallimento.

SOCIETA’ DI SERVIZI INTERDISCIPLINARI => consentita dal 2006, e dove


viene consentita la prestazione da parte di SOCIETA’ DI PERSONE
e ASSOCIAZIONI FRA PROFESSIONISTI, dove ad esempio la
medesima società offre al cliente “consulenza legale” e
“assistenza fiscale”.

IMPO => QUESTE DUE SONO LE UNICHE DEROGHE AL DIVIETO DI SOCIETA’ FRA
PROFESSIONISTI. Quindi occorre non confonderle, ad esempio,
con la “società di mezzi fra professionisti”, dove una società
costituita da professionisti per l’acquisto e la gestione in comune
di beni strumentali all’esercizio individuale (es. due medici che
dividono le spese dello studio).

RIASSUMENDO: NON E’ POSSIBILE esercitare attività in comune per le professioni protette


(dove è prevista l’iscrizione all’albo)

E’ INVECE POSSIBILE per quelle professioni non protette (es. parafarmacisti,


statistici, etc). E’ infatti anche possibile la SOCIETA’ FRA
INGEGNERI, in quanto la loro attività non coincide con quella
propria di alcuna delle professioni intellettuali.

C) LO SCOPO – FINE DELLA SOCIETA’

SCOPO LUCRATIVO => scopo di conseguire utili per poi dividerli tra i soci. E’ lo scopo
tipico delle società lucrative (soc. di persone, soc. di capitali)
SCOPO MUTUALISTICO => fornire ai soci beni e servizi a condizioni più vantaggiose
rispetto a quelle che troverebbero nel mercato, quindi un
vantaggio patrimoniale che consiste in un risparmio di spesa.
SCOPO CONSORTILE => per maggior vantaggio degli imprenditori consorziati (minori costi,
o maggiori guadagni)

IL DATO COMUNE è che le società sono enti associativi che operano con metodo economico per la
realizzazione di un risultato economico a favore esclusivo dei soci.

SOCIETA’ SENZA SCOPO DI LUCRO => previste nella legislazione speciale, in


genere si tratta di S.P.A.
I TIPI DI SOCIETA’
Si possono classificare a seconda di diversi parametri: eccoli

IN BASE ALLO SCOPO ISTITUZIONALE PERSEGUIBILE => SOCIETA’ MUTUALISTICHE (coop e


mutue assicuratrici)
SOCIETA’ LUCRATIVE (tutte le altre)

IN BASE ALLA NATURA DELL’ATTIVITA’ ESERCITABILE => SOCIETA’ SEMPLICE (solo


attività non commerciale)
TUTTE LE ALTRE (attività commerciale e non
commerciale)

IN BASE ALLA PERSONALITA’ GIURIDICA => CE L’HANNO le società di capitali e


le società cooperative
NON CE L’HANNO le società di persone

IN BASE ALLA RESPONSABILITA’ x OBBLIGAZIONI => 1 Patrimonio sociale + patrimonio dei


soci (S.N.C.)
2 Soci resp illimitati e soci resp limitata (S.A.S. e
S.A.P.A.)
3 Solo Patrimonio sociale (S.P.A., S.R.L., Società
cooperative)

SOCIETA’ DI CAPITALI => - prevede più organi (assemblea, organo di gestione, organo di controllo)
- funzionamento degli organi in base al principio maggioritario (in % alla
partecipazione al CS)
- il socio non ha potere di gestione e controllo, ma ha diritto al voto per
designazione dei membri che compongono i suddetti organi
SOCIETA’ DI PERSONE => - non prevista alcuna pluralità di organi
- Il socio ha responsabilità illimitata e potere di amministrare la società. X
modificazioni dell’atto costitutivo serve il consenso di tutti i soci
- Il socio a resp illimitata ha potere indipendentemente dal capitale investito

PERSONALITA’ GIURIDICA => Esiste solo nei casi previsti dalla Legge (IMPO)

NELLE SOCIETA’ DI CAPITALI e COOP: la società viene trattata come soggetto di diritto
distinto dalle persone dei soci, dando così luogo
all’AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA. I beni conferiti
dai soci diventano di proprietà della società, che
risponderà ai creditori con il proprio patrimonio.
NELLE SOCIETA’ DI PERSONE: nessuna personalità giuridica, anche se l’orientamento è
perché siano considerati come soggetti di diritto.
Ecco la particolare disciplina per i vari creditori:

CREDITORI PERSONALI DEL SOCIO: non possono aggredire il patrimonio della


società. Può far valere i suoi diritti solo sugli utili a lui
spettanti, o sull’eventuale quota di liquidazione.

CREDITORI DELLA SOCIETA’: aggrediscono il patrimonio della società, tendano


il soddisfacimento, e SOLO IN CASO DI INFRUTTUOSA
ESCUSSIONE, potranno attaccare il patrimonio personale
dei soci illimitatamente responsabili.
LA SCELTA DEL TIPO DI SOCIETA’
NON COMMERCIALE => il soggetto può scegliere qualunque tipo di società.
COMMERCIALE => tutti i tipi fuorché la società semplice
IMPRESE ASSICURATIVE => la legge impone la scelta fra SPA e SRL
IMPRESE BANCARIE => la legge impone la scelta fra SPA e SOC. COOP.

REGIMI RSIDUALI: la scelta di un determinato tipo di società non è condizione necessaria per la
validità della sua costituzione:

ATTIVITA’ NON COMMERCIALE: si applica la disciplina della società semplice;


diversamente verrà scelto il tipo di società in base al regime che si vuole seguire.

ATTIVITA’ COMMERCIALE: si applica il regime SNC, in mancanza di esplicita scelta di altro


tipo di società.

CLAUSOLE ATIPICHE: i soggetti possono disegnare un assetto organizzativo diverso da quello


indicato nella disciplina, in casi di adattamento alle proprie esigenze del caso
concreto, PURCHE’ NON SIANO INCOMPATIBILI con la disciplina del tipo di società
scelto.
SOCIETA’ SEMPLICE & LA SOCIETA’ IN NOME COLLETTIVO
Sono due dei tre tipi di società di persone previste dal codice civile:
1. SOCIETA’ SEMPLICE (artt. 2251-2290 c.c.) => può esercitare SOLO attività NON
COMMERCIALE
2. SNC (art. 2291-2312 c.c.) => può esercitare sia attività commerciale che non.
3. SAS (art. 2313-2324 c.c.) => caratterizzata per le due categorie di soci

COSTITUZIONE DELLA SOCIETA’

SOCIETA’ SEMPLICE: la sua costituzione in questo caso è caratterizzata dalla


semplicità. Il contratto può anche essere verbale, o risultare da
comportamenti concludenti (es. le società di fatto). Lo dice l’art. 2251
stesso che non sono previste particolari forme per il contratto se non
quelle richieste dalla natura dei beni conferiti. Non ci sono disposizioni
specifiche sul contenuto dell’atto costitutivo.
Viene iscritta nel registro delle imprese, Sezione speciale, e dal 2001
anche con efficacia di pubblicità legale per le società semplici esercenti
attività agricola.

S.N.C.: a riguardo sono dettate regole sia sulle forme che sul contenuto dell’atto
costitutivo.
L’iscrizione nel registro delle imprese è condizione di regolarità della società
(l’omessa registrazione però incide solo sulla disciplina che le regola IMPO)

SNC REGOLARE => quella iscritta al registro delle imprese, e disciplinata dalle
norme sulla S.N.C.
SNC IRREGOLARE => non iscritta al registro, e disciplinata dalle norme sulla SNC
irregolare

ATTO COSTITUTIVO => per atto pubblico e scrittura privata autenticata. Deve
contenere: 1 generalità dei soci. 2 ragione sociale. 3. i soci che hanno
l’amministrazione e la rappresentanza della società. 4 la sede. 5 oggetto sociale.
6 conferimenti. 7 prestazioni dei soci d’opera. 8 criteri per la ripartizione degli
utili. 9 la durata della società.

LE SOCIETA’ DI FATTO => la società non si costituisce per atto scritto, ma per fatti
concludenti. Se la società di fatto non è commerciale è regolata dalle norme sulla
società semplice. Se è una società commerciale sarà regolata dalle norme della
SNC irregolare (per cui tutti i soci rispondono illimitatamente per le obbligazioni
sociali), è esposta al fallimento, con conseguenze per tutti i soci, palesi ed
occulti. La società di fatto è la società irregolare per antonomasia.

SOCIETA’ OCCULTA => società costituita con la espressa e concorde volontà dei soci di non
rivelarne l’esistenza all’esterno. La società occulta può anche essere società di
fatto.
I soci, per comune accordo, fanno sì che l’attività di impresa sia svolta per conto
della società ma senza la “spendita del nome”. La società esiste nei rapporti
interni tra i soci, ma non viene esteriorizzata.
SCOPO => quello di limitare la responsabilità neo confronti dei terzi al solo
patrimonio del gestore, ottenendo nello stesso momento anche dei benefici
bypassando ogni forma di regola e di controllo.
L. 5/2006 => con la riforma del diritto fallimentare, si è stabilito che “il fallimento
si applica anche agli altri eventuali soci illimitatamente responsabili, qualora
risultasse che il fallimento di un imprenditore individuale sia riferibile alla società
di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile”.
SOCIO ACCULTO di SOCIETA’ PALESE => attività di impresa svolta “in nome della
società”
SOCIETA’ OCCULTA => attività di impresa svolta NON in nome della società.

SOCIETA’ APPARENTE => da fare?

I CONFERIMENTI
Con la costituzione della società il socio assume l’obbligo di effettuare conferimenti. Nella società di
persone non è una condizione essenziale per una valida costituzione. Se l’atto costitutivo nulla
dispone a riguardo, la legge dispone che siano effettuati in “parti uguali”, di quanto necessario per il
conseguimento dell’oggetto sociale.

BENI CONFERIBILI:Ogni entità (bene o servizio), suscettibile di valutazione economica, e


utile per il conseguimento dell’oggetto sociale.
CONFERIMENTO BENI DI PROPRIETA’: regolato dalle norme sulla vendita, per
cui il socio è tenuto alla garanzia per evizione e garanzia per vizi. Sul
socio grava il rischio del perimento per caso fortuito della cosa conferita
sino a quando la stessa non sia passata alla società.
CONFERIMENTO DI BENI IN GODIMENTO: regolato dalle norme sulla
locazione; il rischio resta a carico del socio che le ha conferite. Se la cosa
dovesse perire, la conseguenza sarebbe l’esclusione dalla società, così
anche nel caso che il godimento diventi impossibile per cause non
imputabili agli amministratori. Il bene conferito rimane di proprietà del
socio; la società può goderne ma non può disporne. La restituzione del
bene è “nello stato in cui si trova”.
CONFERIMENTO IN CREDITI: il socio risponde dell’insolvenza del debitore nei
limiti del valore ceduto.
IL SOCIO D’OPERA: il socio si obbliga a conferire con la propria attività
lavorativa. Non si tratta di lavoro subordinato, quindi nessun salario è
dovuto, nessun contributo previdenziale è dovuto, dato che il suo
compenso consisterà nella partecipazione ai guadagni. Il suo rischio sarà
quello di lavorare invano in caso di assenza di utili. Sul socio grava
anche il rischio dell’impossibilità di svolgere la prestazione per cause a
lui non imputabili.

PATRIMONIO SOCIALE & CAPITALE SOCIALE


I conferimenti dei soci formano il Patrimonio Sociale (o meglio, l’attivo patrimoniale iniziale). La
società diventa proprietaria dei beni conferiti ed i soci non possono pertanto servirsi delle cose
appartenenti al Patrimonio Sociale per fini diversi da quelli utili per la società. (Vedi dietro, <> tra
patrimonio sociale e capitale sociale, e la doppia funzione vincolistica ed organizzativa)

CAPITALE SOCIALE NELLA SOCIETA’ SEMPLICE: disciplina assente, e non è neanche richiesta la
valutazione iniziale dei conferimenti, visto probabilmente il fatto che non vi sia obbligo di tenuta
delle scritture contabili e di redazione annuale del bilancio di esercizio.

CAPITALE SOCIALE NELLA SNC: l’indicazione dei conferimenti è prescritta nell’atto costitutivo,
così come è ivi indicato anche il valore ad essi attribuito, ed il metodo di valutazione del valore
stesso. Non vi è nessuna disposizione sulla determinazione dei conferimenti diversi dal danaro.
Questa è una lacuna che si riflette sulle norme a tutela dell’integrità del capitale sociale
Art. 2203 c.c. “vieta la ripartizione fra i soci di utili non realmente conseguiti, e in caso
di perdita, non si distribuiscono utili sino al ripristino del capitale sociale”.
Art. 2206 c.c. “vieta agli amministratori di rimborsare conferimenti eseguiti, in assenza di
specifica deliberazione di riduzione del capitale sociale”.

RIDUZIONE NOMINALE: quando il patrimonio è eroso dalle perdite.


RIDUZIONE REALE: con restituzione dei conferimenti ai soci, con rischio per il creditore
sociale, che infatti può proporre opposizione entro tre mesi. Il tribunale può
comunque disporre che la riduzione abbia ugualmente luogo se la società
fornisce idonea garanzia a tutela dei creditori stessi.

PARTECIPAZIONE DEI SOCI AGLI UTILI E ALLE PERDITE


- tutti hanno diritto a partecipare agli utili e partecipano alle perdite
- massima libertà nella determinazione delle spettanze
- vige il PATTO LEONINO (divieto di esenzione dei soci alla partecipazione degli utili o delle
perdite
- SE NULLA E’ SPECIFICATO: divisione proporzionale ai conferimenti
- SE NON SPECIFICATO IL VALORE DEI CONFERIMENTI: divisione parti uguali
- SE PREVISTO COME DIVIDERE GLI UTILI, si presume che lo stesso valga per le perdite
- AL SOCIO D’OPERA, se non è previsto dal contratto, decide il giudice secondo equità

DIRITTO AGLI UTILI


NELLA SOCIETA’ SEMPLICE: il diritto del socio a percepire parte degli utili nasce con
l’approvazione del “rendiconto”, al termine di ogni anno.
NELLA S.N.C.: il documento di riferimento è il bilancio di esercizio, predisposto
dai soci amministratori, e si ritiene che lo stesso sia approvato
dalla maggioranza di tutti i soci, calcolata secondo la
partecipazione di ciascun socio agli utili.

Art. 2262 c.c. “salvo patto contrario, ciascun socio ha diritto a percepire la sua parte di utili
dopo l’approvazione del rendiconto”

PARTECIPAZIONE ALLE PERDITE => non c’è ripartizione periodica per le perdite, che incidono
riducendo il valore della singola partecipazione, tanto che in sede di liquidazione della
società il socio si vedrà rimborsare una somma inferiore.

Le perdite impediscono la distribuzione degli utili, almeno sino a quando il capitale non
viene ripristinato. Le perdite possono anche condurre allo scioglimento della società
per sopravvenuta impossibilità di conseguimento dell’oggetto sociale.

LA RESPOSANIBILITA’ DEI SOCI PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI


NELLA SOCIETA’ SEMPLICE: risponde la società con il proprio patrimonio, ma anche i soci,
personalmente ed illimitatamente, con la possibilità di derogare tale obbligo per i soci
senza potere di rappresentanza della società. Deroga opponibile dai terzi se non
idoneamente portata a conoscenza degli stessi terzi.
NELLA S.N.C.: risponde la società con il proprio patrimonio e INDEROGABILMENTE tutti i soci,
solidalmente ed illimitatamente.
I SOCI NUOVI: rispondono anche delle obbligazioni sorte anteriormente all’acquisto della
qualità di socio.
EX SOCI: l’obbligo permane per le obbligazioni contratte anteriormente alla sua
morte/esclusione/recesso. Il fatto deve essere idoneamente portato a conoscenza dei
terzi se no è opponibile dagli stessi (X SOCIETA’ SEMPLICE E SNC IRREGOLARE). Vale il
regime della pubblicità legale per le modificazioni dell’atto costitutivo, invece, per la
SNC REGOLARI.

RESPONSABILITA’ DELLA SOCIETA’ E RESPONSABILITA’ DEI SOCI

BENEFICIO DI ESCUSSIONE => I soci rispondono personalmente solo DOPO che il creditore abbia
proceduto sul patrimonio sociale, e quindi in via sussidiaria. Il beneficio di escussione opera
diversamente nella SS e nella SNC: vediamolo

NELLA SS e SNC irregolare => il creditore può rivolgersi direttamente al singolo


socio illimitatamente responsabile e sarà il socio stesso ad
invocare la preventiva escussione del patrimonio sociale,
indicando i beni sui quali il creditore possa AGEVOLMENTE
soddisfarsi. Il socio sarà tenuto a pagare se non prova che il
soddisfacimento potrà avvenire “agevolmente”.
NELLA SNC REGOLARE => il beneficio di escussione opera AUTOMATICAMENTE, per
cui i creditori non possono pretendere il pagamento dal socio, se
non dopo l’escussione del patrimonio sociale (N.B. che abbia
infruttuosamente esperito l’azione esecutiva). Dopodichè, e solo
DOPO quindi, il creditore potrà rivolgersi ad uno qualunque dei
soci.

I CREDITORI PERSONALI DEL SOCIO


Il creditore personale del socio non può in alcun modo intaccare il patrimonio della società, ed inoltre
vige:

IL DIVIETO DI COMPENSAZIONE di credito verso il socio con un debito verso la società

Il creditore può quindi: - far valere i suoi diritti sugli utili a lui spettanti
- può compiere atti conservativi sulla quota a lui spettante nella liquidazione
della società

NELLA SS E SNC IRREGOLARE => può chiedere la liquidazione della quota del suo
debitore, provando però che gli altri suoi beni siano insufficienti.
NELLA SNC REGOLARE => non è possibile, ma in caso di “proroga della società” il
creditore personale del socio può agire analogamente come nel
caso qua sopra indicato.

L’AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETA’


Ossia gli atti di gestione dell’impresa. Il potere di compiere tutti gli atti che rientrino nell’oggetto
sociale.

AMMINSTRAZIONE DISGIUNTIVA (art. 2257 c.c.) => è un modello che viene


applicato quando l’amministrazione della società spetta a più
soci, ed il contratto nulla dispone a riguardo”.

“Ogni socio può intraprendere da solo tutte le operazioni che


rientrano nell’oggetto sociale senza chiedere il consenso o il
parere agli altri amministratori”.

DIRITTO DI OPPOSIZIONE => Tale potere è però CONTRASTATO dal DIRITTO


DI OPPOSIZIONE che viene riconosciuto a tutti gli amministratori.
Il diritto di opposizione va esercitato PRIMA che l’operazione sia
stata compiuta, e quindi, se proposta tempestivamente,
“paralizza” la decisione opposta.
A riguardo, sulla FONDATEZZA dell’opposizione decidono a
maggioranza i soci (amministratori e non) per quote.
CLAUSOLA DI ARBITRAGGIO => quando la risoluzione dei contrasti viene
deferita a terzi.

VANTAGGI AMM. DISGIUNTIVA: decisioni rapide.


SVANTAGGI: pericoli che derivano dalle iniziative personali del singolo
amministratore.

AMMINSTRAZIONE CONGIUNTIVA (art. 2258 c.c.) => è un modello che deve essere
espressamente previsto nell’atto costitutivo, o con modificazione
dello stesso”.

- Per il compimento delle operazioni è necessario il consenso DI TUTTI i soci


amministratori
- Nell’atto costitutivo si può prevedere che per esempio per determinati atti
sia necessario il consenso della maggioranza dei soci amministratori,
calcolata secondo la propria ripartizione degli utili.
- L’unanimità o la maggioranza è temperata dal 3° comma che riconosce ai
singoli amministratori il potere di agire individualmente in casi di urgenza
per evitare un danno alla società”.
AZIONE MISTA (congiunta / disgiunta) => è possibile prevedere un sistema o l’altro a
seconda del tipo di decisioni da prendere.

AMMINISTRAZIONE E RAPPRESENTANZA

POTERE DI RAPPRESENTANZA (c.d. POTERE DI FIRMA) => consiste nel potere di agire in nome
della società nei confronti dei terzi, dando luogo all’acquisizione
di diritti e assunzione di obblighi da parte della stessa
(AMMINISTRAZIONE ESTERNA).

POTERE DI GESTIONE => riguarda invece tutti gli atti di AMMINISTRAZIONE INTERNA.

MODELLO LEGALE => se non diversamente disposto nell’atto costitutivo la rappresentanza della
società spetta a ciascun socio amministratore, disgiuntamente o
congiuntamente a seconda dei casi. Il socio amministratore ha
anche la RAPPRESNTAANZA PROCESSUALE.

MODELLO STATUTARIO => L’atto costitutivo può prevedere diverse regole sia per il potere di
gestione che per il ptere di rappresentanza.

IMPO => I rappresentanti si possono vedere nel registro delle imprese.

OPPONIBILITA’ AI TERZI =>


Nella SNC regolare: nessun problema, dato che i rappresentanti si possono vedere nel
registro delle imprese.
Nella SNC irregolare: l’omessa registrazione del registro delle imprese si ritorce contro i
soci. Patti modificativi del potere di rappresentanza non sono
opponibili ai terzi a meno che non si provi che questi ne erano a
conoscenza.
Nella Società Semplice: dal 2001 soggette alla pubblicità legale. Eventuali modificazioni
del potere devono essere idoneamente portate a conoscenza dei
terzi, se no non sono opponibili.

I SOCI AMMINISTRATORI

NOMINA: disposta nell’atto costitutivo, oppure con atto separato ma con maggioranza in base alla
partecipazione agli utili
REVOCA: Se nominato nell’atto costitutivo, deve essere decisa dagli altri soci amministratori
all’UNANIMITA’, e per GIUSTA CAUSA (sempre che non sia
diversamente disposto).
Se nominato con atto separato: revocabile secondo le norme del mandato, e quindi anche
senza giusta causa, salvo risarcimento dei danni se revocato
ingiustamente.
In ogni caso: è disposta, su ricorso di uno o più soci, dal TRIBUNALE.
POTERI: potere di compiere tutti gli atti che rientrino nell’oggetto sociale (simile al mandatario, ma
con poteri più ampi).
DOVERI: numerosi e molto articolati, come la tenuta delle scritture contabili, redigere il bilancio di
esercizio, provvedere agli adempimenti pubblicitari con
l’iscrizione al registro delle imprese.
RESPONSABILITA’: tanti doveri, altrettante responsabilità. Gli amministratori sono solidalmente
responsabili verso la società, salvo che dimostrino di essere
esenti da colpa.
COMPENSI: agli amministratori è dovuto un compenso, che può anche consistere in una più elevata
partecipazione agli utili.

I SOCI NON AMMINISTRATORI


Sono esclusi dall’amministrazione della società, ma hanno ampi poteri di informazione e di controllo:
- Diritto di avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari
sociali (escluso ciò che riguarda eventuali segreti di azienda)
- Diritto di consultare i documenti relativi all’amministrazione, le scritture
contabili della società.
- Diritto di ottenere il rendiconto al termine di ogni anno.
DIVIETO DI CONCORRENZA
Nella SNC incombe su tutti i soci (amministratori e non). Nello specifico è fatto divieto di:
- Non esercitare per conto proprio o altrui un’attività concorrente
- Non partecipare come socio illimitatamente responsabile in altra società
concorrente
La violazione di tale divieto comporta il risarcimenti dei danni nei confronti della società, e legittima
gli altri soci a deciderne la sua esclusione. Non si tratta di un divieto assoluto, perché lo stesso può
essere rimosso se la situazione di concorrenza preesisteva al contratto sociale e gli altri soci ne
erano a conoscenza.

LE MODIFICAZIONI DELL’ATTO COSTITUTIVO

TRASFERIMENTO DI QUOTA SOCIALE: necessario il consenso di tutti i soci, sia in


caso di trasferimento tra vivi, che a causa di morte.

MODIFICAZIONE A MAGGIORANZA: oltre all’unanimità si può disporre diversamente,


ad esempio a maggioranza, ma sempre nel rispetto della parità di
trattamento tra i soci, e nel rispetto dell’obbligo di esecuzione del
contratto in buona fede.

PUBBLICITA’: Nella SNC e dal 2001 anche nella SS le modificazioni dell’atto costitutivo
sono soggette a pubblicità legale, e sino a che le stesse non sono
iscritte nel registro delle imprese, tali modifiche non sono
opponibili ai terzi. Nelle SNC irregolari le modificazioni devono
essere portate a conoscenza dei terzi con mezzi idonei.

SCIOGLIMENTO DEL SINGOLO RAPPORTO SOCIALE


Il singolo socio può cessare di far parte della società per MORTE, RECESSO, ESCLUSIONE.

PRINCIPIO DELLA CONSERVAZIONE DELLA SOCIETA’: il venir meno di uno o più soci
non determina lo scioglimento della società. Bisogna però definire
i rapporti patrimoniali tra i soci superstiti ed il socio uscente (o i
suoi eredi in caso di morte), attraverso al liquidazione della sua
quota sociale. La decisione se sciogliere oppure no la società
spetta solo ai soci superstiti, anche quando ne resti solo uno.
La società si scioglie per il venir meno dei soci, se gli stessi non
sono rimpiazzati entro 6 mesi.

LA MORTE DI UN SOCIO: in questo caso i soci superstiti devono liquidare la sua quota
agli eredi entro 6 mesi, ma non sono tenuti a “subire” l’ingresso
in società degli eredi stessi. In alternativa, sempre entro 6 mesi,
possono decidere:
- SCIOGLIMENTO ANTICIPATO, per cui gli eredi devono aspettare la
liquidazione della società
- CONTINUAZIONE CON GLI EREDI, purché vi sia il consenso di tutti i soci
superstiti.

IL RECESSO DI UN SOCIO: quando è lo stesso socio a decidere di andare via dalla


società. Vediamo i casi:
- Se SOCIETA’ A TEMPO INDETERMINATO, con comunicazione a tutti i soci con
preavviso di 3 mesi, e produce effetti solo dopo detto termine.
- Se SOCIETA’ A TEMPO DETERMINATO, il recesso è ammesso solo per giusta
causa, e deve essere portato a conoscenza di tutti i soci, e ha EFFETTO
IMMEDIATO.
- INOLTRE il contratto sociale può prevedere anche altre ipotesi di recesso.

L’ESCLUSIONE DEL SOCIO: può avvenire DI DIRITTO (art. 2288 c.c.) oppure è
FACOLTATIVA (art. 2286 c.c.):

ESCLUSIONE DI DIRITTO
- quando il socio è stato dichiarato FALLITO (in fallimento non della società
stessa). In questo caso l’esclusione opera dal giorni in cui lo stesso è stato
dichiarato fallito.
- quando il creditore personale del socio abbia ottenuto la liquidazione della
sua quota. In questo caso l’esclusione opera nel giorno in cui la liquidazione
della quota sia effettivamente avvenuta.
ESCLUSIONE FACOLTATIVA
- PER GRAVI INADEMPIENZE dei propri obblighi
- PER INTERDIZIONE, INABILITAZIONE o anche CONDANNA che comporti
INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI, anche temporanea.
- PER SOPRAVVENUTA IMPOSSIBILITA’ di esecuzione del conferimento per
causa non imputabile al socio.

L’esclusione è deliberata a maggioranza PER TESTE, dai soci, con delibera


MOTIVATA comunicata all’interessato, e ha effetto dopo 30 giorni dalla data di
comunicazione. Entro lo stesso termine l’escluso può fare opposizione in
tribunale.

CASO PARTICOLARE: nei casi in cui la società sia formata da 2 soci, decide
direttamente il Tribunale.

LA LIQUIDAZIONE DELLA QUOTA


In tutti i casi in cui il rapporto si scioglie limitatamente ad un solo socio, lo stesso (o i suoi eredi in
caso di sua morte) ha diritto “soltanto ad una somma di danaro
che rappresenti il valore della quota”. Non potrà quindi
pretendere la restituzione del conferimento salvo che non sia
stato diversamente pattuito.

CALCOLO DELLA QUOTA => Il valore è determinato in baso alla situazione patrimoniale
della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento del
rapporto, e tenendo conto delle eventuali operazioni ancora in
corso. La situazione patrimoniale della società va determinata
attribuendo ai beni il loro valore effettivo e non quello prudenziale
del bilancio di esercizio.

PAGAMENTO => entro sei mesi dal giorno dello scioglimento del rapporto, o entro 3
mesi per lo scioglimento richiesto dal creditore particolare.

LA SOCIETA’ IN ACCOMANDITA SEMPLICE


Artt. 2313-2324 c.c., caratterizzata da due categorie di soci:

SOCI ACCOMANDATARI: che rispondono solidalmente ed illimitatamente per gli


obblighi sociali
SOCI ACCOMANDANTI: che rispondono limitatamente alla quota conferita, ossia il
loro obbligo consiste nell’eseguire i conferimenti promessi alla
società.

L’amministrazione della società spetta SOLO ai soci accomandatari.

E’ l’unico tipo di società che consente una limitazione del rischio e la non esposizione a fallimento
personale per una categoria di soci (gli accomandanti). E’ palese che vi sia un grave rischio a causa
di questa particolarità, ma vi sono dei limiti che si vedranno più avanti.

LA COSTITUZIONE DELLA SOCIETA’


ATTO COSTITUTIVO: come per la SNC, per atto pubblico e scrittura privata autenticata.
Deve contenere inoltre i nomi dei soci delle due categorie.
REGISTRO DELLE IMPRESE: vi è obbligo di iscrizione, e la non iscrizione comporta SAS
irregolare (vedi poi).
RAGIONE SOCIALE: deve essere formata col nome di ALMENO UNO DEI SOCI
ACCOMANDATARI, e con l’indicazione del tipo di società (sas). E’
vietato mettere il nome di un socio accomandante, in modo da
non generare nei terzi creditori false sicurezze.
In caso di violazione, se il socio accomandante consente che il
suo nome sia inserito nella ragione sociale, risponderà
solidalmente ed illimitatamente delle obbligazioni sociali, e
nonostante tutto non acquisisce la posizione di socio
accomandatario!!!
L’AMMINISTRAZIONE DELLA SOCIETA’

SOCI ACCOMANDATARI: solo loro hanno il potere di gestione e di rappresentanza.

SOCI ACCOMANDANTI: ecco cosa possono e non possono fare:

DIVIETO DI IMMISTIONE: i soci accomandanti non possono compiere atti di


amministrazione, né trattare o concludere affari in nome della
società, se non in forza di procura speciale per singoli affari.
VIOLAZIONE: sanzione decisamente SPROPORZIONATA, dato che risponde di
fronte ai terzi solidalmente ed illimitatamente per le obbligazioni
presenti, passate e future, e in caso di fallimento della società
sarà dichiarato fallito.

AMMINISTRAZIONE INTERNA: nessun potere decisionale autonomo.


AMMINISTRAZIONE ESTERNA: solo con procura speciale PER SINGOLO AFFARE.

CASI IN DEROGA AL DIVIETO DI IMMISTIONE:

PROCURA SPECIALE: possono trattare / concludere singoli affari


PRESTAZIONE D’OPERA: possono prestare la loro opera manuale o intellettuale,
sotto la direzione degli amministratori, e quindi mai in posizione
autonoma e indipendente.
PARERI e CONTROLLI: se lo consente l’atto costitutivo, possono esprimere pareri
su determinate operazioni, oppure esercitare azione di controllo
sempre nei limiti del divieto. Hanno diritto però a ricevere la
comunicazione annuale del bilancio, e controllarne l’esattezza
consultando di necessari documenti.

NOMINA E REVOCA DEGLI AMMINISTRATORI


Necessario il consenso DI TUTTI I SOCI ACCOMANDATARI, e l’approvazione dei soci accomandanti
che rappresentino la maggioranza del capitale sottoscritto.

IL TRASFERIMENTO DELLA PARTECIPAZIONE SOCIALE


Disciplina diversa a seconda della categoria del socio:

ACCOMANDATARI: stessa disciplina della SNC (vedi morte, recesso, esclusione)


ACCOMANDANTI: PER CAUSA DI MORTE: la loro quota è liberamente trasferibile
senza il consenso dei soci superstiti.
TRA VIVI: necessario il consenso di tutte e due le categorie dei
soci, che rappresentino la maggioranza del capitale.

SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA’


Oltre che nei casi in cui la SNC si può sciogliere, vi sono particolari casistiche determinate dalla
presenza delle due categorie di soci:

Quando rimangono soltanto soci accomandatari oppure soltanto soci accomandanti, e gli
stessi non siano stati rimpiazzati entro sei mesi. Nel caso rimanessero solo soci accomandanti, questi
devono nominare un amministratore provvisorio per compiere gli atti di ordinaria amministrazione.
L’amministratore provvisorio non diventa socio accomandatario, e non risponde illimitatamente alle
obbligazioni sociali.

LIQUIDAZIONE ED ESTINZIONE DELLA SOCIETA’


Vedi il regime della SNC (vedi “calcolo della quota”)

Tuttavia, una volta cancellata la società dal registro delle imprese, i creditori insoddisfatti potranno
rifarsi sui soci accomandanti solo nella misura di quanto gli stessi abbiano percepito come quota
della liquidazione della società.
LA SAS IRREGOLARE
Ossia quella non registrata nel registro delle imprese.

SOCI ACCOMANDATARI: continuano a rispondere illimitatamente

SOCI ACCOMANDANTI: continuano a rispondere limitatamente alla loro quota,


salvo che non abbiano partecipato alle operazioni sociali, anche
se con procura speciale (in questi casi quindi diventerebbero
illimitatamente responsabili).

IMPO => il beneficio della PREVENTIVA ESCUSSSIONE deve essere eccepito.

LA SOCIETA’ PER AZIONI


E’ una società di capitali, assieme alla SAPA e alla SRL.

CARATTERI ESSENZIALI: RISPONDE X LE OBBLIGAZIONI SOCIALI solo con il


patrimonio sociale.
La partecipazione sociale è rappresentata da AZIONI.

PERSONALITA’ GIURIDICA: la SPA è dotata di personalità giuridica e quindi è trattata


come soggetto di diritto distinto dalle persone dei soci, e gode
pertanto di una PERFETTA AUTONOMIA PATRIMONIALE.

RESPONSABILITA’ LIMITATA DEI SOCI: i soci hanno solo l’obbligo di eseguire i


conferimenti promessi, ed il loro patrimonio personale non
risponde delle obbligazioni sociali.l

ORGANIZZAZIONE CORPORATIVA: formata da tre organi che hanno AUTONOME


FUNZIONI (Assemblea, CDA, Collegio sindacale).

QUOTE RAPPRESENTATE DA AZIONI: azioni che sono “partecipazioni omogenee e


standardizzate, di uguale valore, che conferiscono ai soci che le
possiedono uguali diritti”. Sono trasferibili secondo la disciplina
dei “titoli di credito”.
NELLE SPA DI GRANDI DIMENSIONI: azionisti imprenditori, e azionisti risparmiatori
NELLE SPA A BASE RISTRETTA: rischia di più chi amministra, sicuramente ottimo
incentivo per quest’ultimo che amministrerà bene dato che è lui
che rischia maggiormente.

PROBLEMATICHE: nelle SPA di grandi dimensioni c’è il problema della tutela dei soci di minoranza
e dei creditori sociali. Ecco

EVOLUZIONE STORICA DELLA DISCIPLINA DELLA SPA:


1974: Possibilità di emettere le c.d. “azioni di risparmio” (prive di diritto di voto e privilegiate sotto il
profilo patrimoniale)
Maggior trasparenza e informazione
Certificazione dei bilanci fatta da autonoma società di revisione
Istituzione della CONSOB, organo pubblico di controllo
1998: Investimento indiretto tramite operatori professionali (fondi comuni di investimento, fondi
pensione, etc) che raccolgono risparmio tra il pubblico e lo investono in partecipazioni in
società quotate, secondo il criterio di diversificazione del rischio
Emanazione del TUF (Testo Unico in materia Finanziaria)
Maggior autonomia statutaria, potenziamento dell’informazione, e rafforzamento degli
strumenti di tutela delle minoranze.
2003: ma in vigore dal 2004, disciplina separata per SPAQ e SPA che non fanno ricorso al capitale di
rischio
Semplificazione della disciplina delle società di capitali
Maggior autonomia statutaria

LA COSTITUZIONE DELLA SPA


Si articola in due fasi essenziali: A) stipulazione dell’atto costitutivo. B) iscrizione dello stesso nel
registro delle imprese.
A) STIPULAZIONE DELL’ATTO COSTITUTIVO

STIPULAZIONE SIMULTANEA: l’atto costitutivo è stipulato immediatamente dai


c.d. SOCI FONDATORI, che provvedono alla sottoscrizione
dell’intero capitale sociale iniziale.
PER PUBBLICA SOTTOSCRIZIONE: l’atto costitutivo è stipulato al termine di un
complicato processo di raccolta del capitale fra il pubblico, sulla
base di un programma proposto dai c.d. PROMOTORI.

La SPA può costituirsi per contratto o per atto unilaterale (dal 2003).

ATTO COSTITUTIVO, FORMA & CONTENUTO

- Redatto con ATTO PUBBLICO, pena la nullità della società


- Deve contenere: 1. Generalità dei soci. 2. Denominazione e luogo della
sede. 3. Oggetto sociale. 4. Ammontare del capitale sottoscritto e versato.
5. N° azioni emesse e loro valore. 6. Norme su ripartizione degli utili. 7.
Sistema di amministrazione adottato. 8. N. componenti del collegio
sindacale e nomina primaria degli stessi. 9. Durata della società.
- Lo STATUTO, si considera parte integrante dell’atto costitutivo, quindi deve
essere redatto con atto pubblico, pena nullità. Contiene le regole di
funzionamento della società.

CONDIZIONI PER LA COSTITUZIONE

a) Capitale maggiore di 120.000 Euro salvo limite maggiore stabilito dalla legge
b) Sottoscrizione integrale del capitale sociale
c) Versamento in banca del 25% dei conferimenti in danaro (o 100% se con atto
unilaterale)
d) Che sussistano le condizioni richieste dalle leggi speciali

N.B. i versamenti vanno in C/C che rimane vincolato sino alla registrazione al
registro delle imprese, diversamente entro 90 giorni vi è restituzione dei soldi
versati.

B) ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE

- Il notaio entro 20 giorni dal ricevimento dell’atto costitutivo deve


depositarlo nel registro delle imprese ove ha sede la società. Tale obbligo
grava sugli amministratori se il notaio non vi provvede, oppure su un
qualunque socio se non vi provvede neanche alcuno degli amministratori (in
questo caso la registrazione è sempre a carico della società). Questa
eventuale inottemperanza del notaio e degli amministratori è punita con
sanzione amministrativa.
- Soppresso nel 2000 l’omologazione presso il Tribunale. Rimane facoltativo
per le modifiche dell’atto costitutivo.
- CONTROLLO DI LEGALITA’ DEL NOTAIO, sull’adempimento delle condizioni
richieste dalla legge, per cui SE NEGATIVO non provvederà all’iscrizione nel
registro delle imprese, lo farà, invece, SE POSITIVO.
- CONTROLLO FORMALE da parte del registro delle imprese sulla
documentazione ricevuta
- ISCRIZIONE nel registro delle imprese e contestuale acquisto della
personalità giuridica. La SPA comincia ad esistere (non configurabile la SPA
irregolare).

IMPO

OPERAZIONI COMPIUTE TRA STIPULAZIONE E ISCRIZIONE: gli amministratori sono


interamente e solidalmente responsabili versi i terzi. Stesso dicasi in caso do socio unico.
In caso di più soci fondatori, rispondono solo coloro che hanno deciso, autorizzato,
consentito l’operazione.

RESPONSABILITA’ SOCIETA’ TRA STIPULAZIONE E ISCRIZIONE: la società in questo


tratto di tempo risponde solo ed esclusivamente delle spese necessarie per la costituzione
della stessa!
EMISSIONE AZIONI VIETATA PRIMA DELL’ISCRIZIONE: con ovvia esclusione delle SPA
per pubblica sottoscrizione. Eventuali azioni emesse NON SONO NULLE!!!

CASI DI NULLITA’ DELLE SPA

PRIMA DELL’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: vi è SOLO un contratto di società, con
conseguenti casi di nullità previsti dalla disciplina generale dei
contratti.

DOPO L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: dopo la riforma del 2003sono 3 le cause di
nullità:
1. MANCATA STIPULAZIONE DELL’ATTO COSTITUTIVO con atto pubblico
2. ILLICEITA’ dell’oggetto sociale
3. MANCANZA di ogni indicazione riguardante la denominazione, i conferimenti, l’oggetto
sociale, l’ammontare del capitale sociale.

IMPO => non si possono inserire altre cause di nullità nell’atto costitutivo.

EFFETTI DELLA NULLITA’

PRIMA DELL’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: effetto retroattivo che travolge tutti
gli effetti prodotti.

DOPO L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: la nullità non pregiudica l’efficacia di alcun
atto compiuto in nome della società, e IN TUTTI I CASI! Quindi sia
che vi sia o no la buona fede!
Quindi i soci non sono liberati dall’obbligo dei conferimenti sino
quando tutti i creditori sociali non siano stati soddisfatti.

La nullità non tocca, quindi, l’attività svolta, ed opera solo per il


futuro, come semplice causa di scioglimento della società; si
differenzia dallo scioglimento di una società valida per il fatto che
i liquidatori sono nominati direttamente dal Tribunale con la
sentenza che dichiara la nullità stessa (e iscrizione del dispositivo
sentenza nel registro delle imprese).

SANABILITA’ DELLA NULLITA’

PRIMA DELL’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: non è sanabile la nullità del contratto

DOPO L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: è sanabile sino a che non sia intervenuta
la sentenza che dichiari la nullità. Della rimozione della causa di nullità si deve dare pubblicità nel
registro delle imprese.

IMPRESCRITTIBLITA’, dell’azione di nullità. Può fatta valere da chiunque vi abbia interesse, e può
essere rilevata d’ufficio dal giudice.

LA SOCIETA’ PER AZIONI UNINOMINALE


Era causa di nullità sino al 2003, anno in cui la riforma l’ha prevista. Infatti dal 2003 è prevista la
costituzione di una SPA con ATTO UNILATERALE, quindi ad opera di un unico socio fondatore. Di
regola risponde il patrimonio sociale, salvo alcune eccezioni che si vedranno più giù.

DIFFERENZE CON LA SPA PLURIPERSONALE:

IN FASE DI COSTITUZIONE: l’unico socio risponde in solido con coloro che abbiano
agito prima dell’iscrizione nel registro delle imprese. E’ pacifico
che la SPA uni personale risponde solo dopo l’iscrizione al registro
delle imprese.
IN FASE DI CONFERIMENTI: il socio unico deve versare il 100% dei conferimenti in
danaro. Se venisse meno la pluralità dei soci, entro 90 giorni
devono essere versati; in difetto si attiverà la responsabilità
limitata dell’unico socio.
TRASPARENZA: Per consentire che si tratta di SPA uninominale è fatto obbligo che
tutto ciò sia indicato negli atti e nella corrispondenza; i dati
anagrafici dell’unico socio devono essere iscritti nel registro delle
imprese; la responsabilità limitata dell’unico socio decorre proprio
dall’adempimento della pubblicità.
RAPPORTI SOCIETA’ VS UNICO SOCIO: i contratti tra società e unico socio sono
opponibili ai terzi solo se risultano dal Libro delle adunanze e
dalle deliberazioni del CDA, o da atto scritto con data
antecedente al pignoramento.
ECCEZIONI: In cui l’insolvenza della società è coperta dalla illimitata
responsabilità del socio nel periodo di tempo in cui lo stesso
detiene tutte le azioni:
1. Quando non vi sia l’integrale versamento dei conferimenti
2. Sino a che non sia stata attuata la specifica pubblicità prevista
per la SPA uni personale.

PATRIMONI DESTINATI
Ossia destinati ad un singolo affare, per limitare il rischio di un determinato settore:

PATRIMONI DESTINATI A SPECIFICO AFFARE (entro il 10% del patrimonio netto):


in questo caso il patrimonio destinato è “separato” e non è
aggredibile dai creditori se gli atti compiuti per l’affare rechino
espressa menzione del vincolo di destinazione.
STIPULARE CON TERZI CONTRATTO DI FINANZIAMENTO: con il rimborso dello stesso
tramite gli utili derivanti dall’affare stesso. La società risponde
dell’obbligo con il finanziatore solo con il patrimonio destinato,
ma se la società fallisce, può insinuarsi fra i creditori.
I CONFERIMENTI
Ossia i contributi dei soci alla formazione del patrimonio iniziale della società. Fornire il capitale di
rischio iniziale.

CAPITALE SOCIALE NOMINALE: la somma dei valori dei conferimenti promessi dai soci; valori che
risultano dall’atto costitutivo (vedi funzione vincolistica e funzione
organizzativa).

PRINCIPI:1. garantire che i conferimenti promessi dai soci vengano “acquisiti” dalla società.
2. che il valore agli stessi assegnato sia “veritiero”

CONFERIMENTI IN DANARO: devono essere effettuati in danaro, salvo diversa


disposizione nell’atto costitutivo. Vi è l’obbligo di versare
immediatamente il 25% (100% se uni personale). Gli
amministratori possono chiedere in ogni momento i versamenti
ancora dovuti, anche violando eventuali termini disposti nell’atto
costitutivo.
TRASFERIMENTI DI AZIONI NON ANCORA LIBERATE: L’obbligo di versare i
conferimenti promessi ricade sia sull’alienante che
sull’acquirente. La responsabilità dell’alienante è limitata nel
tempo e ha carattere sussidiario (3 anni dall’iscrizione del
trasferimento nel Libro dei soci). Sussidiaria perché la società
richiederà il versamento all’attuale possessore, ed in via
sussidiaria al precedente.

MANCATO PAGAMENTO:
- il socio non può esercitare il diritto di voto
- (dal 2003) la società può offrire le azioni agli altri soci in proporzione alle quote
di partecipazione, e per un valore che non sia inferiore al valore
dei conferimenti ancora dovuti
- in mancanza di offerte dai soci, la società può darle ad una banca o ad un
intermediario, oppure può far decadere il socio trattenendo come
risarcimento del danno i conferimenti già versati
- le azioni del socio escluso entrano a far parte del patrimonio sociale, e la
società può cercare di rimetterle in circolazione “entro
l’esercizio”, diversamente dovranno essere annullate con
conseguente riduzione del capitale.
CONFERIMENTI DIVERSI DAL DANARO: non sono ammesse “Prestazioni d’opera”, né
“Servizi”, poiché di difficile valutazione, il che contrasta l’esigenza
di un capitale sociale “effettivo”.

BENI IN NATURA E CREDITI: le azioni corrispondenti a tali conferimenti


possono essere integralmente liberate al momento della
sottoscrizione. Sta al socio porre in essere tutti gli atti necessari
affinché la società acquisti la piena disponibilità del bene
conferito. Non consentiti conferimento di cose generiche future o
altrui, nemmeno prestazioni periodiche di beni.
DIRITTI DI GODIMENTO: benché controverso, è da ritenersi ammissibile poiché
con il consenso del CONFERENTE la società acquista
effettivamente la disponibilità del bene, traendone utilità.
BENI IMMATERIALI: purché siano suscettibili di valutazione economica
oggettiva (es. brevetti o invenzioni industriali).

LA VALUTAZIONE DEI CONFERIMENTI


Dal 2003 è stata riformata al fine di ottenere una valutazione OGGETTIVA e VERITIERA dei
conferimenti:

1^ fase – RELAZIONE DI STIMA, redatta da un esperto designato dal Tribunale. La


stessa deve essere allegata all’atto costitutivo.
VERIFICA DELLA STIMA: entro 180 giorni gli amministratori devono controllare
la valutazione contenuta nella relazione di stima, e, nel caso,
procedere con la revisione della stessa. Nel frattempo le
rispettive azioni SONO INALIENABILI.

Se dalla revisione il valore risulta inferiore di oltre 1/5 di quello


stabilito nella relazione di stima, la società riduce
proporzionalmente il capitale sociale e annulla le azioni scoperte,
a meno che:
a) Il socio non versi la differenza in danaro, per non vedere
ridotta la propria partecipazione.
b) Può recedere dalla società, con liquidazione delle azioni
sottoscritte con “il valore attuale”. Il socio ha diritto alla
restituzione del bene conferito, se possibile.
CASI DI ESENZIONE: (dal 2008) non è + prevista la stima di un perito nominato
dal Tribunale quando:
1. Per i titoli quotati nel mercato dei capitali
2. Quando il valore equo (FAIR VALUE) del conferimento in natura sia ricavabile
dal bilancio approvato di una società (purché approvato da non oltre un
anno).
3. Quando il valore equo dei beni o crediti da conferire risultano da una stima
fatta entro i sei mesi

Gli amministratori però possono ugualmente chiedere la procedura standard,


qualora il valore risultasse agli stessi inattendibile (richiesti entro 30 giorni).

IMPO: i punti 2 e 3 “purché il valore attribuito più il sovrapprezzo non sia


maggiore della valutazione che risulta da precedente bilancio o da precedente
stima.

ACQUISTI PERICOLOSI
Nei primi due anni di attività della società vi è una disposizione che argina i pericoli per l’integrità del
patrimonio sociale che derivano da operazioni potenzialmente pericolose.
In questi casi, per gli acquisti il cui corrispettivo sia maggiore di 1/10 del CS, e avviene entro i primi
due anni dall’iscrizione della società nel registro delle imprese:
- serve l’autorizzazione dell’assemblea ordinaria
- serve una relazione di stima di un esperto designato dal Tribunale
IN CASO DI VIOLAZIONE di detta disciplina, l’acquisto è valido, ma amministratori ed alienante sono
responsabili per i danni eventualmente causati alla società.

PRESTAZIONI ACCESSORIE
L’atto costitutivo può prevedere anche l’obbligo da parte del socio, di “eseguire prestazioni
accessorie non consistenti in danaro”, determinandone CONTENUTO, DURATA, MODALITA’,
COMPENSO, ma gli stessi non costituiscono oggetto di conferimento.

IMPO: Le azioni con prestazioni accessorie


1. SONO NOMINATIVE
2. POSSONO ESSERE TRASFERITE SOLO CON IL CONSENSO DEGLI AMMINISTRATORI.

LE AZIONI
Definizione: “sono le quote di partecipazione dei soci nella SPA; sono OMOGENEE, sono
STANDARDIZZATE, sono LIBERAMENTE TRASFERIBILI, rappresentate da dei documenti (TITOLI
AZIONARI) che circolano secondo la disciplina dei titoli di credito.

CARATTERISTICHE: 1. Identico ammontare (capitale sociale diviso in tante parti uguali)


2. Attribuiscono identici diritti
3. Indivisibile, perché rappresenta l’unità minima di partecipazione al CS. Se più
soggetti possiedono la stessa azione devono nominare un rappresentante.

VALORE DELLE AZIONI: devono essere tutte di uguale valore, e possono essere:
A) AZIONI CON VALORE NOMINALE, per cui lo statuto deve specificare:
a. Il capitale sottoscritto
b. Il valore nominale di ciascuna azione
c. Il numero complessivo di azioni emesse

Il valore nominale (così come il capitale sociale nominale) rimane INVARIATO NEL TEMPO
e può essere modificato SOLO con la modifica dell’atto costitutivo

B) AZIONI SENZA VALORE NOMINALE, per cui lo statuto deve specificare:


a. Il capitale sottoscritto
b. Il numero di azioni emesse (che sono uguali frazioni del CS)

In questo caso la partecipazione al capitale del singolo azionista sarà espressa in % del
numero complessivo di azioni emesse.

C) IN ENTRAMBI I CASI, il valore complessivo dei conferimenti non può essere inferiore
all’ammontare globale del Capitale Sociale. Ne consegue che “le azioni non possono
essere complessivamente emesse per una somma inferiore al loro valore nominale”.

EMISSIONE DI AZIONI CON SOVRAPPREZZO: è possibile, ed è addirittura obbligatorio


quando sia stato escluso il diritto di opzione sulle nuove emissioni, ed il valore reale sia
maggiore del valore nominale.

VALORE REALE: patrimonio netto / n. azioni


(quindi un valore che varia nel tempo ed è riscontrabile attraverso il
bilancio di esercizio)

VALORE DI MERCATO: indicato dai listini, quando le azioni sono ammesse nel
mercato regolamentato. Indica il prezzo di scambio in quel
determinato giorno.

PACCHETTO AZIONARIO: ha un proprio valore specifico, solitamente maggiore


rispetto alla somma delle singole azioni. E’ sottoposto ad una
disciplina particolare.

LA PARTECIPAZIONE AZIONARIA
Ogni azione attribuisce poteri e diritti. Vediamoli:
1. Di NATURA AMMINISTRATIVA (es. diritto al voto)
2. Di NATURA PATRIMONIALE (es. diritto agli utili)
3. Di NATURA PATRIMONIALE e AMMINISTRATIVA INSIEME (es. diritto di opzione)

UGUAGLIANZA DEI DIRITTI: Le azioni conferiscono ai loro possessori “uguali diritti”

UGUAGLIANZA RELATIVA, quando le categorie di azioni danno diversi diritti


UGUAGLIANZA OGGETTIVA, ogni azione da lo stesso diritto, ma alcuni diritti sono
proporzionali al numero di azioni possedute (es. diritto al voto)
DISUGUAGLIANZA SOGGETTIVA, che deriva proprio dalla uguaglianza oggettiva, con
una partecipazione commisurata al numero di azioni possedute e
al maggior rischio di chi le possiede

CATEGORIE SPECIALI DI AZIONI


Ossia quelle dotate di diritti diversi di quelli delle azioni ordinarie. Quando esistono azioni ordinarie e
azioni speciali è necessaria una MODIFICA nell’organizzazione interna della società, per cui:

“le deliberazioni dell’assemblea generale che pregiudichino i diritti di una delle categorie
di azioni speciali, devono essere approvate anche dall’ASSEMBLEA SPECIALE della
categoria interessata”.

Se le azioni speciali NON SONO QUOTATE, la disciplina delle assemblee speciali è = a quella delle
assemblee straordinarie
Se le azioni speciali SONO QUOTATE, la disciplina delle assemblee speciali = azionisti di risparmio

DIRITTO AL VOTO DELLE AZIONI SPECIALI


Dopo la riforma del 2003 vige il DIVIETO DI VOTO PLURIMO, e vi sono
A) azioni SENZA DIRITTO AL VOTO
B) azioni CON DIRITTO DI VOTO LIMITATO a certi argomenti (es. approvazione del bilancio)
CON DIRITTO DI VOTO SUBORDINATO al verificarsi di particolari condizioni

A)+B) non possono superare il 50% del CAPITALE SOCIALE.

Nelle SPANQ è consentito, inoltre:


- DIRITTO AL VOTO LIMITATO ad una misura massima (es. sino al 10% CS 1
azione = 1 voto; oltre il 10% CS nessun voto)
- C.D. VOTO SCALARE (es. fino al 10% CS 1 azione = 1 voto; dal 10% CS al
20% CS 2 azioni = 1 voto, e così via)
- Possono essere emesse AZIONI PRIVILEGIATE anche senza limitazione dei
diritti amministrativi.

AZIONI PRIVILEGIATE
Attribuiscono ai loro titolari un diritto di preferenza nella distribuzione degli utili e/o nel rimborso del
capitale al momento dello scioglimento della società (es. in sede di distribuzione degli utili =>
azionisti privilegiati +2% rispetto agli azionisti ordinari

AZIONI CORRELATE
Azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati della SPA in un dato settore. Lo statuto però
deve prevederne criteri, modalità, etc
N.B. non possono essere corrisposti dividendi maggiori degli utili dell’attività generale

AZIONI DI RISPARMIO
Emesse solo la SPAQ, e possono costituire max 50% del Capitale Sociale. Sono azioni dotate di
privilegi di natura patrimoniale, e incentivano l’investimento in azioni ai risparmiatori, con titoli che
meglio rispondono ai loro interessi:
- Sono azioni emesse AL PORTATORE, e quindi GARANTISCONO l’ANONIMATO
- Sono PRIVE di DIRITTI AMMINISTRATIVI, quindi senza diritto al voto, e di
queste non si tiene conto né per quorum costitutivi né per quorum
deliberativi.
- Hanno SOLO DIRITTI PATRIMONIALI (riforma 1998) e di ciò deve essere
indicato nell’atto costitutivo.

ORGANIZZAZIONE DI GRUPPO
A tutela degli interessi comuni dei possessori di azioni di risparmio è prevista:
a) ASSEMBLEA che delibera sulle azioni che potrebbero pregiudicare i diritti degli azionisti di
risparmio
b) RAPPRESENTANTE COMUNE nominato dall’assemblea che ha diritto ad assistere alle
assemblee della società e di impugnare le deliberazioni.

AZIONI A FAVORE DEI PRESTATORI DI LAVORO


Sono deliberate dall’assemblea straordinaria, e possono essere:
1. AZIONI GRATUITE, assegnate gratuitamente ai prestatori di lavoro e consentono
l’assegnazione straordinaria di un utile in base a complicato procedimento.
2. AZIONI A PAGAMENTO, offerte ai dipendenti della società, con nuova emissione, con
limitazione del diritto di opzione, proprio a favorire le stesse ai dipendenti.

STRUMENTI FINANZIARI PARTECIPATIVI


Anche questi sono stati previsti con la riforma del 2003, e CONSENTONO L’ACQUISIZIONE di apporti
patrimoniali che, non essendo oggetto di conferimento, non possono essere imputabili al CS e
consistono in
PRESTAZIONI D’OPERA
PRESTAZIONI DI SERVIZI
sono una alternativa alle “azioni a favore dei prestatori di lavoro VEDI SOPRA.

IMPO => non sono parti del CS, non sono conferimenti, incrementano il PATRIMONIO SOCIALE ma
non il CS.
IMPO => non attribuiscono la qualità di azionista

DISCIPLINA MOLTO SCARNA A RIGUARDO: gli Strumenti finanziari partecipativi possono dare
1. DIRITTI PATRIMONIALI
2. DIRITTI AMMINISTRATIVI (es. diritto al voto su alcuni argomenti specifici)

LA CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI


TITOLI AZIONARI: Sono TITOLI DI CREDITO CAUSALI. Sono i documenti che rappresentano le quote
di partecipazione nella società sono i TITOLI AZIONARI, e gli stessi ne consentono la circolazione.

NELLE SPANQ: possono essere emessi i titoli azionari, ma anche no (in questo caso la
qualità di socio è dimostrata dall’iscrizione nel Libro dei soci). Il
trasferimento dei titoli azionari è disciplinato dalle norme che regolano la
cessione del contratto.

NELLE SPAQ: dal 1998 c’è stata la soppressione materiale dei titoli azionari in favore
di “semplici registrazioni contabili”.

AZIONI NOMINATIVE: tutte le azioni devono essere NOMINATIVE, con esclusione delle azioni di
risparmio, o quelle emesse dalla SICAV, se interamente liberate.
Disciplinate dalle norme dei titoli di credito nominativi (doppia annotazione)

AZIONI AL PORTATORE: Disciplinate dalle norme dei titoli di credito al portatore (consegna)

I VINCOLI SULLE AZIONI


Le azioni possono essere costituite in USUFRUTTO o in PEGNO, e possono anche essere oggetto di
MISURE CAUTELARI come il SEQUESTRO CONSERVATIVO o il PIGNORAMENTO. Vediamo cosa
accade ai diritti amministrativi in questi particolari casi:

1. DIRITTO AL VOTO: spetta all’usufruttuario o al creditore pignoratizio, purché non leda gli
interessi del socio. Se sequestrate il diritto al voto spetta al custode.
2. DIRITTI DIVERSI DAL VOTO: esercizio disgiunto sia del socio che dell’usufruttuario (o
creditore pignoratizio). Se sequestrate li esercita il custode.
3. DIRITTO DI OPZIONE: spetta solo al socio e solo ad esso sono attribuire le eventuali
nuove azioni sottoscritte, purché lo stesso versi entro 3 giorni le somme necessarie per
esercitare il diritto di opzione.
a. In mancanza, lo acquistano altri soci, o a mezzo banca o intermediario.
4. AUMENTO GRATUITO DEL CAPITALE: in questo caso pegno, usufrutto e sequestro si
estendono anche alle nuove azioni.

AZIONI NON INTERAMENTE LIBERATE:


1. In caso di PEGNO provvede il socio, diversamente il creditore può far vendere le azioni
tramite banca o intermediario.
2. In caso di USUFRUTTO provvede l’usufruttuario, salvo restituzione a fine usufrutto.

LIMITE ALLA CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI

LIMITI LEGALI: a) le azioni liberate con conferimenti diversi dal danaro non possono circolare
prima del controllo della valutazione degli stessi conferimenti
b) le azioni con prestazioni accessorie non possono circolare se non con il consenso del
CDA.

LIMITI CONVENZIONALI: sono determinati da accordi tra i soci, che possono risultare (LIMITI
STATUTARI es. vietare la circolazione delle azioni per almeno 5 anni dalla
costituzione della società) oppure no (PATTI PARASOCIALI che hanno lo scopo di
evitare l’ingresso in società di persone poco gradite) dall’atto costitutivo.

CLAUSOLE DEI LIMITI STATUTARI


Ecco le più diffuse:

CLAUSOLE DI PRELAZIONE => Impone al socio che vuole vendere le proprie azioni l’obbligo di
offrirle prima agli altri soci, e di preferirli ai terzi a parità di condizioni. La
violazione di questa clausola comporta l’inefficacia del trasferimento nei
confronti della società (che quindi potrà rifiutare l’iscrizione
dell’acquirente nel Libro dei soci), e nei confronti dei soci con diritto di
prelazione. Eventualmente sono proprio i soci con diritto di prelazione ad
avere il diritto di riscattare quelle del terzo acquirente.

CLAUSOLE DI GRADIMENTO => Sono di due tipi:


1) Clausole che richiedono il possesso di determinati requisiti da parte
dell’acquirente (es. cittadinanza italiana)
2) Clausole che subordinano il trasferimento delle azioni al PLACET del CDA.
Riguardo questa seconda ipotesi la riforma del 2003 ha precisato che in
caso di NON GRADIMENTO dell’acquirente, c’è l’obbligo di acquisto da
parte della società o dei soci, oppure l’alienante esercita il diritto di
recesso.

CLAUSOLE DI RISCATTO => Prevedono il potere di riscatto delle azioni da parte della società
al verificarsi di determinati eventi (es. in caso di morte). Il valore di
rimborso di dette azioni è determinato applicando le disposizioni in tema
di diritto di recesso.

N.B. Sono tutte clausole che possono essere inserite o tolte con
l’approvazione dell’assemblea straordinaria, e con la possibilità di recesso
per chi non è d’accordo.

OPERAZIONI SU AZIONI PROPRIE


Pericolose perché minano l’integrità del CS (es. la SCALATA). Le situazioni regolate sono tre:

1. SOTTOSCRIZIONE => la società non può sottoscrivere le proprie azioni salvo che
eserciti il diritto di opzione su azioni già detenute dalla stessa. Chi sottoscrive lo
stesso, deve liberarle.
DIVIETO DI SOTTOSCRIZIONE DIRETTA: per amministratori, soci fondatori, promotori
DIVIETO DI SOTTOSCRIZIONE INDIRETTA: il terzo che sia responsabile in solido con
amministratori per la liberazione dell’azione.

2. ACQUISTO => ci sono 4 condizioni:


a. le somme utilizzate devono essere minori degli utili distribuibili
b. le azioni da acquistare devono essere interamente liberate
c. serve l’autorizzazione specifica dell’assemblea straordinaria
d. non superiore a 1/10 del CS

Diversamente le azioni vengono vendute entro 1 anno, e se non vendute, vengono


ANNULLATE.

3. ALTRE OPERAZIONI =>nessun limite quando l’acquisto è funzionale alla riduzione del CS.
La SPA non può concedere prestiti a soci o terzi per la sottoscrizione di azioni
proprie.
La SPA non può accettare in garanzia azioni proprie.

LE AZIONI SOCIALI DETENUTE DALLA SOCIETA’


- Hanno diritti amministrativi “sterilizzati”, per cui non hanno diritto al voto
ma contano ai fini del quorum costitutivo.
- Gli utili spettano proporzionalmente alle altre azioni.
- Il diritto di opzione spetta proporzionalmente alle altre azioni, salvo
autorizzazione dell’assemblea.
- Non possono essere utilizzate dagli amministratori senza l’autorizzazione
dell’assemblea.

OPERAZIONI DELLA SOCIETA’ SULLE PROPRIE AZIONI (INCROCIO)


Si crea un problema grosso quando due società acquistano reciprocamente azioni l’una dall’altra con
lo scopo di aumentare il CS in modo illusorio. (IMPO)
A tal fine si rimedia tramite:

SOTTOSCRIZIONE: dice l’art. 2360 c.c. “vietate alle società di costituire o aumentare il CS
mediante reciproca sottoscrizione di azioni”.
In questi casi le condizioni di acquisto sono quelle che disciplinano l’acquisto di
azioni proprie.

IMPO
L’incrocio di partecipazioni è pericoloso solo in caso di
1. sottoscrizione reciproca
i. aumento del capitale nominale ma non del
capitale reale
2. in caso di acquisto di azioni già in circolazione
i. capitale nominale uguale, ma diminuzione del
capitale reale o di entrambe
ACQUISTO: a) senza alcun limite se tra le due società non c’è rapporto di controllo, e
nessuna delle due è SPAQ.

b) se l’incrocio è tra società controllante e sue controllate, l’eventuale acquisto


da parte della società controllata è considerato come acquistato dalla stessa
società controllante, con disciplina identica a quella che regola l’acquisto di
azioni proprie.

Le azioni acquistate in violazione dei due precedenti punti vanno alienate entro
un anno, se no la società controllante procede al loro annullamento e
conseguente riduzione del capitale.

c) se l’incrocio riguarda SPAQ, ma tra le stesse non c’è controllo, sono previsti
solo limiti quantitativi:
* se entrambe SPAQ, l’incrocio deve essere minore del 2% del capitale con diritto
di voto.
* se solo una delle due è SPAQ, fino al 10%

LE PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Individuare i principali azionisti in una SPA a volte non è facile, dato che il Libro dei soci indica
l’intestatario formale, ma non il possessore, e dato che lo stesso libro viene aggiornato solo in caso
di esercizio dei diritti sociali.

Art. 120 TUF => stabilisce l’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE alla società partecipata e alla
CONSOB nei seguenti casi:
- per coloro che partecipano in SPAQ in misura maggiore del 2% del CS
- per le SPAQ che partecipano in SPANQ o in SRL in misura maggiore del 10%
CS

Ulteriori comunicazioni vanno poi fatte a step del 5% e sino al 50%, sia quando la partecipazione sale
oltre detti limiti, sia quando invece scende sotto gli stessi limiti.

FUNZIONE PRINCIPALE è quella di rendere note le reali posizioni di potere nella società

VIOLAZIONE DELL’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE: * sono previste SANZIONI

* viene soppresso il voto per le azioni non comunicate, e


se in assemblea non si applica detta soppressione, le
decisioni dell’assemblea stessa sono impugnabili ma solo
se il voto delle azioni che dovevano essere soppresse è
stato determinante (IMPO)

PARTECIPAZIONI RILEVANTI IN SPA SOTTOPOSTE A CONTROLLO PUBBLICO


Vi sono norme integrative in questi particolari casi:
- Società bancarie
- Società di intermediazione mobiliare
- Società di assicurazione
Le partecipazioni vanno comunicate alla BANCA d’ITALIA, alla CONSOB, all’ISVAP.

ACQUISTO DI PARTECIPAZIONI RILEVANTI NELLE SPAQ


IN PASSATO: per ottenere il controllo in una SPAQ si poteva concordare direttamente con il
gruppo attuale di comando, senza transitare attraverso la borsa, e con danno per gli
azionisti che non potevano godere del c.d. PREMIO DI MAGGIORANZA.

oppure si poteva lanciare un’OPA ostile che però spesso scatenava una battaglia tra
gruppo attuale di comando e gruppo offerente.

OGGI: E’ tutto cambiato con la L. 149/1992 (ratio: passaggio più trasparente e con premio di
maggioranza per tutti gli azionisti)
OPA OBBLIGATORIA: quando viene trasferita la partecipazione di controllo di una SPAQ
si lancia obbligatoriamente una Offerta Pubblica di Acquisto. Tutto ciò
consente agli azionisti di disinvestire, beneficiando del “premio di
controllo”.

OPA VOLONTARIA O VOLONTARIA: devono in ogni caso svolgersi nel rispetto delle
regole fissate dalla legge.

OPA OBBLIGATORIA
(Art. 106 TUF): sono due i casi in cui l’OPA è obbligatoria:

OPA SUCCESSIVA TOTALITARIA: Per chiunque vi è obbligo di lanciare un’OPA sulla “totalità” delle
azioni quando venga a detenere più del 30% dei titoli che attribuiscono diritto di
voto nelle deliberazioni assembleari su nomina e revoca degli amministratori, o
del consiglio di sorveglianza.

Consente agli azionisti di minoranza di uscire dalla società con il cambiamento


dell’azionista di controllo.

Con riforma 2007 il PREZZO MINIMO è fissato nel prezzo più elevato registrato
negli ultimi 12 mesi, diversamente si applica il prezzo medio ponderato di
mercato.

OPA PREVENTIVA (FACOLTATIVA): TOTALE se diretta a conseguire il 100% delle azioni (in
questo caso l’offerente può liberamente fissare il prezzo di
acquisto).

PARZIALE se diretta a conseguire il 60% delle azioni (l’offerente


necessita dell’autorizzazione CONSOB e dall’assemblea degli
azionisti di minoranza della c.d. SOCIETA’ BERSAGLIO.

OBBLIGO DI ACQUISTO RESIDUALE


• Chi possiede almeno il 95% del capitale rappresentato da titoli ha l’obbligo di acquistare i
restanti titoli da chi gli faccia richiesta (il che consente una uscita al socio a prezzo equo).
• Chi possiede almeno il 90% ha l’obbligo di acquistare i restanti titoli quotati se non ripristina
entro 90 giorni un FLOTTANTE SUFFICIENTE (flottante = azioni diffuse tra il pubblico).
• Chi possiede almeno il 95% può anche acquistare COATTIVAMENTE le azioni residue purché lo
abbia espressamente indicato nella offerta di acquisto.

VIOLAZIONE DI OPA OBBLIGATORIA E DI OBBLIGO DI ACQUISTO RESIDUALE:


• non può essere esercitato il diritto di voto
• i titoli eccedenti l’obbligo di OPA (30%) o l’obbligo di ACQUISTO RESIDUALE (90%) devono
essere alienati entro 12 mesi.
OFFERTE PUBBLICHE DI ACQUISTO E DI SCAMBIO
ACQUISTO:
• proposta irrevocabile rivolta a parità di condizioni a tutti i titolari del prodotto finanziario che
ne forma oggetto. Eventuali clausole contrarie sono da considerarsi NULLE.
• Controllo della CONSOB, che può anche sospendere o far decadere l’OPA.

PROCEDIMENTO PER LANCIARE UN’OPA


1. DOCUMENTO DI OFFERTA, comunicato alla CONSOB, con tutte le info necessarie, e
comunicato alla società bersaglio, che a sua volta ha l’obbligo di darne massima notizia con
comunicato.
2. ADESIONI ALL’OFFERTA, che vengono raccolte dall’offerente o da un intermediario.
3. TECNICHE DI DIFESA DALL’OPA:
a. La REGOLA DELLA PASSIVITA’, secondo cui gli amministratori della società
bersaglio devono astenersi da atti che possano contrastare gli obbiettivi dell’OPA
b. Tale divieto può essere rimosso se nello statuto è previsto la difesa dall’OPA
c. Dal 2007, modificato poi nel 2009, con la REGOLA DI NEUTRALIZZAZIONE si è
introdotto un rimedio, per cui si rendono INEFFICACI le misure difensive predisposte
PRIMA del lancio dell’OPA (si applica la regola di neutralizzazione SOLO se previsto
nello statuto).
4. CHIUSURA DELL’OPA, quando si raggiunge il quantitativo minimo indicato nel documento di
offerta, l’offerta diventa irrevocabile.

L’ASSEMBLEA
È un organo collegiale formato dai soci (o da coloro cui spetta il diritto di voto), che decide secondo
principio maggioritario, e le cui decisioni vincolano tutti i soci, dissenzienti e assenti inclusi. A
seconda dell’oggetto delle deliberazioni si compone l’ASSEMBLEA ORDINARIA oppure l’ASSEMBLEA
STRAORDINARIA.

ASSEMBLEA ORDINARIA (art. 2364 c.c.)


1. APPROVA IL BILANCIO
2. NOMINA E REVOCA AMMINISTRATORI, SINDACI, PRESIDENTE DEL COLLEGIO
SINDACALE
3. DETERMINA IL COMPENSO DI AMMINISTRATORI E SINDACI
4. DELIBERA SULLA RESPONSABILITA’ DI AMMINISTRATORI E SINDACI
5. DELIBERA SU ALTRI OGGETTI ATTRBUITI DALLA LEGGE
6. APPROVA IL REGOLAMENTO DEI LAVORI ASSEMBLEARI

In ogni caso anche tutto ciò che non sia di competenza dell’assemblea straordinaria

ASSEMBLEA STRAORDINARIA (art. 2365 c.c.)


1. MODIFICAZIONI DELLO STATUTO
2. NOMINA E SOSTITUZIONE E DEFINIZIONE DEI POTERI DEI LIQUIDATORI
3. SU OGNI ALTRA MATERIA ATTRIBUITA PER LEGGE
IMPO => Lo statuto può prevedere che alcune materie che per legge siano attribuite alla
competenza dell’assemblea straordinaria, siano attribuite al CDA, nei seguenti casi:
- per trasferimento della sede
- per riduzione del CS in caso di recesso del socio

IL PROCEDIMENTO ASSEMBLEARE

CONVOCAZIONE FACOLTATIVA: decisa dal CDA ogni qualvolta lo ritenga opportuno.

CONVOCAZIONE OBBLIGATORIA: a) almeno una volta all’anno, non oltre 120 gg dalla
chiusura dell’esercizio, per consentire l’approvazione del bilancio. In casi
particolari anche entro 180 giorni.

b) su richiesta di almeno 1/10 del CS (1/20 se SPA con capitale di


rischio). Per alcune materia la % può essere anche diversa se prevista
dallo statuto.
E’ ordinata dagli amministratori, ma anche dal Collegio sindacale quando non lo facciano gli
amministratori, o in casi di urgenza e necessità, ma previa comunicazione al presidente del CDA, in
ulteriore subordine con Decreto del Tribunale.
Nelle SPAQ l’assemblea può essere convocata anche da due soci che siano membri effettivi del
collegio sindacale.

LUOGO: l’assemblea si convoca nel comune ove ha sede la società, se non diversamente disposto
dallo statuto.

CONVOCAZIONE NELLE SPANQ: avviso pubblicato sulla GG.UU. o su un quotidiano indicato nello
statuto, almeno 15 giorni prima, o almeno 8 giorni prima ma con mezzi
“provabili” come raccomandata, fax etc.
CONVOCAZIONE NELLE SPAQ: avviso pubblicato almeno 30 giorni prima, sul sito internet della
società e con altri accorgimenti fissati dalla CONSOB.

CONTENUTO DELL’AVVISO: giorno, ora, luogo, ordine del giorno (non possono essere
affrontati argomenti diversi dall’ordine del giorno). Può essere indicato
anche il giorno fissato per la seconda convocazione, purché lo stesso
giorno si a diverso da quello indicato per la prima.

PRESIDENZA: L’assemblea è presieduta dal presidente indicato nello statuto, assistito


dal segretario, salvo che non verbalizzi un notaio.
RINVIO: possono richiederlo 1/3 CS rappresentato in assemblea, ma con rinvio
entro 5 giorni.
VERBALIZZAZIONE: se assemblea ordinaria, dal segretario, se assemblea
straordinaria dal notaio. Poi tutto trascritto nel Libro delle adunanze e
delle deliberazioni dell’assemblea.

ASSEMBLEA TOTALITARIA: regolarmente costituita anche senza convocazione, quando sia


rappresentato l’intero CS, e vi partecipa la maggioranza degli organi
amministrativi e di controllo. Può deliberare su qualunque punto, ma le
deliberazioni sono opponibili da chiunque.

COSTITUZIONE DELL’ASSEMBLEA
Previsti due tipi di quorum: QUORUM COSTITUTIVO (art. 2368 c.c.) e QUORUM DELIBERATIVO (art.
2369 c.c.). Il primo rappresenta la parte di CS che deve essere presente, il secondo la parte del CS
che deve approvare la deliberazione.

ASSEMBLEA ORDINARIA: 1^ CONVOCAZIONE => Q. Cost. 50% + 1 CS


Q. Delib. 50% + 1 delle azioni che hanno votato
2^ CONVOCAZIONE => Q. Cost. NESSUNO
Q. Delib. 50% + 1 delle azioni che hanno votato

ASSEMBLEA STRAORDINARIA: 1^ CONVOCAZIONE => Q. Cost. NON PREVISTO ma


desumibile dal Q. Delib. (50% + 1 CS)
Q. Delib. 50% + 1 del CS
2^ CONVOCAZIONE => Q. Cost. almeno 1/3 CS
Q. Delib. 2/3 del capitale rappresentato in
assemblea

ECCEZIONI: PER DELIBERE DI PARTICOLARE IMPORTANZA => Q. Delib. Almeno 1/3 CS


PER ESCLUDERE IL DIRITTO DI OPZIONE => Q. Delib. Almeno 50% + 1 CS

L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA NELLE SPAQ


1^ CONVOCAZIONE => Q. Cost. 50% + 1 CS (=SPANQ)
Q. Delib. Almeno 2/3 dei presenti
2^ CONVOCAZIONE => Q. Cost. almeno 1/3 CS (=SPANQ)
Q. Delib. Almeno 2/3 dei presenti

DIRITTO DI INTERVENTO
Possono intervenire all’assemblea cui spetta l’esercizio del voto, oltre amministratori, sindaci,
rappresentante comune degli azionisti di risparmio, e alcuni “non soci” come l’usufruttuario o il
creditore pignoratizio.
VOTO TELEMATICO => lo statuto può prevederlo.

LA RAPPRESENTANZA IN ASSEMBLEA
Gli azionisti possono presenziare personalmente all’assemblea oppure a mezzo rappresentante. Per
evitare fenomeni come il rastrellamento delle deleghe il codice le disciplina:
1. la delega deve essere conferita per iscritto e contenere il nome del rappresentante
2. il rappresentante a sua volta può farsi sostituire da altri solo se la delega lo prevede
3. nelle SPANQ anche il sostituto deve essere indicato nella delega
4. la delega è sempre revocabile
5. la delega opera solo per le singole assemblee (in tutte le sue convocazioni), salvo che uno
abbia una procura generale
6. la rappresentanza non può essere data ad amministratori, sindaci, revisori, dipendenti
della società
7. in caso di enti, la procura invece va solo a propri dipendenti
8. inoltre vi sono limitazioni numeriche:
a. SPANQ max 20
b. Max 50, 100, 200 a seconda delle dimensioni del CS

Dopo la riforma del 1998 solo nelle SPAQ:


a) SOLLECITAZIONE: richiesta di deleghe da parte di un soggetto che abbia
almeno 1% delle azioni con diritto al voto, da almeno 6 mesi, e deve avvalersi
di un intermediario.
b) RACCOLTA DI DELEGHE: richiesta di deleghe da parte di associazione di
azionisti.

In entrambi i casi a) e b) la CONSOB stabilisce regole di trasparenza e correttezza per consentire


all’azionista una decisione “consapevole”.

LIMITI ALL’ESERCIZIO DEL VOTO


Con l’esercizio del diritto al voto il socio concorre alla formazione della volontà della società, in
proporzione al n. di azioni possedute. La decisione deve essere discrezionale del socio, pur però
rispettando gli interessi della società qualora dovessero sorgere conflitti di interesse. Infatti in questi
casi c’è la possibilità di impugnazione, purché ricorrano due condizioni:
• Che il voto sia determinante (PROVA DI RESISTENZA)
• Che la delibera possa danneggiare la società (DANNO POTENZIALE)

Sono inoltre previste due ipotesi tipiche di CONFLITTO DI INTERESSI (art. 2373 c.c.)

• Vietato ai soci amministratori votare alle deliberazioni che riguardano la loro responsabilità.
• Vietato ai soci del Consiglio di gestione di votare su ciò che riguarda nomina o revoca dei
Consiglieri di sorveglianza.

Questi sono casi CERTI, e quindi il diritto al voto è senza dubbio inibito.

SINDACATI DI VOTO
Verifica se sono da fare

DELIBERAZIONI ASSEMBLEARI INVALIDE


Con la riforma del 2003 tutte le categorie di vizi sono state ricondotte a casi di NULLITA’ o di
ANNULLABILITA’:

DELIBERE ANNULLABILI: - tutte le deliberazioni prese non in conformità con le disposizioni


dello statuto.
(art. 2377 – 2378 c.c.) - quando vi partecipano persone non legittimate, se il loro voto è stato
determinante
- quando l’invalidità o l’errato conteggio dei voti, solo se sono stati
determinanti
- per incompletezza o inesattezza del verbale, ma solo se ciò impedisca
l’accertamento del suo contenuto
IMPUGNAZIONE
POSSONO IMPUGNARE da soci assenti, dissenzienti, astenuti, amministratori, consiglio di
sorveglianza, collegio sindacale, rappresentante comune azionisti
di risparmio. In alcuni casi anche da Consob, Isvap e Banca
d’italia. E coloro che rappresentino 1/1000 CS nelle SPAQ, o il 5%
CS nelle SPANQ
NON POSSONO IMPUGNARE coloro che abbiano votato a favore.

TERMINE: entro 90 giorni dalla data della deliberazione, oppure entro 180 giorni se
impugnano la CONSOB, ISVAP o BANCA D’ITALIA.

AZIONE DI ANNULLAMENTO: Viene proposta nanti il Tribunale. I soci che


impugnano devono dimostrare di esserne legittimati.

NON SOSPENDE: L’azione di impugnazione non sospende l’esecuzione della


delibera, anche se può esser chiesto dall’impugnante.

EFFETTI:L’annullamento ha effetto per tutti i soci e obbliga gli amministratori a prendere


provvedimenti conseguenti.

SOSTITUZIONE DELLA DELIBERA: Non vi è annullamento se la decisione impugnata


viene sostituita con altra conforme, fatti salvi i diritti dei
terzi sulla delibera sostituita.

IMPO => a coloro che non sono legittimati a proporre impugnazione è consentito
richiedere il risarcimento eventuale dei danni.

DELIBERE NULLE: previste dall’art. 2379 c.c.


1. IMPOSSIBILITA’ o ILLICEITA’ dell’oggetto delle delibere, o anche oggetto illecito ma
contenuto illecito.
2. MANCATA CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA, ma non si ha nullità se l’avviso era
irregolare ma comunque idoneo ad avvisare i legittimati.
3. MANCANZA DEL VERBALE, ma non si considera mancante se contiene la data della
deliberazione, l’oggetto, la sottoscrizione del presidente dell’assemblea o del presidente
del CDA o dal notaio (aspetto tra l’altro sanabile mediante verbalizzazione da effettuare
prima dell’assemblea successiva).

LEGITTIMATI AD IMPUGNARE: Chiunque vi abbia interesse, o d’ufficio dal giudice.

TERMINI: - NESSUNA PRESCRIZIONE su modifica oggetto sociale che preveda attività illecite.
- 3 anni per tutti gli altri casi
- 180 giorni per casi particolari (aumento o riduzione del CS, o per emissione di
obbligazioni)

IN CASO DI DELIBERE ANNULLABILI O NULLE


• I diritti acquisiti in buona fede non sono pregiudicati
• Non vi è nullità se la delibera è stata sostituita con una valida
AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO
Dopo la riforma del 2003 esistono 3 sistemi di amministrazione e controllo:
1. SISTEMA TRADIZIONALE (amministrazione => Amministratore unico o CDA; controllo
=> Collegio sindacale)
2. SISTEMA DUALISTICO (amministrazione => Consiglio di gestione; controllo =>
consiglio di sorveglianza)
3. SISTEMA MONISTICO (amministrazione => CDA; controllo => Comitato per il controllo
sulla gestione)

NELLE SPANQ => Amministratore unico oppure CDA


NELLE SPAQ => CDA per consentire la nomina di almeno un amministratore da parte dei soci di
minoranza e almeno 1 amministratore indipendente.

GLI AMMINISTRATORI
FUNZIONI:
1. Deliberano su tutti gli argomenti attinenti alla gestione della società non riservati
dalla legge all’assemblea straordinaria (POTERE GESTORIO)
2. Hanno la rappresentanza generale della società (tutti o alcuni), ed il potere di
manifestare all’esterno la volontà della società (POTERE DI RAPPRESENTANZA)
3. Convocano l’assemblea e ne fissano l’ordine del giorno, dando anche attuazione
alle delibere, e dove necessario, le impugnano.
4. Curano la tenuta dei libri e delle scritture contabili; redigono annualmente il
progetto di bilancio da far approvare all’assemblea.
5. Devono prevenire atti pregiudizievoli per la società, o perlomeno eliminarne o
attenuarne le conseguenze dannose.

IMPO => Il potere dell’amministratore è un potere PROPRIO, datogli dalla legge e


non per mandato dei soci. Gli amministratori sono penalmente e
civilmente responsabili per il loro adempimento dei doveri.
NOMINA:
Sono nominati nell’atto costitutivo, e successivamente dall’assemblea ordinaria. Vi sono inoltre dei
casi speciali:
• Lo statuto può prevedere la nomina di 1 amministratore INDIPENDENTE ai possessori di
strumenti finanziari partecipativi.
• Nelle SPANQ lo statuto può riservare la nomina di 1 o più amministratori (nelle SPAQ solo uno)
allo Stato o a Enti pubblici purchè gli stessi siano titolari di partecipazione sociale.
• Nelle SPAQ almeno un amministratore deve essere espressione degli azionisti di minoranza,
ed almeno uno deve essere il c.d. AMMINISTRATORE INDIPENDENTE (oppure devono essere
due se il CDA è composto da più di 7 persone). L’amministratore indipendente deve avere gli
stessi requisiti previsti per i sindaci.

NUMERO: degli amministratori è FISSATO nello statuto.

REQUISITI: gli amministratori possono essere soci ma anche no. Possono essere
richiesti anche ulteriori requisiti (onorabilità, professionalità, indipendenza, per
le SPA in materia assicurativa o bancaria).

CAUSE DI INELEGGIBILITA’: non possono essere nominati l’interdetto, l’inabilitato, il


fallito, il condannato a interdizione dai pubblici uffici.
CAUSE DI INCOMPATIBILITA’: previste dalle leggi speciali (es. membri del
parlamento, avvocati, etc), ma è una incompatibilità che
comporterà nel soggetto la possibilità di scegliere se fare
l’uno o l’altro ruolo.
DURATA:
Al massimo 3 esercizi, e scadono dalla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio
relativo all’ultimo esercizio della loro carica. Sono anche rieleggibili.

CAUSE DI CESSAZIONE: a) per revoca da parte dell’assemblea


b) per rinuncia o dimissioni degli stessi amministratori
c) per decadenza dall’ufficio per sopraggiunta causa di
ineleggibilità
d) per morte
PROROGATIO: Gli amministratori “scaduti” rimangono in carica con pieni poteri sino
all’accettazione della nomina da parte dei nuovi amministratori.

IN CASO DI DIMISSIONI: con effetto immediato (se c’è la maggioranza);


oppure dal momento in cui viene ripristinata la
maggioranza (se non c’è la maggioranza).

IN CASO DI MORTE o DECADENZA: vige una disciplina particolare che prevede


3 ipotesi:

C.D. COOPTAZIONE: Se rimangono in carica + del 50% degli amministratori nominati


dall’assemblea, i superstiti vengono sostituiti provvisoriamente con
delibera approvata dal collegio sindacale.

Se rimangono in carica – del 50% degli amministratori i superstiti


convocano l’assemblea affinché proceda alla sostituzione dei mancanti,
che scadranno assieme ai superstiti.
Se vengono a mancare TUTTI (o l’amministratore unico), il collegio
sindacale convoca d’urgenza l’assemblea per la ricostituzione del CDA, e
nel frattempo può compiere atti di gestione ordinaria.
CLAUSOLE SIMUL STABUNT: che prevedono la cessazione di tutti gli amministratori
nell’ipotesi di cessazione di alcuni.

PUBBLICITA’ => sia nomina che cessazione degli amministratori è soggetta ad iscrizione
nel registro imprese.
COMPENSO => modalità e misura sono stabiliti nell’atto costitutivo.
DIVIETO DI CONCORRENZA => gli amministratori non possono essere soci in altra
società concorrente, salvo autorizzazione dell’assemblea.

IL CONSIGLIO DI AMMINSTRAZIONE
Si ha questo organo quando l’amministrazione è affidata a più persone. E’ retto da un presidente, e
svolge attività collegiale.

CONVOCAZIONE DEL CDA: viene convocato dal presidente che fissa ordine del giorno e informa gli
amministratori della convocazione. Lo statuto può prevedere anche il Consiglio di amministrazione
mediante mezzi di telecomunicazione.

QUORUM COSTITUTIVO: 50% + 1 degli amministratori (salvo uno più elevato se previsto
nello statuto).
QUORUM DELIBERATIVO: maggioranza assoluta dei presenti con voto per teste (salvo
diversa maggioranza prevista nell’atto costitutivo.

VOTO PER RAPPRESENTANZA: non ammesso.

LIBRO DELLE ADUNANZE E DELLE DELIBERAZIONI DEL CDA: dove devono risultare tutte le
deliberazioni del CDA.

INVALIDITA’ DELLE DELIBERE: dopo la riforma del 2003 vi sono SOLO delibere ANNULLABILI, e
non più nulle. Possono essere impugnate tutte quelle delibere prese in
difformità rispetto a ciò che prescrive la legge. Possono essere
impugnate dagli amministratori DISSENZIENTI, da quelli ASSENTI, dal
Collegio sindacale, entro 90 giorni dalla data di deliberazione. CASO
PARTICOLARE: può impugnare anche un singolo socio a cui è stato leso
un diritto soggettivo a causa di una delibera del CDA. L’eventuale
ANNULLAMENTO non pregiudica i diritti acquisiti da terzi in buona fede.

CONFLITTO DI INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI


Regolati dall’art. 2391 c.c. in base al quale “l’amministratore che in una determinata operazione ha
un interesse non necessariamente in conflitto con quello della società deve”:
a) darne notizia agli altri amministratori, al collegio sindacale, precisando
tutti i dettagli
b) se si tratta di amministratore delegato deve astenersi dal compierla,
dandone notizia al CDA o al Comitato esecutivo (a seconda dei casi)
c) in ogni caso il CDA deve motivare le ragioni e la convenienza
dell’operazione. In caso di amministratore unico, avvisa il collegio
sindacale.

CASI DI IMPUGNAZIONE: - quando la delibera possa recare danno alla società


- quando l’amministratore abbia votato ugualmente, ed il voto dello stesso è
stato determinante
- quando siano stati violati gli obblighi di trasparenza, astensione, motivazione
indicati in a) b) c)
Vanno impugnati entro 90 giorni dagli amministratori assenti o dissenzienti, o anche
dall’amministratore che abbia votato a favore ma non era stato informato. Se l’amministratore trae
profitto a danno della società, la stessa può chiedere risarcimento danni.

OPERAZIONI CON PARTI CORRRELATE: le c.d. “parti correlate” sono quelle indicate dalla
CONSOB come le più rischiose in tema di conflitto di interessi,
ovvero quando si tratti di familiari, di società controllate, etc).
Ebbene, in questi casi per compiere delle operazioni in SPAQ, la
CONSOB prevede che vi sia il preventivo parere del comitato
degli amministratori indipendenti, costituito secondo quanto
dettato dalla CONSOB stessa.

IL COMITATO ESECUTIVO E GLI AMMINISTRATORI DELEGATI


Organi che si trovano nelle SPA di grandi dimensioni, e se l’atto costitutivo lo prevede, o se
l’assemblea lo consente, il CDA può delegare alcune proprie attribuzioni a questi organi:

COMITATO ESECUTIVO: organo collegiale alle cui decisioni devono presenziare i


sindaci, e le cui decisioni vanno poi riportate nel LIBRO delle
adunanze e deliberazioni del comitato esecutivo.

AMMINISTRATORI DELEGATI: che agiscono disgiuntamente o congiuntamente a


seconda di quanto stabilito nello statuto. A loro è affidata la
“rappresentanza della società”.

Sono entrambi organi DESIGNATI dal CDA, che determina anche la DELEGA per gli amministratori
delegati:

NON SONO OGGETTO DI DELEGA la redazione del bilancio di esercizio, l’aumento del CS, gli
adempimenti in caso di riduzione CS per perdite, la redazione del
progetto di fusione o scissione.
SONO OGGETTO DI DELEGA riferire ogni 6 mesi al CDA e al collegio sindacale sul generale
andamento e sulle operazioni di maggior rilievo; curare gli aspetti
organizzativi, amministrativi e contabili in modo che siano adeguati alle
necessità e alle dimensioni della SPA.

LA RAPPRESENTANZA DELLA SOCIETA’


Gli amministratori con potere di rappresentanza sono indicati nello statuto e la loro nomina è
soggetta a pubblicità legale. Viene altresì indicato che il potere di rappresentanza operi
disgiuntamente o congiuntamente.

Di regola ce l’hanno: IL PRESIDENTE DEL CDA, GLI AMMINISTRATORI DELEGATI, e hanno una
rappresentanza GENERALE e PROCESSUALE (attiva e passiva). Se eventualmente fosse conferito il
potere di rappresentanza anche ad altri soggetti, questi sarebbero in aggiunta e non in sostituzione
degli altri.

TUTELA DEI TERZI SULLA RAPPRESENTANZA


• non è opponibile ai terzi IN BUONA FEDE l’invalidità della nomina, salvo che la società non
dimostri che il terzo ne era a conoscenza.
• la società è vincolata verso il terzo per quegli atti compiuti dagli amministratori che abbiano
violato i limiti loro imposti, salvo che la società stessa non dimostri che il terzo ne era a
conoscenza.
• sono invece OPPONIBILI ai terzi i LIMITI LEGALI del potere di rappresentanza degli
amministratori

RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI VERSO LA SOCIETA’ (responsabilità


contrattuale)
Hanno senza dubbio RESPANSABILITA’ CIVILE - verso la SOCIETA’
- verso i CREDITORI SOCIALI
- verso i SINGOLI SOCI e verso i TERZI

RESPONSABILITA’ VS SOCIETA’: quando non adempiono con la diligenza richiesta


nell’adempimento dei loro doveri imposti dalla legge e dallo
statuto. Non sono invece responsabili per i risultati negativi frutto
di una normale diligenza nell’espletare i propri doveri.

Responsabilità degli amministratori con funzioni delegate: non è affatto esclusa la


responsabilità degli altri amministratori per i comportamenti di
quelli con funzioni delegate. Infatti, gli altri amministratori
possono risponderne quando abbiano violato il loro dovere di
impedire o prevenire determinati fatti. Ne risponderanno per
CULPA IN VIGILANDO, per cui se costretti a risarcire il danno gli
amministratori avranno il diritto di regresso nei confronti degli
amministratori con funzioni delegate.
Esonero da responsabilità: la responsabilità non si estende a quell’amministratore che
sia immune da colpa, purché:
o il suo dissenso risulti nel Libro delle adunanze e delle deliberazioni
del cda
o il suo dissenso sia stato comunicato per iscritto al presidente del
collegio sindacale

AZIONE CONTRO GLI AMMINISTRATORI: Deliberata dall’assemblea ordinaria


Deliberata dal Collegio sindacale a maggioranza 2/3
Promossa dagli Azionisti di minoranza 20% CS o
1/40 CS in SPAQ
L’azione va esercitata entro 5 anni dalla cessazione
in carica dell’amministratore. In caso di dissesto o
fallimento l’azione spetta al curatore.
CONSEGUENTE REVOCA: l’amministratore è revocato d’ufficio se la delibera è
approvata da almeno 1/5 CS, diversamente sarà
necessaria anche una ulteriore delibera per la
revoca.
RINUNZIA O TRANSAZIONE: la società può rinunziare all’azione di responsabilità
contro gli amministratori, o pervenire ad una
transazione, purché non via sia il VOTO CONTRARIO
DI almeno 1/5 del CS (1/20 CS in SPAQ). IMPO

RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI VERSO I CREDITORI (responsabilità


contrattuale)
Gli amministratori sono responsabili verso i creditori sociali SOLO per inosservanza degli obblighi
inerenti la conservazione dell’integrità del patrimonio sociale.

AZIONE: può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale sia insufficiente a
soddisfare i loro crediti, oppure è promossa dal curatore in caso di fallimento.

AZIONE DEI CREDITORI E AZIONE DELLA SOCIETA’: Se l’azione è già stata


promossa dalla società, ed il relativo
Patrimonio sociale è stato reintegrato, i
creditori non potranno più esercitare l’azione
contro gli amministratori.

RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI VERSO I SINGOLI SOCI O I TERZI


(responsabilità EXTRAcontrattuale)
In caso di atti dolosi o colposi degli amministratori, che abbiano direttamente danneggiato il singolo
socio o un terzo.

AZIONE: Necessita di due presupposti:


- atto illecito compiuto dall’amministratore nell’esercizio del proprio ufficio
- danno diretto al patrimonio del singolo socio o del terzo

Esempio tipico => quando gli amministratori con falso in bilancio inducono soci e terzi a
sottoscrivere un aumento di capitale a prezzo eccessivo.

RESPONSABILITA’ DEI SINDACI


Anche in questo caso, come per gli amministratori, vige il CRITERIO DI DILIGENZA, ed inoltre sono
responsabili penalmente per le loro attestazioni. La responsabilità è solidale tra i sindaci se il danno
è a loro imputabile, oppure è in solido anche con gli amministratori per i fatti di questi ultimi, se si
sarebbero potuti evitare con i dovuti controlli dei sindaci.

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI


Dopo la riforma del 2003 il controllo contabile è affidato ad un revisore esterno, salvi i casi in cui lo
statuto lo prevede in carico al collegio sindacale. Esistono 3 discipline:
1. SPANQ => la revisione è in mano a REVISORE CONTABILE che
abbia determinati requisiti.
2. SPA aperte ma NQ => la revisione è in mano a SOCIETA’ DI REVISIONE +
controllo CONSOB
3. SPAQ => la revisione è in mano a SOCIETA’ DI REVISIONE
iscritta all’albo speciale CONSOB

NOMINA: la prima volta nell’atto costitutivo, successivamente dall’assemblea.


INDIPENDENZA: revisore o società di revisione devono essere indipendenti dalla società
controllata, per cui “non devono sussistere situazioni tali da generare nel terzo
un dubbio riguardo la loro indipendenza”.
DURATA: 3 esercizi, con possibilità di rinnovare senza limiti.
REVOCA: per giusta causa può essere revocato dall’assemblea, sentito il parere del
collegio sindacale, e con obbligo di avvisare l’autorità di vigilanza (CONSOB o
MINISTRO).

FUNZIONI E RESPONSABILITA’ DEL REVISORE DEI CONTI


FUNZIONE PRINCIPALE: 1. Controllo della regolare tenuta della contabilità.
2. Giudizio sul bilancio d’esercizio e sul bilancio
consolidato.
Ogni 3 mesi viene effettuato un controllo che scaturisce un giudizio che può
essere:

a) SENZA RILIEVI (se conforme alle norme)


b) CON RILIEVI
c) CON GIUDIZIO NEGATIVO
d) DICHIARAZIONE DI IMPOSSIBILITA’ NELL’ESPRIMERE UN GIUDIZIO
Nei casi c) e d) informa immediatamente la CONSOB; nei casi a) e b) si può impugnare il
bilancio con il 5% del CS o 1/1000 CS nelle SPAQ.

RESPONSABILITA’: E’ quella dei sindaci, così come per la relativa eventuale azione di
responsabilità.
POTERI: Richiedere documenti notizie, compiere ispezioni e controlli, etc.

SISTEMI ALTERNATIVI DI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO


Introdotti con la riforma del 2003: SISTEMA DUALISTICO e SISTEMA MONISTICO:

SISTEMA DUALISTICO
Di ispirazione tedesca, costa di:
1. Consiglio di gestione (tipo CDA)
2. Consiglio di sorveglianza (tipo collegio dei sindaci)
3. Controllo contabile a revisore esterno
4. Assemblea (con competenze ridotte

1. IL CONSIGLIO DI GESTIONE

DIFFERENZE CON IL CDA: disciplina simile che si differenzia per alcuni fattori, eccoli:
o Il numero dei consiglieri è fissato dallo statuto ma è fissato in almeno
2 componenti
o È nominato dal consiglio di sorveglianza
o Se un consigliere decade viene immediatamente sostituito (no
cooptazione)
o L’azione di responsabilità può essere esercitata anche dal consiglio
di sorveglianza con quorum K 2/3 e quorum D 50% + 1
o Si può rinunciare o transigere a patto che non si opponga una % di
soci.

- IMPO: se non disposto diversamente, al Consiglio di gestione e al Consiglio


di sorveglianza si applicano le disposizioni previste per gli amministratori e i
sindaci.
2. IL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA

COMPOSIZIONE E NOMINA: il numero è stabilito nello statuto, purché il numero dei


componenti sia maggiore di 3. Sono nominati nell’atto costitutivo, successivamente
dall’assemblea.
REQUISITI: Almeno 1 componente deve essere un revisore, mentre per gli altri
componenti possono esser richiesti dei requisiti di professionalità ed onorabilità.
DURATA: 3 esercizi, rieleggibili.
CAUSE DI INELEGGIBILITA’: le stesse previste per gli amministratori.
REVOCA: segue la disciplina del mandato, quindi con delibera di almeno 1/5 CS, anche
senza giusta causa, fatto salvo il diritto al risarcimento danni.

COMPETENZE: controllo sull’amministrazione, assistono alle assemblee e possono anche


convocarla previo avviso al presidente del consiglio di gestione, e possono assistere anche
alle adunanze del Consiglio di gestione. Inoltre ha tutte le competenze del collegio
sindacale, quindi:
o Nomina e revoca i componenti del Consiglio di gestione e ne
determina il compenso
o Approva il bilancio di esercizio e il bilancio consolidato
o Promuove l’azione di responsabilità verso i consiglieri di gestione

SISTEMA MONISTICO
Di ispirazione anglosassone, si caratterizza per la soppressione del collegio sindacale:
amministrazione e controllo sono esercitati dal CDA, ma con la particolarità che:

AMMINISTRAZIONE: Consiglio di amministrazione


CONTROLLO: Comitato per il controllo sulla gestione (costituito all’interno del CDA stesso!)

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE: eletto dall’assemblea, e con la particolarità che


almeno 1/3 dei componenti DEVE avere requisito di
INDIPENDENZA, stabiliti per i sindaci nel sistema
tradizionale. Stabilisce il numero dei componenti del
Comitato, e si occupa della nomina e revoca del Comitato.
COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE: Nominati dallo stesso CDA fra i
componenti dello stesso CDA, tra quelli con requisito di
indipendenza. Almeno 1 deve essere scelto fra gli iscritti
nel Registro dei revisori contabili.
FUNZIONI E POTERI: sono gli stessi del consiglio sindacale, con qualche
differenza:
o Non decadono in caso di assenze ingiustificate
o Il presidente del Comitato è eletto dallo stesso Comitato

I CONTROLLI ESTERNI
Sono previsti due tipi di controlli esterni: 1. Controllo giudiziario (per tutte le SPA); 2. Controllo
CONSOB (per le SPAQ)

CONTROLLO GIUDIZIARIO
Il Tribunale interviene solo in caso di:
- Gravi irregolarità
- Danno potenziale arrecato dalle irregolarità stesse
Può essere richiesto da:
o 10% dei soci
o Dal collegio sindacale, dal comitato, dal consiglio di sorveglianza
o Dalla CONSOB in casi di gravi irregolarità
o Non più d’ufficio dal Tribunale, ma dal PM nelle SPAQ
PROCEDIMENTO:
FASE ISTRUTTORIA: nella quale vengono sentiti amministratori e sindaci, o con
ispezione (l’ispezione si può evitare se vengono nominati soggetti di
adeguata professionalità che si attivino per accertare le violazioni ed
eliminarle).
PROVVEDIMENTI: possono essere PROVVEDIMENTI CAUTELARI affinché si eviti il
ripetersi delle violazioni
nomina di un AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO, che però può solo
compiere atti ordinari

CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa)


È una persona giuridica di diritto pubblico. E’ un organo di controllo pubblico di vigilanza sul mercato
di capitali, che ha sede in Roma e sede secondaria a Milano. Assicura una adeguata e veritiera
informazione sui mercati finanziari sulla base di due principi fondamentali:

INFORMAZIONE CONTINUA: tutte le società che emettono strumenti finanziari devono


informare tempestivamente il pubblico di qualsiasi fatto possa influire
sul prezzo degli stessi strumenti finanziari. Il tutto secondo le modalità
dalla CONSOB stessa definiti!

INFORMAZIONE SU RICHIESTA: può essere anche la CONSOB stessa a richiedere che siano resi
pubblici documenti o informazioni, e in caso di inottemperanza vi può
provvedere la CONSOB stessa!

IL BILANCIO
A partire dal 2005 è stato stabilito che alcune società abbiamo l’obbligo di redigere i propri bilanci in
base ai principi contabili internazionali.

OBBLIGATORIO PER: - SPA con azioni/strumenti finanziari QUOTATI o DIFFUSI tra il pubblico in
maniera RILEVANTE
FACOLTATIVO PER: - tutte le altre SPA

BILANCIO DI ESERCIZIO
Documento contabile che rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria della società alla fine
di un esercizio. Rappresenta anche il RISULTATO ECONOMICO dello stesso.

COMPOSIZIONE: il bilancio di esercizio va compilato CHIARO, VERITIERO, CORRETTO, e si


compone di:

1. STATO PATRIMONIALE
2. CONTO ECONOMICO
3. NOTA INTEGRATIVA
4. RELAZIONE sulla gestione degli amministratori
5. RELAZIONE del Collegio sindacale
6. RELAZIONE del Revisore contabile

FUNZIONE: - accertare periodicamente il patrimonio della società e la redditività.


- è il solo strumento legale di informazione PER I SOCI
- il mezzo per conoscere la solvibilità del patrimonio PER I CREDITORI
CRITERI DI REDAZIONE: le singole voci vanni inserite nella sequenza tassativamente
indicata dalla legge.

• STATO PATRIMONIALE: rappresenta in modo sintetico la composizione quantitativa e


qualitativa del patrimonio della società, e la situazione finanziaria nel giorno della chiusura
dell’esercizio. Consente anche l’immediata conoscenza del patrimonio netto.
o VOCI DELL’ATTIVO:
 Crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti
 Immobilizzazioni
 Attivo circolante
 Ratei e Risconti attivi
o VOCI DEL PASSIVO:
 Patrimonio netto
 Fondi per rischi ed oneri
 TFR
 Debiti
 Ratei e risconti passivi

• IL CONTO ECONOMICO: espone il risultato economico dell’esercizio (utile o perdita). Viene


redatto in FORMA SCALARE, per cui grazie ai totali parziali vi è una immediata lettura del
risultato che evidenzia gli utili o le perdite della gestione ordinaria, della gestione finanziaria,
e della gestione straordinaria.

• NOTA INTEGRATIVA: viene redatta dagli amministratori e fa parte integrante del


bilancio. Specifica e illustra le voci dello stato patrimoniale e del conto economico.

• RELAZIONE SULLA GESTIONE: viene illustrato l’andamento della gestione nel suo
complesso, e nei vari settori, con riguardo a costi, ricavi, investimenti.

BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA


Per le società che non superano determinate dimensioni è consentita la redazione del bilancio in
forma abbreviata, nel senso che è ridotto il numero delle voci dello stato patrimoniale e del conto
economico.

CRITERI DI VALUTAZIONE PER DETERMINARE IL VALORE DA ISCRIVERE IN BILANCIO:


E’ un aspetto delicatissimo quello di fare una stima per determinare il valore da iscrivere in bilancio.
Intervengono a riguardo

- Il PRINCIPIO DI PRUDENZA
- Il PRINCIPIO DELLA CONTINUAZIONE DELLA SOCIETA’

IL PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DEL BILANCIO


Alla redazione ed approvazione intervengono tutti e 3 gli organi sociali:
1. Gli amministratori redigono il PROGETTO DI BILANCIO e 30 giorni prima della discussione
in assemblea lo comunicano al collegio sindacale e al revisore, che poi fanno la relazione
da allegare al bilancio stesso.
2. Il PROGETTO DI BILANCIO va depositato nella sede della società nei 15 giorni prima della
discussione.
3. L’assemblea lo approva o lo respinge (secondo opinione prevalente può anche
modificarlo)
4. Entro 30 giorni dall’approvazione deve essere depositato dagli amministratori c/o il
registro delle imprese

AZIONI DI NULLITA’/ANNULLABILITA’: dopo la riforma del 2003 il termine scade


alla presentazione del bilancio di esercizio
successivo.

se il revisore non ha formulato rilievi, possono


promuovere l’azione il 5% CS.

UTILI, RISERVE, DIVIDENDI


Non tutti gli utili sono distribuiti ai soci sottoforma di dividendi. Vi sono vincoli di destinazione imposti
dalla legge. Eccoli:

RISERVA LEGALE:dagli utili netti deve essere dedotto il 5% sino a che la riserva legale non abbia
raggiunto il 20% del CS. Se viene poi utilizzata, deve essere poi ripristinata
sempre con il metodo del 5% degli utili ogni anno. Per la salvaguardia
dell’integrità del CS, non viene MAI distribuita tra i soci.

RISERVA STATUTARIA: come la riserva legale, ma con la differenza che questa è prevista dallo
statuto. Istituita ad ulteriore salvaguardia del CS. Questa invece può essere
distribuita tra i soci.

RISERVE FACOLTATIVE: sono disposte dall’assemblea, e sono liberamente disponibili.

PARTECIPAZIONE AGLI UTILI


Come dice il titolo stesso, si tratta della partecipazione agli utili.

UTILI DISTRIBUIBILI AI SOCI


- Utili distribuibili di esercizio
- Utili accertati e non distribuiti nell’esercizio precedente
L’approvazione del bilancio non comporta l’immediata assegnazione degli utili: è necessaria una
ulteriore delibera dell’assemblea: in questo modo viene privilegiato l’interesse del gruppo di
comando al reinvestimento degli utili, piuttosto che l’interesse del singolo socio alla distribuzione
degli utili.

BILANZIO CONSOLIDATO DI GRUPPO


È un bilancio redatto dalla società capogruppo, in cui viene rappresentata la situazione patrimoniale,
finanziaria, economica, del gruppo, considerato nella sua unità.
Le imprese da considerare sono quelle CONTROLLATE tramite il possesso delle partecipazioni, e sono
quindi escluse quelle controllate da vincoli contrattuali.

I gruppi di minore dimensione sono esonerati dalla redazione del bilanci consolidato di gruppo.

LE MODIFICAZIONI DELLO STATUTO


Ogni mutamento del contenuto oggettivo del contratto sociale (atto costitutivo e statuto) che può
consistere in modifiche, eliminazioni, aggiunta di clausole, sono le c.d. “modificazioni dello statuto”.

PROCEDIMENTO: le modificazioni rientrano nella competenza dell’assemblea


straordinaria, con la maggioranza tipica prevista per l’assemblea
straordinaria (QK 50% + 1 e QD 50% + 1 in prima deliberazione; QK
almeno 1/3 e QD almeno 2/3 in seconda deliberazione), oppure di quella
maggiore prevista per modifiche di particolare rilievo, come ad esempio
la modifica dell’oggetto sociale).

CONTROLLO NOTARILE: il notaio verifica gli adempimenti stabiliti dalla


legge, e se
o La verifica NON E’ OK, lo comunica immediatamente agli
amministratori i quali hanno 30 giorni per convocare l’assemblea
straordinaria per gli opportuni provvedimenti, oppure si rivolgono al
Tribunale per la verifica
o La verifica E’ OK, entro 30 giorni provvede all’iscrizione nel registro
delle imprese, producendo effetti SOLO DOPO l’iscrizione al registro
delle imprese.

DIRITTO DI RECESSO: poiché la minoranza non può impedire le modifiche dello statuto,
dalla riforma del 2003 sono state ampliate le cause di recesso:

1. CAUSE INDEROGABILI: i soci dissenzienti, assenti o astenuti possono esercitare


il diritto per:
a. Modifica dell’oggetto sociale
b. Trasformazione della società
c. Trasferimento della società
d. Revoca dello stato di liquidazione
e. LO STATUTO NON Può SOPPRIMERE, IN QUESTI CASI, IL
DIRITTO DI RECESSO

2. CAUSE DEROGABILI: i soci dissenzienti per:


a. La proroga del termine di durata della società
b. L’introduzione o rimozione di vincoli alla circolazione delle
azioni

3. CAUSE STATUTARIE: previste dallo statuto, solo nelle SPANQ

SPANQ A TEMPO INDETERMINATO: il socio può liberamente recedere con


un preavviso di 180 giorni salvo che lo
statuto non disponga diversamente.

ESERCIZIO DEL DIRITTO DI RECESSO: con racc A/R entro 15 giorni dall’iscrizione
nel registro delle imprese della delibera che lo legittima ad
esercitare appunto il diritto di recesso.

Le azioni interessate dal diritto di recesso devono essere


depositate c/o la società e se non possono essere cedute il
socio ha diritto al rimborso del valore delle azioni, salvo
che la società revochi la delibera o che la società si sciolga
entro 90 giorni.

DETERMINAZIONE DEL VALORE DELLE AZIONI: modi differenti a


seconda si tratti di:

• NELLE SPANQ: valore determinato dagli


amministratori, sentiti i sindaci e il revisore, tenuto
conto della consistenza patrimoniale della società, e
del valore di mercato delle azioni. Se c’è
contestazione, il valore è determinato da un esperto
nominato dal Tribunale.
• NELLE SPAQ: valore calcolato dalla MEDIA del
prezzo di chiusura degli ultimi 6 mesi precedenti la
convocazione dell’assemblea.

LE AZIONI DEL SOCIO RECEDENTE VANNO:


- Offerte in opzione agli altri soci
- Collocate sul mercato
- Oppure vengono acquistate dalla società rispettando i limiti
- Oppure si convoca l’assemblea straordinaria per riduzione CS o scioglimento
società.

Il creditore può opporsi alla riduzione del CS, e se l’opposizione viene


accolta allora la società si scioglie.

LE MODIFICAZIONI DEL CAPITALE SOCIALE:


Può aversi:
• AUMENTO REALE DEL CS (aumenta il CS nominale e aumenta il patrimonio della società per
nuovi conferimenti)
• AUMENTO NOMINALE DEL CS (aumenta il CS nominale ma il patrimonio rimane invariato)

1. AUMENTO REALE DEL CAPITALE SOCIALE


Si ha quando la società cerca nuovi mezzi finanziari a titolo di capitale di rischio tramite
nuovi conferimenti, e quindi con relative azioni di nuova emissione a pagamento, che
possono essere sottoscritte dai soci che esercitano in diritto di opzione oppure da terzi.

CONDIZIONI: non possono essere emesse nuove azioni sino a che non siano state
completamente liberate le precedenti. In caso di violazione, la delibera non è nulla ma di
ciò ne rispondono gli amministratori.

DELIBERA: deliberato dall’assemblea straordinaria. Se previsto, anche con delega dagli


amministratori purché sia previsto nello statuto il limite max di aumento. La delibera è
redatta DA UN NOTAIO.

AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE DELEGATO: Quando prevede un conferimento in natura


senza la stima di un esperto nominato dal Tribunale, i soci che rappresentino il 20% CS
possono chiederne la valutazione.

ISCRIZIONE REGISTRO IMPRESE: A tal proposito la delibera di aumento del CS va iscritta


nel registro delle imprese, e da quel momento decorrono i 30 giorni entro i quali possono
essere chieste nuove valutazioni. In assenza di nuova richiesta di valutazione, ha luogo il
conferimento con ulteriore iscrizione nel registro delle imprese della dichiarazione che non
sono intervenuti fattori modificativi del valore del conferimento stesso.

SOTTOSCRIZIONE PARZIALE: se l’aumento del CS non viene totalmente sottoscritto si


hanno due situazioni:
1. se la delibera di aumento CS lo ha previsto => il Cs aumenta del tanto sottoscritto
2. se non lo prevede => nulla di fatto, ad ognuno viene restituito il tanto versato
In questo caso il 25% va versato alla società e non alla Banca.
IL DIRITTO DI OPZIONE
- CONSENTE al socio di esser preferito ai terzi in caso di aumento REALE del
CS
- CONSENTE al socio di mantenere inalterata la proporzione della propria
partecipazione nella società (FUNZIONE AMMINISTRATIVA)
- CONSENTE al socio di mantenere inalterato anche il valore reale della
propria partecipazione azionaria (FUNZIONE PATRIMONIALE). Infatti (IMPO) il
valore si ridurrebbe se le azioni fossero sottoscritte da terzi a prezzo
inferiore rispetto al valore effettivo delle azioni che sono già in circolazione
(solitamente infatti il valore reale è sempre più alto del valore nominale).

OGGETTO: il diritto si esercita sulle azioni di nuova emissione, e sulle


obbligazioni convertibili in azioni emesse dalla società. Il diritto di
opzione è attribuito a ciascun azionista “in proporzione al numero
di azioni già possedute”.
TERMINE: entro 15 giorni (SPAQ) o entro 30 giorni (SPANQ) dall’iscrizione
nel registro delle imprese dell’offerta di opzione.

AZIONI NON OPTATE: SPANQ: prima a coloro che hanno già optato, poi mercato
SPAQ: vanno nel mercato regolamentato per almeno 5 riunioni, e
il venduto va alla società.

ESCLUSIONE DEL DIRITTO DI OPZIONE


1. è escluso per legge quando le azioni devono essere liberate con conferimenti in natura.
2. è escluso quando l’interesse della società lo esige con delibera con quorum rafforzato 50% +
1 CS
3. è escluso quando le azioni devono essere offerte ai dipendenti della società (approvata però
dal 50% + 1 CS)

SOVRAPPREZZO
Nei casi di esclusione del diritto di opzione l’emissione delle nuove azioni deve avere
OBBLIGATORIAMENTE un SOVRAPPREZZO, in modo da ridimensionare il pregiudizio subito
dagli azionisti già presenti.

E’ la stessa delibera di aumento del CS che determina il prezzo di emissione delle nuove
azioni, in base al valore del patrimonio netto, e con parere del collegio sindacale o del
revisore nelle SPAQ.

OPZIONE INDIRETTA
Ha lo scopo di dilazionare nel tempo le sottoscrizioni.

2. AUMENTO NOMINALE DEL CAPITALE SOCIALE


Non da luogo a nuovi conferimenti, e non si ha alcun incremento del patrimonio sociale.
Può essere posto in essere dall’assemblea straordinaria imputando a capitale eventuali
riserve o altri fondi (ma NON la riserva legale!)

In questo modo si legano ulteriori capitali al vincolo di indisponibilità del CS.


Materialmente consiste nell’aumento nominale del CS e conseguente emissione di nuove
azioni date gratuitamente ai soci in proporzione alle quote da loro possedute.

3. RIDUZIONE REALE DEL CAPITALE SOCIALE


Può esser disposta per esuberanza o per altri motivi. In ogni caso è un procedimento
sottoposto ad ampie misure di cautela:

CONDIZIONI
• non può essere disposto al di sotto del minimo legale (120.000 euro)
• se la società ha emesso obbligazioni, la riduzione deve tenere conto anche delle stesse

CAUTELE
• l’avviso di convocazione dell’assemblea deve indicare le ragioni e le modalità della riduzione
• la riduzione, a maggioranza del 50% + 1, può essere eseguita solo dopo 90 giorni
dall’iscrizione della stessa al registro delle imprese
• nei 90 giorni i creditori possono proporre opposizione, con effetto sospensivo della delibera
sino all’esito della stessa da parte del Tribunale. Lo stesso può anche disporre, previa idonea
garanzia, che si proceda con la riduzione.
MODALITA’ DI ESECUZIONE
• mediante liberazione dall’obbligo di eventuali versamenti ancora dovuti
• mediante rimborso del capitale
• mediante acquisto da parte della società e successivo annullamento
• mediante riduzione proporzionale del valore nominale di tutte le azioni
• oppure tramite sorteggio, ossia vengono annullate “a sorteggio” un certo numero di azioni
dietro solo rimborso del valore nominale. I possessori di queste azioni “SORTEGGIATE”, hanno
diritto ad AZIONI DI GODIMENTO che partecipano agli utili, ma solo dopo che sia stato
corrisposto alle altre azioni il loro valore nominale + interessi.

E’ importante però che venga sempre rispettata la PARITA’ DI TRATTAMENTO DEGLI


AZIONISTI.

4. RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE PER PERDITE


Consiste nell’adeguare la cifra del CS nominale all’attuale valore del capitale reale.

IMPO => è quindi una pura riduzione nominale, che non comporta alcuna riduzione del patrimonio
sociale (infatti la riduzione del patrimonio sociale si è già verificata per effetto delle perdite subite!)

• RIDUZIONE FACOLTATIVA: se la perdita è entro 1/3 del CS. Bisogna tenere presente, però,
anche delle riserve! Infatti non si ha perdita sinché le perdite sono minori delle riserve (che
però bisognerà poi ricostituire).

DISCIPLINA: quella prevista per le modificazioni dell’atto costitutivo.

• RIDUZIONE OBBLIGATORIA: se il CS diminuisce di più di 1/3 CS.


- Se il minimo legale è salvo, gli amministratori convocano l’assemblea
straordinaria, per prendere gli opportuni provvedimenti. Non
necessariamente si deve optare per la riduzione del CS, ma anche per il
RINVIO A NUOVO per il quale si verifica se entro l’esercizio successivo la
perdita è stata contenuta, e a seconda dell’esito si procede alla riduzione
oppure no.
- Se invece la perdita intacca il minimo legale l’assemblea deve
necessariamente deliberare la riduzione del capitale, ed il contemporaneo
aumento al minimo legale ???, oppure optare per la trasformazione della
società. Diversamente entra in liquidazione.

In questo caso non c’è alcun RINVIO A NUOVO.


LE OBBLIGAZIONI
Sono un tipico strumento di raccolta del capitale di prestito tra i l pubblico.

Sono titoli di credito (nominativi o al portatore) che rappresentano frazioni di capitale di uguale
valore nominale (e con uguali diritti) di una operazione finanziaria a titolo di mutuo.

A differenza delle azioni:

- l’obbligazione attribuisce la qualità di creditore della società


- l’azione invece attribuisce la qualità di socio della società

- l’obbligazione da diritto a remunerazione fissa (interessi), è svincolata dai risultati


economici della società, e hanno diritto al rimborso del valore nominale del capitale prestato.
- l’azione invece da diritto al rimborso solo in fase di liquidazione

A differenza degli strumenti finanziari:

- le obbligazioni sono titoli di massa e attribuiscono il diritto al rimborso di una somma di denaro
- gli strumenti finanziari sono forniti di diritti patrimoniali, amministrativi, e rappresentano una
categoria residuale

TIPI DI OBBLIGAZIONI
OBBLIGAZIONI PARTECIPANTI, OBBLIGAZIONI INDICIZZATE, OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI IN AZIONI,
OBBLIGAZIONI CON WARRANT, OBBLIGAZIONI SUBORDINATE, OBBLIGAZIONI A PREMIO,
OBBLIGAZIONI IN VALUTA ESTERA
LIMITI ALL’EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI
Art. 2412 c.c. “la società può emettere obbligazioni per somme che siano minori del doppio del CS +
eventuali riserve legali + eventuali riserve disponibili”.

DEROGHE:
• le obbligazioni eccedenti devono essere sottoscritte da investitori istituzionali che siano
soggetti a vigilanza da parte della Banca d’Italia (SIM – BANCHE)
• quando le obbligazioni eccedenti sono garantite da ipoteca di 1° grado di immobili di
proprietà della società sino a 2/3 del valore di bilancio degli stessi
• quando ricorrano ragioni di interesse nazionale e vi è autorizzazione da parte di autorità
governativa

LA PERMANENZA DEL RAPPORTO:


La legge prevede che: (Capitale Sociale+Riserve) / (Obbligazioni) debba rimanere
costante per tutta la durata del prestito obbligazionatorio. Tutto ciò comporta che:
• la società non può ridurre “volontariamente” il CS se l’art. 2412 non risulta più rispettato
• la società può operare la “riduzione obbligatoria”, ma non può distribuire utili finché non
viene ripristinato il predetto rapporto

Tutto viene annotato nel LIBRO DELLE OBBLIGAZIONI.

LE OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI IN AZIONI (art. 2420 c.c)


Art. 2420 c.c. “l’assemblea straordinaria può deliberare l’emissione di obbligazioni convertibili in
azioni, determinandone il rapporto di cambio, il periodo, e le modalità”. “Contestualmente la società
deve deliberare l’aumento del CS per un ammontare pari alle azioni da attribuire in conversione”.

CONDIZIONI PER L’EMISSIONE: a) il CS deve essere interamente versato


b) non possono essere emesse per somme inferiori al loro valore
nominale
c) non possono superare il limite di cui sopra

Devono essere date in OPZIONE agli azionisti in modo da mantenere inalterata la loro proporzione
partecipativa, e possono essere emesse dagli amministratori con contestuale aumento del CS, ma
solo se hanno delega e se sia espressamente indicato l’aumento max emettibile in quella situazione.

PERIODO DI CONVERSIONE:

• in caso di AUMENTO CS a PAGAMENTO, e in caso di nuove emissioni di OBBLIGAZIONI


CONVERTIBILI, il diritto di opzione spetta anche ai possessori di obbligazioni convertibili, in
modo da consentirgli di mantenere inalterata la loro proporzione partecipativa..
• in caso di AUMENTO CS GRATUITO o in caso di RIDUZIONE PER PERDITE, il rapporto di cambio
è modificato automaticamente in PROPORZIONE
• sino a che non sia scaduti i termini per la conversione, la società NON PUO’:
 deliberare una riduzione del capitale sociale volontaria
 deliberare una fusione con altra società
 deliberare una scissione
 deliberare una modifica dello statuto su ciò che riguarda la ripartizione degli utili

A meno che la società stessa non conceda la “facoltà di conversione anticipata”. Infatti non si tratta
di divieto assoluto.

LA TUTELA DEGLI OBBLIGAZIONISTI


Sono previsti due organi:

1. ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI: che delibera su nomina e revoca del rappresentante


comune, sulla modifica delle condizioni del prestito, e sulla costituzione di un eventuale
fondo nei loro interessi.
2. IL RAPPRESENTANTE COMUNE: nominato dall’assemblea, in carica 3 esercizi, convoca e
segue l’assemblea, ha la rappresentanza processuale degli obbligazionisti.

AZIONI INDIVIDUALI: il singolo può agire personalmente a tutela dei propri interessi, purché non sia
in contrasto con le delibere dell’assemblea degli obbligazionisti.
LO SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA’ (art. 2484-2496 c.c)
Ecco l’elenco delle cause che determinano lo scioglimento:
1. Per il decorso del termine di durata fissato nell’atto costitutivo
2. Per il conseguimento dell’oggetto sociale, o per la sopravvenuta impossibilità a
conseguirlo
3. Per impossibilità di funzionamento dell’assemblea, o per sua continuata inattività
4. Per riduzione del capitale per perdite al di sotto del minimo legale
5. Per delibera dell’assemblea straordinaria in seguito al recesso di uno o più soci
6. Per delibera dell’assemblea straordinaria di “scioglimento anticipato”
7. Per cause previste dall’atto costitutivo o dallo statuto.
Non è più causa di scioglimento la dichiarazione di fallimento, anche se con la Legge Fallimentare del
2006 il fallimento è configurato come causa di estinzione della società.

ACCERTAMENTO E PUBBLICITA’: una volta verificatasi una delle cause previste sopra indicate, gli
amministratori devono procedere all’accertamento e alla iscrizione nel registro delle imprese della
delibera di scioglimento della società. Se non provvedono gli amministratori vi provvede il Tribunale.
Viene aggiunta alla denominazione della società la dicitura “in liquidazione”. In caso di omissione
nell’accertamento e nella pubblicità, gli amministratori sono personalmente responsabili.

DECORRENZA DEGLI EFFETTI: dall’iscrizione del registro delle imprese della dichiarazione di
accertamento del CDA e della delibera assembleare che dispone lo scioglimento.

LO STATO DI LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETA: prima dell’estinzione si deve infatti procedere al


pagamento dei creditori sociali, ed eventuale ripartizione tra i soci del restante.

AMMINISTRATORI: restano in carica sino alla nomina dei liquidatori, e sono


responsabili sino alla consegna agli stessi liquidatori di tutto il necessario
per espletare il loro lavoro.
ASSEMBLEA: non può deliberare una fusione prima della ripartizione dell’attivo
COLLEGIO SINDACALE: tutto regolare, anzi! Esercitano il controllo anche sui liquidatori!

REVOCA DELLO STATO DI LIQUIDAZIONE: disciplinata dalla riforma del 2003, ossia la società può
in ogni momento deliberare la revoca dello stato di liquidazione con l’assemblea straordinaria e con
maggioranza 1/3 CS sia in prima che in seconda convocazione. In questo particolare caso:
• I soci che non hanno concorso in alcun modo alla deliberazione possono esercitare il diritto di
recesso
• I creditori sono comunque tutelati dato che la revoca ha effetto solo dopo i 60 giorni
dall’iscrizione nel registro delle imprese, termine entro il quale i creditori stessi si possono
opporre.

IL PROCEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE
• NOMINA DEI LIQUIDATORI determinata dall’assemblea che ne decide anche il numero, il
funzionamento del collegio, i criteri in base ai quali deve svolgersi la liquidazione, nonché i
poteri dei liquidatori stessi. Se non provvede l’assemblea provvede il Tribunale.
• I LIQUIDATORI: restano in carica per tutto il procedimento di liquidazione, e sono soggetti
alle stesse cause di ineleggibilità e decadenza previste per gli amministratori. Possono inoltre
essere revocati se sussiste giusta causa.
• POTERI, DOVERI, RESPONSABILITA’:
 devono adempiere con DILIGENZA e PROFESSIONALITA’
 ricevono dagli amministratori beni e documenti sociali, e ne redigono l’inventario
 la loro attività è diretta al pagamento dei creditori, e solo successivamente (se avanza
qualcosa) sarà diviso tra i soci
 sono personalmente responsabili per i danni che derivano dalle loro azioni
 se non bastano i fondi, possono sollecitare i soci che ancora non hanno liberato le
proprie azioni
• BILANCIO ANNUALE: stessa disciplina del bilancio di esercizio, con l’aggiunta che nel 1°
bilancio successivo alla loro nomina devono anche indicare eventuali variazioni tra i criteri di
valutazione e relative motivazioni.
• BILANCIO FINALE: dopo la liquidazione redigono il BILANCIO FINALE con l’indicazione della
parte spettante a ciascun socio (c.d. PIANO DI RIPARTO)

LA CANCELLAZIONE DELLA SOCIETA’


Avviene dopo l’approvazione del BILANCIO FINALE i liquidatori chiedono la cancellazione della società
dal registro delle imprese. Viene cancellata d’ufficio se per oltre tre anni consecutivi non viene
depositato il bilancio annuale di liquidazione.

SOPRAVVENIENZE PASSIVE => I creditori rimasti insoddisfatti possono far valere i loro diritti su:
• Sulla somma riscossa dai soci in occasione del bilancio finale
• Sui liquidatori se il mancato pagamento è dipeso da loro.

LA SOCIETA’ IN ACCOMANDITA PER AZIONI (art. 2452-2461 c.c)


Si caratterizza per la presenza di due categorie di soci:
• SOCI ACCOMANDATARI: che rispondono solidalmente ed illimitatamente per le obbligazioni
e sono per legge anche amministratori della società
• SOCI ACCOMANDANTI: obbligati solo nei limiti della quota di capitale sottoscritta
Le quote di partecipazione consistono nelle AZIONI, e la disciplina che le regola è simile a quella che
regola la SPA. La differenza tra SPA e SAPA è che la prima è una società di capitali, la seconda è una
società di persone.

L’AZIONISTA ACCOMANDATARIO:
• Quelli indicati nell’atto costitutivo sono TUTTI amministratori, di diritto e senza limiti di tempo.
• Risponde delle obbligazioni sociali dall’accettazione della nomina, sino alla registrazione nel
registro delle imprese della sua cessazione.
• Non risponde, di conseguenza, dei debiti contratti prima della sua accettazione e dopo la
cessazione del suo rapporto.

DIFFERENZE SAS – SAPA:


o Gli accomandatari sono amministratori per legge nella SAPA, mentre
possono anche non esserlo nella SAS.
o Gli accomandatari non rispondono delle obbligazioni sorte prima
della nomina e dopo la cessazione nella SAPA, mentre invece ne
rispondono nella SAS.
LA DISCIPLINA:
• L’atto costitutivo deve indicare quali sono i soci accomandatari
• La denominazione sociale deve contenere il nome di almeno uno di essi
• La responsabilità dei soci accomandatari subentra solo dopo che i creditori abbiano
infruttuosamente escusso il patrimonio sociale.
• Gli amministratori non hanno diritto al voto per nomina, revoca dei sindaci, né per le azioni
di responsabilità poste nei loro stessi confronti (e ci mancherebbe!).
• DIRITTO DI VETO: per le modificazioni dell’atto costitutivo delibera l’assemblea straordinaria
con l’approvazione DI TUTTI i soci accomandatari (IMPO)

SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA’


Oltre alle cause di scioglimento previste per la SPA, la SAPA può sciogliersi:
• In caso di cessazione dalla carica di tutti gli amministratori, se entro 180 giorni non si è
provvisto alla loro sostituzione e accettazione (nei 180 giorni viene nominato un
amministratore provvisorio dal collegio)

LA SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ LIMITATA


Società di capitali in cui per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il proprio
patrimonio, e con l’altra particolarità che le partecipazioni non possono essere rappresentate da
azioni.

COSTITUZIONE DELLA SOCIETA’:


• Capitale sociale minimo = 10.000 euro
• Oggetto sociale libero, purché vi sia la denominazione s.r.l.
• La SRL può essere costituita a tempi indeterminato, in questo caso il socio recede con
preavviso 180 gg
Una disciplina che dopo la riforma del 2003 coincide con quella prevista per le SPA uninominali.

CONFERIMENTI:
• possono essere conferiti tutti gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione economica
• anche prestazioni d’opera o servizi, purché garantiti da polizza assicurativa
• conferimenti in natura, con valutazione non necessariamente di perito del Tribunale, ma
anche da revisore iscritto all’albo. Lo stesso dicasi anche per gli acquisti pericolosi.

IL SOCIO MOROSO: non può partecipare alle decisioni dei soci. La società può
vendere le sue quote coattivamente, e nel caso
mancassero i compratori, può essere escluso dalla società,
con conseguente riduzione del capitale visto che la società
non può comprare le proprie quote.

FINANZIAMENTI DEI SOCI: il rimborso dei finanziamenti dei soci alla


società è postergato rispetto al soddisfacimento degli altri
creditori.

TITOLI DI DEBITO: in passato la SRL non poteva emettere obbligazioni, ma


con la riforma del 2003 ora può per il tramite dei TITOLI DI
DEBITO. L’emissione è prevista nello statuto, e lo stesso
statuto ne disciplina tutte le modalità. Il taglio minimo è di
50.000 Euro, e possono essere sottoscritti solo da
investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale.
Nel titolo deve risultare sia l’identità del garante che il suo
specifico ammontare.

LE QUOTE SOCIALI: sono la forma di partecipazione nella società. No azioni, quindi.


Ogni socio quindi avrà una quota di partecipazione, che corrisponde però alla
frazione di capitale da lui sottoscritta. Questo è il motivo per cui le quote possono
avere diverso valore tra socio e socio.

DIRITTI SOCIALI: spettano ai soci in proporzione alla partecipazione posseduta, salvo che non sia
diversamente disposto nell’atto costitutivo. Gli stessi diritti possono, CON IL
CONSENSO DI TUTTI I SOCI, essere modificati.

DIRITTO DI RECESSO: dopo la riforma c’è ampia libertà statutaria nel definire le cause di
recesso. In ogni caso, è inderogabilmente concesso nei seguenti casi:
• SRL A TEMPO INDETERMINATO: con preavviso di 180
giorni (o 1 anno se previsto nell’atto costitutivo)
• SRL A TEMPO DETERMINATO: spetta ai soci che non
abbiano dato il consenso a cambiare l’oggetto sociale,
alla fusione o alla scissione, alla revoca dello stato di
liquidazione, al trasferimento della sede all’estero, o
all’aumento del CS senza diritto di opzione
RIMBORSO: il socio che recede ha diritto entro 180 giorni al ottenere il
rimborso della propria partecipazione in proporzione al patrimonio
sociale. Il valore viene determinato dal valore di mercato oppure
da un esperto del Tribunale. A questo punto la quota del
recedente va offerta in opzione agli altri soci, o a un terzo
individuato dagli altri soci stessi. Se non vi sono acquirenti si
procede al rimborso dalle riserve della società o in mancanza,
tramite riduzione reale del capitale.

TRASFERIMENTO DELLE QUOTE SOCIALI:

1. INTER VIVOS: deve risultare da scrittura privata con notaio, o da documento


informatico sottoscritto dalle parti con firma digitale. Dopo va iscritto nel registro
delle imprese entro 30 giorni. Il trasferimento è valido anche con il semplice
consenso, ma produce effetti solo dopo l’iscrizione nel registro delle imprese. Vigo
il DIVIETO ASSOLUTO per la società di acquistare le proprie quote!!! IMPO

2. ESPROPRIAZIONE DELLA QUOTA: in caso di fallimento del socio, o per l’azione


di un creditore personale del socio, al fine di evitare ingressi indesiderati, se la
società entro 10 giorni presenta un altro acquirente che offra lo stesso prezzo,
detta vendita coattiva è nulla. Lo stesso dicasi per il pegno, usufrutto e sequestro.
GLI ORGANI SOCIALI E LE DECISIONI DEI SOCI: Nonostante la riforma abbia dato ampia libertà
statutaria, la tripartizione assemblea, organo amministrativo, collegio sindacale continua a vigere.

ASSEMBLEA: decide inderogabilmente su


1. Approvazione del bilancio e distribuzione degli utili
2. Nomina degli amministratori se previsto
3. Nomina dei sindaci e del presidente del collegio dei sindaci, e nomina anche il
revisore
4. Modificazioni dell’atto costitutivo
Gode della più ampia autonomia statutaria, quindi può operare come definito nello statuto. Di
regola la convocazione avviene con raccomandata entro 8 giorni diretta a tutti i soci iscritti
nel libro dei soci, e dove il voto è in proporzione alla propria partecipazione.
Quorum K => ½ CS
Quorum D ordinario => 50% + 1 dei presenti
Quorum D straordinario => ½ CS

IMPO: l’atto costitutivo può anche prevedere forme di votazione più snelle, come ad esempio:
- X consultazione scritta
- X consenso espresso scritto
In questi casi la maggioranza richiesta è ½ CS.
INVALIDITA’ DELLE DECISIONI:
1. entro 90 giorni dalla data di trascrizione nel Libro delle decisioni dei soci, possono essere
impugnate le decisioni dai soci dissenzienti, da ciascun amministratore, o dal collegio
sindacale. Nessuna rappresentanza “quantitativa” quindi. Il Tribunale può assegnare un
termine di 180 giorni in modo da consentire l’adozione di una nuova decisione che possa
“sanare” quella opposta. (SANABILE)
2. entro 3 anni da chiunque vi abbia interesse, su decisioni con oggetto “impossibile” o
“illecito”, oppure sulle decisioni prese “in assenza di assoluta informazione” (NON
SANABILE)
3. nessun limite di tempo, invece, per le deliberazioni che modificano l’oggetto sociale in
previsione di atti illeciti (NON SANABILE)

AMMINISTRAZIONE: affidata ad una o più persone (CDA) che possono operare


disgiuntamente o congiuntamente. Per alcune materie però decidono tassativamente in
forma collegiale:
 per la redazione del progetto di bilancio
 per il progetto di fusione o di scissione
 per l’aumento di capitale per delega.

RAPPRESENTANZA: come per la SPA

CONFLITTO DI INTERESSI: possono essere annullati su richiesta della società stessa, i


contratti conclusi da amministratori con rappresentanza ma con conflitto di interessi.
Possono essere impugnate anche le decisioni prese dal CDA con suo voto determinante. Il
tutto entro 90 giorni.

RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI: disciplina per certi versi “singolare”, dato


che prevede:
- responsabilità verso la società
- responsabilità verso i soci
- responsabilità verso i terzi
ma non parla assolutamente di responsabilità verso i creditori sociali!!!

Sono solidalmente responsabili con gli amministratori che abbiano “intenzionalmente”


deciso o autorizzato atti dannosi verso la società, i soci o i terzi.

L’azione di responsabilità contro gli amministratori può essere promossa anche dal
singolo socio.

COLLEGIO SINDACALE: la nomina del collegio è obbligatoria se:


- CS maggiore di 10.000 euro
- Se non ci sono i presupposti per la redazione del BILANCIO in forma
ABBREVIATA
- Quando la società è tenuta alla redazione del BILANCIO CONSOLIDATO
- Quando una società ne controlla un’altra con obbligo di revisione legale dei
conti
La disciplina del collegio sindacale è uguale a quella della SPA, anche se non è chiara circa la
nomina del revisore contabile (infatti il controllo spetterebbe al collegio sindacale!). La
nomina del revisore è imposta solo quando la SRL controlli o sia controllata da una ente di
interesse pubblico.

BILANCIO: uguale a SPA


SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA’: uguale a SPA

MODIFICHE DELL’ATTO COSTITUTIVO: vi sono alcune differenze con la SPA


• AUMENTO CS A PAGAMENTO: è prevista e disciplinata la delega agli amministratori, nei limiti
previsti dall’atto costitutivo.
• AUMENTO CS REALE (con nuovi conferimenti): il diritto di opzione è escludibile solo se
previsto nello statuto, ma non si può MAI ESCLUDERE in caso di aumento obbligatorio
conseguente a riduzione obbligatoria.
• RIDUZIONE CS (sia reale che nominale): fermo restando il limite legale di 10.000 euro, è
esclusa ogni modificazione delle quote di partecipazione e dei diritti spettanti ai soci.

LE SOCIETA’ COOPERATIVE
Sono società a capitale variabile che si distinguono per il loro SCOPO MUTUALISTICO. E’ una forma di
società a cui il nostro ordinamento da molto rilievo: nella Costituzione, nel Codice civile, il Leggi
speciali e in Leggi regionali.
Con la riforma del 2003 esistono due tipi di Società Cooperativa:
1. Società cooperative a mutualità prevalente (con agevolazioni tributarie)
2. Altre società cooperative

LE SOCIETA’ COOPERATIVE CON SCOPO MUTUALISTICO


SCOPO – MEZZO => esercizio in comune di una determinata attività economica
(identico in società cooperative e in società lucrative)

SCOPO – FINE => produzione di utili (lucro oggettivo) da distribuire fra soci (lucro
soggettivo) SOCIETA’ LUCRATIVE

Fornire beni, servizi, occasioni di lavoro, direttamente ai membri


dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle che
otterrebbero sul mercato SOCIETA’ COOPERATIVE con scopo mutualistico
prevalente.

COOPERATIVE DI CONSUMO => I soci usufruiscono dei beni prodotti dall’impresa (es.
supermercato)
COOPERATIVE DI PRODUZIONE e LAVORO => i fattori produttivi sono forniti dai soci (es.
cantine sociali)
L’attività di impresa si caratterizza quindi per:
 GESTIONE DI SERVIZIO a favore dei soci, che sono destinatari non esclusivi dei beni,
dei servizi prodotti, e delle possibilità di lavoro
 VANTAGGIO PATRIOMONIALE che consiste in un risparmio di spesa per i beni
acquistati dalla società cooperativa di consumo, o nella maggior retribuzione per i
propri beni, servizi ceduti alla propria società cooperativa.

SOCI SOVVENTORI: forniscono solo il capitale di rischio necessario per lo svolgimento della
attività
SOCI COOPERATORI: lavorano nella società cooperativa

Per scopo mutualistico prevalente si intende che l’atto costitutivo può anche prevedere che la
società cooperativa possa svolgere anche attività con terzi. In questo modo ci si può trovare
di fronte a:
 LUCRO OGGETTIVO se la società cooperativa svolge attività per produrre un utile sia
con i soci che con i terzi
 LUCRO SOGGETTIVO quando vi sia la distribuzione degli utili, pur secondo dei limiti
stabiliti.
Definizione: “esercizio di attività di impresa tendenzialmente orientata verso
il soddisfacimento del bisogno dei soci (gestione di servizio), con eventuale
limitata ripartizione degli utili fra i soci”.

LE COOPERATIVE A MUTUALITA’ PREVALENTE: godono di tutte le agevolazioni previste per la


società cooperativa
ELEMENTI CARATTERIZZANTI:
 Statuto che prevede clausole che limitano la distribuzione degli utili ai soci cooperatori
 L’attività del socio cooperatore deve essere svolta “prevalentemente” a favore dei soci
(coop. di consumo)
 Oppure deve utilizzare “prevalentemente” le prestazioni dei soci (coop. di lavoro)
 Oppure deve utilizzare “prevalentemente” i beni e servizi dei soci cooperatori (coop. di
produzione e lavoro)
AMMINISTRATORI E SINDACI: devono documentare nella nota integrativa al bilancio le
“prevalenze”. Se per due esercizi tali condizioni di prevalenza non vengono rispettate, la
società perde la qualifica di “mutualità prevalente”.

ALBO APPOSITO: tutte le società cooperative a mutualità prevalente sono iscritte


nell’apposito albo, dove dovranno poi comunicare anche “bilancio” e “condizioni di
prevalenza”. Le altre cooperative invece si registrano in altra sezione ma dello stesso albo.

DISCIPLINA: Cooperative medio grandi => disciplina SPA


Cooperative piccole (meno di 20 soci) => disciplina SPA o SRL
Cooperative piccole (meno di 9 soci) => disciplina SRL

Per evitare che la società cooperativa venga indirizzata verso finalità prevalentemente
lucrative:
• Deve esserci un numero minimo di soci con determinati requisiti soggettivi
• Devono essere fissati i limiti massimi di partecipazione di ciascun socio e la % degli
utili distribuibile
• La variazione del numero dei soci non comporta la modifica dell’atto costitutivo
(capitale variabile)
• Si vota per teste

LA TRASFORMAZIONE
Disciplina profondamente modificata con la riforma del 2003.

1. TRASFORMAZIONE OMOGENEA: quando si cambia il TIPO di società (es. da SNC a SPA)


2. TRASFORMAZIONE ETEROGENEA: quando si cambia la NATURA della società (es. da SPA a
COOP)

CARATTERISTICA DELL’ISTITUTO: non si estingue una società per farne nascere un’altra, bensì
“con la trasformazione la società con nuova veste conserva diritti ed obblighi, e prosegue tutti i
rapporti dell’ente che ha effettuato la trasformazione” (art. 2498 c.c.)

Il vantaggio è di non dover liquidare una società e costituirne un’altra. C’è il limite però alle
trasformazioni:
• VIETATA la trasformazione da società cooperativa a mutualità prevalente e società lucrativa
• VIETATA la trasformazione durante una procedure concorsuale, se vi sono incompatibilità con
la finalità o lo stato della stessa.

1. PROCEDIMENTO DI TRASFORMAZIONE OMOGENEA:


• SOCIETA’ DI PERSONE: si delibera a maggioranza con il voto secondo la propria
partecipazione agli utili
• SOCIETA’ DI CAPITALI: si delibera con assemblea straordinaria con maggioranza rafforzata,
più il consenso dei soci che con la trasformazione assumono la responsabilità illimitata
• SOCIETA’ COOPERATIVE: si delibera con il 50% + 1 dei soci, oppure i 2/3 se la cooperativa è
con meno di 50 soci

DELIBERA DELLA TRASFORMAZIONE


• DA SOC. CAPITALI a SOC. CAPITALI: la delibera fissa le basi per l’organizzazione della società
con la nuova veste giuridica, per cui deve contenere i requisiti previsti
• DA SOC. di PERSONE a SOC. di CAPITALI: la delibera è con atto pubblico + relazione di stima
del patrimonio con controllo del notaio + pubblicità su registro delle imprese
• DA SOC. COOPERATIVE a SOCIETA’ LUCRATIVE: consentito solo alle “altre società
cooperative”, ma previa devoluzione del patrimonio ai fondi mutualistici al momento della
trasformazione, dedotto il capitale versato

LA RESPONSABILITA’ DEI SOCI


• Se VIENE MENO la RESPONSABILITA’ ILLIMITATA: non viene meno il vincolo delle obbligazioni
formatesi prima dell’iscrizione nel registro delle imprese, salvo che non vi sia il consenso dei
creditori alla trasformazione!
• Se SI CREA la RESPONSABILITA’ ILLIMITATA: i soci rispondono anche per le obbligazioni
anteriori alla trasformazione, purché vi sia stato il consenso del socio che ha acquistato la
responsabilità illimitata!

2. PROCEDIMENTO DI TRASFORMAZIONE OMOGENEA:


Viene disciplinata solo la trasformazione da SOCIETA’ di CAPITALI a SCOIETA’ COOPERATIVE e
viceversa:
• Da SOCIETA’ di CAPITALI a COOPERATIVE o CONSORZI: serve il voto favorevole dei 2/3
degli aventi diritto + il consenso di chi acquisisce la responsabilità illimitata.
• Da CONSORZI a SOCIETA’ DI CAPITALI: voto favorevole della maggioranza assoluta dei
consorziati.

OPPOSIZIONE DEI CREDITORI: a differenza della trasformazione omogenea, la trasformazione


è efficace dopo 60 giorni dall’iscrizione nel registro delle imprese, o dall’ultimo adempimento che
necessita della pubblicità. I creditori hanno quei 60 giorni per opporsi.

LA FUSIONE
Quando due o più società si fondono in una sola.

FUSIONE IN SENSO STRETTO: una società nuova prende il posto di due o più società che si
fondono
FUSIONE PER INCORPORAZIONE: quando una società già esistente assorbe altre società (+
diffusa)

FUSIONE OMOGENEA quando la fusione interessa società dello stesso tipo


FUSIONE ETEROGENEA quando la fusione interessa società di tipo diverso, tale che comporta
anche la trasformazione di una o più società che si fondono

Non è possibile la fusione di società in stato di liquidazione, mentre invece dopo la riforma del 2003
è possibile per società sottoposte a procedura concorsuale.

DISCIPLINA: la detta l’art. 2504 c.c. “la società che risulta dalla fusione assume obblighi e diritti
delle società partecipanti alla fusione, anteriori alla fusione” da cui si evince che:
• I creditori possono far valere i loro diritti sulla nuova società
• I soci delle società fuse diventano soci della società nuova

1^ fase - PROGETTO DI FUSIONE


Viene redatto dagli amministratori delle diverse società che partecipano alla fusione un progetto di
fusione con le condizioni e le modalità. Detto progetto sarà sottoposto all’assemblea per
l’approvazione. Il progetto deve contenere:
• Tipo di società, ragione sociale, sede delle società che vi partecipano
• L’atto costitutivo della nuova società oppure in caso di incorporazione, le modifiche dell’atto
costitutivo della società incorporante.
• Il rapporto di cambio delle azioni o delle quote delle diverse società partecipanti.

ALTRI DOCUMENTI NECESSARI PER LA FUSIONE:


1. SITUAZIONE PATRIMONIALE: gli amministratori delle varie società redigono il c.d. BILANCIO DI
FUSIONE
2. RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI: che illustrano i motivi della fusione ed il rapporto di
cambio
3. RELAZIONE DEGLI ESPERTI: sulla congruità del rapporto di cambio, e sulla adeguatezza del
metodo per calcolarlo
4. Ultimi 3 bilanci di esercizio di ciascuna società
Detti documenti vanno depositati c/o la sede di ogni società durante i 30 giorni che precedono
l’assemblea, e sino alla fusione. Esiste anche una procedura particolare quando una società assorbe
un’altra società della quale possiede almeno il 90% delle quote, la c.d. FUSIONE SEMPLIFICATA.

2^ fase – DELIBERA DI FUSIONE


NELLE SOCIETA’ DI PERSONE: a maggioranza in base alla partecipazione agli utili (il dissenziente può
ovviamente recedere)
NELLE SOCIETA’ DI CAPITALI: decide l’assemblea straordinaria, fermo restando il diritto di recesso
per i dissenzienti

TUTELA DEI CREDITORI: bisogna considerare che la fusione riunisce tutti i creditori sulla somma
dei capitali delle società fuse. Ciascun creditore quindi può proporre opposizione nei 60 giorni che
partono dall’iscrizione nel registro delle imprese della delibera di fusione. L’opposizione HA EFFETTO
SOSPENSIVO, salvo che non venga fornita idonea garanzia ai creditori, o relazione di un esperto che
assicura la solvenza della società nuova.

3^ fase – ATTO DI FUSIONE


Viene redatto per atto pubblico, ed iscritto nel registro delle imprese dei luoghi di tutte le società che
hanno partecipato alla fusione. L’effetto della fusione decorre dall’ultima iscrizione nel registro delle
imprese.

INVALIDITA’ DELLA FUSIONE: L’unico momento per poterla invalidare è nel periodo di tempo tra
la DELIBERA e l’ultima registrazione.

LA SCISSIONE
Con la scissione il patrimonio di una società viene scomposto e trasferito in altre società con
contestuale assegnazione ai soci della società frutto della scissione.

SCISSIONE TOTALE: l’intero patrimonio della società che si scinde viene trasferito a più società. La
prima società quindi si estingue senza che abbia avuto luogo la liquidazione della stessa, poiché le
società beneficiarie della scissione assumono diritti e obblighi in proporzione alla quota di patrimonio
ricevuta in trasferimento.

SCISSIONE PARZIALE: solo parte del patrimonio viene trasferito ad altre società, e quindi la società
scissa resta in vita, sia pure con un patrimonio ridotto.

BENEFICIARIE: beneficiarie della scissione può essere una società di nuova costituzione (i cui soci
sono i soci della società scissa) oppure una società preesistente (incremento del patrimonio +
ingresso dei soci della società scissa).

NON POSSONO SCINDERSI le società in liquidazione.

IL PROCEDIMENTO DI SCISSIONE: Viene redatto dagli amministratori il PROGETTO DI


SCISSIONE, che deve contenere l’esatta descrizione degli
elementi patrimoniali da trasferire, e i criteri di distribuzione delle
quote o delle azioni delle società beneficiarie.
 In caso di SCISSIONE TOTALE:
 Le attività sono ripartite fra le società beneficiarie in proporzione alla quota
trasferita.
 Delle passività rispondono tutte le società beneficiarie in solido fra loro, nei
limiti del valore trasferito.
 In caso di SCISSIONE PARZIALE:
 Le attività rimangono alla società trasferente.
 Delle passività rispondono in solido la società trasferente e le società
beneficiarie.

ULTERIORE DOCUMENTAZIONE:
 SITUAZIONE PATRIMONIALE: gli amministratori delle varie società redigono il c.d.
BILANCIO DI SCISSIONE
 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI: che illustrano i motivi della scissione ed il
rapporto di cambio
 RELAZIONE DEGLI ESPERTI: sulla congruità del rapporto di cambio, e sulla
adeguatezza del metodo per calcolarlo
 Ultimi 3 bilanci di esercizio di ciascuna società

Detti documenti vanno depositati c/o la sede di ogni società durante i 30 giorni che
precedono l’assemblea, e sino alla scissione.

EFFETTI: La scissione ha effetto dalla data in cui viene registrata l’ultima iscrizione
dell’atto di scissione nel registro delle imprese. E’ da questo momento che le società
beneficiarie assumono diritti e obblighi della società scissa, attribuiti nell’atto di
scissione depositato.

I TITOLI DI CREDITO
Nei titoli di credito il “diritto” è incorporato nel documento, e si concretizza in 4 principi
fondamentali:
1. AUTONOMIA DEL DIRITTO: chi acquista la proprietà del documento diventa titolare del
diritto in esso menzionato. Diventa titolare del diritto anche in caso di ACQUISTO A NON
DOMINO, purché sia in buona fede ed entri in possesso del titolo.
2. LETTERALITA’: chi acquista un titolo di credito acquista un diritto il cui contenuto è
determinato esclusivamente da ciò che è scritto nel documento
3. LEGITTIMAZIONE: chi ha conseguito il “possesso materiale” del titolo di credito, nelle forme
previste dalla legge, è senz’altro legittimato ad esercitare il diritto cartolare.
4. VINCOLI: gli eventuali vincoli sul diritto menzionato in un titolo di credito devono essere
esercitati sul titolo stesso, e non hanno effetto se non risultano dal titolo stesso.
Il titolo di credito quindi è uno strumento per la circolazione del diritto e la costituzione di vincoli
sullo stesso. Il titolo di credito vive tre momenti fondamentali nella sua vita:
a) CREAZIONE DEL TITOLO
b) CIRCOLAZIONE DEL TITOLO
c) ESERCIZIO DEL DIRITTO

A) CREAZIONE DEL TITOLO, che nasce innanzitutto dal


a. RAPPORTO FONDAMENTALE fra l’emittente ed il primo compratore, ove c’è
l’accordo fra gli stessi, che viene fissato nel titolo di credito con la prestazione
dovuta.
b. RAPPORTO CARTOLARE secondo cui la dichiarazione contenuta nel titolo di
credito corrisponde al diritto riconosciuto al prenditore.
A seconda del rapporto che c’è tra il rapporto fondamentale e cartolare si distinguono
due grandi categorie di titoli di credito:
- TITOLI ASTRATTI (cambiale, assegna bancario, assegna circolare) emessi
per qualsiasi rapporto fondamentale, ma che non contengono alcuna
menzione del rapporto che ha dato luogo all’emissione della stesso. In
questi titoli vi è LETTERALITA’ COMPLETA, ossia il contenuto del diritto
cartolare è determinato esclusivamente dalla lettera del titolo di credito
(manca infatti ogni riferimento al rapporto fondamentale).
- TITOLI CAUSALI (azioni, obbligazioni) quelli che possono essere emessi
“solo” ad un determinato tipo di rapporto fondamentale, predeterminato
dalla legge. In questi titoli vi è LETTERALITA’ INCOMPLETA, secondo cui il
contenuto del diritto cartolare è determinato dalla lettera del titolo di
credito + la disciplina legale del rapporto obbligatorio tipico.
- TITOLI RAPPRESENTATIVI DI MERCE (fede di deposito, polizza di carico)
che attribuiscono al possessore il diritto alla consegna delle merci
specificate nel titolo, il possesso delle medesime merci, e il potere di
disporne mediante trasferimento del titolo.
B) LA CIRCOLAZIONE DEL TITOLO
a. CIRCOLAZIONE REGOLARE, quando il titolo viene trasferito ad altro soggetto in
forza di valido negozio di trasmissione. Quindi anche con il semplice consenso (art.
1376 c.c.)
b. CIRCOLAZIONE IRREGOLARE, quando invece non vi è valido negozio come ad
esempio il caso di un titolo di credito rubato o smarrito. Chi ha perso il titolo di
credito può esercitare azione di rivendicazione, ma solo sino a quando il titolo non
perviene nelle mani di un terzo in buona fede. A tal proposito è meglio ricordare
l’acquisto a NON DOMINO, per cui il soggetto in buona fede non è soggetto alla
azione di rivendicazione, e diventa proprietario del titolo e titolare del diritto
cartolare.

I titoli si dividono in tre grandi categorie in base alla loro circolazione:


1. TITOLI AL PORTATORE: sono quei titoli che recano la clausola “al portatore”, e
circolano mediante la semplice consegna. Il possessore è legittimato all’esercizio
del diritto in base alla semplice presentazione del titolo al debitore. Esempio
assegni bancari, obbligazioni di società, titoli del debito pubblico. I titoli al
portatore con obbligo di pagare una somma di denaro sono ammessi solo nei casi
previsti dalla legge.

2. TITOLI ALL’ORDINE: sono intestati ad una persona determinata, e circolano


mediante consegna del titolo + girata. Esempi sono la cambiale, e i titoli
rappresentativi di merci.
a. LA GIRATA: si tratta di una dichiarazione scritta sul retro con la quale il
possessore ordina al debitore cartolare di adempiere nei confronti di altro
soggetto, + la sottoscrizione del girante.
i. La girata in bianco: quando non contiene il nome del giratario e vi
è la sola firma del girante. In questo caso il nuovo possessore potrà
riempire la girata oppure consegnare il titolo ad altra persona.
ii. La funzione della girata: è semplicemente quella di mutare la
legittimazione all’esercizio cartolare. E’ necessario che il nome del
GIRANTE corrisponda al nome del precedente giratario.
iii. FUNZIONE DI GARANZIA: nella girata è assolutamente ASSENTE. Il
girante non assume alcuna obbligazione cartolare e non è
responsabile verso i giratari successivi. Esistono però due tipi di
girata con effetti limitati:
1. GIRATA PER PROCURA, dove il titolare del credito rimane il
girante, e il giratario assume la veste di “rappresentante del
girante per l’incasso”
2. GIRATA IN GARANZIA, che attribuisce al giratario un diritto
di pegno sul titolo, a garanzia di un credito che il giratario ha
nei confronti del girante.

3. I TITOLI NOMINATIVI: intestati ad una determinata persona, ma con la


particolarità che l’intestazione deve risultare sia nel titolo che in un apposito
registro tenuto dall’emittente (c.d. doppia intestazione). Un esempio sono le
obbligazioni, i titoli di debito pubblico, le quote di partecipazione a fondi comuni di
investimento. Sono titoli che si trasferiscono tramite transfert o girata:
a. TRANSFERT: cambio della doppia intestazione a cura dell’emittente, che
potrà anche rilasciare un nuovo titolo. L’emittente è responsabile e bisogna
che l’alienante dimostri la propria identità e la capacità di agire, e che
l’acquirente esibisca il titolo e provi il suo diritto.
b. GIRATA: viene effettuata in due tempi. Prima viene annotata sul titolo
dall’alienante, e sul registro viene invece annotata solo quando l’acquirente
voglia esercitare i suoi diritti. Nel frattempo l’acquirente potrà a sua volta
trasferire il titolo ad altri. La girata deve contenere la data, i dati del
giratario, la sottoscrizione di entrambi, e deve essere autenticata da notaio
o da agente di cambio. NON ESISTE LA GIRATA IN BIANCO.
i. Effetti: sono completamente diversi dagli effetti dei titoli all’ordine.
Con la girata si ottiene la legittimazione ad ottenere l’annotazione
anche nel registro dell’emittente. Solo dopo quest’ultima
annotazione il giratario acquista la legittimazione all’esercizio dei
diritti nel titolo contenuti.

C) ESERCIZIO DEL DIRITTO CARTOLARE


a. LEGITTIMAZIONE ATTIVA: il possessore di un titolo di credito, legittimato nelle
forme previste dalla legge, ha diritto alla prestazione in esso indicata, verso la
presentazione del titolo.
b. LEGITTIMAZIONE PASSIVA: il debitore che senza colpa e senza dolo adempie nei
confronti del possessore è in ogni caso liberato.

ECCEZIONI DEL DEBITORE:


- ECCEZIONI REALI: eccezione di forma, falsità della firma, mancanza delle
condizioni necessarie, difetto di capacità o di rappresentanza
- ECCEZIONI PERSONALI: derivanti dal rapporto fondamentale, opponibili solo
al primo prenditore; fondate su altri rapporti personali con i precedenti
possessori; per difetto di titolarità del diritto cartolare (e quindi opponibile ai
possessori di mala fede).
L’AMMORTAMENTO: rimedio per la perdita involontaria del titolo di credito.

- Per i TITOLI ALL’ORDINE e per I TITOLI NOMINATIVI: ammesso per smarrimento,


sottrazione, distruzione. Innanzitutto si denunzia al debitore e al Presidente del Tribunale, il
quale dopo gli opportuni accertamenti procede con il c.d. DECRETO DI AMMORTAMENTO, che
viene pubblicato sulla GG.UU. e notificato al debitore. Il debitore potrà pagare il ricorrente
solo dopo 30 giorni dalla pubblicazione nella GG.UU. (termine necessario per l’eventuale
detentore del titolo di proporre opposizione).
- Per i TITOLI AL PORTATORE: non è ammesso l’ammortamento, salvo alcune eccezioni per
titoli a circolazione ristretta. Il possessore che provi la distruzione del titolo ha diritto ad
ottenere un duplicato. Se invece non riesce a provarlo, il possessore deve denunciarlo
all’emittente, ma ha diritto alla prestazione solo quando sia decorso il termine di prescrizione
del titolo (la RATIO è quella di impedire che il debitore paghi due volte!).

[IMPO] NON SONO TITOLI DI CREDITO: i DOCUMENTI DI LEGITTIMAZIONE (es. biglietto della
lotteria), e i TITOLI IMPROPRI (es. polizza di assicurazione al portatore)

GESTIONE ACCENTRATA DEI TITOLI DI MASSA: per rendere più sicuro il mercato dei titoli di
massa. E’ esercitata da apposite SPA a statuto speciale (società di gestione accentrata) sotto la
vigilanza della CONSOB e della Banca d’Italia. A questo sistema sono ammessi le azioni e altri
strumenti finanziari purché siano individuati dalla CONSOB. Per i titoli di stato la gestione accentrata
è affidata alla MONTE TITOLI.
- GESTIONE ACCENTRATA NON DEMATERIALIZZATA: si fonda sulla
“custodia accentrata” c/o le società di gestione.
- GESTIONE ACCENTRATA DEMATERIALIZZATA: con eliminazione del
documento cartaceo in favore di sistemi elettronici di scritturazione.

LA CAMBIALE:

Titolo di credito la cui funzione tipica è quella di differire il pagamento di una somma di denaro.
Esistono due tipi di cambiale:

• LA CAMBIALE TRATTA: dove il traente ordina al trattario di pagare una soma di denaro al
portatore del titolo. Quindi si tratta di un “ordine di pagamento”. Ci sono quindi 3 soggetti:
 Il TRAENTE che da l’ordine di pagamento
 Il TRATTARIO che è il destinatario dell’ordine
 Il PRENDITORE che è il beneficiario dell’ordine
• VAGLIA CAMBIARIO: si tratta invece di una “promessa di pagamento”, dove vi sono solo 2
soggetti:
 L’EMITTENTE che promette il pagamento, e assume la veste di obbligato cambiario
 Il PRENDITORE che è il beneficiario di detta promessa

CARATTERI COMUNI: Sono titoli di credito all’ordine e astratti, e circolano con la girata. La loro
forma è rigorosamente prescritta dalla legge, e contengono una pluralità di obbligazioni (quella del
traente, del trattario, del beneficiario). Infine sono titoli esecutivi, quindi con pronto soddisfacimento
agevolato in fase processuale.

REQUISITI FORMALI DELLA CAMBIALE:


• REQUISITI ESSENZIALI: che abbia la denominazione “cambiale” o “vaglia cambiario”, con
l’ordine incondizionato “pagherete a” oppure con la promessa incondizionata, e l’indicazione
del trattario o dell’emittente a seconda dei casi, e la sottoscrizione del traente o
dell’emittente. Deve essere indicata anche la data.
• REQUISITI NATURALI: come l’indicazione della scadenza, del luogo di emissione e del luogo
del pagamento.
• IL BOLLO: la sua presenza non intacca la validità della cambiale, ma se non assolto, il titolo
perde la qualità di titolo esecutivo.

LA CAMBIALE IN BIANCO
Se manca la sottoscrizione del traente o dell’emittente la cambiale non è valida, ma per quanto
riguarda tutti gli altri requisiti non è necessario che questi siano presenti nel momento
dell’emissione. E’ fondamentale che però ci siano nel momento in cui il portatore ne pretende il
pagamento. La CAMBIALE IN BIANCO è quindi quella cambiale che circola sprovvista di alcuni
requisiti essenziali.
L’ACCORDO DI RIEMPIMENTO accompagna l’emissione della cambiale in bianco, però chi la
emette si espone al rischio di un riempimento abusivo: sarà a carico di chi emette l’onere di
provare che l’accordo era diverso. Se chi riempie abusivamente gira la cambiale ad un terzo,
l’emittente non potrà opporsi a meno che il terzo non abbia acquistato il titolo in mala fede.
DECADENZA: dopo 3 anni dal giorno dell’emissione del titolo.

LE OBBLIGAZIONI CAMBIARIE: la cambiale come già detto contiene più obbligazioni, che sono
rette da alcuni principi:
• PRINCIPIO DELLA INDIPENDENZA RECIPROCA secondo cui l’invalidità di una singola
obbligazione non incide sulla validità delle altre obbligazioni presenti nel titolo.
• OBBLIGATI CAMBIARI: nei confronti del portatore sono tutti obbligati in solido, ma secondo
una scala fissata dalla legge, che definisce dei GRADI CAMBIARI secondo il cui ordine vengono
definiti tutti i meccanismi delle obbligazioni.
 1° grado: l’accettante (cambiale tratta) o l’emittente (vaglia cambiario)
 2° grado: il traente (cambiale tratta) o il girante (vaglia cambiario)
 3° grado: il 1° girante (cambiale tratta) e così via
Per cui se paga l’obbligato di 1° grado, sono liberati tutti i gradi successivi. Ma se paga
l’obbligato di 3° grado, sono liberati tutti gli obbligati dal 4° grado in poi, ma non quelli di 1° e
2° grado verso i quali chi ha pagato potrà esercitare l’azione di rivalsa. Si delinea quindi un
doppia categoria di obbligati:
OBBLIGATI DIRETTI: l’emittente, l’accettante e suoi avallanti)
OBBLIGATI DI REGRESSO: gli altri

L’ACCETTAZIONE DELLA CAMBIALE: con l’accettazione il trattario diventa obbligato di 1°


grado. Prima dell’accettazione nulla deve al portatore.
L’emissione della cambiale infatti non comporta la
cessione del credito!

LA FORMA DELL’ACCETTAZIONE: sulla cambiale ce deve essere scritto “accetto” + la


firma del trattario + la data + codice fiscale. L’accettazione deve
essere incondizionata, infatti qualunque modifica equivale alla
non accettazione.

PRESENTAZIONE: può essere facoltativa (il traente vieta che la cambiale sia presentata per
l’accettazione, e deve comunque essere presentata al trattario); oppure
può essere obbligatoria quando la presentazione stessa fa scattare il
termine di scadenza, oppure quando sia esplicitamente prescritta dal
traente o da un girante.

L’AVALLO
È una dichiarazione con la quale l’avallante garantisce il pagamento della cambiale (è una
garanzia cambiaria). Viene espressa con la forma “per avallo” + sottoscrizione dell’avallante.
L’avallante diventa obbligato in solido con l’avallato, fermo restando che se paga l’avallante,
questi potrà rivalersi sull’avallato. L’avallo è una garanzia autonoma, nel senso che in base al
principio di reciproca indipendenza l’avallato è obbligato anche se l’obbligazione dell’avallato non
è valida.

LA CIRCOLAZIONE DELLA CAMBIALE


La disciplina è simile a quella dei titoli all’ordine, ma con qualche peculiarità:
• Il trasferimento della cambiale mediante “girata”può essere escluso dal traente/emittente
mediante apposizione della clausola “NON ALL’ORDINE”. In questo caso la cambiale è
trasferita solo nella forma e con gli effetti di una cessione ordinaria, con la conseguenza che
l’acquirente resta esposto a tutte le eccezioni opponibili ai precedenti portatori.
• Cambia la “funzione di garanzia”, dato che il girante risponde come “obbligato di regresso”,
salvo la espressa clausola “senza garanzia”.

IL PAGAMENTO DELLA CAMBIALE:


LEGITTIMATO a chiedere il pagamento della cambiale è il portatore che giustifica il suo diritto
con una serie continua di girate. Chi paga è tenuto a controllare solo la regolarità “formale” della
girata e la continuità delle girate, ma non è tenuto al controllo della autenticità delle firme. Il
debitore che paga in buona fede è infatti liberato anche se paga al “non titolare”.

LA PRESENTAZIONE PER IL PAGAMENTO è c/o il trattario (cambiale tratta) o all’emittente (se


vaglia cambiario), o alla differente persona indicata nel titolo. Va presentata nel giorno della
scadenza (CAMBIALE A GIORNO FISSO e CAMBIALE A CERTO TEMPO DATA), oppure entro 1 anno
dalla data di emissione (CAMBIALE A VISTA). Il portatore NON PUO’ PRETENDERE il pagamento
prima della scadenza e NON PUO’ RIFIUTARE un pagamento parziale (IMPO).

PAGAMENTO PER INTERVENTO: per evitare che il portatore agisca nei confronti di un
obbligato di regresso il pagamento può avvenire “per intervento”. Ovviamente chi paga libera i
gradi successivi e acquisisce i diritti nei confronti dei gradi precedenti.

LE AZIONI CAMBIARIE: le esercita il portatore in caso di mancato pagamento. Egli potrà agire a
seconda che gli obbligati siano diretti o di regresso.
• AZIONE DIRETTA, nei confronti degli obbligati diretti, senza alcuna particolare formalità.
Deve solo osservare il termine di 3 anni di prescrizione.
• AZIONE DI REGRESSO, decisamente più complicata:
 Può essere esercitata alla scadenza, se il pagamento non ha avuto luogo
 Oppure può essere esercitata anche prima della scadenza ma solo se l’accettazione è
stata rifiutata, o in caso di fallimento del trattario/emittente
 Negli altri casi in seguito al “protesto” (il protesto è la preventiva constatazione del
rifiuto di accettazione o di pagamento, e deve essere elevato nei due giorni successivi
alla scadenza a pena di decadenza dell’azione di regresso!
• AVVISO: il portatore deve dare immediato avviso del mancato pagamento al traente, al
proprio girante ed eventuali loro avallanti entro 4 giorni dalla levata del protesto

IL PROTESTO: è l’atto autentico necessario per conservare l’azione di regresso.


 LA LEVATA DEL PROTESTO: sono abilitati notai, ufficiali giudiziari e segretari
comunali, e viene elevato dietro presentazione del titolo contro i soggetti indicati per il
pagamento o per l’accettazione. Viene da loro redatto e sottoscritto anche dal
presentatore. Il protesto può essere annotato sulla cambiale stessa. Del protesto
bisogna dare pubblicità sul “Registro Informatico dei Protesti” c/o le camere di
commercio.

IL PROCESSO CAMBIARIO
Per favorire il rapido recupero delle spettanze del creditore vige un regime processuale particolare:
• PROCEDURA ESECUTIVA: il portatore può agire in forza di titolo esecutivo (se con bollo), senza
che sia necessario un provvedimento di condanna.
• PROCEDIMENTO ORDINARIO e PROCEDIMENTO MONITORIO, in alternativa alla procedura
esecutiva.

AMMORTAMENTO: vedi titoli di credito (smarrimento, distruzione, etc)

LE CAMBIALI FINANZIARIE: è un nuovo sistema di finanziamento delle imprese che consente di


superare l’impossibilità di emettere obbligazioni, e consente altresì di raccogliere capitale fra il
pubblico, con un sistema del “pagherò cambiario”.

L’ASSEGNO BANCARIO:
E’ un titolo di credito con l’ordine diretto ad una banca di pagare a vista una determinata somma di
denaro al portatore o a una determinata persona. E’ un vero e proprio strumento alternativo all’uso
del denaro ed è disciplinato come gli altri titoli di credito.

SIMILE ALLA CAMBIALE TRATTA: Anche l’assegno è redatto su un apposito modello


prestampato e anche in questo caso figurano tre soggetti: 1. Il
TRAENTE che dà l’ordine di pagamento e che risponde del
mancato pagamento; 2. IL TRATTARIO che sarebbe la banca alla
quale l’ordine è rivolto; 3. IL PRENDITORE dell’assegno.

Inoltre sia assegno che cambiale tratta sono un titolo di credito


astratto, formale, esecutivo, ed incorpora una pluralità di
obbligazioni reciprocamente indipendenti, solidali e disposte per
gradi.

DIVERSITA’: L’assegno è uno strumento di PAGAMENTO


La cambiale tratta è uno strumento di CREDITO

I REQUISITI DELL’ASSEGNO BANCARIO


• REQUISITI FORMALI: la mancanza della forma richiesta porta alla non validità del titolo
• REQUISITI DI REGOLARITA’: l’esistenza c/o la Banca dei fondi necessari, e della c.d.
“convenzione di assegno” che autorizzi il traente a disporre dei fondi mediante assegni. In
mancanza dei requisiti di regolarità il titolo rimane sempre valido, ma sono previste sanzioni
pecuniarie.
• REQUISITI DI VALIDITA’:
 Che abbia la denominazione di “assegno bancario”
 Che abbia l’ordine incondizionato di pagare una determinata somma, espressa in
lettere e cifre
 Che abbia l’indicazione del trattario, che può essere SOLO una banca
 Che abbia l’indicazione del luogo di pagamento, la data e il luogo di emissione
dell’assegno
 Che abbia la sottoscrizione del traente

LA POSIZIONE DELLA BANCA


 Non ha obbligo di accettazione, anzi, ne ha proprio il DIVIETO!
 Non assume la posizione di obbligato principale, né quella di girante né di avallante
 Non risponde in caso di conto scoperto

Nonostante tutto però qualche tutela al portatore dell’assegno esiste: vediamo quali

IL VISTO => ha l’effetto di accertare l’esistenza dei fondi e di impedirne il ritiro dal traente
prima della scadenza del termine di presentazione. Se la banca consente al traente di
prelevare, ne risponde. E’ però una tecnica utilizzata pochissimo dato che è sottoposta
a bollo suppletivo
IL BENEFONDI => decisamente forma più diffusa soprattutto tra le banche; si tratta di una
conferma perlopiù telefonica, dell’esistenza dei fondi necessari. La banca risponde dei
danni solo nel caso abbia dato informazioni inesatte.

LA CIRCOLAZIONE DELL’ASSEGNO
• ASSEGNO AL PORTATORE: ovvero sprovvisto dell’indicazione del prenditore
• ASSEGNO ALL’ORDINE: simile alla cambiale nel senso che il girante risponde del
pagamento come obbligato di regresso. L’unica differenza è che in questo caso la girata al
trattario vale come quietanza ed estingue il titolo.

AVALLO: è tecnicamente possibile, ma vista la breve vita del titolo non viene utilizzato.

IL PAGAMENTO DELL’ASSEGNO: è pagabile a vista, ed un eventuale post datazione


non impedisce l’immediato incasso.
TERMINI: l’assegno deve essere presentato per il pagamento entro 8 giorni dalla data di
emissione, o entro 15 giorni se fuori piazza. Oltre detto termine si perde l’azione di regresso
ma non quella verso il traente.

LEGITTIMAZIONE DEL PORTATORE: la banca controlla l’identità del soggetto che incassa,
la continuità delle girate, e verifica che la firma del traente sia la stessa di quella utilizzata per
aprire il conto corrente (c.d. SPECIMEN)

MANCATO PAGAMENTO: in questo caso il portatore agisce in regresso contro il traente,


giranti, avallanti, così come per la cambiale, ma con la significativa differenza che necessita
della constatazione del mancato pagamento mediante “protesto”.

PRESCRIZIONE: 6 mesi

CLAUSOLE TIPICHE DELL’ASSEGNO


• ASSEGNO SBARRATO: vengono poste due sbarre parallele e tra le stesse può esservi scritto il
nome di un determinato banchiere (SPECIALE) oppure nulla (GENERALE). Non impedisce la
circolazione dell’assegno, ma semplicemente circoscrive i soggetti legittimati ad incassarlo.
 L’assegno sbarrato GENERALE può essere pagato solo ad un banchiere o ad un cliente
del trattario.
 L’assegno sbarrato SPECIALE può essere pagato solo al banchiere indicato tra le due
sbarre, o ad un suo cliente.
La banca che non osserva tali disposizioni è tenuta al risarcimento degli eventuali danni. La
RATIO è quella di evitare che il pagamento sia fatto a persona non cliente del trattario, ma
poco fa in caso di furto.

• ASSEGNO DA ACCREDITARE, poco diffuso, non pagato per contanti, ma solo versato nel
proprio conto.
• ASSEGNO NON TRASFERIBILE, che può essere pagato all’immediato prenditore. In questo
caso la girata è vietata, e se apposta non viene considerata. Se il soggetto intestatario non
vuole riscuotere personalmente, può girarlo ad una banca per l’incasso. Gli assegni sopra i
5000 euro sono non trasferibili per legge
• ASSEGNO TURISTICO, stilato in valuta estera, con doppia firma, una al momento del rilascio
del titolo, e l’altra al momento dell’incasso.

AMMORTAMENTO: vedi cambiale (smarrimento, distruzione, etc) ad eccezione dell’assegno non


trasferibile, che non potendo circolare, basterà chiederne un duplicato.

L’ASSEGNO CIRCOLARE:
E’ un titolo di credito all’ordine con la promessa incondizionata della banca emittente di pagare a
vista una somma di denaro. E’ una emissione che avviene dietro pagamento dell’importo
corrispondente da parte del richiedente.

DIFFERENZE TRA ASSEGNO BANCARIO E ASSEGNO CIRCOLARE


• L’assegno bancario ha la struttura della cambiale tratta
• L’assegno circolare ha la struttura del vaglia cambiario

L’assegno circolare è un mezzo di pagamento più sicuro dell’assegno bancario, ma non può essere
emesso al portatore per evitare che faccia concorrenza alla moneta legale!

CONDIZIONI DI REGOLARITA’
 L’emissione di assegni circolari è consentita solo alle banche autorizzate dalla Banca
d’Italia
 La banca può emetterli solo per somme che siano disponibili al momento
dell’emissione
 La banca autorizzata, deve costituire c/o la banca d’Italia una cauzione in titoli a
garanzia degli assegni circolari emessi

REQUISITI DI VALIDITA’
a) Deve contenere la denominazione “assegno circolare”
b) Deve contenere la promessa
c) Deve contenere l’indicazione del prenditore
d) Deve contenere la data e il luogo di emissione
e) Deve contenere la sottoscrizione della banca emittente
Non viene richiesto invece il luogo di pagamento, dato che lo stesso potrà essere pagato in
qualunque sportello della banca emittente.

DISCIPLINA
• La girata a favore dell’emittente estingue il titolo
• Il possessore deve presentare l’assegno all’incasso entro 30 giorni dall’emissione, pena la
decadenza dall’azione di regresso.
Vedi anche le CLAUSOLE (assegno sbarrato, non trasferibile, etc) e vedi AMMORTAMENTO

VAGLIA CAMBIARIO DELLA BANCA D’ITALIA: più diffuso ed utilizzato per i pagamenti delle
pubbliche amministrazioni, in particolare per l’estinzione dei titoli di spesa dello stato.

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