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1. iscrizione nel registro delle imprese, effetti di pubblicità legale (art. 2188-2202 c.c.)
2. disciplina di rappresentanza commerciale (art. 2203-2213 c.c.)
3. scritture contabili (art. 2214-2220 c.c.)
4. il fallimento e le altre procedure concorsuali (D.L. 347/2003)
REQUISITI ESSENZIALI:
1. ATTIVITA’: Per attività si intende una serie coordinata di atti, che danno vita ad un’attività
solo se sono diretti nella stessa direzione, e con scopo di produrre e scambiare beni o servizi.
Attività che sia in grado di produrre nuova ricchezza, che incrementi l’utilità dei singoli
beni/servizi (non è impresa l’attività di mero godimento di chi loca il proprio appartamento; lo
è invece, se lo adibisce ad albergo. E’ attività di impresa anche l’attività svolta da soggetti in
possesso di somme di danaro e lo prestano (così ha stabilito la giurisprudenza).
3. ECONOMICITA’: Su questo requisito alcuni ritengono che l’economicità vada riferita al FINE,
altri al METODO con cui l’attività deve essere realizzata. Il METODO ECONOMICO e una
modalità che consente quanto meno la copertura dei costi con i ricavi (infatti, al contrario si
avrebbe consumo di ricchezza e non produzione!). Il metodo economico va riferito a tutta
l’attività nel suo complesso, e non solo nel singolo atto.
4. PROFESSIONALITA’: Deve essere un esercizio abituale e non occasionale. Non per questo
deve essere svolta tassativamente tutti i giorni. Può anche essere un esercizio con cadenza
tipica come l’attività stagionale (es. stabilimento balneare). Può essere imprenditore anche
una persona che esegue due attività diverse, così come anche chi costruisce il singolo edificio
(UNICO AFFARE). E’ imprenditore anche colui che costruisce un edificio per destinarlo ad uso
personale: c’è il metodo economico, e viene soddisfatta l’esigenza di tutela del credito (es.
fornitori materiali). La professionalità si può rilevare anche da degli indici indicatori, come ad
esempio UNA STABILE ORGANIZZAZIONE è sicuramente indice di professionalità.
Parte della dottrina ha poi stabilito che per esclusione, dall’art. 2082 nascerebbero anche altri
requisiti non espressi:
REQUISITI INESPRESSI:
1. SCOPO DI LUCRO: la nozione di imprenditore è una nozione unitaria, che comprende sia
l’impresa privata che l’impresa pubblica, ed il requisito essenziale comune ad entrambe
è l’economicità della gestione e non quello dello scopo di lucro, visto che in caso di
impresa pubblica il profitto non è necessario. Inoltre non può essere un requisito il solo
intento di voler avere un lucro.
2. DESTINAZIONE AL MERCATO: dei beni o dei servizi. Il Campobasso opta però per non
definirlo un requisito dato che gli elementi essenziali si trovano anche laddove non si sia
immissione dei beni nel mercato.
PROFESSIONI INTELLETTUALI
Nonostante abbiano tutti i requisiti, PER LIBERA SCELTA DEL LEGISLATORE, non sono imprenditori
avvocati, notai, commercialisti, etc.
L’art. 2238 c.c. “le disposizioni in tema di impresa non si applicano alle professioni
intellettuali, a meno che l’esercizio della professione costituisca elemento di una attività
organizzata in forma di impresa”.
Esempio:
• il medico che gestisce clinica privata: attività di impresa e attività intellettuale SI
IMPRENDITORE
• il medico che svolge solo la propria attività, NO IMPRENDITORE, anche se si avvalga di
collaboratori (es. studio di avvocati)
Caso particolare dei FARMACISTI, considerati imprenditori commerciali in quanto hanno perso il
requisito della prestazione intellettiva.
L’articolo è stato modificato nel 2001, ed è riuscito ad eliminare i dubbi che vertevano
sull’individuazione di determinate figure come imprenditore agricolo oppure no, ma ha anche
ampliato la categoria anche quasi a rilanciare una figura in via di estinzione. Rispetto alla vecchia
norma, infatti si evince che rientrano tra le attività agricole essenziali anche:
Le attività di cui ai punti a) e b) sono oggettivamente commerciali, ma sono considerate PER LEGGE
attività agricole quando sono esercitate con una delle 3 attività agricole essenziali.
Perché si parli di attività agricola per connessione vi sono DUE PRESUPPOSTI ESSENZIALI:
1. CONNESSIONE SOGGETTIVA (principio di coerenza): il soggetto che esercita l’attività
agricola connessa deve essere GIA’ IMPRENDITORE AGRICOLO in base all’attività che svolge,
ed inoltre l’attività svolta deve essere COERENTE con quella connessa.
Es. E’ IMPRENDITORE COMMERCIALE: chi trasforma o commercia prodotti agricoli altrui, o chi fa il
viticoltore e produce formaggio.
Es. E’ IMPRENDITORE AGRICOLO: chi coltiva viti e produce vino
PICCOLA ECCEZIONE: sono IMPRESE AGRICOLE le cooperative di imprenditori agricoli e loro consorzi
(es. cantine sociali)
2. CONNESSIONE OGGETTIVA (principio della prevalenza):
a. Che si tratti di attività aventi ad oggetto prodotti PREVALENTEMENTE dall’attività
agricola essenziale
b. Che si tratti di beni forniti mediante l’utilizzazione PREVALENTE di risorse
dell’azienda.
c. E’ sufficiente che le attività connesse non prevalgano, per rilievo economico,
sull’attività agricola essenziale.
L’IMPRENDITORE COMMERCIALE (art. 2195 c.c.)
Sono soggetti a registrazione nel registro delle imprese gli imprenditori commerciali che esercitano
una o più tra le seguenti categorie di attività indicate:
- ATTIVITA’ INDUSTRIALE: produzione di beni/servizi (ogni attività che non sia agricola)
o TERZO GENUS: attività di acquisto materie prime e produrre beni
diversi dalla materia iniziale. Intesa in questo modo, l’attività che non trasformano
alcun bene in che categoria rientrano? (impresa civile)
- ATTIVITA’ INTERMEDIARIA nella circolazione di beni (ogni attività che attui uno scambio)
o TERZO GENUS: l’intermediazione presuppone tre soggetti. E
quando ce ne sono solo due?
- ATTIVITA’ DI TRASPORTO di persone o cose, via terra, acqua, aria
- ATTIVITA’ BANCARIA O ASSICURATIVA
- ALTRE ATTIVITA’ ausiliarie delle precedenti
Un’elencazione dal legislatore volutamente generica, proprio ad includere tutte le attività che non
rientri nell’art. 2135 c.c.
IL PICCOLO IMPRENDITORE
Il piccolo imprenditore è contemplato dal c.c. e dalla legislazione speciale, ad incentivarne lo
sviluppo. Anche se questo ha creato dei contrasti. Vediamo cosa e tra chi:
• La Legge fallimentare all’art. 1 prevedeva dei parametri “monetari”, per esonerare il piccolo
imprenditore dal fallimento, e dove erano piccoli imprenditori:
o titolari di un reddito inferiore al minimo
imponibile (criterio del reddito)
o in mancanza, colui il cui investimento di
capitale non fosse superiore a L. 900.000 (criterio del capitale)
o in nessun caso le società commerciali potevano
essere considerate piccoli imprenditori
IN DEFINITIVA DALLA LEGGE FALLIMENTARE: si evince chi può esser dichiarato fallito.
DAL CODICE CIVILE: si ricava l’applicabilità dello statuto generale dell’imprenditore.
PROBLEMA: la legislazione speciale che da una definizione di artigiano, che contrasta con l’art.
2083 c.c.
• Dapprima la L. 860/56 definiva l’artigiano “a tutti gli effetti di legge” (quindi ai fini
fallimentari, ai fini civilistici, etc). La nozione di artigiano era collegata alla natura dei beni
prodotti: era artigiano chi produceva beni di natura artistica o usuale, ed era iscritto nell’albo
delle imprese artigiane. Questa nozione SOSTITUIVA quindi le nozioni del c.c. e della legge
fallimentare, ed ecco il contrasto! Poteva essere artigiano anche chi non rispettasse il criterio
della PREVALENZA indicato nel c.c., ed esentato quindi dal fallimento!
• Con la Legge quadro 443/85 viene eliminata la parte che definiva l’impresa artigiana “a tutti
gli effetti di legge”, definendo l’artigiano sia per quanto riguarda l’OGGETTO (qualunque
attività di produzione di beni), e definendo il RUOLO dell’artigiano nell’impresa (svolto in
maniera PREVALENTE, ma senza che prevalga sugli altri fattori produttivi). Era però una legge
che prevedeva che le società potessero essere imprese artigiane, e quindi con un numero
cospicuo di dipendenti (ALTRO CONTRASTO). Questo ultimo problema fu però risolto dagli
interpreti dato che avendo eliminato la dicitura “a tutti gli effetti di legge”, non si sostituiva
più alla disciplina della legge fallimentare.
L’iscrizione all’albo della società artigiana è così ai soli fini delle sovvenzioni regionali o
statali, e non ai fini fallimentari o civilistici.
Quindi LA FINE DI UN PRIVILEGIO, per cui le società artigiane sono soggette al fallimento, e quindi se
superano anche uno solo dei limiti indicati all’art. 1 della legge fallimentare.
L’IMPRESA FAMILIARE
Art. 230 bis c.c. “Salvo che sia configurabile un diverso rapporto… è impresa familiare
quell’impresa dove collaborano il coniuge, i parenti entro il 3° grado, gli affini entro il 2° grado,
dell’imprenditore”. Non la disciplina, ma la identifica, e ne regola i diritti di chi ci lavora al suo
interno. E’ importante ricordare “SALVO CHE…”.
L’impresa familiare non è una piccola impresa, potrebbe esserlo, ma non è detto che lo sia.
Nasce nel 1975 dal diritto di famiglia. RATIO: il legislatore ha voluto tutelare “chi lavori in modo
continuato” nella famiglia o nell’impresa, riconoscendo agli stessi sia diritti patrimoniali che diritti
amministrativi. Vediamoli:
RESPONSABILITA’ => l’imprenditore agisce in nome proprio, per cui sarà l’unico a rispondere delle
obbligazioni verso terzi.
FALLIMENTO => solo l’imprenditore sarà esposto al fallimento, NON se sia impresa commerciale
non piccola.
L’IMPRESA INDIVIDUALE
Da una sola persona.
L’IMPRESA PUBBLICA
Consistono in attività di impresa svolta dallo Stato, in 3 differenti modi:
1. IMPRESE ORGANO => dove Stato esercita attività di impresa servendosi di proprie
strutture, e che rimane “secondaria” ed “accessoria” rispetto ai fini istituzionali. (es. società
erogatrici di pubblici servizi come acqua, gas)
Art. 2093: fa distinzione tra enti pubblici inquadrati e non, e a noi interessa i non inquadrati,
SI statuto generale dell’imprenditore, ma limitatamente alle imprese da essi esercitati. SI
statuto proprio dell’imprenditore commerciale. NO iscrizione nel registro delle imprese, NO
fallimento, SI tenuta delle scritture contabili. (IMPO)
2. ENTI PUBBLICI ECONOMICI => dove lo Stato può dar vita ad enti di diritto pubblico, il cui
compito istituzionale principale o esclusivo sia l’esercizio di attività di impresa (ad esempio
Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Ferrovie dello Stato, INA, ENI). Successivamente sono stati
(IMPO) trasformati in s.p.a. con partecipazione statale e nel 1990 furono istituite le GOLDEN
SHARES, con partecipazione statale maggiore.
SI statuto generale dell’imprenditore SI statuto proprio dell’imprenditore commerciale, NO
fallimento, al posto del quale è prevista la Liquidazione Coatta Amministrativa.
3. SOCIETA’ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA => dove lo Stato può svolgere attività di
impresa servendosi di strutture di diritto privato (ad esempio società per azioni)
L’IMPRESA SOCIALE
Istituita con D. LGS. 155/2006. Uno dei tanti enti che esercitano possono acquisire la qualifica di
impresa sociale tutte le organizzazioni private che:
1. esercitano in via stabile e principale attività economica organizzata al fine di produrre
beni/servizi di utilità sociale (assistenza sociale, sanitaria, educazione, istruzione e
formazione, servizi culturali).
2. via sia assenza dello scopo di lucro. Eventuali utili vanno destinati allo svolgimento
dell’attività o all’incremento del patrimonio. Sullo stesso patrimonio grava, però il vincolo di
indisponibilità, per cui in caso di cessazione dell’impresa sociale, il patrimonio dovrà essere
devoluto ad altre imprese sociali simili.
3. può impiegarsi qualunque forma di organizzazione privata, e qualsiasi tipo societario.
ATTO COSTITUTIVO: per atto pubblico, il quale deve contenere oggetto sociale, denominazione,
modalità di ammissione ed esclusione dei soci, fissare i requisiti per l’assegnazione delle cariche
sociali, stabilire le forme di coinvolgimento dei lavoratori.
ESERCIZIO INDIRETTO DELLA ATTIVITA’ DI IMPRESA => sulle ali dell’esempio del mandatario
senza rappresentanza, esiste il fenomeno dell’esercizio di impresa tramite interposta persona:
- soggetto che compie in proprio nome singoli atti di impresa (prestanome)
- altro soggetto che somministra i mezzi necessari, dirige di fatto l’impresa, fa propri tutti i
guadagni
- il dominus dell’impresa, che non si palesa di fronte ai terzi (imprenditore occulto)
Tutti questi possibili raggiri sono stati combattuti, soprattutto in quelle situazioni in cui le cose non
dovessero andar bene, e soprattutto in tema di responsabilità verso i terzi, nel seguente modo:
PRINCIPIO DELLA SPENDITA DEL NOME => “secondo cui risponde chi di fatto esercita il
potere di direzione, e quindi rispondono sia il prestanome che il dominus”
Ma ha avuto scarsi consensi a causa dello scarso fondamento normativo e smentito poi
anche dai principi delle società di capitali.
Quindi il dominio di fatto di una impresa individuale o di una società di capitali non è
condizione sufficiente per esporle a responsabilità verso terzi e a fallimento, né determina
l’acquisto della qualità di imprenditore. Ci ha pensato la riforma del 2003:
“che regola la responsabilità civile delle società o enti che esercitano attività di direzione su
altre società, abusando di tale potere a danno dei creditori della società controllata (art.
2497 c.c.)”
IMPRESA FIANCHEGGIATRICE => quando un socio di comando di società di capitali tratti la stessa
come se fosse “cosa propria”, non rispettando le regole societarie.
GIURISPRUDENZA ritiene che questo comportamento dia vita ad “autonoma attività di
impresa” per cui, sempre ricordando i requisiti dell’art. 2082 c.c. il socio che ha abusato
risponderà per le obbligazioni da lui contratte come se fosse titolare di una autonoma impresa
commerciale individuale. L’impresa fiancheggiatrice potrà quindi fallire.
Tecnica, questa, che consente di tutelare i creditori. Infatti, in base alla disciplina del mandato
senza rappresentanza il fallimento della società di capitali potrà chiedere all’impresa
fiancheggiatrice di fornirle le somme necessarie per far fronte alle obbligazioni contratte nel
suo interesse. In mancanza potrà provocarne il fallimento!
INIZIO DELL’IMPRESA
La qualità di imprenditore si acquista con l’effettivo inizio dell’esercizio di attività di impresa, quindi
non sarà sufficiente l’iscrizione nel registro delle imprese, Detto principio vale anche per le società.
(PRINCIPIO DI EFFETTIVITA’)
CAPACITA’ e IMPRESA
La capacità all’esercizio di attività di impresa SI ACQUISTA con i 18 anni (capacità di agire).
La capacità all’esercizio di attività di impresa SI PERDE in seguito ad INTERDIZIONE o
INABILITAZIONE.
Il minore che esercita attività di impresa non acquista la qualità di imprenditore, neanche laddove i
contratti conclusi non siano annullabili.
ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE => Vanno registrati tutti i provvedimenti del tribunale
che autorizzano o revocano la possibilità di esercitare l’attività di
impresa.
QUALITA’ DI IMPRENDITORE => viene acquista dall’INCAPACE, dato che viene “speso il suo nome”.
REATI FALLIMENTARI => ne risponde il tutore, dato che viene applicata la disciplina che regola
l’INSTITORE.
LO STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE
L’imprenditore commerciale è destinatario di una disciplina dettata dallo “statuto generale” comune
a tutti gli altri imprenditori, e di una dettata dallo “statuto speciale”.
PUBBLICITA’ LEGALE:
consiste nell’obbligo, imposto dal legislatore, di rendere di pubblico dominio
determinati atti o fatti relativi alla vita dell’impresa. Informazioni rese ACCESSIBILI ai
TERZI (c.d. pubblicità notizia) e che diventano anche OPPONIBILI a chiunque (c.d.
CONOSCIBILITA’ LEGALE)
lo strumento della pubblicità legale è il Registro delle imprese sia per le imprese
commerciali non piccole, sia per le società commerciali ed è istituito c/o la Camera di
commercio di ogni provincia, sotto la vigilanza del giudice del tribunale
EVOLUZIONE STORICA: per oltre 50 anni sino al 1993 sino a che non venne soppresso
il BUSARL (bollettino ufficiale spa e srl) e venne soppresso il BUSC (bollettino ufficiale
società cooperative).
Nel 1996 venne istituito il Registro delle imprese, che divenne poi operativo dal 1997,
con delle novità:
NOVITA’
Il registro delle imprese è strumento di pubblicità legale di:
Imprese commerciali
Imprenditori agricoli (dal 2001 anche con effetti di pubblicità legale)
Piccoli imprenditori (dal 2001 anche con effetti di pubblicità legale)
Società semplici (dal 2001 anche con effetti di pubblicità legale)
La tenuta del Registro delle imprese passa dalle cancellerie del tribunale alle camere
di commercio
Il registro delle imprese è tenuto con tecniche informatiche, per un rapido accesso alle
informazioni per i terzi
ATTI E FATTI DA REGISTRARE => sono definiti dalla legge, e sono diversi a seconda della
struttura oggettiva dell’impresa:
• dati sulla individuazione della impresa (dati anagrafici, ditta, oggetto, sede)
• dati sulla struttura e sulla organizzazione societaria (atto costitutivo, modificazioni, etc)
in ogni caso vanno registrate tutte le modifiche ai dati precedentemente già registrati.
TOTALE: con produzione di effetti sia fra le parti che con i terzi (es. iscrizione nel
registro delle imprese dell’atto costitutivo di società di capitali e delle
società cooperative. La SPA prima della registrazione non esiste
giuridicamente né per aspiranti soci, né per i terzi)
PARZIALE: produzione di effetti solo nei confronti dei terzi (es. registrazione della
delibera di riduzione reale di capitale sociale in una SNC. L’eventuale
omissione della registrazione impedisce il decorso del termine di 3 mesi
entro il quale i creditori possono opporsi)
NORMATIVA: quando la registrazione è un presupposto per l’applicazione di un
determinato regime giuridico (es. SNC e SAS, società che esistono anche
se non sono registrate. La mancata registrazione influisce sul regime di
autonomia patrimoniale, per il quale verrà quindi applicato il regime più
gravoso della società semplice). Si parla in questi casi delle c.d.
SOCIETA’ IRREGOLARI.
ISCRIZIONE NELLA SEZIONE SPECIALE => non si verificano gli effetti appena illustrati nel caso
della sezione ordinaria.
LE SCRITTURE CONTABILI => Sono i documenti che rappresentano in termini monetari i singoli
atti di impresa, la situazione del patrimonio dell’imprenditore, e del
risultato economico dell’attività svolta.
OBBLIGO => per gli IMPRENDITORI che esercitano attività commerciale (no piccoli
imprenditori)
per le SOCIETA’ COMMERCIALI (no soc semplice) anche se non
esercitano attività comm.le
stesso dicasi per gli ENTI SOCIALI
LE SCRITTURE CONTABILI OBBLIGATORIE => dice il principio generale che “l’impresa deve
tenere tutte le scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni
dell’impresa stessa”. Ed inoltre devono essere tenuti:
LIBRO GIORNALE: registro cronologico – analitico dove vengono registrate le operazioni
“nell’ordine in cui vengono compiute” e non necessariamente ogni
singola operazione (infatti se sono operazioni omogenee si può
registrare, ad esempio, direttamente l’importo complessivo delle merci
vendute)
Il libro giornale può anche essere articolato in più LIBRI PARZIALI.
LIBRO DEGLI INVENTARI: registro periodico – sistematico che deve essere redatto all’inizio
dell’esercizio dell’impresa, e successivamente ogni anno.
In ogni caso sono da conservare per ogni operazione gli originali della corrispondenza commerciale.
SANZIONI => chi non tiene regolarmente le scritture contabili non può utilizzarle a suo
favore come mezzo di prova. Inoltre è assoggettato alle sanzioni penali previste
per il reato di bancarotta in caso di fallimento.
EFFICACIA PROBATORIA => le scritture contabili possono essere “sempre” utilizzate dai terzi
come mezzo di prova contro l’imprenditore; è anche vero, però,
che il terzo non ne può scindere il contenuto, e quindi non può
avvalersi della sola parte a lui favorevole.
LA RAPPRESENTANZA COMMERCIALE
Regolata dall’art. 1387 c.c. e seguenti, ma regolata da norme particolari quando si tratta di
rappresentanza esercitata da particolari figure come:
a) GLI INSTITORI
b) I PROCURATORI
c) I COMMESSI
a) L’INSTITORE (art. 2203 c.c.) => “colui che è preposto dal titolare all’esercizio dell’impresa, o
di una sede secondaria, o di un ramo particolare della stessa”
b) IL PROCURATORE (art. 2209 c.c.) => i procuratori sono coloro che in base a rapporto
continuativo abbiano il potere di compiere per l’imprenditore atti pertinenti
all’esercizio dell’impresa, pur non essendo preposti ad esso. E’ una figura
subordinata rispetto all’institore in quanto:
- non sono posti a capo dell’impresa, o di un ramo, o di un settore
- pur avendo funzioni direttive il loro potere è circoscritto ad un determinato settore operativo
- non ha rappresentanza processuale
- non è soggetto ad obblighi di iscrizione nel registro delle imprese
IMPO => l’imprenditore non risponde di atti del procuratore compiuti senza la spendita del
suo nome.
c) I COMMESSI (art. 2210 c.c.) => hanno mansioni esecutive o meteriali che li pongono in
contatto con i terzi (es. il cameriere in un ristorante)
POTERE RAPPRESENTATIVO => potere molto limitato rispetto a institori e procuratori.
Possono compiere atti che ordinariamente comporta la specie di
operazioni di cui sono incaricati”
NON POSSONO => - esigere il prezzo di merci delle quali non facciano consegna, né
concedere sconti o dilazioni che non siano d’uso
- non possono esigere i prezzi in luoghi diversi dal luogo previsto (es. alla
cassa)
BENI AZIENDALI => NON SONO beni aziendali i beni di proprietà dell’imprenditore che non
siano effettivamente destinati allo svolgimento dell’attività di impresa (es.
l’abitazione dell’imprenditore)
SONO beni aziendali i beni di proprietà di terzi di cui l’imprenditore può disporre,
purché impiegati dell’attività di impresa (es. locali in affitto, macchinario in leasing)
AVVIAMENTO => il complesso unitario acquista così un valore di scambio maggiore rispetto alla
somma dei valori dei singoli beni che la compongono. Un maggior valore che si
identifica con l’AVVIAMENTO. Consiste quindi nell’attitudine a consentire la
realizzazione di un profitto, e dipende da fattori oggettivi e soggettivi: vediamoli
AVVIAMENTO OGGETTIVO => si ricollega a fattori che permangono anche se muta il titolare
dell’azienda
AVVIAMENTO SOGGETTIVO => quello dovuto all’abilità operativa dell’imprenditore sul
mercato, ed alla sua abilità a conservare e accrescere la propria clientela
LA CIRCOLAZIONE DELL’AZIENDA
L’azienda può essere VENDUTA, CONFERITA in società, DONATA. Ma vi sono alcune situazioni
particolari come ad esempio l’imprenditore che decide di compiere atti che riguardano anche un solo
bene aziendale, o più di uno.
L’imprenditore infatti potrebbe sottrarsi al regime del trasferimento dell’azienda, frazionandola con
più atti separati. Ma non c’è alcun problema! Infatti la legge dispone che
“per il trasferimento dell’azienda non è necessario che l’atto comprenda l’intero complesso
aziendale, basta anche un solo ramo”, purché:
- l’insieme di beni sia potenzialmente idoneo ad essere utilizzato per
l’esercizio di attività di impresa, anche se il nuovo titolare debba integrare il
complesso con ulteriori fattori produttivi (es. materie prime)
- che i beni esclusi dal trasferimento non ALTERINO l’unità commerciale e
funzionale della stessa azienda (es. viene trasferito il brevetto industriale
senza il quale l’azienda non può proseguire la sua attività)
FORME => per il trasferimento dell’azienda le forme da osservare sono indicate nell’art. 2556 c.c..
In generale i contratti devono rispettare le forme stabilite per il trasferimento di quel
determinato bene che compone l’azienda.
PER LE IMPRESE SOGGETTE A REGISTRAZIONE: ogni atto di diposizione deve essere provato
per iscritto. E depositato nel registro delle imprese entro 30 gg. Gli effetti della
pubblicità legale infatti si producono con l’iscrizione.
LA VENDITA DELL’AZIENDA
DIVIETO DI CONCORRENZA DELL’ALIENANTE
“chi aliena una azienda commerciale deve astenersi per almeno 5 anni dall’iniziare una nuova
impresa che possa sviare la clientela dell’azienda ceduta. La nuova azienda non deve sviare la
clientela per il suo OGGETTO, per la sua UBICAZIONE, e per altre circostanze.
DOPPIA ESIGENZA => quella di tutelare sia l’acquirente, e quella dell’alienante per non
compromettere la sua libertà di iniziativa economica.
DEROGABILE => su accordo delle parti è possibile derogare al divieto di concorrenza, è
anche possibile ampliare la portata dell’obbligo di divieto di concorrenza,
purché non sia impedito all’alienante alcuna iniziativa.
VENDITA COATTA => anche in questi casi vige il divieto di concorrenza in capo al fallito
E’ in ogni caso VIETATO prolungare il divieto per oltre 5 anni.
PRESTANOME => se l’alienante apre una nuova attività concorrente tramite un prestanome,
si applica ugualmente la norma che tutela lo sviamento della clientela.
LA POSIZIONE DELL’ACQUIRENTE
“Se non pattuito diversamente l’acquirente dell’azienda subentra nei contratti stipulati per
l’esercizio dell’azienda stessa, che non abbiano carattere personale”
“Al terzo contraente è riconosciuto il diritto di recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia
del trasferimento, ma se sussiste una giusta causa, e nel caso è salva la responsabilità
dell’alienante, nel senso che in caso di recesso il contratto non torna in capo all’alienante”
IMPO => “le parti possono espressamente pattuire l’esclusione dalla successione di uno o più
contratti in corso di esecuzione”
I CREDITI: art. 2559 c.c. anziché prevedere la notifica al debitore ceduto (diritto comune,
VALIDO PER IMPRESE NON SOGGETTE A REGISTRAZIONE + PUBBLICITA’
LEGALE), si opera una sorta di notifica collettiva tramite l’iscrizione del
trasferimento dell’azienda nel registro delle imprese. Da tale momento
l’eventuale cessione del credito ha effetto nei confronti dei terzi, fermo
restando che se il debitore “ceduto” paga in buona fede l’alienante, egli
è liberato dal debito.
DISCIPLINA VALIDA PER IMPRESE SOGGETTE A REGISTRAZIONE +
PUBBLICITA’ LEGALE
I DEBITI: art. 2260 c.c. vige il principio per cui non può mutare il debitore senza il
consenso del creditore…
X I DEBITI DI LAVORO c’è più tutela per il lavoratore, per cui rispondono
in solido in tutti i casi (anche se non risultano dalle scritture contabili,
etc)
IMPO GENERALE: “crediti e debiti non passano automaticamente in testa all’acquirente; a tal fine è
necessaria una espressa pattuizione tra alienante e acquirente”.
IL CONTRATTO DI SOCIETA’ (art. 2247 c.c.) => “Il contratto con cui due o più persone
conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica, allo scopo di dividerne
gli utili”
In via ECCEZIONALE è prevista la costituzione UNIPERSONALE per la S.R.L. (dal 1993) e per le S.P.A.
(dal 2003).
Quindi eccezioni a parte le società sono enti associativi che hanno 3 elementi:
a) i conferimenti dei soci
b) l’esercizio in comune di una attività economica (c.d. scopo-mezzo)
c) lo scopo di divisione degli utili (c.d. scopo-fine)
IMPO => la contemporanea presenza dei tre elementi sopra indicati distingue le SOCIETA’
dagli altri fenomeni associativi (COMUNIONI, CONSORZI)
OGGETTO DEI CONFERIMENTI => l’art. 2247 c.c. stabilisce genericamente beni e
servizi, ossia ogni entità suscettibile di valutazione economica
UTILE o NECESSARIA per lo svolgimento dell’attività di impresa.
Ogni tipo di società avrà poi la sua particolare disciplina sui
conferimenti: le società di capitali e cooperative non prevedono
ad esempio i conferimenti di servizi o prestazioni d’opera, mentre
le società di persone e dal 2003 le S.R.L. invece prevedono anche
quelli.
PATRIMONIO SOCIALE => Inizialmente corrisponde a tutti i conferimenti dei soci, poi
subisce continue variazioni, per cui è successivamente dato dal
complesso dei rapporti giuridici attivi e passivi in capo alla società
L’attività e le passività sono accertate tramite la redazione
annuale del bilancio di esercizio. Il patrimonio sociale funge da
garanzia per i creditori della società, in via esclusiva o in via
principale a seconda che rispondano o meno anche i soci con il
proprio patrimonio.
CAPITALE SOCIALE NOMINALE => Esprime il valore in danaro dei conferimenti quale
risulta dall’atto costitutivo della società. Rimane quindi
IMMUTATO sino a che non se ne decide l’aumento o la riduzione
con modifica dell’atto costitutivo. Il Capitale Sociale ha una
doppia funzione: vincolistica ed organizzativa
FUNZIONE VINCOLISTICA: il capitale sociale indica quella parte del patrimonio netto
non distribuibile tra i soci, e vincolata all’attività sociale (c.d.
CAPITALE REALE). A tal proposito il capitale sociale nominale
viene messo tra le passività, assieme ai debiti della società.
Costituisce inoltre una ulteriore garanzia patrimoniale
supplementare per i creditori.
FUNZIONE ORGANIZZATIVA : il capitale sociale nominale è un TERMINE DI
RIFERIMENTO per accertare le la società abbia conseguito utili o
perdite. Infatti vi sarà UTILE se le attività saranno maggiori della
somma tra passività e capitale sociale nominale. Solo gli utili sono
quindi distribuibili tra i soci. Al contrario vi sarà una PERDITA.
Funge inoltre da BASE DI MISURAZIONE per l’esercizio del diritto
al voto, diritto agli utili, diritto alla quota di liquidazione, che sarà
in proporzione alla parte di capitale sottoscritto.
B) L’ESERCIZIO IN COMUNE DI ATTIVITA’ ECONOMICA (c.d. scopo-mezzo):
IMPO => QUESTE DUE SONO LE UNICHE DEROGHE AL DIVIETO DI SOCIETA’ FRA
PROFESSIONISTI. Quindi occorre non confonderle, ad esempio,
con la “società di mezzi fra professionisti”, dove una società
costituita da professionisti per l’acquisto e la gestione in comune
di beni strumentali all’esercizio individuale (es. due medici che
dividono le spese dello studio).
SCOPO LUCRATIVO => scopo di conseguire utili per poi dividerli tra i soci. E’ lo scopo
tipico delle società lucrative (soc. di persone, soc. di capitali)
SCOPO MUTUALISTICO => fornire ai soci beni e servizi a condizioni più vantaggiose
rispetto a quelle che troverebbero nel mercato, quindi un
vantaggio patrimoniale che consiste in un risparmio di spesa.
SCOPO CONSORTILE => per maggior vantaggio degli imprenditori consorziati (minori costi,
o maggiori guadagni)
IL DATO COMUNE è che le società sono enti associativi che operano con metodo economico per la
realizzazione di un risultato economico a favore esclusivo dei soci.
SOCIETA’ DI CAPITALI => - prevede più organi (assemblea, organo di gestione, organo di controllo)
- funzionamento degli organi in base al principio maggioritario (in % alla
partecipazione al CS)
- il socio non ha potere di gestione e controllo, ma ha diritto al voto per
designazione dei membri che compongono i suddetti organi
SOCIETA’ DI PERSONE => - non prevista alcuna pluralità di organi
- Il socio ha responsabilità illimitata e potere di amministrare la società. X
modificazioni dell’atto costitutivo serve il consenso di tutti i soci
- Il socio a resp illimitata ha potere indipendentemente dal capitale investito
PERSONALITA’ GIURIDICA => Esiste solo nei casi previsti dalla Legge (IMPO)
NELLE SOCIETA’ DI CAPITALI e COOP: la società viene trattata come soggetto di diritto
distinto dalle persone dei soci, dando così luogo
all’AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA. I beni conferiti
dai soci diventano di proprietà della società, che
risponderà ai creditori con il proprio patrimonio.
NELLE SOCIETA’ DI PERSONE: nessuna personalità giuridica, anche se l’orientamento è
perché siano considerati come soggetti di diritto.
Ecco la particolare disciplina per i vari creditori:
REGIMI RSIDUALI: la scelta di un determinato tipo di società non è condizione necessaria per la
validità della sua costituzione:
S.N.C.: a riguardo sono dettate regole sia sulle forme che sul contenuto dell’atto
costitutivo.
L’iscrizione nel registro delle imprese è condizione di regolarità della società
(l’omessa registrazione però incide solo sulla disciplina che le regola IMPO)
SNC REGOLARE => quella iscritta al registro delle imprese, e disciplinata dalle
norme sulla S.N.C.
SNC IRREGOLARE => non iscritta al registro, e disciplinata dalle norme sulla SNC
irregolare
ATTO COSTITUTIVO => per atto pubblico e scrittura privata autenticata. Deve
contenere: 1 generalità dei soci. 2 ragione sociale. 3. i soci che hanno
l’amministrazione e la rappresentanza della società. 4 la sede. 5 oggetto sociale.
6 conferimenti. 7 prestazioni dei soci d’opera. 8 criteri per la ripartizione degli
utili. 9 la durata della società.
LE SOCIETA’ DI FATTO => la società non si costituisce per atto scritto, ma per fatti
concludenti. Se la società di fatto non è commerciale è regolata dalle norme sulla
società semplice. Se è una società commerciale sarà regolata dalle norme della
SNC irregolare (per cui tutti i soci rispondono illimitatamente per le obbligazioni
sociali), è esposta al fallimento, con conseguenze per tutti i soci, palesi ed
occulti. La società di fatto è la società irregolare per antonomasia.
SOCIETA’ OCCULTA => società costituita con la espressa e concorde volontà dei soci di non
rivelarne l’esistenza all’esterno. La società occulta può anche essere società di
fatto.
I soci, per comune accordo, fanno sì che l’attività di impresa sia svolta per conto
della società ma senza la “spendita del nome”. La società esiste nei rapporti
interni tra i soci, ma non viene esteriorizzata.
SCOPO => quello di limitare la responsabilità neo confronti dei terzi al solo
patrimonio del gestore, ottenendo nello stesso momento anche dei benefici
bypassando ogni forma di regola e di controllo.
L. 5/2006 => con la riforma del diritto fallimentare, si è stabilito che “il fallimento
si applica anche agli altri eventuali soci illimitatamente responsabili, qualora
risultasse che il fallimento di un imprenditore individuale sia riferibile alla società
di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile”.
SOCIO ACCULTO di SOCIETA’ PALESE => attività di impresa svolta “in nome della
società”
SOCIETA’ OCCULTA => attività di impresa svolta NON in nome della società.
I CONFERIMENTI
Con la costituzione della società il socio assume l’obbligo di effettuare conferimenti. Nella società di
persone non è una condizione essenziale per una valida costituzione. Se l’atto costitutivo nulla
dispone a riguardo, la legge dispone che siano effettuati in “parti uguali”, di quanto necessario per il
conseguimento dell’oggetto sociale.
CAPITALE SOCIALE NELLA SOCIETA’ SEMPLICE: disciplina assente, e non è neanche richiesta la
valutazione iniziale dei conferimenti, visto probabilmente il fatto che non vi sia obbligo di tenuta
delle scritture contabili e di redazione annuale del bilancio di esercizio.
CAPITALE SOCIALE NELLA SNC: l’indicazione dei conferimenti è prescritta nell’atto costitutivo,
così come è ivi indicato anche il valore ad essi attribuito, ed il metodo di valutazione del valore
stesso. Non vi è nessuna disposizione sulla determinazione dei conferimenti diversi dal danaro.
Questa è una lacuna che si riflette sulle norme a tutela dell’integrità del capitale sociale
Art. 2203 c.c. “vieta la ripartizione fra i soci di utili non realmente conseguiti, e in caso
di perdita, non si distribuiscono utili sino al ripristino del capitale sociale”.
Art. 2206 c.c. “vieta agli amministratori di rimborsare conferimenti eseguiti, in assenza di
specifica deliberazione di riduzione del capitale sociale”.
Art. 2262 c.c. “salvo patto contrario, ciascun socio ha diritto a percepire la sua parte di utili
dopo l’approvazione del rendiconto”
PARTECIPAZIONE ALLE PERDITE => non c’è ripartizione periodica per le perdite, che incidono
riducendo il valore della singola partecipazione, tanto che in sede di liquidazione della
società il socio si vedrà rimborsare una somma inferiore.
Le perdite impediscono la distribuzione degli utili, almeno sino a quando il capitale non
viene ripristinato. Le perdite possono anche condurre allo scioglimento della società
per sopravvenuta impossibilità di conseguimento dell’oggetto sociale.
BENEFICIO DI ESCUSSIONE => I soci rispondono personalmente solo DOPO che il creditore abbia
proceduto sul patrimonio sociale, e quindi in via sussidiaria. Il beneficio di escussione opera
diversamente nella SS e nella SNC: vediamolo
Il creditore può quindi: - far valere i suoi diritti sugli utili a lui spettanti
- può compiere atti conservativi sulla quota a lui spettante nella liquidazione
della società
NELLA SS E SNC IRREGOLARE => può chiedere la liquidazione della quota del suo
debitore, provando però che gli altri suoi beni siano insufficienti.
NELLA SNC REGOLARE => non è possibile, ma in caso di “proroga della società” il
creditore personale del socio può agire analogamente come nel
caso qua sopra indicato.
AMMINSTRAZIONE CONGIUNTIVA (art. 2258 c.c.) => è un modello che deve essere
espressamente previsto nell’atto costitutivo, o con modificazione
dello stesso”.
AMMINISTRAZIONE E RAPPRESENTANZA
POTERE DI RAPPRESENTANZA (c.d. POTERE DI FIRMA) => consiste nel potere di agire in nome
della società nei confronti dei terzi, dando luogo all’acquisizione
di diritti e assunzione di obblighi da parte della stessa
(AMMINISTRAZIONE ESTERNA).
POTERE DI GESTIONE => riguarda invece tutti gli atti di AMMINISTRAZIONE INTERNA.
MODELLO LEGALE => se non diversamente disposto nell’atto costitutivo la rappresentanza della
società spetta a ciascun socio amministratore, disgiuntamente o
congiuntamente a seconda dei casi. Il socio amministratore ha
anche la RAPPRESNTAANZA PROCESSUALE.
MODELLO STATUTARIO => L’atto costitutivo può prevedere diverse regole sia per il potere di
gestione che per il ptere di rappresentanza.
I SOCI AMMINISTRATORI
NOMINA: disposta nell’atto costitutivo, oppure con atto separato ma con maggioranza in base alla
partecipazione agli utili
REVOCA: Se nominato nell’atto costitutivo, deve essere decisa dagli altri soci amministratori
all’UNANIMITA’, e per GIUSTA CAUSA (sempre che non sia
diversamente disposto).
Se nominato con atto separato: revocabile secondo le norme del mandato, e quindi anche
senza giusta causa, salvo risarcimento dei danni se revocato
ingiustamente.
In ogni caso: è disposta, su ricorso di uno o più soci, dal TRIBUNALE.
POTERI: potere di compiere tutti gli atti che rientrino nell’oggetto sociale (simile al mandatario, ma
con poteri più ampi).
DOVERI: numerosi e molto articolati, come la tenuta delle scritture contabili, redigere il bilancio di
esercizio, provvedere agli adempimenti pubblicitari con
l’iscrizione al registro delle imprese.
RESPONSABILITA’: tanti doveri, altrettante responsabilità. Gli amministratori sono solidalmente
responsabili verso la società, salvo che dimostrino di essere
esenti da colpa.
COMPENSI: agli amministratori è dovuto un compenso, che può anche consistere in una più elevata
partecipazione agli utili.
PUBBLICITA’: Nella SNC e dal 2001 anche nella SS le modificazioni dell’atto costitutivo
sono soggette a pubblicità legale, e sino a che le stesse non sono
iscritte nel registro delle imprese, tali modifiche non sono
opponibili ai terzi. Nelle SNC irregolari le modificazioni devono
essere portate a conoscenza dei terzi con mezzi idonei.
PRINCIPIO DELLA CONSERVAZIONE DELLA SOCIETA’: il venir meno di uno o più soci
non determina lo scioglimento della società. Bisogna però definire
i rapporti patrimoniali tra i soci superstiti ed il socio uscente (o i
suoi eredi in caso di morte), attraverso al liquidazione della sua
quota sociale. La decisione se sciogliere oppure no la società
spetta solo ai soci superstiti, anche quando ne resti solo uno.
La società si scioglie per il venir meno dei soci, se gli stessi non
sono rimpiazzati entro 6 mesi.
LA MORTE DI UN SOCIO: in questo caso i soci superstiti devono liquidare la sua quota
agli eredi entro 6 mesi, ma non sono tenuti a “subire” l’ingresso
in società degli eredi stessi. In alternativa, sempre entro 6 mesi,
possono decidere:
- SCIOGLIMENTO ANTICIPATO, per cui gli eredi devono aspettare la
liquidazione della società
- CONTINUAZIONE CON GLI EREDI, purché vi sia il consenso di tutti i soci
superstiti.
L’ESCLUSIONE DEL SOCIO: può avvenire DI DIRITTO (art. 2288 c.c.) oppure è
FACOLTATIVA (art. 2286 c.c.):
ESCLUSIONE DI DIRITTO
- quando il socio è stato dichiarato FALLITO (in fallimento non della società
stessa). In questo caso l’esclusione opera dal giorni in cui lo stesso è stato
dichiarato fallito.
- quando il creditore personale del socio abbia ottenuto la liquidazione della
sua quota. In questo caso l’esclusione opera nel giorno in cui la liquidazione
della quota sia effettivamente avvenuta.
ESCLUSIONE FACOLTATIVA
- PER GRAVI INADEMPIENZE dei propri obblighi
- PER INTERDIZIONE, INABILITAZIONE o anche CONDANNA che comporti
INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI, anche temporanea.
- PER SOPRAVVENUTA IMPOSSIBILITA’ di esecuzione del conferimento per
causa non imputabile al socio.
CASO PARTICOLARE: nei casi in cui la società sia formata da 2 soci, decide
direttamente il Tribunale.
CALCOLO DELLA QUOTA => Il valore è determinato in baso alla situazione patrimoniale
della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento del
rapporto, e tenendo conto delle eventuali operazioni ancora in
corso. La situazione patrimoniale della società va determinata
attribuendo ai beni il loro valore effettivo e non quello prudenziale
del bilancio di esercizio.
PAGAMENTO => entro sei mesi dal giorno dello scioglimento del rapporto, o entro 3
mesi per lo scioglimento richiesto dal creditore particolare.
E’ l’unico tipo di società che consente una limitazione del rischio e la non esposizione a fallimento
personale per una categoria di soci (gli accomandanti). E’ palese che vi sia un grave rischio a causa
di questa particolarità, ma vi sono dei limiti che si vedranno più avanti.
Quando rimangono soltanto soci accomandatari oppure soltanto soci accomandanti, e gli
stessi non siano stati rimpiazzati entro sei mesi. Nel caso rimanessero solo soci accomandanti, questi
devono nominare un amministratore provvisorio per compiere gli atti di ordinaria amministrazione.
L’amministratore provvisorio non diventa socio accomandatario, e non risponde illimitatamente alle
obbligazioni sociali.
Tuttavia, una volta cancellata la società dal registro delle imprese, i creditori insoddisfatti potranno
rifarsi sui soci accomandanti solo nella misura di quanto gli stessi abbiano percepito come quota
della liquidazione della società.
LA SAS IRREGOLARE
Ossia quella non registrata nel registro delle imprese.
PROBLEMATICHE: nelle SPA di grandi dimensioni c’è il problema della tutela dei soci di minoranza
e dei creditori sociali. Ecco
La SPA può costituirsi per contratto o per atto unilaterale (dal 2003).
a) Capitale maggiore di 120.000 Euro salvo limite maggiore stabilito dalla legge
b) Sottoscrizione integrale del capitale sociale
c) Versamento in banca del 25% dei conferimenti in danaro (o 100% se con atto
unilaterale)
d) Che sussistano le condizioni richieste dalle leggi speciali
N.B. i versamenti vanno in C/C che rimane vincolato sino alla registrazione al
registro delle imprese, diversamente entro 90 giorni vi è restituzione dei soldi
versati.
IMPO
PRIMA DELL’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: vi è SOLO un contratto di società, con
conseguenti casi di nullità previsti dalla disciplina generale dei
contratti.
DOPO L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: dopo la riforma del 2003sono 3 le cause di
nullità:
1. MANCATA STIPULAZIONE DELL’ATTO COSTITUTIVO con atto pubblico
2. ILLICEITA’ dell’oggetto sociale
3. MANCANZA di ogni indicazione riguardante la denominazione, i conferimenti, l’oggetto
sociale, l’ammontare del capitale sociale.
IMPO => non si possono inserire altre cause di nullità nell’atto costitutivo.
PRIMA DELL’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: effetto retroattivo che travolge tutti
gli effetti prodotti.
DOPO L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: la nullità non pregiudica l’efficacia di alcun
atto compiuto in nome della società, e IN TUTTI I CASI! Quindi sia
che vi sia o no la buona fede!
Quindi i soci non sono liberati dall’obbligo dei conferimenti sino
quando tutti i creditori sociali non siano stati soddisfatti.
PRIMA DELL’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: non è sanabile la nullità del contratto
DOPO L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE: è sanabile sino a che non sia intervenuta
la sentenza che dichiari la nullità. Della rimozione della causa di nullità si deve dare pubblicità nel
registro delle imprese.
IMPRESCRITTIBLITA’, dell’azione di nullità. Può fatta valere da chiunque vi abbia interesse, e può
essere rilevata d’ufficio dal giudice.
IN FASE DI COSTITUZIONE: l’unico socio risponde in solido con coloro che abbiano
agito prima dell’iscrizione nel registro delle imprese. E’ pacifico
che la SPA uni personale risponde solo dopo l’iscrizione al registro
delle imprese.
IN FASE DI CONFERIMENTI: il socio unico deve versare il 100% dei conferimenti in
danaro. Se venisse meno la pluralità dei soci, entro 90 giorni
devono essere versati; in difetto si attiverà la responsabilità
limitata dell’unico socio.
TRASPARENZA: Per consentire che si tratta di SPA uninominale è fatto obbligo che
tutto ciò sia indicato negli atti e nella corrispondenza; i dati
anagrafici dell’unico socio devono essere iscritti nel registro delle
imprese; la responsabilità limitata dell’unico socio decorre proprio
dall’adempimento della pubblicità.
RAPPORTI SOCIETA’ VS UNICO SOCIO: i contratti tra società e unico socio sono
opponibili ai terzi solo se risultano dal Libro delle adunanze e
dalle deliberazioni del CDA, o da atto scritto con data
antecedente al pignoramento.
ECCEZIONI: In cui l’insolvenza della società è coperta dalla illimitata
responsabilità del socio nel periodo di tempo in cui lo stesso
detiene tutte le azioni:
1. Quando non vi sia l’integrale versamento dei conferimenti
2. Sino a che non sia stata attuata la specifica pubblicità prevista
per la SPA uni personale.
PATRIMONI DESTINATI
Ossia destinati ad un singolo affare, per limitare il rischio di un determinato settore:
CAPITALE SOCIALE NOMINALE: la somma dei valori dei conferimenti promessi dai soci; valori che
risultano dall’atto costitutivo (vedi funzione vincolistica e funzione
organizzativa).
PRINCIPI:1. garantire che i conferimenti promessi dai soci vengano “acquisiti” dalla società.
2. che il valore agli stessi assegnato sia “veritiero”
MANCATO PAGAMENTO:
- il socio non può esercitare il diritto di voto
- (dal 2003) la società può offrire le azioni agli altri soci in proporzione alle quote
di partecipazione, e per un valore che non sia inferiore al valore
dei conferimenti ancora dovuti
- in mancanza di offerte dai soci, la società può darle ad una banca o ad un
intermediario, oppure può far decadere il socio trattenendo come
risarcimento del danno i conferimenti già versati
- le azioni del socio escluso entrano a far parte del patrimonio sociale, e la
società può cercare di rimetterle in circolazione “entro
l’esercizio”, diversamente dovranno essere annullate con
conseguente riduzione del capitale.
CONFERIMENTI DIVERSI DAL DANARO: non sono ammesse “Prestazioni d’opera”, né
“Servizi”, poiché di difficile valutazione, il che contrasta l’esigenza
di un capitale sociale “effettivo”.
ACQUISTI PERICOLOSI
Nei primi due anni di attività della società vi è una disposizione che argina i pericoli per l’integrità del
patrimonio sociale che derivano da operazioni potenzialmente pericolose.
In questi casi, per gli acquisti il cui corrispettivo sia maggiore di 1/10 del CS, e avviene entro i primi
due anni dall’iscrizione della società nel registro delle imprese:
- serve l’autorizzazione dell’assemblea ordinaria
- serve una relazione di stima di un esperto designato dal Tribunale
IN CASO DI VIOLAZIONE di detta disciplina, l’acquisto è valido, ma amministratori ed alienante sono
responsabili per i danni eventualmente causati alla società.
PRESTAZIONI ACCESSORIE
L’atto costitutivo può prevedere anche l’obbligo da parte del socio, di “eseguire prestazioni
accessorie non consistenti in danaro”, determinandone CONTENUTO, DURATA, MODALITA’,
COMPENSO, ma gli stessi non costituiscono oggetto di conferimento.
LE AZIONI
Definizione: “sono le quote di partecipazione dei soci nella SPA; sono OMOGENEE, sono
STANDARDIZZATE, sono LIBERAMENTE TRASFERIBILI, rappresentate da dei documenti (TITOLI
AZIONARI) che circolano secondo la disciplina dei titoli di credito.
VALORE DELLE AZIONI: devono essere tutte di uguale valore, e possono essere:
A) AZIONI CON VALORE NOMINALE, per cui lo statuto deve specificare:
a. Il capitale sottoscritto
b. Il valore nominale di ciascuna azione
c. Il numero complessivo di azioni emesse
Il valore nominale (così come il capitale sociale nominale) rimane INVARIATO NEL TEMPO
e può essere modificato SOLO con la modifica dell’atto costitutivo
In questo caso la partecipazione al capitale del singolo azionista sarà espressa in % del
numero complessivo di azioni emesse.
C) IN ENTRAMBI I CASI, il valore complessivo dei conferimenti non può essere inferiore
all’ammontare globale del Capitale Sociale. Ne consegue che “le azioni non possono
essere complessivamente emesse per una somma inferiore al loro valore nominale”.
VALORE DI MERCATO: indicato dai listini, quando le azioni sono ammesse nel
mercato regolamentato. Indica il prezzo di scambio in quel
determinato giorno.
LA PARTECIPAZIONE AZIONARIA
Ogni azione attribuisce poteri e diritti. Vediamoli:
1. Di NATURA AMMINISTRATIVA (es. diritto al voto)
2. Di NATURA PATRIMONIALE (es. diritto agli utili)
3. Di NATURA PATRIMONIALE e AMMINISTRATIVA INSIEME (es. diritto di opzione)
“le deliberazioni dell’assemblea generale che pregiudichino i diritti di una delle categorie
di azioni speciali, devono essere approvate anche dall’ASSEMBLEA SPECIALE della
categoria interessata”.
Se le azioni speciali NON SONO QUOTATE, la disciplina delle assemblee speciali è = a quella delle
assemblee straordinarie
Se le azioni speciali SONO QUOTATE, la disciplina delle assemblee speciali = azionisti di risparmio
AZIONI PRIVILEGIATE
Attribuiscono ai loro titolari un diritto di preferenza nella distribuzione degli utili e/o nel rimborso del
capitale al momento dello scioglimento della società (es. in sede di distribuzione degli utili =>
azionisti privilegiati +2% rispetto agli azionisti ordinari
AZIONI CORRELATE
Azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati della SPA in un dato settore. Lo statuto però
deve prevederne criteri, modalità, etc
N.B. non possono essere corrisposti dividendi maggiori degli utili dell’attività generale
AZIONI DI RISPARMIO
Emesse solo la SPAQ, e possono costituire max 50% del Capitale Sociale. Sono azioni dotate di
privilegi di natura patrimoniale, e incentivano l’investimento in azioni ai risparmiatori, con titoli che
meglio rispondono ai loro interessi:
- Sono azioni emesse AL PORTATORE, e quindi GARANTISCONO l’ANONIMATO
- Sono PRIVE di DIRITTI AMMINISTRATIVI, quindi senza diritto al voto, e di
queste non si tiene conto né per quorum costitutivi né per quorum
deliberativi.
- Hanno SOLO DIRITTI PATRIMONIALI (riforma 1998) e di ciò deve essere
indicato nell’atto costitutivo.
ORGANIZZAZIONE DI GRUPPO
A tutela degli interessi comuni dei possessori di azioni di risparmio è prevista:
a) ASSEMBLEA che delibera sulle azioni che potrebbero pregiudicare i diritti degli azionisti di
risparmio
b) RAPPRESENTANTE COMUNE nominato dall’assemblea che ha diritto ad assistere alle
assemblee della società e di impugnare le deliberazioni.
IMPO => non sono parti del CS, non sono conferimenti, incrementano il PATRIMONIO SOCIALE ma
non il CS.
IMPO => non attribuiscono la qualità di azionista
DISCIPLINA MOLTO SCARNA A RIGUARDO: gli Strumenti finanziari partecipativi possono dare
1. DIRITTI PATRIMONIALI
2. DIRITTI AMMINISTRATIVI (es. diritto al voto su alcuni argomenti specifici)
NELLE SPANQ: possono essere emessi i titoli azionari, ma anche no (in questo caso la
qualità di socio è dimostrata dall’iscrizione nel Libro dei soci). Il
trasferimento dei titoli azionari è disciplinato dalle norme che regolano la
cessione del contratto.
NELLE SPAQ: dal 1998 c’è stata la soppressione materiale dei titoli azionari in favore
di “semplici registrazioni contabili”.
AZIONI NOMINATIVE: tutte le azioni devono essere NOMINATIVE, con esclusione delle azioni di
risparmio, o quelle emesse dalla SICAV, se interamente liberate.
Disciplinate dalle norme dei titoli di credito nominativi (doppia annotazione)
AZIONI AL PORTATORE: Disciplinate dalle norme dei titoli di credito al portatore (consegna)
1. DIRITTO AL VOTO: spetta all’usufruttuario o al creditore pignoratizio, purché non leda gli
interessi del socio. Se sequestrate il diritto al voto spetta al custode.
2. DIRITTI DIVERSI DAL VOTO: esercizio disgiunto sia del socio che dell’usufruttuario (o
creditore pignoratizio). Se sequestrate li esercita il custode.
3. DIRITTO DI OPZIONE: spetta solo al socio e solo ad esso sono attribuire le eventuali
nuove azioni sottoscritte, purché lo stesso versi entro 3 giorni le somme necessarie per
esercitare il diritto di opzione.
a. In mancanza, lo acquistano altri soci, o a mezzo banca o intermediario.
4. AUMENTO GRATUITO DEL CAPITALE: in questo caso pegno, usufrutto e sequestro si
estendono anche alle nuove azioni.
LIMITI LEGALI: a) le azioni liberate con conferimenti diversi dal danaro non possono circolare
prima del controllo della valutazione degli stessi conferimenti
b) le azioni con prestazioni accessorie non possono circolare se non con il consenso del
CDA.
LIMITI CONVENZIONALI: sono determinati da accordi tra i soci, che possono risultare (LIMITI
STATUTARI es. vietare la circolazione delle azioni per almeno 5 anni dalla
costituzione della società) oppure no (PATTI PARASOCIALI che hanno lo scopo di
evitare l’ingresso in società di persone poco gradite) dall’atto costitutivo.
CLAUSOLE DI PRELAZIONE => Impone al socio che vuole vendere le proprie azioni l’obbligo di
offrirle prima agli altri soci, e di preferirli ai terzi a parità di condizioni. La
violazione di questa clausola comporta l’inefficacia del trasferimento nei
confronti della società (che quindi potrà rifiutare l’iscrizione
dell’acquirente nel Libro dei soci), e nei confronti dei soci con diritto di
prelazione. Eventualmente sono proprio i soci con diritto di prelazione ad
avere il diritto di riscattare quelle del terzo acquirente.
CLAUSOLE DI RISCATTO => Prevedono il potere di riscatto delle azioni da parte della società
al verificarsi di determinati eventi (es. in caso di morte). Il valore di
rimborso di dette azioni è determinato applicando le disposizioni in tema
di diritto di recesso.
N.B. Sono tutte clausole che possono essere inserite o tolte con
l’approvazione dell’assemblea straordinaria, e con la possibilità di recesso
per chi non è d’accordo.
1. SOTTOSCRIZIONE => la società non può sottoscrivere le proprie azioni salvo che
eserciti il diritto di opzione su azioni già detenute dalla stessa. Chi sottoscrive lo
stesso, deve liberarle.
DIVIETO DI SOTTOSCRIZIONE DIRETTA: per amministratori, soci fondatori, promotori
DIVIETO DI SOTTOSCRIZIONE INDIRETTA: il terzo che sia responsabile in solido con
amministratori per la liberazione dell’azione.
3. ALTRE OPERAZIONI =>nessun limite quando l’acquisto è funzionale alla riduzione del CS.
La SPA non può concedere prestiti a soci o terzi per la sottoscrizione di azioni
proprie.
La SPA non può accettare in garanzia azioni proprie.
SOTTOSCRIZIONE: dice l’art. 2360 c.c. “vietate alle società di costituire o aumentare il CS
mediante reciproca sottoscrizione di azioni”.
In questi casi le condizioni di acquisto sono quelle che disciplinano l’acquisto di
azioni proprie.
IMPO
L’incrocio di partecipazioni è pericoloso solo in caso di
1. sottoscrizione reciproca
i. aumento del capitale nominale ma non del
capitale reale
2. in caso di acquisto di azioni già in circolazione
i. capitale nominale uguale, ma diminuzione del
capitale reale o di entrambe
ACQUISTO: a) senza alcun limite se tra le due società non c’è rapporto di controllo, e
nessuna delle due è SPAQ.
Le azioni acquistate in violazione dei due precedenti punti vanno alienate entro
un anno, se no la società controllante procede al loro annullamento e
conseguente riduzione del capitale.
c) se l’incrocio riguarda SPAQ, ma tra le stesse non c’è controllo, sono previsti
solo limiti quantitativi:
* se entrambe SPAQ, l’incrocio deve essere minore del 2% del capitale con diritto
di voto.
* se solo una delle due è SPAQ, fino al 10%
LE PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Individuare i principali azionisti in una SPA a volte non è facile, dato che il Libro dei soci indica
l’intestatario formale, ma non il possessore, e dato che lo stesso libro viene aggiornato solo in caso
di esercizio dei diritti sociali.
Art. 120 TUF => stabilisce l’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE alla società partecipata e alla
CONSOB nei seguenti casi:
- per coloro che partecipano in SPAQ in misura maggiore del 2% del CS
- per le SPAQ che partecipano in SPANQ o in SRL in misura maggiore del 10%
CS
Ulteriori comunicazioni vanno poi fatte a step del 5% e sino al 50%, sia quando la partecipazione sale
oltre detti limiti, sia quando invece scende sotto gli stessi limiti.
FUNZIONE PRINCIPALE è quella di rendere note le reali posizioni di potere nella società
oppure si poteva lanciare un’OPA ostile che però spesso scatenava una battaglia tra
gruppo attuale di comando e gruppo offerente.
OGGI: E’ tutto cambiato con la L. 149/1992 (ratio: passaggio più trasparente e con premio di
maggioranza per tutti gli azionisti)
OPA OBBLIGATORIA: quando viene trasferita la partecipazione di controllo di una SPAQ
si lancia obbligatoriamente una Offerta Pubblica di Acquisto. Tutto ciò
consente agli azionisti di disinvestire, beneficiando del “premio di
controllo”.
OPA VOLONTARIA O VOLONTARIA: devono in ogni caso svolgersi nel rispetto delle
regole fissate dalla legge.
OPA OBBLIGATORIA
(Art. 106 TUF): sono due i casi in cui l’OPA è obbligatoria:
OPA SUCCESSIVA TOTALITARIA: Per chiunque vi è obbligo di lanciare un’OPA sulla “totalità” delle
azioni quando venga a detenere più del 30% dei titoli che attribuiscono diritto di
voto nelle deliberazioni assembleari su nomina e revoca degli amministratori, o
del consiglio di sorveglianza.
Con riforma 2007 il PREZZO MINIMO è fissato nel prezzo più elevato registrato
negli ultimi 12 mesi, diversamente si applica il prezzo medio ponderato di
mercato.
OPA PREVENTIVA (FACOLTATIVA): TOTALE se diretta a conseguire il 100% delle azioni (in
questo caso l’offerente può liberamente fissare il prezzo di
acquisto).
L’ASSEMBLEA
È un organo collegiale formato dai soci (o da coloro cui spetta il diritto di voto), che decide secondo
principio maggioritario, e le cui decisioni vincolano tutti i soci, dissenzienti e assenti inclusi. A
seconda dell’oggetto delle deliberazioni si compone l’ASSEMBLEA ORDINARIA oppure l’ASSEMBLEA
STRAORDINARIA.
In ogni caso anche tutto ciò che non sia di competenza dell’assemblea straordinaria
IL PROCEDIMENTO ASSEMBLEARE
CONVOCAZIONE OBBLIGATORIA: a) almeno una volta all’anno, non oltre 120 gg dalla
chiusura dell’esercizio, per consentire l’approvazione del bilancio. In casi
particolari anche entro 180 giorni.
LUOGO: l’assemblea si convoca nel comune ove ha sede la società, se non diversamente disposto
dallo statuto.
CONVOCAZIONE NELLE SPANQ: avviso pubblicato sulla GG.UU. o su un quotidiano indicato nello
statuto, almeno 15 giorni prima, o almeno 8 giorni prima ma con mezzi
“provabili” come raccomandata, fax etc.
CONVOCAZIONE NELLE SPAQ: avviso pubblicato almeno 30 giorni prima, sul sito internet della
società e con altri accorgimenti fissati dalla CONSOB.
CONTENUTO DELL’AVVISO: giorno, ora, luogo, ordine del giorno (non possono essere
affrontati argomenti diversi dall’ordine del giorno). Può essere indicato
anche il giorno fissato per la seconda convocazione, purché lo stesso
giorno si a diverso da quello indicato per la prima.
COSTITUZIONE DELL’ASSEMBLEA
Previsti due tipi di quorum: QUORUM COSTITUTIVO (art. 2368 c.c.) e QUORUM DELIBERATIVO (art.
2369 c.c.). Il primo rappresenta la parte di CS che deve essere presente, il secondo la parte del CS
che deve approvare la deliberazione.
DIRITTO DI INTERVENTO
Possono intervenire all’assemblea cui spetta l’esercizio del voto, oltre amministratori, sindaci,
rappresentante comune degli azionisti di risparmio, e alcuni “non soci” come l’usufruttuario o il
creditore pignoratizio.
VOTO TELEMATICO => lo statuto può prevederlo.
LA RAPPRESENTANZA IN ASSEMBLEA
Gli azionisti possono presenziare personalmente all’assemblea oppure a mezzo rappresentante. Per
evitare fenomeni come il rastrellamento delle deleghe il codice le disciplina:
1. la delega deve essere conferita per iscritto e contenere il nome del rappresentante
2. il rappresentante a sua volta può farsi sostituire da altri solo se la delega lo prevede
3. nelle SPANQ anche il sostituto deve essere indicato nella delega
4. la delega è sempre revocabile
5. la delega opera solo per le singole assemblee (in tutte le sue convocazioni), salvo che uno
abbia una procura generale
6. la rappresentanza non può essere data ad amministratori, sindaci, revisori, dipendenti
della società
7. in caso di enti, la procura invece va solo a propri dipendenti
8. inoltre vi sono limitazioni numeriche:
a. SPANQ max 20
b. Max 50, 100, 200 a seconda delle dimensioni del CS
Sono inoltre previste due ipotesi tipiche di CONFLITTO DI INTERESSI (art. 2373 c.c.)
• Vietato ai soci amministratori votare alle deliberazioni che riguardano la loro responsabilità.
• Vietato ai soci del Consiglio di gestione di votare su ciò che riguarda nomina o revoca dei
Consiglieri di sorveglianza.
Questi sono casi CERTI, e quindi il diritto al voto è senza dubbio inibito.
SINDACATI DI VOTO
Verifica se sono da fare
TERMINE: entro 90 giorni dalla data della deliberazione, oppure entro 180 giorni se
impugnano la CONSOB, ISVAP o BANCA D’ITALIA.
IMPO => a coloro che non sono legittimati a proporre impugnazione è consentito
richiedere il risarcimento eventuale dei danni.
TERMINI: - NESSUNA PRESCRIZIONE su modifica oggetto sociale che preveda attività illecite.
- 3 anni per tutti gli altri casi
- 180 giorni per casi particolari (aumento o riduzione del CS, o per emissione di
obbligazioni)
GLI AMMINISTRATORI
FUNZIONI:
1. Deliberano su tutti gli argomenti attinenti alla gestione della società non riservati
dalla legge all’assemblea straordinaria (POTERE GESTORIO)
2. Hanno la rappresentanza generale della società (tutti o alcuni), ed il potere di
manifestare all’esterno la volontà della società (POTERE DI RAPPRESENTANZA)
3. Convocano l’assemblea e ne fissano l’ordine del giorno, dando anche attuazione
alle delibere, e dove necessario, le impugnano.
4. Curano la tenuta dei libri e delle scritture contabili; redigono annualmente il
progetto di bilancio da far approvare all’assemblea.
5. Devono prevenire atti pregiudizievoli per la società, o perlomeno eliminarne o
attenuarne le conseguenze dannose.
REQUISITI: gli amministratori possono essere soci ma anche no. Possono essere
richiesti anche ulteriori requisiti (onorabilità, professionalità, indipendenza, per
le SPA in materia assicurativa o bancaria).
PUBBLICITA’ => sia nomina che cessazione degli amministratori è soggetta ad iscrizione
nel registro imprese.
COMPENSO => modalità e misura sono stabiliti nell’atto costitutivo.
DIVIETO DI CONCORRENZA => gli amministratori non possono essere soci in altra
società concorrente, salvo autorizzazione dell’assemblea.
IL CONSIGLIO DI AMMINSTRAZIONE
Si ha questo organo quando l’amministrazione è affidata a più persone. E’ retto da un presidente, e
svolge attività collegiale.
CONVOCAZIONE DEL CDA: viene convocato dal presidente che fissa ordine del giorno e informa gli
amministratori della convocazione. Lo statuto può prevedere anche il Consiglio di amministrazione
mediante mezzi di telecomunicazione.
QUORUM COSTITUTIVO: 50% + 1 degli amministratori (salvo uno più elevato se previsto
nello statuto).
QUORUM DELIBERATIVO: maggioranza assoluta dei presenti con voto per teste (salvo
diversa maggioranza prevista nell’atto costitutivo.
LIBRO DELLE ADUNANZE E DELLE DELIBERAZIONI DEL CDA: dove devono risultare tutte le
deliberazioni del CDA.
INVALIDITA’ DELLE DELIBERE: dopo la riforma del 2003 vi sono SOLO delibere ANNULLABILI, e
non più nulle. Possono essere impugnate tutte quelle delibere prese in
difformità rispetto a ciò che prescrive la legge. Possono essere
impugnate dagli amministratori DISSENZIENTI, da quelli ASSENTI, dal
Collegio sindacale, entro 90 giorni dalla data di deliberazione. CASO
PARTICOLARE: può impugnare anche un singolo socio a cui è stato leso
un diritto soggettivo a causa di una delibera del CDA. L’eventuale
ANNULLAMENTO non pregiudica i diritti acquisiti da terzi in buona fede.
OPERAZIONI CON PARTI CORRRELATE: le c.d. “parti correlate” sono quelle indicate dalla
CONSOB come le più rischiose in tema di conflitto di interessi,
ovvero quando si tratti di familiari, di società controllate, etc).
Ebbene, in questi casi per compiere delle operazioni in SPAQ, la
CONSOB prevede che vi sia il preventivo parere del comitato
degli amministratori indipendenti, costituito secondo quanto
dettato dalla CONSOB stessa.
Sono entrambi organi DESIGNATI dal CDA, che determina anche la DELEGA per gli amministratori
delegati:
NON SONO OGGETTO DI DELEGA la redazione del bilancio di esercizio, l’aumento del CS, gli
adempimenti in caso di riduzione CS per perdite, la redazione del
progetto di fusione o scissione.
SONO OGGETTO DI DELEGA riferire ogni 6 mesi al CDA e al collegio sindacale sul generale
andamento e sulle operazioni di maggior rilievo; curare gli aspetti
organizzativi, amministrativi e contabili in modo che siano adeguati alle
necessità e alle dimensioni della SPA.
Di regola ce l’hanno: IL PRESIDENTE DEL CDA, GLI AMMINISTRATORI DELEGATI, e hanno una
rappresentanza GENERALE e PROCESSUALE (attiva e passiva). Se eventualmente fosse conferito il
potere di rappresentanza anche ad altri soggetti, questi sarebbero in aggiunta e non in sostituzione
degli altri.
AZIONE: può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale sia insufficiente a
soddisfare i loro crediti, oppure è promossa dal curatore in caso di fallimento.
Esempio tipico => quando gli amministratori con falso in bilancio inducono soci e terzi a
sottoscrivere un aumento di capitale a prezzo eccessivo.
RESPONSABILITA’: E’ quella dei sindaci, così come per la relativa eventuale azione di
responsabilità.
POTERI: Richiedere documenti notizie, compiere ispezioni e controlli, etc.
SISTEMA DUALISTICO
Di ispirazione tedesca, costa di:
1. Consiglio di gestione (tipo CDA)
2. Consiglio di sorveglianza (tipo collegio dei sindaci)
3. Controllo contabile a revisore esterno
4. Assemblea (con competenze ridotte
1. IL CONSIGLIO DI GESTIONE
DIFFERENZE CON IL CDA: disciplina simile che si differenzia per alcuni fattori, eccoli:
o Il numero dei consiglieri è fissato dallo statuto ma è fissato in almeno
2 componenti
o È nominato dal consiglio di sorveglianza
o Se un consigliere decade viene immediatamente sostituito (no
cooptazione)
o L’azione di responsabilità può essere esercitata anche dal consiglio
di sorveglianza con quorum K 2/3 e quorum D 50% + 1
o Si può rinunciare o transigere a patto che non si opponga una % di
soci.
SISTEMA MONISTICO
Di ispirazione anglosassone, si caratterizza per la soppressione del collegio sindacale:
amministrazione e controllo sono esercitati dal CDA, ma con la particolarità che:
I CONTROLLI ESTERNI
Sono previsti due tipi di controlli esterni: 1. Controllo giudiziario (per tutte le SPA); 2. Controllo
CONSOB (per le SPAQ)
CONTROLLO GIUDIZIARIO
Il Tribunale interviene solo in caso di:
- Gravi irregolarità
- Danno potenziale arrecato dalle irregolarità stesse
Può essere richiesto da:
o 10% dei soci
o Dal collegio sindacale, dal comitato, dal consiglio di sorveglianza
o Dalla CONSOB in casi di gravi irregolarità
o Non più d’ufficio dal Tribunale, ma dal PM nelle SPAQ
PROCEDIMENTO:
FASE ISTRUTTORIA: nella quale vengono sentiti amministratori e sindaci, o con
ispezione (l’ispezione si può evitare se vengono nominati soggetti di
adeguata professionalità che si attivino per accertare le violazioni ed
eliminarle).
PROVVEDIMENTI: possono essere PROVVEDIMENTI CAUTELARI affinché si eviti il
ripetersi delle violazioni
nomina di un AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO, che però può solo
compiere atti ordinari
INFORMAZIONE SU RICHIESTA: può essere anche la CONSOB stessa a richiedere che siano resi
pubblici documenti o informazioni, e in caso di inottemperanza vi può
provvedere la CONSOB stessa!
IL BILANCIO
A partire dal 2005 è stato stabilito che alcune società abbiamo l’obbligo di redigere i propri bilanci in
base ai principi contabili internazionali.
OBBLIGATORIO PER: - SPA con azioni/strumenti finanziari QUOTATI o DIFFUSI tra il pubblico in
maniera RILEVANTE
FACOLTATIVO PER: - tutte le altre SPA
BILANCIO DI ESERCIZIO
Documento contabile che rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria della società alla fine
di un esercizio. Rappresenta anche il RISULTATO ECONOMICO dello stesso.
1. STATO PATRIMONIALE
2. CONTO ECONOMICO
3. NOTA INTEGRATIVA
4. RELAZIONE sulla gestione degli amministratori
5. RELAZIONE del Collegio sindacale
6. RELAZIONE del Revisore contabile
• RELAZIONE SULLA GESTIONE: viene illustrato l’andamento della gestione nel suo
complesso, e nei vari settori, con riguardo a costi, ricavi, investimenti.
- Il PRINCIPIO DI PRUDENZA
- Il PRINCIPIO DELLA CONTINUAZIONE DELLA SOCIETA’
RISERVA LEGALE:dagli utili netti deve essere dedotto il 5% sino a che la riserva legale non abbia
raggiunto il 20% del CS. Se viene poi utilizzata, deve essere poi ripristinata
sempre con il metodo del 5% degli utili ogni anno. Per la salvaguardia
dell’integrità del CS, non viene MAI distribuita tra i soci.
RISERVA STATUTARIA: come la riserva legale, ma con la differenza che questa è prevista dallo
statuto. Istituita ad ulteriore salvaguardia del CS. Questa invece può essere
distribuita tra i soci.
I gruppi di minore dimensione sono esonerati dalla redazione del bilanci consolidato di gruppo.
DIRITTO DI RECESSO: poiché la minoranza non può impedire le modifiche dello statuto,
dalla riforma del 2003 sono state ampliate le cause di recesso:
ESERCIZIO DEL DIRITTO DI RECESSO: con racc A/R entro 15 giorni dall’iscrizione
nel registro delle imprese della delibera che lo legittima ad
esercitare appunto il diritto di recesso.
CONDIZIONI: non possono essere emesse nuove azioni sino a che non siano state
completamente liberate le precedenti. In caso di violazione, la delibera non è nulla ma di
ciò ne rispondono gli amministratori.
AZIONI NON OPTATE: SPANQ: prima a coloro che hanno già optato, poi mercato
SPAQ: vanno nel mercato regolamentato per almeno 5 riunioni, e
il venduto va alla società.
SOVRAPPREZZO
Nei casi di esclusione del diritto di opzione l’emissione delle nuove azioni deve avere
OBBLIGATORIAMENTE un SOVRAPPREZZO, in modo da ridimensionare il pregiudizio subito
dagli azionisti già presenti.
E’ la stessa delibera di aumento del CS che determina il prezzo di emissione delle nuove
azioni, in base al valore del patrimonio netto, e con parere del collegio sindacale o del
revisore nelle SPAQ.
OPZIONE INDIRETTA
Ha lo scopo di dilazionare nel tempo le sottoscrizioni.
CONDIZIONI
• non può essere disposto al di sotto del minimo legale (120.000 euro)
• se la società ha emesso obbligazioni, la riduzione deve tenere conto anche delle stesse
CAUTELE
• l’avviso di convocazione dell’assemblea deve indicare le ragioni e le modalità della riduzione
• la riduzione, a maggioranza del 50% + 1, può essere eseguita solo dopo 90 giorni
dall’iscrizione della stessa al registro delle imprese
• nei 90 giorni i creditori possono proporre opposizione, con effetto sospensivo della delibera
sino all’esito della stessa da parte del Tribunale. Lo stesso può anche disporre, previa idonea
garanzia, che si proceda con la riduzione.
MODALITA’ DI ESECUZIONE
• mediante liberazione dall’obbligo di eventuali versamenti ancora dovuti
• mediante rimborso del capitale
• mediante acquisto da parte della società e successivo annullamento
• mediante riduzione proporzionale del valore nominale di tutte le azioni
• oppure tramite sorteggio, ossia vengono annullate “a sorteggio” un certo numero di azioni
dietro solo rimborso del valore nominale. I possessori di queste azioni “SORTEGGIATE”, hanno
diritto ad AZIONI DI GODIMENTO che partecipano agli utili, ma solo dopo che sia stato
corrisposto alle altre azioni il loro valore nominale + interessi.
IMPO => è quindi una pura riduzione nominale, che non comporta alcuna riduzione del patrimonio
sociale (infatti la riduzione del patrimonio sociale si è già verificata per effetto delle perdite subite!)
• RIDUZIONE FACOLTATIVA: se la perdita è entro 1/3 del CS. Bisogna tenere presente, però,
anche delle riserve! Infatti non si ha perdita sinché le perdite sono minori delle riserve (che
però bisognerà poi ricostituire).
Sono titoli di credito (nominativi o al portatore) che rappresentano frazioni di capitale di uguale
valore nominale (e con uguali diritti) di una operazione finanziaria a titolo di mutuo.
- le obbligazioni sono titoli di massa e attribuiscono il diritto al rimborso di una somma di denaro
- gli strumenti finanziari sono forniti di diritti patrimoniali, amministrativi, e rappresentano una
categoria residuale
TIPI DI OBBLIGAZIONI
OBBLIGAZIONI PARTECIPANTI, OBBLIGAZIONI INDICIZZATE, OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI IN AZIONI,
OBBLIGAZIONI CON WARRANT, OBBLIGAZIONI SUBORDINATE, OBBLIGAZIONI A PREMIO,
OBBLIGAZIONI IN VALUTA ESTERA
LIMITI ALL’EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI
Art. 2412 c.c. “la società può emettere obbligazioni per somme che siano minori del doppio del CS +
eventuali riserve legali + eventuali riserve disponibili”.
DEROGHE:
• le obbligazioni eccedenti devono essere sottoscritte da investitori istituzionali che siano
soggetti a vigilanza da parte della Banca d’Italia (SIM – BANCHE)
• quando le obbligazioni eccedenti sono garantite da ipoteca di 1° grado di immobili di
proprietà della società sino a 2/3 del valore di bilancio degli stessi
• quando ricorrano ragioni di interesse nazionale e vi è autorizzazione da parte di autorità
governativa
Devono essere date in OPZIONE agli azionisti in modo da mantenere inalterata la loro proporzione
partecipativa, e possono essere emesse dagli amministratori con contestuale aumento del CS, ma
solo se hanno delega e se sia espressamente indicato l’aumento max emettibile in quella situazione.
PERIODO DI CONVERSIONE:
A meno che la società stessa non conceda la “facoltà di conversione anticipata”. Infatti non si tratta
di divieto assoluto.
AZIONI INDIVIDUALI: il singolo può agire personalmente a tutela dei propri interessi, purché non sia
in contrasto con le delibere dell’assemblea degli obbligazionisti.
LO SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA’ (art. 2484-2496 c.c)
Ecco l’elenco delle cause che determinano lo scioglimento:
1. Per il decorso del termine di durata fissato nell’atto costitutivo
2. Per il conseguimento dell’oggetto sociale, o per la sopravvenuta impossibilità a
conseguirlo
3. Per impossibilità di funzionamento dell’assemblea, o per sua continuata inattività
4. Per riduzione del capitale per perdite al di sotto del minimo legale
5. Per delibera dell’assemblea straordinaria in seguito al recesso di uno o più soci
6. Per delibera dell’assemblea straordinaria di “scioglimento anticipato”
7. Per cause previste dall’atto costitutivo o dallo statuto.
Non è più causa di scioglimento la dichiarazione di fallimento, anche se con la Legge Fallimentare del
2006 il fallimento è configurato come causa di estinzione della società.
ACCERTAMENTO E PUBBLICITA’: una volta verificatasi una delle cause previste sopra indicate, gli
amministratori devono procedere all’accertamento e alla iscrizione nel registro delle imprese della
delibera di scioglimento della società. Se non provvedono gli amministratori vi provvede il Tribunale.
Viene aggiunta alla denominazione della società la dicitura “in liquidazione”. In caso di omissione
nell’accertamento e nella pubblicità, gli amministratori sono personalmente responsabili.
DECORRENZA DEGLI EFFETTI: dall’iscrizione del registro delle imprese della dichiarazione di
accertamento del CDA e della delibera assembleare che dispone lo scioglimento.
REVOCA DELLO STATO DI LIQUIDAZIONE: disciplinata dalla riforma del 2003, ossia la società può
in ogni momento deliberare la revoca dello stato di liquidazione con l’assemblea straordinaria e con
maggioranza 1/3 CS sia in prima che in seconda convocazione. In questo particolare caso:
• I soci che non hanno concorso in alcun modo alla deliberazione possono esercitare il diritto di
recesso
• I creditori sono comunque tutelati dato che la revoca ha effetto solo dopo i 60 giorni
dall’iscrizione nel registro delle imprese, termine entro il quale i creditori stessi si possono
opporre.
IL PROCEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE
• NOMINA DEI LIQUIDATORI determinata dall’assemblea che ne decide anche il numero, il
funzionamento del collegio, i criteri in base ai quali deve svolgersi la liquidazione, nonché i
poteri dei liquidatori stessi. Se non provvede l’assemblea provvede il Tribunale.
• I LIQUIDATORI: restano in carica per tutto il procedimento di liquidazione, e sono soggetti
alle stesse cause di ineleggibilità e decadenza previste per gli amministratori. Possono inoltre
essere revocati se sussiste giusta causa.
• POTERI, DOVERI, RESPONSABILITA’:
devono adempiere con DILIGENZA e PROFESSIONALITA’
ricevono dagli amministratori beni e documenti sociali, e ne redigono l’inventario
la loro attività è diretta al pagamento dei creditori, e solo successivamente (se avanza
qualcosa) sarà diviso tra i soci
sono personalmente responsabili per i danni che derivano dalle loro azioni
se non bastano i fondi, possono sollecitare i soci che ancora non hanno liberato le
proprie azioni
• BILANCIO ANNUALE: stessa disciplina del bilancio di esercizio, con l’aggiunta che nel 1°
bilancio successivo alla loro nomina devono anche indicare eventuali variazioni tra i criteri di
valutazione e relative motivazioni.
• BILANCIO FINALE: dopo la liquidazione redigono il BILANCIO FINALE con l’indicazione della
parte spettante a ciascun socio (c.d. PIANO DI RIPARTO)
SOPRAVVENIENZE PASSIVE => I creditori rimasti insoddisfatti possono far valere i loro diritti su:
• Sulla somma riscossa dai soci in occasione del bilancio finale
• Sui liquidatori se il mancato pagamento è dipeso da loro.
L’AZIONISTA ACCOMANDATARIO:
• Quelli indicati nell’atto costitutivo sono TUTTI amministratori, di diritto e senza limiti di tempo.
• Risponde delle obbligazioni sociali dall’accettazione della nomina, sino alla registrazione nel
registro delle imprese della sua cessazione.
• Non risponde, di conseguenza, dei debiti contratti prima della sua accettazione e dopo la
cessazione del suo rapporto.
CONFERIMENTI:
• possono essere conferiti tutti gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione economica
• anche prestazioni d’opera o servizi, purché garantiti da polizza assicurativa
• conferimenti in natura, con valutazione non necessariamente di perito del Tribunale, ma
anche da revisore iscritto all’albo. Lo stesso dicasi anche per gli acquisti pericolosi.
IL SOCIO MOROSO: non può partecipare alle decisioni dei soci. La società può
vendere le sue quote coattivamente, e nel caso
mancassero i compratori, può essere escluso dalla società,
con conseguente riduzione del capitale visto che la società
non può comprare le proprie quote.
DIRITTI SOCIALI: spettano ai soci in proporzione alla partecipazione posseduta, salvo che non sia
diversamente disposto nell’atto costitutivo. Gli stessi diritti possono, CON IL
CONSENSO DI TUTTI I SOCI, essere modificati.
DIRITTO DI RECESSO: dopo la riforma c’è ampia libertà statutaria nel definire le cause di
recesso. In ogni caso, è inderogabilmente concesso nei seguenti casi:
• SRL A TEMPO INDETERMINATO: con preavviso di 180
giorni (o 1 anno se previsto nell’atto costitutivo)
• SRL A TEMPO DETERMINATO: spetta ai soci che non
abbiano dato il consenso a cambiare l’oggetto sociale,
alla fusione o alla scissione, alla revoca dello stato di
liquidazione, al trasferimento della sede all’estero, o
all’aumento del CS senza diritto di opzione
RIMBORSO: il socio che recede ha diritto entro 180 giorni al ottenere il
rimborso della propria partecipazione in proporzione al patrimonio
sociale. Il valore viene determinato dal valore di mercato oppure
da un esperto del Tribunale. A questo punto la quota del
recedente va offerta in opzione agli altri soci, o a un terzo
individuato dagli altri soci stessi. Se non vi sono acquirenti si
procede al rimborso dalle riserve della società o in mancanza,
tramite riduzione reale del capitale.
IMPO: l’atto costitutivo può anche prevedere forme di votazione più snelle, come ad esempio:
- X consultazione scritta
- X consenso espresso scritto
In questi casi la maggioranza richiesta è ½ CS.
INVALIDITA’ DELLE DECISIONI:
1. entro 90 giorni dalla data di trascrizione nel Libro delle decisioni dei soci, possono essere
impugnate le decisioni dai soci dissenzienti, da ciascun amministratore, o dal collegio
sindacale. Nessuna rappresentanza “quantitativa” quindi. Il Tribunale può assegnare un
termine di 180 giorni in modo da consentire l’adozione di una nuova decisione che possa
“sanare” quella opposta. (SANABILE)
2. entro 3 anni da chiunque vi abbia interesse, su decisioni con oggetto “impossibile” o
“illecito”, oppure sulle decisioni prese “in assenza di assoluta informazione” (NON
SANABILE)
3. nessun limite di tempo, invece, per le deliberazioni che modificano l’oggetto sociale in
previsione di atti illeciti (NON SANABILE)
L’azione di responsabilità contro gli amministratori può essere promossa anche dal
singolo socio.
LE SOCIETA’ COOPERATIVE
Sono società a capitale variabile che si distinguono per il loro SCOPO MUTUALISTICO. E’ una forma di
società a cui il nostro ordinamento da molto rilievo: nella Costituzione, nel Codice civile, il Leggi
speciali e in Leggi regionali.
Con la riforma del 2003 esistono due tipi di Società Cooperativa:
1. Società cooperative a mutualità prevalente (con agevolazioni tributarie)
2. Altre società cooperative
SCOPO – FINE => produzione di utili (lucro oggettivo) da distribuire fra soci (lucro
soggettivo) SOCIETA’ LUCRATIVE
COOPERATIVE DI CONSUMO => I soci usufruiscono dei beni prodotti dall’impresa (es.
supermercato)
COOPERATIVE DI PRODUZIONE e LAVORO => i fattori produttivi sono forniti dai soci (es.
cantine sociali)
L’attività di impresa si caratterizza quindi per:
GESTIONE DI SERVIZIO a favore dei soci, che sono destinatari non esclusivi dei beni,
dei servizi prodotti, e delle possibilità di lavoro
VANTAGGIO PATRIOMONIALE che consiste in un risparmio di spesa per i beni
acquistati dalla società cooperativa di consumo, o nella maggior retribuzione per i
propri beni, servizi ceduti alla propria società cooperativa.
SOCI SOVVENTORI: forniscono solo il capitale di rischio necessario per lo svolgimento della
attività
SOCI COOPERATORI: lavorano nella società cooperativa
Per scopo mutualistico prevalente si intende che l’atto costitutivo può anche prevedere che la
società cooperativa possa svolgere anche attività con terzi. In questo modo ci si può trovare
di fronte a:
LUCRO OGGETTIVO se la società cooperativa svolge attività per produrre un utile sia
con i soci che con i terzi
LUCRO SOGGETTIVO quando vi sia la distribuzione degli utili, pur secondo dei limiti
stabiliti.
Definizione: “esercizio di attività di impresa tendenzialmente orientata verso
il soddisfacimento del bisogno dei soci (gestione di servizio), con eventuale
limitata ripartizione degli utili fra i soci”.
Per evitare che la società cooperativa venga indirizzata verso finalità prevalentemente
lucrative:
• Deve esserci un numero minimo di soci con determinati requisiti soggettivi
• Devono essere fissati i limiti massimi di partecipazione di ciascun socio e la % degli
utili distribuibile
• La variazione del numero dei soci non comporta la modifica dell’atto costitutivo
(capitale variabile)
• Si vota per teste
LA TRASFORMAZIONE
Disciplina profondamente modificata con la riforma del 2003.
CARATTERISTICA DELL’ISTITUTO: non si estingue una società per farne nascere un’altra, bensì
“con la trasformazione la società con nuova veste conserva diritti ed obblighi, e prosegue tutti i
rapporti dell’ente che ha effettuato la trasformazione” (art. 2498 c.c.)
Il vantaggio è di non dover liquidare una società e costituirne un’altra. C’è il limite però alle
trasformazioni:
• VIETATA la trasformazione da società cooperativa a mutualità prevalente e società lucrativa
• VIETATA la trasformazione durante una procedure concorsuale, se vi sono incompatibilità con
la finalità o lo stato della stessa.
LA FUSIONE
Quando due o più società si fondono in una sola.
FUSIONE IN SENSO STRETTO: una società nuova prende il posto di due o più società che si
fondono
FUSIONE PER INCORPORAZIONE: quando una società già esistente assorbe altre società (+
diffusa)
Non è possibile la fusione di società in stato di liquidazione, mentre invece dopo la riforma del 2003
è possibile per società sottoposte a procedura concorsuale.
DISCIPLINA: la detta l’art. 2504 c.c. “la società che risulta dalla fusione assume obblighi e diritti
delle società partecipanti alla fusione, anteriori alla fusione” da cui si evince che:
• I creditori possono far valere i loro diritti sulla nuova società
• I soci delle società fuse diventano soci della società nuova
TUTELA DEI CREDITORI: bisogna considerare che la fusione riunisce tutti i creditori sulla somma
dei capitali delle società fuse. Ciascun creditore quindi può proporre opposizione nei 60 giorni che
partono dall’iscrizione nel registro delle imprese della delibera di fusione. L’opposizione HA EFFETTO
SOSPENSIVO, salvo che non venga fornita idonea garanzia ai creditori, o relazione di un esperto che
assicura la solvenza della società nuova.
INVALIDITA’ DELLA FUSIONE: L’unico momento per poterla invalidare è nel periodo di tempo tra
la DELIBERA e l’ultima registrazione.
LA SCISSIONE
Con la scissione il patrimonio di una società viene scomposto e trasferito in altre società con
contestuale assegnazione ai soci della società frutto della scissione.
SCISSIONE TOTALE: l’intero patrimonio della società che si scinde viene trasferito a più società. La
prima società quindi si estingue senza che abbia avuto luogo la liquidazione della stessa, poiché le
società beneficiarie della scissione assumono diritti e obblighi in proporzione alla quota di patrimonio
ricevuta in trasferimento.
SCISSIONE PARZIALE: solo parte del patrimonio viene trasferito ad altre società, e quindi la società
scissa resta in vita, sia pure con un patrimonio ridotto.
BENEFICIARIE: beneficiarie della scissione può essere una società di nuova costituzione (i cui soci
sono i soci della società scissa) oppure una società preesistente (incremento del patrimonio +
ingresso dei soci della società scissa).
ULTERIORE DOCUMENTAZIONE:
SITUAZIONE PATRIMONIALE: gli amministratori delle varie società redigono il c.d.
BILANCIO DI SCISSIONE
RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI: che illustrano i motivi della scissione ed il
rapporto di cambio
RELAZIONE DEGLI ESPERTI: sulla congruità del rapporto di cambio, e sulla
adeguatezza del metodo per calcolarlo
Ultimi 3 bilanci di esercizio di ciascuna società
Detti documenti vanno depositati c/o la sede di ogni società durante i 30 giorni che
precedono l’assemblea, e sino alla scissione.
EFFETTI: La scissione ha effetto dalla data in cui viene registrata l’ultima iscrizione
dell’atto di scissione nel registro delle imprese. E’ da questo momento che le società
beneficiarie assumono diritti e obblighi della società scissa, attribuiti nell’atto di
scissione depositato.
I TITOLI DI CREDITO
Nei titoli di credito il “diritto” è incorporato nel documento, e si concretizza in 4 principi
fondamentali:
1. AUTONOMIA DEL DIRITTO: chi acquista la proprietà del documento diventa titolare del
diritto in esso menzionato. Diventa titolare del diritto anche in caso di ACQUISTO A NON
DOMINO, purché sia in buona fede ed entri in possesso del titolo.
2. LETTERALITA’: chi acquista un titolo di credito acquista un diritto il cui contenuto è
determinato esclusivamente da ciò che è scritto nel documento
3. LEGITTIMAZIONE: chi ha conseguito il “possesso materiale” del titolo di credito, nelle forme
previste dalla legge, è senz’altro legittimato ad esercitare il diritto cartolare.
4. VINCOLI: gli eventuali vincoli sul diritto menzionato in un titolo di credito devono essere
esercitati sul titolo stesso, e non hanno effetto se non risultano dal titolo stesso.
Il titolo di credito quindi è uno strumento per la circolazione del diritto e la costituzione di vincoli
sullo stesso. Il titolo di credito vive tre momenti fondamentali nella sua vita:
a) CREAZIONE DEL TITOLO
b) CIRCOLAZIONE DEL TITOLO
c) ESERCIZIO DEL DIRITTO
[IMPO] NON SONO TITOLI DI CREDITO: i DOCUMENTI DI LEGITTIMAZIONE (es. biglietto della
lotteria), e i TITOLI IMPROPRI (es. polizza di assicurazione al portatore)
GESTIONE ACCENTRATA DEI TITOLI DI MASSA: per rendere più sicuro il mercato dei titoli di
massa. E’ esercitata da apposite SPA a statuto speciale (società di gestione accentrata) sotto la
vigilanza della CONSOB e della Banca d’Italia. A questo sistema sono ammessi le azioni e altri
strumenti finanziari purché siano individuati dalla CONSOB. Per i titoli di stato la gestione accentrata
è affidata alla MONTE TITOLI.
- GESTIONE ACCENTRATA NON DEMATERIALIZZATA: si fonda sulla
“custodia accentrata” c/o le società di gestione.
- GESTIONE ACCENTRATA DEMATERIALIZZATA: con eliminazione del
documento cartaceo in favore di sistemi elettronici di scritturazione.
LA CAMBIALE:
Titolo di credito la cui funzione tipica è quella di differire il pagamento di una somma di denaro.
Esistono due tipi di cambiale:
• LA CAMBIALE TRATTA: dove il traente ordina al trattario di pagare una soma di denaro al
portatore del titolo. Quindi si tratta di un “ordine di pagamento”. Ci sono quindi 3 soggetti:
Il TRAENTE che da l’ordine di pagamento
Il TRATTARIO che è il destinatario dell’ordine
Il PRENDITORE che è il beneficiario dell’ordine
• VAGLIA CAMBIARIO: si tratta invece di una “promessa di pagamento”, dove vi sono solo 2
soggetti:
L’EMITTENTE che promette il pagamento, e assume la veste di obbligato cambiario
Il PRENDITORE che è il beneficiario di detta promessa
CARATTERI COMUNI: Sono titoli di credito all’ordine e astratti, e circolano con la girata. La loro
forma è rigorosamente prescritta dalla legge, e contengono una pluralità di obbligazioni (quella del
traente, del trattario, del beneficiario). Infine sono titoli esecutivi, quindi con pronto soddisfacimento
agevolato in fase processuale.
LA CAMBIALE IN BIANCO
Se manca la sottoscrizione del traente o dell’emittente la cambiale non è valida, ma per quanto
riguarda tutti gli altri requisiti non è necessario che questi siano presenti nel momento
dell’emissione. E’ fondamentale che però ci siano nel momento in cui il portatore ne pretende il
pagamento. La CAMBIALE IN BIANCO è quindi quella cambiale che circola sprovvista di alcuni
requisiti essenziali.
L’ACCORDO DI RIEMPIMENTO accompagna l’emissione della cambiale in bianco, però chi la
emette si espone al rischio di un riempimento abusivo: sarà a carico di chi emette l’onere di
provare che l’accordo era diverso. Se chi riempie abusivamente gira la cambiale ad un terzo,
l’emittente non potrà opporsi a meno che il terzo non abbia acquistato il titolo in mala fede.
DECADENZA: dopo 3 anni dal giorno dell’emissione del titolo.
LE OBBLIGAZIONI CAMBIARIE: la cambiale come già detto contiene più obbligazioni, che sono
rette da alcuni principi:
• PRINCIPIO DELLA INDIPENDENZA RECIPROCA secondo cui l’invalidità di una singola
obbligazione non incide sulla validità delle altre obbligazioni presenti nel titolo.
• OBBLIGATI CAMBIARI: nei confronti del portatore sono tutti obbligati in solido, ma secondo
una scala fissata dalla legge, che definisce dei GRADI CAMBIARI secondo il cui ordine vengono
definiti tutti i meccanismi delle obbligazioni.
1° grado: l’accettante (cambiale tratta) o l’emittente (vaglia cambiario)
2° grado: il traente (cambiale tratta) o il girante (vaglia cambiario)
3° grado: il 1° girante (cambiale tratta) e così via
Per cui se paga l’obbligato di 1° grado, sono liberati tutti i gradi successivi. Ma se paga
l’obbligato di 3° grado, sono liberati tutti gli obbligati dal 4° grado in poi, ma non quelli di 1° e
2° grado verso i quali chi ha pagato potrà esercitare l’azione di rivalsa. Si delinea quindi un
doppia categoria di obbligati:
OBBLIGATI DIRETTI: l’emittente, l’accettante e suoi avallanti)
OBBLIGATI DI REGRESSO: gli altri
PRESENTAZIONE: può essere facoltativa (il traente vieta che la cambiale sia presentata per
l’accettazione, e deve comunque essere presentata al trattario); oppure
può essere obbligatoria quando la presentazione stessa fa scattare il
termine di scadenza, oppure quando sia esplicitamente prescritta dal
traente o da un girante.
L’AVALLO
È una dichiarazione con la quale l’avallante garantisce il pagamento della cambiale (è una
garanzia cambiaria). Viene espressa con la forma “per avallo” + sottoscrizione dell’avallante.
L’avallante diventa obbligato in solido con l’avallato, fermo restando che se paga l’avallante,
questi potrà rivalersi sull’avallato. L’avallo è una garanzia autonoma, nel senso che in base al
principio di reciproca indipendenza l’avallato è obbligato anche se l’obbligazione dell’avallato non
è valida.
PAGAMENTO PER INTERVENTO: per evitare che il portatore agisca nei confronti di un
obbligato di regresso il pagamento può avvenire “per intervento”. Ovviamente chi paga libera i
gradi successivi e acquisisce i diritti nei confronti dei gradi precedenti.
LE AZIONI CAMBIARIE: le esercita il portatore in caso di mancato pagamento. Egli potrà agire a
seconda che gli obbligati siano diretti o di regresso.
• AZIONE DIRETTA, nei confronti degli obbligati diretti, senza alcuna particolare formalità.
Deve solo osservare il termine di 3 anni di prescrizione.
• AZIONE DI REGRESSO, decisamente più complicata:
Può essere esercitata alla scadenza, se il pagamento non ha avuto luogo
Oppure può essere esercitata anche prima della scadenza ma solo se l’accettazione è
stata rifiutata, o in caso di fallimento del trattario/emittente
Negli altri casi in seguito al “protesto” (il protesto è la preventiva constatazione del
rifiuto di accettazione o di pagamento, e deve essere elevato nei due giorni successivi
alla scadenza a pena di decadenza dell’azione di regresso!
• AVVISO: il portatore deve dare immediato avviso del mancato pagamento al traente, al
proprio girante ed eventuali loro avallanti entro 4 giorni dalla levata del protesto
IL PROCESSO CAMBIARIO
Per favorire il rapido recupero delle spettanze del creditore vige un regime processuale particolare:
• PROCEDURA ESECUTIVA: il portatore può agire in forza di titolo esecutivo (se con bollo), senza
che sia necessario un provvedimento di condanna.
• PROCEDIMENTO ORDINARIO e PROCEDIMENTO MONITORIO, in alternativa alla procedura
esecutiva.
L’ASSEGNO BANCARIO:
E’ un titolo di credito con l’ordine diretto ad una banca di pagare a vista una determinata somma di
denaro al portatore o a una determinata persona. E’ un vero e proprio strumento alternativo all’uso
del denaro ed è disciplinato come gli altri titoli di credito.
Nonostante tutto però qualche tutela al portatore dell’assegno esiste: vediamo quali
IL VISTO => ha l’effetto di accertare l’esistenza dei fondi e di impedirne il ritiro dal traente
prima della scadenza del termine di presentazione. Se la banca consente al traente di
prelevare, ne risponde. E’ però una tecnica utilizzata pochissimo dato che è sottoposta
a bollo suppletivo
IL BENEFONDI => decisamente forma più diffusa soprattutto tra le banche; si tratta di una
conferma perlopiù telefonica, dell’esistenza dei fondi necessari. La banca risponde dei
danni solo nel caso abbia dato informazioni inesatte.
LA CIRCOLAZIONE DELL’ASSEGNO
• ASSEGNO AL PORTATORE: ovvero sprovvisto dell’indicazione del prenditore
• ASSEGNO ALL’ORDINE: simile alla cambiale nel senso che il girante risponde del
pagamento come obbligato di regresso. L’unica differenza è che in questo caso la girata al
trattario vale come quietanza ed estingue il titolo.
AVALLO: è tecnicamente possibile, ma vista la breve vita del titolo non viene utilizzato.
LEGITTIMAZIONE DEL PORTATORE: la banca controlla l’identità del soggetto che incassa,
la continuità delle girate, e verifica che la firma del traente sia la stessa di quella utilizzata per
aprire il conto corrente (c.d. SPECIMEN)
PRESCRIZIONE: 6 mesi
• ASSEGNO DA ACCREDITARE, poco diffuso, non pagato per contanti, ma solo versato nel
proprio conto.
• ASSEGNO NON TRASFERIBILE, che può essere pagato all’immediato prenditore. In questo
caso la girata è vietata, e se apposta non viene considerata. Se il soggetto intestatario non
vuole riscuotere personalmente, può girarlo ad una banca per l’incasso. Gli assegni sopra i
5000 euro sono non trasferibili per legge
• ASSEGNO TURISTICO, stilato in valuta estera, con doppia firma, una al momento del rilascio
del titolo, e l’altra al momento dell’incasso.
L’ASSEGNO CIRCOLARE:
E’ un titolo di credito all’ordine con la promessa incondizionata della banca emittente di pagare a
vista una somma di denaro. E’ una emissione che avviene dietro pagamento dell’importo
corrispondente da parte del richiedente.
L’assegno circolare è un mezzo di pagamento più sicuro dell’assegno bancario, ma non può essere
emesso al portatore per evitare che faccia concorrenza alla moneta legale!
CONDIZIONI DI REGOLARITA’
L’emissione di assegni circolari è consentita solo alle banche autorizzate dalla Banca
d’Italia
La banca può emetterli solo per somme che siano disponibili al momento
dell’emissione
La banca autorizzata, deve costituire c/o la banca d’Italia una cauzione in titoli a
garanzia degli assegni circolari emessi
REQUISITI DI VALIDITA’
a) Deve contenere la denominazione “assegno circolare”
b) Deve contenere la promessa
c) Deve contenere l’indicazione del prenditore
d) Deve contenere la data e il luogo di emissione
e) Deve contenere la sottoscrizione della banca emittente
Non viene richiesto invece il luogo di pagamento, dato che lo stesso potrà essere pagato in
qualunque sportello della banca emittente.
DISCIPLINA
• La girata a favore dell’emittente estingue il titolo
• Il possessore deve presentare l’assegno all’incasso entro 30 giorni dall’emissione, pena la
decadenza dall’azione di regresso.
Vedi anche le CLAUSOLE (assegno sbarrato, non trasferibile, etc) e vedi AMMORTAMENTO
VAGLIA CAMBIARIO DELLA BANCA D’ITALIA: più diffuso ed utilizzato per i pagamenti delle
pubbliche amministrazioni, in particolare per l’estinzione dei titoli di spesa dello stato.