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La sussidiarietà: una divinità

dai troppi volti


di Massimo Ribaudo*

L’Europa: un’istanza di governo del una ricerca del punto d’incontro fra
territorio, un libero mercato, un pro- l’istanza forte di un obiettivo federale
getto geopolitico per centinaia di mi- e la necessità di cogliere la formula o
lioni di individui. il meccanismo limitato ma cogente
L’Europa è tutto questo e molto di che legasse i Paesi membri ad una
più. Rischia però di non essere nulla. realtà tutta nuova dei rapporti inte-
Perché troppo lontana dai cittadini, reuropei. Con Maastricht si è toccato
troppo incisiva ed onnipresente nel il punto massimo del tentativo di
settore della produzione, poco efficace creare legami forti di governo unitario
od addirittura inesistente nei rapporti a livello europeo intorno ad un’area
politico-sociali. funzionale. Quest’ultima, infatti, è
ora situata al massimo livello possibi-
Nell’attuale Conferenza Intergoverna- le: l’area monetaria2. Materia delica-
tiva si dovrebbero prendere provvedi- tissima, innanzitutto perché sul piano
menti normativi ed azioni politiche in simbolico tocca il cuore della sovra-
grado di mutare tale sconsolante qua- nità, anche se nulla è così da tempo
dro, ma il grande frastuono delle di- internazionalizzato come la materia
chiarazioni dei governi sulla moneta monetaria. In secondo luogo, perché
unica, (materia che peraltro non è in- la politica monetaria è da tempo al
serita nell’ambito di quelle da trattare centro della politica economica. Per
in sede di CIG), sta conducendo i la- tutto questo gli impegni di Maastri-
vori della stessa verso un enorme vuo- cht sono, nella loro parte essenziale, il
to d’interesse, internamente ed ester- frutto massimo di un metodo e per
namente all’Unione. questo, inutile nasconderlo, sono ad
alto rischio.
La storia della Comunità Europea1, è
stata, almeno nelle sue fasi dinamiche, Non c’è nulla di male ad ammetterlo.
L’Europa è anche, e per alcuni “so-
* Studioso di sistemi politici comparati e di temati- prattutto”, una costruzione economi-
che relative all’Unione Europea. ca3. Voluta e creata dai governi degli

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Stati membri per incrementare lo svi- colare modo d’intendere la partecipa-
luppo dei propri Paesi, da un lato, e zione comunitaria ed, in definitiva, il
dall’altro, delegare ad un’istanza supe- principio di sussidiarietà, dove, in
riore responsabilità per scelte troppo questo caso, si utilizzano i poteri sta-
rigorose ed impopolari, allontanando- tali quando non confliggenti con l’o-
le dal proprio ambito di competenze, pinione pubblica interna, per affidarli
oggetto di valutazioni e critiche da al livello superiore, quando la tempe-
parte dell’elettorato interno. ratura sociale consiglia di delegarli
L’integrazione europea ha quindi avu- temporaneamente.
to una base funzionale, ad essa sono
stati conferiti i poteri atti a svolgere Visto il dibattito culturale e politico
quella serie di compiti che maggior- che su di esso si è incentrato, possia-
mente contribuissero ad elevare la mo dire che il principio di sussidia-
prosperità economica nei rapporti in- rietà ha dimostrato di essere qualcosa
terstatuali. di più di un geniale argomento di di-
In definitiva, i governi statali conferi- scussione. Chi ha introdotto il concet-
scono all’Unione funzioni e poteri to di sussidiarietà nell’armamentario
d’esercizio per loro “scomodi” o sem- terminologico della costruzione co-
pre più inapplicabili a causa della munitaria, voleva semplicemente af-
pressione dei gruppi sociali ed econo- fermare che una serie di funzioni di
mici, mantenendo però l’effettivo po- governo si esercitano meglio sopra, a
tere di decisione in quei campi (sicu- livello di comunità, che non sotto, a
rezza interna, difesa, politica fiscale, livello di Stati. Tuttavia è chiaro che
istruzione) che meglio garantiscono il in sé il concetto non poteva essere
governo e la coordinazione delle co- usato in una sola direzione. Esso, co-
munità minori. me si è detto, è naturalmente bidire-
In un’ottica pessimista, ma forse at- zionale ed ha un forte contenuto di
tenta alle reali strategie dei partner eu- relatività storica: non esiste infatti un
ropei, gli Stati membri attraverso l’U- problema che possa essere risolto me-
nione si assicurano un baluardo istitu- glio ad un livello di governo, piuttosto
zionale ed un serbatoio di aiuti econo- che ad un altro, in termini generali e
mici nei momenti di recessione, per per l’eternità. La sussidiarietà è un
poi, quando la domanda interna au- principio di movimento, flessibile, che
menta e la fase congiunturale si ritiene per diventare un principio di diritto
superata, lamentare lo spossessamento ha bisogno di procedure e di organi.
di competenze e riottenere quel baga- Sulla pluridirezionalità del concetto si
glio di poteri per gestire la nuova fase sono accaniti soprattutto gli inglesi e
di espansione. È certamente un parti- quanti altri immaginano che sia arri-

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vato il momento per restituire agli violazione dell’ordine naturale, che
Stati, o ad altri livelli di governo (le un’associazione più ampia e più im-
Regioni), molte competenze prima portante si arroghi funzioni che pos-
esercitate dalla Comunità. sono essere svolte con efficienza da
Leon Brittan, nella sua conferenza sul gruppi più piccoli e di rango inferiore.
tema della sussidiarietà, tenuta nel giu- .... Per sua stessa natura il vero scopo
gno 1992 a Firenze, sottolineò la spe- di ogni attività sociale dovrebbe essere
ranza che si giungesse ad una revisione quello di aiutare i membri del corpo
della legislazione comunitaria per re- sociale, mai quello di distruggerli o as-
stituire competenze agli Stati e che il sorbirli in esso”.
principio di sussidiarietà divenisse di La preoccupazione della Chiesa era che gli Stati,
“diretta applicazione”, tale quindi da sopraffatti dalla logica interventista giustificata
poter essere azionato anche dai cittadi- dal periodo di grande depressione internaziona-
le, rischiavano di distruggere la dimensione so-
ni presso le giurisdizioni e da servire in ciale della vita del cittadino, lasciandolo conse-
tal modo come strumento di controllo guentemente senza difesa nei confronti del po-
diffuso sulla Comunità. tere statale e quindi incapace di difendere la
propria essenza di uomo libero.
Il principio è riconfermato nell’Enciclica “Cen-
STORIA DI UN CONCETTO tesimus Anno” di Papa Giovanni Paolo II del 1
maggio 1991, in cui si afferma che una data
Il concetto di sussidiarietà non ha competenza deve essere attribuita ai poteri pub-
un’univoca connotazione nell’ambito blici o ad un livello superiore di governo soltan-
della teoria federalista, anzi, esso è na- to se l’iniziativa sociale oppure il livello inferio-
re di governo, data la natura dell’azione, non
to come principio di organizzazione siano in grado di realizzarla con il medesimo li-
sociale “orizzontale” per giustificare vello di efficacia. In tale affermazione è conte-
l’azione della collettività o la preferibi- nuta l’illustrazione del “principio della funzione
lità di quella individuale. La formula- sussidiaria” (subsidiarii officii principium), che è
zione classica si deve alla elaborazione considerato l’elemento chiave della costruzione
della Chiesa cattolica e specificata- dell’ordine sociale.
In alcuni settori, l’azione o la stessa iniziativa
mente essa è rinvenibile nell’Encicli-
individuale non dovrebbero essere soggette ad
ca Quadragesimo anno (15 maggio alcuna interferenza, sia da parte dello Stato che
1931) nella quale Papa Pio XI, pre- di qualsiasi altra formazione sociale. La società è
scrivendo gli elementi indispensabili indispensabile per l’individuo e per lo sviluppo
all’ordine sociale, affermava che “... della sua personalità. Lo Stato e le altre forma-
come è sbagliato sottrarre all’indivi- zioni comunitarie dovrebbero venire in soccor-
so dell’individuo se esso, da solo, fosse incapace
duo ed affidare ad un gruppo quello
di evolversi o di svilupparsi.
che può essere portato a termine da Ulteriori sviluppi di tale principio, che si trova-
imprese o industrie private, è altresì va in nuce già in Aristotele, e troveremo poi
un’ingiustizia, un grave male ed una compiutamente esposto nell’opera di Marsilio

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da Padova, giungono a evidenziare che le entità legge di un Land potrebbe nuocere agli interessi
sociali più piccole, grazie alla loro maggiore vi- di altri Laender o della collettività, o
talità, acquisiscono un’autorità sostanziale alla 3) lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o
quale lo Stato non deve e non può sostituire la dell’unità economica, ed in particolar modo la
propria. La sua azione dovrebbe limitarsi ad af- tutela dell’uniformità delle condizioni di vita,
fiancarla ed a potenziarne le capacità di svilup- prescindendo dai confini territoriali di ogni sin-
pare il benessere dei partecipanti ad essa. golo Land”.
Nel pensiero politico contemporaneo una riva-
lutazione del principio di sussidiarietà è quella
offerta da Tocqueville e dalla dottrina tedesca
LA SUSSIDIARIETÀ NELL’ESPERIENZA
del diritto naturale, ove si ritiene che l’organiz-
zazione collettiva trova la sua giustificazione nel COMUNITARIA
consentire lo sviluppo della personalità: la so-
cietà è indispensabile per l’individuo e per lo La ricostruzione della storia della sus-
sviluppo della sua personalità, ma ci sono alcu- sidiarietà ha posto in evidenza come la
ni obiettivi che l’individuo può perseguire e prima affermazione del concetto, in
realizzare da solo o cooperando con altre forma-
zioni sociali non statali, dove quindi l’azione
ambito comunitario, si ebbe nel caso
pubblica non dovrebbe esplicarsi. della querelle sollevata dai Laender te-
Situazione questa che viene esaltata dalla dottri- deschi intorno ai rischi che l’estensio-
na federalista, la quale ricordiamo, coerente- ne della Comunità avrebbe creato per
mente alle posizioni del costituzionalismo libe- le competenze esclusive degli stessi
rale della quale fu naturale emanazione, è una
compiuta teoria della suddivisione e coordina-
Laender fissate dalla Grungesetz della
mento di competenze tra più sfere di governo Repubblica federale. Un uso, quindi,
del territorio, e tra queste e l’individuo, supre- difensivo, sulla falsariga delle clausole
mo punto di riferimento per giustificare la ne- di salvaguardia delle competenze dei
cessità o meno dell’intervento di una o più delle livelli inferiori di governo di norma
sfere pubbliche. Ricordiamo, ad esempio il X
presenti nelle costituzioni federali. Il
emendamento della Costituzione degli Stati
Uniti d’America che recita “The powers not de- fatto già denota la bidirezionalità del
legated to the United States by the Constitu- principio.
tion, nor prohibited by it to the States, are re- Le prime apparizioni di tale principio
served to the States respectively, or to the peo- risalgono al rapporto Spierenburg del
ple”, oppure l’art. 72 della Legge fondamentale
1° maggio 1975, e soprattutto al Rap-
tedesca, il quale dispone che:
“I. Nell’ambito della legislazione concorrente, i porto sull’Unione Europea presentato
Laender hanno competenza legislativa solo dalla Commissione al Consiglio il 26
quando e nella misura in cui il Bund non faccia giugno 1975 (ispirato da Altiero Spi-
uso del suo diritto di legiferare. nelli), in cui l’Unione europea è rap-
II. Il Bund ha, in questo ambito, il potere di le- presentata come una nuova entità do-
gifererare se:
1) una questione non può essere efficacemente
tata di personalità giuridica e di pro-
regolata dai singoli Laender, o prie competenze. Queste sarebbero
2) la regolazione di una questione mediante la state di tre tipi: esclusive, concorrenti

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e potenziali. Tra quelle esclusive sareb- La sussidiarietà, infatti, secondo la de-
bero rientrate la politica commerciale finizione che si ricavava dal Progetto
e la tariffa doganale comune. Ponendo di Trattato che istituisce l’Unione eu-
l’attenzione sulla definizione di “com- ropea (progetto Spinelli), approvato
petenze potenziali” si rileva come esse dal Parlamento europeo nel febbraio
avrebbero dovuto riguardare aree d’in- 1984, definisce i compiti da svolgere
tervento che sarebbero potute essere attraverso le istituzioni europee (vd.
successivamente acquisite dall’Unio- art. 12, 2° c.): si tratta dei compiti che
ne, ma che inizialmente sarebbero sta- “in comune possono essere svolti più
te lasciate alla competenza degli Stati. efficacemente che non dai singoli Stati
Nel Rapporto era comunque precisato membri separatamente”, compiti fra i
che, in relazione al principio di sussi- quali vengono indicati esemplificati-
diarietà, l’Unione sarebbe stata re- vamente quelli la cui realizzazione ri-
sponsabile soltanto di quelle materie chiede l’azione in comune “giacché le
per le quali gli Stati membri si fossero loro dimensioni o i loro effetti oltre-
dimostrati incapaci di intraprendere passano i confini nazionali”.
azioni efficienti. Il principio di sussidiarietà appare poi
Tale principio è poi comparso nel implicitamente nei Trattati di Parigi e
Rapporto Mac Dougall sul federali- ha le sue radici nell’articolo 4 del Trat-
smo finanziario del 1977 e nel proget- tato CECA, che stabilisce i limiti dei
to di Trattato sull’Unione adottato dal poteri delle istituzioni e provvede a
Parlamento europeo il 14 febbraio che la missione affidata alla Comunità
1984, noto anche come il “Progetto sia espletata da quattro istituzioni: il
Spinelli”, nel cui articolo 12 si leggeva Parlamento, il Consiglio, la Commis-
una chiara distinzione tra competenze sione e la Corte di Giustizia. È inoltre
esclusive dell’Unione, per le quali sol- previsto che ciascuna istituzione operi
tanto le istituzioni comunitarie aveva- nei limiti dei poteri che le sono confe-
no il potere di agire, e competenze riti dal Trattato, costituendo così la
concorrenti, per le quali gli Stati mem- base giuridica e politica fondamentale
bri potevano intervenire fin tanto che del principio di sussidiarietà (art. 2, 3
l’Unione non avesse emanato proprie e 7 CECA e 1,2 e 3 EURATOM).
norme. L’Unione in tal caso, comun- Si deve subito rilevare che il principio
que, aveva competenza ad intervenire di sussidiarietà non può essere fatto
soltanto se l’obiettivo poteva essere coincidere con quanto desumibile da
raggiunto più efficacemente con un’a- tali articoli: il contenuto dell’art. 235
zione comune, soprattutto quando la CEE è stato infatti mantenuto dal Trat-
dimensione dell’azione ed i suoi effetti tato sull’Unione poiché esso costitui-
travalicassero i confini nazionali. sce la fonte dei cd. “poteri impliciti”

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della Comunità. Il principio consente ria sociale, il quale consente agli Stati
semplicemente di ampliare le compe- membri di potenziare l’azione basata
tenze della Comunità nel quadro degli sulla normativa comunitaria relativa
scopi del Trattato, in quanto riconosce alle condizioni di lavoro, in modo che
una competenza generale della Comu- la Comunità possa intervenire parzial-
nità qualora se ne manifesti la neces- mente, per lasciare le ulteriori azioni
sità: è quindi un parametro, a livello più specifiche alla discrezionalità dei
istituzionale, per valutare all’interno singoli Stati, e, analogamente, nell’art.
dell’azione comunitaria, la necessarietà 130 T, modificato dal Trattato sul-
della stessa per la realizzazione di uno l’Unione, che riguarda le misure di
scopo finalizzato al completamento protezione ambientale, nonché nella
del mercato comune; mentre l’articolo Carta sociale europea, definita dal
3B permette di valutare in termini di Consiglio dei ministri competenti per
opportunità, utilità e qualità se l’o- gli affari sociali ed adottata da undici
biettivo di una determinata azione Stati membri al Consiglio europeo di
possa essere conseguito meglio dalla Strasburgo (8-9 dicembre 1989), nel
Comunità rispetto agli Stati membri. cui preambolo si afferma che “le ini-
Attraverso l’articolo 235, invece, l’op- ziative da prendere per l’attuazione di
zione a favore dell’azione comunitaria tali diritti sociali, rientrano, rispettiva-
è già acquisita. mente, nella sfera di competenza degli
La sussidiarietà viene espressamente Stati membri e degli enti che li costi-
menzionata con l’Atto Unico: nell’art. tuiscono o in quella della comunità,
103 R. 4 del Trattato Cee, non modi- in base al principio di sussidiarietà”.
ficato a Maastricht, è previsto che la Nella conclusione del Preambolo del
Comunità “agisce in materia ambien- Trattato di Maastricht è scritto che “si
tale nella misura in cui gli obiettivi di è convenuto di istituire un’Unione
cui al paragrafo 1 possono essere me- Europea sempre più stretta fra i popo-
glio realizzati a livello comunitario li dell’Europa, in cui le decisioni siano
piuttosto che a livello dei singoli Stati prese il più vicino possibile ai cittadi-
membri....” e che “fatte salve alcune ni, conformemente al principio di
misure di carattere comunitario, gli sussidiarietà”. Inoltre, l’art. A, secon-
Stati membri assicurano il finanzia- do comma, delle Disposizioni comu-
mento e l’esecuzione delle altre misu- ni, stabilisce che “il presente Trattato
re”, inserendo il tema di una politica segna una nuova tappa nel processo di
di finanziamento differenziata tra Co- creazione di un’Unione sempre più
munità e Stati membri. stretta tra i popoli d’ Europa, in cui le
Altre ipotesi di sussidiarietà sono da decisioni siano prese il più vicino pos-
rilevarsi nell’art. 183.3 CEE, in mate- sibile ai cittadini”. Il successivo art. B,

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2° comma, ribadisce che, “gli obiettivi in seno al Consiglio europeo di Edim-
dell’Unione saranno perseguiti con- burgo (11-12 dicembre 1992) si è cer-
formemente alle disposizioni del pre- cato di precisare la portata applicativa
sente Trattato, alle condizioni e secon- del principio precisando che5:
do il ritmo ivi fissati, nel rispetto del – al primo capoverso dell’articolo è
principio di sussidiarietà, definito specificato che l’azione della Comu-
all’art. 3B del Trattato che istituisce la nità deve essere svolta nell’ambito del-
Comunità europea”. le sue attribuzioni. Principio fonda-
La situazione di stallo in cui si trovava mentale del diritto comunitario resta
l’Europa comunitaria riguardo lo svi- quindi quello per il quale la Comu-
luppo e la direzione di sviluppo delle nità non può agire se la relativa com-
sue istituzioni fu superata, a metà degli petenza non le sia stata espressamente
anni Ottanta, anche attraverso il ricor- attribuita. La competenza nazionale è
so all’idea di sussidiarietà. E questa quindi la regola, mentre quella comu-
idea si è poi affermata come uno dei nitaria rappresenta l’eccezione;
criteri guida per l’evoluzione delle isti- – al secondo capoverso è invece indi-
tuzioni comunitarie 4, fino ad avere cato il principio che la Comunità deve
esplicito riconoscimento nell’art 3 B seguire ogni qual volta, nei settori che
del Trattato, il quale lo delinea preci- non rientrano nella sua competenza
sando che “La Comunità agisce nei li- esclusiva6, essa si trovi a decidere se
miti delle competenze che le sono con- esercitare o meno l’azione. È questo il
ferite e degli obiettivi che le sono asse- “principio di sussidiarietà in senso
gnati dal presente trattato. Nei settori giuridico stretto”, che permette di ve-
che non sono di sua esclusiva compe- rificare la necessità dell’azione prevista
tenza la Comunità interviene, secondo nei settori che non sono di esclusiva
il principio di sussidiarietà, soltanto se competenza della Comunità;
e nella misura in cui gli obiettivi del- – al terzo capoverso è precisato, infi-
l’azione prevista non possono essere ne, il criterio per stabilire quale deve
sufficientemente realizzati dagli Stati essere la natura o l’intensità dell’azio-
membri e possono dunque, a motivo ne comunitaria: questo dovrebbe vale-
delle dimensioni o degli effetti del- re sia per le azioni relative agli ambiti
l’azione in questione, essere realizzati di competenza esclusiva, sia per quelle
meglio a livello comunitario. L’azione che rientrano nella sua competenza
della Comunità non va al di là di concorrente, e richiede, (sulla base
quanto necessario per il raggiungimen- dell’esperienza giurisprudenziale della
to degli obiettivi del presente trattato”. Corte di Giustizia delle Comunità
Nel corso del Consiglio europeo di Li- Europee), che i mezzi impegnati dalla
sbona (27 giugno 1992) e soprattutto Comunità siano proporzionati all’o-

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biettivo perseguito (principio di pro- permetta l’identificazione del soggetto
porzionalità o di intensità). istituzionale legittimato ad una deter-
minata scelta politica all’interno dei
settori predetti ed evidenzi tempi e
IL DIBATTITO SULLA SUSSIDIARIETÀ modalità di esercizio delle competenze
L’analisi dei governi e della dottrina già determinate ai sensi del Trattato
giuridica si è soffermata sul tema dei che istituisce l’Unione.
rapporti tra ordinamenti normativi Così espresso, il problema riguarda in
interni ed ordinamento comunitario e definitiva non già l’ambito delle com-
l’opportunità di politiche nazionali petenze spettanti alla Comunità che,
autonome in settori di interesse co- come detto, sono specificate all’inter-
munitario. no di precise norme, ma il criterio for-
È ormai consolidato l’orientamento male per far sì che, in quelle concor-
che ritiene compresenti, all’interno renti, si possa decidere l’opportunità,
delle proprie specifiche aree di compe- la quantità e la qualità dell’azione co-
tenza regolate nei trattati, sullo stesso munitaria in sostituzione della deci-
territorio un diritto nazionale ed un sione statale, locale od addirittura pri-
diritto europeo, egualmente in grado vata.
di influenzare il comportamento dei
cittadini, degli enti privati, delle for- Nell’intero contesto del diritto comu-
mazioni sociali e delle istituzioni pub- nitario, il principio di sussidiarietà
bliche, a livello locale, nazionale e di non ne costituisce il criterio essenziale
rapporti tra Stati. Due ordinamenti, né si erige al centro del sistema, ma
direbbe la dottrina, entrambi validi, forma – insieme agli altri criteri, quali
effettivi ed in grado di esplicare la loro quello dell’attribuzione di competenze
vigenza erga omnes. e di proporzionalità, la clausola d’inte-
A questo punto, e proprio quando le grazione dell’articolo 235 del Trattato
materie toccate dall’ordinamento co- e i precetti regolatori di ciascuna delle
munitario lambiscono od addirittura politiche settoriali – un insieme coor-
penetrano all’interno di settori come dinato ed inscindibile.
la sicurezza interna, la fiscalità, il bat- Preso da solo, insomma, il principio
tere moneta, la giustizia, – settori i di sussidiarietà non è un elemento
quali, dal momento del suo sviluppo qualificante l’intero sistema, né costi-
in senso moderno, sono stati ritenuti tuisce un principio strutturale di una
sempre di prerogativa monopolistica forma federativa determinata. Esso
dello Stato –, si ritiene necessaria la non interferisce in alcun modo nel-
posizione di una norma di struttura l’attribuzione di competenze della Co-
che, insieme alle altre già esistenti, munità, siano esse esclusive o concor-

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renti. Da esso quindi non deriva alcun stra prima costituzione unitaria, lo
effetto sull’equilibrio dei poteri, sulla Statuto albertino, il Trattato è un mu-
supremazia del diritto comunitario, o ro che non ci permette di indietreg-
sul principio di lealtà sancito all’arti- giare ma soltanto di guardare in avan-
colo 5 del Trattato. Le obbligazioni e i ti. La sussidiarietà è una delle tante
doveri che il Trattato attribuisce agli coordinate che permette di identifica-
organi comunitari rimangono total- re gli obiettivi. Che sono certamente
mente invariati. quelli di difendere e rispettare le com-
In una prospettiva di attenta esegesi petenze locali e la possibilità che gli
letterale del testo, il principio in que- organismi che esercitano le stesse pos-
stione vuole precisare, da una parte, sano farlo secondo i sistemi più effica-
che nell’esercizio delle competenze ci rispetto alla peculiare strutturazione
concorrenti la presunzione generale di della comunità residente. Ma anche di
competenza resta agli Stati membri, fondare nuove azioni comunitarie sul
mentre dall’altro, legittima l’interven- bisogno che metodi efficaci e pro-
to comunitario quando non concorro- grammi che coinvolgono più Paesi
no i presupposti che giustificano l’a- possano essere condotti ed organizzati
zione statale, quando cioè questa do- mediante lo strumento comunitario e
vesse dimostrarsi insufficiente a realiz- non lasciati ai mezzi talvolta obsoleti
zare gli scopi del Trattato. della cooperazione transfrontaliera.
Questi i due termini della questione. Un uso diverso del principio sarebbe,
È chiaro che la dottrina giuridica dei secondo il discorso fin qui elaborato,
vari Paesi si soffermi più su uno che censurabile ed impugnabile presso la
sull’altro a seconda delle proprie esi- Corte di Giustizia.
genze interne. La dottrina tedesca, ad
esempio, afferma il principio di sussi-
diarietà come esempio di strumento L’AMBITO DI APPLICAZIONE
di difesa delle comunità locali di fron-
te ad eventuali eccessi comunitari. Ma Da più parti è stato osservato che, per
nel far questo, d’altro canto, si am- una compiuta realizzazione dell’Unio-
mette pur sempre che il principio in ne, la Comunità dovrebbe limitare la
questione, ove si presentasse la fatti- propria assunzione di competenze al
specie descritta dall’art. 3B, permette- fine di dotarsi soltanto di quei poteri
rebbe comunque un più esteso potere che le consentano di perseguire deter-
d’intervento della Comunità, e quindi minati scopi meglio o più efficace-
non sarebbe più un mero fattore di di- mente ad un livello sovranazionale; in
fesa, ma anzi elemento d’integrazione. sostanza, la “costituzionalizzazione”
In sostanza, come fu detto per la no- del criterio permette alla Comunità,

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specie in sede di periodico controllo completa il principio funzionale: non
dello stato di avanzamento dell’inte- solo l’intervento comunitario deve ri-
grazione, di riesaminare la sfera di po- sultare finalizzato al conseguimento di
teri esercitati, allo scopo di valutare se un obiettivo del Trattato, ma devono
continua ad avere un senso che essi anche essere soddisfatti i requisiti di
siano esercitati a livello comunitario efficacia ed idoneità insiti nel princi-
piuttosto che a livello nazionale, e vi- pio sussidiario.
ceversa. Il principio, così come espresso, tende
Sulla base di queste considerazioni si quindi a preservare il decentramento,
comprende allora il motivo per cui previsto come regola generale, mante-
l’articolo 3B abbia assunto valenze po- nendo l’esercizio dei poteri ai livelli
litiche all’interno degli Stati membri e sub-comunitari e quindi il più vicino
delle istituzioni comunitarie. possibile ai cittadini (Art. A), impe-
Nel progetto di Trattato sull’Unione dendo che si verifichi un eccessivo ac-
possono così essere individuati due centramento dei poteri al livello supe-
modi di intendere il principio di sussi- riore, che solo eccezionalmente è con-
diarietà: secondo la prima concezione, sentito.
alla Comunità sono assegnati soltanto La sua funzione propria “non è quella
quei compiti la cui dimensione o i cui di attuare il decentramento dei poteri
effetti vadano oltre le frontiere nazio- dal livello superiore a favore degli or-
nali. L’altra concezione si basa, invece, gani subcomunitari nei casi in cui que-
sulla convinzione che gli Stati trasferi- sti dimostrino di poterli esercitari in
ranno ad un livello più elevato soltan- modo altrettanto efficace, ma quella di
to i compiti essenziali e che possono costituire un limite all’assunzione dei
essere espletati in modo migliore a li- poteri da parte degli organi centrali”7.
vello comunitario piuttosto che dal Non sembra quindi teorizzabile la de-
singolo Stato, sulla base di un criterio finizione del principio come un mec-
di efficacia. canismo di ampliamento delle compe-
Nell’ambito del Trattato di Roma la tenze comunitarie al di là di quanto
decisione sulla necessarietà e/o sul- previsto dai trattati. La sussidiarietà
l’opportunità dell’intervento comuni- opera sempre in connessione con il
tario era basata sul principio funzio- principio di attribuzione, che ne costi-
nale, sull’esigenza di perseguire una fi- tuisce il presupposto. Per l’attribuzio-
nalità comunitaria. Solo il rispetto del ne di nuove competenze, o meglio di
principio di proporzionalità poteva nuovi poteri, occorre comunque ricor-
costituire un limite all’intensità del- rere all’art. 235. Quest’ultimo, è bene
l’intervento comunitario. ricordarlo, opera secondo il già citato
Attraverso l’art. 3B si corregge e si legame funzionale tra uno scopo del

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Trattato e la “nuova” azione comuni- menti nazionali in ordine a quelle de-
taria necessaria al suo raggiungimen- terminate materie;
to, in tutta autonomia (ma non certo 5) ritiene importante fornire garanzie
totale indifferenza) dal concetto di pubbliche e giuridiche in merito al ri-
sussidiarietà. spetto delle competenze della Comu-
nità e degli Stati.
Il Parlamento europeo ha preso co-
scienza di questi possibili svilup-
pi giungendo all’approvazione di una IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
fondamentale risoluzione sul prin- COMUNITARIE
cipio di sussidiarietà, attraverso la
quale: In applicazione del principio di sussi-
1) constata che il principio di sussi- diarietà le istituzioni comunitarie do-
diarietà è contenuto esplicitamente ed vranno agire di comune intesa per
implicitamente nei Trattati; uniformare al suo rispetto l’azione
2) ritiene che detto principio non do- globale della Comunità. La loro azio-
vrebbe essere usato unicamente per ne cioè, nell’ambito delle competenze
definire le rispettive competenze della di ciascuna istituzione, dovrà essere
Comunità e degli Stati membri, ma elaborata dopo aver effettuato una
anche per determinare il modo in cui specie di ponderazione preventiva, alla
la Comunità agirà nel settore delle luce dei criteri sopra indicati, degli ef-
competenze concorrenti; fetti che ne possono scaturire. A que-
3) ritiene che la divisione dei compiti, sto scopo è stato adottato il 25 otto-
delle sfere di attività e delle competen- bre 1993 un accordo di cooperazione
ze deve tener conto del livello rag- interistituzionale che stabilisce le mo-
giunto, nonché dell’inevitabile evolu- dalità attraverso le quali assicurare il
zione dell’Unione, in modo da salva- rispetto dell’art. 3B nell’azione delle
guardare gli interessi di tutti i cittadini varie istituzioni. Il Parlamento euro-
dell’Unione stessa, nonché la natura peo ha avuto modo di pronunciarsi
specifica delle Regioni; sulla natura della cooperazione interi-
4) ritiene che un trasferimento delle stituzionale da fondare sulla base di
competenze legislative degli Stati questo accordo, precisando l’esigenza
membri alla Comunità sulla base di per la quale le verifica comunitaria del
tale principio, aggraverebbe il deficit rispetto del principio di sussidiarietà
democratico se al Parlamento europeo deve essere effettuata, rispettando le
non venissero garantiti i poteri legisla- procedure comunitarie in vigore, in
tivi, nonché il potere di esercitare il maniera regolare ed al momento della
controllo democratico perso dai parla- verifica della base giuridica degli atti.

38
In sede di preparazione della Confe- ziativa. Interessante è la previsione per
renza Intergovernativa che si sta svol- la quale il controllo del rispetto del
gendo tra mille rallentamenti, il Parla- principio è effettuato nel quadro delle
mento Europeo, nell’approvare il pro- procedure comunitarie normali, se-
prio documento relativo alle indica- condo le regole previste nei trattati,
zioni da offrire al Gruppo di Riflessio- fatta salva, comunque, la posizione
ne (il quale ha preparato le linee-guida della Corte di Giustizia in merito alla
sulle quali si sta muovendo il dibattito sua competenza a conoscere dei ricorsi
istituzionale), ha invitato quest’ultimo relativi alla corretta applicazione del
a tenere in debito conto i principi di principio stesso.
proporzionalità e di sussidiarietà, pre- La Commissione, sempre in base al-
vedendo la costituzionalizzazione nel l’accordo interistituzionale, deve ela-
Trattato dei principi esposti nel già ci- borare una relazione annuale per il
tato accordo interistituzionale. Parlamento ed il Consiglio sul rispetto
All’interno dello stesso, è bene ricor- del principio di sussidiarietà, sulla
dare, si sottolinea che “la Commissio- quale il Parlamento organizza un di-
ne, nell’esercizio del diritto di iniziati- battito pubblico, con la presenza dei
va, tiene conto del principio di sussi- rappresentanti sia del Consiglio che
diarietà e ne giustifica il rispetto nella della Commissione.
relazione introduttiva di ogni sua pro- Sembra appunto che, tra le istituzioni
posta”, mentre il Parlamento ed il comunitarie, quella che dovrà assume-
Consiglio fanno altrettanto nell’eserci- re un ruolo particolarmente rilevante,
zio delle funzioni loro conferite rispet- dato il suo potere d’iniziativa, sarà la
tivamente dagli art. 138 B e 152 del Commissione delle Comunità Euro-
Trattato. Qualsiasi emendamento del pee. Nella comunicazione della Com-
testo della Commissione da parte del missione al Consiglio ed al Parlamento
Parlamento o del Consiglio “che com- europeo sul principio di sussidiarietà
porti una modifica della sfera di inter- del 27 ottobre 1992, già precedente-
vento della Comunità” deve essere mente citata, la stessa ha avuto occasio-
corredato da una giustificazione circa ne di rilevare che il principio in esame
la conformità al principio di sussidia- non determina le competenze comuni-
rietà come espresso nell’articolo 3B. tarie, individuate dai trattati, ma deve
Le tre istituzioni, nell’ambito delle ri- consentire di modularne l’esercizio; al-
spettive procedure interne, verifiche- le istituzioni comunitarie incombe
ranno periodicamente che l’azione co- l’onere di provare la necessità di legife-
munitaria sia conforme al principio di rare o di agire sul piano comunitario.
sussidiarietà congiungendo tale valu- A questo scopo la Commissione ha il
tazione all’esame del merito dell’ini- compito di impostare i propri poteri

39
di iniziativa cercando di ricorrere con uniformi gli obiettivi stabiliti dalla
maggior frequenza alla cooperazione Comunità, né gli strumenti messi a
con gli Stati membri. disposizione delle istituzioni per rag-
giungerli. Al riguardo la Commissione
Per quanto riguarda la giustificazione ha proposto una chiave di lettura non
di un’ azione comunitaria, ai sensi del vincolante dei vari strumenti per eser-
2° cpv. dell’art. 3B, il Consiglio è te- citare le competenze ripartite, le quali
nuto a riscontrare che tale azione cor- testimoniano la loro tendenziale pro-
risponda al principio di sussidiarietà, gressiva efficacia.
nel senso che gli obiettivi dell’azione 1) Le azioni legislative sono adeguate
intrapresa non possano essere realizza- a garantire l’armonioso funzionamen-
ti in maniera adeguata dagli Stati to del mercato interno e delle politi-
membri e che potranno dunque essere che comuni (agricoltura, trasporti e
meglio realizzati grazie all’intervento pesca) ed in alcuni campi di rilievo
comunitario, perché, ad esempio, sus- quali quello sociale, ambientale e della
sistono degli elementi di transnazio- tutela dei consumatori, in particolare
nalità che non possono essere affron- quando sono legati alla progressiva ar-
tati a livello di un singolo stato mem- monizzazione del mercato interno.
bro. Per quanto previsto al terzo capo- Qui non si tratta soltanto di soppri-
verso dell’articolo in questione, occor- mere gli ostacoli, ma di facilitare posi-
re tenere presente che gli stati membri tivamente la libera circolazione e/o di
sono liberi di scegliere le misure di at- elaborare misure di accompagnamen-
tuazione dell’intervento comunitario e to rispetto al perfezionamento del li-
che il potere sostitutivo può essere bero mercato;
giustificato soltanto con l’adozione di 2) le azioni comuni sono funzionali
misure differenti rispetto a quelle scel- nel campo della realizzazione della
te dagli stati membri, che inoltre po- coesione economica e sociale e della
tranno adottare misure più stringenti ricerca, e nel futuro, anche di quello
di quelle prese a livello comunitario in della cooperazione con i Paesi in via di
relazione a specifiche esigenze di natu- sviluppo e della Pesc (Politica europea
ra interna, purché queste non siano in per la sicurezza comune), dove l’azio-
contrasto con gli obiettivi della misura ne della Comunità deve articolarsi sul-
comunitaria. la base di programmi basati sulla par-
Appare evidente, comunque, che nella tecipazione degli Stati membri, delle
serie di competenze “ripartite”, l’ap- imprese e/o delle autonomie locali;
prezzamento della necessità dell’inter- 3) le azioni di sostegno consistono
vento comunitario non può essere nell’adozione di alcuni provvedimenti
sempre lo stesso, visto che non sono in campo sociale ed ambientale, in re-

40
lazione al conseguimento degli obiet- La Comunità può quindi optare per
tivi connessi alla realizzazione di reti varie modalità d’intervento, quali
transeuropee, alla politica industriale, quello legislativo, attraverso l’intento
alla tutela dei consumatori, alla for- di integrare il diritto nazionale crean-
mazione professionale, dove il Tratta- do uno strumento comune (per es. la
to lascia alle istituzioni europee un società di diritto europeo od il Geie),
largo margine di apprezzamento circa oppure indirizzandosi verso il progres-
il loro intervento; sivo riavvicinamento delle legislazioni
4) possono quindi essere intraprese o l’armonizzazione delle varie norma-
azioni complementari nei settori del- tive. Può poi utilizzare strumenti quali
l’istruzione, della cultura e della sa- il reciproco riavvicinamento, la racco-
nità, per i quali è molto ridotto lo mandazione, il sostegno finanziario
spazio lasciato alla volontà politica co- nell’ambito dei programmi di svilup-
munitaria, bensì è perseguito soltanto po regionale (fondi strutturali) o di
l’obiettivo di completare ed appoggia- progetti comuni (reti interoperative),
re le azioni nazionali. l’incoraggiamento alla cooperazione
Non esiste invece alcuna competenza tra stati membri, l’incentivo ad agire o
reale in settori quali il turismo, la pro- ad astenersi dall’assumere iniziative in
tezione civile, etc., dove l’intervento determinati settori, l’adesione ad una
comunitario è strettamente vincolato convenzione internazionale.
all’esistenza dei presupposti di cui L’atto legislativo dovrebbe quindi pre-
all’articolo 235 del TCE. figurare, come una vera e propria “leg-
ge quadro”, obiettivi e le possibili mo-
Il principio di sussidiarietà conferisce dalità e mezzi per realizzarli, lasciando
portata generale alla regola della pro- alle istanze territorialmente più vicine
porzionalità dei mezzi rispetto agli ai singoli cittadini il compito di ema-
scopi, per la quale se la Comunità, nare la normativa particolareggiata e
nell’esercizio di una competenza, può di porre in essere l’azione amministra-
scegliere tra diversi modi di agire, essa tiva più congrua ed efficace.
deve optare, a parità di efficacia, per
quello che lascia più ampia libertà agli Una volta esercitata la competenza co-
stati, alle comunità locali, alle forma- munitaria, allora, si tratterebbe di fis-
zioni sociali ed ai privati. sare i limiti della disciplina sostanziale
È quindi un parametro d’intensità il e di dettaglio. In tal caso il principio
quale implica anche che, ove risulti un opererebbe come effettivo strumento
atto di natura vincolante, il suo conte- di decentramento dell’esecuzione, la-
nuto non deve prefigurare un eccesso sciando alle comunità nazionali ampio
inefficiente di previsioni normativi. spazio per disciplinare autonomamen-

41
te certe materie o aspetti di “interesse comporta delle distorsioni del merca-
comunitario”, muovendosi nell’ottica to interno con esso incompatibili.
degli atti normativi generali emanati L’intervento settoriale della comunità
dagli organi comunitari e nel rispetto diverrebbe indispensabile per assicura-
dei principi direttivi, ma secondo le re che gli stati agiscano nella stessa di-
proprie esigenze specifiche, di modo rezione, per evitare ritardi o disparità
che “le decisioni siano prese il più vi- di situazioni, o per fornire a quelli
cino possibile ai cittadini”. meno preparati gli strumenti necessari
per operare in conformità alla discipli-
na comunitaria, che farà salvi even-
LA SUSSIDIARIETÀ E GLI ALTRI PRINCIPI DI
tualmente i poteri e le normative na-
DIRITTO COMUNITARIO
zionali esistenti più in grado di realiz-
Il funzionamento e l’applicazione in zare l’obiettivo prefissato, ma che in
concreto del principio di sussidiarietà ogni caso dovrà fissare regole generali
nel sistema comunitario deve necessa- valide per tutti.
riamente coordinarsi con altri principi Il principio di sussidiarietà, quindi,
fondamentali, quali quello di parità di potrà operare nel senso di consentire
trattamento e di uniformità: se infatti quelle azioni maggiormente rigorose
la sussidiarietà esige che una data azio- che assicurano un conseguimento più
ne debba essere esercitata al livello in- soddisfacente del fine previsto, preser-
feriore quando più efficace e in grado vando, al contempo, il decentramento
di garantire un migliore conseguimen- dei poteri all’interno del sistema co-
to dei risultati, d’altra parte questo munitario, mantenendo le competen-
può comportare il rischio che si creino ze proprie di ciascun livello, senza
all’interno dell’area comunitaria delle però che ciò pregiudichi la migliore
situazioni di difformità di trattamento realizzazione del fine.
tali da porre in pericolo la libertà di
concorrenza e l’uniformità di applica- È bene sottolineare che, diversamente
zione del diritto comunitario. che negli ordinamenti federali, il prin-
Rischio che risulta ancor più evidente cipio viene ad operare in una situazio-
quando la competenza viene ad esse- ne resa fluida e dinamica dalla man-
re esercitata a livello locale. Occorre canza di una ripartizione preventiva
quindi trovare il limite oltre il quale dei poteri e delle competenze al cui
tale differenziazione, naturale, vista interno svolgere la propria funzione.
l’utilizzazione di livelli decentrati di Ciò corrisponde indubbiamente alle
decisione politica, economica e/o am- caratteristiche proprie dell’ordinamen-
ministrativa, si pone però in contra- to comunitario, ove l’aspetto funzio-
sto con l’ordinamento comunitario e nale del processo d’integrazione com-

42
porta che le competenze comunitarie relazioni tra Comunità e stati membri.
presentano necessariamente un carat- Gli enti territoriali sub-statali non so-
tere evolutivo e tendenzialmente gene- no titolari, nei confronti della Comu-
rale, che si affianca al principio di at- nità, di diritti ed obblighi autonomi.
tribuzione. Dal punto di vista di tali enti, tenuto
Ma allora la sussidiarietà si presterà a conto della crescente regolamentazio-
diverse strumentalizzazioni, sia da ne comunitaria nelle materie riservate
parte della Comunità in nome di alle loro competenze, c’è da rammari-
un’efficacia non sempre dimostrabile carsi che, contrariamente alle proposte
e/o comunque fondata, sia da parte formulate dagli stessi in tal senso, il
degli stati membri per opporsi alla nuovo “Comitato delle Regioni”, di
misura comunitaria, specie quando la cui agli artt. 198a, 198 b e 198 c TCE)
decisione sarà presa a maggioranza. non disponga di un autonomo diritto
Qui è facile presagire che gli Stati in di azione davanti alla Corte europea
minoranza potranno invocare il prin- nel caso di violazioni del principio di
cipio di sussidiarietà per sottrarsi alla sussidiarietà e che le sue competenze
sua attuazione. siano state limitate ad una funzione
solamente consultiva. Si spera infatti
SUSSIDIARIETÀ ED ENTI LOCALI che nel 1996, in sede di revisione di
alcune parti del Trattato affidate ad
Il criterio di sussidiarietà, si è visto, è apposita Conferenza Intergovernativa
stato spesso utilizzato da gli enti asso- si giunga a delineare un maggior peso
ciativi minori come argomento pole- delle regioni nel processo decisionale
mico nei confronti delle intromissioni europeo.
decisionali degli ordinamenti più este- Comunque, de jure condito, c’è da ri-
si. I Laender tedeschi, le Commu- scontrare che la sussidiarietà, di per sé,
nautés e Regions in Belgio, Le Regio- non costituisce una salvaguardia im-
ni italiane e le Comuninades Autono- mediata delle competenze degli enti
mas in Spagna, si aspettano, dall’effet- territoriali minori, contro una possibi-
tiva adesione delle istituzioni comuni- le erosione da parte degli organi co-
taria a detto principio, una garanzia munitari.
od un rafforzamento della propria au- Come posto in luce dalla dottrina te-
tonomia, sempre più minacciata, a lo- desca8, però, se il principio di lealtà
ro giudizio dalla progressiva europeiz- stabilito dall’art. 5 del Trattato vale re-
zazione degli ordinamenti nazionali. ciprocamente tra Comunità e stati
A tale proposito si deve però constatare membri, ne deriverebbe l’esistenza di
che nel diritto comunitario il principio un obbligo per la Comunità di rispet-
di sussidiarietà si riferisce soltanto alle tare le regole fondamentali dell’ordi-

43
namento costituzionale di ciascuno nomie locali, poiché. Per queste, il
stato ed in particolare l’aspetto federa- ruolo politico tenderà a ridursi.
le o regionale9. Eppure, e non soltanto perché lo stes-
so Trattato ha instituito un Comitato
Tale principio potrebbe essere sacrifi- europeo delle Regioni, ma anche in
cato soltanto se l’azione comunitaria quanto espressamente previsto nell’ar-
si dovesse dimostrare necessaria in ter- ticolo A, si affida alle comunità locali
mini di efficacia, a realizzare uno sco- il compito di predisporre, nella pro-
po del Trattato. In questo caso avrem- pria autonomia, le strutture ammini-
mo un’ azione complementare dei due strative e burocratiche necessarie a
principi di lealtà e di sussidiarietà, al consentire una corretta applicazione
fine di salvaguardare le competenze od attuazione delle misure nazionali
interne delle comunità locali. La rile- di adeguamento all’ordinamento co-
vanza pratica di una tale interpretazio- munitario, nel senso di favorire l’ac-
ne dipenderà comunque dalla dispo- cesso alle strutture locali per i cittadini
nibilità della Corte di giustizia ad uti- e, corrispondentemente, a non frap-
lizzarla come limite all’esercizio di porre ostacoli a questo scopo, deman-
competenze comunitarie. dando invece agli stati membri il
Nella maggior parte degli Stati mem- compito di curare la promozione delle
bri si presentano profili organizzativi autonomie locali, e attraverso di esse,
interni fondati su una più o meno la promozione dei diritti individuali e
marcata promozione delle autonomie collettivi dei cittadini10. Se con Maa-
locali, che può variare dall’assicurazio- stricht, insomma, si deve accettare
ne di livelli di decentramento ammi- uno spostamento del “baricentro” del
nistrativo alla presenza di vere e pro- complesso rapporto istituzionale tra
prie strutture federali. Appare ovvio organi comunitari e statali, verso le
che, sulla base dell’organizzazione in- strutture centrali dello Stato, sarà co-
terna dei singoli stati un trasferimento munque compito di ogni stato mem-
di competenza in favore della Comu- bro, proprio in forza dello stesso prin-
nità inciderà più o meno marcata- cipio di sussidiarietà, assicurare che
mente sulle relative autonomie, a se- l’esercizio della propria sovranità av-
conda del livello di decentramento venga attraverso strumenti istituziona-
politico ed amministrativo attuato li che consentano anche una soddisfa-
nell’ordinamento giuridico dei vari cente rappresentanza delle realtà loca-
stati. Tanto maggiore è il livello di de- li.
centramento politico (come nel caso Se, quindi, scopo fondamentale del
della Germania), tanto più ampie sa- principio di sussidiarietà è quello di
ranno le conseguenza a livello di auto- garantire una valorizzazione dei livelli

44
di governo inferiori ed un’equilibrata della propria discrezionalità, esami-
ripartizione delle competenze all’in- nando solo se la valutazione dell’auto-
terno del sistema comunitario, è da rità competente contiene un evidente
prevedere peraltro che questo suo errore od un cattivo uso (misuse) del
contenuto si svilupperà in funzione di potere.
quanto il Comitato delle regioni riu- A detta però di altra autorevole dottri-
scirà a realizzare. na, il criterio esprime un valore for-
male, giuridico12, al quale la Corte
può, ed anzi deve, affidarsi per valuta-
IL RICORSO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER
re, come da anni fa con altri principi
LE VIOLAZIONI AL PRINCIPIO
insiti o esplicitati nei Trattati, il com-
In ordine alla possibilità di adire la portamento degli stati membri e degli
Corte di Giustizia delle Comunità organi comunitari. Questo è stato
Europee per atti contrastanti con il d’altra parte confermato all’interno
principio di sussidiarietà si profilano della prima sentenza delle Corte dove
due schieramenti dottrinari. Il pri- esplicitamente la norma dello stato
mo11, orientato verso una declinatoria membro, ritenuta illegittima dal ricor-
di tale possibilità, in quanto il princi- rente, viene rapportata all’art. 3B per
pio avrebbe natura eminentemente valorizzarne al contrario la piena ri-
“politica” e quindi sarebbe preclusa al- spondenza ai principi dell’ordinamen-
la Corte la sua utilizzazione al fine di to comunitario13.
“determinare le linee di confine tra Allo stato attuale, comunque, si ritie-
potere centrale comunitario e poteri ne perfettamente legittimo il ricorso
periferici degli stati membri”. Azione alla Corte di Giustizia ex art. 173 da
che non rientrerebbe tra i compiti del- parte di uno stato membro o di una
la Corte. Ogni scelta della Corte, se- istituzione, le quali potranno impu-
condo tale indirizzo, sarebbe afflitta gnare l’atto comunitario per eccesso di
da una carenza di democraticità con- potere, sostenendo che non sono stati
nessa alla natura dell’organo. L’unico rispettati i limiti posti dal diritto co-
margine di sindacabilità da parte della munitario all’esercizio del potere nor-
Corte potrebbe essere quello attivato mativo, tra i quali certamente rientra
in via pregiudiziale, in occasione del il rispetto del principio di sussidia-
quale la Corte potrebbe sia avallare la rietà; oppure potranno invocare l’in-
validità della norma senza entrare nel validità dell’atto per violazione del di-
merito, oppure procedere ad un “esa- ritto comunitario. La Corte potrà cer-
me marginale di sussidiarietà” per ve- tamente verificare se esistono gli estre-
rificare se il Consiglio o la Commis- mi per ricorrere ad esso e se siano suf-
sione hanno agito entro gli ambiti ficientemente motivati e quindi dimo-

45
strati, se la misura si collochi nell’am- La Corte di Giustizia già da tempo si
bito delle competenze esclusive o con- muove in quest’ ottica. Si veda la sen-
correnti, se la scelta di intervenire a li- tenza Conforama ed altri, sul “lavoro
vello comunitario sia adeguatamente domenicale”, quando la decisione
motivata e si giustifichi alla luce del fi- emessa ha ritenuto compatibile con
ne perseguito e del principio di pro- l’art. 30 del Trattato la normativa
porzionalità: ma non potrà certo sosti- francese che vieta il lavoro domenicale
tuirsi all’apprezzamento di merito prestato da lavoratori subordinati ad-
espresso dal Consiglio e dalle altre isti- detti alla vendita al dettaglio, in quan-
tuzioni sulla necessità e maggiore effi- to debba ritenersi “espressione di de-
cacia dell’azione comunitaria (ove terminate scelte politiche ed economi-
questo sia espresso; potrebbe invece che” in considerazione delle “peculia-
sostituirlo od integrarlo qualora esso rità socio-culturali nazionali o regio-
mancasse o fosse insufficiente a pre- nali la cui valorizzazione spetta agli
sentare come legittima la misura legi- Stati membri” 14. Ancora. Nel caso
slativa). Groener, la Corte ha ritenuto compa-
Quando, insomma, la valutazione del- tibile con il principio della libera cir-
la Corte dovesse incontrare rilievi “po- colazione dei lavoratori una norma ir-
litici” per definizione esclusi dalla sua landese, non discriminatoria, che ri-
competenza, essa non potrà che pru- chiede la conoscenza obbligatoria del-
dentemente escludere il tema del ri- la lingua nazionale per accedere all’in-
corso dalla sua conoscibilità. segnamento, in considerazione della
politica di quello stato tesa a valoriz-
Il principio di sussidiarietà è invece si- zare l’uso di quella lingua come mezzo
curamente giustiziabile dalla Corte di espressione dell’identità nazionale15.
per quanto riguarda la determinazione
del contenuto, delle modalità e del- La Corte, ci sembra, non potrà, nei
l’intensità dell’azione, dal momento casi dubbi, che propendere per un’in-
che essa è in grado di valutare il ri- terpretazione che salvaguardi le prero-
spetto del principio di proporziona- gative degli organi statali in sede di
lità. Potrà, quindi, realizzare il decen- individuazione delle misure più ido-
tramento nella gestione dell’azione co- nee ad attuare le direttive medesime.
munitaria: per cui questa deve rispet- Se, come affermato, la competenza
tare l’identità e la diversità degli stati comunitaria costituisce l’eccezione e
membri, sempre che questo non com- non la regola, ne consegue che, in ca-
prometta il conseguimento del fine so di incertezza, la decisione della
che l’azione comunitaria legittima- Corte non potrà che essere favorevole
mente persegue. allo Stato od al centro decisionale ter-

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ritoriale che affermi lese le sue prero- quello che coinvolge Unione, Stato,
gative di autonomia. Regione ed altri enti locali, deve svol-
gere tali compiti? E, soprattutto, quali
criteri di gerarchia e/o di coordinazio-
UN’APPLICAZIONE CONCRETA. ne dovranno valere tra i vari livelli?17
LA CREAZIONE DI UNA FINANZA
Uno di questi sarà certo espresso dal
MULTILIVELLO
principio di sussidiarietà.
Un’ipotesi di utilizzazione del princi- Se l’Europa si consoliderà come gran-
pio potrebbe essere rappresentata dal de mercato di forza lavoro, capitali,
tentativo di rispondere al quesito su merci e servizi è altamente probabile
quale struttura di governo permette- che si troverà a sperimentare quella se-
rebbe di risolvere i problemi di alloca- rie di condizioni che altri grandi stati
zione delle risorse, distribuzione delle federali, si pensi a Stati Uniti e al Ca-
stesse e stabilizzazione in Europa. In nada, hanno già vissuto o devono an-
definitiva, di offrire un elemento per cora affrontare. In primo luogo si avrà
l’analisi macroeconomica e per l’elabo- un accrescimento, sul piano produtti-
razione di strategie nell’ambito del fe- vo, della specializzazione industriale
deralismo fiscale e nel quadro teorico in determinate regioni come conse-
della finanza pubblica multilivello16. guenza delle sfruttamento delle eco-
nomie di scala nelle diverse aree. È
Per riassumere, la funzione di alloca- possibile che si verifiche un accresci-
zione dovrebbe garantire il criterio di mento dell’instabilità delle esportazio-
efficienza nell’uso delle risorse, nel ni e dei saldi commerciali dei paesi,
senso di apportare gli aggiustamenti un aumento della mobilità dei capitali
necessari all’allocazione prodotta dalle e dei suoi effetti incisivi sul ciclo eco-
leggi di mercato e di determinare, nomico, ma soprattutto una notevole
quindi, le politiche di spesa e di entra- divergenza nei tassi di crescita di lun-
ta necessarie per tale obiettivo e ripar- go periodo delle varie economie. Cre-
tire il costo di queste politiche sulle scerà quindi la probabilità di shock
varie componenti sociali e sui cittadi- asimmetrici tra i diversi Paesi, per i
ni. La funzione di stabilizzazione si quali il ruolo del bilancio e della poli-
pone l’obiettivo del raggiungimento di tica fiscale, gestiti da un’istanza coor-
un elevato livello di occupazione, pur dinatrice superiore quale potrebbe es-
mantenendo la stabilità dei prezzi. La sere l’Unione, risulterà quindi crucia-
funzione di redistribuzione tende ad le. Il bilancio dell’Unione dovrebbe
assicurare, infine, un’equa ripartizione quindi svolgere una funzione stabiliz-
dei redditi. Quale livello di giurisdi- zatrice che al momento è difficilmente
zione, in un sistema policentrico quale configurabile, viste le limitate dispo-

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nibilità finanziarie della stessa (circa croce e delizia (e terreno di scontro) di
l’1% del Pil dell’intera Comunità). giuristi e politologi, ma non ancora
A giudizio del Rapporto, redatto per abbastanza invocata in relazione al-
la UE da un gruppo di economisti in- l’ordinamento comunitario.
dipendenti”18 la solidarietà interregio- Proviamo ad avanzare alcune illazioni.
nale dovrebbe essere realizzata attra- Sia pure con brevi cenni è fondamen-
verso le finanze pubbliche centrali tale ricordare l’approccio teorico di
(dell’Unione)... Negli Stati federali Santi Romano a nostro giudizio la
esistenti, trasferimenti di risorse inter- più compiuta analisi della dinamica
regionali avvengono attraverso la divi- del diritto e del suo svolgersi come
sione del gettito tributario e grants, elemento fondamentale della relazio-
generali e specifici. La spesa pubblica ni tra esseri umani e di questi con il
federale e la sicurezza sociale assicura- mondo e la storia.
no implicitamente (insieme all’impat- Per detto approccio metodologico
to regionale della tassazione) flussi ad- ogni insieme di norme che vincolano
dizionali di trasferimenti... Ciò è coe- le modalità di espressione di determi-
rente con l’obiettivo della coesione nate attività secondo le volontà di un
economica e sociale, fortemente enfa- gruppo organizzato, sono in sé e per
tizzata dal Trattato di Maastricht”. sé un ordinamento.
Certamente non potrà essere da solo il Ci affascinarono molto le descrizioni,
principio di sussidiarietà a permettere (che ritenevamo quasi paradossi, per
l’introduzione di una finanza multili- poi accettarne la cristallina concretez-
vello nell’Unione. Questa scaturirà za), che raffiguravano come ordina-
dall’effettiva realizzazione dell’UEM e mento giuridico un club di sportivi,
potrà forse essere solamente “corrobo- un’associazione umanitaria, una so-
rata” da un processo “che faciliti la cietà per azioni, ed anche una gang
formazione di un vero e proprio livel- malavitosa. Come? Dare la qualifica
lo europeo di governo”19 quale quello
di giuridico ad una banda di fuorileg-
che potrà essere innescato da una cor-
ge? Certo. Finché in essa vi è un pote-
retta interpretazione del principio.
re effettivo che determina l’adesione
alle norme dell’organizzazione essa è
PER UNA TEORIA GENERALE DELLO
un ordinamento giuridico.
«STATO SUSSIDIARIO»
Che poi essa possa contrastare con le
La sussidiarietà può costituire un ele- norme ed i voleri di altre componenti
mento e/o un principio fondativo di della comunità e quindi di altri ordi-
un ordinamento giuridico? namenti e soccombere, ciò non toglie
Si entra, con tale tematica, nello spi- nulla al nostro discorso.
noso ambito della Teoria generale, Finora, e probabilmente lo sarà ancora

48
per molto, è lo Stato a decidere quali (istituzioni di diritto internazionale e
ordinamenti, e quindi quali strutture di diritto comunitario).
organizzative, sono utili e necessarie È certamente nobile affermare ideal-
(riconosciute), quali sono indifferenti mente che i Comuni preesistono allo
(non riconosciute), quali illecite (vie- Stato italiano e che quindi egli non po-
tate). trebbe non riconoscerli, ma intanto la
È in detto potere che, a nostro giudi- loro sfera di compiti e di attribuzioni è
zio, si sostanzia il concetto di sovra- determinata da leggi dello Stato che lo
nità, il quale rimane una caratteristica stesso potrebbe modificare secondo
fondamentale dello Stato nazionale, contingenze storiche che vanno da un
quale si è finora configurato. massimo di autonomia, al più compiu-
Il diritto, che viene spesso raffigurato to controllo da parte dello stato stesso.
come un qualcosa di statico e necessa- 2) Le comunità europee sono la crea-
riamente stabile, soprattutto nella sfe- zione di uomini: si, ma almeno finora,
ra pubblica è quanto mai fluido e di uomini di Stato, perfettamente co-
“sussidiario”. Si è detto: nell’accezione scienti dei bisogni della loro comunità
che continueremo ad usare, diritto è statale di appartenenza.
anche quello stipulato da un’associa- 3) Il potere di decidere se e quando
zione di consumatori. intervenire nell’ambito delle attività
Quindi vi sono tanti diritti quante or- dei consociati è quindi ancora salda-
ganizzazioni umane sono esistenti mente in mano agli Stati, attraverso il
nell’ambito spaziale dell’ordinamento loro potere generale di legislazione
statale generale, che può tutelarli, rico- all’interno dei propri confini, e il loro
noscerli, controllarne la rispondenza a potere generale di contrattazione a li-
determinati requisiti, vietarne la crea- vello sovranazionale (che, come tutti i
zione o la continuazione delle attività. comportamenti strategici, può com-
Possiamo quindi passare all’enuncia- portare danni, vantaggi od essere neu-
zione dei punti cardine del nostro di- trali per gli interessi della propria co-
scorso sui principi di teoria generale munità nazionale).
relativi al diritto “sussidiario”. Al giorno d’oggi, lo Stato nazionale è
1) È lo Stato nazionale che, almeno fi- quindi sempre maggiormente sussi-
no ad oggi, decide, in maniera più o diario: a corto di risorse ideali ed eco-
meno penetrante, compiti, responsa- nomiche deve delegare (o far finta di
bilità, attribuzioni di uomini e mezzi riconoscere come “preesistenti”) deter-
e modalità d’esercizio delle organizza- minate attività a soggetti privati, o ad
zioni al di sotto della sua sfera (enti istituzioni diverse da esso.
locali, società private, associazioni, È questo un modo di mantenere in-
club, etc.), e al di sopra della sua sfera tatto il suo potere.

49
Non c’entra nulla con il federalismo, nella vita dei singoli individui che si
ne con i tentativi di trasformare l’U- sentiranno rappresentati da essa.
nione Europea in un soggetto proto- Perché si raggiunga questo, crediamo
federale. che non sia utile esaltare la cultura
Caso mai, come lucidamente esposto delle differenze, del piccolo spazio ter-
da Umberto Serafini sulla nostra Rivi- ritoriale, che pure mantiene il sacro-
sta, la sussidiarietà è proprio l’opposto santo diritto di far sentire la sua voce
del federalismo20. e testimoniare la sua insostituibile esi-
Abbiamo parlato in termine più che stenza.
benevoli degli Stati nazionali, od al- Non è appartenendo ad un campani-
meno così può essere sembrato ai loro le, affermando i diritti del Paese natio
autorevoli avversari. (questo, si voglia o non si voglia è
Riconoscere il potere del Leviatano, sempre radice di nazionalismi), o gli
non significa però amarlo, ne augurar- interessi di un’holding economica che
si la sua continuazione. L’Europa po- si creerà l’Europa.
trebbe risolvere il compito storico di
porre fine all’esperienza degli stati na- Soltanto con un passaggio culturale e
zionali per iniziare un nuovo modello sociale che dovrà prevedere enormi
di sviluppo umano. sconvolgimenti geopolitici (l’unione
Ma per farlo non ha bisogno di nomi- franco-tedesca è un esempio, ma forse
nalismo giuridico, né di poteri che gli il più utopico), l’individuo si abituerà
derivano dalla volontà degli Stati, alla fierezza, all’orgoglio, vorremmo
quando essi non hanno più la forza di dire patriottico, di dirsi europeo.
esercitarli (per poi riappropriarsene, In tale processo, lo Stato appare come
come detto, grazie al principio di sus- un complesso di strutture e di forze: e
sidiarietà). come tale si presenta nella scena in-
Attraverso l’effettività delle sue regole, ternazionale, in cui esso opera come
la continuità dei controlli, l’emanazio- fattore di globalizzazione in un’evolu-
ne di simboli e comportamenti cultu- zione continua, scandita dagli opposti
rali “propri”, l’Europa sarà sempre più fenomeni della centralizzazione e del-
presente nella vita del singolo. Gli di- la federalizzazione delle decisioni po-
verrà familiare. litiche, motivate dalle diverse sfide
Da mito, l’“Europa” diverrà cultura, storiche che si trovano ad affrontare i
quotidianità, (speriamo), necessità. soggetti sottoposti al suo ordinamen-
Si trasformerà (o verrà dimenticata) to.
quindi in uno Stato, dotato, come Come giustamente affermato, la sussi-
detto, del potere sovrano di decidere diarietà, quale criterio formale e relati-
dove e con quali modalità intervenire vo, ha il non piccolo compito di coor-

50
dinare nello spazio e nel tempo la di- versi progetti di vita, le varie e diverse
versa regolazione di ciascuna politica “risposte storiche”, per riprendere un
settoriale. Non dà luogo ad ipotesi concetto caro ad Ortega y Gasset, so-
immutabili, ma determina una valuta- no state realizzate dall’organizzazione
zione delle condizioni al momento umana. Al centro del nuovo “disordi-
dell’esplicarsi della decisione di gover- ne internazionale”, tra un Mediterra-
no. Nel documento finale del Consi- neo teatro di scontri tra opposti fon-
glio di Edimburgo, lo si denomina damentalismi, un’Oriente che dovrà
“principio dinamico”, una regola “a darsi un disegno geopolitico domina-
tempo”: l’azione sussidiaria si legitti- to non soltanto dalla prosperità eco-
ma in quanto perdurano i presupposti nomica di poche aree a sviluppo con-
sulla quale si fonda. Ed i suoi risultati vulso ed “insostenibile” e la declinante
si fondano, per la medesima ragione, potenza americana, l’Europa, forse, ha
su fattori di spazio. di fronte il compito di definire un
L’azione sussidiaria della Comunità nuovo concetto di convivenza: aperto
potrà svilupparsi in relazione ad uno o all’integrazione delle razze, allo svilup-
più Stati membri, o a tutti. Questo po delle libertà civili ed economiche,
dovrebbe permettere l’integrazione alla salvaguardia della sicurezza della
graduale dei nuovi membri, senza vita umana. Un modo di convivenza
creare “traumi istituzionali” dovuti al che dovrà trovare definizione e tutela
progressivo allargamento della Comu- all’interno delle singole formazioni so-
nità. ciali, per poi passare a funzioni e com-
piti organizzati ed assicurati dalle for-
Riteniamo che un ordinamento possa mazioni territoriali minori, via via
sopravvivere su un determinato terri- giungendo agli Stati, agli accordi in-
torio se riesce a garantire sicurezza, fraregionali, passando sempre più ad
benessere e progresso civile alla popo- un nucleo centrale di competenze irri-
lazione che tra i suoi confini risiede: nunciabili e vitali che non possono es-
se offre alla comunità dei suoi cittadi- sere, vista la propria generalità, assun-
ni un progetto esistenziale, una cultu- te da organismi particolari. Poste a tu-
ra per occupare la dinamica del tem- telare principi ed interessi generalissi-
po. Un ordinamento propone questo mi, capisaldi di quel progetto di cui si
progetto o comunque risponde ad una diceva, queste possono essere affidate
sfida storica prefigurando quello che ad un’istanza superiore che sola ne
prima era definito “impossibile”. Era può garantire effettività e durata nel
“impossibile” superare le colonne tempo. Se queste competenze esistono
d’Ercole, eppure l’uomo ne ha già ol- non potranno che avere la loro sede
trepassate di innumerevoli. I vari e di- che nella futura Unione Europea.

51
Integrazione, rispetto delle necessità e passando per le Province, le Regioni, i
delle attribuzioni degli ordinamenti Laender, le Unioni regionali, fino a
particolari e sussidiarietà sono termini giungere allo Stato e quindi all’Unio-
che non si escludono, ma che anzi ne, ordinamento generale e “comune”,
trovano l’uno nell’altro conferma e tu- che integrerebbe gli altri per lo svilup-
tela. po della prosperità della gente euro-
pea, attraverso condizioni e regole ri-
Se, come si è detto, la forza della cul- spettate in ogni sua porzione di terri-
tura europea è nella tolleranza, nella torio, e per assicurare la pace di un in-
capacità di far prosperare dalle esigen- tero continente. Per riprendere un te-
ze pluralistiche una koinè, un comune ma introdotto dall’analisi politologica
sentire, proprio dall’espletamento ra- di Carl Schmitt, si potrebbe ricercare
zionale dei tre termini potremmo un nuovo “Jus publicum aeropeum”,
giungere ad un progetto integrativo un nomos comune per le genti d’Euro-
che sia coordinata espressione di tutti pa, che all’interno della cultura delle
i livelli di governo territoriale: di una diversità che essa stessa esprime, e che
catena di ordinamenti che vanno dal come abbiamo più volte detto, costi-
più piccolo comune, che ha nello Sta- tuisce la sua forza, sprigioni una ten-
tuto la carta dei suoi fini e delle sue denza all’identità, al sentimento di
attribuzioni originarie e preesistenti a una cittadinanza, di una philìa che ci
quelle di qualsiasi altro ordinamento, lega ad un destino unitario.

1 Per Bino Olivi, L’Europa difficile, il Mulino, 1994. – ogni anno, in primavera, adotta gli indirizzi di
2 La realizzazione dell’UEM è subordinata al perfezio- massima per la politica economica che fissano gli
namento di tre fasi: obiettivi comuni in termini di inflazione, finanze
a) in una prima fase, da ritenersi già iniziata il 1° pubbliche, stabilità dei tassi di cambio ed occupazio-
gennaio 1990 con l’abolizione dei controlli sui cam- ne;
bi, i traguardi più importanti sono costituiti dalla – esamina le politiche economiche degli Stati mem-
costituzione del mercato unico a partire dal 1° gen- bri sulla base di programmi nazionali di convergenza
naio 1993 e l’attuazione di un programma di con- e della relazione elaborata dalla Commissione;
vergenza economica, da realizzare attraverso una – decide quali Paesi sono afflitti da un disavanzo ec-
maggiore sorveglianza comunitaria sulle politiche di cessivo e raccomanda a ciascuno di essi le misure ne-
bilancio statali, da garantire attraverso l’indipenden- cessarie per porre rimedio alla situazione.
za delle banche centrali europee; Il 1994 ha visto inoltre la costituzione dell’Istituto
b) in una seconda fase, che ha avuto inizio il 1° gen- monetario europeo. In quanto precursore della Ban-
naio 1994, ma la cui definizione è ancora in atto, i ca centrale europea, l’IME deve rafforzare la coopera-
vincoli di bilancio si fanno più consistenti. Il Consi- zione tra le banche centrali e il coordinamento delle
glio dei ministri dell’Economia e delle Finanze è dota- politiche monetarie nazionali, oltre ad effettuare i
to di nuovi strumenti per promuovere la convergenza: preparativi necessari all’installazione del Sistema Eu-

52
ropeo delle Banche Centrali (SEBC), alla condotta di litica comune della pesca (art. 102 TCE); gli elementi
una politica monetaria unica e alla creazione della essenziali della politica dei trasporti.
moneta unica nella terza fase dell’UEM, compresa la 7 Cit. G. STROZZI, Il principio di sussidiarietà nel fu-

preparazione tecnica delle banconote. turo dell’integrazione europea, Jus, 2, 1994, p. 366.
c) in tale terza fase, appunto, che dovrebbe iniziare 8 Per essa, con un’esuriente bibliografia dei principali

nel 1997 o, al più tardi nel 1999, si realizzerà una contributi in lingua tedesca, si veda R. HOFMANN, Il
parità fissa tra le monete che saranno convertibili in principio di sussidiarietà. l’attuale significato nel diritto
Ecu. Entrerà in funzione la Banca Centrale Europea costituzionale tedesco ed il possibile ruolo nell’ordina-
coordinata con il Sistema Europeo delle Banche mento dell’Unione europea, in «Rivista Italiana di Di-
Centrali. Si avrà una moneta unica, valida per l’inte- ritto pubblico Comunitario», n. 1-2, 1993, p. 23 ss.
ro territorio europeo. 9 Per il ruolo che le Regioni potranno rivestire nel-

Si veda il Libro verde sulle misure pratiche per l’intro- l’Unione Europea, si vd. BORRAS-ALOMAR, CHRI-
duzione della moneta unica, presentato dalla Com- STIANSEN, RODRIGUEZ-POSE, Verso una “Europa delle
missione, Bruxelles, 31.05.1995, COM (95) 333 def. Regioni”? Sogni e realtà di una analisi critica, in
3 Cfr. FABIO LUCA CAVAZZA e CARLO PELANDA, Maa- «Queste Istituzioni», n. 103, 1995, p. 71 e P. VAN
stricht: prima, durante, dopo, «Queste Istituzioni», n. DER KNAAP, Il Comitato delle Regioni: nasce una nuo-
106-107, 1996. va “Europa delle Regioni”?, ivi, p. 98.
4 Cit. C. CURTI GIALDINO, Il Trattato di Maastricht 10 Per un’analisi della partecipazione delle Regioni al

sull’Unione Europea, p. 59, “il principio risulta ripre- processo di integrazione comunitaria nel quadro
so, in modo più o meno esplicito, nelle disposizioni dell’intervento delle Conferenza permanente Stato-
relative alle nuove competenze comunitarie non Regioni (art. 12 L.400/88), all’interno della legge
esclusive; i concetti di “incoraggiamento”, “appog- comunitaria dello Stato italiano, si veda P. CARETTI,
gio”, “sostegno”, “azione complementare” che vi so- La nuova disciplina della partecipazione dell’Italia al
no utilizzati sottolineano il carattere suppletivo processo normativo comunitario..., in «Rivista Italiana
dell’intervento comunitario” (Cfr, artt 118A.2 TCE, di Diritto Pubblico Comunitario», n. 2, 1991, pp.
prescrizioni minime in campo sociale; 126.1 TCE, 331-350
istruzione; 127 T CE , formazione professionale; 11 Cfr. N. EMILIOU, Subsidiarity: an effective barrier

128.2, cultura; 129.1 TCE sanità pubblica; 129A.1 against “the enterprises of ambition”, in «European
TCE, protezione dei consumatori; 129B e 129C TCE, law review», ottobre 1992, pp. 402 ss. e R. CAFARI
reti transeuropee; 130 TCE, industria; 130B TCE, PANICO, Il principio di sussidiarietà ed il riavvicina-
coesione economica e sociale; dal 130F al 130P TCE, mento delle legislazioni nazionali, in «Rivista di Dirit-
ricerca e sviluppo tecnologico; 130 R.1 TCE, am- to Europeo», n. 1, 1994, nonché G. STROZZI, Il prin-
biente; 130U.1 TCE, cooperazione allo sviluppo. cipio di sussidiarietà nel futuro dell’Unione Europea...,
5 Cfr. Conclusioni della Presidenza del Consigllio «Jus», n. 1-2,1994, p. 359 ss.
Europeo di Edimburgo, 11-12 dicembre 1992, all. 1 12 Cfr. R. MONACO, Il principio di sussidiarietà nel si-

della parte A, Boll. CE 1993, p. 7 ss. stema istituzionale della Comunità europea, in Atti del
6 Rientrerebbero nella competenza esclusiva della convegno promosso dal CNEL, cit, p. 56.
Comunità la soppressione degli ostacoli alla libera 13 Causa T - 114/92 - Sentenza 24 gennaio 1995 -

circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e Bureau europe-en des me-dias de l’industrie musica-
dei capitali (art. 7A TCE); la politica commerciale le (Bemim). Concorrenza - Diritto d’autore - Rego-
comune (art. 113 TCE), che assicura l’unità del mer- lamento n. 17 - Principio di sussidiarietà in materia
cato interno; le regole generali di concorrenza che giudiziaria
garantiscono un regime di parità tra gli operatori nel Il Tribunale di primo grado ha per la prima volta
quadro del mercato interno; l’organizzazione comu- sancito espressamente l’efficacia del principio di sus-
ne dei mercati agricoli, per la quale è stato convenu- sidiarietà in materia giudiziaria, confermando la de-
to sin dal 1957 che sarebbe stata disciplinata da nor- cisione della Commissione europea di affidare ai tri-
me specifiche che avrebbero tenuto conto degli bunali francesi l’applicazione del diritto comunitario
obiettivi di cui all’art. 39 Cee; la conservazione delle in un dossier riguardante un problema di concorren-
risorse biologiche del mare e l’elaborazione della po- za inerente alla riscossione dei diritti d’autore, dovuti

53
da discoteche francesi alla società dei diritti d’autore, comunitario, 12 novembre 1993, in «Jus», n. 2,
dei compositori e degli editori di musica, la Sacem. 1994.
In risposta alla contestazione in merito alle tariffe ec- GEORGE A. BERMANN, Taking subsidiarity seriously:
cessive praticate dalla Sacem, sollevata da un gruppo federalism in the European Community and the Uni-
di discoteche, la Commissione europea aveva ritenu- ted States, «Columbia Law Review», 94, (1994), n. 2.
to che in tale dossier non vi era un “interesse suffi- REIMER VON BORRIED, Das Subsidiaritatprinzip im
ciente” per far proseguire l’inchiesta ai giudici del Recht del Europaischen Union, Europarecht, 1994,
Lussemburgo. Gli effetti del comportamento even- Heft 3.
tualmente anticoncorrenziale della Sacem – sostene- PAOLO CARRETTI, Il principio di sussidiarietà e i suoi
va l’istituzione comunitaria – si facevano infatti sen- riflessi sul piano dell’ordinamento comunitario e sul
tire solo sul territorio francese e dovevano essere i piano dell’ordinamento nazionale, in Le prospettive
tribunali di questo Paese ad occuparsi del problema. dell’Unione Europea e la costituzione..., Cedam, Pa-
14 Conforama et al., causa n. C-312/89, sent. 28 feb- dova 1995, pp. 123-154.
braio 1991, Racc. 1991, p. 1021 ss. JEAN CHARPENTIER, Quelle subsidiarietè?, Pouvoirs,
15 Sent. 29 novembre 1989, causa n. 387/87, Racc. 1994, n. 69.
1989, p. 3967. S. CURTI GIALDINO, Il Trattato di Maastricht sull
16 I due termini non sono sinonimi. Per federalismo Unione Europea, 2 voll., Roma 1993.
fiscale, in larga approssimazione, si intende un siste- M. MAR, M. SARCINELLI, L’Unione Europea: come ri-
ma politico nel quale le funzioni di imposizione e di partire le funzioni di Governo?, in «Moneta e Credi-
spesa sono ripartite tra i diversi livelli di governo. Ci to», n. 189, Marzo 1995, p. 3 ss.
si muove quindi nell’ambito dell’attribuzione di LUCIANO VANDELLI, Il principio di sussidiarietà nel ri-
competenze per specifiche funzioni di politica eco- parto di competenze tra i diversi livelli territoriali: a
nomica. proposito dell’articolo 3 B del Trattato sull’Unione Eu-
La finanza pubblica multilivello, analizza, partendo ropea, in Scritti in onore di Pietro Virga, Giuffrè, Mi-
dai dati fissati nel contesto socio-politico, la con- lano 1994, II, pp. 1929-1952.
gruenza tra decisioni in tema di allocazione, distri- JAVIER BARNES, El principio de subsidiariedad en el
buzione e stabilizzazione e livello (quindi intensità e Tradado de Maastricht y su impacto sobre las regionas
qualità dell’azione) di governo. Cfr. M. MARE e M. europeas, in «Rivista italiana di diritto pubblico co-
SARCINELLI, L’Unione Europea, come ripertire le fun- munitario», 4 (1994), n. 5.
zioni di governo?, Moneta e Credito, n. 189, Marzo IDEM, El principio de subsidiariedad y las Regionas Eu-
1995, p. 9 ss. e l’ampia bibliografia ivi riportata. ropeas, nel volume a cura dello stesso Autore, Las co-
17 Cfr. MARIA TERESA SALVEMINI, I livelli di governo munidades europea, la instancia regional y la organiza-
della finanza pubblica: ragionando di fondi strutturali ciòn administrativa de los Estados miembros, Civitas,
europei, «Queste Istituzioni», n. 98, 1994, p 77 ss. Madrid 1993, pp. 509-596
18 Rapporto su Community public finance in the per- RUGGIERO CAFARI PANICO, Il principio di sussidiarietà
spective of EMU, «European Economy», n. 53 del e il riavvicinamento delle legislazioni nazionali, in
1993, citato da A. DI MAIO in Una finanza pubblica «Rivista di Diritto Europeo», n. 1, 1994, p. 58 ss.
federale per l’Europa, «Queste Istituzioni», n. 98, RENZO DICKMANN, Sussidiarietà, sovranità e regiona-
1994, p. 90 lismo. Il ruolo delle assemblee parlamentari, in due
19 Cit. A. DI MAIO, idem, p. 87 parti su «Diritto e Società», nn. 2-3, 1994.
20 Cfr. UMBERTO SERAFINI, Qualche noticina sul fede- RAINER HOFMANN, Il principio di sussidiarietà. L’at-
ralismo, «Queste Istituzioni», n. 106-107, pp. XXVI tuale significato nel diritto costituzionale tedesco ed
- XXXII, 1996. il possibile ruolo nell’ordinamento dell’Unione Eu-
ropea, in «Rivista Italiana di Dir. Com.», 3 (1993),
n. 1.
Note bibliografiche ANGELO RINELLA, Osservazioni in ordine alla riparti-
zione delle competenze tra Comunità europea e stati
AA.VV., XXVI Tavola rotonda della rivista Jus, su Il membri alla luce del principio di sussidiarietà, in
principio di sussidiarietà nell’ordinamento «Quaderni costituzionali», 14, 1994, n. 3.

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KESS VON KERSBERGEN, BERTJAN VERBEEK, The poli- siglio ed al Parlamento Europeo, del 27 ottobre
tics of subsidiarity in the European Union, in «Jour- 1992. Bollettino CE, 1992, n. 10;
nal of Common Market Studies», 32 (1994), n. 2. Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo
KOEN LENEAERTS, PATRICK VON YPERSELE, Le principe di Edimburgo, 11-12 dicembre 1992, Bollettino CE,
de subsidiaritè et son contexte: étude de l’article 3 du 1992, n. 12;
traité CE, in «Cahiers de droit européen», 1994, n. Accordo interistituzionale del 25 ottobre 1993 tra il
1-2 Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione
JOHN PETERSON, Subsidiarity: a definition to suit any sulle procedure per l’attuazione del principio di sus-
vision?, in «Parliamentary affairs», 47, 1994, n. 1 sidiarietà. Bollettino CE, 1993, n. 10;
ANDREW SCOTT, et al., Subsiadiarity: a “Europe of Relazione della Commissione al Consiglio Europeo
the Regions” versus the British Constitution?, «Jour- sull’adeguamento della legislazione vigente al princi-
nal of Common Market Studies», 32 (1194), n. 1 pio di sussidiarietà. Commissione delle Comunità
Comunicazione della Commissione Europea al Con- Europee, COM 93 - 545 - def. 24 novembre 1993.

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