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Robert Schwartz
ANIME
CORAGGIOSE
Come Programmiamo
le Nostre Vite
Prima di Nascere
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Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Prologo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Trovare le persone da intervistare . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Le storie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Medium e channeler . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Programmazione dell’anima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Epilogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 295
Nota per i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 296
I
n primo luogo, desidero ringraziare dal profondo del cuore le
tante persone che mi hanno raccontato la loro vita. Senza di
voi, questo libro non sarebbe stato possibile. Occorrono co-
raggio e grande generosità di spirito per offrire la propria storia al
mondo. La vostra disponibilità a raccontare le vostre prove più dif-
ficili è stata per me fonte di ammirazione e ispirazione.
A Deb DeBari, Glenna Dietrich, Corbie Mitleid e Staci Wel-
ls: grazie per avere dedicato i vostri grandi talenti, il vostro tempo
e la vostra energia a questa impresa. In realtà le parole non posso-
no esprimere la mia gratitudine. La vostra compassione e sensi-
bilità hanno colpito tutti coloro con cui abbiamo parlato, oltre a
me stesso. Lavorare con voi è stata una gioia e un onore.
A Marilu Wilson Peña: grazie per i channeling, la generosi-
tà e gli incoraggiamenti meravigliosi. A Judy Goodman: grazie
per avere condiviso il tuo sapere e le tue intuizioni con me.
A Carol Bergmann: la tua amicizia, il tuo calore e il tuo con-
tinuo sostegno hanno significato per me più di quanto puoi im-
maginare. Grazie per esistere, grazie per esserti presa cura di me.
Grazie a Sue Mann per l’ottima e accurata revisione edi-
toriale, a Jared McDaniel per la bravura con cui ha creato la
copertina dell’edizione inglese, a Jill Ronsley per la splendida
composizione tipografica e a Edna Van Baulen per il sostegno
entusiasta e per avere trascritto le sessioni.
Sono riconoscente per il gentile aiuto di molte altre perso-
ne, tra cui Katelyn Daniels, Marissa Milagro, Kathy Long, i
membri dell’Ashland Writers Group (in particolare, Beth Hyjek
per il tempo extra dedicato a esporre i suoi pensieri) ed Ellen e
Doug Falkner.
Per finire, offro alle guide, agli angeli, ai maestri e agli altri
spiriti che hanno illuminato il mio cammino la mia gratitudine
6 – Anime coraggiose
I
l 25 febbraio 1969, la ventenne Christina, assistente alla facol-
tà di Scienze Politiche del Pomona College di Claremont, in
California, andò nel seminterrato della facoltà per prendere la
posta della giornata. Non appena toccò un pacco, una bomba scop-
piò, scagliandola dall’altro lato della sala. Polvere e fuliggine riem-
pirono l’aria; schegge di legno grandi fino a 30 cm si conficcarono
nel muro di cemento alle spalle di Christina. Le fiamme sprigionate
dall’esplosione la investirono al volto, accecandola temporaneamen-
te. Lo scoppio le aveva tranciato due dita della mano destra e rotto
entrambi i timpani.
Christina aveva programmato questa esperienza prima di
nascere.
E lei sa perché.
Prefazione
N
el maggio 2003 ero un lavoratore autonomo nel cam-
po del marketing e della comunicazione, ma ero insod-
disfatto della mia vita. Benché una parte del mio lavo-
ro mi piacesse, non ne ricavavo alcun appagamento profondo.
Avevo spesso la sensazione che se fossi sparito dalla faccia della
Terra, i miei clienti non se ne sarebbero accorti: semplicemente,
mi avrebbero sostituito con qualcun altro. Ma la cosa peggiore
era che la mia vita non era un’espressione specifica della mia ani-
ma. Ero una persona spirituale, ma non religiosa, e aspiravo a da-
re al mondo un contributo che fosse “esclusivamente mio”, ben-
ché non avessi idea di come ciò sarebbe potuto avvenire.
Avevo esaurito i percorsi tradizionali nei quali le persone
cercano scopi e significati. Restavo smarrito e in alto mare. Poi
ebbi un’ispirazione: perché non consultare un medium? Ben-
ché avessi una grande fede in Dio, non avevo mai avuto (per
quanto ne sapevo) alcuna esperienza del trascendentale. Senti-
vo che non avevo nulla da perdere. Mi misi alla ricerca di me-
dium e alla fine ne scelsi una che mi ispirava fiducia.
La mia sessione con la medium avvenne il 7 maggio 2003.
Ricordo la data esatta, perché quel giorno cambiò la mia vita.
Raccontai pochissimo di me, limitandomi a frasi generiche sul-
la mia vita. La medium spiegò che ognuno di noi aveva degli
spiriti guida, entità immateriali con le quali programmavamo
la vita prima di incarnarci. Grazie a lei, riuscii a parlare con i
miei spiriti guida. Essi sapevano tutto di me: non solo ciò che
avevo fatto, ma anche quello che avevo pensato e sentito. Per
esempio, fecero riferimento a una preghiera specifica che avevo
rivolto a Dio circa cinque anni prima. In un momento parti-
colarmente difficile, avevo pregato: “Dio, da solo non riesco a
farcela. Per favore, manda un aiuto”. Le mie guide dissero che
10 – Anime coraggiose
P
er studiare la programmazione prenatale delle prove della
nostra vita, ho utilizzato la collaborazione di quattro channe-
ler e medium straordinariamente dotate. Insieme, abbiamo
ottenuto informazioni sui piani prenatali di decine di persone, dieci
delle quali hanno condiviso la loro storia in questo libro. Nella pre-
sente introduzione spiegherò come ho scoperto queste persone, in
che modo io e le medium abbiamo fatto ricerche sulla loro program-
mazione prenatale e cosa sono in generale la medianità e il channe-
ling. Le basi concettuali della programmazione prenatale – ovvero
perché noi anime scegliamo di incarnarci e vivere certe prove – sono
esposte nel capitolo 1.
cercato tale prova sin dagli stadi iniziali della loro programma-
zione prenatale e sapevano che molto probabilmente essa si sa-
rebbe verificata. Una (Doris, capitolo 2) ha programmato la
sua prova come esperienza secondaria, ovvero il suo verificar-
si era subordinato alla risposta che avrebbe dato a una prova
primaria. Un’altra (Bob, capitolo 4) non ha scelto la sua prova
durante la programmazione prenatale, ma dopo un evento ina-
spettato verificatosi durante la nascita. Dei molti piani prenata-
li da me studiati, questi sono stati gli unici in cui la prova non
è stata concepita come un’esperienza primaria. Li ho inclusi per
illustrare come noi anime siamo consapevoli e usiamo i bivi esi-
stenti nel cammino verso la crescita personale.
Leggendo queste storie, è probabile che anche voi vi chie-
diate se avete programmato le prove della vostra vita. La mia ri-
cerca lascia pensare che, in effetti, la gran parte delle prove della
vita sono frutto di selezione. In generale, più una prova è gran-
de, più è probabile che sia stata scelta prima della nascita. Se
una determinata esperienza è per voi tanto importante da por-
tarvi a chiedere se l’avete programmata, è probabile che la ri-
sposta sia sì. Un’eccezione importante, tuttavia, riguarda quel-
le esperienze che il nostro intuito ci consiglia di evitare. Prove
non programmate possono verificarsi quando ignoriamo i mo-
niti del nostro intuito; quindi, i “segnali di pericolo” interiori
vanno riconosciuti e ascoltati in qualsiasi momento.
Comunque, non è mia intenzione suggerire che tutte le prove
della vita siano programmate. Quando ci incarniamo, siamo do-
tati di libero arbitrio e possiamo esercitare quest’ultimo per crea-
re prove che non fanno parte della nostra programmazione pre-
natale. Il termine chiave è creare. Credo che noi siamo i creatori
di tutto ciò che sperimentiamo e che le prove non programmate
si verifichino quando le attiriamo a livello vibrazionale, perché
abbiamo bisogno della saggezza che possono provocare (in questi
casi, l’intuizione non ci porterebbe lontani dagli insegnamenti di
cui abbiamo bisogno). La nostra crescita dipende dalle esperien-
Introduzione – 15
Le storie
Ogni storia comincia con un’intervista su una specifica pro-
va della vita. Tali interviste andrebbero lette con attenzione.
Spesso contengono dettagli a prima vista irrilevanti, ma che
nelle sessioni con le medium si sono dimostrati essenziali. In
questo libro non troverete biografie complete: quindi, potreb-
bero mancare del tutto alcune parti della vita di una persona.
Per rendere questo libro il più utile possibile, mi sono concen-
trato su prove che riguardassero la vita di tutti i giorni, dividendo
i capitoli per tipo di prova. Da un certo punto di vista, le storie si
sviluppano l’una dall’altra: le prime forniscono informazioni me-
tafisiche fondamentali che vi aiuteranno a comprendere meglio le
storie seguenti. Per questo vi consiglio di leggerle in ordine.
Tra i molti medium e channeler con cui ho lavorato, le quat-
tro presenti in queste pagine – Deb DeBari, Glenna Dietrich,
Corbie Mitleid e Staci Wells – sono per me tra le più dotate.
Ognuna di loro ha compiuto migliaia di sessioni nel corso del-
la sua vita. Nell’Appendice B è possibile trovare informazioni
per contattarle. Personalmente, ho avuto sessioni con ognuna
16 – Anime coraggiose
Medium e channeler
I medium e i channeler ricevono informazioni in molti mo-
di diversi. Se sono chiaroudienti, odono i pensieri di entità non-
fisiche (per indicare tali esseri, uso il termine Spirito; uso invece
spirito per indicare la dimensione non-fisica). Quando un me-
dium o un channeler “si sintonizza” con una consapevolezza
non-fisica, il processo assomiglia molto alla regolazione di una
radio. Ogni stazione ha la sua lunghezza d’onda e altrettanto
dicasi per le entità con cui i medium parlano. In tali momen-
ti avviene la vera comunicazione telepatica. Se i medium o i
channeler sono chiarosenzienti, hanno la capacità di percepire
le emozioni degli altri. La chiaroveggenza è la capacità di visua-
18 – Anime coraggiose
Programmazione dell’anima
Prima di nascere, abbiamo lunghe conversazioni con i nostri
spiriti guida e le altre anime con cui condivideremo la nostra in-
carnazione. Parliamo delle lezioni che vorremmo apprendere e
del modo in cui le apprenderemo. Quando Staci accede a queste
conversazioni e ai luoghi in cui avvengono, nota sempre alcune
caratteristiche ricorrenti: una sala in cui le anime che si stanno
incarnando si radunano per discutere; una stanza adiacente più
piccola da cui le guide monitorano la programmazione, pronte a
intervenire se il loro consiglio è richiesto; una “scacchiera” bianca
e nera o un “diagramma di flusso” usato per schematizzare i pos-
sibili scenari della prossima vita. I quadrati della scacchiera rap-
presentano gli stadi di sviluppo nella vita dell’individuo.
Quando Staci e io cominciammo la nostra collaborazione,
ipotizzai erroneamente che queste immagini fossero metafore
messe nella sua mente dallo spirito guida per esprimere concetti
e processi al di là della comprensione umana, ma la sua guida mi
disse in seguito che queste cose esistono davvero. Egli spiegò che
nella dimensione non-fisica il pensiero è letteralmente e istanta-
neamente creativo. Tutte le entità coinvolte si accordano affinché
la programmazione prenatale avvenga in un certo luogo usando
certi strumenti, come la scacchiera. Questo consenso espresso
con il pensiero, fa sorgere gli oggetti e i luoghi che Staci vede.
Nel corso di una sessione, Staci ha fornito le seguenti informa-
zioni sul luogo in cui le anime programmano la prossima vita:
cono che dall’altro lato esistono dodici gruppi simili di edifici, la mag-
gior parte dei quali è usata per programmare la vita sulla Terra. Dico-
no che molte anime preferiscono tornare nello stesso edificio, allo stesso
piano e, se possibile, nella stessa sala. Ciò dà loro un senso di sicurezza e
stabilità, e da quel luogo sono più capaci di percepire la loro evoluzione
in ciascuna vita e nel tempo intercorrente tra le vite.
F
orse l’idea della programmazione prenatale vi sembrerà as-
surda, soprattutto se a essere programmate sono esperien-
ze dolorose. Conosco bene questo modo di pensare. Per la
maggior parte di noi, questa idea rappresenta un modo radical-
mente nuovo di considerare il mondo e la nostra vita. Più le prove
che viviamo sono traumatiche, più essa potrebbe sembrare difficile
da accettare. Io sono riuscito a capire, accettare e alla fine abbrac-
ciare questa idea solo lentamente e per gradi, soprattutto quando
riguardava le circostanze più dolorose della vita. A ogni stadio ho
avuto la sensazione di guarire vecchie ferite. La rabbia e il risenti-
mento sono evaporati, per lasciare spazio a sentimenti di pace e
gioia. Ho trovato nella vita una bellezza che prima mi sfuggiva.
Il mio intento nello scrivere questo libro non è convincervi
dell’esistenza della programmazione prenatale, bensì offrire, con
spirito di servizio, un’idea che per me si è rivelata profondamente
utile. Tutto quello che vi chiedo è di prendere in considerazione
questa possibilità. Per trarne beneficio, non occorre che vi con-
vinciate di questa idea; dovete solo chiedervi: «E se fosse vero?
Se davvero ho programmato questa esperienza prima di nascere?
Perché potrei averlo fatto?». Il semplice porvi queste domande
darà un senso nuovo alle prove della vostra vita e vi farà iniziare
un viaggio alla scoperta di voi stessi. Questo viaggio non richiede
particolari fedi spirituali o metafisiche: è sufficiente essere inte-
ressati all’evoluzione e alla saggezza personali.
In queste pagine leggerete le storie di dieci persone coraggiose.
Verrete a conoscere cosa e perché queste persone hanno program-
mato prima di nascere. La comprensione della programmazione
prenatale può essere paragonata all’osservazione di una scultura.
24 – Anime coraggiose
Perché ci incarniamo
La programmazione che facciamo prima di nascere è estesa e
dettagliata. Essa include la selezione delle prove della vita, ma va
ben al di là di essa. Noi scegliamo i nostri genitori (ed essi scelgo-
no noi), dove e quando incarnarci, le scuole che frequenteremo, le
case in cui vivremo, la gente che incontreremo e le relazioni che
stringeremo. Se qualche volta avete avuto la sensazione di conosce-
re già una persona appena incontrata, forse eravate nel vero. Quel-
la persona faceva probabilmente parte della vostra programmazio-
ne prenatale. Quando un luogo, un nome, un’immagine o una
frase vi sembrano stranamente familiari la prima volta che li vede-
te o sentite, si tratta spesso di un vago ricordo di ciò che fu discus-
so prima dell’incarnazione. In molte sessioni di programmazione,
usiamo il nome e prendiamo l’aspetto fisico che avremo dopo la
nascita. Tali pratiche ci aiutano a riconoscerci l’un l’altro a livello
fisico. La sensazione di déjà vu viene spesso, giustamente, riferita a
qualcosa successo in una vita passata, ma molte volte si tratta inve-
ce di ricordi delle programmazioni prenatali.
Quando entriamo nella dimensione terrestre, dimentichiamo
le nostre origini nello spirito. Prima di incarnarci, sappiamo che
subiremo questa amnesia auto-indotta. La frase “dietro il velo”
si riferisce a questo stato di oblio. In quanto anime divine, cer-
chiamo di dimenticare la nostra vera identità, perché il ricordo ci
darebbe una conoscenza più profonda di noi. Al fine di ottenere
questa consapevolezza più profonda, abbandoniamo la dimen-
sione non-fisica – un luogo di gioia, pace e amore – perché non
26 – Anime coraggiose
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