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“Sciogliendo il legame del respiro

che incatena l’anima al corpo,


il Kriya prolunga la vita ed espande
la coscienza all’Infinito.
Il metodo yogico supera l’eterna lotta
esistente tra la mente e i sensi legati
alla materia, e rende il devoto libero
di rientrare in possesso della sua
eredità del regno eterno”.

~ Paramhansa Yogananda ~
Il Kriya è una particolare tecnica di meditazione
che accelera l’evoluzione dell’uomo e lo conduce a realizzare Dio.
È stato riportato in vita nell’epoca moderna dal guru immortale,
Babaji, per essere successivamente portato in Occidente all’inizio
del ventesimo secolo da Paramhansa Yogananda. Per praticare cor-
rettamente il Kriya è necessaria una preparazione accurata. È pos-
sibile intraprendere tale processo di preparazione e ricevere l’inizia-
zione alle pratiche del Kriya presso i centri Ananda nel mondo, tra
i quali il centro europeo nelle vicinanze di Assisi, in Italia.

Questo fascicolo è una guida per chi desidera conoscere me-


glio il Kriya Yoga e sapere che cosa è necessario per ricever-
lo. Per maggiori informazioni o per un consiglio sulla tua si-
tuazione personale, ti invitiamo a contattarci direttamente:
kriya@ananda.it oppure (+3 9) 0742 81 36 20.
Capitolo Primo
C h e c o s ’ è i l K r i ya Y o g a ?

Il Kriya Yoga è una tecnica avanzata per l’evoluzione spirituale, che è stata tra-
mandata da epoche caratterizzate da una maggiore illuminazione spirituale. Fa parte dell’anti-
ca scienza del Raja Yoga, ed è menzionato da Patanjali negli Yoga Sutra e da Sri Krishna nella
Bhagavad Gita. La tecnica vera e propria del Kriya può essere rivelata solo agli iniziati, ma il
suo fine e l’essenza della sua natura sono stati descritti da Paramhansa Yogananda e Swami
Kriyananda nelle loro rispettive autobiografie, nei capitoli dedicati a questo argomento.

«Il Kriya yogi dirige mentalmente la propria energia vitale, facendola ruotare, in su e
in giù, attorno ai sei centri spinali (i plessi midollare, cervicale, dorsale, lombare, sa-
crale e coccigeo) che corrispondono ai dodici segni astrali dello Zodiaco, il simbolico
Uomo Cosmico. Mezzo minuto di rivoluzione dell’energia intorno alla spina dorsale
dell’uomo determina sottili progressi nella sua evoluzione; quel mezzo minuto di Kri-
ya equivale a un anno di naturale sviluppo spirituale». ~Paramhansa Yogananda

«Il Kriya Yoga dirige l’energia lungo la spina dorsale e attorno ad essa, neutralizzando
gradualmente i vortici di chitta. Allo stesso tempo esso rafforza i nervi della spina
dorsale e del cervello, rendendoli capaci di ricevere correnti cosmiche di energia e
di coscienza. Yogananda ha affermato che il Kriya è la scienza suprema dello yoga».
~Swami Kriyananda

La conoscenza del Kriya rimase sepolta durante l’era oscura del materialismo, che in India è
chiamata Kali Yuga. Venne riportata in vita dall’immortale maestro indiano, Babaji, che nel
1861 la insegnò a Shyama Charan Lahiri di Benares, il quale successivamente articolò i prin-
cipi del Kriya in una serie specifica di pratiche di meditazione e pranayama. Lahiri Mahasaya
insegnò questa scienza a migliaia di discepoli, la maggior parte dei quali erano persone con
famiglia che, come lui, conservarono le loro responsabilità terrene pur praticando il Kriya.
In uno dei passaggi più importanti di Autobiografia di uno yogi, Babaji parla del Kriya nel-
l’epoca moderna, rivolgendosi a Lahiri Mahasaya:

«Vi è uno scopo profondo nel fatto che tu non mi abbia incontrato, questa volta, pri-
ma di essere già un uomo sposato e con modeste responsabilità lavorative. Devi met-


tere da parte l’idea di unirti alla nostra segreta compagnia nell’Himalaya; la tua vita è
nei mercati affollati, dove puoi essere d’esempio come yogi-capofamiglia ideale.

«Le invocazioni di molte donne e uomini smarriti nel mondo non sono rimaste
inascoltate alle orecchie dei Grandi» proseguì. «Tu sei stato scelto per portare con-
forto spirituale attraverso il Kriya Yoga a tanti sinceri ricercatori. Milioni di perso-
ne gravate da legami familiari e pesanti responsabilità terrene riceveranno da te un
nuovo incoraggiamento, essendo tu un padre di famiglia come loro. Devi guidarli
a comprendere che le più alte conquiste dello yoga non sono precluse a chi ha una
famiglia. Anche nel mondo lo yogi che assolve fedelmente le proprie responsabilità,
senza motivazioni o attaccamenti personali, percorre il sicuro sentiero dell’illumi-
nazione… Un nuovo, soave alito di divina speranza penetrerà nei cuori aridi degli
uomini mondani. Dalla tua vita equilibrata, essi comprenderanno che la liberazione
dipende dalle rinunce interiori, piuttosto che da quelle esteriori…».

Rivolsi a Babaji uno sguardo supplice. «Vi prego, autorizzatemi a trasmettere il Kriya a
tutti i ricercatori spirituali, anche se inizialmente non possono votarsi alla completa ri-
nuncia interiore. Gli uomini e le donne del mondo, torturati, perseguitati dalla triplice
sofferenza, hanno bisogno di uno speciale incoraggiamento. Essi potrebbero non tenta-
re mai la via che conduce alla liberazione, se venisse loro negata l’iniziazione al Kriya».

«Così sia. La volontà divina si è espressa attraverso di te».

Con queste semplici parole, il guru misericordioso bandì le rigorose forme di salva-
guardia che, per secoli, avevano mantenuto il Kriya segreto al mondo. «Dona libera-
mente il Kriya a tutti coloro che umilmente chiedono aiuto».
~Autobiografia di uno yogi, edizione del 1946, Ananda Edizioni.

I l K r i ya Y o g a r a g g i u n g e l ’ Occ i d e n t e

La tecnica del Kriya è stata trasmessa con la stessa cerimonia sacra di iniziazione che fu scelta
da Babaji per Lahiri Mahasaya e che fu successivamente trasmessa attraverso i discepoli di
Lahiri Mahasaya e dai loro discepoli alle generazioni successive.
Paramhansa Yogananda è un discendente spirituale diretto di Babaji e di Lahiri Mahasaya. Il
suo guru, Swami Sri Yukteswar Giri, fu uno dei discepoli più avanzati di Lahiri Mahasaya.
Nel 1920 Yogananda fu ispirato dai suoi guru a portare le pratiche del Kriya e la conoscenza
delle verità eterne e universali (che in India sono chiamate Sanaatan Dharma) nel mondo
occidentale. Da quel momento sino alla sua morte, nel 1952, egli visse negli Stati Uniti,


dove iniziò al Kriya decine di migliaia di sinceri ricercatori, ispirandoli a dedicare la loro vita
a realizzare Dio.
In India le indicazioni per condurre una vita spirituale e “yogica” sono ben conosciute, ma
in Occidente Yogananda dovette educare le persone a concetti quali l’importanza di una ali-
mentazione sana, di un atteggiamento retto, di una vita equilibrata che crei armonia tra cor-
po, mente e anima, l’importanza di sviluppare la forza di volontà e l’autodisciplina, nonché
di trascendere gli attaccamenti fisici ed emotivi. Questi insegnamenti “di vita” sono diventati
una parte essenziale del sentiero del Kriya Yoga, proprio come gli yama e i niyama di Patan-
jali sono passi necessari per raggiungere i livelli più alti del Raja Yoga. Gli insegnamenti di
Yogananda inseriscono quindi le tecniche del Kriya Yoga nel più ampio contesto di uno stile
di vita yogico. Centri educativi e comunità basati su questo stile di vita sono nati negli Stati
Uniti, in Europa e in India a opera di Swami Kriyananda, discepolo diretto di Yogananda.

I l K r i ya Y o g a t r a m i t e A n a n d a

I maestri spirituali infondono spesso in qualcuno dei loro discepoli più devoti il potere di
portare avanti la loro tradizione, a volte anche mentre essi sono ancora in vita. È interessante
notare come: «...non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli» (Gv 4,2).
Paramhansa Yogananda diede ad alcuni dei discepoli a lui più vicini anche l’autorizzazione
a impartire le iniziazioni per suo conto. Alcuni di questi discepoli erano membri del suo
ordine monastico, mentre altri erano capifamiglia, secondo la tradizione Kriya di Lahiri
Mahasaya.
Swami Kriyananda aveva trascorso meno di un anno con Yogananda, quando il Maestro lo
incaricò di occuparsi dei monaci e lo autorizzò a dare l’iniziazione al Kriya. Nei rimanenti
anni di vita di Yoganandaji, Kriyananda impartì spesso l’iniziazione. Dopo la morte di Yo-
ganandaji, Kriyananda venne inviato in molti luoghi del mondo a parlare della realizzazione
del Sé e a dare l’iniziazione al Kriya.
Dopo aver fondato Ananda nel 1968, Kriyananda continuò a educare i devoti agli insegna-
menti della realizzazione del Sé, aiutandoli a prepararsi a ricevere il Kriya, ciascuno secondo
le proprie capacità e i propri tempi. In anni più recenti, Kriyananda ha autorizzato alcuni
membri di Ananda Sangha a dare le iniziazioni al Kriya nel nome di Yogananda. Vi sono
attualmente diciassette Kriyacharya in tutto il mondo che impartiscono le iniziazioni.


Capitolo secondo
I pa s s i v e r s o l ’ i n i z i a z i o n e

Fa r e a c q u i s t i a l s u p e r m e r c at o d e l l o S p i r i t o

In questa era dell’informazione si possono apprendere molte cose su


un’ampia varietà di percorsi spirituali. La persona curiosa troverà molto più del necessario
per soddisfare la sua curiosità. Il passo successivo alla curiosità è la “ricerca”, e la forma più
proficua di ricerca è quella che passa attraverso l’esperienza personale. Per esempio, chi vuole
scoprire che cos’è il massaggio ayurvedico, va in un centro ayurvedico e se ne fa fare uno. Per
conoscere la Tour Eiffel, si va a vederla. Per sapere come è un mango, lo si assaggia.
Se vuoi conoscere il Kriya Yoga, farai bene a sperimentare le tecniche dell’autorealizzazione,
per valutarne tu stesso gli effetti sulla tua coscienza e sulla tua vita di ogni giorno. Ecco alcu-
ni suggerimenti per cominciare a conoscere questi insegnamenti e i maestri del Kriya Yoga.

Studiare gli insegnamenti


della realizzazione del Sé

Il Kriya Yoga appartiene a un corpo di insegnamenti che in India è chiamato Sanaatan


Dharma, e che Yogananda chiamò “realizzazione del Sé”. Nel suo libro La via del risveglio
nell’Induismo, Swami Kriyananda scrive:
«Il Sanaatan Dharma, inteso nel giusto senso, è radicato nelle fondamenta stesse
dell’universo. Come insegnamento, non esclude nessuna pratica che abbia lo scopo
di nobilitare ed elevare la mente, di risvegliare nel cuore l’amore altruistico, di ispi-
rare il desiderio ardente della verità, di allentare i legami dell’ego e dell’egoismo e di
approfondire la consapevolezza di ciò che è, al contrario di ciò che sembra soltanto
essere. In parole ancora più semplici, lo scopo del Sanaatan Dharma è duplice: da un
lato, l’elevazione della coscienza umana; dall’altro, l’espansione della nostra identità
attraverso l’amore, fino ad abbracciare tutta la vita e tutta la realtà. Qualunque pratica
ispiri a procedere in questa direzione, anche senza definire l’obiettivo in modo così
specifico, appartiene di diritto alla sfera del Sanaatan Dharma».


I libri che indichiamo di seguito
p o s s o n o d a rt i u n ’ i d e a d i q u e s t o
a p p r o cc i o a l l ’ i l l u m i n a z i o n e :

Autobiografia di uno yogi (edizione del 1946 )


Paramhansa Yogananda

L’essenza dell’autorealizzazione
Paramhansa Yogananda, a cura di Swami Kriyananda

Supercoscienza
Swami Kriyananda

RajaYoga
Swami Kriyananda

L’eterna ricerca dell’uomo


Il divino romanzo
Verso la realizzazione del Sé
Paramhansa Yogananda

Letture su Yogananda
Il nuovo Sentiero
Swami Kriyananda (di prossima pubblicazione)

Conversazioni con Yogananda


Swami Kriyananda

God alone
Sorella Gyanamata, sulla sua vita (in lingua inglese)

Specchio perfetto
Kamala Silva

Materiali audio/video
Sull’argomento del Kriya Yoga e sulla vita e gli insegnamenti di Paramhansa Yogananda,
sono disponibili in audio o in video molte lezioni e conferenze di Swami Kriyananda e di
altri insegnanti di Ananda. Puoi vedere il materiale disponibile su www.anandaedizioni.it.


A p p r e n d e r e e p r at i c a r e
le tecniche di base del sentiero
d e l K r i ya Y o g a

Le due tecniche di base insegnate da Yogananda possono essere apprese e praticate da chiun-
que, a prescindere dalla fede religiosa o dal sentiero che segue. Queste tecniche recano un
beneficio spirituale e pratico a tutti, e vengono persino consigliate da alcuni medici per
migliorare molti problemi di tipo fisico, mentale o emozionale.

• L a t e c n i c a d i c o n c e n t r a z i o n e scelta da Yogananda è una pratica antica e ben


conosciuta, ampiamente usata in tutta l’India. Essa si basa sull’osservazione del respiro
abbinata alla ripetizione di un mantra per calmare la mente e focalizzarla su un unico
punto. Da giovane, Yogananda praticava questa tecnica anche otto ore al giorno. L’espe-
rienza e l’abilità in questa pratica sono necessarie per riuscire nelle tecniche più avanzate
del Kriya, che richiedono un’elevata capacità di concentrazione.

• G l i E s e r c i z i d i r i c a r i c a furono inizialmente messi a punto da Yogananda per


fornire ai suoi giovani studenti della scuola di Ranchi, in India, un metodo per con-
centrare le loro esuberanti energie e sviluppare la forza di volontà. Yogananda chiamò
questa pratica “Tissue-Will System of Body and Mind Perfection” (“Sistema che prevede
l’intervento della volontà sui tessuti per perfezionare il corpo e la mente”). Si compone
di trentanove esercizi da praticare due volte al giorno, seguendo una sequenza precisa.
La pratica dura circa 12 minuti e rifornisce i tessuti del corpo, i muscoli e gli organi, di
energia fresca e vitale (prana), aiutando al tempo stesso a sviluppare la forza di volontà e
la concentrazione. I benefici fisici di questi esercizi sono importanti per “tenere in forma
il tempio del corpo per realizzare Dio”, ma il loro vantaggio principale è che la pratica
rinvigorisce la forza di volontà, che è la pietra angolare della scienza del Raja Yoga e uno
strumento essenziale per la corretta pratica del Kriya.
«La forza di volontà ti rende divino. Quando rinunci a utilizzare quella volontà,
diventi un uomo mortale … Se usi continuamente la forza di volontà, a prescin-
dere dagli ostacoli che puoi incontrare, questo produrrà successo, ricchezza e forza
per aiutare gli altri, ma soprattutto comunione con Dio». ~Paramhansa Yogananda

• I m pa r a l e p r at i c h e c o n u n i n s e g n a n t e o at t r av e r s o i m at e r i a -
l i d i d at t i c i . Potrai apprendere queste pratiche ad Ananda, nelle vicinanze di Assisi,
o presso uno dei tanti gruppi di meditazione presenti in Europa. Imparandole da un
insegnante, avrai la possibilità di godere dei vantaggi dell’interazione personale con lui e
con gli altri studenti. Dopo aver frequentato i corsi sulle tecniche, potrai approfondire il
tuo studio attraverso i materiali cartacei o audio/video.


I corsi di base che vengono impartiti ad Ananda per aiutarti ad avviarti sul sentiero del
Kriya Yoga sono:
• L’arte della meditazione: pratiche di base
• Ricaricati di energia vitale! Gli esercizi di ricarica energetica di Paramhansa Yogananda
• Il sentiero del Kriya Yoga
• I chakra: la via alla liberazione

• P o t r a i i m pa r a r e q u e s t e t e c n i c h e a n c h e s ta n d o a c a s a ,
c o n l ’ a i u t o d EL SEGUENTE MATERIALE DIDATTI C O :
• Come si medita (video + libretto)
• Esercizi di ricarica (video + libretto)
• Sadhana – pratica completa guidata (video + libretto)
• I Chakra (testo)

• T r a i l i b r i p e r l o s t u d i o d e l l a r e a l i z z a z i o n e d e l S é , g i à
m e n z i o n at i n e l l e pa g i n e p r e c e d e n t i , t i s u g g e r i a m o :
• Supercoscienza e Raja Yoga

I l s at s a n g e l ’ a m b i e n t e s p i r i t u a l e

Quando il giovane Mukunda (il nome di Yogananda da ragazzo) sentiva il bisogno di ri-
cevere ispirazione o sostegno spirituale, si recava nella stanza di suo padre e meditava con
lui. (Il padre era un discepolo diretto di Lahiri Mahasaya e un devoto praticante del Kriya.)
Oppure si recava dietro l’angolo, a visitare il “santo che levitava” o alcuni dei suoi amici
spirituali, che invitava anche a meditare con lui nella sua “grotta” in soffitta. Il satsang, cioè
lo stare in compagnia di persone che condividono i tuoi ideali, è definito da tutti i mae-
stri come l’aiuto principale per progredire spiritualmente. Come diceva spesso Yogananda:
«L’ambiente è più forte della volontà».
È di grande aiuto meditare con altri, specialmente con persone che hanno intrapreso il tuo
stesso sentiero. Recandoti periodicamente in visita alle comunità di Ananda ti manterrai
in contatto con persone che sono sul sentiero da tanti anni; questo ti darà una potente
ricarica spirituale.
Partecipare a un gruppo di meditazione nella zona in cui vivi è un altro modo importante
per rendere magnetiche le tue pratiche. Consulta il nostro sito per sapere se vicino a te si
riunisce un gruppo Ananda.


S at s a n g v i rt u a l e

In India, le persone percorrono lunghi tragitti per fare visita ai santi o rendere omaggio alle
immagini sacre nei templi, e per ricevere il loro darshan, che significa stare interiormente a
contatto con le vibrazioni trasformanti emanate da un santo o da un luogo sacro. Chi può ri-
nunciare alle proprie attività mondane spesso rimane ai piedi di un santo o presso un tempio,
per l’effetto magnetico che una tale vicinanza ha sulle pratiche spirituali. Non vi è dubbio che
un “satsang” quotidiano sia una delle vie più certe verso un rapido successo spirituale.
In questa era tecnologica abbiamo la fortuna di poter portare la presenza di persone spiri-
tualmente avanzate proprio dentro le nostre case, grazie a registrazioni audiovisive delle loro
apparizioni pubbliche, così come attraverso i loro scritti e la loro musica. Ananda Edizioni
Sangha dispone di registrazioni video di Yogananda e di registrazioni audio e video di molti
dei discorsi tenuti da Swami Kriyananda, alcuni dei quali suddivisi in serie di discorsi brevi
(15-20 minuti) che possono essere guardati al computer o ascoltati nel formato per CD o
MP3 . In questo modo si possono comodamente ricevere i benefici di un satsang quotidiano
(si veda il catalogo di questi “satsang” e di altri materiali di studio presso il centro Ananda o
sul sito www.anandaedizioni.it > cliccare su Corsi e Pratiche).

I n i z i a z i o n e a l d i s c e p o l at o

Dopo aver sperimentato per qualche tempo gli insegnamenti e le tecniche del sentiero del
Kriya Yoga, e se sentirai un profondo legame interiore con i maestri del Kriya Yoga, sarà giun-
to il momento di esplorare il rapporto tra guru e discepolo, che viene spiegato nel capitolo
seguente. L’iniziazione al discepolato viene data ad Ananda o, su richiesta, presso alcuni
gruppi di meditazione.

S ta b i l i r e u n a r e g o l a r e
r o u t i n e d i m e d i ta z i o n e

L’iniziazione al discepolato dà il via alla fase successiva del tuo viaggio spirituale, durante la
quale ti preparerai in modo più specifico all’iniziazione al Kriya. Una preparazione accurata,
come ha detto Yogananda, è molto importante:
«Il Kriya Yoga non viene dato fino a che il devoto non ha praticato altre tecniche
altamente avanzate, preparando la mente alla suprema benedizione che giunge con
quella tecnica più elevata. L’esperienza mi ha dimostrato la necessità di seguire que-
sta regola generale. È importante avere devozione. La devozione, unita a uno sforzo
determinato rivolto nelle giusta direzione, non mancherà di condurti alla meta che
stai perseguendo».


Prima di ricevere le tecniche più avanzate, dovrai instaurare una pratica regolare e quoti-
diana, eseguendo due volte al giorno gli Esercizi di ricarica e la tecnica di concentrazione
Hong-So. Quando la tua routine si sarà consolidata, potrai procedere frequentando i corsi
di preparazione al Kriya.

P r e pa r a z i o n e a l K r i y a ,
primo livello

Nel corso di questa fase della tua preparazione, imparerai a praticare le tecniche di base in
modo più approfondito ed efficace. Aumenterai la durata delle tue meditazioni fino a un
minimo di quarantacinque minuti, inserendo la tecnica dell’AUM , che ti verrà insegnata in
questo livello di preparazione. Durante questi corsi verrai guidato ad approfondire il contat-
to interiore con i maestri del Kriya Yoga e la pratica del pranayama, che ti aiuterà a svilup-
pare la capacità di eseguire correttamente il respiro Kriya. Ad Ananda e presso alcuni gruppi
di meditazione vengono tenuti dei corsi durante tutto l’arco dell’anno. Potrai trovare anche
dei materiali audio e video, adatti per la revisione e gli approfondimenti e molto utili per chi
non ha la possibilità di partecipare a questi programmi. Per maggiori dettagli sulle date dei
corsi, visita il sito www.ananda.it, dove troverai il calendario completo, oppure manda una
e-mail a kriya@ananda.it per ricevere maggiori informazioni.

P r e pa r a z i o n e a l K r i y a ,
secondo livello

Dopo circa tre mesi di pratica quotidiana delle tecniche di base e di quelle acquisite nel
primo livello di preparazione al Kriya, puoi procedere con la preparazione finale, durante la
quale imparerai le tecniche insegnate da Lahiri Mahasaya per aumentare la consapevolezza
e stimolare l’energia del corpo (astrale). Ad Ananda e presso alcuni gruppi di meditazione
vengono tenuti dei corsi durante tutto l’arco dell’anno. Potrai trovare anche dei materiali
audio e video, adatti per la revisione e gli approfondimenti e molto utili per chi non ha la
possibilità di partecipare a questi programmi.
Dopo circa tre mesi di pratica quotidiana delle tecniche del secondo livello, oltre alle tecni-
che di Ricarica, Hong-So e AUM , potrai chiedere di ricevere l’iniziazione al primo Kriya.
Per maggiori dettagli sulle date dei programmi di preparazione o delle iniziazioni, visita
il sito www.ananda.it, dove troverai il calendario completo, oppure manda una e-mail a
kriya@ananda.it per ricevere maggiori informazioni.


Ritiro K r i y a

L’iniziazione al Kriya viene data diverse volte nell’arco dell’anno ad Ananda, nei pressi di
Assisi, e in altre località d’Europa. Ad Ananda l’iniziazione è preceduta da un ritiro di cinque
giorni che è vivamente consigliato ai nuovi iniziati, per giungere al giorno dell’iniziazione
nelle migliori condizioni spirituali possibili. Durante la revisione del Kriya, che ha luogo il
mattino successivo all’iniziazione, i nuovi iniziati ricevono diversi materiali di studio.

S o s t e g n o n e l l a p r at i c a
del K r i y a

Dopo le cerimonie di iniziazione vengono fornite dettagliate istruzioni, sia verbali che scrit-
te, sulla pratica. Sono disponibili anche delle registrazioni audio dell’iniziazione e delle ses-
sioni di revisione della tecnica, oltre ad altre registrazioni di lezioni e di ritiri particolarmente
ispiranti dedicati a chi già pratica il Kriya (Kriyaban). I Kriyaban sono invitati a verificare
spesso la loro pratica, con l’aiuto di uno degli insegnanti di Kriya o con i loro assistenti,
presso Ananda o presso alcuni centri di meditazione, anche telefonicamente. I ritiri Kriya
si tengono regolarmente ad Ananda Assisi e con frequenza sempre maggiore anche in altre
località europee.


Capitolo Terzo
L ’ i m p e g n o : l ’ i m p o rta n z a e i l s i g n i f i c at o
d e l “ d i s c e p o l at o ”

All’inizio il ricercatore spirituale può avere bisogno di un ampio


spazio di ricerca, ma per raggiungere la realizzazione del Sé avrà bisogno di una forte deter-
minazione. Alcuni ricercatori spirituali vengono condotti in breve tempo al loro maestro e
al loro sentiero, mentre altri hanno bisogno di più tempo per trovare la loro strada. Ogni
ricercatore ha il suo passato e il suo karma, e i semi dell’ardore spirituale hanno bisogno dei
loro tempi per germogliare.
In India si dice: «Quando il discepolo è pronto, il maestro appare». La Bibbia dice: «A quan-
ti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12).
I grandi maestri hanno un magnetismo che attrae molte persone, ma solo alcune di loro
sono in grado di ricevere la pienezza degli insegnamenti e della grazia del maestro. I “se-
guaci” di un maestro sono contenti di stargli vicino e si sentono elevati dalla sua presenza
e dalle sue parole. A loro il maestro porta un messaggio di incoraggiamento e ispirazione. I
“discepoli” di un maestro sono coloro che sono disposti a seguire non solo la presenza fisica
del maestro, ma, ciò che è più importante, i suoi consigli metafisici. Essi accettano la sua
“disciplina” e si impegnano a portare avanti il lavoro rigoroso necessario per giungere alla
perfezione. Come ha detto Gesù:
«Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me
e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un
uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta
sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a
smuoverla perché era costruita bene» (Lc 6,46-48).

Si narra di un imperatore della Cina a cui un ministro riferì di un enorme monastero nel
settentrione, in cui migliaia di monaci vivevano insieme in armonia. Essi avevano creato un
luogo di pace e di incomparabile bellezza. L’imperatore decise di visitarlo e, quando incon-
trò l’abate, gli disse: «Che splendido luogo avete creato qui. Quanti discepoli vi si trovano?».
L’abate rispose: «I residenti sono migliaia. I discepoli forse uno o due».


Sono l’impegno e la ricettività del discepolo ad attirare la grazia del Guru e a metterlo in
grado di ricevere l’iniziazione alle più alte pratiche del sentiero del Kriya Yoga.
Per aiutarti a comprendere più profondamente questo concetto sono disponibili dei corsi,
dei testi e dei discorsi che parlano del discepolato. Ad Ananda vengono offerti fine-settima-
na specifici, ma in ogni momento potrai venirci a trovare per parlare con gli insegnanti su
questo argomento. Puoi anche telefonare e metterti in contatto con uno di loro. Vi sono
insegnanti anche presso i gruppi di meditazione, che potranno aiutarti lungo il percorso. Per
sapere dove trovarli, scrivi a kriya@ananda.it.

Per poter studiare anche a casa,


ti consigliamo le seguenti letture:

Autobiografia di uno yogi edizione del 1946, di Paramhansa Yogananda, Ananda Edizioni
Il discepolato: la divina storia d’amore, tratto dai discorsi di Swami Kriyananda
Il nuovo Sentiero di Swami Kriyananda, di prossima pubblicazione
L’essenza dell’autorealizzazione (in particolare i capitoli 14 e 15) di Swami Kriyananda
God Alone di Sorella Gyanamata, sulla sua vita (in lingua inglese)
L’eterna ricerca dell’uomo / Il divino romanzo / Verso la realizzazione del Sé,
di Paramhansa Yogananda
Discorsi sul discepolato di Swami Kriyananda, (set CD/DVD)
Sul sito www.anandaedizioni.it puoi trovare il catalogo dei libri e dei discorsi.

L a c e r i m o n i a d e l d i s c e p o l at o

Se desideri essere accolto come discepolo dei Maestri del Kriya, è possibile organizzare la
cerimonia di iniziazione ad Ananda o presso alcuni dei gruppi di meditazione. I voti che il
discepolo prende durante questa cerimonia sono riportati nel libretto Il discepolato. Se non
ti è assolutamente possibile recarti presso uno dei centri Ananda per ricevere l’iniziazione, è
possibile organizzare una “iniziazione a distanza” apposta per te, nella tua casa.


Capitolo Quarto
Le risposte alle tue domande

P e r c h é i l K r i y a n o n è s tat o r e s o p u b b l i c o i n
u n l i b r o , i n m o d o c h e t u t t i p o t e s s e r o i m pa r a r l o ?

Swami Kriyananda risponde a questa importante domanda nel suo libro L’essenza della Bha-
gavad Gita, commentata da Paramhansa Yogananda:
«Una domanda certamente ragionevole. Sono stati proprio i maestri, tuttavia, ad af-
fermare che il Kriya Yoga non dovrebbe essere reso pubblico, proprio perché è un in-
segnamento che trascende la ragione stessa. La giusta comprensione di questa pratica
dipende dallo sviluppo graduale dell’intuizione.
«Per poter essere pienamente efficace, il Kriya Yoga deve essere ricevuto non solo con
l’intelletto (in forma scritta o a parole), ma in modo vibrazionale, attraverso un’inizia-
zione. Un magnete si crea con il riallineamento elettrico delle molecole, oppure con
la vicinanza a un altro magnete. La sintonia con un guru risvegliato in Dio influenza
i samskara (che sono paragonabili alle molecole della materia), facendoli fluire in alto
verso il cervello.
«Si tratta di una realtà più sottile, e molto più difficile da padroneggiare, delle sem-
plici molecole dei metalli. Senza una guida esperta, perfino scalare una montagna
può essere fatale, sebbene in questo caso la morte ponga fine a una sola incarnazione.
Gli errori spirituali possono essere più costosi, perché la sofferenza che ne deriva può
essere a lungo termine.
La guida del guru non è solo utile: è essenziale. Ciò non significa che il Kriya Yoga
sia pericoloso. Niente affatto. Tuttavia, decidere di praticare il Kriya Yoga significa
cominciare seriamente il cammino che conduce a Dio. Non è un gioco, e dovrebbe
certamente essere affrontato come un impegno per tutta la vita … Ogni iniziazione
dello yoga, e specialmente quella nell’antica scienza del Kriya Yoga, dovrebbe essere
considerata come un passo molto sacro nella propria vita».

Esistono diversi tipi di K r i y a?

La parola Kriya è un termine ingannevolmente semplice, che si riferisce a numerose prati-


che. In sanscrito significa letteralmente “azione”. La stessa radice verbale sanscrita kri (agire)


è contenuta nel termine karma. Mentre karma è generalmente definito come “azioni gene-
rate dal desiderio egoico”, Kriya indica “azioni che purificano”.
Nella scienza dell’Hatha Yoga vi sono molti Kriya, pratiche che hanno lo scopo di purificare
il corpo e il sistema nervoso, per esempio pulendo il naso, lo stomaco, gli intestini, i canali
dei nervi ecc.
Nella scienza del Raja Yoga, il termine Kriya si riferisce alle pratiche che purificano l’ego
(prevenendo così il karma futuro) e che neutralizzano i “semi” o le tracce del karma passato
presenti nella coscienza. Quando Babaji riportò in vita le antiche tecniche della realizzazione
di Dio che erano appartenute al Raja Yoga nelle epoche più antiche, chiamò queste pratiche
“Kriya Yoga”. Questa scienza comprende un notevole numero di tecniche, che il suo disce-
polo Lahiri Mahasaya concentrò in una progressione di esercizi preparatori e di iniziazioni,
noti come “il Kriya Yoga di Lahiri Mahasaya di Benares”. Per questo grande contributo, Lahiri
Mahasaya è conosciuto come il padre del Kriya Yoga nell’età moderna, e come Yogavatar.
Lahiri Mahasaya iniziò a queste pratiche migliaia di studenti, dando ad alcuni di loro l’au-
torità per iniziarne altri. Molti di questi iniziati hanno a loro volta iniziato altre persone: in
questo modo si sono sviluppate, nel corso di generazioni, varie linee di Kriya. Dall’albero
di Lahiri Mahasaya sono cresciute molte linee, ciascuna con le sue ramificazioni. Tutte le
linee di Kriya che ci sono giunte tramite Lahiri Mahasaya insegnano essenzialmente le stesse
tecniche, con alcune leggere variazioni.
Il Kriya che è giunto al mondo occidentale attraverso Paramhansa Yogananda e che viene
insegnato oggi anche in Oriente dal suo discepolo Swami Kriyananda, è una di quelle ra-
mificazioni, che è nata da un discepolo molto avanzato di Lahiri Mahasaya, Swami Sri Yu-
kteswar. Trattandosi di un termine generico che si riferisce a molte pratiche di Raja e Hatha
Yoga, il termine Kriya viene utilizzato oggi da molti insegnanti che si riferiscono a pratiche
simili, ma distinte, rispetto a quelle insegnate da Lahiri Mahasaya. In Internet troverai deci-
ne di migliaia di riferimenti.

Qual è il K r i y a migliore?

Quando questa domanda venne rivolta a una yogini molto avanzata, in India, ella rispose:
“Quello che ti viene dato dal tuo guru”. Non è la tecnica in sé che conduce automaticamen-
te alla liberazione, sebbene una pratica corretta porti risultati benefici a chi vi si dedica. Tale
pratica, del resto, è possibile solo grazie alle benedizioni del guru, che usa la tecnica come
uno strumento di liberazione per i suoi discepoli. Come diceva Yogananda: “Il Kriya più la
devozione funzionano come la matematica”.

«La legge del Kriya Yoga è eterna. Essa è vera come la matematica; al pari delle sem-
plici regole dell’addizione e della sottrazione, anche la legge del Kriya non potrà mai
essere soppressa. Date pure alle fiamme tutti i libri di matematica: le persone inclini


alla logica riscopriranno sempre tali verità; distruggete tutti i libri sacri sullo yoga: le
sue leggi fondamentali verranno nuovamente alla luce ogni qual volta comparirà un
vero yogi capace di pura devozione e, quindi, di pura conoscenza».
~Autobiografia di uno yogi, edizione del 1946, Ananda Edizioni

A causa della necessità delle benedizioni del Guru, il Kriya che proviene da Babaji viene dato
con una “iniziazione”, una cerimonia durante la quale il potere e le benedizioni del guru si
trasferiscono nel discepolo, dandogli la capacità di eseguire correttamente la tecnica.

Qual è il guru migliore?

Il tuo; quello a cui appartieni. Tra i maestri autorealizzati non c’è competizione. A ognuno
di loro Dio ha affidato delle anime da guidare. Perciò non è il guru che sceglie i suoi disce-
poli, né è il discepolo a scegliere il suo guru. Questo è l’autentico “matrimonio celebrato in
cielo”, tra due anime che Dio ha unito fino a che la morte (dell’ego del discepolo) non le
separi, quando il discepolo tornerà a fondersi con l’oceano cosmico della coscienza. Nel suo
ultimo messaggio ai discepoli, Gesù disse:
«Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi
e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola …
Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa
sola, come noi» ~ (Gv 17,6-11).

Come posso sapere qual è il guru


c h e è s tat o s c e lt o p e r m e ?

Il guru si manifesterà ai suoi discepoli nel momento della loro vita in cui saranno pronti a
percepirlo e a riceverlo. In un modo o nell’altro i maestri “chiamano” i loro discepoli. Pos-
sono farlo in modi tanto diversi quanto sono diversi i discepoli. Può accadere incontrando
il guru di persona. Oppure attraverso la parola scritta, come nel caso di Autobiografia di uno
yogi di Yogananda, riferendosi alla quale egli stesso disse di aver infuso le sue vibrazioni in
ogni parola. Oppure attraverso le pratiche spirituali che il maestro insegna. O attraverso il
magnetismo della compagnia dei suoi discepoli o di coloro i quali trasmettono ad altri le
sue vibrazioni e il suo messaggio. Potrebbe accadere attraverso la sua opera spirituale, che
attrae chi è in sintonia con il maestro. Il contatto può verificarsi anche in sogno o in visione,
udendo la sua voce o guardando una sua fotografia.
Ciò che è importante per un aspirante discepolo è sintonizzarsi con le vibrazioni di un mae-
stro, usando tutti i mezzi a sua disposizione, per poi ascoltare interiormente una risposta che
giunge dall’anima. La risposta si manifesta sotto forma di amore profondo, o gioia, o dalla
semplice certezza di aver trovato la propria casa.


P o s s o p r at i c a r e i l K r i y a a n c h e s e i l m i o g u r u è G e s ù ?

Secondo Yoganandaji, Gesù stesso insegnò ai suoi discepoli una tecnica molto simile al Kri-
ya, che era adatta a quei tempi. Fu Gesù in persona che chiese a Babaji di inviare qualcuno
in Occidente per insegnare ai suoi discepoli le pratiche attraverso le quali avrebbero potuto
entrare in comunione interiore con la sua Coscienza Cristica. È per questo motivo che Yo-
gananda ha inserito Gesù nella linea di maestri del Kriya Yoga.

Devo rinunciare alla mia religione e alla


mia Chiesa per ricevere l’iniziazione al K r i y a?

Lahiri Mahasaya dette l’iniziazione al Kriya Yoga a induisti, cristiani, musulmani e anche
atei, dicendo che nessuno deve rinunciare alla sua religione per seguire questo sentiero.
«Un tratto significativo della vita di Lahiri Mahasaya fu quello di concedere l’ini-
ziazione al Kriya a persone di ogni fede religiosa. Non soltanto induisti, ma anche
musulmani e cristiani, furono annoverati fra i suoi principali discepoli. Monisti e
dualisti, fedeli di ogni credo o non affiliati ad alcuna religione ufficiale, tutti venivano
accolti con imparzialità e istruiti dal guru universale… Il grande guru incoraggiava i
suoi vari allievi ad attenersi alla buona disciplina tradizionale della propria fede di ap-
partenenza. Ponendo l’accento sulla natura onnicomprensiva del Kriya quale metodo
pratico di liberazione, Lahiri Mahasaya lasciava ai suoi chela la libertà di esprimere la
propria vita in conformità con il proprio ambiente e la propria educazione».
~Autobiografia di uno yogi, edizione del 1946

Per ricevere l’iniziazione al K r i y a


d e v o p r i m a d i v e n ta r e u n d i s c e p o l o ?

Il Kriya viene dato con un’iniziazione, in un contesto cerimoniale che sottolinea la sacralità
di quel momento, durante il quale il potere trasformante del guru si trasferisce al discepolo,
dandogli la capacità di comprendere e praticare profondamente le tecniche liberatrici. Una
tecnica tanto avanzata non viene offerta a chi intende seguire gli insegnamenti a modo suo,
ma a coloro che sono disposti e preparati a praticarle seguendo le istruzioni del guru. Se da
parte del discepolo c’è questo atteggiamento di disponibilità, apertura e umiltà, il guru può
dare più di quanto darebbe a chi prova per gli insegnamenti una mera curiosità.
Swami Kriyananda spiega:
«Il progresso spirituale senza l’aiuto di un vero, o Sat, guru non può che essere lento,
casuale, incerto e a volte pericoloso. In India, dove la spiritualità è stata studiata per
migliaia di anni – non come una religione, ma come una scienza pratica (“pratica” nel
senso di risultati effettivamente raggiunti) – la tradizione antica ha sempre sostenuto


che un vero guru sia la conditio sine qua non per il successo sul sentiero spirituale.
Molte persone spiritualmente ignoranti, perfino in India, insistono nell’affermare che
con il livello di alfabetizzazione ormai raggiunto e con la facilità con cui oggigiorno
si possono trovare i libri, gli insegnamenti spirituali sono accessibili praticamente a
tutti, e quindi un guru non è più necessario. In verità, la diffusione della capacità di
leggere e scrivere ha avuto un effetto poco felice: la divulgazione non solo del sapere,
ma anche dell’ignoranza!
La vera comprensione non proviene dal ragionamento intellettuale, ma dall’intui-
zione. La sintonia interiore e intuitiva con la coscienza del guru conduce al risveglio
spirituale nel modo più diretto e sicuro».
~L’essenza della Bhagavad Gita, Ananda Edizioni

Ho già un guru, ma non insegna il K r i y a yoga.


Posso ricevere l’iniziazione tramite Ananda?

Quando accettiamo la presenza di un guru nella nostra vita, significa che abbiamo fede che
egli ci darà esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Una volta trovato il tuo guru, pratica
fedelmente ciò che egli ti ha trasmesso. Essere un “discepolo” significa anche accettare la
“disciplina” del guru e usare gli strumenti che egli ci dà con sempre crescente devozione,
profondità e costanza.

P r o v o a m o r e p e r Yo g a n a n d a , m a m i s e n t o
p i ù at t r at t o d a u n o d e i m a e s t r i d i q u e s t o s e n t i e r o
che lo hanno preceduto. Dovrei seguire comunque
il sentiero del K r i y a tramite Ananda?

Leggendo Autobiografia di uno yogi è facile sentirsi attratti da tutti i maestri del Kriya , grazie
alla devozione che Yogananda provava per ognuno di loro. Egli non scrisse di sé, ma di loro.
Come loro diretto discendente spirituale, Yogananda è un canale per le loro benedizioni e per
la scienza del Kriya che insegnano. Se senti amore e rispetto per Yogananda e anche per uno
dei suoi predecessori, e ti senti ispirato dal modo in cui il Kriya è presentato ad Ananda come
pratica vitale per la vita quotidiana, sei benvenuto e incoraggiato a seguire il tuo sentiero del
Kriya qui. Tutti i maestri del Kriya benediranno la tua pratica attraverso i loro canali diretti.

H o r i c e v u t o l ’ i n i z i a z i o n e a l K r i y a d a u n a lt r o
i n s e g n a n t e . P o s s o pa rt e c i pa r e a l l e v o s t r e i n i z i a z i o n i
e ricevere il sostegno dei vostri insegnanti?

Ogni linea di Kriya ha il suo modo specifico di strutturare le tecniche. Dovresti rivolgerti
alla linea alla quale sei stato iniziato e chiedere consiglio alla persona che ti ha iniziato, o ai
suoi seguaci.


Se, tuttavia, hai la sensazione di non essere stato completamente consapevole dell’impegno
che prendevi al momento dell’iniziazione, e volessi prepararti a ricevere il Kriya tramite
Ananda, ti invitiamo a parlare personalmente con uno dei nostri insegnanti di Kriya Yoga.

Prendendo l’iniziazione al K r i y a,
c h e i m p e g n o m i a s s u m o e s at ta m e n t e ?

Affermi il tuo discepolato a Dio e agli avatar del Kriya Yoga, e ti impegni a praticare fedel-
mente e con regolarità le tecniche del Kriya come ti sono state insegnate, almeno due volte
al giorno. Prometti anche di non rivelare le tecniche a nessuno a meno che tu non sia stato
autorizzato a farlo.

È p o s s i b i l e p r o va r e a p r at i c a r e
il sentiero del K r i y a yoga prima di assumermi
l ’ i m p e g n o d e l d i s c e p o l at o ?

Yogananda ha indicato delle pratiche preparatorie che possono essere utilizzate quotidiana-
mente da tutti: gli Esercizi di ricarica e la tecnica di concentrazione Hong-So. È possibile
ricevere grandi benefici praticando queste tecniche e studiando gli scritti di Yogananda e
Kriyananda, cercando anche di rivolgersi, quando possibile, a un centro Ananda per parte-
cipare ai corsi sul sentiero del Kriya. Applicando i principi ed eseguendo le pratiche, comin-
cerai ad avere un rapporto personale con i guru e un’esperienza diretta dei benefici che le
tecniche portano alla tua coscienza, al tuo benessere interiore e alla tua vita quotidiana. Per
aiutarti a capire se il sentiero del Kriya e i suoi maestri sono giusti per te, puoi “fingere” che
lo siano e seguirli come farebbe un discepolo, accogliendoli in ogni ambito della tua vita.
Puoi “fidanzarti” con Yogananda invitandolo nel tuo cuore, nella tua casa, nella tua famiglia,
nel tuo luogo di lavoro, coinvolgendolo intimamente nelle tue attività, nelle tue decisioni e
nei tuoi progetti. Dopo un periodo di “fidanzamento”, saprai se questo sentiero è per te. A
quel punto, potrai prendere un impegno più formale attraverso l’iniziazione al discepolato.

Q u a n t o d e v o a s p e t ta r e p r i m a d i
ricevere l’iniziazione al K r i y a?

Non si tratta di far passare del tempo, ma di impegnarti nella pratica quotidiana delle tecni-
che di base del sentiero del Kriya Yoga. Una volta stabilita una regolare routine quotidiana,
puoi frequentare corsi di preparazione al Kriya, durante i quali ti verranno insegnate altre
pratiche. Di solito si chiede di far passare un periodo di circa sei mesi dal momento in cui
la pratica diventa quotidiana. Poiché in genere si ha bisogno di circa sei mesi per diventare
discepoli e instaurare una pratica regolare, è possibile ricevere l’iniziazione più o meno entro
un anno. Per ricevere l’iniziazione, è necessario che tu dedichi alle pratiche almeno quaran-
tacinque minuti due volte al giorno.


Perché è necessaria
u n a p r e pa r a z i o n e c o s ì l u n g a ? N o n p o s s o
i m pa r a r e s u b i t o l a t e c n i c a ?

Il Kriya è una tecnica di meditazione avanzata, che richiede un elevato grado di concentra-
zione e un forte sistema nervoso centrale, che sia in grado di sostenere l’accresciuto flusso di
energia risvegliato dalla pratica. Chi non ha sviluppato queste capacità non sarà in grado di
percepire il movimento dell’energia del Kriya, oppure, in alcuni casi, non riuscirà a control-
lare l’accresciuto flusso di energia. Yogananda stesso ha dato queste indicazioni:
«Il Kriya Yoga non viene dato fino a che il devoto non ha praticato altre tecniche
altamente avanzate, preparando la mente alla suprema benedizione che giunge con
quella tecnica più elevata. L’esperienza mi ha dimostrato la necessità di seguire questa
regola generale».

P e r e s s e r e i n i z i at o d e v o v e n i r e a d A n a n d a ?

Le iniziazioni al Kriya vengono date ad Ananda quattro volte l’anno dai Kriyacharya (inse-
gnanti di Kriya) che sono stati autorizzati da Swami Kriyananda. Questi insegnanti, inoltre,
si recano regolarmente anche in altre località per dare le iniziazioni.

U n a v o lta r i c e v u t o i l K r i y a , p o s s o t o r n a r e
per le cerimonie di iniziazione in cui i miei amici
l o r i c e v o n o p e r l a p r i m a v o lta ?

Se ti è possibile, cerca di partecipare a tutte le cerimonie di iniziazione, soprattutto nel pri-


mo anno. Le benedizioni che si ricevono durante le cerimonie del Kriya ci aiutano enorme-
mente nel nostro progresso spirituale. A ogni iniziazione siamo in grado di comprendere le
pratiche più profondamente. Quando Yogananda era in vita, i suoi discepoli partecipavano
a tutte le iniziazioni.

H o s e n t i t o pa r l a r e d i l i v e l l i s u p e r i o r i d i K r i y a .
Quanti ce ne sono?

Il nostro sentiero del Kriya Yoga prevede quattro livelli di iniziazione. Dopo che avrai pra-
ticato regolarmente le tecniche di base del Kriya per almeno due anni e ti sentirai pronto
ad aumentare la durata delle tue meditazioni, potrai chiedere il permesso di ricevere l’ini-
ziazione al secondo Kriya. Dopo almeno un anno di pratica quotidiana delle tecniche del
primo e del secondo Kriya, e impegnandoti ad allungare le tue meditazioni, potrai ricevere
le iniziazioni di terzo e quarto livello, che vengono date insieme. Ananda offre dei corsi di
preparazione per ognuno di questi livelli.


Capitolo Quinto
I MAESTRI DEL K RIYA YOGA

Gesù Cristo

«Lo vedo nella mia mente così come era in realtà: il Cristo orientale. Molti pittori
hanno cercato di darGli occhi azzurri e capelli chiari, ma Egli era un vero orientale ...
per nascita, sangue ed educazione. I Magi d’Oriente, che venivano dall’India orienta-
le, andarono a rendergli onore quando nacque, poiché sapevano che era uno dei più
grandi messaggeri venuti a portare la Verità.

Il supremo Messaggio di Gesù Cristo è vivo e prospero in Oriente e in Occidente.


L’Occidente si è occupato di perfezionare l’uomo fisico, mentre l’Oriente ha svilup-
pato l’uomo spirituale. Oriente e Occidente sono entrambi unilaterali. Non è strano
osservare come – forse a causa di un Piano segreto di Dio – l’Oriente, bisognoso di
sviluppo materiale, sia stato invaso dalla civiltà materiale occidentale! A sua volta
l’Occidente, bisognoso di equilibrio spirituale, è stato silenziosamente ma decisamen-
te invaso dalla filosofia indù!»
~ Paramhansa Yogananda, “Il Cristo orientale” ~


Babaji

«I picchi rocciosi dell’Himalaya settentrionale vicino a Badrinarayan sono tuttora


benedetti dalla presenza vivente di Babaji, guru di Lahiri Mahasaya. Il maestro, che
vive ritirato dal mondo, conserva il proprio corpo fisico da secoli, forse da millenni…
La missione di Babaji in India è stata quella di assistere i profeti nel portare a termine
gli speciali incarichi assegnati loro dal Divino. Egli, pertanto, è degno del titolo di
Mahavatar (Grande Avatar)…

Il Mahavatar è in comunione costante con Cristo; insieme essi emanano vibrazioni


di redenzione e hanno predisposto la tecnica spirituale di salvezza adatta all’epoca at-
tuale. L’opera di questi due maestri pienamente illuminati – uno con il corpo, l’altro
senza – è quella di ispirare le nazioni a rinunciare alle guerre suicide, agli odi razziali,
al settarismo religioso e ai mali del materialismo che, come un boomerang, si ritorco-
no contro l’umanità. Babaji è perfettamente a conoscenza delle tendenze in atto nei
tempi moderni, in special modo dell’influsso e della complessità della civiltà occiden-
tale, ed è conscio della necessità di diffondere i metodi di autoliberazione dello yoga
tanto in Occidente quanto in Oriente».

~ Autobiografia di uno yogi, edizione del 1946 ~


L a h i r i M a h a s aya

«Lahiri Mahasaya, il Maestro del mio Maestro, era un profeta ideale e un uomo si-
mile al Cristo, benché fosse sposato e si occupasse dei doveri della vita comune. Pos-
siamo immaginare i santi nelle foreste, ma quando li incontriamo nelle giungle della
civilizzazione, si accende in noi la speranza di salvezza spirituale per gli uomini del
mondo. Fu Lahiri Mahasaya a dare nuova vita al sistema dello Yoga in India; egli fu
anche l’araldo dello Yoga nel Bengala. Era un profeta del mondo, ma non era di que-
sto mondo. Aveva poteri miracolosi. I suoi insegnamenti yogici per la vita, vale a dire
come essere attivi nella calma e calmi nell’attività, sono adatti agli uomini d’affari che
nutrono aspirazioni spirituali tanto quanto alle persone che, in ogni ambito dell’esi-
stenza, cercano una maggiore realizzazione spirituale».

~ Paramhansa Yogananda ~


S r i Y u k t e s wa r

«Tu, Luce della mia Vita, sei venuto a diffondere il fulgore della saggezza lungo il sen-
tiero della mia anima. Secoli di oscurità sono svaniti al sopraggiungere del tuo lumino-
so aiuto. Come un bambino capriccioso ho pianto per la mia Madre Divina, ed Ella è
venuta a me nelle sembianze del mio Guru, Swami Sri Yukteswar. In quell’incontro, o
mio Guru, una scintilla si è levata da te e le fascine del mio anelito per Dio, accatastate
nel corso delle incarnazioni, hanno preso fuoco, divampando in beatitudine. Tutte le
mie domande hanno trovato risposta, al tuo fiammante tocco dorato. Un appagamento
incessante ed eterno mi ha colmato attraverso la tua gloria ...
Le nostre anime si sono incontrate dopo anni di attesa. Hanno vibrato in un fremito
onnipresente. Ci siamo incontrati qui perché ci eravamo già incontrati prima. Insieme
voleremo alle Sue rive e lì distruggeremo per sempre la nostra aerea forma finita, dissol-
vendoci nella vita infinita.
Mi inchino a te come voce udibile del Dio silenzioso; mi inchino a te come porta divi-
na che conduce al tempio della salvezza …».

~ Sussurri dall’Eternità di Paramhansa Yogananda, a cura di Swami Kriyananda ~


Pa r a m h a n s a Yo g a n a n d a

«Mukunda Lal Ghosh, divenuto in seguito conosciuto nel mondo come Paramhansa
Yogananda, era figlio di un dirigente delle Ferrovie Bengal-Nagpur; come tale, gli si apri-
vano davanti, una volta cresciuto, prospettive di ricchezza e influenza sociale. Non era
però questo il mondo che lo attraeva. Fin dalla più tenera infanzia, il suo desiderio più
ardente era stato per Dio, nutrito con l’intensità che altri riservavano all’amore umano o
a riconoscimenti profani ...
Subito dopo aver superato l’esame di licenza superiore, Mukunda incontrò il suo guru, il
grande Swami Sri Yukteswar di Serampore, nel Bengala. Ai piedi di questo grande mae-
stro egli raggiunse, nello spazio sorprendentemente breve di sei mesi, il sublime stato del
samadhi, l’unione incondizionata con Dio. Il suo guru lo trattenne nell’ashram ancora
nove anni e mezzo, preparandolo alla sua missione: la diffusione dello yoga in Occidente.
“L’Occidente” gli spiegò Sri Yukteswar “ha raggiunto un alto livello di sviluppo mate-
riale, ma ha trascurato l’evoluzione spirituale. È volontà di Dio che tu svolga il ruolo
di insegnare all’umanità l’importanza dell’equilibrio fra l’aspetto materiale e quello più
intimo, spirituale della vita”».

~ Il Sentiero, Swami Kriyananda ~


Capitolo Sesto
C h e c o s a d i c o n o i K r i ya b a n

«La vita di un Kriya Yogi avanzato è influenzata non dagli effetti delle azioni passa-
te, ma esclusivamente dalle indicazioni della sua anima… Il metodo superiore del
vivere ascoltando l’anima libera lo yogi che, una volta uscito dalla prigione del suo
ego, respira l’intensa brezza dell’onnipresenza». ~ Paramhansa Yogananda

«L’unico, più importante evento nella mia vita è stato prendere la mia prima Ini-
ziazione al Kriya, ad Ananda nel 1975. Da quella volta ho praticato il Kriya rego-
larmente e con fedeltà e posso dire, senza alcuna riserva, che tutte le promesse che
i nostri Guru fanno a riguardo del Kriya Yoga e ciò che esso può fare per il nostro
progresso spirituale sono molto, molto vere, anzi sono ancora più vere di quanto
essi dicano!». ~ S.S.

«Per tutta la mia vita ho cercato un sentiero spirituale. Ho provato diverse tecniche
di meditazione. Ho visitato molte chiese diverse. La prima volta che arrivai ad
Ananda, presi parte ad un seminario e potei vedere la gioia interiore di coloro che
lavoravano là. Loro hanno quello che io sto cercando, pensai. Presi il Kriya Yoga.
Molti miei amici hanno notato in me un cambiamento. Le mie meditazioni sono
diventate sempre più profonde. Ho veramente trovato la gioia interiore!». ~ V.P.

«Non potete immaginare quanto la mia vita sia cambiata dal momento in cui ho
deciso di praticare il Kriya Yoga. La gran parte delle volte mi sento gioiosa - occhi
gioiosi, viso sorridente, energia che scorre nel mio corpo, una solida visione della
vita, fede in qualcosa al di fuori di me, qualcosa di molto più grande». ~ F.B.

«La benedizione dei nostri Guru è rimasta con me. Questo weekend dedicato al
Kriya è stato così speciale! Diciassette anni fa ho letto l’Autobiografia di uno yogi e
ho capito che quella era la mia via. Ma la vita qualche volta non è facile e mi sono
allontanata da essa. Questo fine settimana mi sono sentita benedetta e una prescel-
ta nel ricevere questi sacri insegnament». ~ K.B.


«Il Kriya mi ha aiutato a vedere le cose nella giusta prospettiva. Sento che i miei
sentimenti sono più equilibrati, le mie idee organizzate in modo più chiaro, la mia
devozione è aumentata e i miei attaccamenti diminuiti. Non sento più il bisogno di
mangiare tanto spesso come prima e le mie parole hanno un effetto più incisivo sugli
altri e sugli eventi». ~ O.P.

«Uso il Kriya per concentrarmi intensamente, anche su di un solo pensiero, concetto


o problema. In questa pratica, ho scoperto il Kriya fantastico per risolvere i problemi
in quanto crea un centro di pace e calma in un mondo frenetico, disorganizzato ed
esigente». ~ K.W.

«Non riesco a esprimere a parole la potenza di questo weekend. L’esattezza del pro-
gramma di preparazione, l’accuratezza dell’istruzione, la programmazione e la se-
quenza delle lezioni, l’energia degli altri membri del nostro gruppo di preparazione
al Kriya hanno creato gli ingredienti per un fine settimana molto speciale e per una
profonda iniziazione al Kriya». ~ G.K.

«Sono un Kriyaban da trent’anni e il Kriya Sangha di Ananda mi è stato di grande


aiuto. Molti di noi vivono lontani da altri Kriyabans e avere ispirazione e consigli pra-
tici su base regolare può aiutare a mantenere energetica la nostra pratica... Ogni volta
che la mia energia vacilla sembra il momento in cui ricevo una mail dal Kriya Sangha
che mi ricorda che non sono l’unico a praticare. Sembra sempre esserci un nuovo ap-
proccio alla pratica per aiutarmi a ritornare sul giusto binario e di nuovo entusiasta.
Che benedizione avere queste tecniche ed avere l’aiuto e il sostegno per praticare con
regolarità!». ~ S.D.

«Non è stato fino a che sono stato iniziato al Kriya Yoga che le cose sono realmente
cambiate per me. Ho i miei alti e bassi ma, come pratico il Kriya, esso mi riporta a
ciò che è importante - ricercare ed effettivamente sentire la presenza del divino nella
mia vita. Il Kriya mi riporta sempre sul sentiero verso Dio. Per me, il Kriya Yoga ha
costituito la differenza tra l’avere una profonda e significativa vita spirituale ed essere
ancora lì fuori a leggere libri, cercare, trastullarmi in cose inutili senza trovare niente
di soddisfacente. Il Kriya funziona. Mi porta gioia, pace e una comunione con Dio
che non ho mai ritenuto possibile nella mia vita». ~ R.R.

«Nulla mi può fermare ora che ho il Kriya. Mi sembra di avere trovato l’anello man-
cante nella mia ricerca spirituale». ~ P.B.


IN F ORMA z i o n i u t i l i

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