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ALIMENTAZIONE
SPORT
DIMAGRIMENTO
Le verità nascoste a cura di Orazio
Paternò
INTRODUZIONE
Antistress, antidepressiva, peccato di gola, trasgressione sfacciata a tutti i mantra salutistici, salto nel vuoto del
puro piacere del gusto…questo e tanto altro è la Nutella, tributo cremoso all’edonismo del pasticcio, icona
gustativa acclamata dai palati di tutto il mondo. Di fronte ad essa poco o nulla valgono le geremiadi salutistiche che
invitano alla moderazione, se non alla rinuncia.
Di fronte allo schiacciante, quanto delizioso potere seducente della crema spalmabile per eccellenza non ci resta
che limitare i danni dando indicazioni. Di che tipo? Per esempio, quali sono le migliori creme in commercio? Quali
i fanalini di coda? Qual è l’etichetta ideale? Quali sono gli ingredienti peggiori delle creme spalmabili? Meglio
leggere gli ingredienti in ordine di grammi o di calorie? Sono davvero meglio le creme light…? Le equo solidali…?
E le…bio? E quella patina bianca sulla crema…?
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Il confronto fatto nella tabella è sul piano esclusivamente calorico: una sfida indifferenziata, a prescindere
dalle componenti, ma già utile per capire quanto “fieno” mettiamo in cascina con alcuni cucchiaini di crema.
Non basta guardare alle calorie, ovviamente. Altrimenti potremmo tranquillamente dedurre che sostituire la crema
con un Big-Burger sarebbe tutto di guadagnato: ben 100 Kcal in meno rispetto a 100 gr di crema. E, dato che
creare un deficit calorico di 100 Kcal al giorno, per tutto l’anno, corrisponde a perdere fino a 2 kg di grasso,
potremmo concludere di poter dimagrire col fast-food. Purtroppo le cose non stanno così e la corretta
alimentazione è fatta sì, di “quanto” mangiamo, ma anche di “cosa” mangiamo. Questo, però, esula dal tema
dell’articolo.
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riconoscendo la compulsiva tentazione di svuotare il vasetto dopo la timida partenza del primo cucchiaino. Si può
dare un’ indicazione generica di non superare i due cucchiaini per volta, un paio di volte la settimana. Troppo
generica, però, perché bisogna considerare variabili come la sedentarietà/attività fisica del soggetto,
alimentazione in generale (se già uno mangia male, una crema spalmabile è solo un’aggravante da sconsigliare) e
il metabolismo ricavato dalla percentuale di massa magra.
1. Gli zuccheri
2. Le nocciole
3. I grassi e gli oli
4. Gli aromi
5. La sequenza degli ingredienti
1. ZUCCHERI
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Sugli zuccheri non c’è molto da dire se non che alcuni prodotti vantano, magari in buona fede, l’uso dello
zucchero di canna. Come dimostrato nell’articolo “Zucchero bianco contro zucchero grezzo di canna:
leggende urbane”, lo zucchero di canna e lo zucchero bianco non hanno alcuna differenza in termini calorici e
di impatto sulla glicemia/insulinemia. Insignificante è poi l’apporto di vitamine e minerali contenuti nelle dosi
giornaliere accettabili di zucchero di canna. Morale: l’uso dello zucchero di canna è uno specchietto per
le allodole.
Le creme di minor pregio risparmiano sul cacao e sul burro di cacao aggiungendo più zucchero. La Nutella ha
lo zucchero al primo posto (57%), ma anche la Squizzy, crema alla nocciola Dolci Preziosi , la crema
Valsoia, la SIDIS, la crema Dolciando Dolciando, la Crema alle nocciole ESSELUNGA e tante altre...
Medaglia d’oro per la NutKao che si consegna quasi totalmente allo zucchero, con un eclatante 67%.
GRAMMI O CALORIE?
Attenzione, se trasformate i grammi degli ingredienti nelle calorie corrispondenti potreste avere delle sorprese.
Un gr di carboidrati e proteine hanno valore calorico di 4, mentre un gr di grassi corrisponde a 9 Kcal.
Prendiamo ad esempio la Nutella, per trarre una conclusione che vale praticamente per quasi tutte le creme.
La crema della Ferrero mette al primo posto lo zucchero, sulla base di una classifica decrescente basata
sui grammi:
1. Carboidrati: 57 gr
2. Grassi: 31 gr
3. Proteine: 6,5 gr
Se convertiamo i grammi in calorie la Nutella dovrebbe rivedere il proprio status nutrizionale ribaltando così la
classifica così:
1. Grassi = 52,86%
2. Carboidrati = 42,13%
3. Proteine = 5%.
Sapere che quello che vi state mangiando contiene più del 50% di grassi, potrebbe essere un buon deterrente
per limitare i danni e non trangugiarsi mezzo vasetto alla volta. In ogni caso, sarebbe un’informazione nutrizionale
più corretta. Questo, però, non è da imputare alle aziende che si attengono alla normativa.
2. LE NOCCIOLE
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Ora le differenze si fanno sostanziali. Innanzitutto per la percentuale di nocciole: si va da un misero 13% (vedi
Nutella, Rigoni, Valsoia…) ad un ottimo 45-50% (Pariani, Amedei, Caffarel, Novi, Lindt…). In secondo luogo la
qualità stessa delle nocciole: le migliori sono quelle del Piemonte e, meglio ancora, quelle denominate
Piemonte IGP (Lindt, Guido Gobino, Pariani, Domori, Amedei, Venchi) o Varietà Tonda e Gentile.
Perché è così importante la quantità di nocciole?
Perchè meno nocciole significa meno proteine, più zuccheri e più grassi “cattivi” per compensazione, come i
grassi o gli oli vegetali. Anche le nocciole contengono parecchi grassi, molti dei quali di buona qualità (grassi
monoinsaturi). Inoltre nelle nocciole troviamo anche vitamine (A,E) e minerali (ferro, magnesio, potassio,
calcio…). E una buona frazione proteica.
I grassi sono un ingrediente indispensabile alle creme, impossibile rinunciarvi. Servono per dare consistenza
cremosa all'impasto. E’ possibile, però, fare una scelta salutistica sui grassi. Dunque meglio evitare i grassi di
pessima qualità: grassi e oli vegetali, olio di palma, olio di colza, olio di cocco, olio di girasole. Buoni
per la conservazione, meno buoni per la salute. La Nutella fa pervenire dei generici, quanto discutibili “oli
vegetali”.
Alcuni di questo oli non sarebbero male se ottenuti da una spremitura a freddo anziché dal processo di
raffinazione. Dato che la legge non impone questa specifica, ci si sente autorizzati a sospettare la probabile
presenza della versione raffinata di quegli oli, molto economica e garante di lunga conservazione.
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canola. La bioingegneria ha abbassato i livelli di acido erucico, ma resta sempre un prodotto sconsigliato a
causa della presenza dei pessimi acidi grassi trans (5%) generati dal processo di raffinazione. Se questo olio
viene usato nella frittura, la quota di grassi trans passa dal 5% al 25% (Enig, 1997).
4. GLI AROMI
Anche gli aromi hanno una loro classifica qualitativa, non tanto in termini calorici, dato che non sono nutrienti. Gli
aromi non apportano calorie, servono solo al gusto. In questo caso si distingue la crema spalmabile alle nocciole
Lindt che utilizza l'estratto di vaniglia di Bourbon. Questo aroma è la forma più pregiata tra gli aromi a base di
vaniglia. I prodotti di pasticceria o industria dolciaria utilizzano, in genere, la versione meno pregiata e più
economica denominata genericamente vanillina. Al di là del valore qualitativo, l’aroma aggiunto è pur sempre un
inganno per il consumatore perché vuole dare un’enfasi innaturale al prodotto. Da segnalare la Crema gianduia
Caffarel che non riporta aromi, ma vanta un 40% di nocciole Piemonte IGP
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Ultimo sforzo, leggiamo sempre l’ordine degli ingredienti che, per legge, è quantitativo. Sono, cioè, in
ordine di quantità decrescente: dal più abbondante al meno abbondante. Se in una crema spalmabile trovate
al primo posto “Zucchero”oppure “Olio/Grasso vegetale”, diffidate. Non è la crema migliore per linea e salute.
Viceversa, se al primo posto trovate “Nocciole”, la crema esibisce già un bel biglietto da visita.
La Nutella vanta l’uso di “latte scremato”, anziché del latte intero, più grasso. Vero, ma se consideriamo che il latte
scremato, nell’ordine degli ingredienti, occupa uno dei posti meno in vista con un 5% e facciamo due conti
(considerando che il latte intero offre il 4% in più di grassi) concludiamo che siamo di fronte al solito specchietto
per le allodole: rispetto all’uso del latte intero, si risparmiano solo 1,2 grammi di grasso.
CREME LIGHT…?
Esistono delle versioni light delle creme spalmabili che usano dolcificanti come l’aspartame e il maltitolo come
surrogati dello zucchero. Il risparmio calorico non è significativo (si passa dalle 500 alle 400 kcal/100 gr), dato che
la parte grassa resta tale e quale. Se poi siete abituali consumatori di dolcificanti, leggetevi le riserve sollevate sul
consumo di aspartame nell’articolo intitolato “Aspartame: a che punto siamo?”
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Le creme equo solidali, lodevoli negli intenti di sostenibilità ambientale e nel rapporto con i produttori, non sono
garanzia di qualità. Ne è testimonianza la Crema Spalmabile Solidal COOP che, per qualità degli ingredienti
(olio di palma, niente burro di cacao) e quantità (10% di nocciole, grassi oltre il 50% delle calorie) si pone sotto il
livello della Nutella, già mediocre. Segue la Cajita Altromercato crema spalmabile piena di zucchero e olio
di palma. Anche molte altre creme equo solidali non sono migliori: tanti zuccheri, poche nocciole (dal 9 al 13% -
rapporto Altroconsumo-), uso di olio di palma.
L’uso dello zucchero di canna al posto dello zucchero bianco è ininfluente. Si distingue la crema spalmabile
della linea Ciocador (Equoland) che dichiara l’uso di olio di arachide (più grassi monoinsaturi) al posto dell’olio di
palma.
IL FRONTE BIO
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Sul versante BIO il panorama non è incoraggiante. Senza entrare nel merito Bio Sì/Bio No, restiamo sul piano della
qualità nutrizionale degli ingredienti.
La Rigoni Nocciolata spalmabile (biologica) usa olio di palma e girasole, ma nessuna traccia di burro di
cacao.
La PROBIOS - NUTS & BIO si presenta in una formula non diversa dalla Nutella, anche se esibisce l’olio di semi
di girasole spremuto a freddo. Non sarà un grande olio, ma sempre meglio della sua versione raffinata.
La Ciokocrem Crema spalmabile bio alla nocciola Alce Nero usa l’olio di girasole e, non essendo
specificato se spremuto a freddo o raffinato è molto probabile il ricorso alla raffinazione, processo che peggiora la
qualità dell’olio. Rinvenute “tracce” di burro di cacao, nella misura del 2%.
La Crema Tiger Rapunzel (bio) offre in quantità grasso di palma ed olio di girasole. Però, la stessa azienda,
produce una crema di discreta qualità, la Samba Dark Rapunzel (crema di nocciole e cacao) che ha il 45% di
nocciole. Peccato la presenza di grasso di palma.
Anche la Crema Ecor (bio) usa l’olio di girasole (secondo posto nell’etichetta) a fronte dell’assenza del pregiato
burro di cacao.
La Golosa (azienda SPIRITOBIO) mette al secondo e terzo posto, rispettivamente, olio vegetale (quale?
Raffinato o spremuto a freddo?) e olio di girasole. Della stessa azienda, la crema di nocciole e cacao La
Moretta mette, sì, al primo posto le nocciole, ma insiste nell’usare gli oli vegetali e l’olio di girasole. Singolare che
il sito dell’azienda non specifichi le quantità degli ingredienti.
L'Azienda Agraria Ranco in provincia di Viterbo parte con una neonata crema, la Oily Balanced, che esibisce
un bel biglietto da visita: olio extravergine di oliva, nocciole da agricoltura bio, cacao magro in polvere, niente
grassi vegetali od oli scadenti. Uso di semi di lino per bilanciare il rapporto tra omega 3/omega 6. Non contiene
glutine
I FANALINI DI CODA
Sulla scia del successo della Nutella, certa concorrenza non si è data da fare per produrre una crema migliore
della Ferrero, ma solo una brutta fotocopia che vivesse di luce riflessa. E’ il caso della NutKao che merita il
cartellino rosso già dall’uso del pessimo olio di colza (vedi sopra), poi per un misero 10% di nocciole, un olio di
palma generico (raffinato? Boh…) e per la generosa presenza di zucchero (67 gr su 100 gr).
A stretto giro di ruota troviamo la BONNUT a marchio GS, i cui primi tre ingredienti in etichetta sono: zucchero,oli vegetali
(colza,girasole,palma) nocciole(13%). Ancora il pessimo olio di colza, ancora lo zucchero al primo posto e una quantità irrisoria
di nocciole.
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Nulla di cui preoccuparsi. Quella patina bianca che si può trovare sulla crema o sulla tavoletta di cioccolato non è
altro che il burro di cacao che si è “staccato” dagli altri grassi ed è migrato verso l’esterno perché il prodotto è
stato conservato a temperature superiori ai 25°C o inferiori ai 6°C. La crema è ancora commestibile, ma meno
spalmabile.
CONCLUSIONE
Ho cercato di passare in rassegna molti prodotti: dal versante supermercato, a quello dei prodotti di nicchia
reperibili nei negozi specializzati, fino al bio e all’equo solidale. Tanti hanno dimostrato mediocrità, pochi si sono
elevati a standard di eccellenza, nei limiti di prodotti sempre e comunque ipercalorici. Il messaggio, che va al di là
del marchio, resta comunque quello di diventare consumatori consapevoli e attivi, il che significa saper scegliere
la qualità del prodotto sulla conoscenza degli ingredienti migliori. Ora avete tutti gli elementi per gustare
(sobriamente) un prodotto che appaghi il gusto e non pesi troppo sulla coscienza salutistica, dato che la linea sarà
sempre penalizzata dal consumo abbondante di queste creme.
Ovviamente i prodotti di qualità si pagano: i famigerati grassi vegetali costano infinitamente meno delle nocciole,
così come il burro di cacao è meno conveniente degli oli/grassi vegetali. La Novi, una tra le migliori, costa circa il
70% in più della Nutella. Basta mangiarne meno…
Concludiamo con quella che dovrebbe essere l’etichetta ideale di una crema spalmabile nei suoi fondamentali:
ETICHETTA IDEALE
Note:
Tra gli ingredienti ne troverete sempre uno, la lecitina di soia, che è un innocuo emulsionante, cioè serve
a tenere insieme il cacao, le nocciole e gli oli e/o burro di cacao
Pasta di cacao: morbida ed oleosa, è la polpa macinata dei semi di cacao. Materia prima grezza dalla quale
si ricaveranno tutti gli altri prodotti
Burro di cacao: grasso estratto dalla pasta di cacao (rappresenta il 45-55% della pasta di cacao)
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Cacao: pasta di cacao polverizzata dopo la separazione dalla sua parte grassa (burro di cacao). Di sapore
amaro
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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