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Lo protesse nel suo palazzo Madama da quegli sbirri che gli sta-
vano costantemente alle calcagna dopo la solita rissa scoppiata nei vi-
coli bui di Trastevere4. D’altronde del Monte era in stretti rapporti con
Galileo, fu tra i primi a possedere il nuovo telescopio e, in quanto a
convenzionalità, si poteva dire ben distante dai cardinali devoti all’in-
quisizione5 e da quel papa Clemente VII che nel Febbraio 1600 man-
dò al rogo Giordano Bruno.
Caravaggio, San Matteo e l'angelo. Roma, San Luigi dei Francesi (prima versione a sx già a
Berlino, Kaiser Friederich Museum.)
Il Cerasi morì nel 1601 senza vedere completata la sua idea origi-
naria. Caravaggio aveva completato i due pannelli ma entrambi erano
stati rifiutati. Ad oggi i motivi del rifiuto sono sconosciuti. Che si sia
trattato di un rifiuto causato dalla raffigurazione? Forse più probabil-
mente il lavoro venne rifatto a causa della ristrutturazione della cap-
pella dopo la morte del Cerasi che, venendo ripensata più piccola, non
poteva più accogliere due opere così imponenti.
16
Ibid., p. 97
Caravaggio, Conversione di Paolo. Roma, collezione privata Odescalchi.
17
Ibid., p. 97
18
I classici dell'arte, Corriere della sera e Rizzoli, Milano, 2003 p. 134
19
L'osteria dell sfregio dipinto, intervista a Giuliano Briganti a cura di Stefano Malatesta in Caravaggio e i
maestri del Seicento, pp.4-5 , a cura di Giorgio dell'Arti, supplemento a “la Repubblica” del Novembre 1988
Non fu il caso della rissa scoppiata con Ranuccio Tomassoni, gio-
vane ternano proveniente da una famiglia di militari protetta dai Far-
nese, durante il gioco della pallacorda in Campo Marzio. Caravaggio
era ben noto alle autorità pontificie per la sua indole violenta, era già
finito nei guai, ma quella sera si giunse al punto di non ritorno. Du-
rante il gioco (una sorta di antenato del moderno tennis), volle vendi-
carsi del rivale, molto probabilmente per un fallo durante la partita
stessa.
20
Fiora Bellini, Fillide Melandroni, Dizionario biografico degli italiani, Treccani, 2003
Arrivo a Napoli e prime commissioni
Ci risulta da fonti certe che egli, a un certo punto del 1606 (presu-
mibilmente inizio estate) si trovasse a Paliano 22, un paese a sud di
Roma, tradizionale feudo della blasonata famiglia. Qui Caravaggio
potrebbe essersi fermato anche a causa della convalescenza necessaria
a guarire dalle ferite riportate durante la famosa rissa. Tuttavia non è
escluso che nel trambusto seguito all'omicidio del Tomassoni, Cara-
vaggio possa aver trovato rifugiato anche a Zagarolo e Palestrina, e
che questi ultimi spostamenti non fossero frutto di decisioni casuali
ma elementi di un vero e proprio piano di depistaggio.
I toni “terrosi” eliminano ogni vanità 23, ogni ricchezza futile che
potrebbe distrarre dal potente messaggio che il Cristo sta per annun-
ciare ai commensali increduli e fantasmagorici. Le tenebre avvolgono
totalmente le figure. L'interno spoglio è quasi un monocromo privo di
dettagli: una brocca, i piatti e le pagnotte di pane sono gli unici ele-
menti che arricchiscono l'ambientazione in una buia osteria. Le diffe-
renze con la Cena in Emmaus di Londra sono incolmabili: le incertez-
ze cronologiche vengono superate proprio quando si analizza la gam-
ma cromatica, le figure e il tratto che il pittore comincia ad usare una
volta fuggito da Roma.
23
I classici dell'arte, Corriere della sera e Rizzoli, Milano, 2003 p. 148
Louis Finson, Maddalena. Marsiglia, Museo di belle arti.
Stesso discorso può essere fatto per un altro dipinto, forse dello
stesso periodo e ricopiato da più artisti, la Maddalena in Estasi. Opera
molto ammirata e discussa, essa raffigura una donna abbandonata ad
accogliere la salvezza24. Oggi ne esistono ben otto copie, a testimo-
nianza del grosso successo che ebbe al momento della sua realizzazio-
ne, ma nessuna viene identificata come l'originale per mano del mae-
stro.
Immagine più tradizionale che era stata già proposta dal Caravag-
gio nella Maddalena penitente dipinta qualche anno prima a Roma e
che oggi si trova presso la galleria Doria-Pamphilj. In quella prima
versione i lunghi capelli fluenti incorniciano il volto di una giovane
24
Francesca Cappelletti, Caravaggio. Un ritratto somigliante, Electa, Milano, 2009. p. 197
modella che si è appena addormentata e di cui il pittore coglie l'inno-
cenza nel gesto del raccoglimento mistico25.
Alcuni gioielli sparsi attorno a lei indicano che ella non si cura
più della vanitas, delle frivolezze. Dunque lo scarto con la seconda è
massimo.
La teatralità presagita nelle figure più che negli scenari, sarà fon-
damentale nello sviluppo della pittura caravaggesca. I gesti e il mes-
saggio complessivo delle composizioni faranno da apripista a tutta
una serie di artisti che, nell'estremizzare il messaggio manierista, por-
25
I classici dell'arte, Corriere della sera e Rizzoli, Milano, 2003 p. 82
teranno all'invenzione del Barocco, che avrà capitale morale proprio a
Roma.
Roberto Longhi avanzò l'ipotesi, oggi condivisa dai più, che du-
rante questo periodo post-romano, Caravaggio avesse dipinto altro. In
particolare il San Francesco di Cremona trovò il suo posizionamento
cronologico proprio in questa fase26. Longhi sostenne che il santo
rientrasse in quella gamma cromatica e in quello stile che ben si inse-
riscono nello spazio fra la Cena in Emmaus di Brera27(da notare la
forte somiglianza con le figure dell'oste e sua moglie) e la prima pro-
duzione napoletana. Francesco presenta quella peculiare fronte cor-
rucciata, quel teschio lucido e quell'aria saggia che si riscontrano nel
San Girolamo, commissionato dal cardinale Scipione Borghese e che
ancora oggi si trova a Roma28.
26
Caravaggio, L'ultimo tempo 1606-1607 (catalogo della mostra), Electa, Napoli, 2004. p.104
27
Ibid. p. 100
28
I classici dell'arte, Corriere della sera e Rizzoli, Milano, 2003 p. 142
L'introspezione psicologica, la riflessione sulla caducità della vita
e le tinte fosche sono altri elementi tipici dell'ultimo periodo di Cara-
vaggio, che in questa tela sembra quasi ritrarsi mentre riflette sul pro-
prio destino e sul grave delitto che ha commesso.
Battistello Caracciolo, Madonna del Suffragio fra i santi Francesco e Chiara d'Assisi.
Napoli, Museo nazionale di Capodimonte (già a Nola).
34
Vincenzo Pacelli, Caravaggio. Le sette opere di misericordia, Artstudiopaparo, Napoli, 2014. p. 19
Un'importante commissione.
Di lì a poco l'attività del Pio Monte ebbe una forte eco e i confra-
telli aumentarono in modo esponenziale. Essi si arricchirono con le
molte donazioni e, fra il 1605 e il 1606, riuscirono ad ottenere prima
l'approvazione regia di Filippo III e poi quella del pontificia di papa
Paolo V36. Le somme di cui disponevano le casse della nuova istitu-
zione appena fondata, facilitarono la costruzione di una sede degna
che ancora ha il suo domicilio alle spalle del Duomo, in via dei Tribu-
nali 253.
37
Floriana Calitti, Manso Giovan Battista, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 69 Roma,
Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2007.
38
Vincenzo Pacelli, Caravaggio. Le sette opere di misericordia, Artstudiopaparo, Napoli, 2014. p. 23
39
Ibid. p. 93
Caravaggio, Sette Opere di Misericordia.
Napoli, Chiesa del Pio Monte della Misericordia.
Esse non sono investite di un'aura sacra ma, come ormai abitudi-
ne di Caravaggio, sono persone autentiche, reali. Sono abitanti, privi-
legiati e non, di quella Napoli che il pittore poteva osservare quotidia-
namente a pochi metri da quella chiesa, sono corpi amalgamati, com-
pressi l'uno sull'altro in modo che a primo impatto non sia possibile
una lettura didascalica dei diversi episodi raffigurati.
43
Ibid. p. 84
44
Ibid. p. 91
45
Ibid. p. 74
Caravaggio, Sette Opere di Misericordia (particolare).
Napoli, Chiesa del Pio Monte della Misericordia.
46
Ibid. pp. 74-75
Caravaggio, Sette Opere di Misericordia (particolare).
Napoli, Chiesa del Pio Monte della Misericordia.
47
Ibid. pp. 75-76
48
Eric M. Moormann , Wilfired Uitteroheve, Miti e personaggi del mondo classico, Mondadori, Milano, 1997.
pp. 484-485
La storia ebbe un'incredibile fortuna letteraria grazie allo storico
Valerio Massimo che la raccontò nel suo Factorum et dictorum me-
morabilium libri e di cui oggi ne ammiriamo una delle più antiche
rappresentazione nel frammento di affresco proveniente da Pompei e
conservato nel museo archeologico nazionale di Napoli.
Perin del Vaga, Caritas Romana. Genova, Villa del principe Doria.
49
Vincenzo Pacelli, Caravaggio. Le sette opere di misericordia, Artstudiopaparo, Napoli, 2014. p. 80
Caravaggio, Sette Opere di Misericordia (particolare).
Napoli, Chiesa del Pio Monte della Misericordia.
50
Mario Niola, Il purgatorio a Napoli, Meltemi editore, Roma, 2003. p. 14
51
Ibid. p. 15
Ecco allora spiegata la voglia di dar degna sistemazione ai morti.
Nella flebile luce notiamo l'atto finale del ciclo della vita e idealmente
anche della composizione, il misero funerale di un medicante di cui
possiamo scorgere soltanto i piedi mentre emerge dall'angolo e viene
trasportato in un luogo non meglio precisato.
52
Caravaggio, L'ultimo tempo 1606-1607 (catalogo della mostra), Electa, Napoli, 2004. p.112
Dalle radiografie eseguite nel 1982 è rivelata la presenza di un ri-
tratto posto nell'angolo in basso a destra, in cui si è riconosciuto il
committente e che venne rimosso forse per motivi prettamente religio-
si: il cliente non volle accostarsi alla ritrattistica di questo tipo, diffusa
sopratutto nei dipinti di ambito protestante, oppure non voleva turbare
con la sua immagine l'essenzialità della scena. Inoltre la tela venne al-
largata di diversi centimetri, spostando il baricentro idealmente costi-
tuito dalla colonna al centro della composizione.
Un ghigno feroce si dipinge sul volto di quello che già tiene Cri-
sto per i capelli con una mano e i rami spinosi nell'altra. Ancora inten-
to a legare i rami della verga è invece l'uomo di cui vediamo solo il
braccio, con il volto totalmente nell'ombra.
53
Vincenzo Abbate, Storia dell'arte meridionale, vol. IV, Donzelli, Roma, 2001. p. 12
54
I classici dell'arte, Corriere della sera e Rizzoli, Milano, 2003 p. 156
Caravaggio, Flagellazione (particolare).
Napoli, Museo nazionale di Capodimonte
55
Caravaggio, L'ultimo tempo 1606-1607 (catalogo della mostra), Electa, Napoli, 2004. p.109
56
Ibid. p. 109
Caravaggio, Crocifissione di Sant'Andrea. Cleveland, Museum of Art.
Nel 1601 la deputazione laica deliberò l'inizio dei lavori che ter-
minarono nel 1646.
65
Maricla Boggio, Luigi M. Lombardi Satriani, San Gennaro: viaggio nell'identità napoletana, Armando
editore, Roma , 2014. p. 150
Precedente di poco la Flagellazione di Capodimonte deve essere
quella conservata a Rouen nel Musée des Beaux-Arts e attribuita al
maestro per la prima volta da Roberto Longhi nel 1960. Il formato
orizzontale costituisce la principale differenza con quella che verrà di-
pinta più tardi. Il baricentro è spostato ma è rappresentato sempre da
Cristo, ruotato verso sinistra e colpito dalla luce rivelatrice che illumi-
na anche i bruti che lo stanno legando66.
66
Francesca Cappelletti, Caravaggio. Un ritratto somigliante, Electa, Milano, 2009. p. 200
67
Ibid. p. 201
Caravaggio, Salomè con la testa del Battista. Londra, National Gallery.
69
Enrico Parlato, Manfredi Bartolomeo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 68 Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 2007.
Bartolomeo Manfredi, Castigo di Cupido. Chicago, Art Institute.
70
Carlo Gamba, Gentileschi Lomi Orazio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 68 Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 1932.
71
Gentileschi Artemisia,, in Dizionario Biografico degli Italiani (Enciclopedie online), Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 2007.
Giuditta che decapita Oloferne del tutto simile a quella del Merisi a
palazzo Barberini.
Fra gli spagnoli, quello che ebbe più successo fu Diego Velaz-
quez76 (1599 – 1660). Muovendosi fra Italia e Spagna, ebbe la possi-
bilità di migliorarsi fino ad attirare l'attenzione dei potenti. Suoi fu-
rono i ritratti eseguiti per papa Innocenzo X e i circa 40 dipinti di Fi-
lippo IV. Nonostante fosse accolto presso la corte reale e quella pa-
pale, fu in grado di raccontare anche il popolo come nel suo Vec-
chia friggitrice di uova o nel Acquaiolo di Siviglia.
La sua opera più nota resta Las Meninas (1656), un racconto fe-
dele della vita di corte. In una stanza buia emerge la nobile figura
dell'infanta Margherita, ritratta dal pittore stesso circondata da due
damigelle e una nana, mentre i sovrani irrompono da una porta alle
spalle dello spettatore riflettendosi in uno specchio sulla parete di
fondo. Sorge il dubbio che siano loro stessi i protagonisti del dipin-
to, collocati al posto di chi osserva che dunque si sente accolto a sua
volta nella grande stanza.
Andrew Graham Dixon, Caravaggio. Vita sacra e profana, Mondadori, Milano, 2011
Laura Laureati, Zingari e bari, fabbri e mendicanti, in Caravaggio e i maestri del Seicento, p. 34 , a cura di
Giorgio dell'Arti, supplemento a “la Repubblica” del Novembre 1988
AA. VV. I classici dell'arte, Corriere della sera e Rizzoli, Milano, 2003 p. 108
L'osteria dello sfregio dipinto, intervista a Giuliano Briganti a cura di Stefano Malatesta in Caravaggio e i
maestri del Seicento, pp.4-5 , a cura di Giorgio dell'Arti, supplemento a “la Repubblica” del Novembre 1988
Fiora Bellini, Fillide Melandroni, Dizionario biografico degli italiani, Treccani, 2003
AA. VV. Caravaggio, L'ultimo tempo 1606-1607 (catalogo della mostra), Electa, Napoli, 2004. p.104
Vincenzo Abbate, Storia dell'arte meridionale, vol. IV, Donzelli, Roma, 2001. p. 5
Cesare d'Engenio, Napoli Sacra, Per Ottavio Beltrano, Napoli, 1623. p. 139
Eric M. Moormann , Wilfired Uitteroheve, Miti e personaggi del mondo classico, Mondadori, Milano, 1997. pp.
484-485
Maricla Boggio, Luigi M. Lombardi Satriani, San Gennaro: viaggio nell'identità napoletana, Armando editore,
Roma , 2014. p. 150
Enrico Parlato, Manfredi Bartolomeo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 68 Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 2007.
Carlo Gamba, Gentileschi Lomi Orazio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 68 Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 1932.
Gentileschi Artemisia,, in Dizionario Biografico degli Italiani (Enciclopedie online), Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 2007.
Introduzione
3. Un'importante commissione.
5. L'eredità di Caravaggio.
Bibliografia