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Massimo Scaligero

Roma 17 aprile 1971


Utilità e aiuto delle trasfusioni di sangue.

Testo non rivisto dall'Autore, trascritto dalla registrazione magnetica di


una riunione tenuta presso un'abitazione privata in Roma. Le modalità di
tali riunioni, che M.S. teneva due volte la settimana (mercoledì e
sabato), prevedevano risposte a quesiti formulati per iscritto. Il titolo è
nostro e la data che vi compare è quella della riunione.

L'aiuto che si ha dalle trasfusioni di sangue è giustificato, ma fino ad un


certo punto. Non bisogna dimenticare quello che dice il Dottor Steiner a
proposito del sangue: « II sangue è un succo del tutto peculiare ». La
scienza ha giustamente fatto il possibile per trovare in questo campo le
affinità, i gruppi sanguigni, ecc. Ma il discorso che possiamo fare noi è
lo stesso che abbiamo fatto altre volte riguardo alla chirurgia: si tratta di
un aiuto offerto all'ammalato non sollecitando delle forze interiori, ma
intervenendo sul piano fisico, solo aggiungendo o creando qualcosa di
nuovo. Che cosa avviene allora?
In sostanza la perdita del sangue è sempre un fatto occulto; tutto è
occulto, ma questo in particolar modo, perché il sangue è il veicolo
dell'Io, è l'elemento completo dell'essere in quanto tutto quello che opera
dallo spirito fino al fisico è presente nel sangue. E il sangue ha
veramente questo potere: di essere il veicolo dal piano più alto al piano
più basso, per poi ritornare in alto: questo è il processo della
eterizzazione del sangue. Processo che è un alto mistero, che occorre
meditare tutta la vita per capire di che cosa si tratta.
Il sangue nel cuore si eterizza: questo significa che la materia ritorna
spirito. La materia si distrugge, la materia sparisce, però risorge come
potenza eterica. Certe perdite, certi versamenti di sangue, preludono al
ritorno di un altro tipo di sangue.
In antico, quando ancora non c'era la Luce, anche se si sapeva
dell'esistenza del Logos, era la tradizione a guidare gli uomini e per
esempio si sapeva che per agire in determinate correnti di forze bi-
sognava spargere il sangue. Se ne parla persino nei Vangeli. Oggi la
funzione di questo sacrificio è finita, e tuttavia questo sacrificio continua
in altro modo; infatti, affinché la potenza creatrice, la forza del Cristo
operasse sulla Terra è stato necessario che Egli versasse il Suo sangue.
Ma questo sangue versato è una materia che ritorna spirito.
Noi sappiamo qual è il retroscena della trasfusione: quando il sangue
viene versato in modo meccanico, come avviene nella trasfusione, può
darsi che la persona che lo riceve sia pronta ad essere aiutata. Ma spesso,
malgrado tutte le trasfusioni effettuate, il male continua fino ad
esplodere. Diversamente, quello che può essere realizzato dalla terapia
come guarigione, è il significato della maturazione di un processo
interiore. Per cui, anche intervenendo con le medicine, oppure con una
operazione o con le trasfusioni, deve esserci soprattutto un elemento
interiore che va incontro a tutto questo ed è pronto ad accoglierlo.
Potremmo dire che la causa della malattia è soltanto interiore, quindi
l'eventuale effetto benefico della trasfusione è reso possibile solo da una
causa interiore. Guardando dal punto di vista materialistico si può anche
dire che un malato sia guarito per aver fatto una trasfusione, ma è esatto
il contrario: doveva guarire e quindi è stata fatta la trasfusione. Ma
questo riguarda tutte le medicine.
Di qualunque malato occorre ricordare, quando si accinge ad essere
aiutato: « Egli deve prima guarire quale essere interiore, deve fare
qualcosa che renda possibile la sua guarigione; solo allora quello che gli
verrà dato funzionerà ». Quindi il vero medico potrebbe anche chiedere
l'impegno di un mutamento interiore al malato, ma questo suggerimento
potrebbe venire solo da terapeuti cristiani.

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