USARE
IL CONTRATTO
INDICE
1. Premessa
9. Le procedure disciplinari
PREMESSA
Dopo gli articoli, stampati in carattere tondo, nella maggior parte dei casi segue il
commento di parte sindacale stampato in corsivo.
In grassetto i testi nuovi.
Abbiamo colto l’occasione della guida al contratto per ribadire le “istruzioni per l’uso” di
alcuni temi sui quali i comitati di redazione sono frequentemente chiamati a cimentarsi, ad esempio
i provvedimenti disciplinari, la gestione di uno sciopero, i rapporti con la commissione paritetica.
CONVENZIONE
PER L’ESTENSIONE ALLA RAI DEL CNLG
tra
L’Unione degli industriali di Roma, rappresentata dal dott. Carlo STIATTI, con la partecipazione
della Rai Radiotelevisione Italiana, rappresentata dal Direttore Generale, Dr. Claudio CAPPON,
assistito dal Dr. Raffaele DELVECCHIO, dal Dr. Valerio FIORESPINO e dall'Avv. Luigi
MELONI
la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, rappresentata dal Segretario Nazionale, Dr. Paolo
SERVENTI LONGHI, assistito dal Dr. Giancarlo TARTAGLIA, con la partecipazione dell’Unione
Sindacale Giornalisti Rai, rappresentata dal Segretario Nazionale, Dr. Roberto NATALE
premesso:
che, in data 11 aprile 2001, presso il Ministero del Lavoro alla presenza del Sottosegretario Sen.
Ornella Piloni, e` stata ratificata, tra la Federazione Italiana Editori di Giornali e la Federazione
Nazionale della Stampa Italiana, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale di
Lavoro Giornalistico del 24 febbraio 2001;
e` stata stipulata la seguente Convenzione:
la Rai Radiotelevisione Italiana darà applicazione al Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico
dell’11 aprile 2001, ai fini della disciplina del rapporto di lavoro giornalistico, con validità 1° marzo
2001 - 28 febbraio 2005.
Detto contratto si applica ai giornalisti che esercitano la propria attività professionale alle
dipendenze della Rai Radiotelevisione Italiana, fatta eccezione - come convenuto nell’accordo del
24 febbraio 2001 - per l’articolo relativo al codice disciplinare che non trova applicazione nei
confronti della Rai .
In relazione a quanto previsto dal CNLG la Rai erogherà, con le competenze del mese di maggio
2001, la prima frazione dell’incremento del minimo tabellare pari a lire 160.000 lorde (euro 82,63)
con decorrenza 1° marzo 2001 e il conglobamento dell’E.D.R..
Detta frazione verra` erogata sulla base dei parametri aziendali in atto alla data del 28 febbraio
2001.
In relazione a quanto sopra detto le parti convengono di avviare una serie di incontri per trattare e
definire, con le specificazioni connesse alle peculiarità proprie della realtà aziendale e del servizio
pubblico radiotelevisivo, entro il 31 dicembre 2001, il rinnovo dell’Integrativo Rai Usigrai.
VERBALE DI ACCORDO
In data 1º marzo 2002
tra
la Rai Radiotelevisione Italiana, assistita dall’Unione degli Industriali di Roma
e
l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai, assistita dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana
premesso:
che in data 24 aprile 2001 e’ stata stipulata tra l’Unione degli Industriali di Roma, con la
partecipazione della Rai Radiotelevisione Italiana, e la Federazione Nazionale della Stampa
Italiana, con la partecipazione dell’Usigrai, la Convenzione per l’estensione alla Rai del Contratto
Nazionale di Lavoro Giornalistico dell’11 aprile 2001, con validità’ 1° marzo 2001 - 28 febbraio
2005;
che tale Convenzione ha disciplinato l’erogazione con decorrenza 1° marzo 2001 della prima
frazione dell’incremento del minimo tabellare, pari a lire 160.000 lorde (euro 82,63), ed il
conglobamento dell’E.D.R., sulla base dei parametri aziendali in atto alla data del 28 febbraio
2001;
le Parti convengono di erogare, con decorrenza 1º marzo 2002, la seconda frazione dell’incremento
del minimo tabellare pari a lire 120.000 lorde (euro 61,97), con riferimento ai parametri aziendali in
atto alla data del 28 febbraio 2001 con il limite massimo di quello del caporedattore.
CONTRATTO INTEGRATIVO
RAI – USIGRAI
con l’assistenza della unione industriali di Roma (per la Rai)
e della FNSI (per l’Usigrai)
Art. 1 - Applicabilità del contratto
Art. 2 - Usigrai
Art. 3 - Orario di lavoro
Art. 4 - Minimi di stipendio
Art. 5 - Inviato
Art. 6 - Caporedattore centrale, vicedirettore, condirettore
Art. 7 - Indennità di doppia testata
Art. 8 - Determinazione della retribuzione
Art. 9 - Aumenti di anzianità
Art.10 - Indennità redazionale
Art.11 - Lavoro notturno
Art.12 - Lavoro festivo
Art.13 - Mutamento di mansioni
Art.14 - Ferie
Art.15 - Assegno di nuzialità, maternità, permessi per esami
Art.16 - Formazione e aggiornamento professionale
Art.17 - Indennità di qualificazione professionale
Art.18 - Copertura del territorio
Art.19 - Nuove funzioni giornalistiche
Art.20 - Indennità di trasferta
Art.21 - Redazioni regionali
Art.22 - Diritti sindacali
Art.23 - Investimenti e innovazioni tecnologiche - Tutela della salute
Art.24 - Poteri e doveri del direttore di testata
Art.25 - Dissenso del giornalista
Art. 1
Sono nulli gli eventuali accordi che menomano i diritti riconosciuti dal citato contratto collettivo
nazionale di lavoro come recepito dalla convenzione stipulata il 24.04.2001 e dal presente accordo
integrativo. Del presente accordo è parte integrante la Carta dei Diritti e dei Doveri.
In questo primo articolo l’unica modifica è formale : scomparsa l’Intersind, la Rai ha scelto di
aderire alla Unione Industriali di Roma (cioè a Confindustria).
Vale sempre la pena di sottolineare che l’art. 1 contiene un esplicito riferimento alla legge
professionale n. 69/63 (il che rafforza le tutele deontologiche dei giornalisti rai) , e che la carta dei
diritti e dei doveri è considerata parte integrante del contratto di lavoro: questo è l’unico caso in
cui una carta dei diritti non è la pur nobile dichiarazione unilaterale di una associazione di
giornalisti, ma un esplicito accordo tra parti sociali con tutto il peso ed il valore di una intesa
contrattuale.
Art. 2
Usigrai
La RAI prende atto che l’Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai), statutariamente inquadrata
nella FNSI, rappresenta i giornalisti dipendenti dalla RAI ferme restando le attribuzioni proprie dei
Comitati e dei Fiduciari di redazione come sancito dal CNLG e determinato dall'art. 22 del presente
accordo.
Anche questo articolo è stato confermato integralmente, ed è bene che sia così: il testo
costituisce per la Rai l’espresso ed inderogabile impegno ad una interlocuzione sindacale con CdR
e fiduciari per quanto di competenza, e con l’Usigrai per le attribuzioni sindacali di carattere
nazionale.
Art. 3
Orario di lavoro
In conformità dell'art. 7 del CNLG la settimana corta dei giornalisti si attua ripartendo l'orario di
lavoro settimanale (36 ore di massima) in cinque giorni.
La Direzione competente curerà che l'arco di impegno di lavoro non superi, se non in casi
eccezionali, le 9 ore quotidiane.
Ferme le disposizioni sul lavoro settimanale, il giornalista non può essere chiamato al lavoro nel
giorno in cui, per effetto della settimana corta, non deve effettuare prestazioni.
Tale giornata, nonché il giorno di riposo settimanale (che l'Azienda, quando possibile, farà in
modo siano consecutivi) potranno coincidere con qualsiasi giorno della settimana. Le giornate di cui
sopra, quando fissate, potranno essere spostate nei casi, con le modalità e con i limiti di recupero
convenuti in sede aziendale tra la RAI e l’Usigrai.
Relativamente al disposto di cui al comma 14 dell'art. 7 del CNLG si conviene che esso trova
applicazione in Azienda compatibilmente con il 5° comma del presente articolo.
Dichiarazioni a verbale
1) Con riferimento all'indennità di cui al 15° comma dell'art. 7 del CNLG, si conviene che si può
dar luogo all'assorbimento - sino a concorrenza - nei superminimi individuali concessi anche non a
titolo di lavoro straordinario per i giornalisti che, pur in possesso delle qualifiche previste dal
presente articolo, non svolgano attualmente attività nell'ambito del complesso dei servizi
giornalistici né comunque partecipino direttamente alla realizzazione di programmi radiofonici e/o
televisivi.
2) In relazione a quanto previsto dal quarto e quinto comma dell’art. 7 CNLG, nelle
redazioni in cui i giornalisti lavorino prevalentemente al desk – Televideo, Rainews 24, Rainet
– il Direttore, d’intesa con l’Azienda, proporrà le soluzioni necessarie alla effettiva
applicazione della norma, dandone preventiva informazione al CdR. Le soluzioni non
dovranno comportare un aumento del carico di lavoro per i giornalisti impegnati nella line.
Le Parti verificheranno lo stato di attuazione della norma, anche in riferimento al monte di
giorni “extra line” che dovessero accumularsi, ed a modi e tempi del loro smaltimento.
3) A coloro che alla data del 18.07.1997 godevano dell’indennità compensativa di cui al comma
15° dell’art. 7 del CNLG in misura superiore a quella prevista dal presente articolo - e cioè
capiredattori regionali, capiredattori di “line” delle testate nazionali e capiredattori responsabili dei
pool (21%), nonché capiredattori responsabili delle edizioni quotidiane dei TG nazionali realizzati
da sedi decentrate (18%) e corrispondenti dall’estero (17%) - continueranno ad applicarsi le norme
all’epoca in vigore.
4) (Norma transitoria)In attuazione del 10° comma dell'art. 22 del CNLG si conviene che per i
corrispondenti dall'estero, l' indennità mensile compensativa di cui al 15° comma dell'art. 7 del
CNLG verrà scomputata dal 40% dell'indennità di residenza eventualmente concessa e corrisposta
nell'ambito della normale retribuzione.
In questo articolo la novità riguarda i colleghi di Rainews 24 e Rainet, per i quali viene
espressamente estesa la norma già esistente per televideo a tutela di quanti sono coinvolti in un
“uso sistematico dei videoterminali” . In buona sostanza i direttori hanno l’obbligo di concordare
con i CdR degli assetti organizzativi e di orario che consentano a tutti di non essere impegnati
esclusivamente al desk . Si tratta di applicare allo specifico Rai una norma del contratto
nazionale nata per la carta stampata, di cui è forse impossibile una trasposizione letterale, ma
della quale non può essere perso lo spirito.
Cogliamo l’occasione per ricordare che l’indennità compensativa deriva dal contratto nazionale
(che la applica solo agli inviati e ad alcune figure apicali) ed è impropriamente definita come
“forfait degli straordinari”. Diciamo “impropriamente” perché questa indennità non può mai
giustificare una impostazione dell’orario di lavoro priva di limiti e di garanzie, come alcuni
direttori e capiredattori sono a volte tentati di ritenere. L’indennità in questione viene calcolata
sulla totalità della retribuzione, cioè su tutte le voci fisse. In pratica gli importi spettanti
(15,16,17,18 o 21 % a seconda dei casi) vengono calcolati sulle seguenti voci:
Art. 4
Minimi di stipendio
I minimi di stipendio dei giornalisti, dei praticanti e dei telecineoperatori dipendenti della RAI
sono quelli indicati nell'allegata tabella.
Le parti si danno atto che nella determinazione dei nuovi minimi stipendiali si è tenuto conto del
ruolo specifico del giornalista radiotelevisivo, della centralità dell'informazione ai fini
dell'espletamento del servizio pubblico e del crescente utilizzo di nuove tecnologie. Si danno atto
altresì che analoghi criteri sono stati adottati per determinare i nuovi minimi dei telecineoperatori.
Nota a verbale:
L’azienda ha riconosciuto ai tco ordinari il minimo stipendiale del redattore ordinario, anche
portando su tale voce retributiva le somme a suo tempo godute dagli interessati a titolo di indennità,
fatta eccezione per l’indennità ex art. 7 CNLG ; analogamente ai tco inviati i medesimi importi sono
stati ricondotti all’interno del minimo stipendiale con conseguente riconoscimento a questi ultimi
del parametro 135 .
Ai tco ai quali sia stata assorbita nei minimi stipendiali l’indennità di doppia testata nella misura
del 10%, sarà in ogni caso riconosciuto un importo di euro 15,48 (£. 30.000) lordi mensili - elevato
ad euro 24,00 lordi mensili a decorrere dal 1° gennaio 2003 - per i tco ordinari, e di euro 56,81
(£. 110.000) lordi mensili per i tco con parametro 135, ex art. 7 del contratto integrativo (cd “doppia
testata”). Il trattamento economico derivante dalla predetta operazione sarà remunerativo di quanto
precedentemente compensato dagli importi corrisposti a titolo di indennità ex artt. 7 (ex 5) e 17 (ex
14) dell’accordo integrativo che di conseguenza non trovano più applicazione.
Il predetto importo di 56,81 euro riconosciuto ai TCO con parametro 135, verrà assorbito
dai maggiori importi percepiti in applicazione dell’equiparazione dei parametri di cui sopra, a
decorrere dal 1° gennaio 2003 e comunque con la gradualità connessa alle scansioni temporali
sopra indicate.
Le parti si danno atto che la figura del TCO è parte essenziale della produzione giornalistica
aziendale. Pertanto, si incontreranno entro il 31 gennaio 2003 per valutare i criteri di nuovi accessi.
Sempre nel corso della vigenza contrattuale, le parti si impegnano ad esaminare la possibilità
di trasformare la figura del TCO coordinatore in “tutor dell’immagine”, quale responsabile
del coordinamento della produzione delle immagini, dell’utilizzo degli archivi, nonché
consulente del Direttore per quanto attiene alle immagini, rivedendo in questa direzione
l’accordo del 10 novembre 1993.
I requisiti per l’attribuzione dell’incarico di TCO inviato sono gli stessi previsti dalla
dichiarazione a verbale in calce all’art. 5 (“Inviato”).
Art. 5 (Nuovo)
Inviato
Al giornalista incaricato per iscritto dal direttore di svolgere servizi come inviato verrà
corrisposta una indennità di funzione che assicuri il trattamento economico del caposervizio.
per i giornalisti della Testata Giornalistica Regionale, effettuazione in ciascun anno di almeno
trenta giornate di trasferta per la realizzazione di servizi che siano trasmessi dalle testate
nazionali;
per i giornalisti delle testate nazionali, effettuazione in ogni anno di almeno trenta giornate di
trasferta fuori dal territorio della regione in cui ha sede la redazione di inquadramento.
Per la prima volta nel contratto integrativo viene inserito un capitolo dedicato agli inviati. Il
testo in alcune parti ripete le novità introdotte nel contratto nazionale, novità che hanno provocato
tra i colleghi un dibattito molto vivace in occasione del rinnovo del CNLG.
L’applicazione del nazionale alla Rai ha però portato alcune novità di grande rilievo e molto
richieste dalle redazioni: anzitutto all’incarico di inviato non è apposto alcun termine. E’ un caso
unico in tutto il panorama dell’editoria italiana. La conquista dell’inviato a tempo indeterminato
non deve essere considerata come una contraddizione con il CNLG : il particolare assetto
professionale delle testate rai infatti richiede che le legittime aspettative di sviluppo professionale
dei colleghi non siano obbligate ad incanalarsi solo verso sviluppi gerarchici (il caposervizio): se
così fosse la “piramide rovesciata” invece che essere corretta finirebbe per consolidarsi.
L’altra grande novità è che finalmente i criteri per raggiungere l’incarico di inviato diventano
uguali per tutti: tco ed r.o. , giornalisti delle testate nazionali e giornalisti delle sedi regionali.
L’identificazione dei criteri ci pare chiarissima nel testo contrattuale ed assume come riferimento
tutte le trasferte, indipendentemente dalla loro destinazione (equiparati infraregionale ed
extraregionale) e dalla loro durata oraria. Da sottolineare anche come i criteri acquisiscano
finalmente un rilievo “contrattuale”: fino a ieri infatti il raggiungimento dell’incarico di inviato
per numero di trasferte era figlio unicamente di una prassi consolidata di paritetica, senza alcun
supporto scritto.
A proposito di questa norma è emerso dopo la firma del contratto un contenzioso interpretativo
con l’azienda: secondo la Rai i criteri relativi al numero delle trasferte costituiscono l’unico
percorso per raggiungere l’incarico di inviato. Secondo la nostra interpretazione invece il criterio
del numero di trasferte è solo il percorso vertenziale per diventare inviato, percorso che si affianca
ma non sostituisce la possibilità dei direttori di proporre ed ottenere l’incarico di inviato
esercitando i diritti dell’art. 6 . Della nostra posizione siamo particolarmente convinti, tra l’altro
perché lo stesso giorno in cui la Rai ci proponeva la propria restrittiva interpretazione, assumeva
dall’esterno un giornalista assegnandogli subito l’incarico di inviato: una assunzione di cui era a
conoscenza il CdA, che nel ratificarla ha così offerto alla interpretazione sindacale una
autorevolissima e gradita conferma. Le possibilità offerte dall’art. 6 ai direttori restano dunque
assolutamente intatte.
Art. 6 (Nuovo)
Il testo recepisce le novità introdotte in materia dal contratto nazionale. Di rilievo la conferma
dell’accordo del 1996 sulla ricollocazione di vicedirettori e capiredattori centrali eventualmente
posti fuori line, accordo che garantisce altissimi livelli di tutela.
Ai giornalisti delle testate nazionali radiofoniche e/o televisive ai quali viene richiesto
istituzionalmente di prestare attività indifferentemente per i notiziari e le altre trasmissioni della
testata di appartenenza, in quanto ne derivi aggravio di lavoro, viene corrisposta un'indennità
mensile pari al 3% del minimo tabellare della categoria di appartenenza.
Alla stessa indennità accedono anche i telecineoperatori delle testate nazionali che prestano
attività per notiziari e le altre trasmissioni delle testate di appartenenza e vengono chiamati ad
effettuare le mansioni di cui all'accordo 5 giugno 1989 per più di una testata.
Il fatto che l’articolo sia rimasto intatto non deve ingannare, anzi questo può essere considerato
come un successo di rilievo nel rinnovo contrattuale. La Rai infatti ha tentato lungamente e con
grande determinazione di snaturare l’indennità di doppia testata, addirittura contestandone in una
prima fase la applicabilità ad alcune redazioni regionali. Alla fine della trattativa comunque il
trattamento della doppia testata è rimasto immutato.
Ai fini della determinazione della retribuzione valgono, per i singoli istituti, le disposizioni del
CNLG e del presente accordo.
Dichiarazione a verbale
1) Ai fini di un adeguato calcolo della misura della 13° mensilità (che l'art. 15 del CNLG fissa in
30/26 della retribuzione mensile) si conviene che essa si determina maggiorando del 15,4% la
retribuzione mensile stessa.
Aumenti di anzianità
Ai redattori ordinari, agli inviati speciali ed ai capi servizio, al compimento dell'ottavo anno di
appartenenza alla categoria o mansione nell’Azienda, sarà corrisposto un particolare aumento di
anzianità nella misura del 6% del minimo dello stipendio della categoria di appartenenza aumentato
dell'indennità di contingenza.
L'aumento di anzianità previsto per il compimento dell'ottavo anno di appartenenza alla categoria
o mansione nell’azienda viene soppresso per coloro i quali siano stati assunti successivamente al
15.02.1996. L'aumento medesimo si continuerà a riconoscere a tutti coloro che in servizio al
15.02.1996, non ottengono il riconoscimento di superiori inquadramenti categoriali prima del
compimento dell'ottavo anno di permanenza nella categoria o mansione a tale data ricoperte.
Il predetto aumento, che si aggiunge a quelli di cui all'art. 13 del CNLG dei quali segue la
regolamentazione, potrà essere assorbito nel caso di attribuzione all'interessato del minimo
stipendiale superiore.
Qualora il particolare aumento di cui al 1° comma del presente articolo venga maturato da capi
servizio ai quali sia stata attribuita la qualifica di vice capo redattore, l'aumento stesso verrà
corrisposto solo per la parte eccedente la differenza dei minimi stipendiali tra capo servizio e vice
capo redattore.
L’articolo è rimasto quello della stesura contrattuale del 1997. Cogliamo l’occasione per
ricordare ancora che la abolizione dello scatto dell’ottavo anno per tutti gli assunti dopo il 15
Febbraio 1996 avvenne in concomitanza con l’accordo di pari data per l’estensione alla Rai del
CNLG del 1995. Con quella estensione i minimi tabellari di tutti i giornalisti Rai vennero
aumentati di 130.000 lire al parametro del r.o. : un aumento assolutamente non dovuto (data
l’impossibilità di modificare i minimi se non in sede di contrattazione nazionale) e dagli effetti
economici ben più pesanti.
Indennità redazionale
I limiti massimi annui dell'indennità redazionale e della relativa aggiunta di cui all'art. 16 del
CNLG sono per l'Azienda quelli previsti dalla relativa tabella.
Lavoro notturno
La maggiorazione prevista dall'art. 17 del CNLG è aumentata al 25% per i giornalisti addetti a
turni di lavoro che iniziano non dopo le ore 5.30, al 20% per i giornalisti addetti a turni di lavoro
che terminano dopo le 23.00 ed al 50% per coloro addetti a turni di lavoro che comprendono per
intero l'orario tra le 24 e le 5.30.
La maggiorazione per lavoro notturno verrà corrisposta per l'intero mese lavorativo in presenza
di prestazioni effettivamente date per almeno 16 giorni al mese. Qualora il giornalista abbia
percepito per almeno dieci mesi nell'arco dell'anno la maggiorazione per l'intero mese, la stessa
verrà corrisposta per l'intero anno.
Nota a verbale
Il mantenimento dei compensi per lavoro notturno sotto forma di ad personam assorbibile dopo 4
anni di fruizione ed in cifra fissa dopo 8 anni di fruizione trova applicazione solo ed esclusivamente
con riferimento alle indennità’ fisse corrisposte fino alla data del 14 novembre 1991. Di
conseguenza le somme percepite a compensazione del lavoro notturno - pur continuativamente ma
non a titolo di indennità fissa - non possono essere oggetto di mantenimento sotto alcuna forma.
Con riferimento al lavoro notturno prestato in trasferta le parti concordano che esso verrà
compensato con la maggiorazione prevista dal presente articolo esclusivamente nell’ipotesi in cui
la prestazione lavorativa sia direttamente legata ad avvenimenti per i quali si possa
incontrovertibilmente accertare che la prestazione si e’ svolta e non poteva che svolgersi con inizio
prima delle 5.30, termine dopo le 23.30, o nell’intero periodo dalle 24.00 alle 5.30. Gli accordi si
riferiscono all’ora locale dell’avvenimento.
L’articolo non ha subito modifiche. Sottolineiamo l’ultimo paragrafo, che pur non essendo una
novità ci pare degno di rilievo, intervenendo su una materia che ha prodotto nelle redazioni
qualche contenzioso.
Confermiamo che l’intento delle parti che nel 1997 sottoscrissero quel testo era ed è che
l’assegnazione agli orari notturni non doveva costituire, a seconda dei casi, né strumento punitivo
(per il disagio costituito dall’orario), né meccanismo premiale (per le conseguenze economiche che
l’assegnazione al turno notturno può determinare).
Lavoro festivo
Ai giornalisti chiamati a prestare la loro opera nelle festività del 1° gennaio, Pasqua, 1° maggio,
15 agosto e 25 dicembre sarà corrisposto, oltre alla normale retribuzione, un ventiseiesimo della
retribuzione mensile maggiorata del 260%.
Cogliamo l’occasione per un chiarimento: non è vero che sia “vietato fare più di due
superfestivi”.
16 Agosto 1/26
24 Dicembre 1/26
31 Dicembre 1/26
Ascensione 1/26
2 Giugno 1/26
29 Giugno 1/26
4 Novembre 1/26
Mutamento di mansioni
Ai fini dell'applicazione del 1° comma dell'art. 22 del CNLG si conviene che il mutamento
temporaneo di mansioni, per produrre i previsti effetti economici, deve essere disposto:
- verbalmente, dal Direttore giornalistico o capo redattore regionale responsabile della redazione
nelle sedi, nel caso che la sua durata non superi i 30 giorni;
- per iscritto, dalla Direzione aziendale e dal Direttore giornalistico, nel caso di durata superiore
ai 30 giorni.
Dichiarazione a verbale :
Le parti si danno atto che costituisce legittimo motivo di risoluzione del rapporto, ai sensi
dell'art. 32 del CNLG, anche il mutamento oggettivo del rapporto tale da legittimare la novazione
del rapporto medesimo.
La dichiarazione a verbale non è una novità ma una diversa e più razionale impaginazione del
testo. Nella precedente stesura figurava al quarto punto delle dichiarazioni a verbale a coda del
contratto.
Ferie
Agli effetti dell'applicazione dell'art. 23 del CNLG le parti convengono che l'Azienda deve fare
in modo che il giornalista fruisca del periodo feriale entro il 30 aprile dell'anno di calendario
successivo alla maturazione del diritto.
Le parti, considerata la irrinunciabilità del diritto alle ferie, convengono e dichiarano che
comunque il periodo di ferie deve essere fruito e non può essere sostituito dal relativo trattamento
economico.
Viene recepito a tutti gli effetti l'accordo del 18/07/1995 sullo smaltimento delle ferie, dei riposi
e dei “mancati non lavorati” arretrati.
L’accordo del 1995 sullo smaltimento delle ferie arretrate è pubblicato testualmente nella
precedente edizione della “Guida al contratto”. Ne ricordiamo gli impegni:
- Gli arretrati si smaltiscono secondo il seguente ordine: NL, PX o RI, ferie. Nell’ambito delle
giornate smaltite ogni anno le ferie devono essere in ogni caso due terzi del totale. Il periodo di
smaltimento è quello compreso tra il 15 Giugno e il 15 Settembre, ferma restando la facoltà del
giornalista di effettuarlo anche in diversi periodi dell’anno ove ciò sia possibile in relazione alle
esigenze produttive.
- Fino a 40 giorni di arretrati (calcolando insieme NL,RI,PX e ferie) non ci sarà richiesta di
smaltimento da parte dell’azienda.
- Da 40 a 100 giorni di arretrati lo smaltimento dovrà avvenire almeno nella misura del 15% ogni
anno dal 1995.
- I piani-ferie dovranno essere consegnati dai giornalisti entro il 30 Aprile di ogni anno, ed inoltrati
alla testata nei 15 gg. successivi. Quanti non provvederanno a compilare i piani ferie compresi gli
arretrati da smaltire nel termine sopra indicato “perderanno il diritto a scegliere il periodo di
godimento delle ferie dell’anno in corso e degli arretrati e verranno collocati in ferie dalla testata
di appartenenza, sentito il CdR, entro 5 gg. dall’inoltro dei piani”.
In alcuni casi la collocazione delle ferie costituisce motivo di tensione nelle redazioni. Per
occuparsi della materia i CdR, che nella gestione dei piani-ferie sono inevitabilmente in prima
linea, farebbero bene a partire dalle disposizioni del contratto nazionale (art. 23) , riassunte nel
brano che segue:
“In ordine alla determinazione del periodo feriale, la norma dice solo che l’epoca delle ferie, di
regola, è stabilita tra il 1 Maggio ed il 31 Ottobre. Ciò vuol dire che, al riguardo, vigono i principi
stabiliti dalle norme di legge: in altre parole, la scelta del periodo feriale può essere disposta
unilateralmente dal datore di lavoro che però, qualora pretenda di imporre le ferie in un periodo
diverso da quello indicato dalla norma contrattuale e appena citato, dovrà spiegare le esigenze
tecnico-produttive che legittimano la deroga alla previsione contrattuale” 1[1]
Come si vede le indicazioni del contratto nazionale sono assai meno favorevoli della situazione
in Rai, dove l’accordo del 1995 sopra riportato parlava addirittura di “diritto a scegliere il
periodo di godimento delle ferie dell’anno in corso”. Premesso che a proposito delle procedure di
scelta per la collocazione del periodo feriale non risulta in Rai un accordo scritto, è noto che la
prassi consolidata dice che in caso di contenzioso, almeno la metà delle date di ferie viene scelta
dal giornalista.
1. "Il contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico", di S. Chiusolo e M. Borali, ed. Confronti, Milano 2002, pag. 124
1
Art. 15 (Nuovo)
L'Azienda consentirà l'astensione dal lavoro della giornalista in puerperio per un periodo
di 4 mesi successivi alla data del parto. L'Azienda corrisponderà alla giornalista il
trattamento previsto dall'art. 24 del CNLG .
Il periodo temporale di astensione dal lavoro giustificato in base a tali permessi non potrà
essere computato ad alcun fine nell’anzianità di servizio.
Dichiarazione a verbale
La stesura dell’articolo è completamente nuova ed ha tra gli altri pregi quello di razionalizzare ed
esplicitare alcuni diritti e trattamenti prima dispersi in varie circolari. Il numero di giorni concesso
ex lege 151/01 è stato elevato a trenta (l’art. 47 della legge obbliga a cinque giorni di permesso).
Azienda e sindacato si incontreranno semestralmente per definire l'indirizzo dei programmi dei
corsi di aggiornamento con particolare riferimento all'apprendimento delle lingue, alla conoscenza
tecnologica, all'approfondimento dei rispettivi settori di specializzazione. In sede di Commissione
paritetica, verranno definite le esigenze formative stabili dei giornalisti, in relazione alle tipologie di
attività lavorativa, ed individuati i relativi percorsi e le eventuali temporalizzazioni. Nella stessa
sede sarà oggetto di verifica il possibile ruolo della Scuola di Giornalismo di Perugia ai fini della
qualificazione e dell'aggiornamento dei giornalisti della RAI. Sempre in sede di Commissione
Paritetica verranno definiti modalità e criteri di selezione per telecineoperatori nella direzione di cui
all’accordo 29.05.95.
2. Nel caso di approvazione dei progetti e/o delle semplici richieste di formazione da parte delle
direzioni delle testate di appartenenza - che dovranno motivare il loro assenso sulla base di
valutazioni di merito in ordine alla specifica utilità professionale, organizzativa, produttiva etc.
delle iniziative proposte - e dei C.d.R. , essi verranno sottoposti agli organismi aziendali competenti
in materia che - esaminati favorevolmente i progetti e le richieste stessi dal punto di vista della
fattibilità e delle compatibilità - potranno:
- nel caso di progetti, dare parere favorevole alla attuazione degli stessi o disponibilità a
realizzarli direttamente, indicando i termini di realizzazione;
Restano valide le norme e le prassi in atto laddove compatibili con le disposizioni sopra
concordate; al riguardo le parti - nel confermare che il contributo dell’azienda per le spese sostenute
in relazione alla frequenza di corsi di formazione è fissato nella misura del 60% degli importi
documentati - concordano di determinare l’importo massimo rimborsabile ad euro 1032,91 per le
iniziative che si tengono all’estero ed ad euro 877,98 per le iniziative che si tengono in Italia.
Nota a verbale:
Con riferimento alle rilevanti innovazioni tecnologiche previste nel corso della vigenza
contrattuale, tanto nel campo radiofonico quanto in quello televisivo, le parti concordano sulla
opportunità di individuare percorsi formativi che consentano al personale giornalistico di poter
utilizzare appieno le potenzialità derivanti dalle citate innovazioni, in relazione alle tecnologie già
introdotte ed a quelle da introdurre.
Al riguardo si conviene di proseguire nella direzione intrapresa volta alla organizzazione di corsi
di formazione e loro tramite ad avvicinare il personale giornalistico a quelle tra le nuove tecnologie
la cui immissione nel ciclo produttivo è già avvenuta.
Sempre sul piano delle nuove tecnologie inoltre, le parti concordano sulla valutazione che, con
particolare riferimento alla introduzione della digitalizzazione, specifica rilevanza va attribuita alla
figura del telecineoperatore, sia in termini formativi che nell’ottica dello sviluppo e modificazione
della figura professionale, in relazione ai mutamenti che gli strumenti digitali provocheranno
nell’ambito del processo produttivo.
In particolare si è convenuto che per sua natura la figura del tco potrebbe essere una di quelle
maggiormente coinvolte nel processo di revisione, segnatamente con riguardo alla competenza
relativa alla cura della parte filmata dei servizi giornalistici ed anche per quanto riguarda il
complesso delle attività attualmente svolte.
Dichiarazione a verbale
Giova sottolineare che l’accordo sulla formazione professionale prevede sia la possibilità della
formazione individuale che di gruppo.
Il primo tipo è quello più frequentemente utilizzato dai colleghi per il tramite della commissione
paritetica e si indirizza prevalentemente in direzione dei corsi di lingua. E’ bene sottolineare che il
testo contrattuale prevede un grande margine di possibilità del giornalista di costruirsi una
formazione professionale su misura anche a prescindere dagli sbocchi più classici.
Il contratto prevede anche la possibilità di una formazione professionale “di gruppo”, magari
proposta collegialmente da colleghi che affrontano esperienze professionali omogenee.
Sarà, inoltre, riconosciuto un compenso pro die pari al 25% di 1/26 (un ventiseiesimo) del
minimo tabellare della categoria di appartenenza ai giornalisti professionisti che esercitano la
mansione di radiotelecronista, effettuando in diretta la cronaca dell’intero evento (con
esclusione, quindi, degli interventi aggiuntivi e/o concomitanti del tipo di quelli effettuati, ad
esempio, a bordo campo, a bordo pista, ecc.) per le trasmissioni diffuse sui canali satellitari.
Analogo compenso pro die sarà, inoltre, riconosciuto ai giornalisti professionisti che
effettuano in diretta interventi in voce in chiaro e con diffusione del segnale terrestre
(aggiuntivi e/o concomitanti del tipo di quelli effettuati, ad esempio, a bordo campo, a bordo
pista, ecc.) della durata orientativa del 10% del tempo complessivo della cronaca dell’evento.
I compensi corrisposti a tali titoli non potranno essere superiori, su base mensile, all’importo
dell’indennità di radiotelecronaca.
Resta confermato, con riferimento ai pro die previsti dal presente articolo, il limite di calcolo sul
minimo stipendiale del caposervizio.
La differenza tra l’indennità minima del 16% e le diverse misure previste per le indennità di
conduzione e radiotelecronaca vengono calcolate con riferimento al minimo stipendiale di
appartenenza, con il limite massimo del minimo stipendiale del caposervizio; la disposizione non si
applica ai giornalisti con qualifiche superiori a caposervizio che già fruivano, alla data del
15.02.1996, delle indennità in esame.
Ai telecineoperatori per la specifica competenza nello svolgimento dei compiti di cui al punto 1)
dell'accordo 5.6.1989 viene riconosciuta una indennità pari al 3% del minimo della categoria di
appartenenza.
L'indennità di cui al presente articolo viene attribuita con decorrenza dal primo giorno del quarto
mese successivo all'effettivo esercizio delle relative attività sempreché le attività stesse siano state
svolte con continuità. L’indennità nella misura minima del 16% non e’ revocabile nel caso di
mutamento di mansioni. L’indennità nelle misure previste per i radiotelecronisti e i conduttori non
verra’ revocata nel caso di mutamento di mansioni, ove il giornalista la percepisca da almeno 5
anni.
L’indennità nelle misure previste per i radiotelecronisti e i conduttori, nel caso di mutamento di
mansioni, continueranno ad essere corrisposte in cifra fissa non assorbibile per coloro che non
avevano ancora maturato i 5 anni di godimento alla data del 15.02.96, nonché per coloro ai quali tali
indennità sono state attribuite successivamente alla stessa data. Per coloro che a tale data già
fruivano delle indennità in esame da oltre 5 anni vale la normativa precedentemente in vigore.
Dichiarazione a verbale
Ai giornalisti impegnati nell'Ufficio Stampa è riconosciuta una specifica indennità pari al 16%
del minimo della categoria di appartenenza.
Norma transitoria:
Le Parti ribadiscono che l’indennità del 16% compensa la qualificazione professionale del
giornalista che utilizza le tecnologie del mezzo radiotelevisivo. In tale quadro, si conviene che:
(a) l’indennità del 20% (comprensiva e sostitutiva dell’indennità di qualificazione professionale
del 16%) - attualmente attribuita ai soli giornalisti delle testate Televideo e Rainews 24 -
viene riconosciuta, a decorrere dal 1° agosto 2002, anche ai giornalisti del Giornale Radio in
servizio a tempo indeterminato presso tale testata, tenuto conto dell’impegno profuso per
favorire l’introduzione e la diffusione di sistemi informatici per la produzione radiofonica;
(b) al personale giornalistico assunto nelle suindicate testate successivamente al 1° gennaio 2005
verrà assegnata la sola indennità del 16%; si applicherà la stessa regola anche in caso di
trasferimento da altra testata di giornalisti gia` dipendenti della Rai;
(c) a decorrere dalla stessa data del 1° gennaio 2005 la suddetta indennità del 20% verrà,
peraltro, mantenuta in tale misura ai soli giornalisti delle testate Giornale Radio, Televideo e
Rainews 24 di cui alle precedenti lettere (a) e (b).
Le parti si danno atto, inoltre, che le percentuali dell’indennità di qualificazione
professionale sono progressive, intendendosi che la maggiore misura assorbe la minore, senza
previsione di cumulabilità.
In tale contesto, peraltro, le parti convengono che ai giornalisti professionisti che
attualmente svolgono mansioni di conduttore o di radiotelecronista presso le testate Giornale
Radio e Rainews 24, a decorrere dal 1° gennaio 2003, verrà riconosciuto “ad personam” un
importo in cifra fissa non assorbibile pari al 4% della base di calcolo al 31 dicembre 2002
delle relative indennità; tale trattamento verrà riconosciuto a tutti i giornalisti professionisti
ai quali sarà assegnata entro il 31 dicembre 2004 la mansione di conduttore o
radiotelecronista presso le testate Giornale Radio e Rainews 24.
- L’attività di radiotelecronista deve essere retribuita anche con il meccanismo del pro-die (finora
escluso), ovviamente restando impregiudicate le possibilità della assegnazione stabile della
mansione. La casistica delle radiotelecronache è definita in modo più minuzioso, lasciando pochi
margini alla Rai per quel contenzioso estenuante che aveva caratterizzato negli anni passati
diverse vertenze.
- L’indennità di qualificazione passa dal 16 al 20 % per i giornalisti del GR in servizio a t.i. alla
data di stipula del contratto, in considerazione della applicazione del sistema NETIA alla
produzione radiofonica. Questo aspetto è di particolare rilievo e costituisce forse l’obbiettivo più
arduo raggiunto con il rinnovo del contratto integrativo. Difatti non conosciamo un solo caso in
tutta la contrattualistica italiana degli ultimi anni dove sia stata aumentata una indennità
percentuale preesistente, cioè un automatismo. E’ nota infatti l’opposizione vigorosissima di tutta
l’imprenditoria italiana agli automatismi salariali. Nello specifico della Rai, l’azienda ci aveva
addirittura richiesto di depotenziare alcuni degli automatismi esistenti, specie quelli legati alla
qualificazione professionale. Si è dovuta accontentare dell’intervento descritto nell’articolato e con
effetto solo su quanti saranno assunti dopo il primo gennaio 2005.
- Il passaggio dal 16 al 20 % rischiava di essere irrilevante per quanti al GR godevano della
mansione di “conduttore”: questa mansione infatti è retribuita con un innalzamento dell’indennità
al 24%, una misura che comprendeva al suo interno il 20% conquistato per tutti gli altri. Siamo
riusciti a risolvere il problema per questi colleghi con un apposito comma che garantisce un ad
personam in cifra fissa non assorbibile di importo pari al 4 % dei minimi. Dello stesso trattamento
beneficiano anche i conduttori di Rainews che (per il motivo appena accennato) non ebbero
aumenti quando l’indennità di qualificazione a Rainews passò dal 16 al 20%. I benefici di questo
punto riguardano una trentina di colleghi.
Cogliamo l’occasione per puntualizzare un aspetto relativo alla conduzione che ci viene spesso
posto come quesito: “In caso di revoca della mansione di conduttore con mantenimento della
indennità, è ancora lecito chiamare il giornalista alla conduzione ? Se si, in quali limiti?”
La nostra risposta è che le indennità contrattuali possono essere attribuite in due casi: o perché la mansione è svolta in
condizioni di disagio, oppure in virtù delle sue particolari caratteristiche qualitative. Nel caso della indennità di
conduzione ci troviamo di fronte sicuramente al secondo caso (l’indennità paga la qualità della mansione, non il
disagio) perché è esplicito il riferimento contrattuale che assegna l’indennità parlando di “specifica qualificazione
professionale” ; 2[2]
Ne deriva quindi che occorre distinguere tra la mansione e la relativa indennità economica: la prima può essere
revocata dal direttore di testata in relazione ai poteri dell’art.6 CNLG e compatibilmente con l’art. 2103 c.c.; la
seconda non può essere revocata essendo legata al riconoscimento di caratteristiche qualitative della prestazione e ad
una specifica professionalità aggiuntiva che è stata acquisita.
Il 15 Febbraio 1996, in occasione della estensione alla Rai del contratto nazionale di lavoro giornalistico del
Novembre 1995 viene sottoscritto da Rai, Intersind, Usigrai ed FNSI il seguente testo: “Le indennità nelle misure
previste per i radiotelecronisti ed i conduttori, nel caso di mutamento di mansioni, continueranno ad essere corrisposte
in cifra fissa non assorbibile per coloro che non abbiano ancora maturato cinque anni di godimento alla data del
15.02.96, nonché per coloro ai quali tali indennità vengano attribuite successivamente alla stessa data. Per coloro che
a tale data già fruiscono delle indennità in esame da oltre cinque anni vale la normativa precedentemente in vigore.“
3
[3]
L’apparente peggioramento del trattamento economico venne pattuita da Usigrai ed FNSI nel quadro di una trattativa
che aveva però determinato contestualmente un aumento dei minimi di 130.000 lire sul parametro del redattore
ordinario, con relative ricadute su tutta la busta paga per tutta la durata del rapporto di lavoro, e quindi con benefici
economici per la generalità dei giornalisti superiori all’intervento sulla indennità di conduzione, che peraltro
salvaguardava le posizioni già acquisite.
Resta però il fatto che con gli accordi del 1996 nasce il doppio regime di pagamento della indennità di conduzione: i
conduttori retribuiti con l’8% dei minimi, ed i “revocati” con un importo in cifra fissa pari all’8% dei minimi ma non
3
suscettibile di aumenti al variare della prima voce. A decorrere dal Maggio 1998 (decorrenza dei primi aumenti dei
minimi successivi al Febbraio 1996) le due situazioni hanno iniziato a differenziarsi progressivamente e quindi a
creare uno scenario nuovo. La nuova situazione esclude l’intercambiabilità piena tra conduttori in servizio e
conduttori revocati: altrimenti si verificherebbe la situazione di una medesima mansione che viene pagata in modo
sempre più differenziato, man mano che gli aumenti dei minimi renderanno sempre più rilevante la differenza tra
conduttori e “revocati”.
Di recente la testata regionale è intervenuta sulla mansione di conduttore re-istituendo il regime delle long-line, cioè
l’incardinamento dello stesso conduttore ad una specifica edizione del TG per almeno 5 giorni consecutivi. La
questione è rilevante ai fini della risposta da dare al quesito iniziale: dopo avere dimostrato che conduttori revocati e
non revocati non possono essere totalmente intercambiabili, si può sostenere che non è legittimo neppure l’utilizzo
frequente di un conduttore revocato nei turni di long-line (a meno di non riassegnargli la mansione).
Un utilizzo frequente in long-line del revocato infatti equivarrebbe o al riconoscimento formale del fatto che il numero
di conduttori accordati dall’azienda ad ogni redazione è insufficiente per reggere le rigidità di orario imposte dalle
long-line, oppure che i conduttori in servizio vengono male impiegati. In entrambi i casi comunque si porrebbero le
premesse vertenziali per nuove assegnazioni della mansione di conduttore e della relativa indennità in forma piena.
Esclusa sia la intercambiabilità che l’utilizzo frequente del conduttore revocato, il problema si pone per un utilizzo
previsto in orario ma saltuario, consistente o in qualche turno di long-line in periodi particolari (assenze prolungate di
conduttori) oppure nella conduzione per singole giornate.
Occorre richiamare la formula utilizzata dall’editore nella lettera di revoca della mansione di conduttore:
“L’indennità viene ridotta ..... essendo venuti meno i compiti di conduttore ..... L’importo derivante dalla differenza
delle due percentuali verrà corrisposto in cifra fissa.” Rilevato per inciso che l’editore si comporta correttamente
quando evita di diminuire l’indennità (cfr. punto 1), occorre domandarsi il senso della espressione “compiti venuti
meno”.
Noi riteniamo che una mansione preesistente viene meno non solo quando non è più richiesta, ma anche quando è
richiesta in via assolutamente episodica, seppure con previsione in orario.
La prima asserzione è ovvia, mentre la seconda è derivata per simmetria dalla ipotesi inversa: una mansione per
avere riconoscimento contrattuale deve essere esercitata in modo non episodico, ma sufficientemente continuativo
(vedi gli accordi per il riconoscimento della posizione di inviato); quindi quando esercitata in modo episodico è
svincolata dall’obbligo di un riconoscimento contrattuale. Essendo il connotato della episodicità un riferimento
piuttosto elastico, non può che essere il confronto sindacale tra il C.d.R. ed il direttore (o caporedattore regionale) a
definirne gli esatti confini, bilanciando le attese del singolo conduttore revocato, quelle (non sempre convergenti) degli
altri conduttori in servizio, e le necessità della produzione delle quali è inevitabile tenere conto.
E’ comunque corretto (specie nei casi di conduzioni ritirate senza consenso) che l’eventuale richiamo episodico in
conduzione avvenga coinvolgendo preventivamente l’interessato nelle motivazioni che obbligano la testata a ricorrere
alla sua occasionale collaborazione in mansioni che la stessa azienda ha attestato essere venute meno.
Se la episodica presenza in orario può essere considerata un caso che si colloca al confine di una mansione venuta
meno, diverso è il caso delle sostituzioni di conduttori in situazioni di emergenza, cioè in conseguenza di eventi di
qualunque genere non previsti e non prevedibili (quindi estranei alle previsioni dell’orario settimanale). In questi casi
la chiamata alla conduzione appare incontestabile, se non altro per motivi di correttezza professionale nei confronti
del conduttore da sostituire e perché un eventuale rifiuto della prestazione andrebbe a ledere diritti riconosciuti e
tutelati (ad es. quello ai permessi speciali).
Giova sottolineare che nei casi di emergenza come sopra definiti l’editore ha facoltà di avvalersi nella conduzione
anche di giornalisti ai quali non è stata mai riconosciuta la mansione di conduttore: non altrimenti potrebbe spiegarsi
la previsione contrattuale del pagamento di una indennità “pro-die” ai giornalisti occasionalmente chiamati a
condurre.
Le questioni connesse alla stesura ed alla effettiva applicazione degli orari di lavoro settimanali (e quindi tra l’altro
l’esplicazione delle mansioni della conduzione) costituiscono uno dei temi di più squisita pertinenza dei Comitati di
Redazione: non a caso l’articolo 34 del CNLG recita: “E’ compito del comitato di redazione ..... tentare la
conciliazione delle controversie individuali o collettive sorte tra le parti; ..... formulare proposte sugli indirizzi tecnico-
professionali, ..... gli orari, ..... i mutamenti e la assegnazione di mansioni .....ed ogni iniziativa che riguardi
l’organizzazione dei servizi ..... “. 4[4]
La centralità del ruolo di garanzia del C.d.R. è confermata anche da due considerazioni: anzitutto l’importanza della
mansione di conduttore nello specifico di una testata, dove al conduttore è affidata l’immagine esterna di tutta la
attività svolta dal corpo redazionale, ed inoltre il fatto che nella assegnazione delle mansioni di conduttore all’interno
degli orari settimanali possono venire a confronto spinte diverse tra singoli colleghi, oppure tra la maggioranza dei
colleghi e qualche singolo, oppure tra la redazione e l’editore. Non può quindi che essere il C.d.R. a tentare di
bilanciare intelligentemente le spinte individuali o di gruppo raggiungendo una sintesi con le necessità della
produzione.
Resta ferma ovviamente per ognuno la possibilità di intraprendere la strada della vertenza sindacale interna tramite la
commissione paritetica Rai-Usigrai, strada in qualunque caso priva di costi e priva di rischi, anche in caso di chiusura
negativa della vertenza .
Resta fermo anche il fatto che in una materia dove è altissimo il rischio di conflittualità tra colleghi per i più svariati
motivi, non è possibile pensare ad alcuna soluzione che sia esclusivamente giuridico-contrattuale se questa non è poi
sostenuta da quello spirito di collaborazione redazionale che ogni professionista dovrebbe comunque esercitare.
Per chiudere il commento all’art 17 vale la pena di ricordare ancora che ogni riferimento alla
conduzione è sempre e comunque da intendersi sia a quella radiofonica che televisiva, sia su scala
regionale che nazionale. Nessun passo contrattuale e nessuna vertenza di paritetica hanno mai
effettuato distinzioni di sorta a seconda del mezzo o dell’area geografica dove viene esercitata la
mansione di conduttore.
2. Vedi art. 14 del contratto integrativo Rai-Usigrai, in "Guida al contratto", ed. Usigrai, Roma 1997, pag.24
3. Vedi art. 14 del contratto integrativo Rai- Usigrai, in "guida al contratto", ed Usigrai, Roma 1997, pg.25
4. Fieg-Fnsi, "Contratto nazionale di lavoro giornalistico 1995-1999", Roma 1996, pag.73-74
Per i corrispondenti dai capoluoghi di provincia la retribuzione mensile - ivi comprese le quote di
tutti gli elementi della retribuzione medesima nonché la maggiorazione di cui all'art. 7 (ex 5) del
presente accordo - è fissata in euro 299,55 dal 1.12.1996 . Ai predetti corrispondenti che effettuino
servizi in voce e/o in video, registrati o in diretta, per trasmissioni regionali o nazionali verrà
corrisposto un compenso di euro 103,29 per ciascun mese nel quale tali servizi verranno effettuati.
La somma suddetta non è assorbibile dai compensi a notizia.
Le spese sostenute dai corrispondenti di provincia per servizi richiesti saranno rimborsate a parte
sempreché siano state autorizzate e siano documentate.
Ferme restando le esigenze di compatibilità di organico fissate dal piano industriale, con
particolare riferimento al livello degli organici giornalistici, le parti concordano che il reperimento
dei corrispondenti dai capoluoghi di provincia (art. 12 CNLG) deve avvenire tra i giornalisti
professionisti disoccupati di cui all’elenco ex art. 4 CNLG .
4
Le parti convengono inoltre che, al fine di assicurare una migliore copertura del territorio
regionale e nazionale, l’Azienda potrà costituire una più efficace rete di reperimento e
trasmissione dell’informazione giornalistica, oltre che attraverso il ricorso all’applicazione
dell’art.12 CNLG, anche mediante lo spostamento della sede di lavoro di redattori e
telecineoperatori al di fuori della città che ospita la redazione regionale, qualora non sia
necessario procedere alla sostituzione dei medesimi nella sede di provenienza, fermo restando
che di tali spostamenti, peraltro, si potrà tenere conto nel corso delle periodiche verifiche sugli
organici della TGR.
Il trasferimento potrà avvenire solo su base volontaria. Per le domande dei telecineoperatori
verranno applicati i medesimi criteri individuati per i cambi di qualifica e i redattori
dovranno frequentare appositi corsi di formazione professionale, con positiva valutazione
finale.
I C.d.R. competenti esprimeranno parere in materia secondo le disposizioni dell’art. 34, lett.
d), del CNLG e dell’art. 22 (ex 18) dell’Accordo Integrativo.
Ai giornalisti che realizzeranno nel corso di un’annualità, dal 1° novembre al 31 ottobre dell’anno
successivo, almeno 60 (sessanta) servizi come sopra descritti, verrà riconosciuta una gratifica
straordinaria di Euro 3500,00 lordi, da corrispondersi con le competenze del mese di novembre
dell’anno di consuntivazione; in via transitoria, per l’anno 2003 la suddetta corresponsione avverrà
negli stessi termini, anche se pro quota con riferimento al minor periodo di realizzazione dei servizi.
Tenuto conto del carattere innovativo dell’iniziativa, i giornalisti interessati potranno chiedere,
entro tre mesi dall’inizio della nuova attività, di tornare a svolgere i precedenti incarichi.
Per sopperire alle suddette esigenze l’azienda potrà, inoltre, stipulare anche contratti di
collaborazione coordinata e continuativa, con giornalisti professionisti (con preferenza per i
disoccupati di cui all’art. 4, lettera A, del CNLG) nei seguenti termini:
il rapporto di collaborazione verrà instaurato con la testata TGR, in quanto titolare
dell’informazione di servizio pubblico nel territorio regionale, anche nel rapporto con le altre
testate;
la Rai fornisce all’Usigrai lo schema di massima del contratto di collaborazione coordinata e
continuativa;
entro il 30 giugno 2003 la Rai potrà pervenire alla stipula di non più’ di cinque dei predetti
contratti mentre, sempre entro la stessa data, prevede di perfezionare almeno lo stesso
numero di trasferimenti. Nel corso della prima riunione di Commissione Paritetica successiva
alla data del 30 giugno 2003 le parti si riservano di effettuare una verifica delle modalità di
copertura territoriale.
Dichiarazione a verbale
L'Azienda si impegna a procedere alla rilevazione ed alla revisione dei compensi a notizia
utilizzata con particolare riguardo ad una diversificazione dei compensi per le notizie fornite in
orario notturno e nei giorni festivi e domenicali.
L’intento di questo articolo, fortemente voluto dal sindacato, è quello di allargare e radicare la
copertura territoriale offerta dalla TGR anche al di fuori dei capoluoghi di regione, con l’obiettivo
di consolidare ulteriormente il ruolo di servizio pubblico che la TGR è chiamata a svolgere. Il
modello di riferimento da noi assunto è stato quello della rete pubblica francese “France3”.
Nel primo caso (il “redattore territoriale”) si tratta di una tipologia contrattuale che non
modifica il rapporto di lavoro (si era e si resta art. 1 nel senso pieno del termine); cambia la sede
di lavoro (la nuova sede non deve essere necessariamente capoluogo di provincia) e cambia quindi
ciò che dalla sede di lavoro deriva, ad esempio il punto di partenza dei fogli di viaggio. Resta
inteso che un redattore territoriale può comunque continuare ad essere chiamato in servizio
dovunque, sia per la tv che per la radio, indipendentemente dall’area geografica, esattamente
come avveniva prima del trasferimento. E’ chiaro che la Rai, nel suo stesso interesse, dovrà
mettere i redattori territoriali nelle condizioni di svolgere pienamente il loro lavoro (troupe, salette
di montaggio, punti di riversamento etc.) .
Quando a coprire la qualifica di redattore territoriale sia chiamato un TCO, questi acquisirà
entro tre mesi la qualifica di redattore ordinario. Alla mansione di “redattore territoriale” possono
accedere anche i corrispondenti dai capoluoghi di provincia ex art. 12 CNLG .
Da segnalare che i redattori territoriali potranno anche operare assommando una parte delle
funzioni proprie del tco e di quelle proprie del r.o., analogamente a quanto avviene per la
sperimentazione (vedi l’articolo successivo) . Questa nuova attività è compensata con una gratifica
annua di 3500 Euro (pagabile pro-quota mensile). Anche in questo caso va rilevato che “I servizi
in questione, per le loro caratteristiche e modalità realizzative, devono poter consentire
l’intervento di un unico giornalista senza che sia compromessa la qualità finale del prodotto”. Su
questo punto esiste un dovere inderogabile dei Comitati di Redazione di vigilare affinché il testo
contrattuale riportato venga correttamente e scrupolosamente applicato.
Più in generale su tutta la materia i CdR godono di un ampio potere di informativa e di parere
preventivo che consigliamo di utilizzare con grande rigore. Alcuni CdR lo hanno già fatto con
ottimi risultati.
L’altro strumento di copertura del territorio consiste nella possibilità di aprire contratti di
collaborazione coordinata e continuativa, possibilità già prevista nel codice civile ed ampiamente
consolidata dal Contratto Nazionale 2001-2005. Nello specifico Rai siamo riusciti ad aggiungere
alcune garanzie di particolare rilievo:
- Deve essere impegnato solo per eventi che si verifichino nell’area geografica assegnata.
- Il rapporto di lavoro è instaurato con la TGR, e non con la generalità dell’azienda, come la Rai
avrebbe fortemente voluto.
- Lo schema di contratto del co.co.co. viene consegnato all’Usigrai (il che costituisce la garanzia
della sindacalizzabilità dei co.co.co.).
- Il numero dei co.co.co. è limitato a cinque entro il Giugno del 2003, con la garanzia di avere alla
stessa data almeno lo stesso numero di “redattori territoriali”.
- Nella paritetica del Luglio 2003 le parti effettueranno una verifica dell’operazione, e l’Usigrai
mantiene la possibilità di bloccare l’instaurazione di nuovi co.co.co. .
Non ci risulta che presso altri gruppi editoriali esista un livello pari di garanzie a proposito
dell’utilizzo dei contratti coordinati e continuativi. Anzi, in molti gruppi editoriali anche di rilievo
nazionale il contratto coordinato e continuativo è di fatto utilizzato in sostituzione degli art. 1 .
Art. 19 (Nuovo)
Nuove funzioni giornalistiche
Premessa la condivisa esigenza di garantire, nell’ambito più generale del giornalismo
radiotelevisivo, la competitività delle risorse interne alla Rai anche in quegli ambiti di lavoro
sperimentali in cui l’attività giornalistica viene implementata con particolari modalità
operative, le Parti convengono – in aggiunta alle previsioni contenute nell’articolo 18
(“Corrispondenti - Copertura del territorio regionale”) - di avviare un periodo sperimentale di
svolgimento dell’attività giornalistica, mediante utilizzo delle tecnologie digitali, consistenti
nel realizzare interviste, testi ed immagini per i servizi di cui il giornalista è responsabile.
La sperimentazione verra` effettuata presso la testata RAI NEWS 24 e nell’ambito delle
rubriche a diffusione nazionale delle testate giornalistiche e, quindi, con esclusione dei
notiziari, esclusivamente per la realizzazione di quei servizi che, per le loro caratteristiche e
modalità realizzative, consentono l’intervento di un unico giornalista senza che sia
compromessa la qualità finale del prodotto.
Destinatari della stessa saranno i redattori (previo eventuale corso di formazione per
l’utilizzo della telecamera) ed i telecineoperatori, a tempo indeterminato, su base volontaria e
tenendo conto, nell’accoglimento delle richieste, degli opportuni equilibri tra le due figure
professionali.
Il percorso sperimentale si svolgerà dal 1/1/2003 al 31/12/2003 e potrà essere prorogato
fino al 30/6/2004, in relazione agli esiti delle verifiche periodiche che si terranno entro marzo,
giugno, settembre e dicembre 2003.
Considerato il carattere sperimentale dell’iniziativa, le parti si danno atto che la relativa
partecipazione non potrà determinare ricadute in termini di inquadramento e di trattamento
economico. Peraltro, verrà riconosciuto un compenso pro die per le prestazioni sperimentali
effettuate in cifra fissa di lordi euro 50,00 (cinquanta/00).
Il tema di un modello di produzione televisiva fondato sulla fusione di alcune funzioni proprie
del tco con alcune funzioni proprie del redattore ha costituito per anni un punto su cui la categoria
ha dibattuto e si è divisa. L’Usigrai ha cercato (e crediamo di poter dire che ha raggiunto) un
punto di equilibrio che risponde alle ragioni ed agli argomenti di tutti. Punto fondante è da un lato
l’apertura di una fase sperimentale, e dall’altro la definizione precisa degli ambiti dove la
sperimentazione può essere avviata. Le due cose devono andare avanti insieme e con grande
rispetto per le sensibilità di ogni collega: la sperimentazione deve essere puntualmente avviata, e
gli ambiti devono essere puntualmente rispettati.
Il testo dell’articolato ci pare chiaro: l’accordo prevede un compenso di 50 euro per ogni
servizio effettuato con le modalità sperimentali descritte, e verifiche trimestrali con le date già
fissate.
Questo consentirà, in base alla valutazione di parte sindacale, di allargare o restringere gli
ambiti delle nuove funzioni giornalistiche. Le quattro occasioni di verifica, a partire dal marzo
2003, costituiranno la sede in cui un dibattito che rischiava di lacerarci verrà trapiantato dalla
generalità dei principi alla concretezza delle esperienze fatte, e su cui sarà sicuramente possibile
fondare una più salda unità tra tutte le specializzazioni giornalistiche.
Indennità di trasferta
L'indennità di trasferta ed il rimborso delle spese per i giornalisti vengono fissati in sede di
Commissione Paritetica di cui all'art. 22 (ex 18) del presente accordo.
Resta comunque fermo che il giornalista, prima della partenza, potrà optare per forme di
rimborso a pie' di lista.
Redazioni regionali
In relazione a quanto previsto dall'art. 11 del CNLG la RAI e l’Usigrai convengono che anche
nelle redazioni regionali è istituita la qualifica di vice capo redattore.
Dichiarazioni a verbale
1) Nel caso di attribuzione della qualifica di vice capo redattore a giornalisti ai quali
aziendalmente era già stata riconosciuta la predetta qualifica, nel relativo minimo stipendiale sarà
assorbito il particolare aumento retributivo corrisposto all'atto della attribuzione della qualifica
stessa.
2) Nelle redazioni regionali nelle quali è stata istituita la segreteria di redazione, a livello di capo
servizio alla stessa vengono affidati i compiti di coordinamento del lavoro dei corrispondenti, di
collegamento con la TGR per l'organizzazione dei servizi e di redazione, d'intesa con il capo
redattore in quanto delegato del Direttore di Testata, degli orari settimanali di lavoro.
Diritti sindacali
Tutti i giornalisti della RAI hanno diritto alla rappresentanza sindacale. I comitati ed i fiduciari
di redazione vengono eletti sulla base di questi criteri:
- nelle redazioni e/o nei settori con oltre 100 giornalisti verrà eletto un comitato di redazione
composto da 3 o, eventualmente, da 5 membri;
- nelle redazioni e/o nei settori con almeno 10 giornalisti sarà eletto un comitato di redazione
composto da 3 membri;
- nelle redazioni e/o nei settori con meno di 10 giornalisti sarà eletto un fiduciario di redazione.
Ai comitati o fiduciari di redazione della RAI sono attribuiti i compiti di cui alle lettere a), b), c),
d) dell'art. 34 del CNLG in rapporto diretto con i direttori di testata, con i capi redattori regionali
responsabili delle redazioni nelle sedi e delle strutture unitarie. Agli stessi effetti i giornalisti
operanti in settori diversi dal complesso dei servizi giornalistici saranno rappresentati da organismi
sindacali, in diretto rapporto con rappresentanti designati dalla Direzione aziendale. Le informative
di cui al punto 9 della Carta dei Diritti e dei Doveri del giornalista radiotelevisivo del servizio
pubblico verranno fornite ai rappresentanti sindacali dei giornalisti inquadrati nelle Reti in sede di
Commissione Paritetica dalla Direzione Risorse Umane e dai Direttori delle Reti o loro delegati. Le
eventuali questioni non risolte saranno demandate all'esecutivo dell’Usigrai ed alla Commissione
Paritetica di cui al comma seguente.
L'esame delle questioni direttamente connesse all'applicazione del CNLG, dell'accordo
integrativo e degli altri accordi aziendali è demandato ad una Commissione Paritetica formata da
una rappresentanza dei giornalisti RAI e da rappresentanti dei competenti organi della Direzione
aziendale; per l'accertamento dei fatti oggetto delle vertenze la Commissione si potrà avvalere dei
settori aziendali istituzionalmente delegati a tali compiti.
La delegazione dei giornalisti sarà costituita dall'Esecutivo dell’Usigrai che potrà essere integrata
di volta in volta da componenti dei Comitati di Redazione o fiduciari, da componenti del la
Commissione Sindacale e da esperti consulenti.
La discussione delle vertenze individuali (presentate dai rappresentanti sindacali, sia in sede di
commissione che direttamente presso le Relazioni Sindacali) si esaurirà con verbale in sede di
commissione paritetica entro il termine massimo di tre mesi dalla data di presentazione; tali termini
verranno prorogati al massimo di un mese su richiesta di una delle parti nel caso in cui si rendano
necessari ulteriori accertamenti.
Qualora entro i termini previsti, e comunque non oltre la prima riunione di commissione
paritetica utile, l'Azienda non fornisca alcuna risposta, la vertenza si intende risolta positivamente.
Le vertenze già discusse e definite non verranno riproposte dal Sindacato prima che siano
trascorsi due anni dalla loro conclusione a meno che non siano intervenuti mutamenti nella
situazione o nuovi elementi che possano incidere nella valutazione della vertenza stessa.
La Direzione aziendale comunicherà all'Esecutivo i criteri per le assunzioni e per la stipula dei
contratti per i collaboratori fissi. Sulla base di tali criteri i Direttori di testata avanzeranno le loro
proposte alla Direzione aziendale e ne informeranno per iscritto i comitati o i fiduciari di redazione
che a loro volta, sempre per iscritto, esprimeranno le loro valutazioni. Analoga informativa scritta
verrà scambiata per le proposte di promozione o di assegnazione di mansioni. Tali informative non
determinano il decorso dei termini per gli adempimenti di cui all'accordo 24 ottobre 1989 allegato
alla Carta dei Diritti e dei Doveri.
Per quanto previsto dalla lettera e) dell'art. 34 del CNLG e per l'esame di tutto quanto altro
attiene l'organizzazione ed il ruolo del lavoro giornalistico si svolgeranno incontri trimestrali tra la
Direzione aziendale, i Direttori di testata e l'Esecutivo dell’Usigrai che potrà convocare
rappresentanti dei Comitati di redazione e fiduciari.
Ferme restando le competenze dei Comitati di Redazione, le questioni che riguardano più di una
redazione saranno discusse in incontri tra la Direzione aziendale, i Direttori di testata e l'Esecutivo
dell'USIGRAI .
Comunicati sindacali
Tenuto conto della norma del citato art. 34 e della peculiare attività svolta dall'Azienda, la RAI
conviene che la disposizione trovi applicazione - previa intesa tra la Direzione aziendale, i
responsabili giornalistici, l'Esecutivo dell’Usigrai ed i comitati di redazione - secondo modalità e
tempi risponderti alla natura ed alle caratteristiche del mezzo radiotelevisivo anche in relazione ai
criteri attualmente applicati.
Le parti - ribadito il diritto dei C.d.R. e dell’Usigrai a mandare in onda comunicati sindacali nei
termini, con i limiti e le modalità di cui al CNLG ed ai contratti ed accordi aziendali - hanno
valutato l’esigenza che l’esercizio di tale facoltà non contrasti con l’erogazione del servizio
pubblico ed in particolare con la necessità di tutelare il diritto dell’utenza ad usufruire del miglior
servizio possibile. In relazione a quanto precede le parti medesime hanno convenuto che il
comunicato deve pervenire al Direttore e all’Editore almeno 3 ore prima della messa in onda del
notiziario e che la durata del comunicato stesso dovrà essere riconducibile a quanto già avviene
nelle testate della carta stampata.
In relazione a quanto disposto dagli artt. 34 e 23 del CNLG la tutela ed i permessi sindacali
verranno estesi ai componenti delle Commissioni e delle strutture sindacali della cui costituzione e
composizione l’Usigrai abbia dato comunicazione all'Azienda.
Dichiarazioni a verbale
3) L'Azienda si dichiara disponibile a fornire per ogni singola testata con cadenza semestrale i
dati aggregati di contabilità industriale sulla produzione, numero di addetti e collaborazioni di
natura giornalistica, costi sostenuti, ecc., nell'osservanza dei segreto industriale e dell'autonomia
delle scelte attribuite al management aziendale. Per quanto riguarda le Reti si fa rinvio al disposto di
cui al penultimo periodo del 2° comma del presente articolo.
4) L'Azienda opererà a favore dell’Usigrai le trattenute per contributi associativi previo rilascio
di deleghe individuali firmate dagli interessati. Ogni delega dovrà specificare le generalità del
giornalista e la sede di appartenenza. L'importo del contributo è fissato dall'assemblea dei Comitati
e fiduciari di redazione della RAI. La delega può essere revocata in qualsiasi momento con effetto
dal 1° gennaio successivo.
L’articolo è di grande rilievo, trattandosi della base su cui si fondano i diritti sindacali in Rai. Il
testo è di forte garanzia per le redazioni.
Da notare che la trasmissione dei comunicati sindacali ha trovato più ampia tutela nell’accordo
sulla regolamentazione degli sciopero nei servizi pubblici (vedi capitolo), e che le caratteristiche
della commissione paritetica, che radica la propria attività proprio in questo articolo contrattuale,
è dettagliatamente illustrata più avanti.
Interventi di modifica dei sistemi produttivi che comportino mutamenti nell'organizzazione del
lavoro saranno preceduti da una consultazione della rappresentanza sindacale.
Dichiarazione a verbale
In applicazione del disposto «Ambiente di lavoro e tutela della salute» di cui all'art. 42 del
CNLG, è istituito in Azienda un osservatorio permanente per la salute di cui fanno parte, su base
paritetica, Azienda e CASAGIT.
Contestualmente a tali studi verrà elaborato un piano per l'estensione qualitativa e quantitativa
dei sistemi elettronici editoriali nel rispetto della normativa dell'art. 42 del CNLG e verranno altresì
avviati con la necessaria gradualità e tempestività corsi di formazione e aggiornamento per l'uso
delle nuove tecnologie da tenersi in orario di lavoro.
Il direttore di testata o il capo redattore regionale responsabile della redazione nelle sedi motiva
al giornalista autore di proposte di servizi le ragioni di eventuali rifiuti.
Dichiarazione a verbale
L’Usigrai dichiara, e la RAI prende atto, che, fatti salvi i poteri del direttore previsti dall'art. 6
del CNLG, il Comitato di redazione potrà chiedere il completamento o la precisazione della notizia
per la quale si siano verificate gravi omissioni o gravi inesattezze accertate con riscontri obiettivi
anche attraverso le maggiori fonti di informazione.
A proposito di poteri e doveri dei direttori è bene tenere conto degli appositi articoli della Carta
dei Diritti e dei Doveri, i quali hanno lo stesso vigore di articoli contrattuali.
Si conviene che le norme dell'art. 9 del CNLG troveranno applicazione compatibilmente con le
leggi n. 103/1975, n. 10/1985, n. 223/1990 e la legge sulla stampa.
In relazione a quanto previsto dal 1° comma dell'art. 9 del CNLG, in caso di dissenso, al
giornalista e’ riconosciuto il diritto di far ritirare, con la firma, la voce e l'immagine dal servizio già
registrato.
Le parti riconoscono il diritto insopprimibile del giornalista a non vedere la propria firma, voce o
immagine associate a servizi o notizie nei cui confronti abbia espresso motivato dissenso, con
particolare attenzione ai casi in cui non sia stata possibile una adeguata verifica delle fonti ed ai casi
che mettano a repentaglio la deontologia professionale. Ove si pongano i casi di cui sopra per
notizie o servizi da trasmettere in diretta, il giornalista può non andare in voce o in video purché
esistano i tempi minimi necessari per la sua sostituzione.
Il giornalista non può comunque rifiutarsi di effettuare una prestazione professionale che non
comporti in alcun modo la firma.
Dichiarazione a verbale
Le parti si danno atto che per «addetti ai periodici» di cui all'ultimo comma. dell'art. 9 del CNLG
si intendono gli addetti alle trasmissioni non quotidiane.
Il contratto nazionale di lavoro, pur non riconoscendo esplicitamente il diritto del giornalista subordinato a firmare
i propri articoli, fin dal rinnovo del 1988 prescrive l’indicazione della provenienza degli articoli quando questi non
siano firmati . La prescrizione costituisce un esplicito riconoscimento della prassi secondo cui il tipico contributo
individuale all’opera collettiva costituito da un articolo o da un servizio radiotelevisivo giornalistico deve
normalmente recare il nome dell’autore. Il diritto alla firma inoltre può desumersi anche dall’ordinamento
professionale: l’identificazione dell’autore è infatti pienamente rispondente agli obblighi di correttezza e lealtà verso il
pubblico enunciati dalla legge 5[5].
Stabilito che la apposizione della firma, anche da parte del giornalista dipendente, costituisce un diritto fondato
sulla legge, sul contratto e sulla consuetudine, ne deriva un sostanziale “diritto di proprietà” del giornalista sulla
propria firma, valido non solo per vedersi riconosciuta la paternità dell’opera del suo ingegno, ma anche
(simmetricamente) per evitare che la propria firma venga collegata a prodotti giornalistici che egli abbia
motivatamente misconosciuto o che siano stati modificati senza il suo assenso.
Il diritto di non firmare, come il diritto di firmare, poggia anzitutto sulla legge professionale che impone al
giornalista doveri di lealtà e correttezza verso il pubblico, doveri che –ad avviso degli scriventi- impongono al
giornalista di “disconoscere la paternità” di prestazioni professionali che egli abbia dovuto svolgere in condizioni tali
da non garantire il rapporto di fiducia tra il giornalista ed il lettore .
Inoltre la questione è esplicitamente richiamata nel vigente contratto di lavoro che dice: “ Modifiche ed
integrazioni sostanziali ad ogni articolo o servizio firmato devono essere apportate con il consenso dell’autore, sempre
che sia reperibile; l’articolo non dovrà comparire firmato nel caso in cui le modifiche siano apportate senza l’assenso
del giornalista ” . 6[6]
E’ vero che il testo si riferisce esplicitamente non al diritto di ritirare la firma da parte del
giornalista, ma al dovere dell’editore di non modificarne i pezzi e di non firmarli in caso di modifica
senza consenso, ma questo impianto di ragionamento conferma che sulla propria firma il giornalista
può vantare un sostanziale “diritto di proprietà” . I riferimenti contrattuali finora richiamati
provengono dal contratto nazionale di lavoro sottoscritto tra la FNSI e la FIEG. Il testo contrattuale
è però pacificamente applicabile anche ai giornalisti radiotelevisivi, quantomeno per coloro che
dipendono da aziende editoriali che hanno recepito il contratto FIEG-FNSI . 7[7]
L’applicabilità del contratto ai giornalisti radiotelevisivi implica però il rispetto delle peculiarità del mezzo
radiotelevisivo. Se la firma è la attribuzione di paternità e di responsabilità ad un servizio giornalistico apposta a
garanzia degli utenti e dell’autore, nel caso del mezzo radiotelevisivo essa non può essere costituita esclusivamente
7
dalla sovrimpressione elettronica del nome al servizio giornalistico, ma deve essere estesa a tutti i segni che
permettano di collegare il servizio all’autore:
Ognuno di questi tre segni infatti consente al pubblico di collegare in modo intuitivo un prodotto giornalistico
all’autore, del quale (proprio per la specificità del mezzo radiotelevisivo) sono note sia la voce che l’immagine. Di
conseguenza quanto detto finora a proposito della firma deve essere inteso, nel caso di un giornalista radiotelevisivo,
come esteso ad ognuno dei tre segni citati al comma precedente, anche singolarmente intesi.
Nel caso dei giornalisti del servizio pubblico interviene un ulteriore elemento che determina un accrescimento dei
doveri ma anche dei diritti: il fatto di essere giornalisti che svolgono un compito professionale nel quadro di una
convenzione tra lo Stato e la Rai: questo accresce i doveri di correttezza deontologica, ma anche la sussistenza di
strumenti di tutela del rapporto leale con il pubblico. Difatti la materia trova da diversi rinnovi contrattuali un
richiamo all’interno del contratto integrativo Rai-Usigrai :
“Le parti riconoscono il diritto insopprimibile del giornalista a non vedere la propria firma, voce o immagine associati
a servizi o notizie nei cui confronti abbia espresso motivato dissenso, con particolare attenzione ai casi in cui non sia
stata possibile una adeguata verifica delle fonti, ed ai casi che mettano a repentaglio la deontologia professionale. Ove
si pongano i casi di cui sopra per notizie o servizi da trasmettere in diretta, il giornalista può non andare in voce o in
video purché esistano i tempi minimi necessari per la sua sostituzione.” 8[8]
E’ doveroso sottolineare come le parti abbiano parlato espressamente di “diritto insopprimibile”, e come abbiano
specificato due casi in cui la obiezione di coscienza merita particolare attenzione: la impossibilità di verifica delle fonti
ed il rispetto della deontologia professionale.9[9] Il testo contrattuale inoltre lascia chiaramente intendere che il
diritto alla obiezione di coscienza non è limitato ai soli giornalisti cui sia stata assegnata la mansione di conduttore
(quindi a quelli “più esposti” in audio o in video), ma alla generalità dei giornalisti dipendenti dalla Rai.
Tuttavia gli stessi fondamenti di legge che giustificano il diritto al ritiro della firma (che nel caso dei giornalisti Rai
abbiamo chiamato “diritto alla obiezione di coscienza”) lasciano intuire anche che questo diritto non può sconfinare
nell’arbitrio, né può assumere il carattere della inadempienza professionale. Il testo del contratto integrativo assegna
solo al dissenso “motivato” la possibilità di giustificare l’obiezione di coscienza. A nostro avviso la parola
“motivato” deve intendersi non come la enunciazione di un motivo qualsiasi, ma come la pacata illustrazione di una
seria ragione che impedisce al giornalista di assumersi la paternità di un servizio: due esempi sono espressamente
indicati nel testo contrattuale, mentre altri si possono desumere dal seguente ragionamento dell’avvocato D’Amati :
“ (Il ritiro della firma) per non assumere il carattere di una inadempienza dovrà essere motivato con riferimento ai
diritti riconosciuti al giornalista dal contratto e dalla legge professionale. Una valida motivazione di ordine generale
può essere ravvisata nella portata dequalificante di una prestazione che consista nella mera lettura di informazioni da
altri preparate (in questo caso il D’Amati si riferisce ai giornalisti conduttori N.d.R. ). Altre ragioni che possono
giustificare l’astensione sono l’infondatezza o l’incompletezza della notizia ovvero la sua portata lesiva degli altrui
diritti o della legge penale. “ 10[10] Anche le esemplificazioni fatte da D’Amati non sono da considerarsi esaustive
dei casi in cui l’obiezione di coscienza appare fondata, ma assieme a quelle esplicitate nel testo contrattuale indicano
una tipologia di casi in cui il ritiro della firma da parte del giornalista è da considerarsi un “diritto insopprimibile”.
Per il ritiro della firma da notizie o servizi da trasmettere in diretta, il contratto integrativo pone una limitazione: il
ritiro è possibile “purché esistano i tempi minimi necessari per la sostituzione (del conduttore)” . E’ chiaro che avere
scelto di inserire l’aggettivo “minimi” nel testo contrattuale lascia intendere che il diritto al ritiro prevale rispetto al
diritto (pur tutelato) degli utenti a fruire dell’informazione.
10
5. Cfr. legge n.69 del 3.2.1963 "Ordinamento della professione giornalistica", art.2
6. CNLG, cit., art.9 pag.31
7. Questo è il caso della Rai, che ha sempre recepito il contratto FIEG-FNSI. Peraltro nel testo della convenzione le parti hanno convenuto che il contratto si
applica: "nei termini e con le specificazioni connesse alle peculiarità proprie della realtà aziendale e del servizio pubblico radiotelevisivo"
8. Cfr. "Contratto integrativo Rai-Usigrai 1997-2000", art. 21 pag. 246
9. E' chiaro che il fatto che il contratto integrativo faccia esplicito riferimento ai due casi sopra citati non significa che il diritto alla obbiezione di coscienza sia
limitato ad essi
10. Domenico D'Amati, "Il lavoro del giornalista", ed CEDAM 1989, pag. 104
Decorrenza e durata
Nel corso di una delle prossime riunioni di Commissione Paritetica, e comunque entro il 31
ottobre 2002, verranno stabilite le modalità applicative del caso.”
La radice di questa dichiarazione è nel fatto che nel 1997 l’accesso dei TCO alla posizione di
inviato per via vertenziale (cioè per numero di giornate in trasferta) fu sospeso in coincidenza con
l’equiparazione dei minimi al parametro 125 . La sanatoria di oggi consente di recuperare questo
gap sulla base di criteri certi ed oggettivi (250 giorni di trasferta nel periodo di vigenza del
precedente contratto integrativo).
IL PREMIO DI RISULTATO
(Protocollo di applicazione dell’accordo 23.07.93)
Parte Generale
Nello spirito del protocollo del 23.07.93 - recepito dall’art. 46 del CNLG -, le parti hanno
convenuto sulla introduzione di un premio di risultato quale strumento di partecipazione e
coinvolgimento dei lavoratori ai processi di sviluppo ed ai risultati dell’azienda, premessa per il
miglioramento della sua posizione di competitività sul mercato. Il premio sarà corrisposto in
ciascun anno sulla base dell’andamento complessivo, sia produttivo che economico, dell’azienda.
Avrà pertanto le seguenti caratteristiche:
- sarà calcolato solo con riferimento ai risultati relativi ai parametri più avanti indicati ed al
miglioramento conseguito;
- sarà esaustivo di tutti gli interventi economici di pertinenza della contrattazione di livello
aziendale.
La logica generale prevede che il premio sia derivante dall’andamento e sia legato al miglioramento
dei risultati conseguiti ed al mantenimento e miglioramento del trend di sviluppo dell’azienda.
Il premio di risultato e’ determinato con le modalità e nei termini sotto indicati, in caso di assenze
complessive superiori a 16 giorni nell’anno solare di riferimento la misura individuale dello stesso
sarà determinata valutando mensilmente le assenze effettuate nell’anno solare di riferimento
secondo il seguente criterio:
Non sono computate come assenze i giorni di ferie, i giorni di permesso retribuito, le giornate di
permesso straordinario di cui all’art. 23 CNLG, il periodo di assenza obbligatoria per maternità, i
permessi connessi alla normativa relativa ai portatori di handicap, le giornate di assenza per
donazione sangue e le giornate di assenza per infortunio sul lavoro. Il premio di risultato non è
computabile agli effetti di alcun istituto legale e/o contrattuale ivi compresa l’incidenza sul
trattamento di fine rapporto.
Il presente accordo ha validità per il quadriennio luglio 2002 - Giugno 2005 e pertanto, sino a tale
ultima data, nessun altro onere economico potrà essere posto a carico dell’azienda per effetto di
contrattazione aziendale integrativa di secondo livello, secondo quanto previsto dal vigente CNLG .
Parametri di redditività ed efficienza
Il raggiungimento dei livelli di ascolto - individuati per ciascun anno dall’Azienda, comunicati
all’Usigrai entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in considerazione e
formalmente definiti entro il successivo 28 febbraio, sulla base di quelli assegnati alla Testata,
con riferimento alle edizioni dei notiziari sotto indicate - con un margine di scostamento di +/-
0,5 %, darà luogo all’erogazione della somma di Euro 1032,00 lordi. L’importo e’
incrementato di Euro 51,50 lordi qualora lo share sia superiore alle previsioni (in aggiunta
allo 0,5% di scostamento) di almeno 0,3%. L’importo viene viceversa ridotto di Euro 258,00
lordi qualora lo share sia inferiore, rispetto alle previsioni (oltre allo 0,5% di scostamento) di
non oltre lo 0,3%. Al di sotto di tale limite non verra’ erogata alcuna somma per tale titolo.
L’Azienda fornirà all’Usigrai periodicamente tutti gli elementi che concorrono alla
determinazione del premio di risultato.
Norma transitoria:
Per il 2002 il MOL sarà quello risultante dalla seconda riprevisione e la media degli ascolti in
termini di share, riferita alle edizioni concordate, e’ determinata nella misura del 21%.
Il premio di risultato sale da 3 milioni all’equivalente in Euro di 4 milioni (2064 Euro) ,
importo al parametro del redattore ordinario o del tco . Oltre all’aumento (che ci pare consistente)
ci sono diverse altre novità positive:
- Anzitutto vengono semplificati e resi per noi più vantaggiosi i parametri su cui misurare il
raggiungimento degli obiettivi. Sparisce il parametro della produttività (era un calcolo assai
aleatorio) mentre il parametro di bilancio, cioè il raggiungimento del margine operativo lordo,
cessa di essere la chiave che apre le altre voci del premio, per trasformarsi in una voce a sé stante.
Questo costituisce per i giornalisti un più alto livello di garanzia.
- Le voci si riducono così a due (bilancio ed ascolti), e l’importo dei 2064 euro è ripartito a metà tra
le due voci.
- C’è la possibilità di avere un aumento del premio ( + del 10 %, pari a 103 auto al parametro 125)
nel caso di superamento degli obiettivi.
- Se gli obiettivi vengono mancati il premio non sparisce (come accadeva nella precedente
regolamentazione) ma viene ridotto proporzionalmente. E’ prevista la non corresponsione solo nel
caso che gli obiettivi vengano mancati in misura clamorosa.
Ecco la tabella sintetica per un redattore ordinario o un tco :
Voce di bilancio: superamento del m.o.l. previsionale di oltre il 10% = 1083,50
Raggiungimento del m.o.l. previsionale 1032,00
m.o.l. mancato fino a –20% 877,50
m.o.l. mancato fino a –40% 722,40
m.o.l. mancato fino a –60% 516,00
Voce “share” (raggiungimento del 21% di share nel 2002 per le principali 8 edizioni di tg – le
stesse del precedente contratto- ):
Media ponderata degli share superiore al 21,8% = 1083,50
Media tra 20,5 e 21,8 % 1032,00
Media tra 20,2 e 20,5% 774,00
Tutte le altre qualifiche avranno ovviamente l’importo del premio modificato secondo
parametro.
VERBALE DI ACCORDO
tra
la Rai Radiotelevisione Italiana e Rai Net, assistite dall’Unione degli Industriali di Roma,
l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai, con la partecipazione della Federazione Nazionale
della Stampa Italiana,
viene sottoscritto il presente accordo.
Le parti concordano che a far data dal 1° agosto 2002 trova applicazione nei confronti dei
giornalisti che esercitano la propria attività professionale alle dipendenze di Rai Net
l’Accordo Integrativo del CNLG Rai–Usigrai in quanto compatibile.
Viene inoltre convenuto che – in relazione all’assetto organizzativo e alla tipicità produttiva
della Testata Rai Net News e tenuto altresì conto di quanto previsto in via transitoria in
materia di qualifiche al punto 3) dell’Allegato N del vigente Contratto Nazionale di Lavoro
Giornalistico (CNLG) 24 febbraio 2001 – all’interno della Testata e’ prevista esclusivamente
la qualifica di capo servizio al di sopra di quella di redattore.
TABELLA DEI MINIMI DI CATEGORIA
(in vigore dal 01.03.2002)
Vicedirettore 3237,09 613,23
Note:
- Il minimo tabellare di tco inviati e coordinatori verrà aggiornato in corso di vigenza nelle
proporzioni e con le scadenze indicate all’art. 4 del contratto integrativo.
- Nei minimi sono compresi i superminimi derivati dagli accordi del 15.02.96 . Quei superminimi
hanno gli stessi effetti dei minimi .
- Sono in corso le trattative per il rinnovo della parte economica del contratto nazionale di lavoro. Gli
aumenti decorreranno dallo stipendio di Marzo 2003.
TABELLA DELLA
INDENNITA’ REDAZIONALE
(comprensiva della aggiunta)
Vicedirettore 5019,96
Caporedattore 4418,80
Vicecaporedattore 4223,58
Caposerv./inv.spec. 3987,05
Premessa
Gli articoli che costituiscono la presente Carta dei diritti e dei doveri trovano applicazione, in
quanto compatibili, nei confronti di tutti i giornalisti radiotelevisivi del servizio pubblico.
La novità di questo punto è nella dichiarata applicabilità della carta a tutti i giornalisti rai, cioè
anche ai giornalisti impiegati nelle reti, i quali fino ad oggi non ne beneficiavano.
1) Con riferimento alla espressa richiesta avanzata dal sindacato di individuare una figura di
Garante degli Utenti, le parti hanno concordato di avviare uno specifico confronto sull’argomento
dopo avere esperito i necessari approfondimenti di ordine tecnico.
3) entro due mesi dalla nomina il Direttore di testata presenta all'assemblea di redazione il piano
editoriale, predisposto in armonia con il piano editoriale approvato dal consiglio di
Amministrazione, l'organizzazione del lavoro, i compiti e le funzioni di ciascun settore, i criteri per
l'utilizzazione dei collaboratori in organico e fuori organico;
4) la redazione esprimerà un parere sul piano editoriale formulato dal Direttore di testata. In caso
di parere negativo sul piano, il Direttore avrà altri 15 giorni di tempo per riformulano e presentarlo
all'assemblea. L'esito della votazione sarà comunicato, tramite il Direttore Generale, al Consiglio di
Amministrazione della RAI.
Il tema del voto sui piani editoriali merita qualche approfondimento: La materia affonda le sue
radici nell’art. 6 del contratto nazionale, a partire dal passo in cui si dispone che il CdR deve
essere informato della nomina del direttore “con priorità rispetto a qualunque comunicazione a
terzi”. Inoltre la rappresentanza sindacale ha il diritto di conoscere in modo completo gli accordi
tra editore e direttore in ordine alle facoltà di cui quest’ultimo potrà avvalersi.
“Queste informazioni preventive hanno un evidente carattere preparatorio della assemblea dei
redattori, nel corso della quale il direttore, quale primo atto del suo insediamento, illustra gli
accordi di cui si è appena detto nonché il programma politico-editoriale concordato con l’editore.
L’insieme di questa articolata procedura informativa è evidentemente finalizzata a consentire alla
redazione di esprimere il proprio parere in ordine alla scelta del nuovo direttore. Naturalmente il
parere della redazione non è vincolante: da questo punto di vista l’editore assolve ai propri
obblighi semplicemente rendendo le informazioni previste dalla norma, pena la configurabilità di
un comportamento antisindacale sanzionabile ex art. 28 legge 300/70. “ 11[11]
Fin qui il commento di due autorevoli legali al CNLG . Per parte nostra vogliamo solo
aggiungere che le norme Rai sul voto di gradimento (le cui procedure sono identiche al voto per
l’elezione dei CdR) comportano anche, in caso di seconda bocciatura del direttore, il ritorno della
nomina alla attenzione del Consiglio di Amministrazione.
5) Tutti i giornalisti con incarico di livello dirigenziale di Direttore o Vicedirettore che non
siano assegnati, all’interno delle testate giornalistiche, a posizioni di “line” di Direttore o
Vicedirettore in quanto tali posizioni risultino già coperte nella misura prevista dall’organigramma
aziendale, potranno optare, in caso di assenza transitoria di altri incarichi, per la prosecuzione del
rapporto in una delle tre posizioni che l’azienda proporrà loro tra quelle previste dall’accordo Rai-
Usigrai del 27.05.96, con priorità per quelle di contenuto più strettamente giornalistico.
6) Tale opzione deve essere esercitata entro 30 giorni dal momento della proposta avanzata
dall’azienda, e verrà formalizzata mediante sottoscrizione di verbale di conciliazione ex lege
533/73.
Capiredattori regionali
Da rilevare che le “linee editoriali territoriali”, pur non essendo in senso stretto dei “piani
editoriali”, sono per prassi consolidata sottoposte al voto delle redazioni con procedure analoghe
a quelle dei piani editoriali delle testate nazionali. Questa prassi non ha mai avuto eccezioni dalla
contrattualizzazione del testo (1991).
10) Il Direttore di testata propone al Direttore Generale la nomina di uno o più vice Direttori e ne
informa il Comitato di redazione;
11) il Direttore, in materia di assunzioni e promozioni, ha tutti i poteri previsti dal contratto e
dagli accordi con l'editore; sull'argomento si fa anche esplicito richiamo all’ accordo 24.10.1989 che
si allega come parte integrante della presente «Carta».
12) Al fine di attivare processi volti a perseguire la piena occupazione delle risorse giornalistiche
disponibili, nonché di precostituire le condizioni per la definizione di modelli produttivi pienamente
corrispondenti alle effettive esigenze produttive, per la costituzione di un corretto rapporto tra
personale direttivo e personale operativo e per l’individuazione di percorsi operativi alternativi a
quelli che prevedano l’assunzione di responsabilità all’interno di “line” redazionali si concorda
quanto segue:
13) in occasione di nomine, promozioni e/o attribuzioni di incarichi i direttori di testata dovranno
informare i C.d.R. dei criteri seguiti nel determinare eventuali modificazioni dell’assetto funzionale
preesistente, nonché dei curriculum professionali - oltre che di altri eventuali requisiti dei quali i
direttori medesimi ritenessero di tenere conto- in base ai quali sono state operate le scelte
individuali per le nomine, le promozioni e gli affidamenti di incarichi. Il direttore dovrà altresì
fornire il quadro complessivo della organizzazione del lavoro derivante dai movimenti prospettati,
con particolare riferimento al pieno impiego delle risorse e segnatamente del personale già in
possesso di qualifiche superiori a quella di redattore ordinario. L’informativa fornita in modo
incompleto e/o in termini non corrispondenti a quelli sopra indicati sarà considerata come non
fornite.
Questa ultima frase, inserita nel contratto integrativo del 1997, merita sempre una particolare
sottolineatura, nel senso che l’equiparazione di una informativa incompleta ad una informativa
non fornita consente ai CdR di impugnare eventuali nomine che non siano corredate da una
informativa completa e corretta nei termini indicati dalla Carta
E’ nostro parere che in questo caso sia anche possibile chiamare in causa la Rai per
comportamento antisindacale, ex art. 28 legge 300/70 .
14) Nel quadro delle facoltà attribuite ai direttori di testata, in coerenza con le direttive aziendali
in tema di organizzazione, la Rai dichiara e l’Usigrai prende atto che - fatta eccezione per le
redazioni di coordinamento e le segreterie di redazione e ferme restando le previsioni della lettera d)
dell’art. 11 del CNLG - i nuclei redazionali definiti “servizi” ed affidati alla responsabilità di un
caposervizio sono costituiti da almeno 5 unità; in casi di particolare rilevanza quantitativa e
qualitativa i servizi potranno essere affidati a capiservizio ai quali venga riconosciuto il trattamento
previsto per la categoria di Vicecaporedattore. Ai capiredattori verra’ affidata la responsabilità di
più servizi o di redazioni unitarie riconducibili a tale dimensione sotto i profili quantitativo e
qualitativo.
16) Le posizioni che via via non verranno riconfermate nell’ambito delle “line” delle testate non
saranno più ricoperte con nuove promozioni. I direttori potranno peraltro, in presenza di
professionalità specifiche ed al fine della conseguente valorizzazione professionale, proporre
provvedimenti conformi all’art. 11 CNLG riguardanti equiparazioni del trattamento economico:
questo al fine di mantenere pienamente operativi i giornalisti interessati e di incentivare sviluppi
professionali indipendenti dai compiti di “line”.
17) il Direttore fornirà ai Comitati di redazione la necessaria informativa sul numero, sui costi
complessivi e sui criteri delle collaborazioni e degli appalti; analoga informativa sarà data dai
Caporedattori regionali ai rispettivi Comitati di redazione;
18) ai rappresentanti sindacali dei giornalisti inquadrati nelle reti sarà fornita l'informativa di cui
al precedente punto 17 , relativamente ai contratti di collaborazione giornalistica e agli appalti, in
sede di Commissione paritetica di cui al 3° comma dell'art. 22 (ex 18) dell'accordo integrativo, (in
proposito vedi anche accordo 4 luglio 1990).
Services
19) In relazione alla specificità del Servizio Pubblico, alla necessità di garantire la massima
qualità e riconoscibilità delle fonti e nel rispetto della legislazione sul divieto di interposizione della
manodopera, le parti concordano di escludere che all’interno dei prodotti delle testate giornalistiche
della Rai possano essere utilizzati servizi giornalistici completamente preconfezionati provenienti
da fornitori esterni (cd. “servizi chiusi”) .
20) Contributi integrativi rispetto al prodotto dei servizi giornalistici dell’Azienda potranno
essere eccezionalmente acquisiti previa informazione ai C.d.R. competenti.
Inoltre, nell’ambito del GR Parlamento, l’Azienda potrà, previa informativa al C.d.R., acquisire
servizi o riprese tecnici, cioè senza mediazione giornalistica, che rispondano comunque allo
standard qualitativo aziendale. Le parti sii riservano di valutare eventuali ulteriori esigenze relative
ad altri canali tematici.
L’utilizzo di tale materiale sarà altresì oggetto di verifica periodica in sede di Commissione
Paritetica, ferma restando la responsabilità dei direttori.
21)L’acquisizione di immagini ad uso giornalistico avverrà unicamente da soggetti che attestino
la applicazione al personale dipendente che svolge mansioni analoghe a quelle dei telecineoperatori
della Rai del trattamento economico e contributivo di pertinenza. Le parti si danno atto che tale
disposizione non può trovare applicazione nel caso di ricorso a free-lance o a strutture di analoga
natura, circa i quali peraltro le parti medesime si rimettono agli esiti della trattativa FIEG-FNSI in
materia, impegnandosi ad un incontro per estenderne gli effetti in Rai nel rispetto della specificità
nonché delle peculiarità tecniche , organizzative e produttive dell’emittenza radiotelevisiva.
22) In ogni caso resta ferma la centralità operativa e funzionale delle redazioni, il controllo dei
direttori e dei capiredattori regionali sul materiale utilizzato e la possibilità di disporre interventi
redazionali sullo stesso.
I punti 19-22 della carta sono stati oggetto da parte della Rai di un attacco durissimo ed assai
ben costruito, alla ricerca di una maggiore elasticità nell’uso dei services e di un varco vero alla
acquisizione dall’esterno di servizi chiusi. L’argomentazione addotta dalla Rai in sede di trattativa
(argomentazione non del tutto infondata) è che l’azienda concorrente dispone di una possibilità di
accesso ai services assai più ampia di quanto non sia consentito alla Rai. La nostra risposta è stata
che la Rai svolge un servizio pubblico, e come tale ha sempre il dovere di garantire la massima
trasparenza e garanzia nell’accesso alle fonti delle notizie. Alla fine della trattativa il testo è
rimasto invariato.
23) In caso di accordi con imprese nazionali o estere per la produzione di trasmissioni
informative all’interno di canali tematici via satellite - laddove si trattasse di prodotto riconducibile
a quello attualmente realizzato dalle testate, sia con riferimento ai contenuti , sia con riferimento
alla natura e qualificazione del contesto in cui viene trasmesso - l’azienda si impegna ad adempiere
agli obblighi di previa informativa secondo quanto stabilito dai contratti ed accordi collettivi
vigenti.
24) La Rai conferma comunque che l’offerta di informazione prodotta all’interno dell’azienda è
carattere fondante del servizio pubblico.
Assunzioni
25) Le parti convengono sul fatto che in via di principio il reclutamento del personale
giornalistico avviene tramite selezione.
Contratti a termine
26) La materia dei contratti a termine e’ regolamentata dall’accordo stipulato dalle Parti in data
22 ottobre 2001, che costituisce parte integrante della presente Carta dei diritti e dei doveri del
giornalista radiotelevisivo del servizio pubblico.
Aggiornamento professionale
27) il giornalista dopo l'assunzione o anche immediatamente prima deve essere messo in grado
di conoscere lo specifico radiotelevisivo attraverso la frequenza ad appositi corsi di formazione
professionale di durata idonea agli obiettivi da raggiungere e, comunque, di almeno 3 mesi;
Motivi di contrasto
29) Nel caso di cambiamento di direzione o di mutata linea politico editoriale della testata il
giornalista può chiedere l'assegnazione ad altra testata che sarà accolta sempre che sussistano le
disponibilità di organico e vi sia esplicita richiesta del Direttore.
30) L'utilizzazione al di fuori di programmi antologici, dei servizi per programmi e testate
diverse da quelle di appartenenza, deve avvenire rispettando il contenuto del servizio stesso e previa
richiesta di autorizzazione all'autore che dovrà in ogni caso essere indicato come tale.
Titolarità dell'informazione
Incompatibilità
32) Il giornalista, fermo restando quanto previsto dall’art. 8 CNLG, dovrà svolgere la sua
professione in modo tale che non possa, per qualsiasi causa, comportare sovrapposizioni con
eventuali attività esterne che condizionino il lavoro redazionale. Di tale dovere è responsabile il
Direttore di testata che dovrà essere informato dal giornalista; il Direttore di testata, a sua volta, ne
darà opportuna informazione alla Direzione Generale. La mancata comunicazione nello
svolgimento di attività esterne che comportino sovrapposizioni con il lavoro redazionale,
determinerà l'applicazione di sanzioni disciplinari commisurate alla gravità del fatto oltre che
l'applicazione dei provvedimenti eventualmente necessari per superare situazioni di incompatibilità
professionali. Eventuali responsabilità del Direttore di testata nell'assegnazione di attività in
contrasto con quanto sopra precisato saranno valutate dalla Direzione Generale. La Commissione
paritetica verificherà nei dettagli la specifica delle incompatibilità che riguardano, comunque,
attività in uffici stampa, agenzie di pubblicità, uffici di consulenza e relazioni pubbliche, nonché
incarichi che comportino i richiamati rischi di sovrapposizioni tali da ledere il principio di una
informazione obiettiva e completa della RAI;
Informazione e pubblicità
Regali e donazioni
36) I giornalisti del servizio pubblico, attenti al mutare di sensibilità e culture diffuse, nel quadro
di una informazione che privilegi, nella cronaca i fatti o situazioni di oggettivo rilievo sociale, si
impegnano a garantire l'anonimato più assoluto (nome e immagine) per i minori di 18 anni coinvolti
in casi di cronaca. I giornalisti della Rai ritengono centrale il rispetto dei diritti delle persone anche
di quelle detenute. In ogni caso è doveroso rispettare, sempre e comunque la presunzione di
innocenza per quanti sono coinvolti in casi giudiziari.
L'assoluzione di un imputato va data con lo stesso risalto che ha avuto l'avvenimento all'atto
dell'incriminazione o di una precedente condanna. I giornalisti della Rai si astengono dal diffondere
nomi e immagine dei condannati a pene lievissime salvo nei casi che abbiano particolare rilevanza
sociale o coinvolgano personaggi pubblici. Saranno evitate altresì menzioni superflue sulla razza,
l'origine e la religione.
Rettifica
37) L'applicazione piena e sollecita del diritto di rettifica è un dovere che incombe direttamente a
ciascun giornalista o struttura giornalistica, anche in assenza di specifica richiesta.
Pari opportunità
38) In attuazione delle disposizioni legislative in tema di parità uomo-donna, sarà realizzata
attività di studio e di ricerca finalizzata alla promozione di azioni positive a favore del personale
femminile con qualifica giornalistica.
b) promuovere azioni positive al fine di individuare e rimuovere tutti quegli ostacoli che oggi
impediscono la pari opportunità e la valorizzazione del lavoro giornalistico delle donne;
c) individuare tutte le garanzie degli spazi professionali per le lavoratrici che rientrino in servizio
dopo il periodo di assenza per maternità, affido o adozione.
In via di principio la giornalista ha diritto alla conservazione del posto e degli spazi
professionali.
A questi scopi il gruppo di lavoro paritetico si riunirà ogni due mesi.
40) Fino al primo anno di vita del figlio le giornaliste madri possono ottenere di essere esentate
da turni di lavoro che terminano dopo le 23.00 o che iniziano prima delle 6.00.
Part- time
42) Con riferimento alla applicazione in Rai delle previsioni del CNLG in ordine al part-time,
già recepite con la convenzione di estensione del CNLG medesimo del 24 aprile 2001 , le parti
concordano quanto segue:
1. Il part-time e’ applicabile a tutti i giornalisti dipendenti della rai con contratto di lavoro
subordinato a tempo indeterminato.
4. Il giornalista potrà chiedere il ritorno al regime di tempo pieno dopo almeno un anno di
regime di part-time; la richiesta verra’ comunque valutata in relazione alle esigenze organizzativo-
produttive.
5. Sono ammesse sia le forme di part-time “orizzontale” , sia le forme di part-time “verticale” o
“misto”.
Organo di garanzia
- la procedura per la definizione delle vertenze è quella prevista dall'accordo 10.2.1989 che si
allega come parte integrante della presente «Carta»;
- la Commissione paritetica, vigilerà sulla corretta applicazione della presente «Carta». Eventuali
provvedimenti saranno assunti dopo le valutazioni espresse in paritetica.
11. "Il Contratto nazionale di lavoro giornalistico", S. Chiusolo e M. Borali, cit. pag 65
I CONTRATTI A TERMINE
In via generale il diritto del lavoro in Italia ha sempre considerato il rapporto a tempo
indeterminato come la norma, e l’apposizione del termine come l’eccezione. In questo senso si
muoveva la legge 230/62, che indicava i pochi casi in cui al rapporto di lavoro era ammessa
l’apposizione del termine. La legge 56/87 si muoveva nella stessa logica (il tempo indeterminato è
la regola, il termine è l’eccezione) , ma allargava i casi di possibile applicazione del termine ed
inseriva una novità: la possibilità che altri casi venissero concordati tra le parti in sede contrattuale
(una possibilità di cui si è avvalsa gran parte della contrattualistica, compresa quella dei giornalisti)
.
Una radicale novità è stata introdotta dal Decreto Legislativo n. 368 del 2001, che consente
di apporre un termine al rapporto di lavoro non in relazione a dei casi specifici, ma in base ad un
generico riferimento a “ ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” 12[12] .
In pratica il lavoro a termine cessa di essere considerato una eccezione per divenire un rapporto di
lavoro di praticabilità pari a quella del lavoro a tempo indeterminato. Il decreto legislativo (che ha
suscitato un confronto molto aspro anche tra le stesse organizzazioni sindacali confederali),
certamente non rafforza la posizione dei lavoratori a tempo determinato. L’Usigrai ha sempre
sostenuto che il decreto non è applicabile al rapporto di lavoro giornalistico prima di Aprile 2005.
Infatti lo stesso decreto recita : “ Le clausole dei contratti collettivi di lavoro stipulate ai sensi della
legge 56/87 e vigenti all’entrata in vigore del presente decreto legislativo , manterranno, in via
transitoria e salvo diverse intese, la loro efficacia fino alla data di scadenza dei contratti collettivi
nazionali di lavoro. “ 13[13] . Nel caso dei giornalisti quindi il Marzo 2005 . La Rai ha in sostanza
tacitamente accettato questa interpretazione.
Fin qui le condizioni generali del rapporto di lavoro a termine. Nel caso specifico dei
giornalisti Rai, in sede di stipula del contratto integrativo le parti avevano concordato di aprire una
trattativa specifica sul lavoro giornalistico a T.D. Questo il testo dell’accordo siglato:
“Le parti convengono sulla opportunità di proseguire il percorso finalizzato a dare soluzione
al fenomeno del c.d. precariato, intrapreso negli ultimi anni e sostanziatosi in particolare in
una serie di accordi aventi come principali obbiettivi:
1) assicurare l’inserimento definitivo in azienda dei giornalisti maggiormente utilizzati con contratti a
termine , in linea con le esigenze di copertura degli organici e , più in generale , con le compatibilità
aziendali del momento;
A tale proposito – anche in relazione alla riconfermata richiesta del sindacato di superare i
trattamenti economici differenziati, al momento ritenuta non accoglibile dall’azienda – le
12
13
parti si danno atto che il confronto al riguardo intercorso in sede di rinnovo degli accordi
integrativi aziendali ha evidenziato come l’ampiezza dei temi connessi alla problematica in
esame sia tale da consigliare di proseguire la trattativa, nella sua complessità, in un momento
successivo.
- approfondire gli aspetti riguardanti la applicazione degli istituti contrattuali nei confronti dei
soggetti interessati, con particolare riferimento alle parti variabili della retribuzione;
- fornire un riscontro per il futuro alle esigenze di copertura degli organici delle redazioni,
tenendo opportunamente conto dei criteri di territorialità;
- dare seguito agli impegni riferiti all’assorbimento dei precari della c.d. lista ponte;
- individuare risposte nei termini e con tutte le modalità possibili alle esigenze di stabilità dei
giornalisti interessati.
In relazione alla esigenza di esaminare compiutamente tali e altri aspetti afferenti la tematica in
esame, le parti hanno concordato di riprendere il confronto entro il prossimo mese di Settembre
2002 , ferma restando la centralità dei criteri di assunzione sin qui seguiti, e segnatamente le
anzianità di collaborazione con la Rai e la provenienza dei collaboratori dalle scuole di giornalismo.
“
Mentre scriviamo queste note la trattativa è ancora in corso con gli obiettivi e nel perimetro
dell’accordo sopra riportato, ed è quindi possibile solo fornire un riferimento tecnico sulla
retribuzione attualmente vigente per i giornalisti assunti a termine secondo la forma contrattuale più
diffusa: il cosiddetto contratto “uno-depotenziato” .
Giova ricordare due cose : anzitutto che questa forma contrattuale è stata istituita in Rai per
scoraggiare il ricorso all’articolo 2 , forma contrattuale ancor meno remunerativa. Inoltre che con il
recente contratto integrativo i contratti a termine “uno-quattro”, derivati dalla contrattazione
nazionale del 1995, hanno ottenuto per la Rai la retribuzione equiparata a quella dei contratti “uno-
depotenziato”, il che comporta un aumento non trascurabile. La Rai è l’unica azienda dove ai
contratti 1.4 è assegnato il minimo del redattore ordinario, invece che quello del “redattore meno 30
mesi”, come avviene nella generalità dell’editoria italiana.
12. Cfr. DLG 368/2001 art.1 comma 1.
13. Cfr. DLG 368/2001 art.11 comma 2.
1. L’indennità di doppia testata nella misura del 3% o del 10% dei minimi a seconda della testata di
appartenenza, nel caso che ricorrano le condizioni previste dal contratto (il che avviene quasi
sempre) .
2. L’indennità di qualificazione professionale (nella misura del 16% dei minimi tabellari, come da art.
14 del contratto integrativo).
3. Il forfait del 15% sul totale della retribuzione, cosiddetto “forfait straordinari”, come da art. 3 del
contratto integrativo.
4. I notturni pagati a seconda dei casi con la maggiorazione del 20, 25 o 50% di minimi e contingenza.
6. La conduzione pro-die, pagata con il 25% di 1/26 dei minimi tabellari.
7. Le piccole spese in trasferta sono pagate nella misura di 28,97 euro per i redattori meno trenta mesi
e di 36,20 euro per i redattori ordinari.
LE PROCEDURE DISCIPLINARI
Bisogna premettere che le sanzioni disciplinari vere e proprie sono quelle comminate per
iscritto, con espresso riferimento all’art. 7 della legge 300/70, secondo le previste procedure
(procedure che in Rai sono particolarmente garantiste). Non costituiscono in alcun modo
provvedimento disciplinare i richiami verbali nei quali a volte si avventurano direttori e
capiredattori regionali, né le lettere inviate da direttori o capiredattori al di fuori dalle previste
procedure di legge e di contratto.
1. Il lavoratore al quale sia stata applicata una sanzione disciplinare può promuovere, anche
per il tramite di un suo rappresentante, nei venti giorni successivi, la procedura d’arbitrato regolata
ai punti che seguono; in tale ipotesi la sanzione disciplinare rimane sospesa.
2. Qualora l’azienda non provveda entro dieci giorni dalla ricezione della richiesta di avvio
del procedimento arbitrale, a nominare il proprio rappresentante, la sanzione disciplinare non ha
effetto.
3. La procedura si svolge a Roma e l’arbitro deve essere scelto tra una terna di ex magistrati
di lavoro. I componenti della terna - da confermare o da sostituire in tutto o in parte ogni 12 mesi -
saranno individuati di comune intesa tra le parti.
4. La scelta dell’arbitro deve essere effettuata dalle parti entro il termine di 15 giorni dalla
avvenuta indicazione dei loro rappresentanti ed immediatamente comunicata all’arbitro stesso; ove
non vi sia accordo sulla designazione dell’arbitro, quest’ultimo sarà sorteggiato all’interno della
terna
5. Entro l’ulteriore termine di 30 giorni dalla data in cui la nomina gli e’ stata resa nota,
l’arbitro deve :
b) garantire lo svolgimento del procedimento, con la facoltà di regolarlo nel modo che
ritenga più opportuno, eventualmente anche assegnando alle parti i termini per presentare
documenti e memorie;
c) pronunciare il lodo.
6. Le parti sostengono ognuna le spese connesse alla attività dei rispettivi rappresentanti,
mentre l’onorario dell’arbitro ed eventuali ulteriori oneri accessori allo svolgimento del
procedimento, vengono divisi in parti uguali salvo diversa decisione dell’arbitro.
8. Resta altresì ferma la facoltà delle parti di adire l’autorità giudiziaria, in alternativa alla
attivazione della procedura di cui al presente accordo.
9. Tutte le comunicazioni di cui al presente accordo devono avvenire in forma scritta, al fine
di rendere chiaramente riscontrabile il rispetto dei termini e delle modalità previsti dall’accordo
medesimo.
10. Le parti si danno atto che la procedura di cui ai punti che precedono sostituisce
integralmente quella avanti l’ U.P.L.M.O. prevista dall’art. 7 comma 6 della legge n>300/1970 di
cui si impegnano a non avvalersi a decorrere dalla data di sottoscrizione del presente verbale.
Al fine di rendere operativamente esecutivo l’accordo del 13.04.94 con il quale la Rai e
l’Usigrai hanno istituito una procedura interna di conciliazione ed arbitrato ai sensi e per gli effetti
dell’art. 7 della legge 300/70 si conviene quanto segue:
1. La procedura di conciliazione ed arbitrato viene promossa su richiesta del giornalista
colpito dal provvedimento disciplinare, o per richiesta di un suo rappresentante, da indirizzarsi
mediante lettera raccomandata alla Direzione Risorse Umane, Organizzazione e Sistemi
Informativi, in viale Mazzini 14 - Roma entro il termine di 20 giorni previsto dall’accordo . Tale
termine va inteso nel senso che la raccomandata dovrà essere spedita entro il 20mo giorno
successivo a quello della notifica aziendale del provvedimento disciplinare ( es. lettera consegnata
il giorno 1 del mese, la raccomandata dovrà essere spedita non oltre il 21 ) .
In luogo della spedizione per servizio postale della raccomandata, il giornalista può
consegnare la lettera che contiene la richiesta della procedura alla struttura del personale della sede
o testata di appartenenza, chiedendone copia protocollata in restituzione.
2. Ove dopo libera discussione del caso non si dovesse pervenire a conciliazione, potranno
essere prodotte dai rappresentanti delle parti all’arbitro tutte le prove ritenute necessarie, che
saranno valutate dall’arbitro stesso. In particolare al fine di economizzare sui tempi di durata della
procedura, ove uno dei rappresentanti di parte non si opponga, si potranno esibire dichiarazioni
sottoscritte che avranno il valore di prove testimoniali. Ciascuna parte non potrà introdurre nuovi
elementi di prova dopo la prima udienza, nella quale deve essere esperito il tentativo di
conciliazione.
3. L’arbitro predisporrà anche una breve motivazione del lodo, tenuto conto delle leggi e
della giurisprudenza: tale motivazione potrà costituire autorevole precedente di “giurisprudenza
interna” .
4. La terna di magistrati all’interno della quale dovrà essere scelto l’arbitro e che in base
all’accordo e’ valida per un anno, si intende nominata a far data dal primo collegio del 1994 nelle
persone dei dr.i : Ruggero Sandulli , Gaetano Afeltra e Carlo Nocella.
5. Il compenso dell’arbitro costituisce unica spesa del collegio ed e’ determinata, per quanto
riguarda il primo anno, in L. 600.000 per udienza piu’ , per ogni lodo motivato, L. 600.000 a
decisione. Per i verbali di conciliazione il compenso e’ considerato compreso in quello stabilito per
l’udienza. Le cifre sopra indicate sono state modificate con accordo 05.06.96 .
Il commento dell’Usigrai
Alla esigenza si rispose con l’accordo sull’arbitrato interno sopra riportato, cui hanno fatto
seguito un regolamento esecutivo e successivamente una prassi arbitrale, da considerarsi alla
stregua della giurisprudenza. A partire dal 1994 e fino ad oggi la terna degli arbitri è stata sempre
aggiornata: si tratta di magistrati in pensione, tutti con esperienza di giudici del lavoro. Arbitri
dunque particolarmente qualificati, anche perché non e’ prevista la possibilità di un nuovo esame
del caso, o di ricorso agli atti giudiziali, salvo che per particolari circostanze previste in generale
dalla legge.
Dinanzi all’arbitro il giornalista può farsi rappresentare da qualunque collega della Rai, in
genere un rappresentante sindacale o un delegato che l’Usigrai mette a disposizione, quando
concede la tutela, o da un legale esterno. Il ricorso all’arbitrato sospende la sanzione. Importante
e’ il termine entro cui e’ possibile chiedere l’arbitrato, lo stesso che la legge prevede per il collegio
presso l’ufficio provinciale del lavoro: 20 giorni dal ricevimento della lettera aziendale con cui
viene comminata la sanzione.
Ma l’arbitrato e’ un rimedio contro la sanzione comminata. Per una più efficace difesa e’
bene dunque che il collega sottoponga la questione al sindacato nella prima fase del procedimento:
quella della contestazione. Quando l’azienda chiede entro cinque giorni le giustificazioni ad un
provvedimento contestato, quello e’ il momento in cui va allertata l’Usigrai. Allora e’ anche
possibile contestare l’addebito e chiedere di essere ascoltati direttamente con l’assistenza di un
rappresentante sindacale.
COME FUNZIONA LA
COMMISSIONE PARITETICA
La Commissione paritetica è una struttura bilaterale che si riunisce mensilmente. Per parte
Rai è composta da dirigenti della Direzione Risorse Umane (ex direzione del personale)
eventualmente assistiti da dirigenti di altri settori aziendali . Per parte sindacale è composta
dall’esecutivo dell’Usigrai e dai membri della commissione sindacale e può essere integrata da CdR
o da esperti di parte sindacale.
Occorre sottolineare che la paritetica è un organo bilaterale e non è dotata dei poteri di un
giudice terzo. In altre parole se su una vertenza si registra una incolmabile differenza di posizioni
tra la parte sindacale e quella datoriale, la commissione paritetica non può che registrarla e
verbalizzarla, restando ovviamente impregiudicata la possibilità che il CdR interessato o il singolo
giornalista possano avviare le iniziative ritenute più opportune a sostegno delle loro ragioni.
La paritetica non può e non deve sostituire il ruolo imprescindibile dei CdR, ai quali sempre
e comunque spetta la prima gestione delle vertenze individuali o di gruppo e dei problemi gestionali
ed organizzativi che dovessero emergere in redazione. Il rapporto di stretta e profonda
collaborazione tra i singoli, i CdR e la commissione sindacale sono stati fino ad oggi il nostro punto
di forza, e la garanzia che le ragioni dei colleghi possano continuare ad essere rappresentate sempre
con coerenza e determinazione.
Come si va in paritetica
E’ sempre opportuno allegare anche un parere del Comitato di Redazione, che come struttura
sindacale di base è in ogni caso il soggetto che meglio conosce ed interpreta i problemi e le istanze
di una redazione. La vertenza viene istruita dai colleghi della commissione sindacale, che di norma
si riuniscono il giorno prima della paritetica e presentata nella paritetica del giorno successivo.
Normalmente la Rai in quella sede ascolta le ragioni di parte sindacale e fornisce la risposta nella
paritetica successiva. Ognuna delle parti può chiedere il differimento di un mese per la risposta.
Ovviamente tutta la vertenza viene sempre gestita nel più stretto raccordo tra il collega interessato e
i componenti della commissione sindacale.
Per ottenere questo rimborso deve essere inoltrata la richiesta alla commissione paritetica
inviando sia alla Rai (Direzione Risorse Umane, tramite ufficio personale della propria testata) sia
all’Usigrai (tramite il CdR) la documentazione seguente:
L’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici era regolamentato dal 1990 da una
legge, la n. 146 , che indicava espressamente “l’informazione radiotelevisiva pubblica” tra le aree
soggette alla regolamentazione dello sciopero e che vincolava lo sciopero a due fattori: un preavviso
di 10 giorni e la fornitura di una quantità minima di servizi. La legge del 1990 inoltre insediava una
commissione per verificare l’applicazione della norma.
Nell’aprile del 2000 il testo preesistente viene modificato attraverso la legge n. 83
(pubblicata in G.U. l’11 Aprile). Per quanto riguarda i giornalisti Rai le novità principali sono due:
l’obbligo di far precedere il preavviso di sciopero da un tentativo di conciliazione ed il potere
concesso alla commissione di sostituirsi alle parti sociali nelle aziende dove non si fosse riusciti a
raggiungere un accordo di regolamentazione. La commissione acquisisce questo potere sei mesi
dopo la approvazione della legge.
La commissione ha intimato alla Rai ed all’Usigrai (lettera 15.09.2000) di non far scadere il
termine del 26 Ottobre 2000, preannunciando in caso contrario che avrebbe proceduto alla stesura
di un testo provvisorio di regolamentazione con vigenza immediata. In questa eventualità, ai sensi
dell’art. 13 della legge 83/00 la commissione avrebbe potuto imporre alle redazioni la fornitura in
giorno di sciopero del 50% dei servizi informativi normalmente resi. Era quindi nostro interesse
evitare che fosse la commissione a regolamentare lo sciopero in Rai, dovendo altrimenti fare fronte
ad un testo predisposto da altri ma con efficacia immediata che certamente avrebbe circoscritto in
modo consistente l’esercizio del diritto di sciopero.
La Rai ha aperto la trattativa sulla applicazione della legge facendosi forte delle
contestazioni che tra il 1991 e il 1999 la Commissione aveva fatto contro gli scioperi indetti da
FNSI ed Usigrai . In particolare la Commissione contestava tre cose: lo sciopero audio-video
(ritenuto illegittimo), la scarsezza di finestre informative in giorno di sciopero, l’assenza di
immagini all’interno delle finestre informative. Fino al 2000 l’Usigrai aveva sempre respinto queste
posizioni, ma lo scenario aperto dalla nuova legge, con la possibilità della commissione di
sostituirsi alle parti, rendeva impossibile proseguire lungo il filo tracciato nel decennio precedente.
Dopo la prima fase di trattativa la Rai aveva consegnato all’Usigrai una ipotesi di accordo
(cfr. assemblea nazionale CdR 11.10.2000) che prevedeva la cancellazione dello sciopero audio-
video, l’istituto della precettazione aziendale, l’aumento dei giorni di preavviso, il limite massimo
di sciopero fissato ad un giorno, l’incontro di conciliazione presso il ministero o la prefettura. Di
intesa con i CdR abbiamo respinto queste ipotesi, insistendo in modo particolare sulla liceità dello
sciopero audio-video, ed abbiamo avanzato alla Rai una controproposta di intesa con la FNSI e con
gli studi legali cui ci siamo appoggiati per seguire questa difficilissima trattativa.
L’esito finale del confronto mette in salvo pienamente il diritto di sciopero (specie l’audio-
video), ed è riassunto nel paragrafo seguente.
I termini dell’accordo sulla regolamentazione dello sciopero
1. Lo sciopero deve essere preavvisato per iscritto con almeno 10 giorni di anticipo da parte del
soggetto proclamante. Il preavviso deve essere indirizzato alla Rai ed al soggetto titolato a disporre
l’eventuale precettazione (Ministero delle Comunicazioni per gli scioperi nazionali e prefettura del
capoluogo di regione per gli scioperi regionali). Questo punto è la pedissequa trascrizione degli
obblighi di legge.
2. Ogni sciopero deve essere oggetto di uno specifico preavviso che può essere inviato solo dopo la
effettuazione del precedente (anche questo punto è trascrizione della legge). Nell’ambito di una
vertenza il primo sciopero non può essere di più di un giorno.
3. Sono prestazioni indispensabili da garantire comunque in caso di sciopero:
- Le tribune politiche e le trasmissioni sottoposte alla commissione parlamentare di vigilanza
- Quattro flash di GR nazionali (due su radio 1 ed uno ciascuno sulle altre due reti) della durata di
circa sei minuti.
- Due edizioni flash di ciascun Tg nazionale della durata massima di 6 minuti.
- Una edizione flash del Tg regionale (max 5 minuti)
- Per televideo, rainews24, rai international, ufficio stampa, giornalisti nelle reti valgono le regole
precedenti.
4. Lo sciopero audio-video conserva la sua piena legittimità. La trattenuta passa dal 25 al 45% (è un
aumento di circa 12 Euro per un r.o.) ed è ammessa la facoltà, da gestire di intesa tra CdR e
direttore, di coprire una parte del flash in audio-video con immagini di repertorio.
5. Da sottolineare che è stata accolta una storica richiesta di parte sindacale: nelle finestre informative
può essere inserito un comunicato sindacale nella forma del servizio chiuso. Le esperienze finora
condotte nella difficile fase del rinnovo del contratto nazionale hanno dimostrato l’estrema
positività di questo diritto sindacale.
E’ bene sottolineare che in caso di sciopero che riguardi una sola oppure due testate televisive
generaliste a carattere nazionale (quindi Tg1, Tg2 e Tg3) le prestazioni obbligatorie diminuiscono e
si riducono ad un solo flash. La ratio di questa norma risiede nel fatto che il servizio pubblico viene
comunque esercitato da altre testate omologhe. Da notare anche che l’inserimento di un flash
regionale tra le prestazioni d’obbligo costituisce un altro esplicito riconoscimento del fatto che la
Rai svolge una attività di pubblico servizio anche sul piano della informazione regionale.
“Vademecum” per indire uno sciopero
Quando si ritiene che una vertenza sindacale di qualunque livello possa sfociare in uno
sciopero, chiedere subito per iscritto alla controparte di “svolgere entro cinque giorni un incontro di
carattere sindacale con carattere di conciliazione ex lege 83/00”. La richiesta va indirizzata alla
Rai (prudenzialmente è bene inviarla sia alla testata di appartenenza che alla direzione risorse
umane).
La controparte è obbligata ad accordare l’incontro (e questa è un’altra positiva novità
dell’accordo sulla regolamentazione degli scioperi, perché in pratica consente al sindacato di
obbligare l’editore a svolgere subito un incontro nel merito di ogni vertenza). Se l’incontro non si
svolge questo costituisce una inadempienza di legge a carico della Rai, e la parte sindacale è
legittimata ad avviare le azioni di sciopero.
La procedura di conciliazione è costituita da uno o più incontri; al termine o si raggiunge un
accordo o il sindacato dichiara la propria insoddisfazione e può dare il preavviso di sciopero (è
sufficiente l’invio per fax). La formulazione ideale per il preavviso di sciopero è la seguente:
- Alla Direzione di testata
- Alla Direzione personale di divisione
- Alla Direzione Risorse Umane
-
- E p.c.
- al Ministero delle comunicazioni
- oppure
- Alla prefettura del capoluogo di regione
Avendo già esperito con esito negativo il tentativo di conciliazione di cui alla legge 83/00 ed agli accordi Rai-
Usigrai del 4 Dicembre 2000, è proclamato uno sciopero generale (oppure uno sciopero audio-video) per il giorno
….. dalle ore …. alle ore …. .
Le motivazioni dello sciopero, peraltro già dettagliatamente illustrate al datore di lavoro, sono le seguenti :
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Nell’ambito della vertenza in oggetto, lo sciopero proclamato è il primo (oppure “è successivo al primo”) .
Allo sciopero è interessato tutto il personale giornalistico della nostra testata (o redazione regionale).
Firma del soggetto/i proclamante/i lo sciopero .
In ogni caso prima della indizione di uno sciopero è sempre opportuno consultarsi sia con
l’Usigrai che con la FNSI o con le associazioni di stampa competenti per territorio.