IMPRONTA PERINEALE
IMPRONTA PERINEALE
• Terreni sabbiosi
• Elevata umidità nel terreno
• Ripetuta successione negli anni di colture
ospiti (pomodoro, melanzana, peperone,
zucchino, cocomero, melone, etc.)
• Temperatura ottimale del suolo, compresa
tra 20 e 30 °C, soprattutto nel periodo
primaverile ed autunnale
DIFESA
PREVENTIVA
CHIMICA
Thrips tabaci
TRIPIDI E VIRUS
I tripidi causano raramente danni
diretti alla coltura, ma per la loro
elevata capacità di diffondere il
virus dell’avvizzimento maculato
( T S W V ) ( s o p r a t t u t t o F.
occidentalis) sono insetti chiave
della coltura
DIFESA
• Nelle prime settimane dopo il trapianto eseguire trattamenti
con prodotti specifici selettivi (Piretrine, Lufenuron, Spinosad)
alternando i p.a. per evitare l’insorgenza di resistenza
• In serra uso di trappole cromotropiche azzurre (1 ogni 10
mq) per il monitoraggio
• Reti anti-insetto Orius laevigatus
• Lanci dei predatori Orius laevigatus ed Amblyseius (A.
cucumeris e A. swirski), all’inizio della fioritura nel periodo
primaverile-estivo se le popolazioni naturali sono insufficienti.
• Controllo del virus (materiale di partenza esente, distruzione
dei residui colturali e della flora infestanti potenziale serbatoio
del virus (Datura, Sonchus, Solanum) Amblyseius
PENTATOMIDI (CIMICI)
Trasmesse da T. vaporariorum.
Ingiallimenti della pagina fogliare
ad eccezione delle nervature. Nel
ToC compaiono anche aree
necrotiche. Tessuti fogliari fragili
e vitrei. Scarsa allegagione
TICV ToCV
DIFESA
• Distruzione dei residui colturali e delle infestanti che possano
ospitare gli aleirodidi (Amaranthus, Chenopodium, Solanum,
Datura, Conyza).
• Impiego di idonee reti “anti-insetto (20x10) fissate alle
aperture almeno fino all'allegagione del quarto palco fiorale
• Impiego di plastiche fotoselettive (blu-ultravioletto e giallo)
capaci di condizionare alcuni comportamenti dell’insetto
(volo, individuazione degli ospiti e attività riproduttiva)
• Pacciamatura con fogli riflettenti
• Uso di trappole collanti gialle all’interno della serra per
monitorare i voli (1 ogni 100 mq)
Antagonisti naturali
Salvaguardare l'azione dei nemici
naturali, tra i quali risultano efficaci
alcuni Etrerotteri predatori
(Macrolophus caliginosus,
Nesidiocoris tenuis e Orius spp.)
Nesidiocoris Macrolophus Orius
Numerosi sono i parassitoidi indigeni tanto
oofagi che larvali che si sono adattati a
svilupparsi su Tuta absoluta. Fra questi il
più promettente, già allevato e distribuito è
il Necremnus tidius. Nelle serre i
Tricogrammatidi oofagi hanno una certa
Trichogramma sp. Necremnus tidius
potenzialità di impiego
OSTRINIA NUBILALIS
Specie infeudata elettivamente al mais, ma comunque
estremamente polifaga e capace di arrecare seri danni a
peperone e melanzana.
Le femmine effettuano l’ovideposizione in ovature
embricate (ca 200-300 uova a femmina). Le larve
assumono rapidamente un comportamento endofitico
introducendosi negli steli e nei frutti, in cui penetrano
soprattutto a livello del calice. Nei frutti l’imbrattamento con
gli escrementi favorisce anche lo sviluppo di muffe e
marciumi. L’incrisalidamento può avvenire nei frutti. In Italia
meridionale compie due generazioni annue, con voli in
maggio-giugno e luglio-settembre. Le larve mature della
seconda generazione svernano in diapausa nel terreno o in
organi vegetali e si incrisalidano nella primavera
successiva.
I voli possono essere seguiti con trappole a feromone e con
trappole innescate con fenil-acetaldeide (attiva nei confronti
di entrambi i sessi). I trattamenti andranno realizzati con
Bacillus thuringiensis, Piretroidi, Inibitori della chitina,
Avermectine.
I nemici naturali (Trichogramma, Orius) non sono in genere
sufficienti a tenere le popolazioni al di sotto della soglia di
danno.
PHTORIMEA OPERCULELLA
Lepidottero gelechide infeudato alla Patata (nei confronti
della quale risulta il lepidottero più dannoso) e
secondariamente capace di arrecare danni ad altre colture
fra cui pomodoro (con danni ai frutti) e melanzana (a carico
di foglie e steli).
In primavera gli adulti depongono un centinaio di uova sulle
parti epigee o sui tuberi affioranti. La larva durante le prime
due età si sviluppa da minatrice a spese degli organi epigei
per poi passare ad attaccare i tuberi in cui scava lunghe
gallerie, favorendo fenomeni di marcescenza. La larva si
impupa in un bozzoletto di seta e terra nel suolo.
La specie non presenta diapausa e le generazioni sono
continue (in Italia da 3 a 7 all’anno). Sverna da larva
matura o pupa, soprattutto su prodotto in magazzino.
Accurate lavorazioni al terreno per impedire la formazione
di fenditure e l’ovideposizione diretta sui tuberi
Controllo di infestanti (Datura, Solanum)
Uso di varietà precoci
Scelta di materiale sano e piantato a 10 cm di profondità
Trasporto immediato dei tuberi in magazzino
Monitoraggio con trappole a feromone ed eventuale
trattamento con piretroidi anche in miscela con esteri
fosforici (clorpirifos-etile).
Elateridi (ferretti)
Gli elateridi comprendono alcune specie del gen Agriotes
particolarmente dannose (A. lineatus, A. brevis, A.
sordidus). Le femmine si accoppiano alla superficie del
suolo e depongono le uova (circa un centinaio)
preferibilmente in suoli ricchi di sostanza organica. Dalle
uova deposte in gruppetti di 5-6 fuoriescono le larve
allungate, sclerificate con corpo chiaramente segmentato
(ferretti) che vivono nel suolo erodendo le piante al colletto
ed alle radici. Il ciclo biologico è lungo (3-4 anni) e durante
il loro sviluppo, che decorre con una numerosa serie di
mute (8-14), le larve compiono spostamenti verticali nel suolo
fino a 50 cm di profondità per sfuggire alle condizioni
sfavorevoli (ad esempio in estate). I danni maggiori sono
causati alle giovani piante, ma anche direttamente a tuberi di
patata.
Una volta accertata la loro presenza (anche con trappole a
feromoni per gli adulti) si potrà procedere al trapianto al
trattamento localizzato con prodotti come clorpirifos etile o
Beauveria bassiana o all’immersione delle piantine in
thiametoxam (neonicotinoide)
LEPTINOTARSA DECEMLINEATA
La ben nota Dorifora è specie vincolata alle solanacee, ma
l’ospite d’elezione è rappresentato dalla patata.
La specie sverna da adulto in diapausa nel terreno. La
comparsa degli adulti in campo avviene in aprile-maggio e
dopo un periodo di esclusiva alimentazione avviene la
deposizione delle uova (fino a 2000 per femmina) in più
ovature alla pagina inferiore delle foglie.
Le larve sono estremamente voraci; raggiunta la maturità si
impupano nel terreno in una celletta terrosa per dar luogo
agli adulti della seconda generazione. In annate favorevoli ci
può essere anche una terza generazione. All’avvicinarsi
della stagione fredda gli adulti tornano nel terreno fino a
20-30 cm di profondità per svernare.
Gli attacchi, portati avanti soprattutto dalle larve sono tanto
più gravi quanto più è giovane la pianta, divenendo più
limitati dopo la fioritura.
Per il controllo chimico, considerando lo scarso contributo degli antagonisti naturali
si usano neonicotinoidi, piretroidi, metaflumizone. Gli inibitori della crescita
(lufenuron) sono efficaci per tratamenti alle uova e larve neonate. Contro questo
stadio e con bassi livelli di infestazione sono pure efficaci trattamenti con prodotti a
base di B. thuringensis vr. tenebrionis (da ripetere ad intervalli di 4-5 giorni) o con
Beauveria bassiana
MINATORI FOGLIARI
(Liriomyza trifolii, L. huidobrensis, L. bryoniae)
Piccole mosche (2 mm), di colore scuro con
scutello giallo. Specie polifaghe
(Solanacee, Cucurbitacee, Leguminose). Le
femmine praticano punture biancastre di
ovideposizione (fino a 400 uova) e di
alimentazione sulla pagina superiore delle
foglie. Le larve scavano tipiche gallerie
visibili sulla pagina superiore. Le mine di L.
huidobrensis più filiformi, possono
interessare anche la pagina inferiore ed
interessando più frequentemente le
nervature fogliari. possono causare
disseccamenti fogliari e portare a morte le
piantine. A maturità la larva fuoriesce dalla
mina, e si trasforma in pupario sulla foglia
o nel terreno. Il ciclo dura 1 mese. Le piante
adulte in contesti poco disturbati tollerano le
infestazioni delle minatrici che risultano
controllate dagli antagonisti naturali.
DIFESA
• L’eulofide ectoparassitoide Diglyphus isaea,
se non disturbato da trattamenti insetticidi poco
selettivi, è molto efficace nel controllo delle
infestazioni delle minatrici. Per anticipare
l’azione delle popolazioni naturali si può
introdurre D. isaea proveniente da biofabbriche
(100-200 inividui per ogni 1.000 metri quadrati di
serra)
• Trattamenti con insetticidi specifici e selettivi
(azadiractina, ciromazina) possono essere
previsti durante il periodo estivo, quando
l’attività di D. isaea può essere insufficiente
• Reti anti-insetto
• Trappole cromotropiche gialle sono utili per il
monitoraggio e la cattura massale (ma sono
molto attrattive anche nei confronti dei
parassitoidi)
• Evitare o ridurre, per quanto possibile, l’uso di
insetticidi a largo spettro d'azione contro gli altri
insetti nocivi