Sei sulla pagina 1di 42

DIFESA INTEGRATA DELLA SOLANACEE

NEMATODI GALLIGENI E CISTICOLI


Molto dannosi alla coltura del pomodoro i nematodi galligeni (Meloidogyne sp.)
Nel gen. Meloidogyne in Italia le più diffuse sono M. javanica, M. arenaria, M.
incognita e M hapla. Altamente polifagi attaccano colture in pieno campo e in
serra. Su patata e solo secondariamente su pomodoro e melanzana, sono molto
dannosi i nematodi cisticoli (Globodera pallida e G. rostochiensis)
Gli attacchi in
conseguenza dei danni
causati all’apparato
radicale si manifestano
sulla parte epigea con
sviluppo stentato,
ingiallimento diffuso e
fioritura ridotta, con
produzione scarsa e
scadente.
Le alterazioni si aggravano in conseguenza dei
fenomeni di marcescenza a carico delle radici che si
sviluppano a causa di infezioni batteriche e fungine
sulle lesioni provocate dai nematodi. Le piantine
attaccate molto precocemente vanno incontro ad
arresto dell'accrescimento e morte.
NEMATODI GALLIGENI: MELOYDOGINE
Sulle radici i nematodi galligeni inducono vistose
protuberanze (galle). La galla è una reazione dei tessuti
radicali alla saliva tossica iniettata durante le punture di
alimentazione, che si manifesta già dopo sole 48 h. Al
colletto si producono radici secondarie mentre i peli
assorbenti sono scarsi. Nel caso di gravi attacchi, le
galle confluiscono trasformando le radici in grossi
manicotti deformi.
I maschi e le larve di seconda età (stadio infestante) hanno il corpo allungato e
sottile e vivono liberi negli strati di acqua presenti nel terreno; le femmine si
fissano nelle radici, assumendo un aspetto piriforme.

Lo stadio infettivo si fissa a livello delle cellule dei


fasci xilematici del cilindro centrale, che reagiscono
alle punture del nematode producendo 4-6 cellule
ipertrofiche e polinucleate (Cellule giganti) su cui il
nematode si nutrirà per tutta la vita. L’espansione
di tali cellule causano l’interruzione degli elementi
vascolari, compromettendo la funzionalità della
radice
A maturità le femmine di colore bianco-
madreperlaceo fuoriescono dalla radice, per
rottura dell’epidermide radicale, producendo
ovisacchi gelatinosi da cui sgusceranno le larve
che riprendono così il ciclo infettivo ricercando
altre radici

A 30° C il ciclo si compie in


circa 30 giorni e ciascuna
femmina può deporre
100-800 uova
Tutte e 4 le specie di Meloidogyne presentano delle popolazioni (razze
biologiche), nei confronti delle quali c’è una specifica differenza di resistenza di
specie vegetali e cv. Tale conoscenza è fondamentale per impostare efficienti
piani di rotazione colturale, così come pure è importante stabilire il grado di
inoculo del suolo, valutando la presenza di galle sulle radici delle piante del
precedente ciclo colturale.

(- ) Pianta resistente, (+) Pianta suscettibile


CARATTERI SISTEMATICI DEL GENERE MELOYDOGINE

IMPRONTA PERINEALE

IMPRONTA PERINEALE

M. javanica M. arenaria M. incognita M. hapla


NEMATODI CISTICOLI: GLOBODERA

Come avviene nei nematodi galligeni anche nei


nematodi cisticoli lo stadio infettivo (larva di II età) si
fissa a livello del cilindro centrale, i cui tessuti
reagiscono all’attacco del nematode producendo
alcune cellule sinciziali (che si formano per la
rottura delle pareti cellulari e fusione di cellule),
metabolicamente molto attive, a spese delle quali il
nematode si alimenta. Le cellule sinciziali, al pari
delle cellule giganti, causano l’interruzione dei vasi
e della circolazione linfatica. La femmina, globosa e
parzialmente fuoriuscita dalla radice, dopo essere
stata fecondata trattiene le uova nel suo corpo. In
G. rostochiensis assume una colorazione giallo-oro
(da cui il nome nematode dorato della patata), e
successivamente si trasforma in ciste di colore
rossastro, per ispessimento e sclerificazione della
cuticola. Le cisti che contengono almeno 200-300
uova possono permanere vitali anche per 20 anni.
Il ciclo richiede 40-50 giorni e normalmente il
nematode compie 1-2 generazioni all’anno.
CONDIZIONI FAVOREVOLI AGLI ATTACCHI DA NEMATODI

• Terreni sabbiosi
• Elevata umidità nel terreno
•  Ripetuta successione negli anni di colture
ospiti (pomodoro, melanzana, peperone,
zucchino, cocomero, melone, etc.)
• Temperatura ottimale del suolo, compresa
tra 20 e 30 °C, soprattutto nel periodo
primaverile ed autunnale
DIFESA

• Distruggere tempestivamente radici infette, usare attrezzature sterili e piante esenti.


•  Lavorazioni estive con accurato drenaggio.
•  Rotazioni di 4-5 anni (difficilmente inseribili in contesti di coltura protetta intensiva).
•  Sterilizzazione del terreno con prodotti fumiganti (Metam NA). Per colture con
trapianti autunnali è efficace la solarizzazione del terreno, eseguita per almeno 50
giorni nei mesi di giugno-luglio, preferibilmente abbinata a dosi ridotte di nematocidi
specifici anche di origine naturale.
• Utilizzo, prima del trapianto, di prodotti ad azione nematocida (granulari o liquidi)
(es. Fenamifos)
• Impiego sulla coltura di prodotti nematocidi in formulazione liquida al manifestarsi di
sintomi dell’infestazione (es. Oxamyl)
• Impiego di piante resistenti o innestate su piede resistente o tollerante (es. KNVF)
• Consociazioni (Tagetes, Ruta, Brassicaceae)
•  Utilizzo di essenze biocide (generalmente Brassicaceae) allevate e sovesciate prima
del ciclo di coltivazione del pomodoro; di tali essenze sono disponibili sul mercato
anche farine o pellets ottenuti dalla preventiva essicazione di colture di Brassicaceae
appositamente selezionate per l’elevato contenuto di sostanze tossiche ai nematodi
(glucosinolati)
•  Efficace è l’uso di sostanze oleose di origine naturale estratte dai semi o da parti
diverse di alcune specie botaniche (Azadirachta indica, Melia, Tagetes) e l’uso di
microrganismi (Paecylomices lilacinus)
Tetranychus urticae
Il ragnetto rosso bimaculato è un acaro
molto polifago che vive in dense
colonie. Le femmine mature (0,5 mm)
sono di colore rosso vivace o rosso
scuro con 2 macchie più scure, le forme
giovanili ed i maschi sono più chiari. Le
uova sono rotonde di colore giallo
traslucido. Le sue punture
d'alimentazione, visibili inizialmente
sulle foglie come punteggiature chiare,
si allargano successivamente in chiazze
sfumate gialle. In una fase successiva,
le foglie ricoperte da fitte ragnatele
possono disseccare. Danni simili sono
arrecati ai frutti su cui, nelle varietà
costolute in accrescimento, possono
manifestarsi fessurazioni.
T. urticae compie 7-10 generazioni in pieno campo con svernamento da femmina
adulta ed una trentina in serra, dove i cicli possono essere continui. Sebbene il
pomodoro non sia una pianta d’elezione (per la presenza di tricomi ghiandolari e la
produzione di sostanze sgradite come metil-chetoni e zingibereni) la razza adattatasi
su tale coltura è particolarmente dannosa.
Tetranychus evansi

Recentemente per la Francia e la


Liguria è stato segnalato il Tetranychus
evansi, specie di origine subtropicale,
attualmente inserita nelle liste EPPO.
La specie, che nei climi d’origine non
va incontro a diapausa, può compiere
in pieno campo fino a 30 generazioni
che si sovrappongono l’una all’altra. Il
suo potenziale di riproduzione su
pomodoro è maggiore di quello di T.
urticae e pertanto tale fitofago appare
più temibile. Le possibilità che possa
acclimatarsi nelle regioni più miti di
Italia ed ovunque in serra sono elevate.

Le femmine, oltre che per caratteri


microscopici possono distinguersi per
un colore uniformemente rossiccio e le
zampe più lunghe.
T. evansi T. urticae
ANTAGONISTI NATURALI

Fra i nemici naturali di T. urticae vi sono i


Fitoseidi Phytoseiulus persimilis (specializzato) e
Neioseiulus californicus (che preda anche altri
acari). Tali specie comunque non sono attive su
pomodoro come su altre colture. Sono tuttavia
disponibili ceppi selezionati per capacità di
adattamento su pomodoro che, nelle colture
sottoposte a trattamenti fitosanitari selettivi,
possono frenare le infestazioni di ragnetto rosso.
I lanci di P. persimilis vanno effettuati nel periodo
primaverile-estivo, purchè non si abbassi troppo
l'umidità dell’aria.
Altri predatori attivi nelle nostre serre sono il
Coccinellide Stethorus punctillum, il Cecidomide
Therodiplosis persicae, l’Antocoride Orius
laevigatus (predatore anche di tripidi) e il
Neurottero Chrysoperla carnea. Non sono noti
nemici efficaci di T. evansi
DIFESA

PREVENTIVA

Apporti equilibrati di azoto


Nel periodo primaverile-estivo, nelle ore più calde,
abbassare la temperatura arieggiando le serre o
umidificando l’aria con l’irrigazione nebulizzante.

CHIMICA

Al superamento della soglia di danno corrispondente


al 40 % delle foglie infestate, di cui meno del 20%
con presenza di Fitoseidi si può intervenire con
acaricidi specifici e selettivi, associando un prodotto
ad azione adulticida (etoxazole) con uno ovicida-
larvicida (clofentezine)
Aculops lycopersici

E’ un acaro Eriofide dalle dimensioni minute (circa 0,2 mm).


Le sue punture determinano sulla pagina superiore delle
foglie una colorazione verde bronzeo lucido, che
successivamente imbrunisce. Le foglie infestate si
deformano, accartocciandosi ai bordi. Anche il fusto assume
colore bronzeo e può presentare fessurazioni longitudinali.
Sui frutti l’attacco dell’acaro può provocare arresto
dell’accrescimento, con suberificazione bronzea e
screpolatura reticolata della buccia. Anche i fiori possono
essere attaccati e cadere. Il ciclo è breve (7-10 giorni) e le
generazioni possono essere molto numerose.
Per il controllo possono essere sufficienti i trattamenti anti-oidici a base di zolfo.
In caso di necessità si può intervenire con abamectina
Polyphagotarsonemus latus
Acaro Tarsonemide con spinto dimorfismo sessuale. Femmine
poco mobili, ma alla cui diffusione in uno stadio quiesciente
(pupa) contribuisce il maschio. La fecondità è di 30-75 uova
per femmina. Il ciclo è molto breve (5-10 giorni) e le
generazioni sono numerose. Specie molto polifaga (oltre alla
solanacee sono fortemente attaccate le leguminose ed il
limone). Specie di origine tropicale è particolarmente dannoso
nelle condizioni caldo-umide tipiche delle serre.

Sulle Solanacee i danni consistono in


deformazioni degli organi verdi, necrosi
sugli steli, argentatura sulla pagina
inferiore delle foglie.

Sui frutti di melanzana provoca una


rugginosità grigia con blocco
dell’accrescimento, deformazioni e
spaccature in caso di attacco precoce.

Il controllo si realizza come per il


Tetranychus urticae.
TRIPIDI
Frankliniella occidentalis (tripide californiano) è una
specie molto polifaga. Gli adulti (2mm) sono di colore
marrone chiaro, le neanidi sono gialle. Le generazioni
all’anno sono numerose (a 30°C 1 generazione si
compie in 10 giorni). Le femmine depongono fino a 40
uova e prediligono le strutture fiorali (potendo anche
causare aborti) Le reazioni delle foglie alle punture
consistono in piccole macchie argentate, distorsioni delle
nervature e contorcimenti della lamina. Sui frutti si
manifestano come decolorazioni.
Frankliniella
Comportamento simile mostra il tripide delle serre Thrips occidentalis
tabaci che si sviluppa in condizioni di maggiore
esposizione sulla pagina fogliare inferiore.

Thrips tabaci
TRIPIDI E VIRUS
I tripidi causano raramente danni
diretti alla coltura, ma per la loro
elevata capacità di diffondere il
virus dell’avvizzimento maculato
( T S W V ) ( s o p r a t t u t t o F.
occidentalis) sono insetti chiave
della coltura
DIFESA
• Nelle prime settimane dopo il trapianto eseguire trattamenti
con prodotti specifici selettivi (Piretrine, Lufenuron, Spinosad)
alternando i p.a. per evitare l’insorgenza di resistenza
•  In serra uso di trappole cromotropiche azzurre (1 ogni 10
mq) per il monitoraggio
• Reti anti-insetto Orius laevigatus
• Lanci dei predatori Orius laevigatus ed Amblyseius (A.
cucumeris e A. swirski), all’inizio della fioritura nel periodo
primaverile-estivo se le popolazioni naturali sono insufficienti.
•  Controllo del virus (materiale di partenza esente, distruzione
dei residui colturali e della flora infestanti potenziale serbatoio
del virus (Datura, Sonchus, Solanum) Amblyseius
PENTATOMIDI (CIMICI)

Frequente e dannosa sul


pomodoro è la Nezara viridula
(cimice verde). Gli adulti, di
colore verde, svernano in genere
in forma gregaria, in ripari di
varia natura.
Gli adulti sono attivi in primavera, deponendo su un gran
numero di piante sia erbacee che arboree le uova in
tipiche ovature di forma esagonale di 40-100 elementi.
Compie due generazioni all’anno. Fra le varie colture
attaccata il pomodoro risulta gravemente colpito nel
periodo estivo dalle punture degli adulti e degli stadi
giovanili che causano la formazione di tacche
necrotiche, seguite da spaccature ed insediamento di
marciumi. Viene inoltre trasmesso un caratteristico
odore sgradevole, che può trasferirsi anche al prodotto
inscatolato.
Il trattamento si effettua con prodotti di contatto poco
tossici specialmente se rivolti agli stadi giovanili
(piretrine).
AFIDI
Gli afidi sono Rincoti Omotteri caratterizzate da presenza di alate
ed attere nella stessa specie. Gli Afidi del pomodoro (e di altre
Solanacee) di importanza agraria sono il Myzus persicae, il
Macrosiphum euphorbiae, l’Aphis fabae e l’Aphis gossypi.

I cicli degli afidi sono complicati dall’esistenza di un


polimorfismo e dalla colonizzazione delle piante ospiti.
Le specie olocicliche hanno generazioni
partenogenetiche che si concludono con la comparsa di
una generazione biparentale che produce l’uovo
svernante in diapausa.
Le specie anolocicliche sono caratterizzate dalle sole
generazioni partenogetiche e svernamento come adulti.
I cicli inoltre si classificano in:
monoici se svolti sulla stessa specie vegetale
eteroici se svolti su due o più specie di piante.

Le colonie che interessano soprattutto foglie giovani ed apici


vegetativi, causano sia danni diretti (sottrazione di linfa,
inoculazione di saliva tossica con possibili deformazioni) che
indiretti (produzione di melata, trasmissione di virosi).
Myzus persicae
L’afide verde del pesco (Myzus persicae) è di colore verde
compresi i sifoni, ma frequentemente presenta colorazioni
diverse dal giallo al rosato. Svolge un olociclo dioico fra il suo
ospite primario (pesco) e numerose piante erbacee annuali,
sia coltivate che spontanee. Lo svernamento avviene come
uovo durevole deposto in prossimità delle gemme del pesco,
ma nelle regioni meridionali una parte della popolazione di
virginopare attere sverna su colture erbacee (es. brassicacee).
Sul pesco in primavera alla ripresa vegetativa si susseguono
poche generazioni di fondatrigenie attere, ed al comparsa
delle prime alate (II e III generazione) l’infestazione si diffonde
anche su lunghe distanze (1-2 km di volo attivo o centinaia di
km lungo le correnti aeree) sugli ospiti secondari generando
veri e propri biotipi. In autunno compare la generazione
anfigonica. Per la velocità di colonizzazione degli ospiti e la
capacità di trasmettere virosi è la specie più pericolosa. Al
pomodoro trasmette la virosi persistente del Mosaico del
cetriolo (CMV) (foglie laciniate e frutti deformati con chiazze),
alla patata virosi persistenti (Virus dell’accartocciamento
fogliare) e non persistenti (Virus A e Y). I nemici naturali
(coccinellidi ed aphidinii) possono dare un contributo al
controllo in coltura protetta.
Macrosiphum euphorbiae
L’afidone della patata e del pomodoro (Macrosiphum
euphorbiae) è un afide di grosse dimensioni di colore verde,
ma talora giallo o rosato. Compie un olociclo (ma in molti
ambienti a clima mite si può trasformare in anolociclo). Le
uova durevoli sono deposti su ospiti primari come Rosa,
Euphorbia, Solanum mentre le forme migranti si spostano su
numerose piante scelte quali ospiti secondari (solanacee e
cucurbitacee in particolare). Causa deformazioni e trasmette M. euphorbiae
numerose virosi.
Aphis spp.
Aphis gossypi è una specie dal colore variabile dal verde al
nerastro con sifoni sempre neri, polifaga con preferenza per
cucurbitacee. Compie anolocicli e per la sua capacità di
trasmettere virosi alle solanacee è specie di grande importanza
Aphis gossypi economica su melanzana e peperone.
Aphis fabae è un afide dal corpo nerastro che compie un
olociclo eteroico fra Euonymus, Viburnum (ospiti primari) Aphis fabae
e numerose piante erbacee quali ospiti secondari.
Forma vistosi aggregati sui germogli causando
deformazioni. Specie particolarmente dannosa su
Leguminose, barbabietola e patata. Su quest’ultima,
così come su pomodoro, può trasmettere numerose
DIFESA
Distruggere infestanti che possano fungere da serbatoio di virus (Amaranthus,
Chenopodium, Solanum). Distruggere le piantine attaccate in semenzaio.
In post-trapianto al superamento della soglia dell’1 % di piante infestate
intervenire con prodotti sistemici di lunga durata (Neonicotinoidi, Pymetrozine,
Pirimicarb) possibilmente associati a prodotti ad elevato potere abbattente (piretro,
piretroidi) per ridurre la dispersione degli afidi, con conseguente diffusione di virosi
non persistenti. In zone con gravi problemi di virosi si può effettuare un trattamento
al trapianto mediante adacquamento con prodotti sistemici (thiamethoxam).
Il monitoraggio può essere facilitato dall’uso delle trappole di Moericke.
Pacciamatura con pellicole riflettenti e reti anti-insetto nelle serre.
In coltura protetta rafforzare
l’azione di ausiliari con lanci di
antagonisti generici (Chrysoperla
carnea: 2 lanci 20 larve II età/mq) o
specifici (es. contro A. gossypi, A.
fabae e M. persicae con lanci degli
endoparassitoidi Aphidiinae
Aphidius colemani; contro M.
euphorbiae lanci di Aphidius ervi in
ragione di 50 individui/100 mq a
settimana).
ALEIRODIDI
Minuti insetti di colore bianco per la deposizione di una polvere
cerosa. Si nutrono succhiando la linfa dalle piante ed emettono
la melata che imbratta foglie e frutti e favorisce lo sviluppo di
fumaggine con conseguente riduzione dell’attività fotosintetica
e quindi della produzione.
L e d u e p r i n c i p a l i s p e c i e , Tr i a l e u r o d e s
vaporariorum e Bemisia tabaci sono distinguibili
sia allo stadio di adulto (ali disposte a triangolo e
poco inclinate in T. vaporariorum; quasi parallele
e più inclinate in B. tabaci) che negli stadi
Trialeurodes vaporariorum giovanili (il pupario in T. vaporariorum ha la forma
di scatoletta ellittica di colore bianco con le pareti
laterali verticali, processi cerosi marginali brevi e
dorsali lunghi; quello di B. tabaci, di colore giallo,
schiacciato ed appuntito posteriormente,
sprovvisto di secrezioni cerose, ma di setole più o
Bemisia tabaci meno sviluppate.
Si tratta di 2 specie molto polifaghe con un numero elevato di generazioni (oltre 10)
ed elevata fecondità (fino a 500 uova per femmina). Esistono razze distinte: T.
vaporariorum possiede razze biparentali e telitoche; B.tabaci è distinguibile in vari
ceppi (Ceppo B, che causa l’argentatura delle cucurbitacee, il ceppo Q meno
sensibile a vari insetticidi come i neonicotinoidi e pyriproxyfen).
ALEIRODIDI E VIRUS
ACCARTOCCIAMENTO FOGLIARE GIALLO DEL POMODORO =
(TYLCD= TOMATO YELLOW LEAF CURL DISEASE)
Trasmesso da B. tabaci.
Giovani foglie ingiallite ed
increspate. Piante con
accrescimento ridotto
Scarsa produzione di fiori,
blocco dello sviluppo di
frutti e cascola.

CLOROSI INFETTIVA DEL POMODORO CLOROSI DEL POMODORO


(TICV = Tomato Infectious Chlororis Virus) (ToCV = Tomato Chlororis Virus)

Trasmesse da T. vaporariorum.
Ingiallimenti della pagina fogliare
ad eccezione delle nervature. Nel
ToC compaiono anche aree
necrotiche. Tessuti fogliari fragili
e vitrei. Scarsa allegagione
TICV ToCV
DIFESA
•  Distruzione dei residui colturali e delle infestanti che possano
ospitare gli aleirodidi (Amaranthus, Chenopodium, Solanum,
Datura, Conyza).
•  Impiego di idonee reti “anti-insetto (20x10) fissate alle
aperture almeno fino all'allegagione del quarto palco fiorale
•  Impiego di plastiche fotoselettive (blu-ultravioletto e giallo)
capaci di condizionare alcuni comportamenti dell’insetto
(volo, individuazione degli ospiti e attività riproduttiva)
•  Pacciamatura con fogli riflettenti
•  Uso di trappole collanti gialle all’interno della serra per
monitorare i voli (1 ogni 100 mq)

La lotta chimica è resa difficile dell’accavallarsi delle


generazioni, dalla protezione offerta dalle secrezioni cerose e
dalla facilità di selezione di ceppi resistenti
La strategia di controllo chimico prevede al superamento della soglia di 10 neanidi/
cmq (T. vaporariorum) o 4 neanidi per fogliolina (B. tabaci) l’uso di prodotti sistemici
di lunga durata (Neonicotinoidi, Pymetrozine) eventualmente miscelati a regolatori di
crescita (Buprofezin, azadiractina, pyriproxyfen) per aumentare l’efficacia verso le
forme giovanili. Trattamento al trapianto mediante adacquamento con prodotti
sistemici (thiamethoxam e flonicamid).
Interessanti i Sali potassici degli acidi grassi che sciolgono il rivestimento ceroso
ANTAGONISTI NATURALI
Numerosi sono i nemici naturali degli aleirodidi,
alcuni dei quali allevati in biofabbriche e
commercializzati. L’uso dell’afelinide Encarsia
formosa, (allevamento commercialmente iniziato
dagli anni ‘40) nelle condizioni delle serre fredde
dell’Italia meridonale non ha mai dato risultati
soddisfacenti. E. pergandiella è una specie Encarsia formosa
introdotta alla fine degli anni ’70 dalla California.
Attivo sia nei confronti di T. vaporariorum che di
B. tabaci. Le specie di Encarsai praticano anche
host-feeding. Eretmocerus mundus, presente
spontaneamente nelle nostre serre se non
disturbato, è specifico di B. tabaci emolto attivo
verso i ceppi B e Q. Disponibile in commercio da
alcuni anni così come il più polifago Eretmocerus Encarsia pergandiella
eremicus, che attacca anche T. vaporariorum,
ma che è attivo soprattutto verso il ceppo A di
B.tabaci. E’ anche più resistente alle
temperature estreme.
Abbastanza attivi sono i predatori miridi
Nesidiocoris tenuis e Macrolophus caliginosus.
Eretmocerus sp.
LOTTA BIOLOGICA

La lotta biologica contro B. tabaci su pomodoro è difficilmente applicabile perché


la minima presenza all’interno della serra può diffondere a tappeto il virus
dell'accartocciamento fogliare giallo. Nelle colture a ciclo vernino-primaverile,
quando i rischi di infezione virale sono inferiori, l'azione degli ausiliari può
risultare valida ed essere potenziata con lanci di individui provenienti da
biofabbriche.
Alle prime catture di T.vaporariorum si consiglia di
effettuare lanci di E. eremicus 12-20 pupari/mq (4
lanci a cadenza settimanale).
Alle prime catture di B. tabaci si consiglia di
effettuare lanci di M. caliginosus 1 individuo/mq
(3-4 lanci a cadenza settimanale).
In caso di utilizzo di Eretmocerus mundus
effettuare lanci in ragione di 8-16 pupari/mq con (4
lanci a cadenza settimanale).
NOTTUE FOGLIARI
Le nottue sono farfalle dal corpo tozzo e peloso, con apertura
alare di circa 4-5 centimetri. Sono caratterizzate da
comportamenti migratori sia delle larve che degli adulti molto
marcati.

Le loro uova sono deposte, generalmente sulla pagina


inferiore delle foglie, in gruppi protetti da peli, nel caso di S.
littoralis o singolarmente senza protezione per le altre
specie.

I bruchi sono di colore verde da giovani, poi assumono tinte


variabili, con linee e macchiette di diversi colori, e a maturità
possono raggiungere la lunghezza di 5 centimetri.

Si nutrono di foglie e di frutti. L’attacco alle foglie può essere


letale per le giovani piante, ma sono noti casi eclatanti di
infestazioni distruttive su colture in produzione. I frutti
vengono erosi dall’esterno e dall’interno anche in fase di
ingrossamento e vanno incontro a marcescenza per lo
sviluppo d'infezioni batteriche.
Helicoverpa armigera
Helicoverpa armigera. Specie polifaga, molto attiva nel
periodo estivo, quando un ciclo si completa in un mese
circa, con incrisalidamento delle larve in cellette terrose
rivestite da una tenue trama di seta. Al sud compie 3
generazioni annue con svernamento da crisalide nel
terreno. Le femmine depongono svariate centinaia di
uova in maniera sparsa. Le larve dotate di rilievi e spine
danneggiano tutti gli organi epigei e penetrano nei frutti
riempiendo le gallerie di escrementi. Dalle gallerie che
hanno pareti ad aspetto umido partono fenomeni di
marcescenza. I frutti in cui la larva sia penetrata in età
molto giovane può anche apparire indenne dall’esterno.
In ciascun frutto è presente una sola larva a causa degli
istinti cannibaleschi della specie
Spodoptera spp.
Spodoptera (S. exigua e S. littoralis). Specie polifaghe,
molto attive nel periodo estivo, quando un ciclo si
completa in un 2 settimane, con incrisalidamento delle
larve in bozzoletti terrosi. Al sud compie almeno 4
generazioni annue. Le femmine depongono svariate
centinaia di uova protette da peluria lanuginosa. Le larve
gregarie nelle prime età tendono poi a disperdersi
potendo compiere vere migrazioni da un campo
devastato all’altro. Danneggiano tutti gli organi epigei e
penetrano nei frutti in cui scavano gallerie a pareti
secche senza imbrattarle con gli escrementi. I frutti
Spodoptera littoralis vanno incontro a fenomeni di marcescenza.
Plusiinae: Chrysodeixys chalcites e Autographa gamma
Le specie della sottofamiglia Plusiinae
(Chrysodeixys chalcites e Autographa gamma)
sono caratterizzati da larve con 3 sole paia di
pesudozampe (V, VI e X uriti) che conferisce
loro un aspetto da Geometridae.
Chrysodeixys chalcites Sono molto attive su numerose piante erbacee
(ad eccezione delle graminacee) con una
Autographa gamma
spiccata preferenza per il pomodoro, a partire
dalla tarda estate. In questo periodo il ciclo si
completa in circa un mese. Le uova sono
deposte isolatamente o in gruppetti irregolari
Le larve attaccano tutti gli organi epigei
compresi i frutti su cui causano erosioni
crateriformi.

L’incrisalidamento avviene sulle foglie al riparo


di un bozzoletto sericeo. In Italia meridionale
compiono 3 generazioni all’anno.
LOTTA
Resa difficile da:
•  Elevata polifagia
•  Costumi frequentemente endofitici
•  Scarsa attività degli antagonisti
•  Notevole capacità di spostamento (sia degli adulti che delle larve)
• Selezione di ceppi resistenti

•  Verificare la presenza delle farfalle con trappole al feromone sessuale (1 trappola


per serra e per specie) per stabilire la più probabile epoca di deposizione delle
uova e di nascita delle larve, al fine di eseguire il trattamento insetticida al momento
più opportuno.
• Le trappole a feromone sessuale, dalla tipica forma a imbuto, poste all’esterno
delle strutture serricole possono essere usate per la cattura massale dei maschi.
•  Reti anti-insetto e distruzione dei residui della coltura precedente
•  Alle prime catture ed al superamento della soglia di 1% di bacche attaccate si
possono usare prodotti a base di Bacillus thuringiensis vr. kurstaki (da distribuire
nel tardo pomeriggio) attive soprattutto contro larve neonate e quelle giovani.
Generalmente è necessario intervenire almeno due volte, a distanza di una
settimana.
• Possono essere usati anche gli insetticidi chitino-inibitori (efficaci anche sulle
uova), piretroidi, avermectine, spinosad, secondo gli stessi criteri di Bacillus
thuringiensis. Contro Spodoptera littoralis ed Helicoverpa armigera possono essere
usati i rispettivi Nucleopoliedrovirus (SpliNPV ed HaNPV).
NOTTUE TERRICOLE
Questo gruppo di Nottue comprende soprattutto
le specie Agrotis ipsilon e A. segetum. Adulti dai
colori smorti con spiccate attitudini migratorie che
possono determinare improvvise pullulazioni,
soprattutto in terreni umidi con insufficiente
drenaggio.
Dalle uova deposte isolatamente sulle foglie più
basse fuoriescono le larve che nelle prime età si
sviluppano a carico degli organi epigei. A partire
dalla terza età si portano nel suolo e qui si
sviluppano causando ampie erosioni al colletto,
fino a minare lo stelo, o a carico di altri organi
ipogei.Le giovani piantine possono così essere
stroncate, mentre le piante più sviluppate
possono essere irrimediabilmente indebolite.
L’incrisalidamento avviene nel terreno in una
celletta terrosa priva di rivestimento sericeo.
Possono compiere 3-4 generazioni annue.
Intervenire in maniera localizzata lungo la fila
con Clorpirifos etile.
TUTA ABSOLUTA
Tuta absoluta è un microlepidottero giunto in Europa dal Sud
America che ha colonizzato in pochi anni l’intero Bacino del
Mediterraneo continuando la sua espansione verso Nord-
Est. E’ specie omodinama, vincolata alle Solanacee sia
spontanee (S. nigrum, Datura) che coltivate, con preferenza
per il pomodoro.
Le femmine depongono circa 200 uova isolate o in gruppetti di
2-5. Le larve neonate dopo aver vagato per 45’ ca iniziano la loro
vita endofitica, scavando una mina dapprima lineare e
successivamente vescicolosa, irregolare e con espansioni
digitiformi. In caso di sovraffollamento le larve possono uscire
dalle mine e passare ad attaccare altre
foglie o anche frutti in vari stadi di
maturazione su cui scavano gallerie
abbastanza superficiali.
L’incrisalidamento avviene in un rado
bozzoletto sericeo sulla foglia o nel
terreno. In condizioni ideali il ciclo si
compie in un mese. Le generazioni in
Italia meridionale possono essere una
decina.
DIFESA
•  Distruzione residui colturali ed erbe infestanti ospiti (Solanum nigrum)
•  Utilizzo di materiale vivaistico sano
• Rimozione tempestiva di tutti gli organi infestati e dei residui della sfogliatura
e la loro distruzione, possibilmente mediante bruciatura;
• Lavorazione del terreno
•  Disinfestazione del terreno, anche attraverso la solarizzazione estiva, per
distruggere crisalidi e larve;
•  La pacciamatura con teli plastici può ostacolare l’incrisalidamento;
In coltura protetta è fondamentale l’applicazione di barriere protettive quali le
reti anti-insetto, con maglie di dimensioni adeguate (da 9 × 6 fili)
A partire da marzo-aprile per monitorare i voli ci si basa
sulle trappole ad attrattivi sessuali (1 ogni 1000 mq). Questi
dati ci servono per pianificare i campionamenti su pianta (le
prime deposizioni possono verificarsi anche dopo 2-3
settimane l’inizio dei voli). Le soglie proposte sono varie. A
10 mine attive per 100 foglioline (campionate sulle parti con
vegetazione più fresca) si interviene.
I prodotti autorizzati su pomodoro sono prodotti di sintesi chimica (indoxacarb,
emamectina benzoato, clorantraniliprole, metaflumizone) o di origine naturale
(spinosad, azadiractina, Bacillus thuringiensis). Molte miscele risultano più
efficaci in aggiunta di un olio.
Catture Massali
Catture massali possono effettuarsi utilizzando
bacinelle ripiene d’acqua ricoperta da un velo
d’olio o tensioattivo ed innescata con il feromone
sessuale, da posizionarsi in numero di 15-20 per
ettaro ai lati e all’interno della coltivazione, a una
distanza di 20-30 metri una dall’altra.

Antagonisti naturali
Salvaguardare l'azione dei nemici
naturali, tra i quali risultano efficaci
alcuni Etrerotteri predatori
(Macrolophus caliginosus,
Nesidiocoris tenuis e Orius spp.)
Nesidiocoris Macrolophus Orius
Numerosi sono i parassitoidi indigeni tanto
oofagi che larvali che si sono adattati a
svilupparsi su Tuta absoluta. Fra questi il
più promettente, già allevato e distribuito è
il Necremnus tidius. Nelle serre i
Tricogrammatidi oofagi hanno una certa
Trichogramma sp. Necremnus tidius
potenzialità di impiego
OSTRINIA NUBILALIS
Specie infeudata elettivamente al mais, ma comunque
estremamente polifaga e capace di arrecare seri danni a
peperone e melanzana.
Le femmine effettuano l’ovideposizione in ovature
embricate (ca 200-300 uova a femmina). Le larve
assumono rapidamente un comportamento endofitico
introducendosi negli steli e nei frutti, in cui penetrano
soprattutto a livello del calice. Nei frutti l’imbrattamento con
gli escrementi favorisce anche lo sviluppo di muffe e
marciumi. L’incrisalidamento può avvenire nei frutti. In Italia
meridionale compie due generazioni annue, con voli in
maggio-giugno e luglio-settembre. Le larve mature della
seconda generazione svernano in diapausa nel terreno o in
organi vegetali e si incrisalidano nella primavera
successiva.
I voli possono essere seguiti con trappole a feromone e con
trappole innescate con fenil-acetaldeide (attiva nei confronti
di entrambi i sessi). I trattamenti andranno realizzati con
Bacillus thuringiensis, Piretroidi, Inibitori della chitina,
Avermectine.
I nemici naturali (Trichogramma, Orius) non sono in genere
sufficienti a tenere le popolazioni al di sotto della soglia di
danno.
PHTORIMEA OPERCULELLA
Lepidottero gelechide infeudato alla Patata (nei confronti
della quale risulta il lepidottero più dannoso) e
secondariamente capace di arrecare danni ad altre colture
fra cui pomodoro (con danni ai frutti) e melanzana (a carico
di foglie e steli).
In primavera gli adulti depongono un centinaio di uova sulle
parti epigee o sui tuberi affioranti. La larva durante le prime
due età si sviluppa da minatrice a spese degli organi epigei
per poi passare ad attaccare i tuberi in cui scava lunghe
gallerie, favorendo fenomeni di marcescenza. La larva si
impupa in un bozzoletto di seta e terra nel suolo.
La specie non presenta diapausa e le generazioni sono
continue (in Italia da 3 a 7 all’anno). Sverna da larva
matura o pupa, soprattutto su prodotto in magazzino.
Accurate lavorazioni al terreno per impedire la formazione
di fenditure e l’ovideposizione diretta sui tuberi
Controllo di infestanti (Datura, Solanum)
Uso di varietà precoci
Scelta di materiale sano e piantato a 10 cm di profondità
Trasporto immediato dei tuberi in magazzino
Monitoraggio con trappole a feromone ed eventuale
trattamento con piretroidi anche in miscela con esteri
fosforici (clorpirifos-etile).
Elateridi (ferretti)
Gli elateridi comprendono alcune specie del gen Agriotes
particolarmente dannose (A. lineatus, A. brevis, A.
sordidus). Le femmine si accoppiano alla superficie del
suolo e depongono le uova (circa un centinaio)
preferibilmente in suoli ricchi di sostanza organica. Dalle
uova deposte in gruppetti di 5-6 fuoriescono le larve
allungate, sclerificate con corpo chiaramente segmentato
(ferretti) che vivono nel suolo erodendo le piante al colletto
ed alle radici. Il ciclo biologico è lungo (3-4 anni) e durante
il loro sviluppo, che decorre con una numerosa serie di
mute (8-14), le larve compiono spostamenti verticali nel suolo
fino a 50 cm di profondità per sfuggire alle condizioni
sfavorevoli (ad esempio in estate). I danni maggiori sono
causati alle giovani piante, ma anche direttamente a tuberi di
patata.
Una volta accertata la loro presenza (anche con trappole a
feromoni per gli adulti) si potrà procedere al trapianto al
trattamento localizzato con prodotti come clorpirifos etile o
Beauveria bassiana o all’immersione delle piantine in
thiametoxam (neonicotinoide)
LEPTINOTARSA DECEMLINEATA
La ben nota Dorifora è specie vincolata alle solanacee, ma
l’ospite d’elezione è rappresentato dalla patata.
La specie sverna da adulto in diapausa nel terreno. La
comparsa degli adulti in campo avviene in aprile-maggio e
dopo un periodo di esclusiva alimentazione avviene la
deposizione delle uova (fino a 2000 per femmina) in più
ovature alla pagina inferiore delle foglie.
Le larve sono estremamente voraci; raggiunta la maturità si
impupano nel terreno in una celletta terrosa per dar luogo
agli adulti della seconda generazione. In annate favorevoli ci
può essere anche una terza generazione. All’avvicinarsi
della stagione fredda gli adulti tornano nel terreno fino a
20-30 cm di profondità per svernare.
Gli attacchi, portati avanti soprattutto dalle larve sono tanto
più gravi quanto più è giovane la pianta, divenendo più
limitati dopo la fioritura.
Per il controllo chimico, considerando lo scarso contributo degli antagonisti naturali
si usano neonicotinoidi, piretroidi, metaflumizone. Gli inibitori della crescita
(lufenuron) sono efficaci per tratamenti alle uova e larve neonate. Contro questo
stadio e con bassi livelli di infestazione sono pure efficaci trattamenti con prodotti a
base di B. thuringensis vr. tenebrionis (da ripetere ad intervalli di 4-5 giorni) o con
Beauveria bassiana
MINATORI FOGLIARI
(Liriomyza trifolii, L. huidobrensis, L. bryoniae)
Piccole mosche (2 mm), di colore scuro con
scutello giallo. Specie polifaghe
(Solanacee, Cucurbitacee, Leguminose). Le
femmine praticano punture biancastre di
ovideposizione (fino a 400 uova) e di
alimentazione sulla pagina superiore delle
foglie. Le larve scavano tipiche gallerie
visibili sulla pagina superiore. Le mine di L.
huidobrensis più filiformi, possono
interessare anche la pagina inferiore ed
interessando più frequentemente le
nervature fogliari. possono causare
disseccamenti fogliari e portare a morte le
piantine. A maturità la larva fuoriesce dalla
mina, e si trasforma in pupario sulla foglia
o nel terreno. Il ciclo dura 1 mese. Le piante
adulte in contesti poco disturbati tollerano le
infestazioni delle minatrici che risultano
controllate dagli antagonisti naturali.
DIFESA
• L’eulofide ectoparassitoide Diglyphus isaea,
se non disturbato da trattamenti insetticidi poco
selettivi, è molto efficace nel controllo delle
infestazioni delle minatrici. Per anticipare
l’azione delle popolazioni naturali si può
introdurre D. isaea proveniente da biofabbriche
(100-200 inividui per ogni 1.000 metri quadrati di
serra)
•  Trattamenti con insetticidi specifici e selettivi
(azadiractina, ciromazina) possono essere
previsti durante il periodo estivo, quando
l’attività di D. isaea può essere insufficiente
• Reti anti-insetto
• Trappole cromotropiche gialle sono utili per il
monitoraggio e la cattura massale (ma sono
molto attrattive anche nei confronti dei
parassitoidi)
• Evitare o ridurre, per quanto possibile, l’uso di
insetticidi a largo spettro d'azione contro gli altri
insetti nocivi

Potrebbero piacerti anche