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Poste Italiane SpA - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 commi 2 e 3, Torino n. 1/2009
Spedizione in abbonamento postale
Maggio
2009
Cremazione: .
la legge non basta .
Cimiteri: nuove archittetture, .
nuovi riti, nuovi servizi .
Morire in terra straniera .
Testamento biologico: .
una legge da rifare .
Medicina e narrazione .
TEMI E VOCI DAL MONDO DELLA CREMAZIONE
Sommario Semestrale
realizzato a cura della
Fondazione A. Fabretti
di Gisella Gramaglia
I n questo numero di “Confini” possiamo riconoscere
due “assi” principali di riflessione e discussione:
il primo riguarda funzioni e criticità del cimitero
contemporaneo (e per estensione alcune nuove
Editoriale
problematiche connesse al morire); il secondo,
invece, ruota intorno alla malattia e, soprattutto,
ai problemi della fine-vita, da qualche tempo
al centro di un dibattito molto aspro.
Se l’apertura, con l’intervento di Sereno Scolaro, si muove nel concreto una media realtà urbana,
è dedicata alla confusione normativa che ancora su quali servizi investe, quali obiettivi si propone.
circonda la dispersione delle ceneri (e anche il loro Il discorso su malattie e fine-vita si apre con una precisa
più semplice affidamento), le successive riflessioni presa di posizione, a firma di Luciano Scagliarini
di Gabriele Righi e di Alessandro Gusman e, in certa e Guido Peagno, sul provvedimento, recentemente
misura, anche il pezzo di Marina Sozzi affrontano approvato dal Senato, che disciplina il cosiddetto
da punti di vista diversi il ruolo e in particolare testamento biologico. L’argomento è controverso,
il futuro delle istituzioni cui la nostra società delega ma quella che si avvia a diventare legge dello Stato
le pratiche che accompagnano la morte. è indiscutibilmente molto lontana dalle aspettative e dalle
Righi si interroga sul cimitero come “spazio” richieste del mondo laico e del movimento cremazionista.
da reinventare e comunque da sottrarre all’avvilente Giorgio Bert, poi, ci racconta invece che cos’è
dimensione di una “terra di nessuno”. la medicina narrativa, un nuovo approccio in cui la voce
La “città della morte” deve ridiventare oggetto del paziente in quanto soggetto unico e irripetibile
di una progettualità collettiva, che ne garantisca ha la stessa importanza di quella del medico. È pure
la funzionalità e l’efficienza, ma che sappia anche questo un modo di difendere la dignità del malato.
valorizzarne il potenziale simbolico e culturale Va infine ricordata la lunga recensione che sempre
e la capacità di accogliere “amichevolmente” il visitatore. Marina Sozzi ha dedicato a un libro che riflette
Il testo di Gusman si sofferma invece sul modo sulla definizione di morte cerebrale e sulle questioni
in cui tende oggi a manifestarsi l’espressione del ricordo che vi sono connesse. Si tratta di un tema importante,
e l’elaborazione del lutto. L’individualizzazione non a caso recentemente oggetto di diversi interventi:
delle tombe è un fenomeno che si è molto intensificato esso ci riporta al cuore di molti problemi bioetici
nell’ultimo decennio, forse anche a causa dell’indebolirsi connessi con il termine della vita.
di una ritualità condivisa. Non sempre assume
forme apprezzabili, ma è sempre un sintomo
che merita di essere studiato e interpretato. La nostra solidarietà
Marina Sozzi introduce una problematica diversa,
ma strettamente connessa. Ragiona infatti sui problemi
alle vittime del terremoto
legati alla morte che avviene in terra straniera, Mentre questo numero va in stampa,
soprattutto se il Paese che accoglie è caratterizzato da
un forte terremoto ha parzialmente distrutto la città
una matrice culturale e religiosa diversa. È ovviamente
dell’Aquila e parecchi centri vicini.
il caso dei molti immigrati, soprattutto extracomunitari,
A chi è stato tanto duramente colpito va la solidarietà
che vengono a lavorare e a vivere in Italia e che sono
figli di tradizioni assai lontane dalle nostre. Si tratta,
di “Confini” e dei cremazionisti italiani.
in larga misura, di problemi nuovi, per cui esiste una In un momento così drammatico il solo motivo
casistica forse ancora limitata, ma è urgente trovare un di consolazione è il grande senso di solidarietà
modo corretto di affrontarli. Anche per questa via passa che ha affratellato tutti gli italiani, cancellando
infatti l’integrazione degli stranieri nella nostra comunità. almeno per qualche giorno divisioni, ostilità,
Sempre a questo ambito di problemi possiamo riportare differenze (anche legittime).
l’interessante intervista che Luca Prestia ha fatto Ci auguriamo che esso rappresenti un “pegno”
al responsabile della società che gestisce i servizi per la lunga e difficile stagione della ricostruzione.
cimiteriali di Mantova: essa ci permette di capire come
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Per una nuova
cultura cimiteriale
Cremazione: la legge
c’è, ma... non basta
Esiste una legge nazionale, che di fatto rimanda per molte materie “sensibili”
a disposizioni regionali. Ma non tutte le Regioni hanno legiferato
e d’altra parte, quando l’hanno fatto, hanno spesso adottato criteri difformi.
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Per una nuova
cultura cimiteriale
Jan Davidsz. de Heem, “Natura morta con libri”, soggetti potrebbe mantenere l’uni- mazione alle tradizioni di quelle aree.
1628, Mauritshuis, L’Aja. cità dell’urna (senza ledere il princi- In sintesi, la situazione eterogenea
pio dell’individualità e individuabili- di fronte alla quale oggi ci si trova
tà delle ceneri) qualora i diversi non facilita il compito di chi la deve
soggetti affidatari coabitassero. affrontare: l’aspetto più critico è
luogo di dispersione o di affido. Mentre, in assenza di coabitazione, quello delle spiegazioni da dare ai
Inoltre, alcune legislazioni regionali si dovrebbe fare ricorso a una sorta familiari, a cui bisogna offrire una
hanno introdotto norme relative a un di assurda “turnazione”. motivazione plausibile per le diver-
“senso comunitario della morte”, pre- Tra le Regioni che non hanno ancora sità di trattamento che risultano da
vedendo di conservare memoria dei adottato proprie leggi regionali, pre- tale varietà normativa. Cosa non
cremati che avevano optato per la valgono quelle del Sud (a parte facile, visto che faticano a compren-
dispersione, con l’ovvia conseguen- Campania e Puglia), il che è signifi- dere anche i soggetti che dovrebbe-
za di rendere inefficace, di fatto, l’e- cativo, dal punto di vista culturale, ro essere avvezzi all’applicazione di
spressione di volontà del defunto. come lo è l’assenza di impianti di cre- leggi e regolamenti.
Uno dei casi, poi, che meglio evi- mazione (con l’eccezione di Bari e Invece di far continuamente nasce-
denziano la complessa e spinosa delle isole che possono essere con- re problemi di disomogeneità e
situazione che deriva dall’eteroge- siderate come realtà a sé stanti). frammentarietà, si dovrebbe, a pro-
neità delle leggi, è la previsione di Infatti, nelle regioni del Sud, le rituali- posito della cremazione e della
una legge regionale della Toscana tà che concernono la morte e i defun- dispersione, poter parlare di diritti
che considera, senza averla peral- ti attribuiscono un ruolo prevalente civili e sociali, che devono essere
tro regolamentata, la possibilità di alle ossa, più che al corpo: si potreb- garantiti su tutto il territorio nazio-
un affidamento delle ceneri “a più be forse prendere in considerazione nale: questa è la percezione dei cit-
soggetti”: legge che apre una pro- la possibilità di raccogliere le ossa tadini che sono interessati all’appli-
spettiva affatto nuova, che era calcinate risultanti dalla cremazione, cazione della legge 130, e questo è
assente nella legge 130 del 2001, ammettendo anche urne-ossario anche ciò che probabilmente riten-
ossia la potenziale ripartibilità delle accanto alle urne cinerarie. Una tale gono giusto i movimenti e le orga-
ceneri. Certo, l’affidamento a più iniziativa potrebbe avvicinare la cre- nizzazioni cremazioniste.
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Per una nuova
cultura cimiteriale
! di Gabriele Righi Questa situazione dipende in gran disordinato, senza un quadro piani-
Commissione Funeraria Federutility SEFIT parte dall’aver adottato la tumula- ficatorio, spesso senza relazioni tra
Responsabile gruppo zione come pratica dominante, e parti nuove e vecchie. Sorge imme-
di lavoro “CREMAZIONE”
dalla cultura impoverita della morte diato il parallelo con la crescita delle
che a essa si è associata: anche gli città: è difficile individuare nei nuovi
episodici “cimiteri d’autore” non reparti tracce di ricerca progettuale.
hanno sostanzialmente modificato Tuttavia, la tumulazione, in prospet-
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Per una nuova
cultura cimiteriale
pensare alle unità costruttive in fun- occorre considerare, però, ciò che manufatti, prima di pensare a nuo-
zione delle famiglie, e non dell’indi- accade non solo all’interno delle ve costruzioni.
viduo, come sono oggi i manufatti mura perimetrali dei cimiteri, ma La sfida è quella di utilizzare gli
di loculi per effetto della scarsità anche nelle parti esterne, ripensan- spazi cimiteriali e quelli circostanti
(un discorso analogo può essere do le relazioni con la zona intorno e per ridare una rappresentazione
fatto anche per le cellette ossario); con il resto della città. Le aree cir- alla dimensione sociale del lutto e
e anche i loculi potrebbero essere costanti, laddove ancora esistenti, della perdita. Penso ad esempio a
riconvertiti in cinerari di famiglia. possono diventare luoghi da ripen- dare significato alla toponomastica
Un’altra questione che si apre è sare per “aprire” i cimiteri alla città, cimiteriale.
legata alla tendenza che sembra rivedendone i “confini”. Inoltre, credo che si debbano offrire
emergere anche nel nostro paese a In quest’ottica, si possono ritrovare nuovi elementi per modificare con-
costruire funeral home e strutture spazi di intervento anche nell’ambi- suetudini e pratiche in una dimen-
per il commiato private. In questo to di ciò che è già costruito, inse- sione maggiormente collettiva sen-
modo si aggiungeranno altri spazi rendo fuori e dentro i cimiteri ele- za per questo perdere il simbolismo
dedicati al lutto, diversi dai cimiteri, menti di arredo urbano, utilizzando- dei gesti. Occorre veramente af-
che diverranno appannaggio delle li per favorirne e migliorarne la frui- frontare scalate per portare un fiore
imprese di onoranze funebri. bilità. Arredi per una passeggiata e sulla lapide di un nostro caro? Non
La suggestione che ne deriva, per per una sosta con l’uso del verde, possiamo pensare a elementi che
chi teme che l’abbandono dei cimi- di fontane, di sculture, di gazebo, di consentano di deporre fiori in modo
teri sia un impoverimento culturale spazi per i bambini, con l’inseri- collettivo? La luce votiva non può
e identitario, è quella di (ri)portare mento di piazzette con panchine, essere proposta in modo diverso,
questi luoghi nei cimiteri, facendoli percorsi ciclabili interni/esterni. senza utilizzare singoli lumini?
diventare accoglienti luoghi del In altre parole, si tratta di tentare di Sarebbe interessante, sui temi so-
commiato oltre che della memoria, fare dei cimiteri elementi della qua- pra richiamati, lanciare dei concor-
(ri)funzionalizzandoli a questo fine. lità urbana, riqualificando l’esisten- si di idee, sia a livello locale, che
Per avere un luogo accogliente te, se necessario abbattendo dei nazionale.
FREQUENZA DI VISITA
Nel corso dell’ultimo anno le è capitato di andare al cimitero:
60 59
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43
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40
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4
2 1 3 1 1 1 1 2 1 1
3 3 3
0
TUTTI I GIORNI PIÙ VOLTE UNA VOLTA UNA VOLTA QUALCHE VOLTA, MAI
ALLA SETTIMANA ALLA SETTIMANA AL MESE SOLO
OCCASIONALMENTE
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Per una nuova
cultura cimiteriale
Riflessioni sulla
nuova ritualità funeraria
In controtendenza rispetto alla progressiva spersonalizzazione dei cimiteri,
a partire dagli anni ’80 si è affermata una pratica di individualizzazione delle tombe,
divenuta molto marcata nell’ultimo decennio.
È un fenomeno positivo, ma che dipende anche dall’indebolirsi di una ritualità condivisa.
! di Alessandro Gusman contemporanea. Come hanno di- La lapide in particolare può espri-
Università di Torino mostrato molti studi, il cimitero nel mere identità culturale, credenze
corso del ’900 è divenuto sempre religiose, status sociale, tratti del
più uno spazio funzionale e para- carattere del defunto, ma anche far
residenziale, confinato ai margini trasparire la cura che la famiglia ha
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Per una nuova
cultura cimiteriale
riodo precedente, ma in alcuni casi diventa la cifra caratteristica dei ne memoriale della loro esperienza
si nota il tentativo di rendere in loculi. Le fotografie digitalizzate di vita quotidiana condivisa con chi
poche, semplici parole, i tratti del vengono trasformate, inserendo è morto, conferendo un senso di
carattere del defunto. sfondi di paesaggi o simboli; le continuità tramite il ricorso a ogget-
La tendenza alla personalizzazione iscrizioni differiscono enormemente ti e parole.
diventa molto evidente nel corso non solo nei contenuti, sempre più Le lapidi e i loculi sono così un
degli anni ’90, quando le decorazio- personali, ma anche nei caratteri e “ritratto” del defunto, uno spazio da
ni si fanno estremamente diversifi- nei colori: non più nero e oro, gli personalizzare evidenziando i tratti
cate. Le fotografie mostrano spesso unici presenti negli anni ’70 e ’80, distintivi della persona. Nell’emer-
il defunto in contesti familiari, vesti- ma giallo, blu, rosso, azzurro ecc. gere di queste nuove forme di
to con abiti quotidiani, cercando di Al posto delle poche frasi codificate “culto dei morti” rimangono aperte
far dire all’immagine qualcosa della si trovano ora lunghe iscrizioni, alcune questioni di grande impor-
sua vita. Anche le decorazioni delle poesie, citazioni letterarie. La tanza. Se da un lato l’individualiz-
lapidi diventano più diversificate, tomba diventa così l’espressione zazione può essere vista come un
con il ricorso a vari tipi di immagini dell’unicità della persona defunta, fenomeno positivo, che afferma la
religiose (figure di santi, volto di della sua singolarità, che viene volontà di conferire un’identità al
Cristo...), a luci e vasi di dimensioni mantenuta anche dopo la morte. In defunto in uno spazio piuttosto ano-
e forme diverse. Ma a colpire di più molti casi questo permanere dell’i- nimo, dall’altro ci si può infatti chie-
è la differenza introdotta in questi dentità della persona è evidente dere quanto queste trasformazioni
anni negli epitaffi; le semplici e ripe- anche nel fatto che si continua a siano anche il risultato di influenze
titive formule del periodo preceden- portare sulla tomba non solamente derivanti dai mass media (per
te lasciano posto a frasi evocative fiori, ma cartoline, biglietti, piccoli esempio nell’uso del linguaggio e
della vita e della personalità del doni (cioccolato, sigarette, pelu- dei simboli), e quanto esprimano il
defunto, più intime, in cui spesso i che...) e simboli (sciarpe di squadre vuoto creato dall’indebolirsi di una
riferimenti sono personali. di calcio, medaglie...). Nel ricostrui- ritualità condivisa, che lascia spazio
È però nelle sezioni più recenti del re l’identità del defunto, parenti e a forme nuove e personalizzate di
cimitero che la personalizzazione amici ricreano una rappresentazio- espressione della memoria.
Circolo di Massys,
“Geronimo”,
ca, 1520,
Kunstmuseum,
Düsseldorf.
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Per una nuova
cultura cimiteriale
I servizi cimiteriali
tra presente e futuro:
il caso di Mantova
Abbiamo intervistato il dirigente responsabile di TEA, la società per azioni che a Mantova
gestisce i cimiteri e i servizi connessi (e molto altro). Ecco come opera una struttura che appare
attenta ai bisogni dei cittadini, ma è anche impegnata sul fronte dell’innovazione tecnologica.
! di Luca Prestia nutenzione delle aree verdi e cimi- R. Prima del nostro coinvolgimento
teriali, la progettazione, la realizza- il Comune gestiva il servizio in ma-
zione e la manutenzione dei manu- niera diretta tramite proprio perso-
fatti (compresi i loculi, le recinzioni in nale, parte del quale è successiva-
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Per una nuova
cultura cimiteriale
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Per una nuova
cultura cimiteriale
del singolo ma anche per quella R. Tra i progetti più significativi R. La consegna delle ceneri alle im-
della collettività, la quale vi si ricono- segnalo lo sviluppo del sistema in- prese viene effettuata direttamente
sce anche per gli elementi storico- formatico che ci consentirà di atti- presso gli uffici, mentre nel caso della
artistici ivi racchiusi. A tale riguardo, vare il servizio di teleprenotazione partecipazione dei dolenti è offerta la
ricordo la pubblicazione di un volu- dei funerali in arrivo presso il cimi- possibilità di utilizzare un locale atti-
me, Pietre della memoria, e di un tero. Vorremmo poi dotare gli in- guo o anche la sala del Commiato
apposito percorso artistico tra le gressi del Monumentale di sistemi qualora il numero delle persone pre-
tombe di maggior pregio ospitate al di controllo e di accesso regola- senti dovesse risultare elevato.
Monumentale. I dati delle indagini mentato dei veicoli per mezzo del-
precedentemente citate ci hanno l’utilizzo di badge appositi. Saremo, D. Mi pare dunque di capire che il
sempre confortato poiché sia il per- infine, impegnati nel potenziamen- cimitero da voi gestito sia dotato di
sonale sia il servizio di gestione to dell’impianto di cremazione con una sala per la cerimonia del Com-
hanno registrato perlopiù il consenso la realizzazione di un secondo miato. Quest’ultima viene organiz-
dei visitatori. Naturalmente abbiamo forno, così da riuscire a offrire alla zata per tutti i funerali?
anche ricevuto alcune osservazioni, cittadinanza l’opportunità di proce- R. Le sale del Commiato di cui
per esempio in merito all’attività di dere alla cremazione immediata- disponiamo sono due. Attualmente,
raccolta delle foglie nel periodo mente dopo lo svolgimento della tenuto conto della richiesta del tutto
autunnale, che sembra non bastare cerimonia funebre e, nelle 24 o 36 modesta, queste sono unite in un
mai (essendo il cimitero dotato di ore successive, provvedere alla unico spazio, ma possono tuttavia
fitte alberature, prevalentemente consegna delle ceneri ai parenti. essere suddivise per mezzo di una
tigli). Inoltre, un’altra fonte di preoc- separazione mobile con elevate ca-
cupazione riguarda i furti dei fiori, D. Chiuderei l’intervista proprio su ratteristiche fonoassorbenti. Le sale
purtroppo sempre troppo frequenti. quest’ultimo aspetto. Vorremmo in- del Commiato sono in ogni caso
fatti sapere se la consegna delle disponibili per tutte le cerimonie
D. Quali sono, in linea generale, gli ceneri ai parenti viene effettuata funebri per le quali ne viene fatta
interventi più importanti che avete durante una cerimonia apposita. Se richiesta. Allo scopo, i funerali desti-
intenzione di rendere operativi nel sì, qual è il luogo da voi destinato a nati alla cremazione sono accolti con
prossimo futuro? tale scopo? un intervallo minimo di 20 minuti.
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Per una nuova
cultura cimiteriale
! di Marina Sozzi ri che si occupano di servizi cimite- galese, che riunisce a Torino i
riali, riuscire a cogliere la diversità membri delle quattro confraternite
delle risposte – e le motivazioni che tradizionali.
ne sono alla base – è una sfida L’adattabilità è richiesta non solo per
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cultura cimiteriale
presenti i limiti di un approccio trop- trovano a doverle mettere in prati- possono definire di tipo “consuetu-
po “culturalista”, che consideri tali ca nel paese d’accoglienza, nella dinario”. Nel primo caso la diffe-
esigenze come statiche e immodifi- fattispecie l’Italia. Ad esempio, renza funziona come barriera. Ciò
cabili e uguali per tutti a prescinde- cosa accade quando un immigrato che è vietato dalla legislazione ita-
re dalla diversità degli individui. Le islamico muore e la sua famiglia o liana non è ostacolo aggirabile con
usanze si potranno infatti dimostra- i suoi amici vogliono procedere la buona volontà dei soggetti coin-
re più o meno flessibili, e richiede- secondo le loro usanze rituali e volti nella ritualità. Nel secondo
ranno una valutazione separata, norme culturali? Succede spesso caso, invece, la differenza cultura-
caso per caso. che si trovino di fronte ad abitudini le produce l’ostacolo per mancan-
differenti e a svariate criticità, se za di conoscenza, sensibilità o
" La seconda fase dell’analisi non addirittura all’impossibilità di adattabilità reciproca, ma sovente
riguarda ciò che accade concreta- ricreare il rito nel nostro paese. la causa principale dell’incom-
mente quando persone abituate a Gli ostacoli possono essere di due prensione è la carenza di un’ade-
determinate pratiche e tradizioni si tipi. Quelli legislativi, e quelli che si guata formazione da parte degli
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Temi
di discussione
Testamento biologico:
una legge da rifare
La legge sul testamento biologico recentemente approvata dal Senato nega ai cittadini
la possibilità di esercitare in modo pieno un diritto costituzionale. Non potranno infatti scegliere
il modo in cui essere curati nell’ultima fase della loro vita, ma saranno oggetto di decisioni altrui.
! di Luciano Scagliarini fitta del dibattito democratico. Su nimento terapeutico (escluso dal
con un testo un tema tanto delicato una maggio- nostro ordinamento), o è un atto
di Guido Peagno Presidente FIC re convergenza sarebbe stata non dovuto, cui il medico non può sot-
solo auspicabile, ma necessaria. trarsi in forza del giuramento di Ip-
D’altra parte era forse difficile che pocrate, che stabilisce che il medi-
l’esito fosse diverso. co non possa nuocere al paziente?
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Temi
di discussione
dea stessa di testamento biologico. antistorica perché tutto il resto del l’Albo quei medici che non rispet-
Ora le gerarchie cattoliche appaio- mondo civile va in direzione opposta, teranno il testamento biologico dei
no soddisfatte (stranamente di- anticostituzionale perché calpesta il loro pazienti.
mentiche di papa Wojtila che, di diritto di decidere della propria vita e In Italia, con questa normativa, in-
fronte alla minaccia di un prolunga- “contro natura” perché non è natura- vece, si sta cancellando ogni valore
mento artificioso della sua agonia, le far sopravvivere un corpo inerte e vincolante al testamento biologico.
sussurrò ai medici: “Lasciatemi tor- in stato vegetativo irreversibile. In pratica lo si rende inutile e il
nare alla Casa del Padre”). Qualche dubbio sulla costituzionali- dramma di Eluana si potrà ancora
Del resto, il dibattito ospitato dai tà della legge è già stato sollevato ripetere in futuro.
media ha riservato non poche sor- anche da diversi altri parlamentari, Mentre scriviamo queste righe mol-
prese. I “laici” non hanno espresso e dai giuristi Gustavo Zagrebelski e ti politici cominciano a pensare che
un’unica posizione e i “cattolici” si Stefano Rodotà. – tutto sommato – forse questa
sono divisi nello stesso modo. Fra i Come già per la ricerca sulle cellule legge era bene non farla.
primi, Marcello Pera, filosofo e già staminali embrionali, l’Italia viene Se anche alla Camera verrà mante-
presidente del Senato, ha espresso così ulteriormente isolata dal conte- nuta questa impostazione restrittiva,
forti perplessità sul testamento bio- sto culturale europeo e occidentale. i cittadini italiani dovranno solo spe-
logico in sé e per sé. In ambito cat- USA, Francia, Inghilterra, Danimar- rare che il medico resti fedele al suo
tolico, il teologo Vito Mancuso, il ca, Olanda, Belgio, Germania, Ca- giuramento e collabori con il malato
medico e senatore Ignazio Marino nada, Australia ammettono il testa- e con i familiari, comportandosi
e la filosofa Roberta De Monticelli – mento biologico. L’idratazione e la “secondo scienza e coscienza”.
per limitarci a citare tre intellettuali nutrizione mediante sondino sono Oppure attivarsi per firmare un refe-
molto noti – sono intervenuti ripetu- considerate terapie, al pari della rendum abrogativo, se la legge fos-
tamente a difesa della libertà del- respirazione artificiale. se approvata nei suoi termini attuali,
l’individuo. In Inghilterra, ove la validità del da farsi, peraltro, con un notevole
Il professor Umberto Veronesi consi- testamento biologico è riconosciu- dispendio di denaro pubblico.
dera questa legge antidemocratica, ta dalla legge fin dal 1993, si sta
perché limita la libertà dei cittadini, studiando l’ipotesi di radiare dal- Luciano Scagliarini
L’indignata reazione
dei cremazionisti italiani
Ecco il testo del Presidente FIC che accompagna un memorandum trasmesso al Parlamento
Sul testamento biologico, il movi-
mento cremazionista ha assunto
una posizione molto netta (si veda-
Per il movimento cremazionista la
legge approvata dal Senato rappre-
senta un vulnus profondo ai diritti e
N el nostro Paese sta avve-
nendo un fatto di estrema
gravità: con una legge dello Stato si
no per maggiori dettagli le “Notizie alla libertà dei cittadini italiani. Per cerca di impedire l’esercizio di liber-
FIC”, pp. 27-30). questo è necessario opporsi e reagi- tà fondamentali della persona. Il
I cremazionisti vedono infatti in re. Pubblichiamo qui di seguito un Disegno di Legge (DDL 10 e con-
questa battaglia il naturale sviluppo testo diffuso dal Presidente FIC, nessi), in questi giorni discusso nel-
del loro antico e sempre ribadito architetto Guido Peagno, che ha ac- l’autorevole sede della 12ª Com-
impegno a favore di leggi e norme compagnato un memorandum tra- missione Permanente del Senato
che consentano a tutti di disporre smesso al Parlamento. Esso espri- Igiene e Sanità, tende infatti a ren-
pienamente del proprio corpo in me in maniera molto intensa ciò che dere impossibile il cosiddetto “te-
vita e in morte. pensano i cremazionisti italiani. stamento biologico”. La discussio-
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Temi
di discussione
ne tra le forze politiche è accesa, tro la violenza della decomposizio- 285, alla Legge 30 marzo 2001, n.
ma sembra non coinvolgere i citta- ne. Ciò ci manifesta quale impor- 130, sino alle più recenti leggi regio-
dini, che percepiscono le diverse tanza hanno le scelte individuali nali in materia, hanno sancito l’im-
posizioni più come una difesa del nella vita collettiva. Molto spesso portante funzione sociale delle
proprio raggruppamento che come queste persone provenivano da Società per la Cremazione, quali as-
una risposta al sentire comune del- classi sociali agiate, avrebbero po- sociazioni senza scopo di lucro atti-
la popolazione. Chi per esperienza tuto avere una vita comoda, ma in- ve sul territorio. Ora si cerca di tor-
diretta è a contatto con la sofferen- vece non rinunciarono alla propria nare indietro e il legislatore ignora o
za e la perdita di dignità degli am- dignità di uomini e donne morendo finge di ignorare quanto è avvenuto
malati terminali per i quali non si o rischiando la morte e, non rinun- in oltre cento anni nel nostro Paese.
può fare più nulla se non tenerli in vi- ciando a questo, non rinunciarono Si parlava prima di notai e oggi, per
ta artificialmente, sa perfettamente di alla dignità del loro popolo. Altri cre- fortuna, si parla dei Medici di Me-
cosa si tratta. Allo stesso modo lo mazionisti abbracciarono la causa dicina Generale, senza neanche no-
sanno tutte le persone che vengono della giustizia sociale dimostrando minare le realtà associative che per
a conoscenza di queste vicende gra- che la lotta politica è passione civi- le loro finalità solidaristiche e mutua-
zie a un racconto di amici o cono- le. Se questa si riduce a mera com- listiche sono state individuate come i
scenti. Tutti l’abbiamo saputo a se- petizione per il potere, allora, divie- soggetti più idonei alla raccolta e al-
guito dell’ignobile violenza a cui è ne ben poca cosa, lasciando spazio la conservazione delle decisioni di fi-
stata sottoposta la famiglia Englaro. solo all’avidità e alla caccia ai privi- ne vita. Ma lo scontro è ben più am-
Ma perché le “Dichiarazioni anticipa- legi. Ebbene, la scelta della crema- pio e contrappone una visione auto-
te di volontà nei trattamenti sanitari”, zione dopo una vita spesa per l’e- ritaria e fondamentalista della vita
accettate nella stragrande maggio- mancipazione degli oppressi era la come della morte a un’altra visione
ranza dei Paesi della comunità inter- solenne affermazione di quanto si basata invece sui principi democrati-
nazionale di cui diciamo di far parte, era amata la vita e di quanto si vo- ci, mirabilmente espressi dalla no-
incontrano così tante e tali difficoltà leva che tutti avessero le stesse op- stra Carta Costituzionale, e sulla li-
ad affermarsi? Eppure sembrerebbe portunità. I cremazionisti, fossero bertà di scelta. I cremazionisti, per le
molto semplice e sensato riconosce- essi cattolici "non allineati", ebrei, ragioni che abbiamo precedente-
re la validità di un atto scritto revoca- protestanti, agnostici, atei, repub- mente espresso, sostengono que-
bile, datato e sottoscritto, con il quale blicani, anarchici, socialisti, masso- sto secondo approccio. In gioco og-
una persona, dotata di piena capaci- ni e quant’altro, amavano la libertà, gi non c’è solo la soluzione o meno
tà di agire, manifesta la propria vo- ma non solo la loro, anche quella di un problema “eticamente sensibi-
lontà circa i trattamenti ai quali desi- degli altri. In una parola essi ama- le”, ma la libertà di ognuno di noi.
dererebbe o non desidererebbe es- vano il pluralismo, la diversità dei Per questo motivo, la Federazione
sere sottoposta nel caso in cui, nel percorsi individuali, l’essenza stes- Italiana per la Cremazione, nell’e-
decorso di una malattia o a causa di sa della democrazia. sprimere la propria indignazione di
traumi improvvisi, non fosse più in Anche oggi il profondo riconosci- fronte a sistematici tentativi di ridurre
grado di disporre il proprio consenso mento del valore della pluralità delle tutti gli spazi di libertà faticosamente
o il proprio dissenso informato. idee e delle fedi continua a essere il conquistati dai cittadini italiani in
Le direttive anticipate di trattamen- “tessuto connettivo” delle Società questi anni, invita tutti i parlamentari
to, come a noi piace chiamarle per per la Cremazione (So.Crem) attua- italiani ad accogliere gli emenda-
sottolinearne l’aspetto vincolante, li. Questo fattore, unito a origini sto- menti di seguito rappresentati, impe-
rappresentano un profilo contem- riche che si muovono in parallelo gnandosi per la loro presentazione.
poraneo della secolare battaglia con quelle delle Società di Mutuo Nel contempo la FIC lancia un ap-
cremazionista. Molti cremazionisti Soccorso, ha fatto sì che progressi- pello a tutti i cittadini e in particolare
furono combattenti risorgimentali e vamente sia stata riconosciuta a alle realtà associative affinché si fac-
l’amore per il proprio Paese, la dife- queste associazioni la possibilità di cia fronte comune contro questo
sa della dignità collettiva contro gli essere le depositarie di dichiarazioni inaccettabile attacco alle libertà indi-
occupanti si confondeva alla fine di volontà attinenti le decisioni di fine viduali e collettive.
della propria vita con la protezione vita. Quindi le stesse norme giuridi-
della dignità del proprio corpo con- che dal DPR 10 settembre 1990, n. Guido Peagno
18 Confini 1/2009
Temi
di discussione
Medicina e narrazione
Anche in Italia si incomincia a parlare di “medicina narrativa”. Non si tratta di una disciplina
accademica come l’anatomia o la patologia medica, ma di un atteggiamento mentale
che poggia su una rete diversificata di competenze. L’obiettivo è costruire una situazione
di cura in cui la voce del paziente abbia la stessa importanza della voce del medico.
Confini 1/2009 19
Temi
di discussione
costruisce emozioni e immaginari In ogni modo, il signor Rossi diabe- del medico e quello del malato,
diversi per ogni paziente. La perce- tico è completamente diverso dal insomma, c’è un fossato, che certo
zione della malattia è strettamente signor Rossi di prima della diagnosi. non potrà essere colmato (le diffe-
soggettiva e individuale. Questa è, appunto, la voce della renze non sono ovviamente elimi-
La malattia inoltre modifica anche vita, che è unica per ogni malato. nabili), ma su cui è possibile getta-
drasticamente i rapporti all’interno Il diabete del medico è “il diabete” re un ponte: quel ponte è la relazio-
della famiglia: tutti i familiari di un con tutte le sue varianti: un capito- ne di cura.
malato cronico sono in qualche lo nei trattati di medicina che il Relazione, appunto, quindi recipro-
modo coinvolti nella malattia e medico conosce bene; il diabete cità: la voce della vita deve avere,
devono adeguarsi a questo cam- del signor Rossi invece lo conosce nella relazione di cura, rilievo egua-
biamento drammatico. solo lui, e non coincide che in parte le a quello della voce della medici-
Gli effetti della malattia si fanno con quello dei testi clinici. na; in caso contrario la comunica-
sentire anche nella vita lavorativa e È qui che la narrazione assume un zione è danneggiata, la fiducia reci-
sociale; la malattia influenza scelte, ruolo centrale. proca tende a ridursi, possono com-
progettualità, speranze; suscita Se infatti la voce della medicina parire elementi conflittuali. Dalla
timori e ansie; modifica il carattere, diviene preminente o dominante nostra esperienza, basata su de-
l’umore, la qualità della vita, ciò che nello scambio comunicativo, il dia- cenni di formazione al counselling e
provoca a sua volta cambiamenti in bete di cui si parlerà sarà solo ed alla narrazione di professionisti sani-
tutte le relazioni. Il malato in quan- esclusivamente quello della clinica. tari, risulta che in questi casi il pa-
to tale può suscitare compassione, Anche se il medico possiede (e non ziente ha spesso l’impressione che
affetto, accudimento ma anche irri- è detto) chiarezza terminologica e il medico non lo stia ad ascoltare o
tazione, fastidio, insopportazione… buone capacità divulgative, il pa- sottovaluti cose che per lui sono
ziente continuerà a sentirsi insoddi- importanti, mentre il medico perce-
sfatto e poco ascoltato. Tra “un dia- pisce il paziente come “aggressivo”
betico” standard e “il signor Rossi o scarsamente collaborativo.
Lubin Baugin, “I cinque sensi”, 1630, affetto da diabete” la differenza è La voce della vita si esprime per
Louvre, Parigi. grande, molto grande. Tra il mondo storie: lo spazio della narrazione è
quindi indispensabile per una vali-
da relazione di cura.
Il medico con competenze narrative
sa evocare, guidare, utilizzare, con-
cludere la narrazione in funzione
dell’obiettivo, che è poi il maggior
benessere del paziente e – non
dimentichiamolo – anche del medi-
co: una cattiva comunicazione, e a
maggior ragione una situazione
conflittuale, è negativa in termini di
salute per ambedue gli attori.
Ciò significa che il medico che vo-
glia utilizzare la narrazione deve
possedere delle competenze comu-
nicative di qualità elevata: le cosid-
dette abilità di counselling. Tali com-
petenze vanno, come avviene per
ogni altra tecnica medica, apprese
con una formazione specifica. La
spontaneità va qui bandita comple-
tamente: la narrazione del paziente
è spesso disordinata e caotica, talo-
20 Confini 1/2009
Temi
di discussione
ra eccessivamente lunga o ricca di fronte alla malattia, che in partenza Evaristo Baschenis (1617-1677),
elementi fuorvianti. L’uso accorto e ignorava. Le storie fanno succede- “Natura morta con strumenti musicali”,
professionale delle domande da re cose. Pinacoteca di Brera, Milano.
parte del medico permette al pa- È chiaro quindi che la medicina
ziente di dare ordine agli eventi e di narrativa non è una disciplina acca- cinema, arti figurative, musica e in
mantenere la narrazione nei limiti demica al pari dell’anatomia o della generale tutte quelle modalità che
definiti dal contesto medico e dal patologia medica: essa è principal- mettono in gioco gli aspetti emotivi
tempo disponibile. Imparare a fare mente un atteggiamento mentale oltre a quelli cognitivi.
domande narrative è difficile e che poggia su di una rete di com- La voce della vita è ricca di emozio-
richiede uno specifico training molto petenze le cui radici sono antropo- ni e il medico deve essere in grado
rigoroso. logiche, pedagogiche, letterarie, non solo di reggerle ma anche di uti-
Non spetta invece al medico riordi- etiche, filosofiche. lizzarle nella relazione di cura. Ciò
nare la narrazione del paziente in L’uso della narrazione da parte di vale sia per le emozioni del pazien-
base alla sua logica o ai propri cri- professionisti della cura, medici e te che per quelle del medico stesso.
teri professionali, che tenderebbero non, si apprende mediante una for- A questo scopo la medicina narrati-
a trasferire la voce della vita in mazione specifica, che si somma va si rivela uno strumento adegua-
quella della medicina, trasforman- alle preesistenti abilità di counsel- to e necessario: pur di non dimenti-
do il dialogo in un monologo un po’ ling. La formazione alle competenze care che la narrazione in ambito
ampliato; il medico deve limitarsi a narrative, già in atto in molte facoltà medico è un processo dialogico, po-
facilitare la narrazione; e non di mediche inglesi e nordamericane, si lifonico, che se ha un editor (il me-
rado è il paziente stesso, narrando, avvale di strumenti diversi: lettura e dico) ha autori diversi, tutti egual-
a individuare mezzi e risorse per far scrittura principalmente, ma anche mente importanti.
Confini 1/2009 21
LIBRI
Morte cerebrale
una riflessione sull’esistenza di questi uomini sospesi,
né vivi, né morti, poiché si trattava di un problema
creato proprio dall’innovazione biomedica. Tuttavia, la
e trapianto
medicina occidentale, non abituata a ragionare in ter-
mini etici e filosofici, imboccò da subito una via discu-
tibile. Invece di domandarsi (come Becchi avrebbe tro-
degli organi
vato auspicabile) quale destino riservare ai pazienti
con il cervello irrimediabilmente danneggiato, la cui
prognosi è infausta e la morte vicina, la biomedicina
cercò e trovò una soluzione diversa.
La risposta per questi pazienti fu data, infatti, solo alla
Morcelliana, Brescia 2008 fine degli anni ’60, in seguito al primo trapianto di cuore
pp. 200, euro 12,50 di Barnard, riflettendo su come rendere possibile il tra-
pianto di cuore, organo non prelevabile efficacemente
da un individuo in arresto cardiaco. Nel 1968, il Comi-
tato di Harvard stabilì che le persone in morte cerebra-
le potevano essere considerate morte a tutti gli effetti.
La definizione della morte, contrariamente a quanto Il Comitato, afferma Becchi, “si era limitato ad equipa-
tendiamo oggi a immaginare, non è una questione solo rare la diagnosi di coma irreversibile alla morte cere-
di carattere scientifico, ma è sempre stata influenzata brale totale e questa alla morte di fatto” (p. 16).
da fattori etici e pratici, come ha ben spiegato Carlo Ossia, i pazienti in coma irreversibile furono considera-
Alberto Defanti nel suo recente libro Soglie. Medicina ti cadaveri, e pertanto i loro organi, cuore incluso, pote-
e fine della vita. Nel ’700, ad esempio, l’idea filosofica rono essere trapiantati. Desta stupore la facilità con cui
della morte quale processo di distruzione progressiva questa nuova definizione della morte – così contraria
dell’organismo sostituì quella del decesso come al senso comune, che fatica a vedere un cadavere in
momento puntuale di separazione tra corpo e anima un paziente che respira e col cuore che batte, seppu-
(prediletta dalla visione religiosa). L’idea di un morire re con l’ausilio di una macchina – venne accolta in tutto
che si prolunghi nel tempo aprì la via al timore della il mondo, con pochissime eccezioni.
morte apparente, e al contempo, alla ricerca medica di Il libro di Becchi dà un notevole spazio alla critica di
un segno, o di un insieme di segni inequivocabili, che Hans Jonas, che (come d’altronde Carlo Alberto
permettesse di identificare in modo certo la morte. Di Defanti) mise in luce come sia stato storicamente l’in-
fronte alla difficoltà di trovare una simile certezza sul teresse per i trapianti a determinare la nuova definizio-
piano scientifico, si adottò una nuova cautela nei con- ne della morte, che consiste nell’equiparazione tra la
fronti dei morti, ossia un tempo di attesa più lungo tra prognosi infausta di coloro che si trovano in coma irre-
la diagnosi della morte e la sepoltura. versibile e la diagnosi di morte. Jonas evidenziò come
Nonostante gli straordinari progressi compiuti dalla medi- la tesi del Comitato di Harvard fosse volta a risolvere
cina nei due secoli e mezzo che ci separano dal dibatti- due problemi contemporaneamente: quello dell’esi-
to sulla morte apparente nel XVIII secolo, la definizione stenza di pazienti in condizioni disperate, a cui i medi-
della morte non appare, neppure oggi, del tutto indiscuti- ci non potevano staccare il respiratore, per non essere
bile. La sottile linea di demarcazione tra la vita e la morte accusati di omicidio; e quello di organi che avrebbero
è ancora estremamente ardua da cogliere, come già potuto salvare altre vite e che restavano invece inutiliz-
negli anni ’90 Hans Jonas aveva messo in luce. zabili. In altre parole, Jonas non condivise che un pro-
In questo libro, Becchi ricostruisce le linee essenziali blema di carattere etico, come quello del destino di
del dibattito, molto trascurato in Italia fino ad ora, sul- pazienti in coma irreversibile, fosse stato trasformato
l’adeguatezza del criterio della morte cerebrale totale surrettiziamente in un quesito scientifico.
per definire la morte. Nel frattempo, nuovi studi e nuove esperienze hanno
Mollaret e Goulon, negli anni ’50, definirono coma dimostrato che la prossimità alla morte dei pazienti in
dépassé la situazione di quei pazienti che, dopo un morte cerebrale non è affatto scontata, come volevano
tentativo fallito di rianimazione, restavano in bilico tra i medici di Harvard. Shewman affermò infatti, a partire
22 Confini 1/2009
LIBRI
da esperienze cliniche, che persone in morte cerebrale Di fronte a tali posizioni, che paiono oggi piuttosto suf-
totale o in morte corticale (stato vegetativo permanen- fragate dai fatti, non si può non chiedersi che risposte
te) possono sopravvivere molto a lungo: il che significa dare, sul piano etico, a due differenti problemi. Il primo
che il cervello non è del tutto centrale nel determinare è: cosa è lecito fare di fronte a pazienti col cervello
la sopravvivenza di un organismo come sistema inte- compromesso in modo irreversibile? Il secondo è se
grato: “La morte di quell’organo di per sé non provoca bisogna considerare illegittimi i trapianti “a cuore bat-
la disintegrazione del corpo, una tale disintegrazione è tente”, come pensava Jonas.
piuttosto la conseguenza di danni che interessano più Relativamente al primo quesito, Becchi, condividendo
sistemi di organi e il raggiungimento di un livello critico il pensiero sia di Jonas che di Singer (e anche di
che determina l’avvio del processo di morte” (p. 50). Defanti), non ritiene che questi pazienti debbano esse-
Jonas interpretò le scelte di Harvard dal punto di vista re tenuti in vita (né quelli in morte cerebrale totale, né
culturale, affermando che la centralità attribuita al cervel- quelli in stato vegetativo): la sua posizione (moderata
lo dipendeva ancora dal dualismo della cultura occiden- ma laica, nel senso profondo del termine) è oggi utile
tale, che pensava all’identità della persona con la sua anche per riflettere sull’inquietante piega che ha preso
attività cerebrale. E aggiunse che la definizione di nel nostro paese il dibattito sulla tragica vicenda di
Harvard testimoniava dell’ipocrisia del nostro tempo, nel Eluana Englaro.
quale una biomedicina ambigua rispetto agli esiti del pro- Per quanto riguarda i trapianti, Becchi non ritiene che
prio operare, invece di lasciar morire un paziente senza si debba rinunciare a una prassi capace di salvare
speranza, sceglieva di parlarne come se fosse già morto. tante vite. Piuttosto, in una significativa sintonia col
Un’analoga ipocrisia è attribuita da Becchi alla Chiesa pensiero di un neurologo come Defanti, occorre per
cattolica, la quale, per evitare di dover ammettere che Becchi respingere una dannosa ipocrisia. Infatti, egli
molti trapianti avvengono da persone che non sono afferma: “Un individuo, consapevolmente informato del
ancora morte (ossia per non creare il minimo spiraglio fatto che con la perdita irreversibile del funzionamento
a una legittimazione dell’eutanasia), accolse anch’es- del suo cervello è comunque già iniziato il processo del
sa il nuovo criterio della morte cerebrale. Anche suo morire, potrebbe pure dichiarare anticipatamente
Singer, come Jonas, maturò negli anni ’90 la convin- di sacrificare quel poco che ancora resta della sua vita
zione che la morte cerebrale fosse un “falso scientifi- per gli altri. Donando la sua vita che sta comunque per
co”, e che fosse necessario tornare a una definizione finire egli consente ad altri di vivere” (p. 163).
tradizionale, cardio-respiratoria, del decesso. Marina Sozzi
Maestro di Leida,
“Natura morta con libri”,
ca. 1628,
Alte Pinakothek, Monaco.
Confini 1/2009 23
LIBRI
La cremazione
e il diritto in Europa
a cura di BRUNO PY e di MARC MAYER
Per ordinazioni rivolgersi alla Federazione Italiana per la Cremazione, corso Turati 11/c, 10128 Torino
Tel. 011 5812 308, e-mail: ocapra@socremtorino.it
24 Confini 1/2009
NOTIZIARIO
Le attività di ricerca
L’ attività di ricerca della Fon-
dazione Fabretti in ambito ci-
miteriale, avviata fin dai primi mesi
pone di analizzare la concezione del-
la morte e dei riti funebri all’interno
delle numerose comunità etniche e
sofia dell’Università di Torino.
Esito dello studio sarà la pubblica-
zione di un libro – a cura della Fon-
del 2008, è giunta a una tappa in- religiose presenti in Piemonte. L’o- dazione Fabretti, da distribuire, tra-
termedia: nel mese di febbraio di biettivo è delineare una panoramica mite la Regione Piemonte, a tutte le
quest’anno infatti Marina Sozzi, di- generale delle usanze e dei problemi amministrazioni comunali – che con-
rettore scientifico della Fondazione, inerenti le pratiche funebri e i rituali terrà schede su tutte le comunità
ha consegnato al comitato di valu- degli immigrati che vivono in questa prese in esame dove saranno ana-
tazione la prima tranche della ricer- regione, soprattutto nelle situazioni in liticamente descritti: a) i riti funebri;
ca finanziata dalla Fondazione cui si renda necessario organizzare b) gli aspetti di compatibilità con la
Cassa di Risparmio di Torino nel- un rito e, magari, rimpatriare una nostra legislazione funeraria; c) le
l’ambito del “Progetto Alfieri”. salma nel Paese di origine. possibili soluzioni da attuare allo
Il lavoro, svolto dagli antropologi Il progetto, della durata di un anno, scopo di soddisfare le richieste delle
Alessandro Gusman e Cristina Var- si realizzerà per mezzo di ricerche diverse comunità.
gas, dallo storico Luca Prestia e dal- sul campo che si focalizzeranno sui In futuro questa indagine potrebbe
la storica dell’arte Maria Vittoria gruppi religiosi più rilevanti per il ter- essere effettuata in altre regioni ita-
Foghino, si è focalizzato nel corso di ritorio regionale dal punto di vista nu- liane per conto delle amministrazio-
questo primo anno sullo studio dei merico, tenendo conto dell’influenza ni o delle fondazioni bancarie locali.
cimiteri di Torino (Cimitero Parco), di culturale delle realtà ospitanti.
Fossano e di Torre Pellice. Le nume- La ricerca si avvarrà della collabora- Artista spagnolo,
rose interviste, realizzate a comuni zione di giovani studiosi provenienti “Natura morta con libri”,
cittadini frequentatori dei diversi siti dal dipartimento di Antropologia cul- prima metà del XVII sec.,
cimiteriali e ad alcuni responsabili turale della Facoltà di Lettere e Filo- Staatliche Museen, Berlino.
della gestione, sono state affiancate
da indagini di natura archivistica e
bibliografica orientate alla ricostru-
zione delle vicende storiche di questi
primi tre campioni studiati.
Nel corso dei prossimi mesi (la ricer-
ca si concluderà infatti a fine 2009 e
i suoi risultati saranno consegnati
all’inizio dell’anno successivo) i
ricercatori si occuperanno degli altri
luoghi facenti parte del campione di
7 cimiteri selezionati dal comitato
scientifico, e cioè: Ivrea, Cuneo,
Trino Vercellese e Novara.
La Fondazione sta portando avanti
anche un altro progetto di ricerca
denominato Gli altri addii che si pro-
Confini 1/2009 25
NOTIZIARIO
Fondazione Ariodante Fabretti
Attività editoriali
D al punto di vista editoriale, la
Fondazione Fabretti sta inve-
ce ultimando la realizzazione del
blico italiano per essere stati rispet-
tivamente uno dei principali consu-
lenti della famiglia Englaro e il me-
del volume è il seguente: Introdu-
zione - 1. L’antropologia della vio-
lenza - 2. Il conflitto colombiano -
quarto numero di “Studi tanatologici”: dico che ha accompagnato alla 3. Corpi e politiche - 4. Storie e
la sua uscita è prevista per l’estate. morte Piergiorgio Welby. memorie - 5. Portete - 6. Le veglie
In questo volume, come sempre L’indice definitivo di questo numero senza pianto - 7. Verso un’antro-
ricco di articoli, segnaliamo soprat- della rivista sarà consultabile quan- pologia della morte violenta.
tutto il “Classico della Tanatologia“, to prima sulle pagine Web del sito Il libro sarà disponibile a partire
che quest’anno è costituito dal co- della Fabretti. dall’autunno.
siddetto “rapporto di Harvard”, e Un’altra novità editoriale è rappre- L’impianto di fondo che lo caratte-
cioè il “manifesto” che alcuni medi- sentata dalla pubblicazione di un rizza muove da una prospettiva
ci accademici statunitensi elabora- nuovo volume che andrà ad ali- interpretativa che, utilizzando gli
rono e pubblicarono nell’agosto del mentare la collana della Fonda- strumenti disciplinari propri del-
1968 al fine di considerare lo stato zione intitolata “Tanatologica”. l’antropologo senza tuttavia trala-
clinico allora conosciuto col nome L’autrice, Cristina Vargas, ha da sciare considerazioni di carattere
di “coma irreversibile” come nuovo poco terminato un dottorato di storico, tenta di gettare luce su
criterio di morte (è da quel momen- ricerca in Antropologia, frequenta- una vicenda che ormai da molti
to infatti che il concetto di “morte to presso l’Università degli Studi anni segna drammaticamente le
cerebrale” è entrato a far parte del di Torino e finanziato dalla nostra vicende politiche, sociali ed eco-
linguaggio comune); il rapporto (da Fondazione. nomiche colombiane.
noi pubblicato in lingua originale e Il volume, che avrà per titolo Vio-
in traduzione italiana) è accompa- lenze, corpi e memorie. Riflessioni
gnato dal commento di due autore- antropologiche sui massacri in Co-
voli studiosi: il professor Carlo Al- lombia, è appunto il risultato di tre Jacques Linard,
berto Defanti, neurologo, e il dottor anni di ricerca sul campo condotta “I cinque sensi”, 1638,
Mario Riccio, entrambi noti al pub- nel Paese sudamericano. L’indice Musée de Beaux-Arts, Strasburgo.
SEGNALAZIONI
Dal mese di aprile è disponibile
nelle librerie l’ultimo volume di
Marina Sozzi edito dalla casa editri-
ce Laterza. Reinventare la morte.
Introduzione alla tanatologia è il
titolo del libro in cui l’autrice rilegge
la nostra cultura funebre alla luce
delle categorie antropologiche, ne
ricerca le ragioni storiche e indaga
i modi in cui la società è riuscita a
far fronte al trauma della morte, il
tutto con un taglio interdisciplinare
che si avvale del supporto della
medicina, della psicologia e della
psicanalisi.
26 Confini 1/2009
! a cura dell’Ufficio di Presidenza della FIC NOTIZIE
dalla Federazione Italiana per la Cremazione
OGNUNO È PADRONE
DELLA PROPRIA VITA!
Il Disegno di Legge Calabrò contro la libertà di scelta
N
el nostro Paese sta avvenen- di un atto scritto revocabile, datato La brutalità con cui ci si ostina a im-
do un fatto di estrema gravi- e sottoscritto, con il quale una per- porre una norma disumana e crude-
tà: con una legge dello Stato si cer- sona, dotata di piena capacità di le si accompagna all’incultura con
ca di impedire l’esercizio di libertà agire, manifesta la propria volontà cui si presume di interpretare princi-
fondamentali della persona. Un atto circa i trattamenti ai quali desidere- pi etici, religiosi e morali. Atteg-
di radicale intolleranza che rifiuta rebbe o non desidererebbe essere giamenti e scelte in cui si riflettono
una risposta al sentire comune del- sottoposta nel caso in cui, nel de- anche altre tematiche attinenti le
la popolazione, avversando il plura- corso di una malattia o a causa di decisioni di fine vita e la possibilità
lismo delle idee e delle fedi con una traumi improvvisi, non fosse più in di disporre del proprio corpo, come
visione autoritaria e anacronistica grado di disporre il proprio consen- la cremazione e dispersione delle
del rapporto tra Stato e cittadini. Le so o il proprio dissenso informato. ceneri. Un quadro caratterizzato da
“Dichiarazioni anticipate di volontà Ma così non è. Il governo non con- un’inaccettabile e infinita attesa di
nei trattamenti sanitari”, accettate sidera il dibattito scientifico di que- una disposizione nazionale attuati-
nella stragrande maggioranza dei sti ultimi anni, non ascolta il dolore va della Legge 30 Marzo 2001, n.
Paesi della comunità internazionale e la sofferenza dei familiari, non ac- 130 e dall’assenza di norme regio-
di cui diciamo di far parte, sono og- coglie i numerosi appelli di medici e nali in molte Regioni d’Italia che fan-
gi impedite e negate in Italia. infermieri, non rispetta gli ammalati no sì che si realizzino discriminazio-
Eppure sembrerebbe molto sempli- terminali e le persone in stato vege- ni e disparità tra cittadini che vivono
ce e sensato riconoscere la validità tativo persistente. in uno stesso Paese.
Confini 1/2009 27
NOTIZIE FIC
La FIC presenta
segue da pagina 27
28 Confini 1/2009
NOTIZIE FIC
Confini 1/2009 29
NOTIZIE FIC
Assemblea
della nostra morte. Questa, che è contrarietà ad un provvedimento
l’espressione di moltissime ricerche restrittivo della libertà rilevata nella
FIC a Udine
teologiche cattoliche di oggi, vuol maggioranza del popolo italiano.
dire prendere sul serio la nostra re- Il senatore Marco Perduca (radicale
sponsabilità e non cederla ad altri eletto nelle liste del PD), ricollegan-
per irresponsabilità. Davanti a Dio dosi all’intervento precedente ha Il giorno 18 aprile 2009 si è svolta in
chi è credente sa di poter vivere fe- sottolineato come attraverso il sito locali forniti dall’Amministrazione
licemente, fecondamente, serena- dell’Associazione Luca Coscioni cittadina l’Assemblea straordinaria
siano stati raccolti oltre mille emen- e ordinaria FIC. I convenuti hanno
damenti alla legge proposti in pochi approvato il nuovo Statuto ed il
giorni da migliaia di cittadini. Gli nuovo Regolamento interno. Tra gli
emendamenti complessivi presen- elementi di maggior rilievo, vi è
tati dai radicali, dopo la raccolta l’ampliamento dell’oggetto sociale
pubblica, sono stati oltre 2.500. Egli della Federazione e un rafforza-
ha evidenziato la trasversalità della mento organizzativo della stessa.
battaglia per il riconoscimento delle Sono stati inoltre definiti in modo
Senatore direttive anticipate di trattamento e più preciso e specifico i rapporti tra
Giuseppe Saro la condivisione degli obiettivi con il la FIC e le Socrem associate.
30 Confini 1/2009
RIFLESSIONI
È Il cimitero
possibile che consideriamo
con una sorta di leggerezza
anche gli eventi più drammatici se
è ancora un tabù?
ci sono presentati con profusione
di immagini fotografiche e video,
perché una cosa è vedere indiret-
tamente ma un’altra andare noi
stessi a guardare. ! di Gisella Gramaglia
La visione delle immagini della
morte, che immancabilmente ogni
giorno ci cattura lo sguardo attra-
verso trasmissioni televisive gior-
nalistiche e documentarie con
scene di guerre e di esecuzioni
capitali o di stragi, epidemie, cala- diversi punti di vista, e non si invitino alla serenità, al ricordo e
mità naturali, è diventata una intende certo trattare il tema in alla riflessione.
delle tante. Ma se vedere la morte questa pagina. Sicuramente è un bel passo avan-
(ovviamente quella degli altri e Forse invece qui si può saltare l’o- ti rispetto all’immagine tradiziona-
magari all’altro capo del mondo) è stacolo ripensando la relazione le del cimitero descritto nella lette-
diventato quasi normale, lo stesso che c’è tra la città e il cimitero, ratura ottocentesca e tanto cara ai
non può essere detto sul “vedere non limitandoci a definirli l’una il registi dei film dell’orrore.
il cimitero”. luogo dei vivi e l’altro quello dei Indipendentemente da ciò, co-
Questo può essere in parte impu- morti, ma piuttosto guardandoli munque, ci sono persone che
tabile al fatto che pur vivendo in come due città profondamente vanno al cimitero tutti i giorni, lì
un’epoca in cui l’immagine è tutto, vicine e collegate tra loro anche parlano con i propri morti, si pren-
e quindi vediamo di tutto, quella su piani diversi e non su quello dono cura delle tombe con l’atten-
del cimitero non invade d’abitudi- prettamente simbolico. zione e con la spontaneità che
ne le nostre indifese percezioni Il cimitero di oggi sta modificando usano per le proprie dimore. Che i
visive attraverso filmati e foto: ai la propria fisionomia e assume defunti siano ancora lì, nel cimite-
giornalisti in genere piace poco sempre più i connotati di un luogo ro, per taluni è più di una vana illu-
fare reportage nei cimiteri. Scara- della città che appartiene alla città, sione. Chi onora i morti facendogli
manzia? progettato per essere facilmente visita come se ancora esistessero
Così sta a noi, da vivi, entrare in accessibile a tutti, percorribile in quel preciso luogo, esorcizza il
loco per esplorare con i nostri anche con mezzi propri e raggiun- potere della morte non permetten-
occhi e guardare anche questa gibile con mezzi di linea diretti. do a essa di portargli via del tutto
realtà urbana; però in tal caso Perseguendo una continuità non le persone amate. Certamente chi
siamo molto sulla difensiva per- soltanto ideale tra l’assetto citta- va al cimitero sa che i propri cari
ché il posto è correlato a un dino e quello cimiteriale, nei gran- “non sono più”; ma nel credere
timore atavico e profondo, ben di centri urbani gli enti che gesti- che fisicamente siano lì nel cimi-
peggiore della paura della vio- scono i cimiteri operano con fina- tero, ciascuno, a suo modo, li per-
lenza e della povertà, in quanto lità di riqualificazione dei siti che, cepisce ancora. È palese che
configura e materializza l’inquie- oltre alla consueta tutela delle questo rito costituisce anche dal
tudine più grande, quella dell’in- parti storiche e monumentali non- punto di vista psicologico una effi-
determinato, cioè la morte, e ché alla manutenzione delle cace forma di compensazione al
allora per molti il cimitero rimane sepolture e quant’altro, provvedo- senso della perdita.
ancora un luogo tabù. no alla creazione di nuove aree, In una nuova prospettiva, che solo
Nel corso degli anni “Confini” ha concepite per favorire un clima di noi possiamo crearci cambiando
trattato approfonditamente il accoglienza, che includano spazi modo di pensare e di vedere, si
tabù della morte, ne ha affronta- verdi con percorsi pedonali e evidenzia la funzione del cimitero
to molteplici aspetti proponendo ciclabili e veri e propri giardini che moderno.
Confini 1/2009 31