Sei sulla pagina 1di 2

Relazione: femminicidio

"La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani" kofi Annon

Ad ogni epoca, civiltà a seconda dagli usi e costumi del periodo il ruolo della donna nella società
ha assunto diversi connotati. Dalle prime documentazioni archeologiche conservate si rivela che
le donne egiziane furono considerate quasi uguali agli uomini indipendemente dallo stato civile.
Nel poema Omerico il mondo greco è descritto come una società improntata ad un forte
patriarcato, mentre nello sviluppo delle polis nel corso dell'VIII secolo a.c. vennero istituiti due
grandi gruppi sociali appartenenti alla realtà cittadina: gli uomini liberi da una parte, gli
stranieri e gli schiavi dall'altra ma tra gli esclusi vi erano le donne che non assumevano nessun
riconoscimento a livello civile. In epoca romana la condizione femminile era considerata al di
sotto di quella maschile, sia pur sempre migliore di quella greca. Ella era considerata un essere
inferiore, con pochissimi diritti e totalmente sottomessa prima al padre ed ai fratelli poi al
marito.

Purtroppo la lotta per i diritti umani non riguarda solo l'antichità: il suffraggio femminile è una
conquista abbastanza recente. Si tratta infatti, del risultato di un profondo movimento di
riforma politica, economica e sociale che trova le proprie basi nella Francia del XVIII secolo. Al
suffraggio femminile, tuttavia, non si arriva nello stesso periodo in tutti i paesi del mondo anzi,
spesso si registrano decenni di differenza. Il movimento che diede eco maggiore alla lotta per il
voto fu senza dubbio quello delle Suffragette, al quale aderivano le donne che si battevano per
l'emancipazione femmile e per il diritto al voto. In Inghilterra le rivendicazioni delle suffragette
arrivarono ad un esito positivo solo con la legge del 2 luglio 1928.

In Italia solo nel 1942 venne istituito il diritto di famiglia seppur concepiva una famiglia fondata
sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti interpersonali sia in quelli
patrimoniali, nelle relazioni di coppia e nei riguardi dei figli, ai quali la patria podestà veniva
affidata al padre. Il suffraggio femminile si ebbe solo nel 1946 a seguito della seconda guerra
mondiale quando si doveva scegliere tra repubblica e monarchia.

Nonostante le molteplici conquiste, non raggiunte in tutti i paesi del mondo, le donne devono
lottare quotidianamente per difendere la propria incolumità. Fenomeno attualmente diffuso a
cui attraverso le misure cautelari si cerca di ridurre ogni forma di abuso è la violenza domestica,
una condotta di controllo esercitata su un individuo del nucleo familiare, al fine di arrecare
lesioni all'integrità fisica, psicologica e morale. L'offender può essere il partner, ex-partner o
qualsiasi altro membro della struttura familiare.

La legge 154/2001 prevede l'adozione di provvedimenti a tutela delle vittime di violenza


domestica disciplinato art 282 bis c.p.p. La misura cautelare si articola in due parti: la misura
principale, ossia allontamento casa familiare rivolta all'indagato al fine di lasciare
nell'immediato l'abitazione e con obbligo di non farvi rientro senza autorizzazione del giudice
che stabilisce modalità e limiti di frequentazione; ed misure accesorie: divieto di avvicinamento
in determinati luoghi e ordine di pagamento periodico di un assegno a favore dei conviventi
rimasti privi di mezzi adeguati.

Nel seminario frequentato il 19/o2/2018 presso l'università Ecampus, sede di Bari, abbiamo
affrontato la tematica relativa al femminicidio con particolare riguardo al reato di stalking. Si
tratta di una serie di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza, alla ricerca di un
contatto e di comunicazione con una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata da tali
attenzioni o comportamenti. Lo stalker è quindi colui che con atteggiamenti molesti ed
impertinenti genera paura ed angoscia nella vittima, sconvolgendo la vita e le relazioni di
quest'ultimo.

Qualora non fosse sufficiente risolvere la questione in maniera amichevole, facendo presente, in
modo non aggressiivo, al presunto persecutore che le sue azioni ci infastidiscono, è opportuno
prendere seriamente in considerazione la possibilità di adire alle vie legali e denunciare il
molestatore per atti persecutori. Tali comportamenti integrano il reato di stalking previsto
dall'art. 612 bis c.p. il quale contempla la reclusone dai 6 mesi ai 4 anni.

Potrebbero piacerti anche