monografici, che tratta brani pianistici con un approccio analitico musicologico. Nel primo volume le sonate di Schumann ispira- no considerazioni struttural-antropologiche (la sonata come metafora di “viaggio” interiore). Con i brani di Liszt si tende ad una visione ermeneu- tica dei significati del mondo umanistico, contemporaneo al musicista, che informano la sua magistrale retorica compositiva. Infine con Debussy si svela un insolito mondo sonoro che mostra come i criteri psicofisici inerenti alla sua musica, codificati in suono, avrebbero aperto l’orizzonte a future generazioni. La musica illumina il mondo dell’interprete ed è da questo a sua volta illuminata.
Carlo Grante è nome noto alla comunità pianistica internazionale, sia per la sua attività discografica e con- certistica - ammirato per un insolito dominio di un repertorio attivo dei più ampi e vari fra i pianisti con- temporanei - sia per la sua attività di studioso ed esperto di letteratura pianistica, con speciale attenzione all’evoluzione del linguaggio strumentale particolare: “...è uno dei migliori esecutori che vi siano in giro” (Paul Badura-Skoda).
