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– Aggressività predatoria: propria degli animali quando sono a caccia; non prevede
l'attivazione del sistema simpatico
1. Teoria etologica
Sostenuta da K. LORENZ, vede l'aggressività come un fenomeno naturale, adattivo, favorito
dall'evoluzione della specie. L'aggressività è utile negli umani come negli animali per la difesa del
territorio, per la difesa della prole e per la conquista del partner. L'aggressività è istintiva.
Teoria poi abbandonata per la difficile definizione del concetto di istinto (come sarà anche per la
teoria pulsionale): Non si rende conto, con questa concezione, delle differenze individuali e
culturali nell'espressione dell'aggressività.
2. Teoria pulsionale
Sostenuta da FREUD, Che vede nella realtà la contrapposizione tra un principio di libido e un
principio di destrudo. Non proiettiamo l'aggressività dal nostro interno verso l'esterno nella lotta
eterna tra Eros e Thanatos. L'aggressività può essere però trasformata attraverso o la sublimazione e
la creatività (idea catartica dell'aggressività – non supportata dalle evidenze empiriche)
3. Teoria frustrazione-aggressività
Teoria di matrice comportamentista, elaborata da DOLLARD. Il ed uno stimolo frustrante
corrisponde una reazione aggressiva e viceversa; la teoria è stata ripresa e rielaborata da
BERKOWITZ, che ha ipotizzato la presenza, tra frustrazioni aggressività, della rabbia. Dalla rabbia
si può generare l'aggressività.
Si è visto che non sempre questo è vero; non sempre però a una frustrazione corrisponde una
reazione aggressiva: per esempio, si può avere una reazione depressiva o di impotenza appresa
(Seligman). Oppure si possono avere comportamenti aggressivi senza frustrazione (es. Aggressività
strumentale)
Ci può essere dislocazione dell'aggressività: reindirizzamento verso un obiettivo più socialmente
accettabile.
Deprivazione relativa: contempla il ruolo della frustrazione; gli individui diventano scontenti
quando percepiscono discrepanza tra i loro standard di vita e quelli a cui credono di avere il diritto
Si è studiato il ruolo del testosterone: non c'è una correlazione diretta, ma alti livelli di testosterone
possono indurre più facilmente a un comportamento aggressivo.
Altra condizione è l'aggressività sviluppata in condizioni psichiche alterate dall'uso di alcol o di
sostanze stupefacenti, per quanto nel caso della ci sia da considerare l'aspettativa, Per la quale si dà
la colpa dell'alcol in quanto ci si aspetta che questo generi determinati comportamenti.
Esperienze avversive: L'aggressività può essere scatenata o alterata da fattori ambientali: si è visto
che stare in ambienti affollati, Rumorosi, eccessivamente caldi può scatenare l'aggressività.
Possono essere coinvolti anche fattori personali: per esempio, il fatto di essere stati appena
provocati può essere un fattore scatenante.
Aggressività femminile diversa rispetto a quella maschile: le donne tendono a essere meno
aggressive non tanto per differenze ormonali quanto per diversa socializzazione di genere.
– giustificazione morale
– etichettamento eufemistico
– confronto vantaggioso
– Dislocamento di responsabilità (me l'hanno ordinato)
– Diffusione di responsabilità
– Distorzione delle conseguenze
– Disumanizzazione della vittima
– Attribuzione della colpa
Dagli studi di Bandura ci si è cominciati a porre il problema dei mezzi di comunicazione come
strumenti di apprendimento dell'aggressività.
A parte gli studi effettuati sui criminali di, che in alcuni casi hanno confermato di aver tratto
ispirazione da quanto visto in televisione, sono stati svolti studi longitudinali per determinare il
rapporto tra l'esposizione alla violenza dei bambini e comportamenti violenti successivi in età
adulta. Si è visto che c'è una correlazione, anche se poi è difficile stabilire la direzione della
correlazione e quindi determinare una vera propria causalità.
Gli studi sono stati condotti sulla televisione e sui videogiochi.
Per quanto riguarda la televisione, essa fornisce degli script sociali, ossia dei modelli di
comportamento. Si è visto che è tanto più efficace quanto più tende a mostrare la violenza senza
mostrare la sofferenza della vittima, a giustificare i comportamenti violenti e quando i violenti non
vengono puniti.
C'è imitazione e disinibizione.
La televisione può avere effetto di priming.
La visione della televisione determina una maggiore percezione del rischio ambientale: le persone
esposte a programmi violenti tendono a percepire la realtà intorno a sé come più violenta di quanto
non sia.
L'esposizione ripetuta può causare una desensibilizzazione ai contenuti violenti.
Si è visto che l'esposizione prolungata alla televisione induce a un minor impegno sociale
(consumo di tempo).
Ridurre l'aggressività
La teoria tradizionale è quella catartica (v. videogiochi), che ha una concezione quasi "idraulica":
l'aggressività si accumula Fino ad essere sfogata; una volta sfogata, essa dovrebbe diminuire. Si è
visto sperimentalmente che non è così; sono state effettuate anche indagini storiche, nelle quali si è
trovato che per esempio nei periodi immediatamente successivi alle guerre il tasso di violenza
generale non diminuiva.
Sembra del tutto inutile e contraddittorio insegnare ai bambini ad evitare la violenza se si utilizza la
violenza stessa; piuttosto che punire comportamenti aggressivi, molto meglio rinforzare quelli
positivi.