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Problemi di cuore

Guardate i fumetti e cercate di immaginare di che cosa stanno parlando Stefano e Roberto.
Ciao raga!
A coppie: mettete in ordine le frasi. Poi ascoltate e verificate.
Stefano: Ciao raga.
Roberto: Sì, ma anche se facevo finta di niente la lumavo anch’io. La mia tipa mi ha sgamato ed è andata
fuori di testa.
Stefano: Ma non sei tu che l’avevi mollata?
Stefano: Ma come sei messo! Ti ho chiamato 40 volte, ti ho sparato 20 sms e tu niente, neanche di
striscio!
Stefano: Ma che cavolo è successo?
Roberto: Ma che ne so io! Ieri sera ero andato con lei al pub a vedermi con Davide e la banda, dovevamo
fare una colletta per comprare un regalo alla prof di matematica. Lì c’era anche la mia ex che continuava
a guardarmi…
Roberto: Ciao, Ste, ho visto che mi hai chiamato, però…
Roberto: Eh… sono in palla. Roberta mi ha scaricato e io adesso sono incasinato.
2 1.3
1

Che cos’è Slangopedia?


Leggete il testo e rispondete alle domande.
1. A che cosa serve Slangopedia?
2. Chi costruisce il vocabolario di Slangopedia?
3. Dove si trova il dizionario dello slang giovanile?
4. Che cos’è L’Espresso?
5. In che cosa consiste il linguaggio giovanile secondo l’articolo?
Mettiamo a fuoco
Ritrovate le parole nel testo e abbinate ogni parola alla definizione giusta.
2
1
B
Slangopedia, un fiume di parole (ABC)
Tutto è nato da un’inchiesta de L’Espresso sul nuovo linguaggio
giovanile di fine Millennio. Uno slang scherzoso, ludico e creativo fatto
di sigle e metafore inventate, rielaborate, accorciate e raddoppiate.
Neologismi e tormentoni rubati al dialetto e a Internet, al cinema e alla
TV. Sono meteore velocissime le parole dei giovani: durano una decina
d’anni, dicono gli esperti, e poi scompaiono. L’unica è stargli dietro in
tempo reale. Così, quando è nato il sito de L’Espresso, abbiamo
lanciato il primo dizionario on line dello slang giovanile. E oggi
Slangopedia contiene più di 800 voci, tutte proposte da lettori di ogni
parte d’Italia (e dall’estero), che inviano per mail parole gergali indicandone età, luogo di
provenienza e significato. Un vocabolario autocostruito insomma, in cui ciascuno dice la sua e
invia parole e frasi (incomprensibili ai più) con cui i teenagers comunicano quotidianamente
tra di loro.
1. ludico
2. metafora
3. neologismo
4. tormentone
5. quotidianamente
6. stare dietro a qualcuno o a qualcosa
7. sigla

a. abbreviazione di nomi di enti, ditte, ecc. formata


dalle loro iniziali

b. vocabolo di recente invenzione introdotto in una lingua

c. nel linguaggio dei media, ripetizione ossessiva e


martellante di temi d’attualità, notizie, canzoni e
altro, proposti continuamente dai mezzi di comunicazione

d. che ha a che fare con il gioco

e. seguire con attenzione, mantenersi informati, aggiornarsi

f. figura retorica che consiste nel sostituire un termine


proprio con uno figurato, ovvero con un’immagine

g. tutti i giorni
Un esempio di linguaggio tecnico
Per telefonare in Italia con un telefono cellulare si può comprare una scheda prepagata. Osservate le immagini e
cercate di individuare le parole chiave nei testi che le accompagnano.
Nella busta che vedete qui sopra oltre alla sim avete trovato questa scheda:
E adesso come faccio?
Immaginate di avere comprato una busta come quella sopra, l’avete aperta e non avete trovato la carta con
i codici PIN e PUK. A coppie: raccontate che cosa avete fatto. Usate il passato prossimo e l’imperfetto.
A ogni lingua le sue espressioni

1. Cerco il titolo dell’ultimo libro di Antonio Tabucchi. Ce l’ho sulla punta della lingua, ma...
2. Perché non mi rispondi? Hai perso la lingua?
3. Ormai sono passati almeno due mesi da quando Sandro l’ha lasciata, ma lei continua a parlare di lui e si
dispera… Eh, la lingua batte dove il dente duole.
4. Luciano è un disastro, non riesce mai a tenere a freno la lingua!
5. Dopo che gli avevo raccontato tutto mi sarei morsa la lingua.
6. Se c’è qualcosa di poco carino, Paolo te lo dice sicuramente, sai che lui non ha peli sulla lingua.
7. Non raccontare niente a Francesca, quella ha la lingua lunga.
8. Le affermazioni di Giorgio hanno ferito profondamente tutti noi. Forse è vero che ne uccide più la lingua che
la spada.
9. Dài, racconta! Di noi ti puoi fidare. Sappiamo tenere la lingua a posto.
1 1.4
2
1
Ora tocca a voi!
A coppie: inventate una storia utilizzando almeno 3 espressioni sulla lingua. Poi cercate anche
nella vostra
madrelingua espressioni che contengono la parola “lingua” e confrontatele con quelle elencate
qui sopra. Potete
aiutarvi con un vocabolario.
Dal latino all’italiano
Parlate delle vostre conoscenze sulle origini della lingua italiana. Scegliete tra le seguenti le
risposte corrette. Poi
verificate leggendo il testo.
Vero Falso
1. L’italiano deriva dal francese.
2. Nel Medioevo le trasformazioni del latino danno origine a diverse lingue regionali.
3. Dante scrive la Divina Commedia in latino.
4. La parola “vulgus” in latino significa “volgare”.
5. Ogni popolazione resta in parte fedele alla propria lingua originaria.
6. Nel 1100 il volgare comincia ad essere usato da poeti e scrittori.
L’italiano appartiene come lo spagnolo, il francese, il portoghese e il rumeno al gruppo delle
lingue romanze o neolatine, deriva cioè
dal latino. Non deriva però direttamente dal latino classico usato nell’antica Roma dai grandi
scrittori, ma dal latino usato dal popolo,
che infatti viene chiamato “vulgaris” da “vulgus” che significa “popolo”. Mentre il latino
classico scriveva domus, equus, os, ignis, il latino
volgare diceva casa, caballus, bucca e fuoco.
In origine il latino era la lingua di una piccola città: Roma. Nei secoli V e IV a.C. in Italia si
parlavano anche altre lingue, come per esempio,
l’osco, l’umbro, il greco, il gallico, il veneto, il ligure, il sardo, l’etrusco. Dopo la conquista di
tutta l’Italia da parte di Roma fra il III e il I secolo
a.C., per facilitare gli scambi culturali e commerciali, si rende necessaria una lingua comune,
così tutte le popolazioni della penisola
imparano il latino. Ogni popolazione tuttavia resta in parte fedele alla propria lingua originaria e
quindi lo parla in modo diverso.
Nel Medioevo le trasformazioni del latino sono sempre più profonde e danno origine a diverse
lingue regionali dette volgari,
mentre il latino vero e proprio resta la lingua della cultura e della Chiesa.
Agli inizi del 1300 la lingua volgare locale, sviluppatasi a partire dal latino volgare, comincia ad
essere usata da poeti e scrittori,
ed è questo che la fa conoscere in tutta Italia.
Il fiorentino, essendosi sviluppato in territorio etrusco, rimane la lingua più vicina al latino
rispetto ad ogni altro volgare italiano. Dopo
la Divina Commedia di Dante, anche altri grandi scrittori come Boccaccio e Petrarca scrivono in
fiorentino, così questa lingua regionale diventa
sempre più importante fino a diventare la lingua comune a tutta la nazione, mentre gli altri
volgari continuano ad esistere come
dialetti regionali.
3
2
Espressioni idiomatiche e proverbi
1. avere una parola o una frase sulla punta della lingua
2. aver perso la lingua? (come domanda)
3. tenere a freno la lingua
4. tenere la lingua a posto
5. mordersi la lingua
6. non aver peli sulla lingua
7. avere la lingua lunga
8. “La lingua batte dove il dente duole.”
9. “Ne uccide più la lingua che la spada.”
a. pentirsi, essere dispiaciuti di aver parlato
b. non parlare a sproposito, quando non è opportuno
c. essere schietti, non aver paura di dire le cose
chiaramente anche se sono sgradevoli
d. tornare sempre su un tema che sta a cuore,
preoccupa o addolora
e. essere sul punto di dire senza riuscirci per
un improvviso vuoto di memoria
f. si chiede a chi parla poco o non risponde
g. non parlare troppo, controllarsi
h. le parole possono essere più dure e dannose
delle armi
i. parlare molto, non essere capaci di tacere
Mettiamo a fuoco
Osservate le parole in neretto nel testo in D3 e cercate di capire la loro funzione nelle frasi. Poi
scrivete un testo
su un argomento a vostra scelta usando almeno una volta ognuna di queste parole.
Parole famose
Queste sono parole molto conosciute anche fuori dall’Italia. pizza mozzarella ciao
Sapevate che derivano dai dialetti parlati in 4 città italiane?
Abbinate le parole alle città di provenienza.
Napoli: .......................................... Milano: ..........................................
Venezia: .......................................... Firenze: ..........................................
Il dialetto che cos’è?
Che cos’è un dialetto secondo voi? Come lo definireste?
Che cosa dice il dizionario?
Leggete la definizione e confrontatela con le vostre idee.
Quale vi piace di più?
A coppie: trovate qui sotto altre affermazioni sul dialetto. Leggetele e discutetene insieme.
1. “Una lingua è un dialetto con alle spalle un esercito e una flotta.” (Einar Haugen, linguista)
2. “Il dialetto non mi piace, non lo uso perché è brutto, incivile, sbagliato, sgrammaticato.”
(Mauro, impiegato)
3. “Il dialetto deve vivere non perché è necessario, bensì perché è lo strumento che consente a
determinate culture e
tradizioni di sopravvivere. E deve vivere anche perché corrisponde alle esigenze culturali dei
gruppi locali.” (Gaetano
Berruto, linguista)
4. “Il dialetto diventa lingua quando viene scritto ed adoperato per esprimere i sentimenti più alti
del cuore… per esprimere
le proprie idee, il proprio sentire, i propri desideri.” (Pier Paolo Pasolini, scrittore)
5. “Uso il dialetto in famiglia e con gli amici, al lavoro uso l’italiano perché dove lavoro io ci
sono milanesi, siciliani,
liguri e non mi capirebbero.” (Flavia, ricercatrice)
4
3
2
1
4
dialetto [dia-lèt-to] sostantivo m.
Col termine dialetto si può indicare la parlata
di un solo centro abitato, in quanto entità linguistica
di solito abbastanza omogenea e individuabile:
il dialetto fiorentino, milanese, napoletano,
palermitano, cagliaritano; per aree
più ampie, subregionali o regionali, è più corretto
usare il termine al plurale: i dialetti toscani,
lombardi, campani, siciliani, sardi. Tutti
i dialetti neolatini d’Italia sono dirette derivazioni
del latino parlato e si collocano quindi
“in parallelo” alla lingua italiana, derivata da

risotto panettone bimbo

Quale vi piace di più?


A coppie: trovate qui sotto altre affermazioni sul dialetto. Leggetele e discutetene insieme.
1. “Una lingua è un dialetto con alle spalle un esercito e una flotta.” (Einar Haugen, linguista)
2. “Il dialetto non mi piace, non lo uso perché è brutto, incivile, sbagliato, sgrammaticato.”
(Mauro, impiegato)
3. “Il dialetto deve vivere non perché è necessario, bensì perché è lo strumento che consente a
determinate culture e
tradizioni di sopravvivere. E deve vivere anche perché corrisponde alle esigenze culturali dei
gruppi locali.” (Gaetano
Berruto, linguista)
4. “Il dialetto diventa lingua quando viene scritto ed adoperato per esprimere i sentimenti più alti
del cuore… per esprimere
le proprie idee, il proprio sentire, i propri desideri.” (Pier Paolo Pasolini, scrittore)
5. “Uso il dialetto in famiglia e con gli amici, al lavoro uso l’italiano perché dove lavoro io ci
sono milanesi, siciliani,
liguri e non mi capirebbero.” (Flavia, ricercatrice)
4
3
2<alex28> c6?
<alice32> sì
<alex28> da dv dgt??
<alice32> ke dici? nn capisco
<alex28> da dove digiti??
<alice32> francia, ma non sono francese
<alex28> davvero?
<alice32> beh, ke c'è di strano?
<alex28> nn mi era mai capitato di chattare con 1
tipa dall’estero, ke fai lì?
<alice32> lavoro, quanti anni hai?
<alex28> 28. 6 sposata?
<alice32> div. tu?
<alex28> sono fidanzato da 5 anni ma nn mi sposo
<alice32> perké no? Hai l’età giusta ;-)
<alex28> daiiiiiii non fare la veterana
<alice32> SKERZO
<alex28> il tuo nome?
<alice32> alice
<alex28> piacere alessandro... ke lavoro fai lì?
<alice32> organizzo meeting per le ditte
<alex28> dimmi girl... ti manka l’italia?
<alice32> è un discorso molto lungo. Cmq, sì, un
po’ mi manca
<alex28> torna tra noi italiani, dai
<alice32> quest'anno, se trovo lavoro, vengo,
ormai è deciso
<alex28> brava
<alice32> uè, è tardissssimo, me ne vado a nanna,
ciao ale e dormi bene
<alex28> nooooooooo e io adesso con ki chatto?
<alice32> magari alla prox
<alex28> resta ancora un po’, pls
<alice32> sorry, ma domani devo alzarmi presto
<alex28> ok un bacio, NOTTEEEEEE
<alice32> notte
<alex28> ti do la mia mail: alesxxx@gnn.it, sentiamoci
<alice32> ok, ales
<alex28> ti aspetto, ribuonanotte
<alice32> notte e buona giornata x domani
18 diciotto
Ascoltate o leggete e trovate la risposta.
È una lingua nella lingua. È creativa, immediata ed economica. È orale ma ormai sta diventando
anche lingua
scritta. Si arricchisce di giorno in giorno e si diffonde sempre più capillarmente.

Dai che si chatta!


Ecco un esempio di “internettese”.
3
2 Che cosa caratterizza una chat?

Uso di emoticons: ..............................


Uso del maiuscolo per enfatizzare: ..............................
Uso di sigle, numeri e abbreviazioni: ..............................
Tolleranza nell’ortografia: ..............................
Mancato uso delle lettere maiuscole: ..............................
Altro: ..............................

Cercate nella trascrizione della chat le caratteristiche del linguaggio che si usa in Internet,
detto anche “internettese”, e completate la griglia con un esempio.

Ma che cosa vorranno dire?

Ascoltate il breve dialogo fra due amici in un bar e completate le frasi di Daniele e Alessandra.
-Daniele: Non vorrei fare della ……….............….......... ma mi pare di ricordare che anche un
anno fa eravamo allo stesso punto di oggi e quindi con questo ……….............….......... fatto
senza la ……….............….......... sarà difficile evitare di arrivare all’approvazione della legge
sulle ……….............….......... .

-Alessandra: Secondo me hanno fatto l’ ……….............….......... .

In poche battute avete sentito alcune parole che forse ancora non conoscevate. Si tratta del
“politichese”, una microlingua che attinge da vari campi e che spesso risulta difficile per i non
addetti ai lavori. Forse questa tabella vi può aiutare a “decifrare” il dialogo appena sentito.

-Ribaltone: cambiamento nelle alleanze politiche


-par condicio: condizione di equità nella visibilità pubblica che i media riservano ai soggetti
politici, in particolare durante la campagna elettorale
-inciucio: compromesso poco trasparente
-dietrologia: ricerca forzata, nell’analisi dei fatti, di “quanto sta dietro” e quindi dei motivi veri
-mini-pensioni: pensioni minime

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