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Abraham Lincoln, anche noto in italiano come Abramo Lincoln (Hodgenville, 12 febbraio 1809 –

Washington, 15 aprile 1865), è stato un politico e avvocato statunitense. Servì come 16º Presidente degli
Stati Uniti d'America dal 4 marzo del 1861 fino al suo assassinio avvenuto nell'aprile del 1865. Guidò
l'Unione attraverso la guerra di secessione americana, la più cruenta mai esplosa fino ad allora nonché la
più grave crisi morale, costituzionale e politica dell'intera storia degli Stati Uniti d'America[2][3]. Grazie
alla vittoria bellica ebbe il merito di mantenere inalterata l'unità degli Stati federati; rafforzò il governo
federale e modernizzò l'economia del Paese.

Nato in una capanna di tronchi in mezzo ai boschi nei pressi di Hodgenville nel Kentucky, crebbe nel
West, inizialmente nell'Indiana (facente parte dell'ex Territorio del nord-ovest). In gran parte autodidatta,
riuscirà a diventare avvocato nell'Illinois, uno dei leader del Partito Whig, fino ad essere eletto membro
del parlamento statale ove presterà servizio per 8 anni. Entrerà a far parte della Camera dei
rappresentanti nel 1846. Promosse una rapida modernizzazione economica e si oppose alla guerra
Messico-Stati Uniti (1846-1848). Dopo un solo mandato ritornò a casa per riprendere la propria attività
legale. Rientrato nella politica attiva nel 1854, diverrà ben presto uno dei capi del neonato Partito
Repubblicano, che conquistò subito la maggioranza nello stato dell'Illinois. Partecipò alla campagna per
le elezioni di medio termine del 1858 candidandosi alla carica di senatore; prese parte ad una serie di
dibattiti molto pubblicizzati con il suo avversario e rivale, il leader del Partito Democratico Stephen A.
Douglas. Si esprimerà contro l'espansione della schiavitù nei territori dell'Ovest, ma risulterà sconfitto
per poco.

Dopo essere stato proposto come vicepresidente alla convention per le elezioni presidenziali del 1856,
nelle elezioni presidenziali del 1860 risultò capace di assicurarsi la nomination presidenziale in qualità di
moderato, a volte altalenante, sebbene la maggior parte dei delegati originariamente avessero favorito
altre candidature. Pur non ottenendo praticamente alcun sostegno negli Stati schiavisti del profondo
Sud, riuscì a conquistarsi i favori del Nord e venne così eletto presidente degli Stati Uniti d'America.
Sebbene vi fossero stati dei tentativi per colmare le differenze tra Nord e Sud, alla fine la vittoria di
Lincoln spinse sette stati sudisti che praticavano la schiavitù a ritirarsi dall'Unione e a formare gli Stati
Confederati d'America, ancor prima della cerimonia d'inaugurazione e insediamento del neopresidente.
L'attacco confederato a Fort Sumter e l'immediatamente successiva battaglia unirono l'intero Nord dietro
la bandiera dell'Unione. Come leader della corrente politica moderata, Lincoln dovette confrontarsi con i
Repubblicani Radicali, che chiedevano con insistenza un trattamento più duro da riservare ai ribelli, i War
Democrat, che radunarono una grande fazione di ex oppositori nel suo campo ed infine anche i
Copperhead, che lo disprezzarono in quanto inconciliabilmente filo-secessionisti e che complottarono
ripetutamente alle sue spalle. Lincoln reagì contrapponendo i suoi avversari l'uno contro l'altro con un
mecenatismo politico attentamente pianificato e facendo appello al popolo americano con le sue abilità
di oratore[4].
Il suo discorso di Gettysburg, il più significativo e famoso fra quelli da lui pronunciati, è considerato una
delle pietre miliari dell'unità e dei valori della nazione americana; un'icona del nazionalismo, del
repubblicanesimo, della parità di diritti, dell'ideale di libertà e della democrazia. Sospese l'habeas corpus,
portando alla controversa sentenza Ex parte Merryman della corte federale di giustizia ed evitò il
potenziale intervento britannico disinnescando l'incidente diplomatico conosciuto come Affare Trent.
Supervisionò da vicino lo sforzo bellico, specialmente la selezione dei generali, incluso il suo uomo di
maggior successo, Ulysses S. Grant. Prese importanti decisioni sulla strategia di guerra dell'Unione,
incluso uno stretto blocco navale che paralizzò completamente il commercio del Sud. Mentre la guerra
progrediva, le sue mosse in direzione dell'abolizionismo culminarono con il suo primo ordine esecutivo, il
Proclama di emancipazione del settembre 1862, che decretava la liberazione di tutti gli schiavi dai
territori degli Stati Confederati d'America a partire dal 1º gennaio 1863; usò lo Union Army per
proteggere gli schiavi fuggitivi, incoraggiò gli Stati cuscinetto a mettere fuori legge la schiavitù e spinse
attraverso il Congresso la promulgazione del XIII emendamento, che bandì definitivamente la schiavitù in
tutto il Paese nel 1865.

Abile statista e profondamente coinvolto nelle questioni di potere in ogni Stato, Lincoln si conquisterà
l'appoggio decisivo dei Democratici a favore della guerra e gestirà la sua campagna di rielezione nelle
elezioni presidenziali del 1864. Anticipando la conclusione della guerra, spinse verso una visione
moderata dell'Era della Ricostruzione, cercando di riunire rapidamente la nazione attraverso una politica
di riconciliazione generosa di fronte alle divisioni persistenti e piene di acribia. La sera del Venerdì santo
del 1865 (14 aprile), cinque giorni dopo la resa del generale confederato Robert Edward Lee, Lincoln
verrà assassinato dal simpatizzante sudista John Wilkes Booth e morirà all'alba del giorno dopo. È a
tutt'oggi considerato sia dalla storiografia ufficiale che dall'opinione pubblica in generale, attraverso la
classifica storica dei presidenti degli Stati Uniti d'America uno dei più importanti[5] e popolari[6] al
tempo stesso. L'operato della presidenza di Abraham Lincoln ha avuto una duratura influenza sulle
istituzioni politiche e sociali degli Stati Uniti d'America.

Grazie ai suoi 193 cm[7] è stato il presidente più alto della storia statunitense insieme a Lyndon B.
Johnson, in carica dal 1963 al 1969 e successore di John Fitzgerald Kennedy dopo il suo assassinio[8][9].

Indice

1 Famiglia

1.1 Origini e giovinezza

1.2 Matrimonio e figli


2 Inizio carriera e il servizio nella milizia dell'Illinois

3 Camera dei rappresentanti: 1847-49

4 Attività legale

5 Politico repubblicano: 1854-60

5.1 Nascita di un leader

5.2 Dibattiti Lincoln-Douglas e discorso di Cooper Union

5.3 Nomination e campagna elettorale del 1860

6 Presidenza

6.1 Elezioni del 1860 e secessione

6.2 Guerra civile

6.3 Strategia militare dell'Unione

6.4 Il generale McClellan

6.5 Emancipazione degli schiavi

6.6 Discorso di Gettysburg

6.7 Arriva Grant

6.8 Rielezione nel 1864

6.9 Ricostruzione

6.10 Ridefinizione della Repubblica e del repubblicanesimo

6.11 Altre disposizioni

6.12 Nomine giuridiche

6.13 Nuovi Stati ammessi nell'Unione

7 Omicidio e funerali di Stato

8 Riesumazione della salma

9 Vita personale

9.1 Salute
9.2 Visione religiosa

9.3 Sessualità

9.3.1 Joshua Fry Speed

9.3.2 David Derickson

10 Reputazione storica

11 Commemorazioni

12 Arti e cultura di massa

13 Riconoscimenti

14 Note

15 Bibliografia

15.1 Storiografia

15.2 Altre letture

16 Voci correlate

17 Altri progetti

18 Collegamenti esterni

Famiglia

La capanna di tronchi di "Sinking Spring Farm" in cui nacque Abraham Lincoln (foto del 1921).

Origini e giovinezza

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Lincoln (famiglia).

Abraham Lincoln nacque il 12 di febbraio del 1809, secondogenito di Thomas Lincoln I (1778-1851) e
Nancy Hanks (1784-1818), in una capanna di tronchi costituita da un'unica stanza dell'azienda agricola di
"Sinking Spring Farm", nei pressi di Hodgenville nel Kentucky (l'odierno Abraham Lincoln Birthplace
National Historical Park).

Gli venne posto il nome del nonno paterno[10]. Il padre, un abile fabbro ferraio e falegname, discendeva
da Samuel Lincoln (1622-90), un emigrante inglese originario di Hingham, nel Norfolk che andrà a
stabilirsi nell'omonima Hingham nel Massachusetts ad appena 16 anni[11]. I nipoti di Samuel inizieranno
la migrazione familiare in direzione del West, passando per il New Jersey, la Pennsylvania e la
Virginia[12].

Thomas Herring Lincoln, padre del futuro presidente, nel 1857

Il nonno paterno del futuro presidente, il capitano Abraham Lincoln, si trasferirà nella contea di
Jefferson, in Kentucky, con tutta probabilità all'inizio del 1780[13]; qui 6 anni più tardi rimarrà ucciso
durante un'incursione effettuata dai nativi americani durante la guerra indiana del Nord-Ovest. I suoi
figli, tra cui Thomas di 8 anni e mezzo[14], assistettero impotenti all'attacco[15][16][17]. Dopo l'omicidio
del padre, il giovane Thomas inizierà la propria grande avventura verso la frontiera del West, lavorando
saltuariamente nel Tennessee prima di spostarsi con tutta la famiglia nella contea di Hardin, sempre in
Kentucky, nei primi anni del XIX secolo[18][19].

La madre, cresciuta con la famiglia benestante dei Berry, viene ampiamente considerata figlia di Lucy
Hanks, seppur non sia mai stata rinvenuta alcuna registrazione della nascita di Nancy[20]. Secondo
William Ensign, autore di The Ancestry of Abraham Lincoln, ella sarebbe stata figlia di Joseph Hanks[21];
tuttavia il dibattito è destinato a continuare sull'ipotesi se sia o meno nata all'interno di un legittimo
vincolo matrimoniale. Un altro ricercatore, Adin Baber, sostiene invece che Nancy sia stata
presumibilmente la figlia di Abraham Hanks e Sarah Harper della Virginia[22].

Thomas Lincoln e Nancy Hanks si sposeranno il 12 giugno del 1806 nella contea di Washington, in
Kentucky, per poi traferirsi quasi subito a Elizabethtown, nel medesimo Stato[23]; diventeranno i genitori
di tre figli: Sarah, nata il 10 febbraio del 1807; Abraham, il 12 febbraio del 1809 e Thomas, che morirà
durante la prima infanzia[24]. Nel corso del tempo a Thomas capiterà di affittare diverse fattorie, tra cui
"Sinking Spring", al cui interno nascerà Abraham; tuttavia una controversia sorta sugli effettivi diritti
terrieri e i titoli relativi all'affitto costrinse i Lincoln a spostarsi nuovamente[25][26].

La "Gollaher Cabin" si trova nel luogo in cui visse Lincoln bambino a "Knob Creek Farm", nell'odierno
Abraham Lincoln Birthplace National Historical Park istituito nel 2001

Nel 1811 la famiglia si trasferì per 13 km verso Nord, a "Knob Creek Farm", dove Thomas riuscirà ad
acquisire titoli per 93 ettari di terreno. Dopo 4 anni un concorrente, in un'ennesima disputa territoriale,
provò a far espellere la famiglia dalla fattoria[26]; dei 330 ettari che Thomas deteneva inizialmente nel
Kentucky ne perderà più di 81 in controversie sui titoli di proprietà[27].

Frustrato per la mancanza di sicurezza fornita dal sistema giudiziario locale, egli vendette la terra che
ancora gli rimaneva e cominciò a pianificare un movimento graduale che avrebbe dovuto portarlo fin
nell'Indiana, dove i tribunali sembravano essere più affidabili e pertanto la capacità di mantenere la terra
più certa[28].

All'interno del Lincoln Boyhood National Memorial, la "Lincoln Living Historical Farm", che rappresenta e
reintegra una fattoria del tempo della gioventù di Abraham Lincoln

Nel 1816 i Lincoln attraversarono a nord il fiume Ohio in direzione dell'Indiana, un territorio libero dove
non si praticava la schiavitù come i precedenti; si fermeranno nel bel mezzo della foresta di "Hurricane
Township"[29] nella contea di Perry, in Indiana (la loro terra diverrà parte della contea di Spencer quando
questa sarà fondata nel 1818)[30][31].

A tutt'oggi la fattoria viene conservata come parte del "Lincoln Boyhood National Memorial". Nel corso
della campagna per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1860 Abraham racconterà che
la migrazione familiare fu dovuta soprattutto alle difficoltà incontrate nel libero possesso della terra[27]
[32].

Durante gli anni trascorsi tra il Kentucky e l'Indiana, Thomas lavorerà come agricoltore, stipettaio e
carpentiere[33]. Arriverà ad essere proprietario di aziende agricole, beni immobili e anche del bestiame.
Pagò le tasse, partecipò ai Grand jury, valutò immobili per l'acquisto, servì nelle pattuglie che dovevano
ritrovare gli schiavi fuggitivi rifugiatisi nelle campagne circostanti e li custodì come prigionieri. I coniugi
Lincoln furono anche membri e partecipanti attivi di una chiesa separata del Battismo la quale aveva
norme morali restrittive e si opponeva non solo all'uso di bevande alcoliche, ma anche alla danza e alla
schiavitù[34].

Dopo un anno dall'arrivo della famiglia in Indiana, Thomas dichiarò un podere pari a 65 ettari di terra.
Nonostante alcune difficoltà finanziarie intercorse, riuscì infine ad ottenere un titolo di 32 ettari in quella
che è divenuta in seguito nota come "Little Pigeon Creek Community"[35]. Prima della partenza della
famiglia per l'Illinois nel 1830, Thomas aveva acquisito altri 20 acri adiacenti alla sua proprietà[36].
La tomba di Nancy, madre del presidente

Durante la gioventù di Lincoln nell'Indiana ebbero modo di verificarsi diversi eventi familiari significativi.
Il 5 ottobre del 1818 Nancy Lincoln morirà di una forte nausea a causa di un'intossicazione dovuta a latte
contaminato[37], lasciando così la primogenita undicenne Sarah a capo di una famiglia che includeva il
padre, Abraham di 9 anni e Dennis Hanks, cugino orfano diciannovenne della defunta[38]. Il 2 dicembre
del 1819 Thomas Lincoln si risposò con Sarah "Sally" Bush Johnston, una vedova di Elizabethtown, che
aveva già tre figli[39].

Abraham si affezionerà molto alla sua matrigna ed avrà sempre un ottimo rapporto con lei, arrivando a
chiamarla "madre"[40][41]. Coloro che conobbero Lincoln da adolescente, in seguito ricordarono ch'egli
rimase molto sconvolto per la morte prematura della sorella Sarah, da poco sposata con un certo Aaron
Grigby, avvenuta il 20 gennaio del 1828 mentre cercava di dare alla luce un figlio poi nato morto. Non
aveva ancora compiuto 21 anni[42][43].

Nel corso della giovinezza Lincoln non amò mai particolarmente il duro lavoro associato alla vita di
frontiera. Alcuni dei suoi vicini e finanche i membri della famiglia pensarono per un certo lasso di tempo
che fosse solamente pigro, sempre intento "a leggere, scarabocchiare, scrivere poesie e inventare
indovinelli"[44][45][46]; credettero che lo facesse esclusivamente per evitare i lavori manuali più pesanti.
Anche la nuova matrigna fu condotta a riconoscere che non fosse adatto al lavoro fisico, preferendogli di
gran lunga gli studi e le letture[47].

Lincoln fu in gran parte un autodidatta. La sua istruzione formale da parte di diversi insegnanti itineranti
rimase sempre ad intermittenza e largamente incompleta, anche perché l'ammontare totale avrebbe
potuto corrispondere sì e no alla durata di un normale anno scolastico; pur tuttavia rimarrà sempre un
avido lettore e manterrà un interesse permanente nei confronti dell'apprendimento[48][49].

La famiglia, i vicini di casa e i compagni di scuola della prima giovinezza ricorderanno che Abraham lesse
e rilesse, tra gli altri, la Bibbia di re Giacomo, le Favole di Esopo, le opere di John Bunyan (innanzitutto Il
pellegrinaggio del cristiano), il Robinson Crusoe di Daniel Defoe, la Vita di Washington di Weems e
l'autobiografia di Benjamin Franklin[50][51][52][53].

Crescendo cominciò comunque ad assumersi le responsabilità che ci si aspettavano da lui nella sua
qualità di "ragazzo di casa". Rispettò inoltre l'obbligo consuetudinario filiale di consegnare sempre al
padre tutti gli eventuali guadagni dei lavoretti svolti occasionalmente fuori casa; questo continuerà fino a
quando non compì 21 anni[54]. Abraham diverrà col tempo assai abile nell'uso dell'ascia. Decisamente
alto per la sua età, si ritrovò ad essere anche forte e atletico[55]; si conquisterà una reputazione di forza
e audacia a seguito di una sfida di lotta combattuta con il riconosciuto leader di un gruppo di banditi
locali noto come "Clary's Grove boys"[56].

Ai primi di marzo del 1830, in parte per paura di un'epidemia di latte infetto diffusasi lungo il fiume Ohio,
diversi membri della famiglia si trasferiranno verso ovest e giungeranno così nell'Illinois, uno Stato libero
dalla schiavitù; si fermeranno nella contea di Macon, 16 km a Ovest di Decatur[57][58]. Gli storici non
sono concordi su chi abbia dato il via a questo ennesimo movimento; Thomas non avrebbe avuto alcuna
ragione ovvia per lasciare tutto ad un tratto l'Indiana, mentre una possibilità è che altri membri della
famiglia, incluso Dennis Hanks, non avrebbero potuto raggiungere la stabilità ed il reddito costante di
Thomas[59].

Ricostruzione della capanna abitata dal giovane Abraham nel Lincoln Log Cabin State Historic Site

Dopo quest'ultimo trasferimento, Abraham iniziò ad allontanarsi sempre più dal padre[60], in parte a
causa della mancanza d'istruzione di lui; occasionalmente gli capitò anche di dovergli prestare del
denaro[61]. Quando nel 1831 Thomas e altri familiari si preparavano a insediarsi in una nuova fattoria
(oggi "Lincoln Log Cabin State Historic Site") nella contea di Coles, Abraham era abbastanza adulto da
poter assumere le proprie decisioni autonomamente[62].

Il "Berry Lincoln Store" a Lincoln's New Salem

Divenuto pertanto indipendente, viaggiò lungo il fiume Sangamon e finì nel villaggio di New Salem (oggi
"Lincoln's New Salem") nella contea di Sangamon (odierna contea di Menard)[63]. Più tardi, a primavera
inoltrata, il mercante Denton Offutt, lo ingaggiò assieme ad alcuni altri suoi amici per trasportare delle
merci in battello fino a New Orleans attraverso i fiumi Sangamon, Illinois e Mississippi. Dopo esservi
giunto ed aver assistito in prima persona alla prassi schiavista, se ne tornò indietro e vi rimase per i
successivi 6 anni[64][65].

Matrimonio e figli

Secondo alcune fonti, il primo interesse (o amore romantico) di Abraham fu quello rivolto ad Ann
Rutledge, incontrata per la prima volta dopo che egli si era trasferito a New Salem (l'odierno Lincoln's
New Salem); queste stesse fonti indicherebbero che i due già nel 1835 si trovassero coinvolti in una
relazione, anche se non ancora formalmente impegnati[66]. La ragazza morirà a 22 anni il 25 agosto del
1835, con molta probabilità di febbre tifoide[67]. In realtà nei primi anni 1830 Abraham ebbe a
conoscere Mary Owens quando questa fece visita alla sorella dal natio Kentucky[68].

Verso la fine del 1836 acconsentirà ad incontrare la giovane appena ella fosse tornata a New Salem; a
novembre cominciò a corteggiarla per un breve lasso di tempo; entrambi in ogni caso avranno dei
ripensamenti. Il 16 di agosto dell'anno seguente Abraham le scrisse una lettera in cui suggeriva che non
l'avrebbe biasimata se si fosse decisa a troncare il rapporto; non otterrà mai una risposta e la corte
terminò bruscamente[68].

Il presidente assieme al figlio Tad nel 1864

Fotoritratto di Mary Todd Lincoln assieme a Willie e Tad nel 1860

Nel 1840 si fidanzerà con la futura Mary Todd Lincoln, proveniente da una famiglia benestante di
schiavisti di Lexington (Kentucky)[69]; si erano conosciuti a Springfield (Illinois) nel dicembre
precedente[70]. S'impegneranno reciprocamente esattamente 12 mesi dopo[71]. Il matrimonio, fissato
per il 1º gennaio del 1841, sarà però bruscamente fatto cancellare quando i due interruppero la
relazione per iniziativa unicamente di Abraham[70][72]. Più tardi s'incontreranno nuovamente durante
una festa: infine si sposeranno il 4 novembre del 1842 nella villa della sorella già maritata di lei[73].

L'abitazione dei Lincoln a Springfield (Illinois), l'odierno Lincoln Home National Historic Site

Mentre si stava preparando alle nozze si sentì nuovamente ansioso, tanto che quando gli venne chiesto
dove stesse andando lo si sentì rispondere con un brusco: "All'inferno, immagino!"[74] Nel 1844 la
coppia acquistò un'abitazione (l'odierno Lincoln Home National Historic Site) nelle vicinanze dello studio
legale di lui. Mary si occuperà della casa, spesso usufruendo dell'aiuto di una parente o di una giovane
domestica a ore[75].

Risulterà un marito e padre affettuoso, sebbene spesso assente; avrà 4 figli:


Robert Todd Lincoln, Springfield, 1º agosto 1843 - Manchester (Vermont), 26 luglio 1926;

Edward Baker Lincoln, Springfield, 10 marzo 1846 - Springfield, 1º febbraio 1850, che morirà con molta
probabilità di tubercolosi;

William Wallace "Willie" Lincoln, Springfield, 21 dicembre 1850 - Washington 20 febbraio 1862, morto di
febbre tifoide;

Thomas "Tad" Lincoln III, Springfield, 4 aprile 1853 - Chicago, 15 luglio 1871, deceduto a quanto sembra
per infarto[76].

Robert sarà l'unico a raggiungere la maturità e ad avere a sua volta dei figli; sparirà a quasi 83 anni.
L'ultimo discendente del presidente, il pronipote Robert Todd Lincoln Beckwith, è morto nel 1985[77].
Lincoln ai giorni nostri non ha più eredi viventi.

Thomas "Tad" Lincoln III in uniforme militare nel 1864

Abraham pare essere stato "straordinariamente appassionato ai bambini"[78] e i Lincoln non furono mai
considerati eccessivamente severi nei loro confronti[79]. La morte prematura di 3 dei loro figli causò
degli effetti profondi su entrambi i genitori; più tardi l'ex "first lady" dovrà affrontare gli effetti di una
condizione di stress, provocata dalla fine tragica del marito, talmente grave che Robert la dovrà far
ricoverare temporaneamente in un manicomio nel 1875[80]. Abraham soffrì per tutta la vita di
"malinconia" cronica, una condizione che ai giorni nostri viene denominata disturbo depressivo[81].

Il suocero di Abraham e altri della famiglia Todd furono tutti o proprietari o mercanti di schiavi; Lincoln
rimarrà vicino ai parenti della moglie ed occasionalmente continuerà a fare visita alla loro tenuta[82].
Durante il suo mandato presidenziale a Mary verrà riconosciuta una particolare abilità e doti culinarie;
tali capacità soddisfecero i gusti di Abraham, appassionato degustatore di ostriche importate[83].

Inizio carriera e il servizio nella milizia dell'Illinois

Nel 1832 assieme ad un socio acquisterà a credito un piccolo emporio a New Salem[84]. Sebbene
l'economia nella regione si trovasse ad essere in una fase di piena espansione gli affari faticarono ad
ingranare e Abraham alla fine si ritrovò costretto a vendere la propria quota partecipativa. In marzo di
quello stesso anno darà il via alla sua carriera politica con la sua 1° campagna elettorale per l'assemblea
generale dell'Illinois; riuscirà presto a guadagnarsi una certa popolarità locale ed arrivò ad attrarre folle
come un naturale Storytelling, anche se gli mancavano un'educazione formale, amici potenti e
soprattutto denaro (il che può essere uno dei motivi per cui perderà le elezioni). Sostenne lo sviluppo e il
miglioramento della navigazione del Sangamon[85][86].

Ma prima della scadenza elettorale dovrà servire in qualità di capitano nella milizia statale nel corso della
Guerra di Falco Nero[87] contro i Sauk (popolo); racconterà in seguito di aver dovuto difendere un nativo
americano dai suoi stessi sottoposti[88]. Al suo ritorno proseguì la propria personale campagna fino al 6
di agosto. Alto 1.93 m era "abbastanza forte da intimidire un qualsiasi rivale gli si parasse davanti"[89]; al
suo primo dibattito pubblico, appena intravide un suo sostenitore aggredito nel bel mezzo della folla
assiepata si recò direttamente ad afferrare l'assalitore per il collo gettandolo subito dopo a forza a sedere
per terra[90]. Terminerà 8° su 13 candidati (di cui i primi 4 eletti), sebbene avesse ricevuto 277
preferenze sul totale dei 300 votanti del paese[91].

S'impiegò poco dopo all'ufficio postale e successivamente come ispettore di contea; nel frattempo
passava tutto il suo tempo libero a leggere voracemente. Decise quindi di diventare avvocato ed iniziò
così a studiare giurisprudenza con i Commentaries on the Laws of England di William Blackstone e altri
testi legali. Nei riguardi del proprio metodo di apprendimento affermerà: "ho sempre imparato da
solo!"[92] La sua 2° campagna nel 1834 incontrerà il successo sperato; sebbene avesse corso come
rappresentante del Partito Whig molti esponenti del Partito Democratico lo favoriranno preferendolo
rispetto ad un avversario Whig più potente[93].

Il Lincoln-Herndon Law Offices State Historic Site a Springfield (Illinois).

Ammesso all'albo avvocatizio nel 1836[94] si trasferirà a Springfield (Illinois) ed iniziando ad esercitare la
professione sotto le cure di John Todd Stuart, cugino di Mary Todd[95]. Diventerà un avvocato capace e
di successo con la reputazione di avversario formidabile nel corso degli esami incrociati e durante le
arringhe conclusive. Dal 1841 e fino al 1844 collaborerà attivamente anche con Stephen Trigg Logan; a
seguire praticò assieme a William Henry Herndon (che aveva 10 anni di meno), che Abraham considererà
un "giovane e serio studioso"[96].

Nel suo ufficio parlamentare servirà per 4 mandati successivi nella Camera dei rappresentanti dell'Illinois
nella qualità di rappresentante Whig per la contea di Sangamon[97]. Sostenne la costruzione del "Illinois
and Michigan Canal" ed in cui rimarrà in seguito coinvolto come commissario del canale[98]. Nella
sessione legislativa 1835-36 votò a favore dell'estensione del diritto di voto a tutti i maschi bianchi,
fossero essi proprietari terrieri o meno[99]. Fu noto per avere posizioni relativamente vicine a quelle del
Free Soil Party, ma in opposizione sia ai fautori della schiavitù negli Stati Uniti d'America che ai teorici più
radicali dell'abolizionismo negli Stati Uniti d'America.

Avrà modo di articolare la sua opinione personale nel 1837 dichiarando: "l'istituzione della schiavitù si
fonda sia sull'ingiustizia che sulla cattiva politica, ma la promulgazione delle dottrine dell'abolizione
tende piuttosto ad aumentare che ad attenuare i suoi mali"[100]. In questo seguì molto da vicino la
posizione del giurista Henry Clay nel sostenere il programma dell'American Colonization Society il quale
tendeva a rendere pratica l'abolizione della schiavitù attraverso la promozione di iniziative che la
supportassero ed aiutando gli schiavi liberati a stabilirsi in Liberia[101].

Abraham Lincoln nel 1846 circa.

Camera dei rappresentanti: 1847-49

Dall'inizio degli anni 1830 in avanti fu un tenace militante Whig e ancora nel 1861 professo agli amici di
essere "un vecchio allineato Whig, un discepolo di Henry Clay"[102]. Il Partito favorì la modernizzazione
economica del paese soprattutto nel settore bancario, ma anche attraverso l'assunzione di tariffe
doganali volte al protezionismo per finanziare i progressi interni, compresa l'espansione della rete
ferroviaria e consigliando l'urbanizzazione[103].

Nel 1843 gareggiò per la nomina Whig nel 7º distretto statale della Camera dei rappresentanti, ma
risulterà sconfitto da John Jay Hardin; ottenne tuttavia il sostegno al principio di rotazione in base al
quale Harin si sarebbe dovuto ritirare alla scadenza del 1º mandato e consentire in tal maniera la nomina
di un altro candidato. Sperò che l'aver stipulato quest'accordo lo avrebbe condotto alla nomina nel
1846[104]; difatti venne eletto per un periodo di 2 anni. Fu l'unico rappresentante Whig nella
delegazione dell'Illinois, ma mostrò la sua lealtà alle direttive del Partito partecipando a quasi tutte le
votazioni e pronunziando discorsi che facevano eco alla linea ufficiale[105].

In collaborazione con il deputato abolizionista Joshua Reed Giddings sottoscrisse una proposta legislativa
volta ad abolire la schiavitù a Washington dietro un pagamento agli ex proprietari come forma di
risarcimento, ma anche l'aplicazione rigorosa della Fugitive Slave Act oltre che la richiesta di un
referendum sulla questione da sottoporre al voto popolare. Dovrà però abbandonare il progetto quando
fallì nell'intento di procurarsi sufficienti sostenitori tra i Whig[106].
Durante la sua permanenza alla Camera dei rappresentanti Abraham Lincoln si oppose alla guerra
Messico-Stati Uniti del 1846-48 voluta dal presidente James Knox Polk.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di James Knox Polk §
Guerra contro il Messico.

Sulla politica estera e militare espresse un giudizio negativo sulla guerra Messico-Stati Uniti del 1846-48,
che attribuì principalmente al desiderio di "gloria militare" del presidente James Knox Polk:
"quell'arcobaleno attraente che si trasforma in una pioggia di sangue"[107]. Appoggiò anche la
Condizione Wilmot (dal nome del suo proponente David Wilmot) che, se fosse stata adottata, avrebbe
proibito la schiavitù in qualsiasi territorio messicano conquistato dall'Unione[108].

Sottolineò la sua opposizione all'amministrazione Polk redigendo ed introducendo nel dibattito


parlamentare le sue Spot Resolutions. La guerra sarà inaugurata a tavolino grazie ad una scaramuccia di
confine con i soldati americani entro i confini del territorio disputato; Polk insistette sul fatto che i miliari
messicani "hanno invaso il nostro territorio e versato il sangue dei nostri concittadini sul nostro
suolo"[109][110]. Abraham ebbe la prontezza di spirito di chiedere al presidente di mostrare il punto
esatto in cui era stato versato oltre che di provare l'affermazione che voleva quel luogo essere per
davvero suolo americano: "il tutto solamente per rendere meglio edotta l'assemblea!"[110].

Non verrà mai emanata alcuna delle risoluzioni proposte né tantomeno discusse; i giornali nazionali lo
ignorarono del tutto e ciò provocò una perdita di sostegno politico nei suoi confronti nel proprio
distretto. Un quotidiano dell'Illinois lo soprannominerà "Spotty Lincoln"[111][112][113]. In seguito avrà
l'occasione di rimpiangere amaramente alcune delle dichiarazioni fatte, in particolare l'attacco sferrato
contro i poteri presidenziali in tempo di guerra[114].

Rendendosi ben presto conto che Clay molto difficilmente avrebbe mai potuto riuscire a conquistare la
presidenza Abraham, che aveva promesso di servire per un unico mandato, sostenne il generale Zachary
Taylor per la nomina Whig alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1848[115]; quando
questi risultò eletto sperò di essere nominato commissario del "General Land Office" (una delle agenzie
indipendenti della presidenza di Zachary Taylor) ma, grazie ad una lucrativa operazione di
raccomandazioni incrociate la carica finì con l'essere assunta dal rivale statale Justin Butterfield
(considerato dalla nuova amministrazione un avvocato assai esperto, mentre per Abraham non era altro
che un "vecchio fossile"[116]).

Come premio di consolazione gli verrà offerto il governatorato del territorio dell'Oregon, un paese
lontano e solida fortezza Democratica[117]; l'accettazione del ruolo avrebbe comportato a tutti gli effetti
la fine della sua carriera legale e politica nell'Illinois, per cui declinò con cortesia l'invito per tornare a
riprendere in mano la pratica avvocatizia[118].

Attività legale

Tornò così a fare il legale a Springfield, occupandosi di "ogni tipo di attività che avesse potuto capitare ad
un avvocato della prateria"[119]. Dimostrò subito la propria abilità di oratore tanto che durante i
processi a cui egli partecipava la gente accorreva per ascoltarlo; la gente capiva ciò che diceva grazie al
suo linguaggio semplice. Riuscirà a vincere una causa inerente una truffa nel commercio dei cavalli: la
vittoria venne a colpi di ironia contro il pubblico ministero, che si era messo la camicia al contrario,
riuscendo a scoraggiarlo fino a permettergli di ottenere un pieno successo.

Due volte all'anno per un periodo di 16 anni, 10 settimane alla volta, apparve nei seggi della contea nella
regione intermedia dello Stato quando i tribunali si trovarono in sessione[120]; gestì molti casi
riguardanti interessi in competizione nel campo dei trasporti, sia fluviali sia ferroviari nel bel mezzo
dell'espansione occidentale della nazione, in particolare i conflitti derivanti dalle operazioni delle chiatte
fluviali sotto i molti nuovi ponti ferroviari.

In quanto "uomo dei battelli fluviali" inizialmente favorì quegli interessi, ma alla fine rappresentò
chiunque lo avesse voluto assumere[121]. In realtà in seguito rappresentò una società costruttrice di
ponti contro una compagnia di battelli fluviali (la "Hurd v. Rock Island Bridge Co."), in un caso limite che
coinvolse una barca sul canale che affondò dopo aver colpito un ponte[122][123].

Il cartellino posto sul brevetto di Abraham Lincoln (1849).

Nel 1849 ricevette un brevetto per un dispositivo di galleggiamento per il movimento delle barche in
acque poco profonde. L'idea non fu mai commercializzata ma egli fu l'unico presidente della storia ad
aver detenuto un brevetto per una propria invenzione[124][125].

Nel 1851 rappresentò la "Alton & Sangamon Railroad" di Chicago in una disputa contro uno dei suoi
azionisti, James A. Barret, che aveva rifiutato di pagare il saldo derivante dalla sua promessa di
acquistare azioni della ferrovia con la motivazione che la società aveva modificato l'itinerario originale
del treno[126][127]. Riuscirà a sostenere con successo che la compagnia non era vincolata secondo
statuto al suo tragitto originario esistente al momento della promessa fatta; esso poteva difatti
benissimo venire modificato nell'interesse pubblico per fornire un nuovo percorso, migliore e oltretutto
meno costoso.

Abraham Lincoln nel 1854

Senza questa imposizione di conseguenza la società mantenne il diritto di richiedere il pagamento


dovuto. La decisione presa dalla Corte suprema dell'Illinois sarà citata da numerosi altri tribunali della
nazione[126]. Apparirà davanti alla Corte Suprema statale in ben 175 processi, in 51 di essi come unico
difensore; tra questi ultimi 31 verranno decisi a suo favore[128]. Dal 1853 al 1860 un altro dei suoi
maggiori clienti fu la "Illinois Central Railroad"[129].

In una causa sulla concessione o meno di esenzione dalle tasse la contea di McLean sostenne che lo
Stato non aveva l'autorità per concedere una simile esenzione e voleva tassare comunque la società. Nel
gennaio del 1856 la Corte deciderà di confermare il parere favorevole dichiarandosi d'accordo con gli
argomenti di Lincoln. La reputazione così ottenuta con i clienti diede origine al suo soprannome di
"Honest Abe"[130].

Ma il processo di diritto penale più notevole avvenne nel 1858 quando assunse la difesea di William
"Duff" Armstrong, che fu processato per il suo presunto omicidio di James Preston Metzker[131]. Il caso
è famoso per l'uso da parte di Lincoln di un fatto stabilito per via giudiziaria al fine di contestare la
credibilità di un testimone oculare dichiarato. Dopo che questi testimoniò di aver assistito al fatto grazie
al chiaro di luna Lincoln portò in aula un Almanacco degli agricoltori (Farmers' Almanac) con il quale
dimostrò inconfutabilmente che la luna si trovava - al momento del crimine - ad un'angolazione basso,
riducendo pertanto drasticamente la visibilità. Sulla base di queste prove Armstrong sarà infine
assolto[131].

Molto raramente sollevò obiezioni in aula; ma in un caso del 1859 dove difese un cugino - Peachy Quinn
Harrison[132][133] - che fu accusato di aver pugnalato un rivale a morte, Lincoln protestò con rabbia
contro la decisione del giudice di escludere delle prove favorevoli per il suo cliente. Invece di accusarlo di
"oltraggio alla corte" come ci si sarebbe dovuto aspettare il magistrato, un Democratico, fece invece
annullare la propria sentenza consentendo così l'acquisizione della prova e la successiva assoluzione
dell'indagato[131][134].

Politico repubblicano: 1854-60


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Partito Repubblicano (Stati
Uniti d'America) e Cronologia degli eventi principali che hanno portato alla guerra di secessione
americana.

Nascita di un leader

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Origini della guerra di secessione
americana § Ascesa politica di Lincoln.

L'aspro dibattito sull'ammissibilità o meno della pratica schiavista nei territori dell'Ovest non fece altro
che esacerbare al massimo livello le tensioni regionalistiche preesistenti tra gli Stati del Sud e quelli del
Nord; il Compromesso del 1850 non riuscì affatto a disinnescare il problema[135]. Nel corso degli anni
immediatamente successivi al 1850 Lincoln sosterrà gli sforzi volti ad una mediazione sulla questione e il
suo elogio del 1852 per H. Clay si concentrò sul sostegno di quest'ultimo verso una progressiva
emancipazione e nell'opposizione ad entrambi gli estremismi[136].

Con il procedere del tempo la contesa sorta nel territorio del Nebraska e nel territorio del Kansas
cominciò a diventare particolarmente aspra; il senatore democratico dell'Illinois Stephen A. Douglas
proporrà il "principio di sovranità popolare" come misura che potesse riuscire a riavvicinare le parti.
L'ipotesi, se accolta, avrebbe tolto la questione dalle mani dell'assemblea congressuale consentendo agli
aventi diritto al voto di ciascun territorio di potere scegliere autonomamente se vivere in uno Stato libero
oppure schiavista[137].

Il progetto però finì con l'allarmare molti Nordisti i quali speravano di far interrompere la diffusione della
schiavitù nei territori usando esclusivamente le vie legislative federali; ma nonostante questa
opposizione la Kansas-Nebraska Act redatta da Douglas passò, seppur con uno scarto ridottissimo, nel
maggio del 1854[138]. Essa di fatto venne quindi ad annullarne i limiti imposti allo schiavismo che erano
parte del Compromesso del Missouri del 1820. Nei mesi immediatamente seguenti Lincoln non fece
alcun pubblico commento sulla nuova legislazione, ma arrivò quasi subito ad opporvisi con
fermezza[139].

Il 16 di ottobre nel Discorso di Peoria dichiarò ufficialmente la sua opposizione, che continuerà a ripetere
ancora svariate volte nel corso degli anni che ne precederanno la Presidenza[140]; parlando con il suo
riconoscibile accento del Kentucky e con una vocalità molto potente[141] dichierà che l'Atto Kansas-
Nebraska possedeva solo superficialmente un'imparzialità (così come affermato dal suo autore), ma che
in realtà "contiene un vero e proprio zelo nascosto a favore della diffusione della schiavitù".
«Non posso non odiarla. A causa della mostruosa ingiustizia della schiavitù stessa la odio perché priva il
nostro esempio repubblicano della sua giusta influenza nel mondo...[142]»

Questi forti attacchi segneranno il suo ritorno alla vita politica quasi a tempo pieno[143]. A livello
nazionale gli esponenti Whig risultarono essere profondamente spaccati ed altri tentativi compromissori
abortirono velocemente; riflettendo sulla fine del Partito si troverà a scrivere nel 1855: "penso di essere
un Whig, ma altri dicono che non ci sono più Whig e che io sono solo un abolizionista... Non faccio altro
che oppormi all'estensione della schiavitù"[144].

Attingendo alla corrente politica antischiavista dei Whig e raccogliendo membri dispersi del Free Soil
Party, del "Liberty Party" e di alcuni esponenti Liberal tra i Democratici il neonato Partito Repubblicano si
venne a formare nel 1854 essenzialmente come una forza politica settentrionale specializzata nell'idea
abolizionista[145]. Lincoln resisterà ai primi tentativi fatti per reclutarlo, temendo che potesse servire da
tramplino di lancio per i più fanatici dello schieramento[146]; per un breve periodo sperò ancora di
riuscire a far rifiorire i Whig, sebbene non mancasse di lamentarsi della sua crescente vicinanza con il
movimento nativista focalizzato sulla xenofobia Know Nothing[147].

Nel corso delle elezioni di medio termine del 1854 verrà scelto nuovamente per far parte del parlamento
statale, ma rifiutò di assumere la posizione. All'indomani della consultazione fu dimostrato il potere e la
popolarità del movimento contrario alla Kansas-Nebraska Act; a questo punto Lincoln cercherà la nomina
senatoriale[148]. A quel tempo i senatori venivano scelti dal parlamento statale[149].

Dopo aver guidato i primi 6 ballottaggi - ma non arrivando ad ottener la maggioranza qualificata
necessaria - incaricò i propri sostenitori di optare a per Lyman Trumbull. Quest'ultimo, un Democratico
antischiavista, aveva ricevuto pochi voti alle precedenti elezioni; coloro che lo supportavano, fossero
anche non Democratici, avevano promesso solennemente di non favorire alcun Whig. La decisione di
Lincoln di ritirarsi permise il compattarsi degli ex Whig e dei Democratici antischiavisti; riunitisi poterono
così sconfiggere il candidato Democratico favorito, ossia il governatore dell'Illinois Joel Aldrich
Matteson[150].

In parte a causa dei continui scontri politici violenti che scatenarono il "Bleeding Kansas" l'opposizione
alla Kansas-Nebraska Act rimase forte in Illinois e in tutto il Nord. Con l'avvicinarsi delle elezioni
presidenziali del 1856 Lincoln abbandonò l'oramai defunto "Whig Party" e approdò tra le file dei
Repubblicani. Parteciperà alla "Convention di Bloomington" nel maggio di quello stesso anno, che istituì
formalmente il Partito Repubblicano dell'Illinois[151].
La piattaforma politica affermò che l'assemblea congressuale aveva tutti i pieni diritti di regolamentare la
schiavitù nei territori e richiese l'immediata ammissione del Kansas come Stato libero. Lincoln pronunziò
il discorso finale in cui appoggiò la piattaforma del Partito, ma chiese anche di fare di tutto per
preservare l'Unione della nazione[152].

Alla Convention nazionale di giugno 1856 riceverà un sostegno significativo al ballottaggio per la nomina
Vicepresidenziale, sebbene alla fine si nominasse il "Ticket" composto da John Charles Frémont e William
Lewis Dayton. Lincoln li sostenne fortemente, facendo un'accanita campagna per il Partito in tutto il suo
Stato. I Democratici nomineranno invece l'ex ambasciatore James Buchanan, che era fuori dal paese fin
dal 1853 e che quindi aveva evitato il dibattito sulla schiavitù nei territori, mentre i "Know Nothings"
sceglieranno l'ex presidente Whig Millard Fillmore[153].

Alle elezioni di novembre Buchanan batté entrambi i suoi sfidanti, ma Frémont vinse diversi Stati del
Nord e il repubblicano William Henry Bissell riuscì ad ottenere il posto di Governatore dell'Illinois
scalzando l'avversario Democratico. Sebbene Lincoln non abbia vinto per se stesso la sua vigorosa
campagna elettorale lo rese nella pratica il leader incontrastato dei Repubblicani dell'Illinois[154].

Abraham Lincoln nel 1857.

Lo storico Eric Foner (2010) mette in contrapposizione gli abolizionisti e gli anti-schiavisti Repubblicani
Radicali del Nordest - i quali videro la schiavitù come un autentico peccato morale - con i Repubblicani
conservatori che pensarono che fosse un male perché finiva col danneggiare gli stessi bianchi e bloccava
il progresso e lo sviluppo economico. Foner sostiene che Lincoln era un moderato centrista, opponendosi
alla schiavitù principalmente perché violava i principi del repubblicanesimo instillati dai Padri fondatori
degli Stati Uniti d'America, in particolare l'uguaglianza di tutti gli uomini e l'autogoverno democratico
così come espresso nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America[155].

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di James Buchanan § Caso
Dred Scott.

Lincoln denuncerà la decisione assunta dalla Corte suprema nel caso Dred Scott contro Sandford come
parte di una associazione per delinquere intesa ad estendere forzosamente la schiavitù. Nel marzo del
1857 (appena 2 giorni dopo l'insediamento della presidenza di James Buchanan) la Corte emise la sua
sentenza; il presidente della Corte Roger Brooke Taney affermò che i "negri" non potevano in alcun caso
venire considerati come cittadini e che pertanto non possedevano neppure alcun diritto tra quelli
concessi dalla Costituzione degli Stati Uniti d'America[156].

Mentre molti Democratici sperarono che il caso di Dred Scott avrebbe finalmente posto la parola fine alla
disputa sulla schiavitù nei territori la decisione provocò invece un'ulteriore e sempre più crescente
indignazione nel Nord[157]. Lincoln asserirà che tale sentenza non fosse altro che il prodotto di una
cospirazione dei Democratici creata appositamente per sostenere il "potere negriero"[158]:

«Gli autori della Dichiarazione di Indipendenza non hanno mai inteso dire che tutti erano uguali per
colore, dimensioni, intelletto, sviluppi morali o capacità sociale, ma - bensì - consideravano tutti gli
uomini creati uguali e possessori per principio di uguali diritti inalienabili tra cui la vita, la libertà e la
ricerca della felicità[159].»

Abraham Lincoln con i propri sostenitori davanti alla sua abitazione nel 1858.

Dibattiti Lincoln-Douglas e discorso di Cooper Union

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di James Buchanan §
Elezioni di medio termine del 1858 e Dibattiti Lincoln-Douglas.

Stephen A. Douglas era pronto per farsi riconfermare senatore nel 1858, ma Lincoln sperò di poter
riuscire a sconfiggere il potente Democratico del suo stesso Stato. Con Trumbull che ora serviva come
senatore Repubblicano molti nel Partito ritennero che un ex Whig dovesse essere nominato nel 1858; la
sua campagna elettorale del 1856 la volontà di sostenere Trumbull due anni prima gli avevano fatto
guadagnare il favore anche dei politici più esperti[160].

Alcuni Repubblicani dell'Ovest favorirono la ricandidatura di Douglas dal momento che egli aveva guidato
l'opposizione alla Costituzione di Lecompton, che avrebbe fatto ammettere il Kansas come Stato
schiavista[161]; ma molti regionalisi non mancarono di far notare il loro risentimento nei riguardi di
questa interferenza proveniente dall'esterno. Per la prima volta i Repubblicani dell'Illinois indissero una
Convention per concordare un candidato comune; Lincoln otterrà la nomina del Partito dovendo
affrontare solo una sparuta opposizione interna[162].

Al momento dell'accettazione pronunciò il celebre Discorso della casa divisa attingendo alle parole del
Vangelo secondo Marco 3:25: "Una casa divisa contro se stessa non può reggere, credo che questo
governo non possa resistere in permanenza per metà schiavista e per metà libero, non mi aspetto che
l'Unione si dissolva. Non mi aspetto che la casa crolli, ma mi aspetto che cessi di essere divisa: diventerà
tutta una cosa o tutta un'altra"[163].

Il discorso ebbe la forza di creare un'immagine evocativa del pericolo di disunione causato dal dibattito
sulla schiavitù ed ebbe la capacità di ricompattare tutti i Repubblicani del Nord[164]. L'attenzione rimase
quindi focalizzata sulla campagna elettorale statale che avrebbe dovuto scegliere Lincoln o Douglas come
senatore suo rappresentante[165]. Una volta informato della nomina di Lincoln l'avversario dichiarò:
"Egli è l'uomo forte del suo Partito... e se lo sconfiggo la mia vittoria sarà di certo stentata[166]".

Abraham Lincoln nel 1858

Stephen A. Douglas

La campagna comprese i sette dibattiti Lincoln-Douglas, quelli che rimarranno i più famosi scontri politici
dell'intera storia americana. I contendenti rappresentarono un netto contrasto sia fisicamente che
politicamente; Lincoln avvertì che "il Potere negriero" stava minacciando i valori del Repubblicanesimo e
accusò Douglas di falsare i valori dei Padri fondatori degli Stati Uniti d'America i quali asserirono
esplicitamente che "tutti gli uomini sono stati creati uguali". Douglas dal canto suo enfatizzò la sua
Dottrina di Freeport in base alla quale i coloni locali avrebbero dovuto rimanere liberi di scegliere se
consentire o meno la pratica schiavista: accusò chiaramente Lincoln di essersi schierato dalla parte degli
abolizionisti più fanatici[167].

Francobollo del 1950 che commemora i Dibattiti Lincoln-Douglas.

I dibattiti assumeranno quasi l'atmosfera di una lotta a premi e attirarono folle composite di migliaia di
persone. Lincoln affermò che la cosiddetta teoria del principio di sovranità popolare di Douglas costituiva
una minaccia per la moralità stessa della nazione, un'autentica cospirazione volta a far estendere la
schiavitù anche negli stati liberi. Questi ribatté che lo sfidante stava apertamente contestando l'autorità
della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America e la sua legittima sentenza nel caso Dred Scott contro
Sandford[168].

Anche se i candidati legislativi Repubblicani realizzeranno un maggior numero di voti popolari i


Democratici conquisteranno più seggi, pertanto la rielezione si concluderà a favore di Douglas.
Nonostante l'amarezza della sconfitta la sua articolazione dei problemi in campo gli diede la definitiva
reputazione politica nazionale di cui abbisognava[169].

Nel maggio del 1859 acquisterà l'"Illinois Staats-Anzeiger", un giornale in lingua tedesca il quale svolgerà
un ruolo consistente di supporto; la maggior parte dei 130.000 tedeschi americani dello Stato votarono
Democratico, ma sussisteva in ogni caso la buona probabilità che un quotidiano espressamente rivolto
alla loro comunità potesse far innescare una discreta mobilitazione a favore dei Repubblicani[170].

All'indomani della tornata elettorale i maggiori giornali inizieranno spesso ad indicare proprio Lincoln
come potenziale candidato presidenziale Repubblicano nel 1860, con William H. Seward, Salmon P.
Chase, Edward Bates e Simon Cameron che incombevano come rivali per la Nomination. Mentre egli
rimaneva assai popolare negli Stati Uniti d'America medio-occidentali gli mancava però ancora il
supporto decisivo negli Stati Uniti d'America nord-orientali; rimarrà pertanto in dubbio se avrebbe
dovuto cercare subito la presidenza[171].

Tali dibattiti saranno l'anticipazione delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1860 che
vedranno ancora una volta i due affrontarsi come pretendenti al titolo. A gennaio dichiarerà infine ad un
gruppo di alleati politici che avrebbe accettato la nomina, sempre che questa gli fosse stata offerta; nei
mesi successivi diversi giornali locali approvareranno Lincoln e si schiereranno apertamente dalla sua
parte[172].

La The Cooper Union for the Advancement of Science and Art nel 2007.

Il 27 di febbraio i leader del Partito di New York lo inviteranno a tenere un discorso alla The Cooper
Union for the Advancement of Science and Art da poco inaugurata davanti ad un gruppo di potenti
notabili Repubblicani. Lincoln sostenne che i "Padri Fondatori" avevano ben poco a che fare con la
presunta "sovranità popolare" e che avevano invece ripetutamente cercato di limitare la schiavitù;
insistette inoltre sul fatto che le fondamenta morali dei Repubblicani richiedevano l'opposizione allo
schiavismo e respinse ogni "tentativo di cercare una via di mezzo compromissoria tra quello che è giusto
e quello che è invece irrimediabilmente sbagliato"[173].

Nonostante la sua apparenza inelegante - molti tra il pubblico lo consideravano imbarazzante e persino
brutto[174] - Lincoln dimostrò una leadership intellettuale che lo lanciò tra le prime posizioni quanto ad
influenza all'interno del Partito e in lizza per la nomina presidenziale Repubblicana. Il giornalista Noah
Brooks riferirà: "nessun uomo ha mai fatto una simile impressione nel suo primo appello ad un pubblico
newyorkese"[175][176].

Lo storico David Herbert Donald definirà il comizio come una "superba mossa politica per un candidato
non annunciato, per apparire nello stesso Stato di un rivale potenziale (Seward) in un evento
sponsorizzato dai lealisti del secondo rivale (Chase), senza menzionare per nome né l'uno né l'altro
durante tutto il discorso"[177]. In risposta a un'inchiesta sulle sue intenzioni presidenziali Lincoln avrà a
dichiarare: "il sapore mi da un po' di retrogusto in bocca"[178].

"Fido", il cane dei Lincoln, nel 1860.

Nomination e campagna elettorale del 1860

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni presidenziali negli Stati Uniti
d'America del 1860 e Presidenza di James Buchanan § Elezioni presidenziali del 1860.

«Non conosco nulla di più grande né miglior esercizio né più positiva prova del passato, risultato
trionfante della fede nell'umanità, di una ben combattuta elezione nazionale in America»

(Walt Whitman[179].)

Il 9-10 maggio del 1860 si terrà a Decatur la 2ª Convention statale Repubblicana[180]. I seguaci di Lincoln
organizzarono una squadra elettorale guidata da David Davis, Norman Blue Judd, Leonard Swett e Jesse
Kilgore Dubois; riceverà in tal modo ufficialmente il primo sostegno pubblico per candidarsi alla
presidenza[181].

Sfruttando la leggenda abbellita dei suoi giorni di frontiera assieme al padre (liberando la terra e
abbattendo a colpi d'ascia le staccionate delle recinzioni per farne traversine dei binari ferroviari) i suoi
sostenitori adotteranno il motto "The Rail Candidate"[182]. Egli stesso si descriverà così: "Sono alto circa
sei piedi e quattro pollici, quasi magro, con un peso medio di ottanta chili, carnagione scura, con capelli
neri e grigi"[183].
"Lincoln, Hamlin e Libertà. Protezione delle industrie americane". Nastro della campagna elettorale
Repubblicana.

Il 18 maggio, alla Convention nazionale Repubblicana di Chicago, gli amici riusciranno - anche grazie a
promesse improprie - a fargli ottenere la Nomination già al terzo scrutinio, battendo candidati come
Seward e Chase. Un ex Democratico, Hannibal Hamlin del Maine, gli sarà affiancato in qualità di
Vicepresidente per bilanciare il "Ticket presidenziale". Il successo dipendeva però ancora largamente
dalla sua reputazione di moderato sulla questione schiavista e dal suo forte sostegno ai programmi di
miglioramento e progresso interno adottati a suo tempo dai Whig oltre che alla tariffa doganale
impostata ad un solido protezionismo[184].

Al terzo scrutinio i delegati della Pennsylvania lo piazzeranno al vertice della gratuatoria. Gli interessi di
ferro di quello Stato furono rassicurati dal suo sostegno alle tariffe protettive[185]. I propri dirigenti si
erano abilmente focalizzati su questa delegazione, mentre non sembrarono seguire con eccessivo zelo il
forte dettato di Lincoln a "non creare accordi preelettorali che mi vincolino troppo"[186].

La maggior parte dei Repubblicani era d'accordo con Lincoln sul fatto che il Nord fosse la regione da
coltivare maggiormente in quanto "parte offesa", mentre il potere schiavista stringeva la sua presa sul
governo nazionale con la decisione contro Dred Scott e la presidenza di James Buchanan. Per tutti gli
anni 1850 Lincoln dubitò fortemente delle prospettive di un'eventuale guerra civile e i suoi sostenitori
respinsero con sdegno l'ipotesi che la sua elezione avrebbe incitato alla secessione[187].

Nel frattempo Douglas verrà selezionato come candidato dei Democratici del Nord. I delegati di 11 stati
schiavisti uscirono dalla Convention Democratica sbattendo la porta, in disaccordo con la sua posizione
sulla sovranità popolare e alla fine selezionarono il Vicepresidente incumbent John C. Breckinridge come
loro candidato[188]. Infine un gruppo di ex Whig e Know Nothing formerà il Constitutional Union Party e
nominerà John Bell del Tennessee. Lincoln e Douglas avrebbero gareggiato per i voti nel Nord, mentre
Bell e Breckinridge trovarono principalmente supporto nel Sud[160].

Stemma della Wide Awakes nel "Old State Capitol State Historic Site" di Springfield.

Prima ancora della Convention Repubblicana la campagna di Lincoln iniziò a coltivare un'organizzazione
nazionale per adolescenti e giovani adulti, la Wide Awakes, che generò il sostegno popolare di Lincoln in
tutto il paese e guidò le grandi registrazioni elettorali di massa, ben sapendo che i nuovi e i più giovani
elettori tendono sempre ad abbracciare nuove e giovani idee di altrettanto giovani partiti[189].
Mentre crescevano gli appoggi alle opinioni di Lincoln sull'abolizionismo negli Stati Uniti d'America
parallelamente crebbero anche i suoi sostenitori. La gente degli stati del Nord sapeva assai bene che i
Sudisti avrebbero votato contro di lui a causa delle sue idee anti-schiavitù e si attivarono per aggregare i
suoi fans[190].

Monili con l'effige dei 2 candidati Repubblicani.

Mentre Douglas e gli altri candidati si misero ad intraprendere le loro campagne Lincoln rimase l'unico a
non dare discorsi in pubblico; invece monitorò da vicino la propria campagna facendo affidamento
soprattutto sull'entusiasmo dei volontari del Partito. Il risultato del loro lavoro porta a porta produsse
consistenti maggioranze in tutto il Nord e un'abbondanza di manifesti pubblicitari, volantini e editoriali di
giornali[191].

Vi saranno migliaia di conferenzieri Repubblicani i quali si concentreranno innanzitutto sulla piattaforma


del Partito e in secondo luogo sulla storia della vita di Lincoln, sottolineando la sua povertà infantile.
L'obiettivo palese era quello di dimostrare il potere superiore del "lavoro libero", in base al quale un
ragazzo contadino comune poteva raggiungere la cima esclusivamente grazie ai suoi soli sforzi[192]. La
produzione di letteratura elettorale del Partito sminuì l'opposizione combinata; un autore del Chicago
Tribune farà pubblicare un opuscolo con la vita dettagliata di Lincoln e riuscirà a vendere da 100 a
200.000 copie[193].

Presidenza

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di Abraham Lincoln.

Nel 1860 i voti elettorali settentrionali e occidentali (mostrati in rosso) condussero Lincoln alla Casa
Bianca.

A large crowd in front of a large building with many pillars.

Marzo 1861, cerimonia inaugurale al Campidoglio. La cupola sopra la rotonda era ancora in costruzione.

Elezioni del 1860 e secessione

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di James Buchanan § Venti
di secessione.

Il 6 di novembre Lincoln fu eletto come 16º presidente degli Stati Uniti d'America, battendo in un colpo
solo Douglas, Breckinridge e Bell; sarà il 1° esponente del Partito Repubblicano ad accedere all'alta
carica. La sua vittoria si dovette interamente al forte sostegno conquistato al Nord e nell'Ovest; non
parteciperà ad alcun ballottaggio in 10 dei 15 stati schiavisti e, in tutti gli altri, riuscirà ad ottenere solo
due delle 996 contee meridionali[194].

Riceverà 1.866.452 voti, contro 1.376.957 di Douglas, gli 849.781 di Breckinridge e gli 588.789 di Bell.
L'affluenza alle urne toccò l'82,2%, con Lincoln in vetta negli stati liberi del Nord oltre che in California e
nell'Oregon. Douglas si impose solamente nel Missouri, mentre suddivise i grandi elettori del New Jersey
con Lincoln[195]. Bell ebbe gioco facile in Virginia, Tennessee e nel Kentucky; Breckinridge trionfò nel
resto del Sud[196].

Il primo fotoritratto di Abraham Lincoln presidente (tra il 1º marzo e il 30 giugno del 1861).

Anche se avrà solo con una maggioranza relativa di voti popolari la sua vittoria nel collegio elettorale fu
decisiva: Lincoln aveva realizzato 180 grandi elettori, mentre i suoi avversari sommati ne avevano solo
123. Vi saranno inoltre "Ticket di fusione" in cui tutti gli oppositori dei Repubblicani si unirono
temporaneamente per sostenere la stessa lista presidenziale; questo negli Stati di New York (stato), nel
New Jersey e nel Rhode Island; ma anche se il voto anti-Lincoln fosse stato combinato assieme in ognuno
degli Stati federati egli avrebbe comunque ottenuto lo stesso la maggioranza nel Collegio[197].

Quando l'elezione di Lincoln si rese evidente i secessionisti chiarirono la loro intenzione di lasciare
l'Unione ancor prima che entrasse in carica il 4 marzo seguente[198]. Il 20 dicembre 1860 la Carolina del
Sud prenderà l'iniziativa adottando un'ordinanza di secessione; seguiranno il 1º febbraio del 1861 la
Florida, il Mississippi, l'Alabama, la Georgia, la Louisiana e per finire anche il Texas[199][200]. Sei di
questi Stati adottarono una costituzione autonoma e si dichiararono una nazione sovrana, gli Stati
Confederati d'America[199].

Gli Stati superiori del Sud e del confine (il Delaware, il Maryland, la Virginia, la Carolina del Nord, il
Tennessee, il Kentucky, il Missouri e l'Arkansas) - gli oramai prossimi Stati cuscinetto nella guerra di
secessione americana - inizialmente respingeranno l'appello[201]. Il presidente uscente James Buchanan
e il presidente eletto Lincoln si rifiuteranno categoricamente di riconoscere la nuova entità politica
appena sorta dichiarando illegale la secessione[202]. La Confederazione intanto sceglierà Jefferson Davis
come suo presidente provvisorio il 9 di febbraio[203].

Vi furono anche dei timidi tentativi di ricucitura. Il Compromesso Crittenden (dal nome di John Jordan
Crittenden, testo completo su Wikisource) avrebbe esteso la linea segnata dal compromesso del
Missouri dividendo i territori in schiavisti e liberi, contrariamente a quanto proclamato dalla piattaforma
"Free Soil Party" Repubblicana[204]. Il neoeletto respingerà semplicemente l'idea, dicendo: "patirò la
morte prima di acconsentire... a qualsiasi concessione o compromesso che sembri far acquisire il
privilegio di prendere possesso di questo governo verso cui tutti abbiamo un diritto/dovere
costituzionale"[205].

Tuttavia parve tacitamente acconsentire alla proposta dell'"emendamento Corwin" (dal nome del suo
autore Thomas Corvin), che sarà approvato dal Congresso prima che egli entrasse nelle sue piene
funzioni e che rimase in attesa della ratifica da parte degli Stati[206][207]. Tale progetto avrebbe protetto
la schiavitù negli Stati in cui esisteva già e oltre a garantire che il Congresso non avrebbe interferito senza
l'esplicito consenso del Sud. Ancora alcune settimane prima della guerra il presidente invierà una lettera
ad ogni governatore per informarli che l'assemblea aveva appena approvato una risoluzione comune per
emendare la Costituzione[208]. Sembrò quindi rimanere aperto alla possibilità di una convenzione
costituzionale per apportarvi ulteriori modifiche[209].

Il responsabile della sicurezza del presidente Allan Pinkerton nel 1862.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Complotto di Baltimora.

Nel corso del viaggio in treno che avrebbe dovuto condurlo all'inaugurazione si rivolgerà alle folle
accorse e ai legislatori lungo tutto il percorso[210]; sventerà inoltre un attentato progettato a Baltimora,
che verrà scoperto dal capo della sua sicurezza, il detective Allan Pinkerton[211].

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Primo discorso d'insediamento di
Abraham Lincoln.

Il 23 febbraio giungerà in segreto e sotto mentite spoglie a Washington - i sudisti non mancheranno di
attaccarlo per questa sua misura prudenziale, accusandolo di essere dedito al "travestitismo" - la quale
verrà immediatamente posta sotto la protezione di una considerevole guarnigione militare; le truppe
federali furono subito pronte a difendere il proprio presidente e la capitale stessa dall'invasione dei
ribelli.[212].
«Sembra esserci una certa apprensione tra la gente del Sud riguardo al fatto che con il sopraggiungere di
un'amministrazione repubblicana le loro proprietà e la loro pace e sicurezza personale saranno messe in
pericolo; ma in realtà non c'è mai stato alcun motivo ragionevole per provare tale preoccupazione. In
effetti, le prove più ampie del contrario sono esistite per tutto il tempo e sono state sempre disponibili al
loro controllo.

Ciò si può ritrovare in quasi tutti i discorsi pubblicati di colui che ora si rivolge a voi. Non faccio altro che
citare uno di quei discorsi quando dichiaro che "non ho alcuno scopo, direttamente o indirettamente, di
interferire con l'istituzione della schiavitù negli Stati in cui essa esiste. Credo di non avere alcun diritto
legale per poterlo fare e non ho d'altra parte neppure alcuna inclinazione a farlo".»

(- Primo discorso inaugurale, 4 marzo del 1861[213] (testo completo su Wikisource).)

Il presidente concluderà con un accorato appello: "non siamo nemici, bensì amici. Non dobbiamo essere
nemici... Anche se la passione può essere tesa, non deve rompere i nostri legami d'affetto. Gli accordi
mistici di memoria, che si estendono da ogni campo di battaglia e tomba patriottica, ogni cuore vivo e
pietra del focolare - in tutta questa vasta terra - continueranno a gonfiare il coro dell'Unione, quando
saranno ancora toccati, sicuramente lo saranno, dagli angeli migliori della nostra natura"[214].

Il fallimento della "Conferenza di Pace" tenutasi al "Willard InterContinental Washington" segnalò


chiaramente che quella ipotesi di compromesso legislativo era di fatto divenuta impossibile. Nel marzo
del 1861 nessun leader dell'insurrezione aveva proposto di riunirsi all'Unione a qualsiasi titolo. Nel
frattempo Lincoln e la leadership Repubblicana concordarono che lo smantellamento dell'Unione non
poteva essere in alcun modo tollerato[215]. Il presidente avrà occasione di commentare alla sua 2°
inaugurazione (testo completo su Wikisource), mentre la guerra stava ormai volgendo al termine:

«"entrambe le parti hanno deprecato la guerra, ma una di loro l'avrebbe fatta piuttosto che permettere
alla Nazione di sopravvivere, mentre l'altra l'avrebbe accettata piuttosto che lasciarla morire; così alla
fine la guerra è arrivata".»

Il cannoneggiamento di Fort Sumter in una stampa di "Currier & Ives".

V·D·M

Guerra di secessione americana

Guerra civile
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Fort Sumter.

Il comandante di Fort Sumter nella Carolina del Sud, il maggiore Robert Anderson, inviò una richiesta di
aiuto e di veloci provvedimenti atti a rinforzarne la sicurezza; l'esecuzione dell'ordine da parte di Lincoln
per soddisfare tale richiesta sarà vista dai secessionisti come un vero e proprio atto di guerra. Il 12 aprile
del 1861 le forze confederate spararono contro le truppe dell'Union Army asserragliate all'interno del
Forte, costringendole presto alla resa: la guerra di secessione americana era iniziata.

La bandiera degli Stati Uniti d'America a Fort Sumter.

Lo storico Allan Nevins arriverà a sostenere che il neopresidente commise almeno tre errori di calcolo:
sottovalutando la gravità della crisi, esagerando la forza del sentimento unionista nel Sud e soprattutto
non rendendosi conto che gli unionisti meridionali insistevano perché non vi fosse alcuna invasione da
parte del Sud[216].

William Tecumseh Sherman ebbe modo di parlare con Lincoln nel corso della settimana appena
successiva all'inaugurazione e rimarrà "tristemente deluso" dal fatto ch'egli non si fosse ancora del tutto
reso conto che "il paese stava del tutto incoscientemente dormendo sopra un vulcano in piena fase di
ebollizione" e che il Sud si stava preparando attivamente per la guerra[217].

Lo storico David Herbert Donald conclude che "i suoi ripetuti sforzi per evitare la collisione nei mesi tra
l'inaugurazione e l'avvio delle ostilità al Forte dimostrarono chiaramente che egli aderì al suo voto di non
essere il primo a spargere sangue fraterno, ma promise anche di non cedere né tantomeno arrendersi
mai ai ribelli. L'unica soluzione di queste posizioni in parte contraddittorie era che i confederati
sparassero il primo colpo: ed essi fecero proprio questo"[218].

Il 15 di aprile Lincoln inviterà tutti gli Stati dell'Unione a inviare distaccamenti per un totale di 75.000
soldati per riconquistare le fortificazioni, proteggere la capitale federale e "preservare l'integrità del
paese" la quale, a suo avviso, era ancora intatta nonostante le azioni degli stati secessionisti[219].

Questa chiamata alle armi costringerà gli Stati a scegliere definitivamente da quale parte stare. La
Virginia dichiarerà la propria secessione e per tale motivo sarà premiata concedendogli la capitale
confederata, Richmond (Virginia), nonostante la posizione altamente esposta e così vicina alle linee del
fronte. Anche la Carolina del Nord, il Tennessee e l'Arkansas voteranno per il distacco nei seguenti due
mesi[219].

Il sentimento separatista rimase forte anche nel Missouri e nel Maryland, ma non riuscirà mai a
prevalere; il Kentucky cercherà invece in tutti i modi possibili di mantenersi in una posizione neutrale. Il
proditorio attacco confederato al Forte ebbe almeno il merito di radunare di colpo gli americani a Nord
della Linea Mason-Dixon nella difesa della nazione[220]. A. Nevins afferma:

«"Il bombardamento di Fort Sumter produsse una sorprendente cristallizzazione del sentimento
nordico... La rabbia collettiva attraversserà l'intero Nord. Da ogni parte arrivarono notizie di riunioni di
massa, discorsi, risoluzioni, offerte di sostegno economico, la raccolta di compagnie e reggimenti, la
decisa azione di governatori e legislatori schieratisi tutti a fianco di Lincoln"[221].»

Gli Stati unionisti cominciarono a far marciare i loro reggimenti in risposta all'appello del presidente volto
a salvare la capitale e ad affrontare con decisione la ribellione in atto. Il 19 di aprile però una folla di
facinorosi a Baltimora, città che controllava i collegamenti ferroviari, attaccò di sorpresa le truppe
dell'Unione che stavano cambiando treno e gruppi guidati da leader locali in seguito bruciarono i ponti
ferroviari più critici che conducevano verso la capitale[222].

L'Union Army risponderà facendo arrestare i maggiori funzionari locali del Maryland e imponendo la
Legge marziale. Lincoln sospese il mandato dell'"habeas corpus" in tutte quelle aree in cui l'esercito ne
sentiva la necessità per assicurarsi che le truppe raggiungessero incolumi Washington[222].

John Merryman, un funzionario del Maryland impegnato a ostacolare i movimenti delle truppe Nordiste,
presenterà una petizione al Presidente della Corte suprema Roger Brooke Taney, l'autore della
controversa sentenza nel caso Dred Scott contro Sandford che si schierò a favore della schiavitù negli
Stati Uniti d'America, per fargli pubblicare un documento ufficiale e in giugno questi, agendo come
giudice di circoscrizione e non parlando per la Corte Suprema, emise il verdetto secondo il quale a suo
parere solo il Congresso avrebbe potuto far sospendere la legge[223][224].

Lincoln proseguirà però la sua politica affermando che il decreto di sospensione sarebbe stato messo in
atto solamente in certe aree circoscritte e ciò nonostante la sentenza Ex parte Merryman. D'altra parte
spesso annullò le condanne; famosa è rimasta la cosiddetta "lettera di Bixby", inviata dal presidente nel
novembre del 1864 a Lydia Bixby, madre di cinque figli che si riteneva fossero rimasti uccisi durante la
guerra. Il testo viene ritenuto uno dei migliori scritti di Lincoln.
«Gentile Signora il Dipartimento della Guerra mi ha mostrato una dichiarazione del Generale del
Massachusetts che lei è la madre di cinque figli che sono morti gloriosamente sul campo di battaglia.
Sento che le mie parole per alleviarle il dolore di una così forte perdita sono deboli ed inutili. Ma non
posso evitare di scriverle perché sono il ringraziamento della Repubblica per la cui salvezza hanno
lottato. Prego il Padre Celeste perché l'orgoglio per il sacrificio dei suoi figli sull'altare della libertà
prevalga sul dolore per la loro assenza. I più sinceri e cordiali saluti A. Lincoln»

Strategia militare dell'Unione

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Unione (guerra di secessione
americana).

Dopo la battaglia di Fort Sumter Lincoln si rese conto dell'importanza di prendere immediatamente il
controllo esecutivo della guerra e di creare una strategia militare generale dell'Unione per reprimere la
ribellione; dovette fare capo ad una crisi politica e militare senza precedenti ma reagì con la forza di un
vero comandante in capo, usando per tutto il corso della guerra poteri senza precedenti che nessun altro
prima di lui aveva mai detenuto[225].

Estese i propri poteri bellici e impostò fin da subito un serrato blocco navale a tutti i porti marittimi
confederati riversandovi cospicui fondi ancora prima dell'approvazione congressuale e, dopo aver
sospeso il precetto dell'"habeas corpus" permetterà frequentemente anche di far arrestare ed
imprigionare le spie e migliaia di sospetti simpatizzanti Sudisti senza processo[226].

In questa carta:

Stati dell'Unione

Territori dell'Unione

Gli Stati Cuscinetto

Bleeding Kansas (Kansas sanguinoso), il più conteso degli Stati dopo la Kansas-Nebraska Act, il perno
degli Stati cuscinetto

Stati Confederati d'America

Territori rivendicati ed a tratti tenuti dalla Confederazione

Per queste azioni il presidente si seppe conquistare e riuscirà a mantenere il sostegno da parte
dell'assemblea congressuale e dell'opinione pubblica dell'intero Nord; inoltre dovette fare positivamente
i conti anche con il rafforzamento delle forti simpatie nei suoi confronti che emergeranno vieppiù negli
Stati rimasti schiavisti di confine (gli Stati cuscinetto nella guerra di secessione americana) e impedirà nei
fatti che la guerra diventasse un conflitto a sfondo internazionale[227].

Lo sforzo bellico rimarrà costantemente la fonte delle sue maggiori preoccupazioni e dominerà tutto il
suo tempo e la sua attenzione. Sin dall'inizio si rese assai chiaro che il sostegno bipartisan sarebbe stato
essenziale per il successo finale e pertanto cercò in certo qual modo ogni tipo possibile di alleanza con le
fazioni contrapposte su entrambi i lati dello spettro politico, come la nomina sia di Repubblicani che di
Democratici al comando nelle posizioni militari di maggior importanza[228].

I "Copperheads" non mancarono di criticarlo aspramente per aver rifiutato di scendere a compromessi
sulla questione della schiavitù; al contrario, i Repubblicani più radicali lo accuseranno di muoversi troppo
lentamente nella sua abolizione ufficiale e definitiva[229]. Il 6 agosto del 1861 firmerà l'atto di confisca
che autorizzava i procuratori giudiziari a catturare prima e liberare poi tutti quegli schiavi che erano usati
per sostenere lo sforzo bellico confederato. In pratica la legge avrà un successo del tutto relativo, ma
indicò senza alcuna possibilità di fraintendimenti il proprio sostegno politico all'abolizionismo negli Stati
Uniti d'America a partire proprio dai territori della Confederazione[230].

Il generale John Charles Frémont.

Alla fine di agosto il generale John Charles Frémont, il 1° candidato Repubblicano alle elezioni
presidenziali del 1856, emetterà senza consultare i suoi superiori un proclama che istituiva la legge
marziale nel Missouri; esso dichiarò che qualsiasi privato cittadino trovato a portare armi con sé poteva
essere processato dalla corte marziale e subire la fucilazione e che gli schiavi delle persone che aiutavano
la ribellione sarebbero stati liberati[231].
Frémont si trovava già sotto una nera nuovola di accuse per negligenza nel suo comando del
"Dipartimento del West" aggravate da sospetti di frode e corruzione. Lincoln fece annullare il proclama;
egli credette infatti che la mossa verso l'emancipazione di Fremont fosse di natura eminentemente
politica; né militarmente necessaria né tantomeno legale[232]. Dopo questa decisa azione presidenziale
gli arruolamenti nell'Unione provenienti dal Maryland, dal Kentucky e dal Missouri aumentarono di oltre
40.000 unità[233].

In politica estera l'obiettivo principale di Lincoln fu innanzitutto quello fermare gli aiuti militari dai paesi
stranieri alla Confederazione. Il presidente lasciò la maggior parte delle questioni diplomatiche al suo
Segretario di Stato William H. Seward[234]; a volte questi si dimostrò un po' troppo bellicoso e quindi,
per mantenere l'equilibrio in seno all'amministrazione, Lincoln intrattenne stretti rapporti di lavoro con il
senatore Charles Sumner, il presidente della commissione per le relazioni estere del Senato[235].

L'incidente diplomatico noto come Affare Trent scoppiato alla fine del 1861 minacciò un coinvolgimento
nella guerra del Regno Unito. L'Union Navy aveva difatti intercettato illegalmente una nave postale
britannica, la "Trent", in alto mare e sequestrato due inviati confederati; la Gran Bretagna protestò con
veemenza mentre tutto il Nord applaudiva unanimemente. Lincoln riuscirà a mettere fine alla crisi
rilasciando i due diplomatici. Il biografo James Garfield Randall ha analizzato le tecniche del successo di
Lincoln nel modo seguente:

«"la sua moderazione, associata alla sua capacità di evitare una qualsiasi espressione esteriore di
truculenza, il suo far sì che il Dipartimento di Stato ammorbidisse il proprio atteggiamento nei confronti
della Gran Bretagna, la sua deferenza verso Seward e Sumner, la rimozione del suo stesso documento
preparato per l'occasione, la sua prontezza nell'arbitrare, il suo silenzio dorato nell'affrontare il
Congresso, la sua astuzia nel riconoscere che la guerra deve essere evitata e la sua chiara percezione che
avrebbe potuto essere conquistato un punto a favore della posizione dell'America e allo stesso tempo la
concessione della piena soddisfazione ad un paese considerato ancora a tutti gli effetti amico"[236].»

Il presidente monitorò scrupolosamente i rapporti telegrafici che arrivavano nel quartier generale del
Dipartimento della Guerra; mantenne sotto stretta osservazione tutte le fasi dello sforzo militare,
consultandosi con i governatori e selezionando personalmente i generali in base al loro successo passato
(nonché al loro Stato e Partito d'appartenenza).
Gestire la Macchina: una vignetta del 1864 che satirizza l'amministrazione della presidenza di Abraham
Lincoln, con William P. Fessenden, E. Stanton, William H. Seward, Gideon Welles, Lincoln e altri
impegnati a fabbricare soldi.

Nel gennaio del 1862 dopo le molte denunce giunte nei riguardi dell'inefficienza e l'affarismo all'interno
dello Stesso Dipartimento della Guerra sostituì Simon Cameron con Edwin McMasters Stanton come
Segretario alla Guerra. Questi centralizzò le attività del ministero controllando e cancellando i contratti,
salvando il governo federale per oltre 17 milioni di dollari[237]; egli era un Democratico conservatore
fermamente unionista e pro-business che si spostò verso la fazione Repubblicana più radicale. Tuttavia
lavorò più spesso e più strettamente con Lincoln di qualsiasi altro alto funzionario: "Stanton e Lincoln
hanno virtualmente condotto la guerra insieme"[238]. In termini di strategia bellica Lincoln articolò due
priorità essenziali: assicurare che Washington fosse difesa bene e condurre uno sforzo militare
aggressivo che soddisfacesse la richiesta nel Nord per una vittoria rapida e decisiva; i principali redattori
di giornali del Nordisti si aspettavano difatti la vittoria decisiva entro 90 giorni[239].

Due volte alla settimana il presidente si incontrava con il suo gabinetto nel pomeriggio e,
occasionalmente, Mary Todd Lincoln lo costringeva a fare un giro in carrozza perché era preoccupata che
stesse lavorando troppo[240]. Lincoln imparerà molto dalla lettura del libro teorico del suo Capo di stato
maggiore, il generale Henry Halleck, un discepolo dello stratega europeo Antoine de Jomini[241].

Comincerà pertanto ad apprezzare la necessità critica di controllare i punti strategici, come ad esempio il
fiume Mississippi[242]; intravide molto presto l'importanza di riuscire ad assicurarsi la città centrale di
Vicksburg e comprese la necessità di sconfiggere definitivamente l'esercito nemico, piuttosto che
semplicemente conquistarne provvisoriamente il territorio[243].

Il generale McClellan

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro Orientale della guerra di
secessione americana.

«In una lettera indirizzata alla moglie McClellan scrisse: tutti si rimettono a me, mi pare di essere
divenuto la potenza del paese. Chi avrebbe mai pensato che sarei stato chiamato a salvare la nazione?"
Ma il suo compito non era affatto quello di salvare il paese, bensì di condurre un esercito sul campo di
battaglia e possibilmente di vincere[244].»

Dopo la sconfitta dell'Unione nella prima battaglia di Bull Run - il primo grande scontro in campo aperto
della guerra civile - ed il ritiro dell'oramai anziano Winfield Scott alla fine del 1861, il presidente
nominerà il generale George McClellan - un giovane tanto roso dall'ambizione quanto sprezzante - in
qualità Comandante generale dell'esercito statunitense[245][246]. Questi, laureatosi all'United States
Military Academy, dirigente delle ferrovie nonché esponente Democratico della Pennsylvania,
impiegherà diversi mesi preziosi a pianificare e tentare la sua campagna peninsulare, molto più a lungo
di quanto Lincoln sperasse e desiderasse.

I comandanti dell'Armata del Potomac a Culpeper nel 1863. Da sinistra: Gouverneur K. Warren, William
Henry French, George G. Meade, Henry Jackson Hunt, Andrew Atkinson Humphreys e George Sykes.

V·D·M

Campagna peninsulare

L'obiettivo avrebbe dovuto essere quello di conquistare Richmond trasferendo l'Armata del Potomac in
barca verso la Virginia Sud-orientale e poi via terra verso la capitale confederata. I ripetuti ritardi di
McClellan riuscirono a frustrare ed irritare sia Lincoln che l'intera Assemblea congressuale, così come
venne avversata la sua posizione secondo cui non erano necessarie truppe per difendere
Washington[247].

Il presidente però insistette per tenere alcuni reparti sempre pronti alla difesa della capitale; McClellan,
che sopravvalutava costantemente la forza delle truppe confederate, incolpò quest'ultima decisione per
il fallimento finale dell'intera campagna[248]. Lincoln si troverà costretto a rimuoverlo nel marzo del
1862, dopo la sua Harrison's Landing Letter in cui offrì consigli politici non richiesti al presidente,
sollecitandolo alla massima cautela[249]. L'Ufficio rimarrà vuoto fino a luglio, quando proprio H. Halleck
sarà selezionato per ricoprirlo[250].

La lettera di McClellan incensava i Repubblicani Radicali, che con successo fecero pressione sul
presidente per scegliere John Pope, un Repubblicano, come capo della nuova Armata della Virginia; egli
rispetterà il desiderio strategico di Lincoln di spostarsi verso Richmond partendo dal nord, proteggendo
così la capitale da qualsiasi eventuale attacco scaturito direttamente da Sud[251].

Uomini appostati nei pressi del sito della Seconda battaglia di Bull Run.

Tuttavia, mancando i rinforzi richiesti da McClellan - che ora comandava l'Armata del Potomac - Pope
rimarrà sonoramente sconfitto alla Seconda battaglia di Bull Run nell'estate del 1862, costringendo così
l'Esercito del Potomac a dover difendere Washington per la seconda volta[251]. La guerra si espanse
anche con operazioni navali compiute entro quello stesso anno quando la CSS Virginia, ex USS
Merrimack, riuscìrà a danneggiare gravemente ben tre navi dell'Unione a Norfolk (Virginia), prima di
essere a sua volta abbordata e quasi distrutta dall'USS Monitor.

Lincoln esaminò da vicino i relativi dispacci e interrogherà gli ufficiali navali nel corso della battaglia di
Hampton Roads[252]. Nonostante la sua insoddisfazione per la palese incapacità dimostrata da
McClellan di rafforzare Pope, Lincoln fu talmente disperato da rimetterlo al comando di tutte le
formazioni accampate nei dintorni di Washington, con lo sgomento di tutti i membri del proprio
gabinetto, innanzitutto di W. H. Seward[253]. Solo due giorni dopo il ritorno di McClellan al comando le
truppe del generale Robert Edward Lee attraversarono il fiume Potomac nel Maryland, conducendo alla
battaglia di Antietam nel settembre del 1862[254].

La conseguente vittoria dell'Unione fu tra le più sanguinose della storia americana, ma darà finalmente
l'occasione al presidente di annunciare che avrebbe emesso un proclama di emancipazione a gennaio;
avendolo redatto già qualche tempo prima Lincoln aveva atteso una vittoria militare per pubblicarlo così
da evitare che fosse percepito come il prodotto della disperazione[255].

George McClellan e Robert Edward Lee.

McClellan resisterà alla richiesta insistente del Presidente di inseguire l'esercito di Lee in ritirata ed
esposto, mentre il suo omologo Don Carlos Buell rifiuterà parimenti l'ordine di scagliare l'Armata
dell'Ohio contro le forze ribelli nel Tennessee Orientale; come conseguenza Lincoln sostituirà
definitivamente Buell con William Starke Rosecrans e dopo le elezioni di medio termine del 1862
sceglierà al posto di McClellan il Repubblicano Ambrose Burnside. Entrambi questi rimpiazzi costituivano
dei politici moderati e prospetticamente più favorevoli al Comandante in capo[256].

Burnside, contro il parere del presidente, lancerà prematuramente un'offensiva attraverso il fiume
Rappahannock e verrà - contro tutte le attese - sconfitto da Lee nella battaglia di Fredericksburg svoltasi
a dicembre; egli non solo era stato sconfitto sul campo di battaglia, ma i suoi soldati erano scontenti e
indisciplinati. Le diserzioni nel 1863 ammontarono a migliaia e aumentarono ancor di più subito dopo
Fredericksburg[257]. Lincoln nominerà quindi Joseph Hooker, nonostante il suo passato di discorsi
scioccanti sulla necessità di una dittatura militare[258].
Le elezioni di medio termine del 1862 porteranno ai Repubblicani gravi perdite a causa di una netta
disapprovazione nei confronti dell'amministrazione per la mancata fine rapida della guerra, nonché per
l'aumento dell'inflazione, dei nuovi aumenti delle tasse, di voci insistenti di corruzione, per la
sospensione dell'"habeas corpus", per il disegno di legge sulla coscrizione obbligatoria ed infine anche
per la paura che gli schiavi liberati potessero finire col minacciare il mercato del lavoro[259].

Soldati dell'Unione sulle rive del fiume Rappahannock poco prima della 2ª battaglia di Fredericksburg (3
maggio del 1863).

V·D·M

Campagna di Gettysburg

Il proclama annunciato a settembre riuscirà ad ottenere voti per i Repubblicani nelle aree rurali della
Nuova Inghilterra e negli Stati Uniti d'America medio-occidentali superiori, ma contribuirà d'altra parte a
far perdere voti nelle città e nel basso Midwest. Mentre i Repubblicani erano scoraggiati i Democratici ne
risultarono invece stimolati e faranno particolarmente bene in Pennsylvania, Ohio, Indiana e nello Stato
di New York. I Repubblicani manterranno le loro maggioranze al Congresso e nei maggiori Stati, eccetto
New York[259].

La Cincinnati Gazette giungerà a sostenere che gli elettori erano "depressi dalla natura interminabile di
questa guerra, così come era stata finora condotta, oltre che dal rapido esaurimento delle risorse
nazionali senza avere in cambio alcun apprezzabile progresso"[259]. Nella primavera del 1863 Lincoln era
ottimista riguardo alle imminenti campagne militari fino al punto di pensare che la fine della guerra
potesse essere vicina se solo si avesse potuto inanellare una serie di vittorie consecutive; questi piani
includevano l'attacco di Hooker a Lee a Nord di Richmond, di Rosecrans a Chattanooga, di Ulysses S.
Grant in quel di Vicksburg ed un assalto navale a Charleston[260].

Hooker verrà sconfitto da Lee nella battaglia di Chancellorsville a maggio, ma continuerà a comandare le
sue truppe ancora per alcune settimane[261]. Ignorerà l'ordine di Lincoln di dividere il proprio esercito in
due tronconi e forse costrinse Lee a fare lo stesso ad Harper's Ferry; offrirà quindi le sue dimissioni, che
Lincoln accettò. Fu sostituito da George G. Meade, che inseguirà Lee fino in Pennsylvania per la
campagna di Gettysburg la quale rappresenterà una vittoria fondamentale per l'Unione, anche se
l'esercito di Lee evitò la cattura[262].
Allo stesso tempo, dopo le battute d'arresto iniziali, Grant pose l'assedio a Vicksburg e la marina
dell'Unione ottenne un certo successo nel porto di Charleston. Subito dopo la battaglia di Gettysburg il
presidente capirà chiaramente che le sue decisioni militari sarebbero state eseguite più efficacemente
trasmettendo gli ordini ai generali attraverso il suo segretario della Guerra o il suo generale in capo; per
lo più essi si risentirono della sua interferenza civile con i loro piani. Anche stando così le cose continuerà
spesso a fornire indicazioni dettagliate ai suoi generali nella sua veste di Comandante in Capo[263].

Il testo del proclama di emancipazione.

Emancipazione degli schiavi

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Abolizionismo negli Stati Uniti
d'America e Presidenza di Abraham Lincoln § Abolizione della schiavitù.

Lincoln capì che il potere del governo federale di porre fine alla schiavitù era limitato dalla Carta
Costituzionale la quale prima del 1865 aveva sempre relegato la questione alle scelte individuali dei
singoli Stati. Sia prima che durante la campagna elettorale in vista della sua elezione sostenne che
l'eventuale estinzione della schiavitù avrebbe dovuto avere come risultato unicamente quello d'impedire
la sua espansione nel nuovo territorio del West. All'inizio della guerra cercò anche di persuadere gli Stati
ad accettare un'emancipazione compensata da un rimborso in cambio della proibizione della
schiavitù[264].

Lincoln credette in un primo momento che limitarla in questi modi l'avrebbe cancellata
economicamente, come previsto dai Padri fondatori degli Stati Uniti d'America, sotto l'egida
costituzionale. Il presidente respingerà ben due tentativi di emancipazione geograficamente limitati fatti
attuare dal maggiore generale John Charles Frémont nell'agosto del 1861 e dal maggiore generale David
Hunter nel maggio seguente con la motivazione che ciò non era in loro potere ed avrebbe solamente
messo in pericolo la già precaria alleanza costituita con gli Stati cuscinetto nella guerra di secessione
americana[265].

Il 19 giugno del 1862, approvato da Lincoln, l'assemblea congressuale farà approvare un atto che bandiva
la schiavitù su tutto il territorio federale. A luglio fu approvato il Confiscation Act of 1862, che istituì
procedure giudiziarie che avrebbero potuto liberare gli schiavi di chiunque fosse stato condannato per
aver aiutato la ribellione. Sebbene il presidente credesse che non fosse nel potere del Congresso liberarli
negli Stati approverà il disegno di legge in ossequio al la volontà del legislatore nazionale[266].
Presentì quindi che tale azione poteva essere presa solo dal "Comandante in Capo" usando i poteri di
guerra concessi al presidente dalla Costituzione e pertanto progettò di prendere un'iniziativa in tal senso.
In quello stesso mese discusse ed approfondì una bozza del proclama di emancipazione con l'assistenza
partecipata dell'intero gabinetto. In essa si dichiarò che "come misura militare appropriata e necessaria a
partire dal 1º gennaio del 1863 tutte le persone detenute come schiavi negli Stati confederati diverranno
e continueranno ad essere per sempre liberi"[267].

In privato concluse a questo punto che la base schiavista su cui era imperniata la Confederazione
avrebbe dovuto essere eliminata ed abbattuta; tuttavia, ed in questo in accordo con i Copperheads,
sosterrà che l'emancipazione poteva facilmente divenire un ostacolo alla pace e alla riunificazione e ciò
nonostante la frequenza e la chiarezza con cui la sostenne sia prima della sua elezione (nei Dibattiti
Lincoln-Douglas del 1858), sia dopo (nel Primo discorso inaugurale). Il giornalista ed editore
Repubblicano Horace Greeley dell'influente testata New York Tribune lo definirà come niente più che uno
stratagemma[268] e Lincoln si sentirà in dovere di premurarsi a confutarlo direttamente in una tanto
accorta quanto vibrata lettera datata 22 di agosto.

Bambino afroamericano non identificato davanti ad un dipinto che mostra la bandiera degli Stati Uniti
d'America; il ritratto di Lincoln sul lato opposto dell'astuccio.

Anche se ribadì a più riprese che personalmente desiderava che tutti gli uomini potessero essere liberi
affermò comunque che l'obiettivo primario delle sue azioni come presidente degli Stati Uniti (userà il
pronome in prima persona e si riferirà quindi esplicitamente al suo "dovere ufficiale") era
eminentemente quello di preservare l'Unione[269]:

«Io salverei l'Unione. La salverei nella maniera più rapida al cospetto della Costituzione. Prima potrà
essere ripristinata l'autorità nazionale, più simile sarà l'Unione "all'Unione che fu". Se ci fosse chi non
desidera salvare l'Unione, a meno di non potere allo stesso tempo salvare la schiavitù, io non sarei
d'accordo con costoro. Se ci fosse chi non desidera salvare l'Unione a meno di non poter al tempo stesso
sconfiggere la schiavitù, io non sarei d'accordo con costoro. Il mio obiettivo supremo in questa battaglia è
di salvare l'Unione e non se porre fine o salvare la schiavitù.

Se potessi salvare l'Unione senza liberare nessuno schiavo io lo farei; e se potessi salvarla liberando tutti
gli schiavi, io lo farei; e se potessi salvarla liberandone solamente alcuni, io lo farei anche in questo caso.
Quello che faccio al riguardo della schiavitù e della razza lo faccio perché credo che aiuti a salvare
l'Unione; e ciò che evito di fare lo evito perché non credo possa aiutare a salvare l'Unione. Dovrò
fermarmi ogni volta che crederò di star facendo qualcosa che rechi danno alla causa e dovrò impegnarmi
di più ogni volta che crederò che fare di più rechi giovamento alla causa[270].

Dovrò provare a correggere gli errori quando questi si dimostreranno d'essere errori; e dovrò adottare
nuove vedute non appena esse mostreranno di essere vedute corrette. Ho sostenuto qui i miei propositi
in accordo con il punto di vista dei miei obblighi ufficiali; e non ho intenzione di modificare la mia più
volte ribadita volontà personale che tutti gli uomini possano essere liberi[271]»

In ogni caso, al momento in cui scrive questa lettera, Lincoln stava già andando verso l'Emancipazione,
cosa che avrebbe portato al Proclama. È inoltre rivelatoria la sua lettera scritta un anno dopo al giudice
newyorkese James Cook Conkling il 26 agosto del 1863, che comprendeva il seguente estratto[272][273]
[274]:

«C'è voluto più di un anno e mezzo per sopprimere la ribellione prima che fosse tenuta la proclamazione,
gli ultimi cento giorni dei quali passati con l'esplicita coscienza che stava arrivando, senza essere
avvertita da quelli in rivolta. La guerra è progredita in modo a noi favorevole dall'annuncio della
proclamazione. So, per quanto sia possibile conoscere le opinioni degli altri, che alcuni comandanti delle
nostre armate in campo, che ci hanno dato i successi più importanti, credono nella politica
dell'emancipazione e l'uso delle truppe di colore costituisce il colpo più pesante finora sferrato alla
Ribellione; e che almeno uno di questi importanti successi non sarebbe mai stato possibile raggiungere
senza l'apporto determinante dei soldati neri. Tra i comandanti che hanno queste opinioni ve ne sono
alcuni che non hanno mai avuto alcuna affinità con quello che viene chiamato abolizionismo o con le
politiche Repubblicane, ma le sostengono dalla prospettiva puramente militare. Metto queste opinioni di
una certa rilevanza davanti alle obiezioni spesso mosse sul fatto che emancipare e armare i neri siano
scelte militari poco sagge e non siano state adottate come tali in buona fede

Voi dite che non combatterete per liberare i negri. Alcuni di loro sembrano disposti a lottare per voi; ma
non importa. Combattete allora esclusivamente per salvare l'Unione. Ho emanato il Proclama di
proposito per aiutarvi a salvare l'Unione. Nel momento in cui avrete vinto tutta la resistenza all'Unione,
se vi inciterò a combattere ancora, sarà il momento buono per voi di dichiarare che non combatterete
per liberare i negri

Ho pensato che nella vostra lotta per l'Unione, a qualsiasi livello i negri abbiano cessato di aiutare il
nemico, a tale livello hanno indebolito la resistenza del nemico nei vostri confronti. La pensate
diversamente? Ho pensato che qualsiasi negro che possa essere impiegato come soldato lascia meno da
fare ai soldati bianchi per salvare l'Unione. Vi sembra vada diversamente? Ma i negri, come le altre
persone, agiscono in base a motivazioni. Perché dovrebbero fare qualcosa per noi se non saremmo
disposti a nostra volta a fare niente per loro? Se mettono a rischio le loro vite per noi devono essere
spinte dal più forte dei motivi - anche la promessa della Libertà. E la promessa fatta dev'essere
mantenuta!»

La Proclamazione, emessa il 22 settembre del 1862 ed entrata in vigore a partire dal 1º gennaio seguente
dichiarò liberi gli schiavi in 10 Stati allora non ancora sotto il controllo dell'Unione, con esenzioni
specificate per aree già sottoposte al governo in almeno 2 Stati[275]. Lincoln passerà i successivi 100
giorni a preparare l'esercito e la nazione intera alla svolta epocale, mentre i Democratici dal canto loro
raduneranno i loro elettori nelle elezioni di medio termine del 1862, avvertendo della minaccia che gli
schiavi liberati ponevano ai bianchi del Nord[276]; ma qui il Proclama non attuò cambiamenti radicali, in
quanto il sistema economico-lavorativo non si basava più già da decenni sullo schiavismo.

Lincoln si incontra con il suo gabinetto per la prima lettura della bozza del Proclama di emancipazione, il
22 luglio 1862 (dipinto di Francis Bicknell Carpenter). Dirà in seguito: "Non mi sono mai, nella mia vita,
sentito più certo di stare facendo la cosa giusta, che quando firmai quel documento."

Una volta che l'abolizione del sistema schiavista negli Stati ribelli divenne un obiettivo militare, mentre
l'Union Army avanzava speditamente verso Sud, altri schiavi furono liberati fintanto ché tutti i tre milioni
di afroamericani presenti ancora nel territorio confederato non riuscirono ad ottenere la liberazione. Il
commento di Lincoln sulla firma del Proclama era: "non ho mai sentito, nella mia intera vita, con più
certezza di avere fatto la cosa più giusta, che quando ho firmato questo documento"[277].

Il "Logan House Hotel" ad Altoona (Pennsylvania).

Per un po' di tempo il presidente continuerà a pensare ai precedenti piani per istituire colonie per gli
schiavi appena liberati. Commentò favorevolmente la colonizzazione nella stessa Proclamazione, ma tutti
i tentativi di un'impresa così massiccia si riveleranno ben presto essere completamente non fattibili e
perciò falliranno[278]. Pochi giorni dopo l'annuncio 13 governatori Repubblicani si incontrarono alla
"Conferenza dei governatori di guerra" al "Logan House Hotel" ad Altoona (Pennsylvania); sostennero la
scelta presa dal presidente, ma suggeriranno finanche la rimozione di George McClellan come
comandante generale dell'esercito statunitense[279].
Cominciare ad arruolare gli ex schiavi diventerà la politica ufficiale governativa. Nella primavera del 1863
Lincoln fu pronto a reclutare le prime "truppe nere" in numeri più che simbolici. In una lettera indirizzata
ad Andrew Johnson, l'allora governatore del Tennessee sotto controllo militare, per incoraggiarlo a
guidare la strada verso un cospicuo aumento delle truppe nere Lincoln scriverà: "la nuda vista di 50.000
soldati neri armati e ben addestrati sulle rive del fiume Mississippi avrebbe messo fine alla ribellione in
un colpo solo"[280].

Soldati combattenti dell'"United States Colored Troops" a Dutch Gap (Contea di Chesterfield (Virginia))
nel 1864.

Alla fine del 1863, sotto la direzione di Lincoln, il generale Lorenzo Thomas aveva già finto di reclutare 20
reggimenti di neri provenienti dalla valle del Mississippi[281]. Frederick Douglass avrà in seguito
l'occasione di osservare: "in compagnia del presidente non mi è mai venuta in mente la mia umile
origine o il colore così impopolare della mia pelle"[282].

Processione a New York per comemorare l'anniversario del proclama di emancipazione (1874-1880
circa).

L'abolizione della schiavitù negli Stati ribelli, uno degli obiettivi della guerra, diventerà l'impulso per la
modifica del XIII emendamento e del XIX emendamento della costituzione americana, che
rispettivamente abolivano la schiavitù e stabilivano i diritti civili federali.

Nonostante le conseguenze che ebbe la sua azione determinante nella lotta alla schiavitù le sue posizioni
sul problema delle diverse popolazioni non erano naturalmente come quelle odierne. A dimostrazione di
ciò è chiarificante una sua dichiarazione del 1858:

«Non sono, e non sono mai stato, favorevole a una qualsiasi realizzazione della parità sociale e politica
tra la razza bianca e quella nera; esiste una differenza fisica tra le due che credo che ciò impedirà per
sempre una convivenza in termini di parità. E poiché esse non possono convivere in questa maniera,
finché rimangono assieme ci dovrà essere la posizione superiore e inferiore e io, al pari di chiunque altro,
sono favorevole a che la posizione superiore venga assegnata alla razza bianca»
Francobollo del 100º anniversario dell'emancipazione sotto la presidenza di John Fitzgerald Kennedy.

Alcuni studiosi, tra cui Stacy Pratt McDermott[283], ammoniscono a non dare facili ed errate
interpretazione della visione di Lincoln sulle uguaglianze razziali scrivendo che le frasi sopra riportate
sono tipiche manifestazioni della psicologia di chiunque in quel periodo: nessuno è indenne dallo spirito
del tempo, per cui non si possono impiegare acquisizioni culturali recenti per giudicare uomini
dell'Ottocento, scrive McDermott. Altrimenti, se un antischiavista come Lincoln fosse equiparato a uno
schiavista come Stephen A. Douglas, sarebbe la fine della storia in un mondo confuso e uniforme.

L'unica immagine esistente dell'arrivo del presidente a Gettysburg, circa 3 ore prima del discorso.

Discorso di Gettysburg

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Discorso di Gettysburg.

(EN)

«[Democracy is the] government of the people, by the people, for the people.»

(IT)

«[La democrazia è] il governo del popolo, dal popolo, per il popolo.»

(A. Lincoln, dal discorso per l'inaugurazione del Cimitero Nazionale Militare a Gettysburg il 19 novembre
1863)

Con la grande vittoria ottenuta nella Battaglia di Gettysburg nel luglio del 1863 e la sconfitta dei
Copperheads nell'elezione dell'Ohio in autunno Lincoln mantenne una solida base di appoggio popolare
e rimarrà pertanto in una posizione forte per ridefinire lo sforzo bellico, nonostante i Disordini di New
York del 13-16 luglio[284].

Il palcoscenico fu pronto per il suo discorso al cimitero di Gettysburg il 19 novembre del 1863. Sfidando
la predizione fatta da Lincoln stesso secondo cui "il mondo noterà poco, né ricorderà a lungo quello che
noi diciamo qui oggi" esso diverrà il discorso più citato, non soltanto della sua presidenza, ma anche di
tutta la storia politica americana[285].
Avrà la capacità di mostrare alla popolazione un carisma magnetico senza precedenti nel corso del
conflitto, come è ben evidenziato da questo evento, tenutosi in occasione della dedica di un cimitero per
i soldati dell'Unione morti nel corso della battaglia. Mentre la maggioranza di coloro che tennero comizi
(come per esempio Edward Everett) parlarono a lungo, alcuni per delle ore intere, le poche parole scelte
dal presidente risuonarono attraverso il paese. Mentre sono rimasti assai pochi documenti relativi agli
altri discorsi pronunziati in quella stessa giornata quello di Lincoln è ritenuto essere uno dei più
grandi[286].

Targa commemorativa posta nel luogo ove si tenne il discorso di Gettysburg.

In 272 parole e tre minuti Lincoln affermerà che la nazione era nata non nel 1789, bensì nel 1776,
"concepita nella Libertà e dedita alla proposizione che tutti gli uomini sono creati uguali"; definì la guerra
come uno sforzo dedicato a questi principi di libertà e uguaglianza per tutti. L'emancipazione degli
schiavi era ora parte dello sforzo bellico nazionale[287].

Dichiarò che la morte di così tanti coraggiosi soldati non sarebbe stata vana, che la schiavitù sarebbe
finita per merito loro e che il futuro della democrazia nel mondo sarebbe stato assicurato, che "il
governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non perirà mai in questa terra". Il presidente concluse che
la guerra civile aveva un obiettivo profondo: una nuova nascita della Libertà nella nazione[288][289].

V·D·M

Penetrazione federale tra i fiumi Cumberland e Tennessee

Arriva Grant

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Ulysses S. Grant § Guerra civile e
Teatro Occidentale della guerra di secessione americana.

La guerra fu una fonte di costante frustrazione per il presidente e occupò quasi tutto il suo tempo. Dopo
ripetute delusioni nei confronti del generale George McClellan e di una fila di altri comandanti generali di
scarso successo, Lincoln prenderà infine la coraggiosa decisione di nominare comandante dell'esercito
un militare energico, risoluto e combattivo ma dal passato turbolento e da una carriera caratterizzata da
successi ma anche da alcuni fallimenti: il generale Ulysses S. Grant. Egli avrebbe applicato le sue capacità
militari, la sua tenacia e il suo talento nella conduzione degli uomini, per arrivare alla fine della guerra.

L'incapacità di George G. Meade di catturare l'esercito di Robert Edward Lee mentre si ritirava da
Gettysburg e la perdurante passività dell'armata del Potomac persuaderà il presidente che era necessario
attuare un cambio al vertice di comando. Le vittorie di Grant nella battaglia di Shiloh e nella campagna di
Vicksburg impressionarono Lincoln e fecero di lui un forte candidato alla guida dell'Union Army nella
veste di comandante generale dell'esercito statunitense.

V·D·M

Campagna di Vicksburg

Rispondendo alle critiche mosse in direzione di Grant dopo le forti perdite subite a Shiloh (nella Contea
di Hardin), Lincoln dichiarerà: "non posso risparmiare né fare a meno di quest'uomo, lui almeno lotta sul
serio!"[290]. Con Grant al comando il presidente sentì che l'Esercito dell'Unione poteva continuare
inesorabilmente una serie di offensive coordinate in più teatri e avere un comandante nelle alte sfere
che concordava con la propria opinione sull'uso delle truppe nere in operazioni di combattimento[291].

V·D·M

Campagna di Chattanooga

Tuttavia rimase anche preoccupato per il fatto che il generale potesse prendere in considerazione
l'ipotesi di una candidatura per le elezioni presidenziali del 1864, come stava del resto già facendo G.
McClellan. Lincoln fece in modo che un intermediario facesse un'inchiesta sulle intenzioni politiche di
Grant e, avendo ottenuto la certezza che non ne aveva alcuna, presentò la sua promozione al Senato.
Otterrà inoltre il consenso dell'assemblea congressuale per reintegrare Grant al grado di tenente
generale, che nessun ufficiale aveva più tenuto da quando lo ebbe George Washington[292].

V·D·M

Campagna terrestre

Grant poté così intraprendere la sua sanguinosa Campagna terrestre nel 1864 la quale sarà caratterizzata
come "guerra di logoramento" a causa delle elevate perdite dell'Unione in vari scontri come la battaglia
del Wilderness e la battaglia di Cold Harbor. Sebbene avessero il vantaggio di combattere sulla difensiva
le forze confederate avranno "una percentuale quasi altrettanto alta di vittime delle forze
dell'Unione"[293]; tali cifre però allarmeranno il Nord. Il generale aveva perduto almeno 1/3 del proprio
esercito e il presidente - dopo avergli chiesto quali piani avesse - si sentirà rispondere in tali termini:
"propongo di combattere su questa linea anche se ci vorrà tutta l'estate"[294].
Ulysses S. Grant assieme alla moglie Julia Grant e al figlio Jessie a City Point nel 1864.

V·D·M

Marcia verso il mare di Sherman

Campagna di Savannah

V·D·M

Campagna delle Caroline

Alla Confederazione cominceranno a mancare i rifornimenti e i rinforzi, quindi l'esercito di Lee si ritirerà
costantemente dopo ogni battaglia costata ingenti perdite. L'esercito di Grant si sposterà quindi in
direzione Sud, attraversò il fiume James, costringendo gli avversari ad un assedio e ad una guerra di
trincea appena fuori da Petersburg. Lincoln fece quindi una visita prolungata al quartier generale di
Grant ubicato a City Point, nella Virginia occupata.

Truppe unioniste a Petersburg (Virginia) nel 1864.

Ciò permise al presidente di conferire di persona col comandante e anche con William Tecumseh
Sherman sul situazione venutasi a creare e sul corso delle ostilità, dato che quest'ultimo compì
casualmente una visita affrettata a Grant dalla sua postazione nella Carolina del Nord[295]. Lincoln e
l'intero apparato del Partito Repubblicano si mobilitarono per sostenere lo sforzo del progetto di
riconquista in tutto il Nord tanto che in breve tempo si riuscirà a sostituire quasi del tutto le perdite
dell'Unione[296].

Il presidente autorizzerà Grant a colpire le infrastrutture confederate - piantagioni, ferrovie e ponti - nella
speranza di distruggere il morale del Sud e indebolire la sua capacità economica di continuare a
combattere. Il trasferimento del generale a Petersburg portò al blocco di ben tre linee ferroviarie
colleganti Richmond con il resto degli Stati Confederati d'America. Questa strategia permise ai generali
Sherman e Philip Henry Sheridan di distruggere piantagioni e interi centri abitati incontrati nella valle
dello Shenandoah[297].

Gli uomini di William Tecumseh Sherman fanno a pezzi la rete ferroviaria di Atlanta: è la cravatta di
Sherman.
Il danno causato dalla marcia verso il mare di Sherman attraverso la Georgia nel 1864 si limitò ad una
striscia di 60 miglia (97 km), ma né Lincoln né i suoi comandanti videro mai la pura e semplice
distruzione come uno dei principali obiettivi, ma piuttosto la sconfitta degli eserciti confederati. Lo
storico Mark E. Neely Jr. ha sostenuto che non ci sarà mai alcun tentativo d'impegnarsi in una "guerra
totale" contro i civili come avrà invece tristemente luogo ad esempio nel corso della seconda guerra
mondiale[298], anche se verrà utilizzata la tattica della "Terra bruciata".

Il generale confederato Jubal Anderson Early inizierà a questo punto una serie di assalti nel Nord che
minacciarono la capitale. Durante la battaglia di Fort Stevens sviluppatasi nel quadrante Nordovest di
Washington al presidente capitò di osservare il combattimento da una posizione troppo esposta tanto
che il giovane capitano Oliver Wendell Holmes gli dovrà gridare: "togliti subito di lì, dannato sciocco,
prima che ti sparino!"[299] Dopo ripetute chiamate rivolte a Grant per difendere la capitale Sheridan
giungerà con le sue truppe e la minaccia sarà così scongiurata[300].

Mentre Grant continuava a logorare le forze rimaste a Lee iniziarono i tentativi per far avviare le
trattative di pace. Il vicepresidente confederato Alexander Hamilton Stephens guiderà personalmente
una rappresentanza per incontrare Lincoln, William H. Seward e altri alla conferenza di Hampton Roads.
Il presidente rifiuterà però di consentire qualsiasi "negoziato tra eguali"; il suo unico obiettivo fu un
accordo per porre fine ai combattimenti e gli incontri non produssero i risultati tanto attesi e
sperati[301].

L'"Appomatox Court House National Historical Park".

Il 1° di aprile del 1865 Grant superò con successo le forze di Lee nella battaglia di Five Forks ed arrivò a
circondare quasi interamente Petersburg; il governo confederato evacuò Richmond. Alcuni giorni dopo,
quando anche quella città finalmente cadde, Lincoln visitò la capitale vinta; vi si recò per compiere un
gesto pubblico, sedendosi alla scrivania di Jefferson Davis e dicendo in maniera simbolica alla nazione
che il Presidente degli Stati Uniti d'America aveva nuovamente autorità su tutto il territorio.

Mentre camminava per la città i meridionali bianchi rimasero di pietra, ma i liberti lo accolsero,
circondarono ed acclamarono come un autentico eroe; i loro sentimenti vennero riassunti dalla frase di
un ammiratore: "so che sono libero perché ho visto il volto di Padre Abramo e l'ho udito". Il 9 di aprile
Lee si arrese a Grant all'Appomattox Court House e la guerra poté in tal maniera avere termine[302].
Medaglioni commemorativi con l'effigie di Lincoln.

Rielezione nel 1864

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di Abraham Lincoln §
Elezioni presidenziali del 1864.

Alle elezioni presidenziali del 1864 la nazione dovrà affrontare una delle poche campagne elettorali della
sua intera Storia svoltesi durante un conflitto bellico in pieno corso. Lincoln avrà l'abilità politica,si saper
riunire e tenere insieme tutte le principali fazioni del Partito Repubblicano come anche la capacità di
trascinare dalla propria parte gli "War Democrats" come Edwin McMasters Stanton e Andrew
Johnson[303][304].

Il presidente trascorrerà molte ore alla settimana a parlare con i politici di tutto il paese e utilizzerà
attivamente i suoi poteri di patrocinio per tenere incollate le varie correnti plitiche del suo Partito,
costruire un supporto stabile per poter portare avanti positivamente l'agenda programmatica e
respingere gli sforzi dei Radical per farlo cadere e sostituirlo nel "Ticket presidenziale"[305][306]. Alla
Convention sarà quindi scelto proprio A. Johnson del Tennessee come compagno di corsa. Per ampliare
la coalizione - includendovi sia gli War Democrats che i Repubblicani - Lincoln gareggerà sotto l'etichetta
della nuova formazione denominata "Union Party"[307].

Quando le campagne primaverili di Ulysses S. Grant si trasformarono in sanguinosi stalli e le vittime


dell'Unione montarono la mancanza di un netto e definitivo successo militare parrà per qualche tempo
pesare fortemente sulle prospettive di rielezione del presidente e molti commentatori temeranno
seriamente che Lincoln avrebbe anche potuto venire sconfitto. Condividendo questa paura Lincoln
scriverà e firmerà un impegno secondo il quale, se avesse perso, avrebbe comunque fatto di tutto per
battere la Confederazione prima di dover consegnare la Casa Bianca al successore designato[308]:

«Anche stamani, come già accaduto per alcuni giorni passati, sembra estremamente probabile che
questa Amministrazione non sarà rieletta. Allora sarà mio precipuo dovere cooperare con il Presidente
eletto per salvare l'Unione tra le elezioni e l'inaugurazione; poiché egli avrà assicurato la sua elezione
sulla base di un tale motivo: dopo non avrà più la possibilità di farlo[309].»

Lincoln farà prendere visione del contenuto dell'impegno scritto al suo gabinetto, ma chiederà a tutti loro
di firmare sopra la busta sigillata.
Mentre la piattaforma Democratica seguiva la "scia della pace" del Partito e definiva la guerra come un
completo "fallimento" il loro candidato, il generale George McClellan continuerà invece a sostenere la
prosecuzione dello scontro fino al suo termine naturale e pertanto ne ripudierà platealmente i punti più
salienti. Lincoln concederà a Grant un maggior numero di truppe facendo mobilitare l'intero apparato
partitico per permettere il rinnovarsi del suo sostegno allo sforzo bellico messo in campo.

La "Potter/Pondes House" di Atlanta ospitò i tiratori scelti confederati fino a quando l'artiglieria
dell'Unione non ne fece un tiro al bersaglio costante.

La campagna di Atlanta portata avanti da William Tecumseh Sherman a partire da maggio, la Battaglia di
Atlanta a luglio e la successiva caduta dell'intera città di Atlanta a settembre oltre alla cattura di Mobile
(Alabama) da parte di David G. Farragut a seguito della battaglia della baia di Mobile sapranno porre
finalmente termine al precedente nervosismo[310].

Il trionfo elettorale (in rosso) per Lincoln nelle elezioni del 1864, gli Stati del Sud (in marrone) e i territori
(in marrone chiaro) non parteciparono.

A large crowd in front of a large building with many pillars.

Il secondo discorso inaugurale del presidente nel 1865 presso l'edificio del Campidoglio (Washington)
quasi completato.

Gli avversari Democratici risulteranno essere profondamente divisi, con alcuni leader e la maggior parte
dei soldati apertamente favorevoli a Lincoln. Al contrario il "National Union Party" fu unito ed
energizzato poiché il presidente farà avanzare la questione centrale rimasta sul tappeto - ossia la
prospettiva di una conclusione a breve termine della lotta - e dichiarando che i veri fautori del
repubblicanesimo oramai riconoscevano apertamente la perfidia e la mistificazione della buona fede
dimostrata dai Copperheads[311].

L'8 di novembre Lincoln verrà riconfermato con una maggioranza travolgente, riuscendo ad ottenere tutti
gli Stati tranne tre e ricevendo il 78% del voto dei soldati al fronte[308][312].
Seconda inaugurazione alla presenza delle United States Colored Troops.

Il 4 marzo del 1865 Lincoln consegnerà alla storia il suo secondo discorso inaugurale (Testo completo su
Wikisource); in esso ritenne che le alte perdite di entrambe le parti fossero dovute alla volontà di Dio. Lo
storico Mark Noll conclude affermando che esso si colloca tra la piccola manciata di testi a tema sacro
con cui gli americani concepiscono il loro posto nel mondo[313]. Affermerà:

«Speriamo fermamente - con il massimo fervore - e preghiamo affinché questo poderoso flagello di
guerra possa rapidamente scomparire. Eppure, se Dio vuole che continui, finché tutta la ricchezza
accumulata dai 250 anni di lavoro non corrisposto dell'uomo-schiavizzato sarà affondata e fino a quando
ogni goccia di sangue attinta con la frusta sarà ripagata da un'altra disegnata con la spada, come fu detto
3.000 anni fa; quindi ancora una volta deve essere detto che "i giudizi del Signore sono sempre veri e
giusti in tutto".

Con cattiveria e rancore verso nessuno; con carità per tutti; con fermezza nella correttezza dei nostri
intenti e giudizi, come Dio ci dà di vedere la giustezza di certe azioni, cerchiamo di finire il lavoro in cui ci
troviamo coinvolti; per legare le ferite della nazione; prendersi cura di colui che avrà sopportato la
battaglia e per la sua vedova e il suo orfano fare tutto ciò che si può per ottenere e nutrire una pace
giusta e duratura, tra di noi e con tutte le altre nazioni di questo vasto mondo[314].»

Il presidente nel febbraio del 1865.

Ricostruzione

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Era della Ricostruzione § Presidenza
Lincoln e Presidenza di Abraham Lincoln § Ricostruzione.

La Ricostruzione iniziò già durante la guerra, poiché Lincoln e i suoi collaboratori anticiparono le
domande su come reintegrare gli Stati Uniti meridionali riconquistati e su come determinare il destino
dei leader degli Stati Confederati d'America e degli schiavi liberati. Poco dopo la resa di Robert Edward
Lee davanti a Ulysses S. Grant un generale aveva chiesto a Lincoln in che modo dovevano essere trattati i
confederati sconfitti, e Lincoln rispose: "lasciandoli tranquilli"[315].

In linea con questo sentimento il presidente guidò i moderati riguardo alla politica da assumere e si
oppose ai Radical Republicans guidati dal deputato Thaddeus Stevens e dai senatori Charles Sumner e
Benjamin Wade, alleati politici su altre questioni. Determinato a trovare una via accettabile per riunire la
nazione e non alienarsi il Sud, Lincoln esorterà a tenere elezioni tempestive in termini generosi. La sua
proclamazione di amnistia dell'8 dicembre 1863 (il piano del 10%) offrì il perdono a tutti coloro che non
avevano tenuto un ufficio civile confederato, non aveva maltrattato i prigionieri dell'Unione e che fossero
stati disponibili a firmare un giuramento di fedeltà[316].

Mentre il profondo Sud stava per essere sottomesso si dovettero prendere decisioni tempestive sulla
loro leadership mentre le loro amministrazioni venivano riformate; di particolare importanza erano il
Tennessee e l'Arkansas, dove Lincoln nominò i generali Andrew Johnson e Frederick Steele
rispettivamente come governatori militari. Nella Louisiana ordinò invece a Nathaniel Banks di
promuovere un piano che ripristinasse la statualità quando il 10% degli elettori lo avessero
accettato[317].

Gli oppositori Democratici del presidente si impadronirono di questi appuntamenti per accusarlo di usare
l'esercito per assicurare le aspirazioni politiche sue proprie e dei Repubblicani; d'altra parte i radicali
denunciarono la sua mossa come troppo indulgente e fecero approvare al suo posto la Wade-Davis Bill
nel 1864. Quando Lincoln mise il veto sul progetto i promotori si vendicarono rifiutando di far sedere in
parlamento i rappresentanti eletti dalla Louisiana, dall'Arkansas e dal Tennessee[318].

Il Presidente in un dipinto di William F. Cogswell del 1869.

I provvedimenti presidenziali furono progettati per mantenere le fazioni moderate e radicali nell'alveo
democratico; per riempire il posto resosi vacante di Presidente della Corte Suprema la scelta cadde
sull'esponente radicale Salmon Portland Chase, che Lincoln credette che avrebbe sostenuto le politiche
di emancipazione e quelle finanziarie inerenti alla cartamoneta[319].

Dopo aver implementato il Proclama di emancipazione, che non si applicava in ogni caso ad ogni Stato, il
presidente aumentò la propria pressione sul Congresso per mettere fuori legge la schiavitù in tutta la
nazione con un emendamento costituzionale. Lincoln dichiarò che esso avrebbe "ribadito l'intera
faccenda"[320].

Entro il dicembre del 1863 la proposta che avrebbe messo fuori legge la schiavitù fu portata davanti
all'Assemblea congressuale per il relativo passaggio ufficiale; questo primo tentativo non riuscirà però a
superare la maggioranza dei 2/3 richiesta il 15 giugno del 1864 alla Camera dei Rappresentanti. Il
passaggio dell'emendamento proposto divenne parte della piattaforma repubblicano/unionista nelle
elezioni presidenziali del 1864[321].

Dopo un lungo ed aspro dibattito svoltosi in Aula un secondo tentativo fu approvato dal Congresso il 31
gennaio del 1865 e fu inviato alle legislature statali per la ratifica di rito[322]; dopo che ciò accadde esso
divenne il XIII emendamento il 6 dicembre del 1865[323]. Intanto Lincoln era già morto.

Mentre la guerra volgeva al termine la Ricostruzione presidenziale per il Sud si trovava in via di piena
definizione, credendo Lincoln che il Governo federale avesse ancora delle responsabilità troppo limitate
nei confronti dei milioni di liberti. Controfirmò il disegno di legge del presidente Charles Senner, che
istituì subito dopo un'agenzia federale temporanea progettata per soddisfare i bisogni materiali
immediati degli ex schiavi: il Freedmen's Bureau[324].

La legge assegnò inoltre i terreni liberi con un affitto triennale e mettendo in campo la possibilità di
acquistare titoli per i liberti. Lincoln avrà però l'occasione di dichiarare che il suo "piano del 10%" per la
Louisiana non si applicava però automaticamente a tutti gli Stati sottoposti alla Ricostruzione; poco
prima del suo assassinio annunciò che aveva un nuovo piano in mente per la Ricostruzione del Sud. Le
discussioni con il suo governo rivelarono che Lincoln aveva programmato il controllo militare a breve
termine sugli ex Stati ribelli, almeno fino alla loro riammissione sotto il controllo degli unionisti
meridionali[325].

Gli storici concordano sul fatto che è impossibile prevedere esattamente ciò che il presidente avrebbe
fatto se fosse sopravvissuto, ma fanno proiezioni basate sulle sue note posizioni politiche e sull'acume a
lui riconosciuto. I biografi James Garfield Randall e Richard Nelson Current, secondo David Lincove,
sostengono che:

«È molto probabile che se fosse vissuto Lincoln avrebbe seguito una politica del tutto simile a quella che
cercherà di mettere in pratica la presidenza di Andrew Johnson, che si sarebbe quindi scontrato con i
radicali del Congresso, che avrebbe prodotto un risultato migliore per i liberti di quanto in realtà poi
sarebbe accaduto, ed infine che le sue abilità politiche lo avrebbero aiutato ad evitare gli errori fatali
commessi invece da Johnson[326].»

Eric Foner afferma che:


«A differenza di Sumner e di altri radicali Lincoln non ha visto la Ricostruzione come un'opportunità per
attuare una rivoluzione politica e sociale oltre al fatto dell'emancipazione, aveva già da tempo chiarito la
sua opposizione alla confisca e alla ridistribuzione della terra. Credeva, come fece la maggior parte dei
Repubblicani ancora nell'aprile del 1865, che i requisiti di voto fossero dovuti essere determinati dagli
Stati.

Assunse che il controllo politico nel Sud sarebbe passato agli unionisti bianchi, ai secessionisti riluttanti e
agli ex Confederati redenti; ma più e più volte durante la guerra, dopo l'iniziale opposizione, egli era
giunto ad abbracciare alcune delle posizioni più avanzate degli abolizionisti e dei Repubblicani radicali...
Lincoln avrebbe indubbiamente ascoltato con attenzione le proteste volte a dare un'ulteriore protezione
agli ex schiavi...

È del tutto plausibile immaginare Lincoln e il Congresso concordare una politica di Ricostruzione che
avrebbe compreso la protezione federale per i diritti civili fondamentali più un suffragio limitato da
concedere agli afroamericani, lungo le linee proposte da Lincoln stesso poco prima della sua
morte[327].»

L'immagine del volto di Lincoln scavato sulla parete rocciosa del Monte Rushmore.

Ridefinizione della Repubblica e del repubblicanesimo

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di Abraham Lincoln §
Ridefinizione della Repubblica e del repubblicanesimo.

La riuscita riunificazione tra gli Stati Sudisti e Nordisti ebbe una conseguenza per il nome stesso della
nazione. Il termine "Stati Uniti" veniva infatti utilizzato in precedenza, talvolta al plurale ("questi" Stati
Uniti) e altre volte al singolare ("gli" Stati Uniti), senza alcuna consistenza grammaticale particolare. La
guerra civile rappresentò uno stimolo significativo nella futura predominanza dell'utilizzazione del
singolare almeno fino al termine del XIX secolo[328].

Negli ultimi decenni storici come Harry Victor Jaffa, Herman Belz, John Patrich Diggins, Vernon Burton e
Eric Foner non hanno mancato di sottolineare la ridefinizione stipulata dal presidente dei valori facenti
capo al Repubblicanesimo. Già nel corso degli anni 1850, quando la maggior parte della retorica politica
si focalizzò sulla "sacralità" della Costituzione americana, Lincoln ribaltò l'idea ponendo invece l'accento
sulla Dichiarazione d'Indipendenza nella sua qualità di fondamento dei valori politici statunitensi (quello
ch'egli chiamò il "fondamentale tassello" del repubblicanesimo[329].

L'enfasi posta sui concetti di "Libertà" e l'uguaglianza sociale per tutti, in chiaro contrasto con la
tolleranza espressa fino ad allora dalla stessa Costituzione nei riguardi della schiavitù, spostò
radicalmente il punto d'approccio al dibattito. Come afferma Diggins per quel che riguarda il discorso di
Cooper Union della prima metà del 1860 e che si rivelò assai influente nel prosieguo della campagna
elettorale per le elezioni presidenziali del 1860 "Lincoln presentò agli americani una concezione della
storia USA la quale offrirà un prezioso contributo alla teoria e al destino futuro dello stesso
repubblicanesimo"[330].

La sua posizione acquistò progressivamente forza in quanto evidenziò la base morale insita nel grande
ideale di "Democrazia", piuttosto che i suoi meccanici legalismi[331]. Solo un anno dopo tuttavia egli
giustificherà il conflitto propriamente in termini di legalismo (la Costituzione era un contratto e perché
una parte potesse uscirne anche tutte le altre dovevano essere altrettanto d'accordo[332]) e poi di
oggligo nazionale a garanzia della forma di governo repubblicana in ogni singolo Stato dell'Unione.
Burton (2008) infine sostiene che il repubblicanesimo di Lincoln venne assunto a piene mani dagli ex
schiavi in quanto emancipati ed oramai liberi[333].

Nel marzo del 1861, durante il suo primo discorso inaugurale, esplorò la natura della democrazia;
denunciò la secessione come anarchia e spiegò che la regola della maggioranza doveva essere bilanciata
da previe restrizioni costituzionali. Dirà: "una maggioranza tenuta a freno da controlli e limitazioni
costituzionali - e sempre cambiando facilmente a seguito di deliberati mutamenti delle opinioni e dei
sentimenti popolari - è l'unico vero sovrano di un popolo autenticamente libero!"[334].

Altre disposizioni

Lincoln aderì alla teoria presidenziale del Partito Whig, che diede al Congresso la responsabilità primaria
di scrivere le leggi mentre l'Esecutivo le imponeva; pose il veto solo a quattro progetti; l'unico importante
fu il Bill Wade-Davis con il suo duro programma di Ricostruzione[335].

Controfirmò la Morrill Land-Grant Colleges Act nel 1862 la quale fornirà sovvenzioni governative alle
strutture di educazione agricola statali; l'Homestead Act di quello stesso anno renderà disponibili per
l'acquisto milioni di acri di terreni detenuti dal governo in Occidente a costi molto bassi. Le Pacific
Railway Acts del 1862 e del 1864 garantiranno il sostegno federale per la costruzione della First
Transcontinental Railroad, completata nel 1869[336]. Il passaggio di queste due ultime disposizioni fu
reso possibile dall'assenza di deputati e senatori del Sud che si erano già opposti alle misure nel 1850
durante la presidenza di Zachary Taylor prima e la presidenza di Millard Fillmore poi[337].
Altri pronunciamenti importanti riguardarono due disposizioni per aumentare le entrate governative:
tariffe (una politica con un lungo precedente) e una nuova imposta federale sul reddito. Nel 1861 firmò
la seconda e la terza Morrill Tariff, la prima era stata promulgata nel corso della presidenza di James
Buchanan. Sempre nel 1861 il presidente firmerà la Revenue Act, creando la prima imposta sul reddito
degli Stati Uniti[338]. Ciò contribuirà a creare una tassa fissa del 3% sui redditi superiori a 800 dollari
(21.300 in termini correnti), che sarà a sua volta successivamente modificata dalla Revenue Act del 1862
con una struttura progressiva dei tassi[339].

Lincoln presiederà anche all'espansione dell'influenza economica del governo federale in diverse altre
aree; la creazione del sistema di banche nazionali da parte del National Banking Act (1863-64) fornirà il
paese di una solida rete finanziaria; stabilirà una valuta nazionale; nel 1862 verrà creato il Dipartimento
dell'Agricoltura[340].

V·D·M

Guerra di Piccolo Corvo

Profughi scampati alla violenza della Guerra di Piccolo Corvo.

Nel 1862 il presidente invierà il generale John Pope a reprimere la rivolta scatenatasi con la Guerra di
Piccolo Corvo nell'odierno Minnesota; quando gli verranno presentatigli 303 mandati di esecuzione per i
Sioux (Santee Dakota) accusati di aver ucciso contadini innocenti Lincoln condurrà la propria personale
revisione di ciascuno di essi, approvando infine 39 condanne all'impiccagione (una sarà successivamente
revocata[341]). Aveva infine programmato di riformare l'intera politica federale nei confronti dei nativi
americani degli Stati Uniti d'America[342].

Sulla scia delle gravi perdite subite da Ulysses S. Grant nella sua campagna contro Robert Edward Lee
aveva preso in considerazione l'ennesima chiamata esecutiva alla coscrizione, ma non sarà mai emessa;
in risposta a numerose voci circolanti in proposito i redattori del New York World e del Journal of
Commerce pubblicheranno un falso progetto di proclama che creò un'opportunità per gli editori e gli
altri impiegati alle pubblicazioni di approfittare della volatilità del mercato aurifero. La reazione
presidenziale sarà quella di inviare ai media il più forte dei messaggi su un tale comportamento
scorretto; ordinerà ai militari di sequestrare i due giornali, che così non potranno uscire per due giorni di
fila[343].
Cena tradizionale per il Giorno del ringraziamento.

Lincoln è in gran parte responsabile dell'istituzione della festività detta Giorno del ringraziamento[344];
prima della sua presidenza difatti il "Ringraziamento" (per il 1° raccolto ottenuto in terra americana dai
Padri Pellegrini), mentre rimaneva una vacanza regionale nella Nuova Inghilterra fin dal XVII secolo, era
stato proclamato dal governo solo sporadicamente e in date irregolari. L'ultimo annuncio del genere era
stato dato durante la presidenza di James Madison 50 anni prima. Nel 1863 dichiarerà che l'ultimo
giovedì del mese di novembre di quell'anno sarebbe stato un "giorno dedicato al Ringraziamento"[344].

Veduta panoramica del Parco nazionale di Yosemite.

Nel giugno seguente approverà la sovvenzione Yosemite la quale fornirà una protezione federale senza
precedenti per l'area ai giorni nostri nota come Parco nazionale di Yosemite[345].

Nomine giuridiche

La filosofia dichiarata da Lincoln sulle nomine giuridiche fu che non possiamo domandare ad un uomo
quale sia la sua volontà e se egli dovesse rispondere dovremmo disprezzarlo per questo, perciò
dobbiamo prendere un uomo le cui opinioni sono già note[344]; eleggerà cinque giudici alla Corte
Suprema degli Stati Uniti d'America.

Noah Haynes Swayne, scelto il 21 gennaio del 1862 e nominato il 24 seguente; un avvocato antischiavista
impegnato nell'Unione.

Samuel Freeman Miller, scelto e nominato il 16 luglio del 1862; aveva attivamente sostenuto Lincoln
nelle elezioni presidenziali del 1860 e fu un abolizionista dichiarato.

David Davis, uno dei promotori della campagna elettorale Repubblicana nel 1860, scelto il 1º dicembre
del 1862 e nominato l'8 seguente; era già stato anche giudice nel distretto dell'Illinois in cui operava il
futuro presidente.

Stephen Johnson Field, precedentemente giudice della Corte Suprema della California, scelto il 6 marzo
del 1863 e nominato il 10 seguente; fornirà un equilibrio geografico oltre che politico alla Corte il quanto
Democratico.

Infine Salmon P. Chase, il Segretario al Tesoro, scelto come Presidente della Corte suprema e nominato lo
stesso giorno, il 6 dicembre del 1864. Lincoln riteneva che Chase fosse un abile giurista che avrebbe
sostenuto la legislazione per la Ricostruzione e che la sua elezione compattasse il Partito
Repubblicano[346].
Nuovi Stati ammessi nell'Unione

La Virginia Occidentale, ammessa nell'Unione il 20 giugno 1863, comprese le ex contee nordoccidentali


della Virginia che si separarono dopo che quest'ultima dichiarò la propria secessione. Come condizione
preliminare la Carta costituzionale del nuovo Stato federato era tenuto a provvedere alla graduale
abolizione della schiavitù[347].

Il Nevada, che divenne il terzo degli Stati del Pacifico, fu ammesso come entità libera il 31 ottobre del
1864[348].

L'esterno del teatro Ford nel 1865.

La Derringer con cui John Wilkes Booth uccise il presidente.

Omicidio e funerali di Stato

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Assassinio di Abraham Lincoln,
Leggenda sulle coincidenze Lincoln-Kennedy e Maledizione dell'anno zero.

Il palco presidenziale al Teatro Ford.

Poco prima della fine della guerra, Lincoln si era incontrato di frequente con il generale Grant. I due
uomini pianificavano la ricostruzione del Paese ed era nota a tutti la loro stima reciproca. Durante il loro
ultimo incontro, il 14 aprile 1865 (Venerdì Santo), Lincoln aveva invitato il generale Grant a un evento
mondano per quella sera, ma Grant aveva declinato.

La sedia in cui era seduto il presidente quando fu colpito a morte.

Senza la compagnia del generale e senza la sua guardia del corpo Ward Hill Lamon Lincoln e la sua
famiglia andarono al Ford's Theatre, a Washington, dove era in programma Our American Cousin, una
commedia musicale dello scrittore britannico Tom Taylor (1817-1880). Nell'istante in cui Lincoln prese
posto nel palco presidenziale, John Wilkes Booth, un attore della Virginia simpatizzante sudista, entrò nel
palco e sparò un colpo di pistola calibro 44 alla testa del Presidente, gridando "Sic semper tyrannis!"
(Latino: "Così sia sempre per i tiranni!" - motto dello Stato della Virginia e frase storicamente pronunciata
da Bruto nell'uccidere Cesare). Secondo alcune testimonianze aggiunse poi "Il Sud è vendicato", saltando
successivamente giù dal palco e rompendosi conseguentemente una gamba.

I cospiratori avevano pianificato l'assassinio di altri ufficiali del governo nello stesso istante, ma Lincoln fu
l'unica vittima. Booth si trascinò al proprio cavallo e riuscì a fuggire, mentre il Presidente colpito a morte
fu portato in una casa dall'altro lato della strada oggi chiamata Petersen House, dove giacque in coma
per alcune ore prima di morire. Fu ufficialmente dichiarato morto alle 7:22 del mattino del 15 aprile
1865.

Booth fu scoperto nascosto in un granaio e venne ucciso; diversi altri cospiratori vennero infine catturati
e impiccati o imprigionati. Quattro persone furono giudicate da un tribunale militare e impiccate per
complicità nell'assassinio: David Herold, George Atzerodt, Lewis Powell (alias Lewis Payne) e Mary Surratt
(la prima donna a essere giustiziata negli Stati Uniti).

Tre persone vennero condannate all'ergastolo (Michael O'Laughlin, Samuel Arnold, e Samuel Mudd),
mentre Edman Spangler fu condannato a sei anni di carcere. John Surratt, giudicato successivamente da
una corte civile, fu prosciolto. L'equità delle condanne, in particolare quella di Mary Surratt, è stata
messa in discussione ed esistono dubbi sul grado del suo coinvolgimento nella cospirazione.

Negli Stati Uniti è entrata nel folclore la "leggenda sulle coincidenze Lincoln-Kennedy", riguardante le
pretese concomitanze tra i decessi dei due presidenti.

Il treno funebre di Lincoln

Il corpo di Lincoln fu riportato in Illinois in treno, con un grandioso corteo funebre che attraversò diversi
stati. L'intera nazione pianse l'uomo che molti consideravano il salvatore degli Stati Uniti, nonché
protettore e difensore di ciò che Lincoln stesso chiamava "il governo della gente, dalla gente e per la
gente".

Riesumazione della salma

Lincoln venne seppellito all'Oak Ridge Cemetery di Springfield, dove nel 1874 fu terminata la costruzione
di una tomba in granito alta 54 metri, sormontata da diverse statue di bronzo. Vi sono sepolti anche sua
moglie e tre dei suoi quattro figli (Robert è sepolto nel Cimitero nazionale di Arlington). Negli anni
successivi alla sua morte vennero compiuti dei tentativi di rubare la salma di Lincoln allo scopo di
ottenere un riscatto.

Il presidente nel letto di morte, in una foto di John Badger Bachelder

Attorno al 1900 Robert Todd Lincoln decise che per prevenire il furto del corpo era necessario costruire
una cripta permanente per il padre. La bara di Lincoln fu racchiusa da spesse pareti di cemento,
circondate da una gabbia, e sepolta sotto una lastra di pietra. Il 26 settembre 1901 il corpo di Lincoln
venne riesumato così da poter essere nuovamente sepolto nella nuova cripta.

I presenti (23 persone compreso Robert Lincoln) - temendo che il corpo potesse essere stato trafugato
negli anni intercorsi - decisero comunque di aprire la bara per controllare: quando l'aprirono, furono
meravigliati dallo stato di conservazione del corpo, che era stato imbalsamato. Era infatti perfettamente
riconoscibile, a più di trent'anni dalla morte.

Sul suo petto vennero rinvenuti i resti della bandiera americana (piccoli brandelli rossi, bianchi e blu) con
la quale era stato seppellito e che si era ormai sgretolata. Tutte e 23 le persone che videro i resti di
Lincoln sono scomparse da tempo: l'ultima di queste fu Fleetwood Lindley, che morì il 1º febbraio 1963.
Tre giorni prima di morire, Lindley venne intervistato. Disse: «Sì, la sua faccia era bianca come il gesso. I
suoi vestiti umidi. Mi venne permesso di reggere una delle strisce di pelle quando calammo il feretro per
versare il cemento. Non fui spaventato al momento, ma dormii con Lincoln per i sei mesi successivi».
[349]

Vita personale

Salute

Abbondano molte notizie e affermazioni sul fatto che la salute di Lincoln stesse diminuendo proprio poco
prima dell'assassinio; queste sono però spesso basate solamente su fotografie che sembrano mostrare
una perdita di peso e una certa atrofia muscolare. Si è ipotizzato anche che soffrisse di una rara malattia
genetica, la MEN2b (Multiple endocrine neoplasia type 2b)[350] la quale si manifesta con carcinoma
midollare della tiroide, neuromi della mucosa e aspetto marfanoide.

Altri affermano semplicemente che soffrisse della sindrome di Marfan (allungamento della parte
inferiore del corpo, piedi, mani e gambe molto lunghe e una testa caratteristicamente allungata)
basandosi sulla sua altezza, dalle dita sottili e dall'associazione con una possibile insufficienza aortica;
essa può causare il dondolio della testa - il "segno di Alfred De Musset" - fondandosi sulla presunta prova
data dall'annebbiamento della testa di Lincoln presente nelle fotografie, che allora avevano bisogno di
un lungo tempo di preparazione ed esposizione. Nel 2009 l'analisi del DNA veniva rifiutata dal museo
"Grand Army of the Republic" di Filadelfia[350].

Visione religiosa

Come per il deismo di Thomas Jefferson, anche la visione religiosa di Lincoln è stata molto dibattuta.
Pubblicamente era un cristiano protestante, ma le sue intime convinzioni sono tuttora discusse. Da
giovane, Lincoln era chiaramente uno scettico, o, nelle parole di un biografo, anche un iconoclasta.[351]

Più tardi nella vita, l'uso frequente di Lincoln di un linguaggio e di immagini religiose nei discorsi
potrebbero essere viste come una revisione delle proprie convinzioni personali o essere un espediente
per fare appello al suo pubblico, per lo più composto da evangelici. Non aderì mai a nessuna chiesa,
anche se spesso partecipò a funzioni religiose con la moglie, tuttavia citava spesso la Bibbia e aveva una
profonda dimestichezza con essa.[352]

Nel 1840 Lincoln aderì alla "dottrina della necessità", una credenza di tipo fatalista che affermava che la
mente umana era controllata da una forza superiore. Nel 1850, riconobbe l'esistenza di una
"provvidenza", in modo generale, ma raramente usò il linguaggio o le immagini degli evangelici, però
considerava il repubblicanesimo dei Padri Fondatori con una reverenza quasi religiosa. Quando subì la
morte di suo figlio Edward, Lincoln riconobbe più frequentemente il proprio bisogno di dipendere da Dio.

La morte di un altro figlio, Willie, nel febbraio 1862, potrebbe aver spinto Lincoln a rivolgersi verso la
religione in cerca di risposte e di conforto. Dopo la morte di Willie, Lincoln espresse perché, dal punto di
vista divino, la gravità della guerra imminente era resa necessaria. Scrisse in quei momenti, che Dio
"avrebbe potuto decidere di salvare o distruggere l'Unione, senza un concorso umano.

Però, dato che la guerra era iniziata, lui poteva dare la vittoria finale ad entrambi gli schieramenti in un
solo giorno. Il giorno dell'assassinio al Teatro Ford, si racconta che abbia detto alla moglie Mary che
voleva visitare la Terra Santa.[353]
Il presidente tra i suoi due giovani segretari particolari, John Hay (a destra, 1838-1905) e John George
Nicolay (1832-1901).

Sessualità

La sessualità di Abraham Lincoln è stata argomento di dibattito tra alcuni studiosi. Il presidente fu
sposato con Mary Todd Lincoln dal 4 novembre 1842 fino alla sua morte avvenuta il 15 aprile del 1865 e
generò con lei quattro figli; il suo legame con la moglie fu sempre molto forte e intimo[354]. La
questione è giunta però all'attenzione dell'opinione pubblica a causa di un libro postumo dello psicologo
Clarence Arthur Tripp (collaboratore di Alfred Kinsey) fatto pubblicare nel 2005 ed intitolato The Intimate
World di Abraham Lincoln[355], che lo descriveva come presumibilmente distaccato nei confronti delle
donne in contrasto con le relazioni di estrema vicinanza avute con amici maschi vicino e con cui avrebbe
condiviso anche il letto[356].

Secondo il libro Lincoln the Unknown[357][358] di Dale Carnegie e datato 1932 il presidente scelse di
trascorrere diversi mesi dell'anno nella sua pratica legale vivendo separatamente da sua moglie. Nel
1928 un autore aveva già indicato un amico maschio intimo del giovane Lincoln come un possibile
amante, ma ciò all'epoca venne denunciato come una possibilità quantomai assurda.

Commenti sulla sessualità di Lincoln esistettero fin dall'inizio del XX secolo; l'attenzione crescerà
proporzionalmente alla crescita del movimento di liberazione omosessuale della seconda metà del '900.
Nella sua biografia del 1926 Carl Sandburg alludeva ai primi rapporti di Lincoln e al suo amico Joshua Fry
Speed come "a streak of lavender, and spots soft as May violets"; "lavanda" era un termine gergale del
periodo per indicare un uomo caratterizzato da effeminatezza, in seguito associata
all'omosessualità[359]. Sandburg non approfondì mai più questo argomento[360].

Nel 1999 Larry Kramer ha sostenuto di aver scoperto documenti precedentemente rimasti occultati
mentre svolgeva ricerche per il suo "work-in-progress" The American People: A History[361], inclusi
alcuni presumibilmente rinvenuti nelle assi del vecchio negozio una volta condiviso da Lincoln e Joshua
Speed. Secondo quanto riferito i testi fornirebbero dettagli espliciti su una relazione avvenuta tra i due e
attualmente vengono conservati in una collezione privata a Davenport (Iowa)[362].

La loro autenticità tuttavia è stata messa in discussione da storici come Gabor S. Boritt il quale ha scritto:
"quasi certamente si tratta di uno scherzo"[363]. C. A. Tripp ha anch'egli espresso tutto il suo scetticismo
sulla presunta scoperta di Kramer dichiarando: "vedere per credere, quando quel diario è apparso per la
prima volta si pretese che i passaggi incriminati non avessero il minimo afflato lirico dovuto ad
un'amicizia romantica"[364].

Il caso di Lincoln rientrerà però nella coscienza pubblica nel 2005 con la pubblicazione postuma del libro
di C. A. Tripp; egli era un ricercatore di sessuologia, protetto da A. Kinsey e lui stesso gay. Iniziò a scrivere
il libro assieme al giornalista freelance Philip Nobile, ma in seguito questi accuserà l'opera di Tripp di
essere assai lacunosa oltre che fraudolenta e distorta[365][366].

La rivista TIME recensirà il libro come parte di un articolo di copertina di Joshua Wolf Shenk, autore di
Lincoln's Melancholy: How Depression Challenged a President and Fueled His Greatness (Come la
depressione ha sfidato un presidente e ha alimentato la sua grandezza). Shenk respinge le conclusioni di
Tripp affermando che gli argomenti per l'omosessualità di Lincoln erano "basati su una lettura distorta
delle disposizioni convenzionali del XIX secolo le quali prevedevano tranquillamente che tra uomini si
potesse anche dormire assieme"[367].

Tuttavia lo storico Michael B. Chesson ha accolto con favore il significato storico del lavoro di Tripp e ha
commentato che - sebbene non conclusivo - "qualsiasi lettore di mente aperta che abbia raggiunto
questo punto potrebbe avere un ragionevole dubbio sulla natura della sessualità di Lincoln"[368]. Al
contrario lo storico e biografo del presidente Michael Burlingame ha affermato che è "possibile ma
altamente improbabile che Abraham Lincoln fosse prevalentemente omosessuale".

Nel 2009 Charles Morris ha analizzato criticamente le risposte accademiche e popolari al libro di Tripp
sostenendo che gran parte dell'accoglienza negativa ricevuta da parte del "Lincoln Establishment"
rivelava la stessa retorica e politica partigiana di quella dei difensori di Tripp[369].

In un precedente saggio del 2007 Morris sostiene che sulla scia dell'"outing" di Lincoln esposto dal
drammaturgo Larry Kramer il cosiddetto "Lincoln Establishment" si è impegnato attivamente in
"mnemonicidi" ovvero l'assassinio di una contro-memoria minacciosa. Ha inserito in questa categoria
quello che ha definito il caso metodologicamente imperfetto ma ampiamente appropriato contro la "tesi
di Lincoln gay" di David Herbert Donald nel suo libro We Are Lincoln Men[370].

Tripp fa notare che la consapevolezza di Lincoln riguardo l'omosessualità e l'apertura nello scrivere
questo "poema osceno" era unica per il periodo di tempo[371]. Donald tuttavia asserisce che il
presidente avrebbe avuto bisogno di cercare oltre la Bibbia per rendersi conto "che gli uomini a volte
potevano anche avere rapporti sessuali l'uno con l'altro".

Targa commemorativa a Rutledge (Pennsylvania) dedicata a Ann Rutledge.

La matrigna di Lincoln, Sarah Bush Lincoln commenterà a suo tempo che "non ha mai avuto molto
interesse per le ragazze"[372]. Tuttavia alcuni resoconti dei contemporanei suggeriscono invece altresì
una forte ma controllata passione per le donne[373]. Il giovane Lincoln rimarrà devastato a seguito della
morte del 1835 della ventiduenne Ann Rutledge, suo primo grande amore.

Mentre alcuni si sono chiesti se avesse mai avuto una relazione romantica con lei lo storico John Y. Simon
ha rivisto la storiografia del soggetto e ha concluso che "le prove disponibili indicano in modo
schiacciante che Lincoln ha tanto amato Ann che la sua morte lo ha immerso in un grave forma
depressiva. Un secolo e mezzo dopo la sua morte, quando non ci si possono aspettare nuove prove
significative, questo semplice fatto dovrebbe oramai prendere il suo giusto posto anche nella biografia
presidenziale"[374].

Nel 2012 Sylvia Rhue, cineasta e attivista afroamericana per i diritti LGBT nel mondo[375] ha intervistato
il reverendo Cindi Love sulla sua storia e ricerca familiare; egli, un discendente di William Herndon[376],
ha fatto notare che la tradizione di famiglia attestava che egli fosse gay e perdipiù l'amante di
Lincoln[377].

Nel suo libro Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln la storica Doris Kearns Goodwin
sostiene: "la loro intimità è più un indice di un'epoca in cui le amicizie maschili strette, accompagnate da
espressioni aperte di affetto e passione, erano familiari e socialmente accettabili. Né la condivisione di un
letto può essere considerata una prova per un coinvolgimento erotico. Era una pratica comune in un'era
in cui i quartieri privati erano un lusso raro... senza che ciò dovesse implicare alcuna forma di
coinvolgimento sessuale."[372]

I maggiori critici dell'ipotesi che Lincoln fosse omosessuale o quantomeno bisessuale sottolineano il fatto
che si sposò ed ebbe ben quattro figli; la tesi viene pertanto respinta da molti storici, soprattutto di area
conservatrice.[378]. Lo studioso Douglas Wilson sostiene che Lincoln, da giovane, mostrava un
comportamento fortemente eterosessuale, incluso il raccontare storie ai suoi amici sulle sue interazioni
con le donne[379].
Lincoln scriverà anche un poemetto che descriveva una relazione simile a un matrimonio tra due uomini,
che includeva i versi: "For Reuben and Charles have married two girls/ But Billy has married a boy / The
girls he had tried on every side / But none he could get to agree / All was in vain, he went home again /
And since that he's married to Natty".

Questa poesia fu inclusa nella prima edizione della biografia di Lincoln del 1889 dal suo amico e collega
William Herndon[380]; sarà però espurgata dalle edizioni successive fino al 1942, quando l'editore Paul
Angle la ristabilì. Questo è un esempio di ciò che lo psicoanalista Mark J. Blechner chiama "la chiusura
della storia"[381] in cui le prove che suggeriscono un grado di omosessualità o bisessualità in una grande
figura storica sono soppresse o nascoste.

Ritratto giovanile di Joshua Fry Speed, che condividerà l'alloggio con Lincoln a Springfield (Illinois) per
ben quattro anni.

Joshua Fry Speed

Lincoln incontrò per la prima volta il giovane Joshua Fry Speed a Springfield nel 1837 quando era un
avvocato di successo e già membro del parlamento dell'Illinois. Hanno vissuto insieme per quattro anni,
durante i quali hanno occupato lo stesso letto durante la notte (alcune fonti specificano un grande letto
matrimoniale) e hanno sviluppato un'amicizia che sarebbe proseguita fino alla morte del presidente[382]
[383]. Secondo alcune fonti, William Herndon[384] e un quarto uomo dormiranno anche loro nella
stessa stanza[385][386].

Storici come Donald sottolineano che non era affatto insolito in quel periodo che due uomini
condividessero anche un piccolo letto a causa di circostanze finanziarie o di altro genere, senza che nulla
di sessuale fosse implicito, per una notte o due quando non c'era altra sistemazione possibile. Ma per un
uomo finanziariamente autonomo il condividere un letto singolo con lo stesso uomo per un lungo
periodo di tempo dimostrerebbe invece una relazione duratura[387]. Un elenco di fonti storiche mostra
che Lincoln, durante la sua giovinezza e la prima età adulta, dormirà nello stesso letto con almeno 11
ragazzi e uomini[388].

Non sarà mai un segreto. Non ci sono casi noti in cui Lincoln cercò di sopprimere la conoscenza del fatto
o la discussione di tali avvenimenti e, in alcune conversazioni, solleverà egli stesso l'argomento
parlandone apertamente. Tripp parla a lungo di tre uomini e di possibili relazioni durature: Joshua Speed,
William Greene e Charles Derickson.

Tuttavia, nell'America del XIX secolo, non era necessariamente raro che gli uomini si prendessero cura di
altri uomini; ad esempio gli avvocati dell'Ottavo distretto dell'Illinois, dove operava Lincoln, viaggiavano
regolarmente utilizzando per la notte la stessa camera, due in un letto e otto in una stanza[389]. William
H. Herndon ricorda, ad esempio: "ho dormito con 20 uomini nella stessa stanza"[390]. Ma una relazione
privata e duratura con un singolo individuo sarebbe stata ben altra cosa.

A quel tempo la maggior parte degli uomini non era probabilmente neppure miminamente consapevole
di alcuna possibilità erotica nella condivisione del letto, poiché rimaneva un fatto pubblico. L'offerta
immediata e casuale di Speed e il suo rapporto successivo suggeriscono che la condivisione pubblica del
letto tra maschi non fu quindi quasi mai esplicitamente intesa a favorire certi esperimenti sessuali
proibiti[373].

Ciononostante Katz indica che tali accordi per dormire "fornivano un sito importante (probabilmente il
sito principale) di opportunità erotica" se potevano impedire ad altri di notarlo. Katz asserisce che
riferendosi ai concetti attuali di "homo, etero e bisex si distorce la nostra attuale comprensione delle
esperienze di Lincoln e Speed"[373]. Egli nota che, piuttosto che "un'essenza immutabile di
omosessualità ed eterosessualità" le persone in tutto il corso della storia "riconfiguravano
continuamente i loro sentimenti e atti affettuosi ed erotici"[373].

Suggerisce pertanto che la relazione Lincoln-Speed rientri nella categoria del XIX secolo di intense, anche
romantiche amicizie tra uomini con possibili sfumature erotiche che potrebbero essere state "un mondo
a parte nella coscienza di quell'epoca dall'universo sensuale della masturbazione reciproca a quello
illegale di "sodomia" e "crimine contro natura"[373].

Qualche corrispondenza del periodo, come quella tra il politico confederato Thomas Jefferson Withers e
il giudice James Henry Hammond può fornire la prova di una dimensione sessuale ad alcune segrete
condivisioni di letti tra persone dello stesso sesso[391]. Il fatto stesso che Lincoln fosse aperto sulla
questione con Speed è considerato da alcuni storici come un'indicazione che la loro relazione non era
romantica[392]; nessuno dei nemici di Lincoln accennerà mai ad alcuna implicazione omosessuale[393].

Joshua Speed sposerà Fanny Hennings il 15 febbraio del 1842. Lui e Lincoln sembrano essersi consultati a
vicenda sulla vita matrimoniale; nonostante avessero alcune differenze politiche rispetto alla
schiavitù[394] manterranno un fitto rapporto epistolare per il resto della loro vita e Lincoln nominerà il
fratello di Joshua, James Speed, nel suo gabinetto come Procuratore generale degli Stati Uniti d'America.

David Derickson

Il capitano David Derickson[395] fu la guardia del corpo di Lincoln e lo accompagnò nei suoi spostamenti
tra il settembre del 1862 e l'aprile del 1863. Condivisero il letto durante le assenze della moglie del
presidente fino a quando non sarà promosso di grado[396]. Derickson è stato sposato due volte e sarà
padre di ben dieci figli. Tripp racconta che, a prescindere dal livello di intimità della relazione, essa era
oggetto di pettegolezzi.

Elizabeth Woodbury Fox, moglie dell'assistente navale di Lincoln, scrisse nel suo diario il 16 novembre
del 1862, "Tish dice 'Oh, c'è un soldato di Bucktail molto devoto al presidente, sta sempre vicino a lui e
quando la signora L. non è a casa ci dorme anche assieme. Che roba!"[368] Questa pratica finirà con
l'essere osservata anche da un collega ufficiale del reggimento di Derickson, Thomas Chamberlin, nel
libro History of the One Hundred and Fiftieth Regiment Pennsylvania Volunteers, Second Regiment,
Bucktail Brigade.

Lo storico Martin P. Johnson nota che la forte somiglianza tra stile e contenuto dei resoconti Fox e
Chamberlin suggerisce che, piuttosto che essere due narrazioni indipendenti degli stessi eventi narrati da
Tripp, entrambi erano basati sullo stesso rapporto proveniente da una singola fonte[397]. David Donald e
Johnson contestano entrambi l'interpretazione di Tripp del commento di Fox dicendo che l'esclamazione
di "Quali cose!" fu, in quel giorno, un'esclamazione sull'assurdità del suggerimento piuttosto che sul
valore del pettegolezzo[398].

Americani che seppero distinguersi nel corso del XIX secolo.

Reputazione storica

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di Abraham Lincoln §
Reputazione storica e eredità.

Nelle indagini degli studiosi statunitensi che valutano i presidenti a partire dagli anni 1940 nella classifica
storica dei presidenti degli Stati Uniti d'America Lincoln è costantemente posizionato tra i primi tre,
spesso come il numero uno in assoluto (in almeno 9 su 17 ricerche)[5][6]. Uno studio del 2004 ha
scoperto che gli studiosi nei campi della storia e della politica lo classificano al primo posto, mentre gli
studiosi legali lo collocano secondo subito dietro George Washington[399].

Nel sondaggio d'opinione presidenziale condotto dal 1948 Lincoln è stato valutato ai vertici nella
maggioranza dei risultati. In generale i primi tre presidenti sono Lincoln; G. Washington e Franklin Delano
Roosevelt, sebbene Lincoln e Washington e Washington e Roosevelt siano occasionalmente invertiti nella
lista[400].

L'assassinio di Abraham Lincoln ha contribuito ad aumentare notevolmente il suo status fin quasi a
renderlo un martire nazionale; egli è stato visto dai fautori dell'abolizionismo negli Stati Uniti d'America
come un "campione della libertà umana". I Repubblicani collegavano il suo nome alle vicende fondanti
della storia del loro Partito. Molti, anche se non tutti, nel Sud consideravano Lincoln un uomo di
eccezionale capacità[401]. Gli storici hanno affermato che era "un campione del liberalismo classico" nel
senso del XIX secolo. Allen C. Guelzo afferma che Lincoln era un:

«democratico liberale classico, un nemico della gerarchia artificiale, amico del commercio e degli affari in
quanto nobilitanti e abilitanti, ed una controparte americana di John Stuart Mill, Richard Cobden e il
leader del Partito Liberale (Regno Unito) John Bright (il cui ritratto era stato appeso dallo stesso Lincoln
nel proprio ufficio alla Casa Bianca)[402][403].»

Finirà col divenire un esempio privilegiato per gli intellettuali liberali in molte parti del continente
europeo, dell'America Latina e persino dell'Asia.[404].

Schwartz sostiene che la reputazione americana del presidente crebbe lentamente nel tardo XIX secolo
fino all'era progressista (1900-1920) quando emerse come uno degli eroi più venerati nella storia degli
Stati Uniti d'America, con persino i bianchi sudisti che si trovavano accordo. Il punto culminante arrivò
nel 1922 con la dedica del Lincoln Memorial al National Mall di Washington[405].

Nell'era del New Deal i liberali onoravano Lincoln non tanto come l'uomo che si era fatto da sé o il
grande presidente di guerra, ma come il difensore dell'uomo comune che credevano avrebbe sostenuto
lo stato sociale. Negli anni della Guerra fredda l'immagine di Lincoln si spostò per enfatizzare il simbolo
della libertà che portava la speranza a tutti gli oppressi dai regimi comunisti[406].

Negli anni 1970 era diventato un eroe per gli esponenti del conservatorismo statunitense[407] per il suo
intenso nazionalismo, il sostegno agli affari, la sua insistenza a fermare la diffusione della schiavitù
umana, la sua azione in termini di principi del tutto similare a quella di John Locke e Edmund Burke a
nome sia della libertà che della tradizione e la sua devozione ai principi dei Padri fondatori degli Stati
Uniti d'America[408][409][410].

A. Lincoln, George Washington e Theodore Roosevelt.

In quanto attivista del Partito Whig Lincoln era un portavoce degli interessi commerciali, favorendo alte
tariffe doganali, le banche, i miglioramenti interni e le ferrovie in opposizione ai Democratici
eminentemente agrari della democrazia jacksoniana[411]. William C. Harris trovò che la "riverenza per i
Padri fondatori, la Costituzione degli Stati Uniti d'America, le leggi poste sotto di essa e la conservazione
della Repubblica e delle sue istituzioni lo inserivano e rafforzavano tra i leader del
conservatorismo"[412].

James G. Randall sottolinea la sua tolleranza e soprattutto la sua moderazione "nella sua preferenza per il
progresso ordinato, la sua sfiducia nei confronti di un'agitazione sociale pericolosa e la sua riluttanza
verso schemi di riforma mal digeriti". Randall conclude che "era conservatore per il suo completo
evitamento di quel tipo di cosiddetto 'radicalismo' che implicava l'abuso del Sud, l'odio per lo schiavista,
la sete di vendetta, il complotto di parte e le richieste ingenerose dell'Era della Ricostruzione per cui le
istituzioni del Sud si sarebbero trasformate da un giorno all'altro in corpi estranei della patria"[413].

Verso la fine degli anni 1960 alcuni intellettuali afroamericani guidati da Lerone Bennett Jr. rifiutarono il
ruolo di Lincoln come "Grande Emancipatore"[414][415]; egli ottenne grande attenzione quando nel
1968 definì Lincoln addirittura un suprematista del potere bianco[416]. Farà notare che utilizzava spesso
e volentieri le diffamazioni e gli sterotipi sugli afroamericani e raccontava barzellette che ridicolizzavano il
"negro"; inoltre sostenne che Lincoln si opponeva all'uguaglianza sociale e propose con l'American
Colonization Society di inviare gli schiavi liberati in un altro paese (in Liberia)[417].

I difensori, come gli autori Dirck e Cashin, ribatterono invece che non era poi così male se confrontato
alla maggior parte dei politici dei suoi tempi[418] e che anzi rappresentava la figura di un "visionario
morale" che avanzava abilmente la causa abolizionista, politicamente il più velocemente possibile[419].
L'enfasi si spostò quindi da "Lincoln-the-emancipator" a una tesi secondo cui i neri si erano liberati dalla
schiavitù da soli, o che almeno erano i responsabili nel fare pressioni sul governo per ottenere
l'emancipazione[420][421].
Lo storico Barry Schwartz ha scritto nel 2009 che l'immagine di Lincoln nel tardo XX secolo subì
"un'erosione, una certa dissolvenza del prestigio, fino a ridursi ad un uomo tanto benevolo quanto
ridicolo"[422]. D'altra parte Donald ha opinato nella sua biografia del 1996 che Lincoln era distintamente
dotato di quel tratto di personalità caratterizzata come "Negative capability" così come venne definita
dalla poesia romantica di John Keats e attribuita a leader carismatici e straordinari che erano "contenti in
mezzo a incertezze e dubbi e non obbligati verso il mero fatto o la semplice razionalità"[423].

Nel XXI secolo il presidente Barack Obama lo ha definito più volte come il suo presidente preferito
insistendo nell'usare la Bibbia di Lincoln durante la cerimonia inaugurale d'insediamento del presidente
degli Stati Uniti d'America per tutte e due le volte in cui ha assunto la carica[424][425].

Lincoln è stato spesso interpretato da Hollywood, quasi sempre in una luce assai lusinghiera[426][427].

Il nazionalismo dell'Unione, come previsto da Lincoln, "ha aiutato a condurre l'America al nazionalismo
di Theodore Roosevelt, Thomas Woodrow Wilson e Franklin D. Roosevelt"[428].

Commemorazioni

La Abraham Lincoln (French 1920) al Lincoln Memorial, opera dello scultore Daniel Chester French.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Memoriali e monumenti unionisti.

Lo scultore italo-americano Attilio Piccirilli avrebbe collaborato con French alla gigantesca statua di
Abraham Lincoln seduto in atteggiamento pensoso, che si trova a Washington.[429]

Lincoln è stato ricordato in molti modi. Diverse città statunitensi portano il suo nome, soprattutto
Lincoln, la capitale del Nebraska. Gli è stato dedicato il Lincoln Memorial di Washington ed è raffigurato
sulla banconota da 5 dollari, sul centesimo Lincoln e nel monumento del Monte Rushmore. La tomba di
Lincoln e la casa di Lincoln a Springfield, New Salem (una ricostruzione della cittadina dove visse all'inizio
dell'età adulta), il Ford's Theater e la Petersen House sono tutti luoghi conservati come musei.

Il 12 febbraio 1892, il compleanno di Lincoln venne dichiarato festività federale degli Stati Uniti, anche se
venne in seguito combinato con il compleanno di George Washington nel President's Day (sono ancora
celebrati separatamente in Illinois). Il sottomarino Abraham Lincoln (SSBN-602) e la portaerei Abraham
Lincoln (CVN-72) sono stati battezzati in suo onore.

Il grande prestigiatore Harry Houdini realizzò con le sue tecniche illusionistiche una fotografia ritoccata
che lo ritraeva insieme al "fantasma" di Lincoln, questo per svelare i trucchi delle fotografie spiritiche,
molto diffuse alla fine dell'Ottocento e inizio Novecento.[430] Alcune di esse, successivamente ritenute
false, ritraevano proprio Lincoln dopo la sua morte, insieme alla moglie ancora viva (quest'ultima era
divenuta una seguace dello spiritismo, nel frattempo).[431]

Arti e cultura di massa

Monte Rushmore: il volto di Lincoln è quello all'estrema destra.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Abraham Lincoln nella cultura di
massa.

Subito dopo che il presidente morì il poeta Walt Whitman (autore di Foglie d'erba) scrisse, in suo onore,
la famosissima poesia O capitano! Mio capitano! (portata sulle scene del grande schermo da L'attimo
fuggente).

Il bardo della nazione americana rimarrà sempre particolarmente affascinato da Lincoln tanto che scrisse
anche altri versi in suo onore (When Lilacs Last in the Dooryard Bloom'd, Hush'd Be the Camps To-Day e
This Dust Was Once the Man). Sembra che il presidente amasse la sua poetica già da prima dello scoppio
della guerra civile[432].

Lo stesso Lincoln ha scritto poesie e almeno un pezzo di fiction basato su uno dei casi di omicidio che ha
affrontato in qualità di giovane avvocato difensore. Nell'aprile del 1846 The Quincy Whig pubblicò il suo
racconto con il titolo di A Remarkable Case of Arrest for Murder. La storia è stata ripubblicata nel marzo
1952 dal Ellery Queen's Mystery Magazine e intitolata The Trailor Murder Mystery. Lincoln si riferisce al
proprio personaggio senza nome come "la difesa" e "lo scrittore di questo testo"[433].

Riconoscimenti

capitano - nastrino per uniforme ordinaria capitano


Lincoln ragazzo che legge di notte per potersi istruire, dipinto di Jonathan Eastman Johnson.

Il giovane Lincoln (1945) dello scultore Charles Keck nel quartiere di Edgewater a Chicago.

The Railsplitter (1909) di Jean Leon Gerome Ferris.

La carrozza presidenziale al National Museum of American History.

L'orologio da taschino del presidente.

Il cilindro indossato al momento dell'assassinio.

Il letto in cui morì il presidente.

La camera da letto del presidente (Lincoln Bedroom) alla Casa Bianca nel 1933.

Lincoln viene solitamente ritratto con la barba, tuttavia egli la portò solo negli ultimi anni della propria
vita.

"Coloro che negano la libertà agli altri non la meritano per loro stessi", in un francobollo commemorativo
del 1960.

L'assassinio del Presidente Lincoln, opera di Currier e Ives del 1865.

Statua del presidente posta all'interno della Tomba Lincoln, riproduzione della Abraham Lincoln (French
1920).
La maschera mortuaria.

Il busto del presidente al Cimitero nazionale di Gettysburg.

Nastro commemorativo del 1865.

Il centesimo Lincoln: In God We Trust.

Il "Pritzker Museum and Library" a Chicago.

"Lincoln Square" a Manchester.

Emancipation Proclamation dello scultore ornamentale Lee Oscar Lawrie al Campidoglio (Lincoln) di
Lincoln (Nebraska).

La famiglia Lincoln all'Abraham Lincoln Presidential Library and Museum di Springfield.

Veduta aerea del Lincoln Memorial a Washington.

Ritratto del presidente datato 1908 ad opera del pittore Douglas Volk.

Il "parco Lincoln" a Città del Messico.

La portaerei USS Abraham Lincoln (CVN 72) a Pearl Harbor nel 2002.
Justin Smith Morrill Tower & Abraham Lincoln Tower dell'Università statale dell'Ohio.

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Lincoln fosse stato sessuale, il Presidente degli Stati Uniti ne avrebbe così liberamente e pubblicamente
parlato".

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durante la sua lunga carriera pubblica - dalla sua presunta illegittimità alla sua possibile storia d'amore
con Ann Rutledge, alla rottura del suo fidanzamento con Mary Todd, ad alcuni aspetti turbolenti del loro
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Voci correlate

Assassinio di Abraham Lincoln

Bibbia di Lincoln

Codice Lieber

Discorso di Gettysburg

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1856


Guerra di secessione americana

Leggenda sulle coincidenze Lincoln-Kennedy

Maledizione dell'anno zero

Storia del Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)

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Collegamenti esterni

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