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Storia del liuto[modifica | modifica wikitesto]

Un liutaio nel suo laboratorio


Prima pagina dell'Intabolatura de lauto libro primo (1507) di Francesco Spinacino
Si ha prova dell'esistenza di strumenti musicali del genere dei liuti sin
dall'antico Egitto. Il liuto, come lo si conosce oggi (strumento musicale a
corde pizzicate, con cassa armonica convessa piriforme, costruita con
doghe incollate) appare presumibilmente intorno al VI secolo in Asia
Minore. Lo strumento fu portato in Europa dagli Arabi nel Medioevo,
dove raggiunse la massima diffusione nel XVI secolo. Il guscio del liuto,
forse in origine ricavato da un unico blocco di legno, fu in seguito
sempre costruito con doghe di legno. Il manico, è complanare alla tavola
armonica: a esso è fissato, ortogonalmente, il cavigliere a spatola che è
reclinato. Una serie di legacci di minugia divide il manico in otto o nove
parti, dette tasti. Gli ordini di corde del liuto rinascimentale sono
generalmente sei, tutte doppi, a eccezione di quella più acuta (cantino).
L'accordatura varia secondo il tempo e il luogo, ma rispetta in genere
questa successione: due quarte, una terza maggiore, due quarte. Lo
strumento era suonato con un plettro o anche, per ottenere maggiore
morbidezza e fluidità d'esecuzione, con le dita nude. La musica per liuto
era scritta con un particolare sistema detto intavolatura. Nel XVII secolo
il numero delle corde basse aumentò; il liuto giunse così ad avere sino a
undici corde. Si ebbero allora vere e proprie famiglie di liuti, variamente
accordati; a causa dell'aumentato numero delle corde basse il manico
dello strumento fu allungato e vi si aggiunse un secondo cavigliere
superiore, cui erano fissate le corde gravi, suonate a vuoto. Questi
strumenti presero il nome di arciliuto, liuto attiorbato, e tiorba

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