Il liuto, o laùto, strumento principe del Rinascimento, fu
portato in Europa in epoca medievale dagli Arabi[2], che esportarono anche il termine: al ‘ūd (العود, ‘ūd=legno)[3] divenuto liuto (Italia), laúd (Spagna), luth (Francia), lute (Inghilterra), Laute (Germania) ecc. L'articolo al si agglutinò al sostantivo ud, come nel portoghese alaúde, mutando secondo le varianti linguistiche locali. In epoca rinascimentale non era ancora chiara l'etimologia della parola, tanto che Vincenzo Galilei, padre di Galileo Galilei e noto per essere tra i più brillanti e attivi frequentatori della Camerata de' Bardi, credeva che l'origine del termine fosse da ricercare nella completezza dello strumento, che essendo di grande estensione poteva intavolare l'intera gamma delle humanae voces, comprendente sette esacordi (tre duri, due naturali e due molli, ma sempre formati dalle sei sillabe da UT a LA o viceversa), secondo la complessa teoria esacordale di origine medievale (solmisazione):