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La curva AS dell’offerta aggregata viene ricavata dall’equilibrio sul mercato del lavoro e rappresenta una relazione tra il
livello effettivo dei prezzi, il livello atteso e la produzione. Questa relazione ci dice che, per un dato livello atteso dei
prezzi, il loro livello effettivo è una funzione crescente del livello di produzione. Esso è rappresentato da una curva
crescente, ossia dalla curva AS. In conclusione un aumento del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta
aggregata verso l’alto; una diminuzione del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta aggregata verso il basso.
DISCUTI LA RELAZIONE TRA DOMANDA DI MONETA, TASSO DI INTERESSE CORRENTE E TASSO DI INTERESSE ATTESO
La domanda di moneta, ossia la somma tra moneta circolante e deposito bancario, dipende positivamente dal livello
delle transazioni nell’economia e negativamente dal tasso di interesse, che è determinato dalla condizione di
uguaglianza tra offerta e domanda di moneta. Il tasso di interesse viene stabilito periodicamente dalla Banca Centrale.
La domanda di moneta è inversamente proporzionale al tasso di interesse corrente, perché le persone preferiscono
investire in titoli. La domanda di moneta è, invece, direttamente proporzionale al tasso di interesse atteso poiché le
persone si aspettano che l’aumento del tasso di interesse riduce il prezzo dei titoli, quindi le persone aumentano la
domanda di moneta oggi e comprano titoli domani.
SPIEGA IN CHE MODO SALARI E PREZZI SONO LEGATI TRA LORO, E IN QUALI CASI DA QUESTI LEGAMI PUO’ EMERGERE
INFLAZIONE
Salari e prezzi sono uniti tra loro nella spirale prezzi-salari, questa fu scoperta da Phillips nel Regno Unito e da Solow e
Samuelson negli USA. Questi economisti intuirono che quando l’inflazione non è molto persistente, l’inflazione attesa
non dipende in modo significativo dall’inflazione passata. Dunque, l’offerta aggregata diventa una relazione tra
inflazione e disoccupazione. Essi arrivarono cosi a formulare la spirale prezzi-salari, osservando il comportamento
dell’inflazione e della disoccupazione, notarono che una minore disoccupazione comporta una maggiore inflazione
nell’anno corrente rispetto a quello passato. In conclusione, la spirale prezzi salari descrive le seguenti reazioni: In
risposta a un maggior salario nominale, le imprese aumentano i loro prezzi, generando inflazione. Un salario nominale
più alto spinge le imprese a un ulteriore aumento dei prezzi, generando più inflazione. In seguito ad un ulteriore
aumento dei prezzi, i lavoratori richiedono un aumento ulteriore del salario nominale, nel determinare di nuovo i
salari. Una bassa disoccupazione fa aumentare il salario nominale. In tal modo la rincorsa tra prezzi e salari si traduce
in una consistente inflazione dei prezzi e dei salari
COME SI MISURA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE
Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di persone che sono in cerca
di lavoro, e la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un lavoro, in queste
non rientrano i pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate di
cercare lavoro.
In formula: u=U/N
DEFINISCI IL “DEFICIT PUBBLICO” E SPIEGA COME PUO’ ESSERE FINANZIATO. CHE LEGAME C’E’ TRA DEFICIT PUBBLICO
E DEBITO PUBBLICO
Con il termine deficit pubblico si definisce una eccedenza delle uscite sulle entrate in un determinato periodo di
tempo. Le cause del deficit sono due, di natura opposta: un aumento delle uscite o una diminuzione delle entrate. Per
finanziare il deficit pubblico uno Stato si comporta come un normale cittadino: chiede soldi in prestito. Può chiederli ai
privati cittadini e, prima della stesura del Trattato di Maastricht, anche alla banca centrale. Oggi questa seconda
possibilità è preclusa proprio dal Trattato suddetto che impedisce alle Banche centrali di finanziare direttamente lo
Stato. Ma la Banca Centrale può comprare titoli di stato già in circolazione in cambio di moneta. Con questo
intervento espansivo di mercato immette liquidità nello stato, abbassa i tassi di interesse e finanzia indirettamente il
deficit pubblico. Per avere un prestito dai privati lo stato deve offrire un tasso di interesse “attraente”. Lo Stato può
decidere anche di aumentare le tasse per ripianare il deficit, aumentando così le entrate. Il debito pubblico è
l’ammontare del debito contratto da un paese nei confronti di creditori pubblici e privati che hanno investito in titoli di
stato. Deficit pubblico e Debito pubblico sono due strumenti molto importanti per calcolare il livello di benessere della
politica economica di uno Stato, infatti questi sono direttamente proporzionali, al salire di uno aumenta anche l’altro.
COME SI MISURA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE? CHE RELAZIONE ESISTE TRA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE E LA
CRESCITA DEI SALARI
Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di persone che sono in cerca di lavoro, e
la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un lavoro, in queste non rientrano i
pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate di cercare lavoro.
In formula: u=U/N. La relazione che lega il tasso di disoccupazione e la crescita dei salari: I salari, di solito, dipendono dalle
condizioni prevalenti sul mercato del lavoro. Quanto più basso è il tasso di disoccupazione, tanto maggiori sono i salari. Dunque
salari e disoccupazione sono inversamente proporzionali. Se pensiamo ai salari come il risultato di una contrattazione, allora una
disoccupazione più alta indebolisce la forza contrattuale dei lavoratori, costringendoli ad accettare salari inferiori. Se consideriamo
il fatto che i salari vengono determinati a partire da considerazioni basate sulle teorie dell’efficienza, allora una disoccupazione più
alta permette alle imprese di pagare salari inferiori, senza rinunciare all’efficienza dei lavoratori.
CHE RELAZIONE ESISTE TRA DEPOSITI BANCARI E LA BASE MONETARIA
La relazione che esiste tra depositi bancari e base monetaria è quella che costruisce il moltiplicatore di moneta. Infatti, l'offerta di
moneta, intesa come quantità di moneta esistente in un determinato momento nel sistema economico, è pari al circolante più i
depositi bancari, mentre la base monetaria è pari al circolante più le riserve depositate dalle banche presso la banca centrale. Il
rapporto tra offerta di moneta e base monetaria prende il nome di moltiplicatore di moneta. Il moltiplicatore di moneta è un
indicatore macroeconomico che consente di legare la base monetaria della banca centrale con la quantità di moneta legale,
detenuta dal pubblico sotto forma di moneta circolante e di depositi bancari. Quanto maggiore è il moltiplicatore monetario, tanto
maggiore è la quantità dell'offerta di moneta che può essere ottenuta dalla base monetaria. Quanto minore è la percentuale delle
riserve detenute dalle banche rispetto ai depositi bancari, tanto maggiore è l'offerta di moneta.
COME SI MISURA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE? CHE RELAZIONE ESISTE TRA DISOCCUPAZIONE E INFLAZIONE
Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di persone che sono in cerca di lavoro, e
la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un lavoro, in queste non rientrano i
pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate di cercare lavoro. In formula:
u=U/N. La relazione tra disoccupazione e inflazione venne intuita negli anni 60’ da Phillips nel Regno Unito e da Solow e
Samuelson negli USA. Questi economisti intuirono che quando l’inflazione non è molto persistente, l’inflazione attesa non dipende
in modo significativo dall’inflazione passata. Dunque, l’offerta aggregata diventa una relazione tra inflazione e disoccupazione. Essi
arrivarono cosi a formulare la spirale prezzi-salari, osservando il comportamento dell’inflazione e della disoccupazione, notarono
che una minore disoccupazione comporta una maggiore inflazione nell’anno corrente rispetto a quello passato. Graficamente
viene rappresentata dalla curva di Phillips, che mette in relazione la variazione dell’inflazione con la deviazione della
disoccupazione dal suo tasso naturale. Essa rappresenta l’equazione di offerta aggregata.
DISCUTI BREVEMENTE LA RELAZIONE SINTETIZZATA DELLA CURVA DI PHILLIPS E LE CARATTERISTICHE DELLA CURVA DI PHILLIPS
La curva di Phillips è un'analisi macroeconomica che mette in relazione inversa il tasso d'inflazione dei prezzi e dei salari nominali
con il tasso di disoccupazione. Phillips osservò il comportamento dell’inflazione e della disoccupazione, notò che una minore
disoccupazione comporta una maggiore inflazione nell’anno corrente rispetto a quello passato. Quanto più è basso il tasso di
disoccupazione (piena occupazione) tanto più è alto il tasso di crescita dei prezzi e dei salari.
ESISTE UNA RELAZIONE TRA IL TASSO DI INTERESSE NELLA ZONA EURO E IL TASSO DI INTERESSE NEGLI STATI UNITI? QUALE?
Esiste una relazione tra il tasso di interesse della zona euro e quello degli USA, infatti se ad esempio ci fosse una
riduzione del tasso di interesse nella zona euro. Si ridurrebbe il tasso di cambio reale, ovvero ci sarebbe un
deprezzamento dei beni venduti negli USA e questo migliorerebbe la competitività delle imprese europee a svantaggio
di quelle statunitensi, che necessiteranno di un intervento nella politica monetaria per avere la stessa competitività
delle imprese europee.
DISCUTI LA RELAZIONE TRA I TASSI DI INTERESSE IN DUE PAESI TRA CUI ESITE LIBERA CIRCOLAZIONE DI CAPITALI
La libera circolazione di capitali implica la possibilità di effettuare degli investimenti anche in un paese estero. Gli
investimenti all’estero dipendono dal tasso di cambio in quanto è necessario aumentare la convenienza e quindi il
costo opportunità di un investimento estero. Il tasso di cambio dipende dal tasso di interesse dei due paesi. In
particolare affinché risulti più conveniente investire è necessario che il tasso di interesse nazionale sia minore del tasso
di interesse estero, a ci corrisponderà un tasso di cambio nazionale inferiore al tasso di cambio estero. In questo modo
l’inferiorità del tasso di cambio e del tasso di interesse nazionale favorirà gli investimenti