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SPIEGA COME SI RICAVA LA CURVA AS DELL’OFFERTA AGGREGATA

La curva AS dell’offerta aggregata viene ricavata dall’equilibrio sul mercato del lavoro e rappresenta una relazione tra il
livello effettivo dei prezzi, il livello atteso e la produzione. Questa relazione ci dice che, per un dato livello atteso dei
prezzi, il loro livello effettivo è una funzione crescente del livello di produzione. Esso è rappresentato da una curva
crescente, ossia dalla curva AS. In conclusione un aumento del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta
aggregata verso l’alto; una diminuzione del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta aggregata verso il basso.

CHE COSA S’INTENDE PER NAIRU?


Per NAIRU si intende il tasso di disoccupazione non inflazionistico e corrisponde al tasso naturale di disoccupazione,
ossia a quel tasso che mantiene l’inflazione costante nella curva di Phillips. Quando il tasso effettivo di disoccupazione
eccede il tasso naturale, l’inflazione diminuisce; quando il tasso effettivo di disoccupazione è inferiore al tasso
naturale, l’inflazione aumenta. Il tasso naturale di disoccupazione dipende da molti fattori che differiscono tra Paesi e
nel corso del tempo.
IN CHE MODO LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE INFLUENZANO I TASSI DI INTERESSE?
Il rapporto direttamente proporzionale tra inflazione e tasso di interesse viene mutato dalle aspettative di inflazione.
Nel breve periodo L’inflazione e l’inflazione attesa risultano direttamente proporzionali, dunque all’aumentare
dell’inflazione aumenta l’inflazione attesa. Se dalle aspettative risulta un inflazione attesa più elevata, l’inflazione
effettiva continuerà ad aumentare superando il tasso di crescita dello stock di moneta, che genererà una riduzione dei
saldi monetari da cui deriva un aumento del tasso di interesse nominale e una riduzione del tasso di interesse reale.
Nel medio periodo il tasso di interesse reale torna al suo livello iniziale e l’inflazione non subisce variazioni. Tornando il
tasso di interesse reale al suo valore iniziale, il tasso di interesse nominale si attesta su di un valore più alto, uguale al
tasso di interesse reale più il nuovo maggior tasso di crescita di moneta.

DISCUTI LA RELAZIONE TRA DOMANDA DI MONETA, TASSO DI INTERESSE CORRENTE E TASSO DI INTERESSE ATTESO
La domanda di moneta, ossia la somma tra moneta circolante e deposito bancario, dipende positivamente dal livello
delle transazioni nell’economia e negativamente dal tasso di interesse, che è determinato dalla condizione di
uguaglianza tra offerta e domanda di moneta. Il tasso di interesse viene stabilito periodicamente dalla Banca Centrale.
La domanda di moneta è inversamente proporzionale al tasso di interesse corrente, perché le persone preferiscono
investire in titoli. La domanda di moneta è, invece, direttamente proporzionale al tasso di interesse atteso poiché le
persone si aspettano che l’aumento del tasso di interesse riduce il prezzo dei titoli, quindi le persone aumentano la
domanda di moneta oggi e comprano titoli domani.

SPIEGA IN CHE MODO SALARI E PREZZI SONO LEGATI TRA LORO, E IN QUALI CASI DA QUESTI LEGAMI PUO’ EMERGERE
INFLAZIONE
Salari e prezzi sono uniti tra loro nella spirale prezzi-salari, questa fu scoperta da Phillips nel Regno Unito e da Solow e
Samuelson negli USA. Questi economisti intuirono che quando l’inflazione non è molto persistente, l’inflazione attesa
non dipende in modo significativo dall’inflazione passata. Dunque, l’offerta aggregata diventa una relazione tra
inflazione e disoccupazione. Essi arrivarono cosi a formulare la spirale prezzi-salari, osservando il comportamento
dell’inflazione e della disoccupazione, notarono che una minore disoccupazione comporta una maggiore inflazione
nell’anno corrente rispetto a quello passato. In conclusione, la spirale prezzi salari descrive le seguenti reazioni: In
risposta a un maggior salario nominale, le imprese aumentano i loro prezzi, generando inflazione. Un salario nominale
più alto spinge le imprese a un ulteriore aumento dei prezzi, generando più inflazione. In seguito ad un ulteriore
aumento dei prezzi, i lavoratori richiedono un aumento ulteriore del salario nominale, nel determinare di nuovo i
salari. Una bassa disoccupazione fa aumentare il salario nominale. In tal modo la rincorsa tra prezzi e salari si traduce
in una consistente inflazione dei prezzi e dei salari
COME SI MISURA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE
Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di persone che sono in cerca
di lavoro, e la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un lavoro, in queste
non rientrano i pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate di
cercare lavoro.
In formula: u=U/N

DISCUTI LA RELAZIONE TRA DISOCCUPAZIONE E INFLAZIONE


La relazione tra disoccupazione e inflazione venne intuita negli anni 60’ da Phillips nel Regno Unito e da Solow e
Samuelson negli USA. Questi economisti intuirono che quando l’inflazione non è molto persistente, l’inflazione attesa
non dipende in modo significativo dall’inflazione passata. Dunque, l’offerta aggregata diventa una relazione tra
inflazione e disoccupazione. Essi arrivarono cosi a formulare la spirale prezzi-salari, osservando il comportamento
dell’inflazione e della disoccupazione, notarono che una minore disoccupazione comporta una maggiore inflazione
nell’anno corrente rispetto a quello passato. Graficamente viene rappresentata dalla curva di Phillips, che mette in
relazione la variazione dell’inflazione con la deviazione della disoccupazione dal suo tasso naturale. Essa rappresenta
l’equazione di offerta aggregata.
COSA S’ INTENDE PER “OPERAZIONI DI MERCATO APERTO”?
Le "operazioni di mercato aperto" consistono nell'acquisto o nella vendita di titoli da parte della Banca centrale agli
operatori finanziari, solitamente a condizioni particolarmente vantaggiose per questi ultimi. In tal modo la Banca
centrale influenza i corsi dei titoli stessi e aumenta, nel caso di acquisto, o riduce, nel caso di vendita, la liquidità
monetaria del sistema economico.
E IN CHE MODO INFLUENZANO IL TASSO DI INTERESSE?
Attraverso le operazioni di mercato aperto la Banca centrale influenza il livello dei tassi d'interesse agendo sulla
liquidità monetaria del sistema economico. Nell'ipotesi di acquisto di titoli, infatti, verificandosi una riduzione della
base monetaria, le banche, per assicurarsi comunque i mezzi monetari necessari alla loro attività di impiego,
eleveranno i tassi d'interesse applicati ai depositi e compenseranno tale aumento con un incremento dei tassi sulle
operazioni di credito. Nell'ipotesi opposta (vendita di titoli), le variazioni del tasso di sconto sono di segno contrario.
E CHE EFFETTI HANNO?
La banca centrale può eseguire due diverse operazione di mercato aperto: l’intervento espansivo di mercato aperto,
ossia, se la banca centrale desidera aumentare lo stock di moneta, dovrà comprare titoli e pagarli in moneta: in questo
modo, farà aumentare la domanda di titoli e scendere il tasso di interesse; l’intervento restrittivo di mercato aperto: se
vuole diminuire lo stock di moneta, vende titoli e ritira moneta: in questo modo riduce l’offerta di moneta e aumenta il
tasso di interesse. Attraverso le operazioni di mercato aperto la Banca centrale influenza il livello dei tassi d'interesse
agendo sulla liquidità monetaria del sistema economico. Nell'ipotesi di acquisto di titoli, infatti, verificandosi una
riduzione della base monetaria, le banche, per assicurarsi comunque i mezzi monetari necessari alla loro attività di
impiego, eleveranno i tassi d'interesse applicati ai depositi e compenseranno tale aumento con un incremento dei tassi
sulle operazioni di credito. Nell'ipotesi opposta (vendita di titoli), le variazioni del tasso di sconto sono di segno
contrario.
SPIEGA CHE COS’E’ IL “SALARIO DI RISERVA”. DESCRIVI INOLTRE BREVEMENTE LE VARIABILI RILEVANTI PER LA
DETERMINAZIONE DEI SALARI.
Il salario di riserva rappresenta il salario che rende i lavoratori indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati. Di solito i
lavoratori percepiscono un salario superiore al salario di riserva. Esistono moltissime variabili collegate alla
determinazione dei salari. Esistono due linee interpretative: la prima si sofferma sul fatto che vi sono dei lavoratori
che, anche in assenza di una contrattazione collettiva, cioè le contrattazioni tra imprese e sindacati, hanno una certa
forza contrattuale, che usano per ottenere dalle imprese salari più elevati. Per questa prima linea interpretativa vanno
ricordate come variabili, la forza contrattuale: quanto più è costoso per l’impresa rimpiazzare il nuovo lavoratore e
quanto è più facile per quest’ultimo trovare un altro lavoro, tanto maggiore sarà la sua forza contrattuale; la natura del
lavoro: sostituire un lavoratore non specializzato è meno costo per un impresa che sostituire un lavoratore
specializzato, data l’assenza di corsi di apprendimento; le condizioni prevalenti sul mercato del lavoro: quanto il tasso
di disoccupazione è basso, l’impresa avrà difficoltà a rimpiazzare un lavoratore licenziato e per i lavoratori è più facile
cambiare lavoro. In questo caso la forza contrattuale del lavoratore è molto alta. La seconda linea d’interpretazione
sottolinea il fatto che le imprese stesse possono voler pagare salari superiori a quello di riserva. In questo caso bisogna
ricordare la teoria dei salari di efficienza: la preoccupazione delle imprese è che i lavoratori siano produttivi, ed un
ottimo incentivo alla produttività potrebbe essere un salario molto più alto del salario di riserva. Se, nel caso contrario,
i lavoratori ricevono un salario vicino al salario di riserva, vi sarà un elevato turn over, che fa diminuire la produttività.
Quindi pagare un salario elevato potrebbe portare le imprese a raggiungere determinati obiettivi circa l’aumento della
produttività.

QUALI VARIABILI INFLUENZANO I SALARI MONETARI?


Per determinare i salari monetari esistono due linee interpretative: la prima si sofferma sul fatto che vi sono dei
lavoratori che, anche in assenza di una contrattazione collettiva, cioè le contrattazioni tra imprese e sindacati, hanno
una certa forza contrattuale, che usano per ottenere dalle imprese salari più elevati. Per questa prima linea
interpretativa vanno ricordate come variabili, la forza contrattuale: quanto più è costoso per l’impresa rimpiazzare il
nuovo lavoratore e quanto è più facile per quest’ultimo trovare un altro lavoro, tanto maggiore sarà la sua forza
contrattuale; la natura del lavoro: sostituire un lavoratore non specializzato è meno costo per un impresa che
sostituire un lavoratore specializzato, data l’assenza di corsi di apprendimento; le condizioni prevalenti sul mercato del
lavoro: quanto il tasso di disoccupazione è basso, l’impresa avrà difficoltà a rimpiazzare un lavoratore licenziato e per i
lavoratori è più facile cambiare lavoro. In questo caso la forza contrattuale del lavoratore è molto alta. La seconda
linea d’interpretazione sottolinea il fatto che le imprese stesse possono voler pagare salari superiori a quello di riserva.
In questo caso bisogna ricordare la teoria dei salari di efficienza: la preoccupazione delle imprese è che i lavoratori
siano produttivi, ed un ottimo incentivo alla produttività potrebbe essere un salario molto più alto del salario di riserva.
Se, nel caso contrario, i lavoratori ricevono un salario vicino al salario di riserva, vi sarà un elevato turn over, che fa
diminuire la produttività. Quindi pagare un salario elevato potrebbe portare le imprese a raggiungere determinati
obiettivi circa l’aumento della produttività. Il salario dipende da tre fattori: Il livello atteso dei prezzi: I lavoratori, ma
anche le imprese, non sono interessati a quanto denaro ricevono, ma al salario W, che percepiscono relativamente al
prezzo dei beni che acquistano (per i lavoratori), o al salario in termini del prezzo della produzione venduta (per le
imprese). In altre parole essi sono interessati al salario reale; il tasso di disoccupazione contribuisce ad influenzare il
salario; livello di protezione dei lavoratori. Una maggiore protezione da parte dello Stato rende il licenziamento più
costoso per le aziende. Questo fa certamente aumentare il potere contrattuale dei lavoratori, facendo a sua volta
aumentare il salario. Un altro fattore che influenza i salari è l’esistenza di un salario minimo garantito dalla legge.

SPIEGA COSA SI INTENDE PER “MOLTIPLICATORE DELLA MONETA”


Per moltiplicatore della moneta si intende il rapporto tra l'offerta di moneta e la base monetaria esistenti in un
determinato momento nel sistema economico. È un indicatore macroeconomico che consente di legare la base
monetaria della banca centrale con la quantità di moneta legale, detenuta dal pubblico sotto forma di moneta
circolante e di depositi bancari. Il moltiplicatore monetario è determinato dal comportamento del pubblico nella scelta
di detenere più circolante o depositi e dalle decisioni del sistema bancario sulla percentuale di riserve da mantenere a
fronte dei depositi bancari del pubblico. Quanto maggiore è il moltiplicatore monetario, tanto maggiore è la quantità
dell'offerta di moneta che può essere ottenuta dalla base monetaria. Quanto minore è la percentuale delle riserve
detenute dalle banche rispetto ai depositi bancari, tanto maggiore è l'offerta di moneta.

DEFINISCI IL “DEFICIT PUBBLICO” E SPIEGA COME PUO’ ESSERE FINANZIATO. CHE LEGAME C’E’ TRA DEFICIT PUBBLICO
E DEBITO PUBBLICO
Con il termine deficit pubblico si definisce una eccedenza delle uscite sulle entrate in un determinato periodo di
tempo. Le cause del deficit sono due, di natura opposta: un aumento delle uscite o una diminuzione delle entrate. Per
finanziare il deficit pubblico uno Stato si comporta come un normale cittadino: chiede soldi in prestito. Può chiederli ai
privati cittadini e, prima della stesura del Trattato di Maastricht, anche alla banca centrale. Oggi questa seconda
possibilità è preclusa proprio dal Trattato suddetto che impedisce alle Banche centrali di finanziare direttamente lo
Stato. Ma la Banca Centrale può comprare titoli di stato già in circolazione in cambio di moneta. Con questo
intervento espansivo di mercato immette liquidità nello stato, abbassa i tassi di interesse e finanzia indirettamente il
deficit pubblico. Per avere un prestito dai privati lo stato deve offrire un tasso di interesse “attraente”. Lo Stato può
decidere anche di aumentare le tasse per ripianare il deficit, aumentando così le entrate. Il debito pubblico è
l’ammontare del debito contratto da un paese nei confronti di creditori pubblici e privati che hanno investito in titoli di
stato. Deficit pubblico e Debito pubblico sono due strumenti molto importanti per calcolare il livello di benessere della
politica economica di uno Stato, infatti questi sono direttamente proporzionali, al salire di uno aumenta anche l’altro.

SPIEGA SINTETICAMENTE COSA DETERMINA LA CRESCITA ECONOMICA


La crescita economica viene definita come l’aumento della produzione aggregata in un dato lasso di tempo. Nel breve
periodo, la crescita della produzione, rifacendoci al PIL, fa aumentare il reddito dei consumatori. Per quanto riguarda
la politica fiscale c’è una riduzione delle tasse e un aumento della spesa pubblica. Aumentano gli investimenti ed
aumenta il consumo. Consumo, investimento e spesa pubblica sono le determinanti della domanda di produzione e
dunque la crescita economica. Per quanto riguarda il mercato dei lavoratori: se aumenta la produzione, la
disoccupazione scende a discapito dell’occupazione che sale. Se aumenta l’inflazione aumenta la crescita economica,
poiché aumentano i prezzi aumentano i salari. Un aumento dei salari aumenta il consumo, una delle determinanti
fondamentali della crescita economica. Nel lungo periodo l’andamento della produzione è determinato da due
relazioni: il livello di produzione dipende dalla quantità di capitale esistente; l’accumulazione del capitale dipende a
sua volta dal livello di produzione, che determina il risparmio e l’investimento. Queste interazioni tra capitale e
prodotto spiegano perché l'accumulazione di capitale deriva da un aumento del tasso di risparmio che a sua volta
determina un periodo di crescita ad un tasso superiore rispetto al tasso di crescita stazionario. Collegato al capitale è il
progresso tecnologico definito come l’ aumento delle unità di lavoro effettivo disponibili nell’economia, cioè del lavoro
moltiplicato per lo stato della tecnologia. In questo modo possiamo pensare che la produzione sia ottenuta attraverso
capitale e lavoro effettivo.

SPIEGA COME SI RICAVA LA CURVA DELL’OFFERTA GLOBALE MACROECONOMICA.


La curva di offerta globale macroeconomica corrisponde alla curva di offerta aggregata, ossia la curva AS. L’offerta
aggregata descrive gli effetti della produzione sul livello dei prezzi. Essa è derivata dall’equilibrio di mercato del lavoro
e rappresenta una relazione tra il livello effettivo dei prezzi, il livello atteso e la produzione. Un aumento della
produzione riduce la disoccupazione che, a sua volta, fa aumentare i salari e quindi il livello dei prezzi. Un maggior
livello atteso dei prezzi si riflette interamente in un maggior livello effettivo. Graficamente questo è rappresentato da
una curva crescente, chiamata curva di offerta aggregata. Un aumento nel livello atteso dei prezzi sposta la curva di
offerta aggregata verso l’alto; una diminuzione del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta aggregata verso il
basso.
SPIEGA COSA SI INTENDE PER “TASSO DI INTERESSE REALE”. CHE RAPPORTO C’E’ TRA TASSO DI INTERESSE E TASSO DI
CAMBIO?
Per tasso di interesse reale si intende il tasso di interesse in termini di beni, esso ci dice quanti beni dovremo ripagare
in futuro per avere 1€ oggi. Il tasso di interesse reale è pressoché uguale al tasso di interesse nominale meno
l’inflazione attesa. La parità dei tassi d'interesse è la relazione che lega i tassi d'interesse ai tassi di cambio: le
aspettative di una svalutazione possono innescare una crisi del tasso di cambio, a cui il governo può rispondere
arrendendosi e svalutare; oppure può lottare per difendere la parità, al costo di un tasso di interesse molto alto e di
una potenziale recessione.
COSA SI INTENDE PER BASE MONETARIA? E COME E’ COLLEGATA ALL’OFFERTA COMPLESSIVA DI MONETA
Per base monetaria è l'aggregato monetario composto dalla moneta legale e dalle attività finanziaria direttamente e
immediatamente convertibili, senza costi, in moneta legale. È l'insieme composto dalla moneta circolante e dalle
riserve della banca centrale. La base monetaria comprende, in genere, tutte le monete metalliche coniate dallo Stato,
banconote, depositi e le riserve delle valute estere convertibili nella moneta nazionale. La base monetaria è uno dei
principali determinanti dell'offerta di moneta: L'offerta di moneta, intesa come quantità di moneta esistente in un
determinato momento nel sistema economico, è pari alla moneta legale in circolazione (il circolante) più i depositi
nelle banche, mentre la base monetaria, come si è detto, è pari al circolante più le riserve depositate dalle banche
presso la banca centrale; il rapporto tra offerta di moneta e base monetaria prende il nome di moltiplicatore
monetario.
SPIEGA COME SI DETERMINANO I SALARI, CHIARENDO IN PARTICOLAR MODO IL CONCETTO DI SALARIO DI RISERVA, E
SPIEGANDO LE IPOTESI DELLA TEORIA DEI “SALARI DI EFFICIENZA
I salari possono essere determinanti in molti modi. La forma più comune è quella delle contrazioni collettive, cioè
contrattazioni tra imprese e sindacati. La contrattazione collettiva rappresenta la principale tecnica di negoziazione dei
salari. Per il resto i salari sono fissati dai datori di lavoro o da contrattazioni bilaterali tra datore di lavoro e singolo
lavoratore. I salari dipendono, in genere, dalle condizioni prevalenti sul mercato del lavoro. Quanto più basso è il tasso
di disoccupazione, tanto maggiori saranno i salari. Non esiste una teoria generale per la determinazione dei salari, ma
due linee interpretative. La prima si sofferma sul fatto che vi sono dei lavoratori che, anche in assenza di una
contrattazione collettiva, hanno una certa forza contrattuale, che usano per ottenere dalle imprese salari più elevati.
La seconda linea d’interpretazione sottolinea il fatto che le imprese stesse possono voler pagare salari superiori a
quello di riserva. In questo caso bisogna ricordare la teoria dei salari di efficienza: la preoccupazione delle imprese è
che i lavoratori siano produttivi, ed un ottimo incentivo alla produttività potrebbe essere un salario molto più alto del
salario di riserva. Se, nel caso contrario, i lavoratori ricevono un salario vicino al salario di riserva, vi sarà un elevato
turn over, che fa diminuire la produttività. Quindi pagare un salario elevato potrebbe portare le imprese a raggiungere
determinati obiettivi circa l’aumento della produttività. Il salario di riserva rappresenta il salario che rende i lavoratori
indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati. Di solito i lavoratori percepiscono un salario superiore al salario di
riserva.

QUALI SONO LE FONTI DELLA CRESCITA ECONOMICA


Le fonti della crescita economica, intesa come aumento della produzione aggregata in un dato lasso di tempo, sono
l’accumulazione di capitale e il progresso tecnologico. L’andamento della produzione è determinato da due relazioni: il livello di
produzione dipende dalla quantità di capitale esistente; l’accumulazione del capitale dipende a sua volta dal livello di produzione,
che determina il risparmio e l’investimento. Queste interazioni tra capitale e prodotto fanno si che partendo da qualsiasi livello di
capitale, un’economia converge a un livello di capitale di stato stazionario, ossia situazioni nelle quali si verifica l'uguaglianza tra
tasso di crescita del capitale investito e tasso di crescita della produzione (PIL). Il progresso tecnologico, invece, viene inteso come
definito come l’ aumento delle unità di lavoro effettivo disponibili nell’economia, cioè del lavoro moltiplicato per lo stato della
tecnologia. In questo modo possiamo pensare che la produzione sia ottenuta attraverso capitale e lavoro effettivo. Esso dipende:
dalla fertilità dell’attività di ricerca e sviluppo, ossia da come la spesa in R&S si traduce in nuove idee e nuovi prodotti e
dall’appropriabilità dei risultati della ricerca, ossia dalla misura in cui le imprese beneficiano dei risultati dei loro investimenti in
ricerca e sviluppo. Nella legislazione sui brevetti, il governo deve contemperare gli obiettivi della protezione delle scoperte future e
di incentivi affinché le imprese investano in ricerca e sviluppo con la necessità di rendere disponibili senza restrizioni le scoperte
esistenti a potenziali utilizzatori.

DEFINISCI E DISCUTI IL CONCETTO DI “TASSO DI DISOCCUPAZIONE NATURALE”


Il Tasso di disoccupazione naturale è definito sia come quel tasso tale per cui il salario reale scelto nella determinazione
dei salari sia uguale al salario reale derivante dalla determinazione dei prezzi, dunque in relazione alla condizione di equilibrio tra
l’equazione dei salari e quella dei prezzi; sia come tasso di disoccupazione non inflazionistico (NAIRU), ossia quel tasso che
mantiene l’inflazione costante nella curva di Phillips. Quando il tasso effettivo di disoccupazione eccede il tasso naturale,
l’inflazione diminuisce; quando il tasso effettivo di disoccupazione è inferiore al tasso naturale, l’inflazione aumenta. Le
determinanti del tasso di disoccupazione naturale sono i sussidi di disoccupazione, ossia una piccola indennità data ai disoccupati;
il livello di protezione dei lavoratori, infatti, è dato che una maggiore protezione da parte dello Stato rende il licenziamento più
costoso per le aziende; la forza contrattuale: quanto più è costoso per l’impresa rimpiazzare il nuovo lavoratore e quanto è più
facile per quest’ultimo trovare un altro lavoro, tanto maggiore sarà la sua forza contrattuale; i salari minimi ovvero il livello più
basso di retribuzione per un dato lavoro garantito dalla legge. Il tasso naturale di disoccupazione dipende da molti fattori che
differiscono tra Paesi e nel corso del tempo.

IN QUALI SITUAZIONI L’ECONOMIA PUO’ TROVARSI IN UNA “TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA’”


La trappola della liquidità è un concetto economico ipotizzato da John Keynes. La trappola della liquidità è una situazione
economica in cui gli operatori economici trattengono ogni liquidità aggiuntiva di moneta e la politica monetaria non produce più
effetti reali sull'economia e non è più in grado di influenzare la domanda aggregata. Essa si presenta sia quando il tasso di interesse
è basso, poiché gli operatori non si aspettano un ulteriore ribasso e qualsiasi offerta di moneta non riesce più a ridurlo; sia quando
aumenta la disoccupazione e quindi i prezzi scendono e diminuisce l’inflazione, di conseguenza i saldi monetari aumentano e il
tasso di interesse diminuisce. Graficamente la prima situazione di trappola di liquidità è rappresentata sulla curva LM che in
corrispondenza di bassi livelli di produzione è un segmento orizzontale con un tasso di interesse nominale uguale a zero. La
seconda situazione di trappola di liquidità è rappresentata sulla curva AD che in corrispondenza di bassi livelli di prezzo è un
segmento orizzontale con un tasso di interesse nominale uguale a zero. Nella trappola della liquidità gli imprenditori non hanno
fiducia sul futuro e non investono, pertanto l'occupazione non cresce e nemmeno la domanda interna.

DISCUTI LA RELAZIONE TRA RISPARMIO E INVESTIMENTO IN CONTABILITA’ NAZIONALE


La relazione tra risparmio ed investimento spiega un altro modo per arrivare all’equilibrio sul mercato dei beni. Affinché il mercato
sia in equilibrio l’investimento deve essere uguale al risparmio, cioè alla somma di risparmio privato (il risparmio dei consumatori,
che è uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi) e risparmio pubblico (dato dalle imposte meno la spesa pubblica).
Questo spiega perché la condizione di equilibrio di mercato dei beni è chiamata curva IS, una curva negativamente inclinata che
mostra le combinazioni del tasso di interesse e del livello di produzione compatibili con l’equilibrio nel mercato dei beni. Quanto le
imprese vogliono investire deve essere uguale a quanto i consumatori e il governo sono disposti a risparmiare. Ad esempio per
Robinson Crusoe, che vive in un economia condotta da lui esclusivamente, le decisioni di risparmio ed investimento sono
identiche: ciò che egli investe equivale a quanto risparmia.
COSA ACCADE, IN REGIME DI CAMBI FISSI, SE LA BILANCIA COMMERCIALE FA REGISTRARE UN AVANZO?
In regime di cambi fissi, la banca centrale, in una situazione di avanzo della bilancia dei pagamenti, deve intervenire per acquistare
la valuta estera dai residenti e cedere loro in cambio la valuta nazionale. Ciò si traduce in un aumento della base monetaria e
dell'offerta di moneta In conclusione, in regime di cambi fissi l'avanzo della bilancia dei pagamenti si traduce in un'espansione
monetaria.

COME SI MISURA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE? CHE RELAZIONE ESISTE TRA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE E LA
CRESCITA DEI SALARI
Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di persone che sono in cerca di lavoro, e
la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un lavoro, in queste non rientrano i
pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate di cercare lavoro.
In formula: u=U/N. La relazione che lega il tasso di disoccupazione e la crescita dei salari: I salari, di solito, dipendono dalle
condizioni prevalenti sul mercato del lavoro. Quanto più basso è il tasso di disoccupazione, tanto maggiori sono i salari. Dunque
salari e disoccupazione sono inversamente proporzionali. Se pensiamo ai salari come il risultato di una contrattazione, allora una
disoccupazione più alta indebolisce la forza contrattuale dei lavoratori, costringendoli ad accettare salari inferiori. Se consideriamo
il fatto che i salari vengono determinati a partire da considerazioni basate sulle teorie dell’efficienza, allora una disoccupazione più
alta permette alle imprese di pagare salari inferiori, senza rinunciare all’efficienza dei lavoratori.
CHE RELAZIONE ESISTE TRA DEPOSITI BANCARI E LA BASE MONETARIA
La relazione che esiste tra depositi bancari e base monetaria è quella che costruisce il moltiplicatore di moneta. Infatti, l'offerta di
moneta, intesa come quantità di moneta esistente in un determinato momento nel sistema economico, è pari al circolante più i
depositi bancari, mentre la base monetaria è pari al circolante più le riserve depositate dalle banche presso la banca centrale. Il
rapporto tra offerta di moneta e base monetaria prende il nome di moltiplicatore di moneta. Il moltiplicatore di moneta è un
indicatore macroeconomico che consente di legare la base monetaria della banca centrale con la quantità di moneta legale,
detenuta dal pubblico sotto forma di moneta circolante e di depositi bancari. Quanto maggiore è il moltiplicatore monetario, tanto
maggiore è la quantità dell'offerta di moneta che può essere ottenuta dalla base monetaria. Quanto minore è la percentuale delle
riserve detenute dalle banche rispetto ai depositi bancari, tanto maggiore è l'offerta di moneta.

COME SI MISURA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE? CHE RELAZIONE ESISTE TRA DISOCCUPAZIONE E INFLAZIONE
Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di persone che sono in cerca di lavoro, e
la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un lavoro, in queste non rientrano i
pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate di cercare lavoro. In formula:
u=U/N. La relazione tra disoccupazione e inflazione venne intuita negli anni 60’ da Phillips nel Regno Unito e da Solow e
Samuelson negli USA. Questi economisti intuirono che quando l’inflazione non è molto persistente, l’inflazione attesa non dipende
in modo significativo dall’inflazione passata. Dunque, l’offerta aggregata diventa una relazione tra inflazione e disoccupazione. Essi
arrivarono cosi a formulare la spirale prezzi-salari, osservando il comportamento dell’inflazione e della disoccupazione, notarono
che una minore disoccupazione comporta una maggiore inflazione nell’anno corrente rispetto a quello passato. Graficamente
viene rappresentata dalla curva di Phillips, che mette in relazione la variazione dell’inflazione con la deviazione della
disoccupazione dal suo tasso naturale. Essa rappresenta l’equazione di offerta aggregata.

CHE RUOLO GIOCANO LE ASPETTATIVE NELLA RELAZIONE TRA DISOCCUPAZIONE E INFLAZIONE


La relazione tra disoccupazione e inflazione viene rappresentata nella curva di Phillips, che mette in relazione la
variazione dell’inflazione con la deviazione della disoccupazione dal suo tasso naturale. Le aspettative adattive
complicano questa relazione, in quanto dimostrano l’inesattezza della curva di Phillips originaria. Infatti, nelle
postulazioni successive, le aspettative entrano a far parte del modello studiato da Phillips. A spiegare il ruolo delle
aspettative nella relazione tra disoccupazione ed inflazione è il paramento , che descrive l’effetto del tasso di
inflazione dell’anno precedente sul tasso di inflazione atteso nell’anno corrente. In passato questo parametro non
serviva in quanto l’inflazione non era persistente, pertanto l’inflazione dell’anno precedente non influenzava quella
dell’anno corrente rendendo valida la curva di Phillips originaria. Nel momento in cui l’inflazione diventa un fenomeno
persistente l’inflazione dell’anno precedente inizia ad influenzare quella futura. Dunque quando  è uguale a 0 avremo
la curva di Phillips originaria; quando  è positivo il tasso di inflazione di pende sia dal tasso di disoccupazione sia
dall’inflazione dell’anno precedente; quando  è uguale a 1 il tasso di disoccupazione non influenza il tasso di
inflazione, ma piuttosto la sua variazione: una disoccupazione elevata comporta un’inflazione decrescente, una
disoccupazione elevata comporta un’inflazione decrescente. In conclusione, tenendo conto delle aspettative, la nuova
relazione tra disoccupazione e inflazione dimostra un legame negativo tra disoccupazione e inflazione: infatti quando
la disoccupazione è ridotta, la variazione dell’inflazione è positiva; quando la disoccupazione è elevata, la variazione
dell’inflazione è negativa.

DISCUTI I MOTIVI PER CUI SI DOMANDA MONETA


La domanda di moneta, ossia la somma tra moneta circolante e deposito bancario, dipende positivamente dal livello
delle transazioni nell’economia e negativamente dal tasso di interesse, che è determinato dalla condizione di
uguaglianza tra offerta e domanda di moneta. Essa è direttamente proporzionale ai prezzi. I motivi per cui si domanda
moneta vanno dall’eseguire transazioni, ossia comprare un titolo o un bene tramite moneta; all’risparmio, ossia
mantenere nelle proprie casse moneta non comprando beni, per mantenere una scorta di liquidità con cui far fronte
ad eventuali spese impreviste; e arrivano alla speculazione, cioè quando si effettua un acquisto o una vendita cercando
di guadagnare sulla differenza tra prezzo corrente e prezzo atteso.
COSA MISURA IL TASSO DI CAMBIO REALE
Il tasso di cambio reale misura il prezzo relativo dei beni nazionali in termini di beni esteri. Matematicamente è
costruito moltiplicando il prezzo nazionale di un bene per il tasso di cambio nominale, ossia il prezzo della moneta
nazionale in termini di quella estera.
IN CHE MODO LA BANCA CENTRALE PUO’ INFLUENZARE L’OFFERTA DI MONETA?
L'offerta di moneta è la quantità di moneta in circolazione in un sistema economico in un determinato periodo di
tempo. La banca centrale può influenzare l’offerta di moneta attraverso le "operazioni di mercato aperto" consistono
nell'acquisto o nella vendita di titoli da parte della Banca centrale agli operatori finanziari, solitamente a condizioni
particolarmente vantaggiose per questi ultimi. In tal modo la Banca centrale influenza i corsi dei titoli stessi e aumenta,
nel caso di acquisto, o riduce, nel caso di vendita, la liquidità monetaria del sistema economico. La banca centrale può
eseguire due diverse operazione di mercato aperto: l’intervento espansivo di mercato aperto, ossia, se la banca
centrale desidera aumentare lo stock di moneta, dovrà comprare titoli e pagarli in moneta: in questo modo, farà
aumentare la domanda di titoli e scendere il tasso di interesse; l’intervento restrittivo di mercato aperto: se vuole
diminuire lo stock di moneta, vende titoli e ritira moneta: in questo modo riduce l’offerta di moneta e aumenta il tasso
di interesse. Attraverso le operazioni di mercato aperto la Banca centrale influenza il livello dei tassi d'interesse agendo
sulla liquidità monetaria del sistema economico. Nell'ipotesi di acquisto di titoli, infatti, verificandosi una riduzione
della base monetaria, le banche, per assicurarsi comunque i mezzi monetari necessari alla loro attività di impiego,
eleveranno i tassi d'interesse applicati ai depositi e compenseranno tale aumento con un incremento dei tassi sulle
operazioni di credito. Nell'ipotesi opposta (vendita di titoli), le variazioni del tasso di sconto sono di segno contrario.
SPIEGA COME SI RICAVANO E COSA RAPPRESENTANO LE CURVE AS E AD
La curva AS dell’offerta aggregata viene ricavata dall’equilibrio sul mercato del lavoro e rappresenta una relazione tra il
livello effettivo dei prezzi, il livello atteso e la produzione. Questa relazione ci dice che, per un dato livello atteso dei
prezzi, il loro livello effettivo è una funzione crescente del livello di produzione. Esso è rappresentato da una curva
crescente, ossia dalla curva AS. In conclusione un aumento del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta
aggregata verso l’alto; una diminuzione del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta aggregata verso il basso.
La curva AD della domanda aggregata descrive gli effetti di variazioni nel livello dei prezzi sulla produzione. Essa è
derivata dalle condizioni di equilibrio nei mercati reali e finanziari. Un aumento del livello dei prezzi riduce i saldi
monetari reali, provocando un aumento del tasso di interesse e una riduzione della produzione. Graficamente viene
rappresentata da una curva decrescente, ossia la curva AD. Qualunque variazione politica fiscale o monetaria, diversa
dalle variabili che spostano le curve IS ed LM, sposta la curva di domanda aggregata AD
COSA RAPPRESENTA LA “CURVA DEI RENDIMENTI”?
La curva dei rendimenti, chiamata anche struttura a termine dei tassi di interesse, rappresenta una relazione tra
rendimento e maturità per titoli con maturità diverse. Ogni titolo è caratterizzato da una maturità, cioè il periodo di
tempo durante il quale il titolo promette di effettuare pagamenti al possessore. Titoli con maturità diverse sono
caratterizzati da determinati prezzi e rendimenti a scadenza diversi. Osservando in un dato istante il legame tra
termine e rendimento è possibile tracciare la curva dei rendimenti. L'inclinazione della curva è influenzata dalle
aspettative sull'andamento dei futuri tassi di interesse a breve. Se la curva è inclinata negativamente i mercati
attendono una riduzione dei tassi a breve. Aspettative di un rialzo dei tassi sono associati ad un andamento crescente
della curva.
FORNISCI UNA DEFINIZIONE DI TASSO DI INTERESSE REALE E TASSO DI CAMBIO REALE
Il tasso di interesse reale rappresenta il tasso di interesse in termini di beni. Ci dice quanti beni dovremo ripagare in
futuro per avere un bene oggi. Matematicamente il tasso di interesse reale è approssimativamente uguale al tasso di
interesse nominale meno l’inflazione attesa. Il tasso di cambio reale misura il prezzo relativo dei beni nazionali in
termini di beni esteri. Matematicamente è costruito moltiplicando il prezzo nazionale di un bene per il tasso di cambio
nominale, ossia il prezzo della moneta nazionale in termini di quella estera.
QUALI SONO LE DETERMINANTI DELLA DOMANDA DI MONETA
La domanda di moneta dipende positivamente dal livello delle transazioni nell’economia e negativamente dal tasso di
interesse. La domanda di moneta dipende dal reddito reale, perché è il reddito reale che determina la quantità di beni
e servizi acquistati. Più alto il reddito, maggiore la domanda di moneta. Inoltre la domanda di moneta è determinata
dal costo opportunità insito nel possedere mezzi monetari in forma liquida. Il costo opportunità è legato al tasso
d’interesse a cui si rinuncia detenendo denaro contante anziché sotto forma di altre attività monetarie. Più alto è il
tasso d’interesse a parità di reddito, minore sarà la convenienza a detenere denaro contante.
A COSA PUO’ ESSERE DOVUTA LA DISOCCUPAZIONE
Per disoccupazione si intende la mancanza di lavoro per una persona facente parte della forza lavoro, che è quindi in
età lavorativa, ma che continua a cercarlo attivamente. La disoccupazione è molto importante in macroeconomia
perché permette di capire se una politica economica sfrutta appieno le risorse produttive a sua disposizione, dunque la
disoccupazione è uno specchio del benessere collettivo. Le cause della disoccupazione sono molteplici: le più
importanti sono la crisi economica, un periodo di forte recessione, che fa diminuire produzione e dunque
l’occupazione, generando disoccupazione e la determinazione dei salari, infatti, le imprese assumeranno nuovi
lavoratori se il salario non è maggiore della produttività del lavoro, ossia se con la loro prestazione lavorativa i
lavoratori rendono al datore di lavoro non meno di quanto gli costano.
DISCUTI IL RUOLO DELLE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE NELLA CURVA AS DELL’OFFERTA MACROECONOMICA
La curva AS dell’offerta aggregata viene ricavata dall’equilibrio sul mercato del lavoro e rappresenta una relazione tra il
livello effettivo dei prezzi, il livello atteso e la produzione. Questa relazione ci dice che, per un dato livello atteso dei
prezzi, il loro livello effettivo è una funzione crescente del livello di produzione. Esso è rappresentato da una curva
crescente, ossia dalla curva AS. In conclusione un aumento del inflazione attesa sposta la curva di offerta aggregata
verso l’alto poiché aumentano i prezzi attesi; una diminuzione dell’inflazione attesa sposta la curva di offerta aggregata
verso il basso, a causa di una diminuzione dei prezzi.
IN CHE COSA CONSISTE “IL MOLTIPLICATORE DEI DEPOSITI”
Il moltiplicatore dei depositi indica la capacità delle banche di favorire, nel momento in cui concedono prestiti,
l'aumento dei depositi e creare in questo modo nuova moneta bancaria. Implica che un aumento della base monetaria
(H) comporta un aumento più che proporzionale della moneta bancaria (M). Infatti nel momento in cui le banche
concedono prestiti creano una nuova moneta bancaria, grazie all’aumento dei depositi in conto corrente. Inoltre,
maggiori depositi significa per le banche avere maggiori riserve.
SULLA BASE ALLA TEORIA DELLA CRESCITA ILLUSTRATA SUL LIBRO DI TESTO, SPIEGA PERCHE CI SI ASPETTA
CONVERGENZA NEI REDDITI PROCAPITE DEI DIVERSI PAESI.
Nella teoria della crescita economica dimostrata nel libro si ha convergenza economica tra diversi paesi quando i livelli del PIL pro
capite, ossia il rapporto tra il prodotto interno lordo del paese e gli abitanti di quel dato paese, tendono nel tempo ad un livello
comune che rappresenta l’equilibrio del processo di crescita. Quando i paesi con PIL pro-capite inferiore hanno tassi di crescita più
alti, questo fa si che nel tempo tali paesi raggiungono i livelli di PIL pro capite dei paesi più ricchi. Tuttavia si ritiene che la
convergenza sia condizionale e non assoluta, ovvero solo i paesi che condividono determinati fattori essenziali per la crescita
convergono nella loro ricchezza economica.

DISCUTI IL CONCETTO DI DISOCCUPAZIONE INVOLONTARIA E DI DISOCCUPAZIONE FRIZIONALE DICENDO COME SI MISURA


QUEST’ULTIMA
Per disoccupazione involontaria s’intende lo stato di mancanza di lavoro retribuito dovuto a cause non legate alla volontà del
singolo che sta cercando lavoro. Rientrano in questa categoria sia la disoccupazione di chi è alla ricerca del primo posto di lavoro e
sia di chi ha perduto il precedente impiego lavorativo. Per disoccupazione frizionale è la normale disoccupazione, generata dalla
creazione e dalla distruzione di posti di lavoro e da persone che entrano ed escono dalla forza lavoro. Pertanto verrà calcolata
sempre con il tasso di disoccupazione. Il tasso di disoccupazione (u) è il rapporto tra il numero di disoccupati (U), ossia l’insieme di
persone che sono in cerca di lavoro, e la forza lavoro (N), ossia l’insieme di tutte le persone che possono essere assunte per un
lavoro, in queste non rientrano i pensionati e i lavoratori scoraggiati, ossia quelle persone che hanno spesso poiché demoralizzate
di cercare lavoro.
In formula: u=U/N

DISCUTI BREVEMENTE LA RELAZIONE SINTETIZZATA DELLA CURVA DI PHILLIPS E LE CARATTERISTICHE DELLA CURVA DI PHILLIPS
La curva di Phillips è un'analisi macroeconomica che mette in relazione inversa il tasso d'inflazione dei prezzi e dei salari nominali
con il tasso di disoccupazione. Phillips osservò il comportamento dell’inflazione e della disoccupazione, notò che una minore
disoccupazione comporta una maggiore inflazione nell’anno corrente rispetto a quello passato. Quanto più è basso il tasso di
disoccupazione (piena occupazione) tanto più è alto il tasso di crescita dei prezzi e dei salari.

ESISTE UNA RELAZIONE TRA IL TASSO DI INTERESSE NELLA ZONA EURO E IL TASSO DI INTERESSE NEGLI STATI UNITI? QUALE?
Esiste una relazione tra il tasso di interesse della zona euro e quello degli USA, infatti se ad esempio ci fosse una
riduzione del tasso di interesse nella zona euro. Si ridurrebbe il tasso di cambio reale, ovvero ci sarebbe un
deprezzamento dei beni venduti negli USA e questo migliorerebbe la competitività delle imprese europee a svantaggio
di quelle statunitensi, che necessiteranno di un intervento nella politica monetaria per avere la stessa competitività
delle imprese europee.

DISCUTI LA RELAZIONE TRA I TASSI DI INTERESSE IN DUE PAESI TRA CUI ESITE LIBERA CIRCOLAZIONE DI CAPITALI
La libera circolazione di capitali implica la possibilità di effettuare degli investimenti anche in un paese estero. Gli
investimenti all’estero dipendono dal tasso di cambio in quanto è necessario aumentare la convenienza e quindi il
costo opportunità di un investimento estero. Il tasso di cambio dipende dal tasso di interesse dei due paesi. In
particolare affinché risulti più conveniente investire è necessario che il tasso di interesse nazionale sia minore del tasso
di interesse estero, a ci corrisponderà un tasso di cambio nazionale inferiore al tasso di cambio estero. In questo modo
l’inferiorità del tasso di cambio e del tasso di interesse nazionale favorirà gli investimenti

SPIEGA COME SI DETERMINA LA CURVA AD DELLA DOMANDA AGGREGATA E LA CURVA AS DELL’OFFERTA


AGGREGATA, DISCUTENDO LA DIFFERENZA TRA BREVE E MEDIO PERIODO
La curva AD della domanda aggregata descrive gli effetti di variazioni nel livello dei prezzi sulla produzione. Essa è
derivata dalle condizioni di equilibrio nei mercati reali e finanziari. Un aumento del livello dei prezzi riduce i saldi
monetari reali, provocando un aumento del tasso di interesse e una riduzione della produzione. Graficamente viene
rappresentata da una curva decrescente, ossia la curva AD. Qualunque variazione politica fiscale o monetaria, diversa
dalle variabili che spostano le curve IS ed LM, sposta la curva di domanda aggregata AD. La curva AS dell’offerta
aggregata viene ricavata dall’equilibrio sul mercato del lavoro e rappresenta una relazione tra il livello effettivo dei
prezzi, il livello atteso e la produzione. Questa relazione ci dice che, per un dato livello atteso dei prezzi, il loro livello
effettivo è una funzione crescente del livello di produzione. Esso è rappresentato da una curva crescente, ossia dalla
curva AS. In conclusione un aumento del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta aggregata verso l’alto; una
diminuzione del livello atteso dei prezzi sposta la curva di offerta aggregata verso il basso. Nel breve periodo, le
fluttuazioni della produzione derivano da variazioni dell’offerta o della domanda aggregata. Nel medio periodo la
produzione torna al suo livello naturale, che è disterminato dall’equilibrio del mercato di lavoro

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