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C’è una differenza importante tra le dipendenze classiche e quelle comportamentali. “Le droghe
chimiche sono “chiavi” false che aprono “serrature” vere (i recettori del cervello), stimolando
sensazioni di piacere. Perché esistono queste serrature? Perché permettono la sopravvivenza. I
neurotrasmettitori cerebrali che le aprono, cioè le chiavi vere, sono quelli attivati, per esempio,
dall’assunzione di cibo, dal sesso o dalla sensazione di vittoria o di potere” spiega Gianluca Gessa,
coordinatore del Centro di eccellenza sulle dipendenze dell’Università di Cagliari. In altre parole, le
droghe sono la via artificiale per ottenere in misura massiccia gli stessi effetti che ciascuno di noi
potrebbe avere naturalmente in presenza di particolari stimoli. Proprio per questo le attività e i
comportamenti che possono indurre una dipendenza non agiscono molto diversamente dalle
droghe classiche. Non ne hanno gli effetti tossici, ma stimolano lo stesso sistema neuronale: il
sistema della gratificazione. Il problema nasce quando la gratificazione, in alcune persone e in
particolari condizioni, arriva a scatenare il meccanismo detto “craving”: un desiderio irresistibile e
irrinunciabile.
Chi lo vive indirizza le energie, l’attenzione e i pensieri quasi solo sull’attività che gli da piacere. E
per gli studiosi moderni si può parlare di dipendenza proprio quando è presente il “craving” (e
non, per esempio la crisi di astinenza). Lo stesso desiderio che talvolta assale chi si è disintossicato
da una droga,e che favorisce le ricadute.
Homo ludens
La dipendenza comportamentale più studiata è quella da gioco d’azzardo. “Il gioco patologico è
una malattia vera e propia, omologabile alle dipendenze classiche” conferma Gessa. “Tanto è vero
che esiste anche l’organizzazione dei “giocatori anonimi”, simile a quella degli alcolisti anonimi,
nata come gruppo d’appoggio per chi voglia disintossicarsi”. Si può parlare di dipendenza, sia
chiaro, solo quando il giocatore non riesce a smettere. “Le somme giocate sono crescenti, spesso
superiori alle disponibilità: il giocatore può arrivare a dilapidare il proprio e l’altrui patrimonio”
spiega Gessa. “E come nel caso della tossicodipendenza classica, il giocatore all’inizio non
ammette la propia dipendenza, e tende a giocare di nascosto”.
Il piacere delle compere
Ma gli scienziati studiano pure altre forme di dipendenza: per esempio quella dagli acquisti.
Secondo Lorrin Koran, ricercatore alla Stanford University (Usa), si parla di dipendenza da
shopping quando il denaro speso è troppo rispetto alle possibilità economiche, gli acquisti
avvengono più volte alla settimana e, soprattutto, perdono la loro ragione d’essere (cioè non
servono). Non importa che si comprino abiti, ed o profumi: quello che conta è comprare. Chi
soffre di questa dipendenza (il 90% sono donne) prova ansia e frustrazione se non può acquistare
nulla.
La Rete, però, ha portato anche alla comparsa di “dipendenze relazionali” (cioè da altre persone),
che si verificano in chat o messaggerie, che favoriscono un’intimità molto forte.
Malati di sport
A partire dagli anni Ottanta, poi, alcuni scienziati hanno osservato che perfino l’esercizio fisico può
diventare anche una forma di dipendenza. “Molte ricerche cliniche hanno dimostrato gli effetti
antiansia e antidepressivi dello sport” conferma Enrico Arcelli, medico sportivo e ricercatore.
“L’incremento dell’ossigenazione, della circolazione sanguigna e del tono muscolare hanno
influenze positive sul sistema nervoso: lo sport riduce lo stress, facilita il sonno, rinforza
l’autostima”. Tuttavia in alcune situazioni la pratica sportiva può trasformarsi in una vera e propia
schiavitù, e l’impulso ad allenarsi diventa irresistibile, anche in caso di infortuni o chiare
controindicazioni mediche.
C’è un’ultima categoria di “drogati senza droghe”, forse la più strana: quella dei “workaholic”, gli
stakanovisti del lavoro.
“Questo tipo di dipendenza patologica non è riconosciuto” spiega Gessa. “Il workaholic” non
nuoce infatti alla società , al contrario del giocatore d’azzardo che può mandare sul lastrico se
stesso e la sua famiglia”. Molte aziende adottano addirittura strategie per far sì che i dipendenti si
“innamorino” del lavoro. “Chi riceve molte gratificazioni- soprattutto – in termini di approvazione
e ammirazione – è stimolato a lavorare sempre di più” spiega Fabio Tosolin, psicologo
comportamentale del lavoro presso l’Unniversità di Milano. A poco a poco comincia a dedicare alla
professione il tempo libero, arrivando a nutrire sensi di colpa quando svolge altre attività. Finisce
così col trascurare la vita familiare.
Le cure
Per quanto diverse, tutte queste dipendenze vengono affrontate con terapie simili. La psicoterapia
cognitivo-comportamentale permette di comprendere l’origine del disturbo, indicando poi i
comportamenti necessari a modificare l’atteggiamento nocivo. Tra i farmaci, i più efficaci
sembrano essere gli antidepressivi serotoninergici. La serotonina, infatti, regola la capacità di
controllare gli impulsi.
Marta Erba
Focus 12/2003
II. Los siguientes verbos fueron extraídos del texto que acabas de leer. Están en presente, agrega
su significado en español e indica cómo lo buscarías en el diccionario. Se te dan los primeros
tres. Recuerda que las terminaciones A, E, ISCE son características de la tercera persona del
singular: él, ella. En cambio, las terminaciones ANO, ONO, ISCONO, del pronombre ellos.
Consulta tu ficha bibliográfica de verbos regulares e irregulares del Presente.
7. El tema del texto son las dependencias comportamentales resultan tan dañinas S
como la dependencia a las drogas químicas.
8.La dependencia al juego de azar es la única que cuenta con grupos de apoyo. N