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PARTE QUARTA L’età delle corti: la prima fase della civiltà umanistico-rinascimentale (1380-1492)

CAPITOLO IV Il poema cavalleresco alle corti di Firenze e di Ferrara 1

T9 ON LINE Luigi Pulci


«Costor, che fan sì gran disputazione»
In questo *sonetto Pulci polemizza contro le discussioni sull’immortalità dell’anima che avvenivano nel-
l’Accademia Platonica di Marsilio Ficino, non solo proponendo una radicale soluzione materialistica del
problema, ma irridendo le sofisticate problematiche spiritualistiche della cerchia ficiniana attraverso il
loro rovesciamento in una chiave volutamente bassa e gastronomica. È probabile che Pulci avesse di mi-
ra alcuni passi della Theologia platonica de immortalitate animorum [Teologia platonica sull’immor-
talità delle anime] di Marsilio Ficino, di cui erano note già alcune parti prima della sua pubblicazione,
avvenuta solo nel 1482.

da L. Pulci, Opere minori, a cura Costor, che fan sì gran disputazione


di P. Orvieto, Mursia, Milano
1986. dell’anima, ond’ell’entri o ond’ell’esca,
o come il nocciuol si stia nella pesca
hanno studiato in su n’un gran mellone.
5 Aristotile allegano e Platone,
e voglion ch’ella in pace requïesca
fra suoni e canti, e fannoti una tresca
che t’empie il capo di confusione.
L’anima è sol come si vede espresso
10 in un pan bianco caldo un pinocchiato,
o una carbonata in un pan fesso;
e que’ che, per l’un, cento hanno promesso,
e chi crede altro ha il fodero in bucato,
ci pagheran di sùcciole in mercato.
15 Ma dice un che v’è stato
nell’altra vita, e più non può tornarvi,
che appena con la scala si può andarvi.
Costor credon trovarvi
e’ beccafichi e gli ortolan pelati
20 e buon vin dulci e letti sprimacciati.
E’ vanno dietro a’ frati:
noi ce n’andrem, Pandolfo, in valle buia,
senza sentir più cantar alleluia!

metrica Sonetto pluricaudato (con l’inserzione di tre settena- sizione implica un abbassamento formale e contenuti- te le castagne bollite non valgono come moneta al mer-
ri nella coda), secondo lo schema ABBA, ABBA; CDC, stico volto a mettere in ridicolo l’atteggiamento di colo- cato: il proverbio significa quindi “non avere niente in
CDD; dEE, eFF, fGG. ro che parlano di armonia spirituale in un modo tanto mano”.
tedioso e disorganico. 15-17 Ma dice uno (un) che è stato nell’aldilà (altra vita),
1-4 Costoro [: Ficino e i filosofi della fiorentina Accademia 9-14 L’anima è soltanto (sol) come un pinocchiato [: dolce e non può più tornarvi [: perché c’è stato solamente in
Platonica] che fanno così grandi discussioni (disputa- di zucchero e pinoli] che si vede mostrato (espresso) in sogno], che ci si può andare solamente (appena) con
zione) sull’anima, intorno alla sua origine (ond’ell’en- un pane bianco caldo, o come una carbonata [: carne la scala. Per l’immagine della scala: cfr. Genesi, 28,
tri) o al suo allontanamento (ond’ell’esca) [dal corpo], di maiale salata] in mezzo al pane (in un pan fesso); e 12: Giacobbe sogna di «una scala, che appoggiata so-
o su come stia (si stia) [dentro al corpo come] il noc- quelli (que’) — che hanno promesso il cento per l’uno pra la terra, con la cima arrivava al cielo». Il tono dei
ciolo (nocciuol) nella pesca, hanno studiato [l’argomen- (per l’un, cento) — e chi[unque] crede diversamente versi è chiaramente ironico e dissacratore, secondo un
to come] su un (in su n’un) gran melone (mellone). Si (altro) ha il fodero in bucato [: è pazzo] — ci paghe- modo di procedere che è tipico di tutto il componi-
osservi il modo in cui gli argomenti discussi dagli acca- ranno (pagheran) con (di) sùcciole [: castagne lesse] al mento.
demici vengono sintetizzati e decisamente banalizzati (in) mercato. E que’ che, per l’un, cento hanno pro- 18-20 Costoro (costor) credono [di ] trovarvi i (e’) beccafichi
dal poeta tramite un vocabolario basso e materiale (cfr. messo: è la promessa evangelica di Cristo ai suoi segua- e gli ortolani già spennati (pelati), e il buon vino dolce
il v. 3). ci riguardo ai molti premi acquisiti per la vita ultrater- (vin dulci) e letti morbidi (sprimacciati). Ortolani: uccel-
5-8 [Essi ] adducono (allegano) [come prova di autorità] Ari- rena tramite un poco di bene fatto sulla terra. Ha il fo- li della specie dei passeracei (come i beccafichi).
stotele e Platone, e vogliono che l’anima (ella) riposi (re- dero in bucato: proverbio. Fodero = veste di pelliccia; 21-23 Essi (e’) vanno dietro ai (a’) frati [: seguono gli insegna-
quïesca) in pace fra suoni e canti, e ti fanno (fannoti) un bucato = imbiancatura che si fa per panni e lini: met- menti della Chiesa]: noi ce ne andremo, Pandolfo, in
rumore (tresca) [tale] che riempie (t’empie) la testa di tere un fodero di pelliccia in bucato per sbiancarlo e [una] valle buia [: sottoterra], senza sentire più cantare
confusione. Da notare la rima tra requiESCA e trESCA: il bollirlo significa senz’altro rovinarlo; da qui il proverbio l’alleluia [: canto pasquale di resurrezione]. Pandolfo =
latinismo risulta collegato con un termine (tresca) tipica- citato, che vuol dire dunque “fare cose da pazzi”. Ci pa- Pandolfo Rucellai, uomo di chiesa e amico di Pulci: a lui
mente toscano popolare, secondo un procedimento di gheran di sùcciole in mercato: modo di dire prover- è dedicato il sonetto che si chiude con un’accusa contro
mescolanza di registri stilistici colti e plebei che è proprio biale; sùcciole (dal lat. “sugere” = succiare, succhiare) l’ipocrisia di certe scelte di comodo operate da uomini di
dell’autore. Sul piano dei contenuti, questa contrappo- le castagne lessate in acqua con la scorza; certamen- cultura platonica come Ficino e altri della sua cerchia.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]

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