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PARTE QUINTA L’età delle corti: la seconda fase della civiltà umanistico-rinascimentale (1492-1545)

CAPITOLO I Dalla scoperta dell’America al Concilio di Trento (1492-1545) 1

S8 ON LINE I traffici transoceanici e la situazione economica in Europa (C. M. Cipolla)

INTERPRETAZIONI Lo storico e studioso di economia C. M. Cipolla considera qui gli strumenti che resero possibile l’espansione co-
loniale dell’Europa (fra i quali un tipo particolare di vascello, il galeone armato), l’entità dell’afflusso dei metalli
pregiati dall’America e delle merci pregiate dall’Asia, la diffusione di nuove piante e di nuovi prodotti alimentari,
infine la rivoluzione dei prezzi.

 da C.M. Cipolla, Storia Ma nel momento stesso in cui i Turchi sembravano prossimi a colpire il cuore stesso dell’Europa,1 si verificò un
economica dell’Europa
preindustriale, Il Mulino, cambiamento improvviso e rivoluzionario. Aggirando il blocco turco, alcuni Paesi europei si lanciarono all’offen-
Bologna 1974, pp. 265-273, siva sugli oceani a ondate successive. La loro avanzata fu tanto rapida quanto inattesa. In poco più di un seco-
con tagli.
lo Portoghesi e Spagnoli prima, Olandesi e Inglesi più tardi, gettarono le basi della supremazia europea su scala
mondiale.
Il galeone armato creato dall’Europa atlantica nel corso dei secoli XV e XVI fu lo strumento che rese possibile l’e-
spansione europea. Quando e dove comparvero i vascelli dell’Europa atlantica non ci fu forza che potesse offri-
re una qualunque resistenza. Nel 1513 il grande Albuquerque2 scrisse orgogliosamente al suo re che «alle sole
avvisaglie del nostro arrivo le navi indigene svaniscono nel nulla e persino gli uccelli si allontanano spauriti».
La prosa era retorica ma la sostanza del discorso rifletteva la pura e semplice verità. In meno di dieci anni dal lo-
ro arrivo nelle acque indiane i Portoghesi distrussero completamente la navigazione araba. [...]
Soprattutto la fulminea espansione transoceanica dell’Europa ebbe conseguenze economiche vastissime. Una del-
le conseguenze più mirabolanti fu quella della scoperta nel Nuovo Mondo delle ricche miniere d’argento del Mes-
sico e del Perù. Per oltre un secolo, dagli inizi del Cinquecento, l’Europa importò una massa imponente di metal-
lo prezioso. [...]
Una parte del metallo, probabilmente un venti per cento, fu trasferito in Europa come reddito della Corona e con
sovrani come quelli spagnoli ossessionati dall’idea della Crociata cattolica questa parte del tesoro fu immedia-
tamente trasformata in domanda effettiva di servizi militari e di armi e vettovaglie. L’altro ottanta per cento del te-
soro arrivò in Europa come domanda effettiva di beni di consumo e di beni capitali – soprattutto tessuti, vino, ar-
mi, mobili, attrezzi vari, gioielli, ecc. – da parte degli emigrati e di servizi commerciali e di trasporto relativi al tra-
sferimento dei beni in questione.
Questa domanda con i suoi effetti moltiplicatori venne a coincidere con un generale aumento della popolazione
europea durante tutto il secolo XVI. Molti elementi lasciano in effetti presumere che alla fine del Cinquecento il
totale della popolazione europea fosse più elevato che agli inizi del secolo.
In tanto in quanto l’offerta era elastica, l’aumento della domanda si tradusse in un aumento della produzione. Nel-
la misura però in cui certe strozzature nell’apparato produttivo – soprattutto nel settore agricolo – frenarono l’e-
spansione della produzione, l’aumento della domanda si tradusse in un aumento dei prezzi. Il periodo 1500-
1620 è stato etichettato dagli storici economici non senza una certa dose di esagerazione come il periodo della
«Rivoluzione dei prezzi». [...]
L’aumento delle disponibilità liquide provocò comunque nei maggiori centri finanziari anche una tendenziale ca-
duta del tasso di interesse. Ai primi del Seicento c’erano a Genova tassi di interesse che si aggiravano attorno all’1,5
per cento e ad Amsterdam nella seconda metà del Seicento era possibile prendere a prestito capitale al tasso del
3 per cento.
Era forse la prima volta nella storia dell’umanità che il capitale si offriva così a buon mercato.
Oro ed argento erano accettati in tutto il mondo come mezzi di pagamento nelle transazioni internazionali. L’au-
mento della disponibilità di metallo prezioso significò aumento della liquidità internazionale il che favorì lo svilup-
po degli scambi. [...]
Con i loro poderosi galeoni gli Europei distrussero la navigazione di altri popoli e soprattutto degli Arabi nell’Ocea-
no indiano. Sostituendosi ai mercanti tradizionali e monopolizzando le rotte marittime riuscirono a realizzare no-
tevoli profitti portando argento giapponese in Cina, rame giapponese in Cina ed in India, spezie dall’Indonesia al-
l’India e alla Cina, tessuti di cotone indiani nel Sud-Est asiatico e tappeti persiani in India. Ma i pur larghi profit-
ti di questo commercio inter-asiatico non bastarono mai a coprire il disavanzo della bilancia commerciale tra Eu-
ropa e Estremo Oriente. Per saldare il disavanzo l’Europa si servì dell’argento americano sotto forma di dollari mes-
sicani, reales o pezzi da otto coniati a Siviglia, ducatoni coniati in Italia rixdollars coniati in Olanda. Lasciando da
parte la relativamente limitata corrente di traffico tra l’Estremo Oriente e le colonie spagnole d’America via Filip-
pine, si può affermare che il commercio intercontinentale nei secoli XVI e XVII consistette essenzialmente di una
cospicua corrente d’argento che muoveva verso Oriente prima dalle Americhe verso l’Europa e poi dall’Europa ver-
so l’Estremo Oriente. [...]

1 Ma...dell’Europa: i Turchi, conquistata nel na, che sarà cinta d’assedio nel 1529. meida, fu il fondatore dell’impero porto-
1453 Costantinopoli, cominciano ad avan- 2 Albuquerque: Alfonso de Albuquerque ghese nell’Oceano Indiano. Conquistò Goa,
zare nei Balcani fino a minacciare Vien- (1453-1515), insieme a Francisco de Al- Hormuz e la Malacca.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]
PARTE QUINTA L’età delle corti: la seconda fase della civiltà umanistico-rinascimentale (1492-1545)
CAPITOLO I Dalla scoperta dell’America al Concilio di Trento (1492-1545) 2

Le esplorazioni geografiche e l’espansione transoceanica arricchirono gli Europei di conoscenze circa nuovi ed inu-
sitati prodotti. Basta scorrere i trattati scritti da due medici iberici García d’Orta e Nicolás Monardes su I sempli-
ci aromati et altre cose pertinenti all’uso della medicina che vengono portate dall’Indie Orientali e dall’Indie Oc-
cidentali per rendersi conto del numero di nuove piante ed erbe che entrarono a far parte della farmacopea eu-
ropea. Dalle Indie Occidentali in particolare
tre cose si portano che al dì d’hoggi son celebrate per tutto il mondo e con loro si hanno fatto et si fanno i maggiori effetti nel-
la medicina che s’habbiano giamai fatto con altre medicine che fin al presente si sappia. Queste sono il legno che chiama-
no guaiacan, la china e la zarzapariglia.
Sempre dalle Americhe gli Europei impararono a conoscere e a usare anche il caffè, il tabacco, il cacao, il pomo-
doro, il mais e la patata scoperta nel 1538 da un soldato spagnolo, Pedro de Cieza de Leon, nell’alta Valle Cau-
ca (Columbia) e introdotta come una curiosità in Europa nel 1588. L’introduzione e la diffusione della coltura del
mais e della patata in Europa contribuiranno a partire dal secolo XVIII a risolvervi il problema alimentare, a elimi-
nare le ricorrenti carestie, influendo pertanto sull’incremento della popolazione europea.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]

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