L'uso dell'accento grafico è consigliato e facoltativo nei seguenti casi: • quando è utile per distinguere le parole omografe, come ambìto e àmbito, àgito e agitò, e così via (in queste parole, comunque, l'accento può anche mancare perché il loro significato è intuibile dal contesto della frase); • nei plurali dei nomi in -io, per distinguerli dai plurali di altri nomi simili per grafia ma di diverso significato. Esempio: prìncipi (plurale di principe) e princìpi (plurale di principio); • ogni volta che si vuole indicare con esattezza la pronuncia di una "parola difficile", perché rara o poco usata. Esempio: apòcope, metonìmia, e così via.
Quando non si usa l'accento
È più facile dire quando si usa che quando non si usa l'accento. In generale, non si usa sui monosillabi, tranne quelli con una doppia funzione grammaticale. Inoltre: Su qui e su qua l'accento non va, in quanto hanno un unico significato Bisogna poi fare attenzione a non mettere l'accento dove ci vuole l'apostrofo Su fa, va, sta non occorre l'accento. Ci sono solo dei casi in cui occorre l'apostrofo, come nell'imperativo monosillabico: Fa'!, Va'!, Sta'! da Fai!, Vai!, Stai! Su è senza accento, anche se giù ha l'accento.