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clinico ortopedico
Un approccio EBM
Grazie alla sua formula unica, che associa le illustrazioni classiche realizzate da
Netter alle innumerevoli fotografie che mostrano le modalità di esecuzione degli
esami, e a un rigoroso approccio basato sulle prove di efficacia, L’esame clinico
ortopedico è uno strumento fondamentale che aiuta il professionista a trarre le
informazioni clinicamente più significative da ogni esame ortopedico. Questa nuova
edizione consente di esaminare rapidamente l’affidabilità e la validità diagnostica
dei diversi esami dell’apparato muscolo-scheletrico e di facilitarne l’inserimento nel
processo decisionale clinico.
A cura di
Giuseppe Milano
Professore Associato di Malattie dell’Apparato Locomotore
Università Cattolica del Sacro Cuore
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Roma
Illustrazioni di
Frank H. Netter, MD
ISBN 978-0-323-34063-2
Traduzione dalla lingua inglese, per conto di Edra S.p.A., a cura di: Diego
Tronca, Chiara De Carli
ISBN 978-88-214-4371-8
eISBN 978-88-214-4372-5
Edra S.p.A.
Via G. Spadolini 7, 20141 Milano
Tel. 02 881841
www.edizioniedra.it
Giuseppe Milano
Professore Associato di Malattie dell’Apparato Locomotore
Università Cattolica del Sacro Cuore
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Roma
Ai nostri incredibili mentori e colleghi, che hanno alimentato la nostra passione
per la pratica basata sulle prove di efficacia e per l’ortopedia.
Al Dr. Frank Netter e allo staff editoriale di Elsevier, che hanno trasformato le
nostre idee in una fantastica guida.
Frank H. Netter, MD
Frank H. Netter nacque a New York nel 1906. Studiò arte presso l’Art Students League e
la National Academy of Design, prima di iniziare a frequentare la Facoltà di Medicina
della New York University, dove si laureò nel 1931. Durante il corso di studi, gli schizzi
che il Dr. Netter realizzava sui suoi quaderni attirarono l’attenzione del corpo docente e di
altri medici, consentendogli di intraprendere l’attività di illustrazione di articoli e libri di
testo. Continuò a produrre illustrazioni anche dopo aver avviato, nel 1933, un
ambulatorio di chirurgia, ma alla fine decise di rinunciare alla professione medica per
dedicarsi a tempo pieno alla sua arte. Dopo aver prestato servizio nell’esercito statunitense
durante la Seconda guerra mondiale, il Dr. Netter iniziò la sua lunga collaborazione con la
casa farmaceutica CIBA (ora Novartis Pharmaceuticals). Questa collaborazione, durata 45
anni, ha dato frutto a quella straordinaria collezione di arte medica nota in tutto il mondo.
Nel 2005 Elsevier Inc. acquistò la Collezione Netter e tutti i lavori pubblicati dalla Icon
Learning Systems. Attualmente sono disponibili più di 50 pubblicazioni di Elsevier Inc.
che hanno per oggetto l’opera artistica del Dr. Netter (negli Stati Uniti:
www.us.elsevierhealth.com/Netter; fuori dagli Stati Uniti: www.elsevierhealth.com).
Le opere del Dr. Netter sono l’esempio di come si possano utilizzare proficuamente le
illustrazioni per l’insegnamento della medicina. La Netter Collection of Medical
Illustrations, con i suoi 13 volumi che includono la maggior parte degli oltre 20.000
disegni creati dall’artista, è diventata – e rimane tuttora – una delle più famose opere
mediche mai pubblicate. Il Netter Atlas of Human Anatomy, pubblicato per la prima volta
nel 1989, contiene le immagini anatomiche della Collezione Netter. Tradotto in 16 lingue,
è l’atlante di anatomia di prima scelta tra gli studenti di medicina e di altre discipline
sanitare di tutto il mondo.
Le illustrazioni di Netter sono apprezzate non solo dal punto di vista estetico, ma
anche, e soprattutto, per il loro valore scientifico. Come scriveva il Dr. Netter nel 1949:
“... La spiegazione di un argomento è lo scopo e l’obiettivo dell’illustrazione.
Indipendentemente dalla bellezza del disegno e dalla precisione con cui viene reso il
soggetto, l’illustrazione non ha valore da un punto di vista medico se non serve a chiarire
un determinato argomento clinico”. La pianificazione e la concezione del Dr. Netter, il suo
punto di vista e il suo approccio costituiscono ciò che dà essenza ai suoi disegni e ciò che
li rende validi.
Frank H. Netter, MD, medico e artista, è morto nel 1991.
Per ulteriori approfondimenti sul medico-artista la cui opera ha ispirato la Collezione
Netter: http://www.netterimages.com/artist/netter.htm.
Carlos A.G. Machado, MD
Carlos Machado è stato scelto dalla Novartis come successore del Dr. Netter. Egli continua
a rappresentare il principale artista che contribuisce alle illustrazioni mediche della
collezione Netter.
Autodidatta nell’illustrazione medica, il cardiologo Carlos Machado ha aggiornato
meticolosamente alcune delle tavole originali del Dr. Netter e ha creato molti nuovi
disegni nello stile di Netter, che rappresentano un’estensione della collezione Netter. Le
capacità fotorealistiche del Dr. Machado e la sua profonda conoscenza del rapporto tra
medico e paziente sono alla base del suo stile vivido e indimenticabile. La sua dedizione
allo studio di ogni argomento e dettaglio che è oggetto dei suoi disegni lo rende uno dei
migliori illustratori medici odierni.
Per ulteriori approfondimenti sul suo background e per maggiori informazioni sulla
sua arte: http://www.netterimages.com/artist/machado.htm.
Premessa
A. Weil
Nel corso degli ultimi anni, la medicina basata sulle prove di efficacia (EBM) è diventata
lo standard su cui si basano le professioni mediche e sanitarie. Come descritto da Sackett
e colleghi (Evidence-Based Medicine: How to Practice and Teach EBM, 2nd ed, London,
2000, Harcourt Publishers Limited), la pratica basata sulle prove di efficacia (EBP,
Evidence Based Practice) è una combinazione di tre elementi: le migliori evidenze
disponibili, l’esperienza clinica e il valore del paziente. Secondo Sackett: “quando questi
tre elementi sono integrati tra loro, il clinico e il paziente formano un’alleanza diagnostica
e terapeutica che ottimizza i risultati e la qualità della vita”. Ciascun elemento contribuisce
in maniera significativa al processo del ragionamento clinico, aiutando il medico a
individuare una diagnosi/una prognosi o a definire un piano di trattamento efficace ed
efficiente. Sfortunatamente, l’approccio basato sulle prove di efficacia presenta un certo
numero di ostacoli, che possono limitare l’abilità del clinico di utilizzare le migliori
evidenze nelle decisioni riguardanti la cura del paziente, creando una significativa perdita
di tempo e di risorse.
Dati l’aumento di nuovi test clinici nella pratica ortopedica e le frequenti omissioni da
parte dei libri di testo di informazioni circa la loro utilità diagnostica, si è posta la
necessità di una guida di veloce consultazione per gli studenti e per i clinici che
desiderano aumentare la loro capacità di incorporare le evidenze all’interno delle decisioni
cliniche.
Lo scopo del presente volume è duplice: da libro di testo nei corsi universitari sulla
valutazione dell’apparato muscolo-scheletrico a guida veloce e di facile consultazione per
i clinici che desiderano individuare le evidenze relative all’utilità diagnostica dei test e
delle misurazioni di uso comune. Il primo capitolo introduce il lettore ai concetti
essenziali della pratica basata sulle prove di efficacia e comprende i metodi statistici
impiegati e un’analisi critica degli articoli di ricerca. Il resto del libro è dedicato, invece,
alle varie regioni del corpo. Ogni capitolo inizia con una revisione dell’osteologia,
dell’artrologia, della miologia e della neurologia e ciascuna sezione è illustrata con le
immagini realizzate dal celebre artista-medico Frank H. Netter. La seconda parte fornisce
informazioni relative ai disturbi riferiti dai pazienti e ai reperti dell’esame obiettivo. Per
ogni disturbo riferito e per ciascun reperto dell’esame obiettivo vengono fornite le stime
relative alla riproducibilità e all’utilità diagnostica (sensibilità, specificità e rapporto di
verosimiglianza di ogni esame), accompagnate da linee guida interpretative di rapido
accesso. Le descrizioni dei test e le definizioni dei reperti positivi vengono presentate nel
modo indicato dagli Autori dello studio originale, al fine di minimizzare eventuali
alterazioni delle informazioni e di fornire al lettore una comprensione approfondita dei
valori di differenza riportati dai diversi studi. Alla fine di ogni capitolo sono riportate
delle tabelle che elencano le informazioni relative alle misure di outcome comunemente
utilizzate e alle valutazioni di qualità degli studi che analizzano l’utilità dei test diagnostici.
In questa nuova edizione sono state incluse anche le valutazioni di qualità degli studi che
analizzano la riproducibilità dei test.
Ci auguriamo che i clinici trovino in questo testo una guida semplice da usare per
determinare l’importanza dei reperti dell’esame clinico ortopedico. Speriamo, inoltre, che
esso possa costituire uno strumento utile per gli studenti e i docenti da affiancare ai corsi
sulla valutazione e sul trattamento dell’apparato muscolo-scheletrico.
Joshua A. Cleland
Shane Koppenhaver
Jonathan Su
Indice
Capitolo 7 Ginocchio
Capitolo 9 Spalla
INTRODUZIONE
RIPRODUCIBILITÀ
UTILITÀ DIAGNOSTICA
Tabella di contingenza 2×2
Accuratezza generale
Valore predittivo positivo e negativo
Sensibilità
Specificità
Rapporto di verosimiglianza (Likehood Ratio, LR)
INTERVALLO DI CONFIDENZA
RIEPILOGO
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
RIPRODUCIBILITÀ
Un test clinico che fornisce informazioni che possono portare a prendere una decisione
clinica deve essere riproducibile. La riproducibilità è il grado di coerenza con cui uno
strumento o un indice misurano una particolare qualità.5 Quando si ricerca la
riproducibilità di una misurazione, si deve determinare in che proporzione quella
misurazione sia una rappresentazione veritiera e in che proporzione sia frutto di un errore
di misurazione.6
Quando si valuta un test clinico, è importante considerare due forme di
riproducibilità: riproducibilità intraesaminatore e interesaminatore. La riproducibilità
intraesaminatore è una misura della capacità di un singolo osservatore di ottenere una
misurazione identica durante esecuzioni ripetute dello stesso test. La riproducibilità
interesaminatore è una misura della capacità di due o più osservatori di ottenere risultati
identici durante l’esecuzione dello stesso test.
Il coefficiente kappa (κ) è una misura della proporzione del potenziale accordo
ottenibile dopo aver rimosso eventuali fattori casuali;1,5,7 si tratta del coefficiente di
riproducibilità utilizzato con maggiore frequenza per i dati categoriali (positivi o
negativi).5 Il coefficiente di correlazione utilizzato comunemente per determinare la
riproducibilità dei dati continui in natura (per esempio, i dati relativi al range di
movimento) è il coefficiente di correlazione intraclasse (CCI).7 Sebbene esistano diverse
interpretazioni relative alla riproducibilità, questi coefficienti vengono spesso valutati
ricorrendo ai criteri descritti da Shrout,8 in base ai quali valori inferiori a .10 indicano
l’assenza di riproducibilità, valori compresi tra .11 e .40 indicano una bassa
riproducibilità, valori compresi tra .41 e .60 indicano una riproducibilità sufficiente, valori
compresi tra .61 e .80 indicano una riproducibilità discreta e valori superiori a .81
indicano una riproducibilità ottima. Per ogni test o misurazione specifica, è necessario che
il clinico definisca il valore di “riproducibilità accettabile”,9 che deve essere determinato
in base alla variabile testata, al motivo che giustifica l’importanza di un particolare test e al
paziente su cui sarà eseguito il test.6 Per esempio, un errore di misurazione pari al 5% può
essere del tutto accettabile nel caso della determinazione del range di movimento
articolare, mentre non è assolutamente ammissibile nel caso della misurazione della
temperatura corporea interna in ambito pediatrico.
UTILITÀ DIAGNOSTICA
Tabella 1-1: Tabella di contingenza 2×2 usata per comparare i risultati del gold standard con quelli
del test analizzato
Accuratezza generale
L’accuratezza generale di un test diagnostico è determinata dalla divisione delle risposte
corrette (veri positivi e veri negativi) per il numero totale di pazienti.16 Utilizzando la
tabella di contingenza 2×2, l’accuratezza generale può essere determinata ricorrendo alla
seguente equazione:
(1-1)
Accuratezza generale = 100% × (a+d)/(a+b+c+d)
Un test perfetto dovrebbe mostrare un’accuratezza generale del 100%. Questo valore è
molto probabilmente irraggiungibile, in quanto nessun test clinico è perfetto e ciascun test
mostra sempre almeno un piccolo grado di incertezza. L’accuratezza di un test diagnostico
non dovrebbe essere usata per accertare l’utilità clinica di quel test, dal momento che
l’accuratezza generale può essere un po’ fuorviante. L’accuratezza di un test può essere
significativamente influenzata dalla prevalenza, o presenza assoluta, di una patologia nella
popolazione in un dato momento.5,6
Tabella 1-2: Tabella di contingenza 2×2 che mostra il calcolo del valore predittivo positivo e negativo
orizzontalmente e la sensibilità e la specificità verticalmente
Gold standard positivo Gold standard negativo
Il NPV stima la verosimiglianza che un paziente negativo a un test non abbia realmente la
patologia.5,6 Anche il NPV viene calcolato orizzontalmente nella tabella di contingenza 2×2
(Tabella 1-2) e indica la percentuale di pazienti accuratamente identificati come non
aventi la patologia (veri negativi) diviso tutti i risultati negativi del test in esame.11
Sensibilità
La sensibilità di un test diagnostico è la capacità di un test, quando positivo, di
identificare quali pazienti abbiano realmente la patologia, sulla base del gold standard. La
sensibilità è chiamata anche percentuale dei veri positivi.1 Test con alta sensibilità sono
ottimi per escludere una particolare patologia. L’acronimo SnNout può essere usato per
ricordare che un test con alta Sensibilità e un risultato Negativo è ottimo per escludere una
patologia.1
Si consideri, per esempio, un test clinico che, confrontato con il gold standard, mostri
un’alta sensibilità per la diagnosi della stenosi lombare. Secondo la suddetta regola, se il
test è negativo, si può attendibilmente eliminare la possibilità di essere di fronte a una
stenosi lombare. Se il test è positivo, è possibile identificare accuratamente un’alta
percentuale di pazienti che presentino una stenosi. Tuttavia, è possibile anche identificare
molti pazienti senza patologia (falsi positivi). Quindi, sebbene un risultato negativo sia
particolarmente indicativo, un risultato positivo del test non ci permette di trarre alcuna
conclusione (Figure 1-1 e 1-2).
Figura 1-1: Esempio relativo alla sensibilità e alla specificità. 20 pazienti con e 20 pazienti senza la
patologia.
Figura 1-2: Una sensibilità del 100% implica che, se il test è positivo, tutti i soggetti con la patologia
saranno inclusi. Tuttavia, si noti che anche se questo test ha identificato tutti i soggetti con la
patologia, ha incluso molti soggetti esenti da patologia. Inoltre, se il risultato del test è negativo,
siamo sicuri che il soggetto non sia affetto dalla patologia.
La sensibilità di un test può essere calcolata anche con tabelle di contingenza 2×2.
Tuttavia, è calcolata verticalmente (Tabella 1-2). La formula per calcolare la sensibilità di
un test è la seguente:
(1-4)
Sensibilità = 100% × a/(a+c)
Specificità
La specificità di un test diagnostico indica la capacità di un test, quando negativo, di
individuare quei pazienti che effettivamente non presentano la patologia, sulla base del
gold standard.
È chiamata anche percentuale di veri negativi.1 Test con alta specificità sono ottimi
per accertare la presenza di una patologia. L’acronimo SpPin può essere utilizzato per
ricordare che un test con alta Specificità e un risultato Positivo è ottimo per accertare la
patologia.16,18,19
Si consideri un test con un’alta specificità. Dovrebbe identificare accuratamente tutti i
pazienti che non presentano la patologia. Se un test altamente specifico è negativo, è
possibile identificare un’alta percentuale di pazienti che non presentano la patologia.
Tuttavia, è possibile che un test altamente specifico possa identificare come negativi un
numero di pazienti realmente affetti dalla patologia (falsi negativi). Quindi, è possibile
essere ragionevolmente sicuri che un test altamente specifico che risulti positivo indica la
presenza di patologia (Figura 1-3).
Figura 1-3: Una specificità del 100% implica che, se il risultato del test è negativo, tutti i soggetti
senza la patologia saranno inclusi. Tuttavia, si noti che anche se questo test ha identificato tutti i
soggetti senza la patologia, ha incluso molti soggetti affetti dalla patologia. Inoltre, se il test è
positivo, siamo sicuri che il paziente abbia la patologia (SpPin).
La sensibilità e la specificità sono state usate per decenni per determinare l’utilità
diagnostica di un test; tuttavia, sono associate a poche limitazioni cliniche.11 Anche se la
sensibilità e la specificità possono essere utili al clinico per scegliere il test migliore per
accertare o escludere una particolare patologia, pochi test clinici dimostrano sia un’elevata
specificità sia un’elevata sensibilità.11 Inoltre, la sensibilità e la specificità non forniscono
informazioni riguardanti la variazione di probabilità che un paziente abbia una patologia
se il test risulta positivo o negativo.18,20 Invece, il LR è considerato il migliore strumento
statistico per determinare le variazioni della probabilità pre-test che un paziente abbia una
specifica patologia.
La Tabella 1-3 fornisce la guida per interpretare i risultati del test. LR positivi maggiori di
1 aumentano la probabilità di esistenza di una patologia dato un test positivo; LR negativi
inferiori a 1 diminuiscono la probabilità di una patologia dato un test negativo.22 Tuttavia,
è l’ampiezza della variazione della probabilità a determinare l’utilità di un test clinico. LR
positivi maggiori di 10 e LR negativi vicini allo zero spesso rappresentano una grande e
significativa variazione della probabilità. Un LR pari a 1 (sia negativo sia positivo), che
non altera la probabilità che il paziente presenti o meno una particolare patologia, ha poco
valore clinico.22 Una volta calcolato il LR, si può applicare quest’ultimo al nomogramma
(Figura 1-4)23 oppure si può utilizzare un’equazione matematica24 per determinare
precisamente le variazioni della probabilità dato il risultato di uno specifico test. Entrambi
i metodi sono descritti nel dettaglio più avanti nel capitolo.
Piccola e raramente
Da 1 a 2 Da 0.5 a 1.0 importante variazione della
probabilità
(Modificata da: Jaeschke R, Guyatt GH, Sackett DL III. How to use an article about a diagnostic test. B. What are the results and
will they help me in caring for my patients? JAMA. 1994;271:703-707.)
Se un esame diagnostico mostra una specificità pari a 1, il LR positivo non può essere
calcolato perché l’equazione risulterà zero per il denominatore; in questo caso, si
suggerisce di modificare la tabella di contingenza 2×2, aggiungendo .5 a ciascuna cella per
permettere il calcolo del LR.25
Si consideri, per esempio, l’utilità diagnostica del Crank test5,26 nel rilevare la presenza
di lesioni del cercine glenoideo rispetto alla valutazione artroscopica, attuale standard di
riferimento. Questo confronto viene effettuato utilizzando una tabella di contingenza 2×2
(Tabella 1-4). Applicando la formula sotto riportata, risulta evidente l’impossibilità di
calcolare un LR positivo:
(1-8)
LR positivo = Sensibilità/(1–Specificità) = 1/(1-1) =1/0
Tabella 1-4: Risultato del Crank test nell’accertamento delle lesioni del cercine glenoideo quando
comparate con la valutazione artroscopica (gold standard)32
Esame artroscopico Esame artroscopico
positivo (n = 12) negativo (n = 3)
Valore predittivo
10 0
Crank test positivo positivo = 100% ×
a b
10/10 = 100%
Valore predittivo
2 3
Crank test negativo negativo = 100% × 3/5
c d = 60%
Dal momento che è impossibile calcolare il risultato di una frazione avente per
denominatore lo zero, la tabella di contingenza 2×2 viene modificata aggiungendo il
valore .5 a ciascuna cella.
Anche se l’aggiunta di .5 a ciascuna cella è l’unico metodo di modifica della tabella di
contingenza riportato per prevenire lo zero al denominatore nel calcolo di un LR,
considerate le modifiche a carico delle proprietà diagnostiche della sensibilità, della
specificità e del valore predittivo, questa tecnica non è stata usata in questo testo. Nelle
circostanze in cui la specificità è zero e non si può calcolare il LR positivo, il risultato sarà
indicato come “indefinito”. In questi casi, anche se non calcoliamo il LR positivo, il test
potrà essere indicativo di una grande variazione della probabilità.
INTERVALLO DI CONFIDENZA
I calcoli relativi alla sensibilità, alla specificità e al LR vengono definiti stime puntuali. In
altre parole, si tratta delle singole stime maggiormente rappresentative dei valori di una
popolazione.5 Tuttavia, poiché le stime puntuali si basano su piccoli sottogruppi di
individui (campioni), è improbabile che costituiscano una rappresentazione perfetta della
popolazione generale. È pertanto più accurato includere un intervallo di valori (stima
intervallare) all’interno del quale è probabile che ricada il valore relativo alla
popolazione. L’intervallo di confidenza (IC) corrisponde a un range di valori costruito
intorno alla stima puntuale, che contiene con una certa probabilità il valore relativo alla
popolazione.27 Generalmente, negli studi che indagano l’utilità diagnostica di un esame
clinico, si calcola l’IC al 95%. L’IC al 95% rappresenta l’intervallo di dispersione dei
valori entro il quale ricade, con una certezza del 95%, il valore della popolazione.5 Nel
presente testo, viene riportato l’IC al 95% per tutti gli studi che forniscono questa
informazione.
La probabilità pre-test indica la possibilità che un paziente presenti una specifica patologia
prima dell’esecuzione dell’esame clinico. Spesso, come misura indicativa della probabilità
pre-test, vengono impiegati i tassi di prevalenza; tuttavia, quando i tassi di prevalenza
sono sconosciuti, la determinazione della probabilità pre-test si basa su una combinazione
di dati derivati dall’anamnesi, dai risultati di test precedenti e dall’esperienza del medico.16
La determinazione della probabilità pre-test è il primo passo nel processo decisionale del
medico. La probabilità pre-test è una stima fatta dal medico e può essere espressa in
termini percentuali (per esempio, 75% o 80%) o come misura qualitativa (per esempio,
abbastanza probabile, molto probabile).11,16 In seguito alla determinazione della
probabilità pre-test che un paziente abbia una specifica patologia, è opportuno scegliere
per l’esame obiettivo i test e le misurazioni in grado di alterare tale probabilità. La
probabilità post-test è la possibilità che un paziente abbia una specifica patologia dopo
l’esecuzione dell’esame obiettivo.
Figura 1-5: Nomogramma che rappresenta la variazione da una probabilità pre-test del 42% se il test
è positivo (LR positivo = 4,2) a una probabilità post-test del 71%.
(Modificato da: Fagan TJ. Letter: nomogram for Bayes theorem. N Engl J Med. 1975;293:257. Copyright 2005, Massachusetts
Medical Society. Tutti i diritti riservati.)
Una determinazione più precisa della variazione di probabilità può essere ottenuta
algebricamente utilizzando la seguente formula:16
Figura 1-6: Soglia di trattamento. Il clinico deve usare la probabilità pre-test e il LR per determinare
la soglia del trattamento, come indicato in questa figura.
Dopo aver recuperato gli articoli scientifici pertinenti, il passo successivo consiste
nell’analisi critica del loro contenuto per valutare l’adeguatezza del rigore metodologico. È
stato riportato che la qualità metodologica degli studi che indagano l’utilità diagnostica
dell’esame obiettivo è generalmente inferiore a quella degli studi diretti a valutare
l’efficacia delle terapie.28,29 Purtroppo, la presenza di studi con errori metodologici
significativi che riportano l’utilità di specifici test e misurazioni può portare all’utilizzo di
test inefficaci. Ciò può condurre a diagnosi errate e a una gestione inadeguata dei pazienti.
Al contrario, l’identificazione e l’uso di test clinici valutati con rigore scientifico possono
migliorare l’assistenza ricevuta dai pazienti e i relativi esiti.29
Per valutare la qualità degli studi di accuratezza diagnostica, è stato sviluppato uno
strumento chiamato QUADAS (Quality Assessment of Diagnostic Accuracy Studies).30
Un’indagine Delphi, basata sulla consultazione in quattro fasi di un gruppo di esperti, ha
permesso di identificare 14 criteri (item) utilizzabili per valutare la qualità metodologica di
uno studio (vedi tabelle alla fine dei Capitoli da 2 a 11). A ciascun criterio è possibile
rispondere “Sì”, “No” o “Non chiaro”. Il QUADAS non ha lo scopo di quantificare un
punteggio per ciascuno studio, ma fornisce piuttosto una valutazione qualitativa di uno
studio, identificandone i punti deboli.30 Il QUADAS ha mostrato un accordo adeguato per
ciascun item incluso nella checklist.31 È stato utilizzato il QUADAS per valutare ogni
studio citato nel presente testo, includendo i dettagli relativi alle valutazioni di qualità
nell’appendice di ciascun capitolo. Gli studi giudicati di scarsa qualità metodologica
(rappresentati dai simboli rossi) non sono stati inclusi nelle tabelle di utilità diagnostica
riportate nei vari capitoli, salvo nei casi in cui essi rappresentino gli unici studi che
abbiano esaminato il test diagnostico in questione. I simboli verdi indicano un alto livello
di qualità metodologica e ciò garantisce al lettore un’alta confidenza nei risultati dello
studio. I simboli gialli indicano una qualità metodologica sufficiente e comportano l’uso
di una certa cautela nell’interpretazione dei risultati dello studio. I simboli rossi indicano
una scarsa qualità metodologica e ciò comporta un’estrema cautela nell’interpretazione dei
risultati del relativo studio.
Per valutare la qualità degli studi di riproducibilità diagnostica, è stato sviluppato uno
strumento chiamato QAREL (Quality Appraisal for Reliability Studies).32 Il QAREL è
costituito da una checklist di 11 item elaborata in consultazione con un gruppo di esperti
nel campo della ricerca diagnostica e della valutazione della qualità, che viene utilizzata
per valutare la qualità metodologica di uno studio di riproducibilità (vedi tabelle alla fine
dei Capitoli da 2 a 11). A ogni item viene assegnato un valore di “sì”, “no”, “non chiaro” o
“N/A”. Il QUAREL si è dimostrato uno strumento di valutazione affidabile quando agli
esaminatori viene data l’opportunità di discutere i criteri in base ai quali interpretare
ciascun item.33 La riproducibilità di 9 su 11 item viene considerata come una buona
riproducibilità diagnostica, mentre 2 item su 11 indicano una debole riproducibilità.33
Abbiamo utilizzato il QAREL per valutare ogni studio di riproducibilità citato nel presente
testo, includendo i dettagli delle valutazioni di qualità nell’appendice di ciascun capitolo.
Gli studi giudicati di scarsa qualità metodologica (rappresentati dai simboli rossi) non
sono stati inclusi nelle tabelle di utilità diagnostica riportate nei vari capitoli, salvo nei casi
in cui essi rappresentino gli unici studi che abbiano esaminato il test diagnostico in
questione. I simboli verdi indicano un alto livello di qualità metodologica e ciò garantisce
al lettore un’alta confidenza nei risultati dello studio. I simboli gialli indicano una qualità
metodologica sufficiente e comportano l’uso di una certa cautela nell’interpretazione dei
risultati dello studio. I simboli rossi indicano una scarsa qualità metodologica e ciò
comporta estrema cautela nell’interpretazione dei risultati del relativo studio.
RIEPILOGO
Tabella 1-5: Tabella di contingenza 2×2 e valori statistici utilizzati per determinare l’utilità
diagnostica del test e della misurazione
Gold standard positivo Gold standard negativo
a
Test clinico positivo Veri positivi b Falsi positivi
c
Test clinico negativo Falsi negativi d Veri negativi
BIBLIOGRAFIA
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Capitolo 2
Articolazione temporo-mandibolare
ANATOMIA
Osteologia
Artrologia
Legamenti
Muscoli
Nervi
ANAMNESI
Ipotesi iniziali basate sull’anamnesi
Pattern di riferimento del dolore nella disfunzione temporo-mandibolare
Utilità diagnostica dell’anamnesi nell’identificazione della lussazione anteriore del disco
Dolore temporo-mandibolare autoriferito
ESAME OBIETTIVO
Palpazione
Rumori articolari
Misurazione del range di movimento
Misurazione dei movimenti dinamici
Altri test
Combinazione di test
MISURE DI OUTCOME
APPENDICE
BIBLIOGRAFIA
Anamnesi
Esame obiettivo
ANATOMIA
Osteologia
Figura 2-1: Struttura ossea della testa e del collo.
Figura 2-2: Mandibola.
Figura 2-3: Veduta laterale del cranio.
Artrologia
Legamenti
Figura 2-6: Legamenti dell’articolazione temporo-mandibolare.
Muscoli
Inserzione
Muscolo Inserzione Innervazione Funzione
prossimale
Processo
Rami temporali
coronoideo e ramo Solleva la
Temporale Fossa temporale profondi del nervo
anteriore della mandibola
mandibolare
mandibola
Processo Nervo
Superfici inferiore
coronoideo e ramo mandibolare Solleva e protrude
Massetere e mediale dell’arco
laterale della attraverso il nervo la mandibola
zigomatico
mandibola masseterino
Figura 2-8: Muscoli coinvolti nella masticazione, vedute laterale e posteriore.
Inserzione
Muscolo Inserzione Innervazione Funzione
prossimale
Superficie mediale
della lamina
Nervo
pterigoidea
Superficie mediale mandibolare
Pterigoideo laterale, processo Solleva e protrude
del ramo della attraverso il nervo
mediale piramidale la mandibola
mandibola pterigoideo
dell’osso palatino
mediale
e tuberosità della
mascella
Azione bilaterale:
Pterigoideo Superficie laterale
protrude e
laterale della grande ala Nervo
Collo della abbassa la
(capo superiore) dell’osso sfenoide mandibolare
mandibola, disco mandibola
attraverso il nervo
Superficie laterale articolare e
Pterigoideo pterigoideo Azione unilaterale:
della lamina capsula dell’ATM
laterale laterale devia lateralmente
pterigoidea
(capo inferiore) la mandibola
laterale
Inserzione
Muscolo Inserzione Innervazione Funzione
prossimale
Linea milo-jodea Nervo milo-joideo Solleva l’osso
Milo-joideo Osso joide (ramo del nervo
della mandibola joide
cranico V3 [NC])
Processo stiloideo
Ramo cervicale Solleva e retrae
Stilo-joideo dell’osso Osso joide
del nervo faciale l’osso joide
temporale
Spina mentale
C1 attraverso il Solleva l’osso
Genio-joideo inferiore della Osso joide
nervo ipoglosso joide
mandibola
Nervi
Nervo mandibolare
Figura 2-11: Nervo mandibolare, vedute mediale e laterale.
Nervo Livello Componente sensitiva Componente motoria
Temporale, massetere,
Cute del terzo inferiore della pterigoideo laterale,
Mandibolare V3 NC
faccia pterigoideo mediale,
digastrico, milo-joideo
ANAMNESI
Ipotesi iniziali basate sull’anamnesi
Possibile capsulite
Riferita limitazione dei movimenti fino a circa 20 Possibile “internal derangement” consistente in
mm senza rumori articolari una dislocazione anteriore del disco che non si
riduce1
Gavish et al.6 hanno studiato l’associazione tra abitudini orali con i segni e i sintomi di
patologie dell’ATM in 248 femmine in età scolare scelte a caso. Anche se non sono stati
riportati i dati di sensibilità e specificità, i risultati hanno dimostrato che masticare gomma
americana, muovere la mascella (movimenti non funzionali della mascella), masticare
ghiaccio e appoggiarsi frequentemente con la testa sul palmo della mano sono associati
alla presenza di patologie a carico dell’ATM.
Si veda la tabella
diagnostica alla pagina 120 adolescenti: 60 con
seguente. Ai dolore autoriferito
Dolore autoriferito κ test-retest = .83 (.74;
partecipanti furono all’ATM e 60 controlli
all’ATM9 poste le stesse corrispondenti per età e
.93)
domande a 2 settimane per sesso
di distanza
ESAME OBIETTIVO
Palpazione
L’esaminatore palpa i
muscoli temporale,
Extraorale12 massetere, cervicali κ = .91
posteriori e sterno-cleido-
mastoideo
L’esaminatore palpa le
Muscolo porzioni superficiale e
κ = .33
massetere14 profonda del muscolo
massetere
Inserzione del
L’esaminatore palpa i
muscolo
muscoli pterigoidei mediali κ = .23
pterigoideo
extraoralmente
mediale14
L’esaminatore palpa
16 61 pazienti con dolore κ intraesaminatore =
Palpazione laterale l’ATM anteriormente
all’ATM .53
all’orecchio
L’esaminatore palpa
Palpazione posteriore16 l’ATM attraverso il 61 pazienti con dolore κ intraesaminatore =
all’ATM .48
meato acustico esterno
79 pazienti selezionati
L’esaminatore palpa le
casualmente, inviati al κ interesaminatore =
Palpazione dell’ATM13 porzioni laterale e
reparto per le patologie .33
dorsale del condilo
cranio-mandibolari
L’esaminatore palpa le
porzioni superficiale e κ interesaminatore =
Muscolo massetere14 profonda del muscolo .33
massetere
79 pazienti inviati al
L’esaminatore palpa il reparto per le patologie
polo laterale del condilo temporo-mandibolari e il
a bocca chiusa e dolore oro-facciale κ interesaminatore =
Palpazione dell’ATM14 aperta. La palpazione .33
del polo dorsale viene
effettuata attraverso il
meato acustico esterno
κ interesaminatore (lato
Regione
destro) = .56 (lato
retromandibolare15 sinistro) = .50
κ interesaminatore (lato
Regione
Palpazione da parte destro) = .73 (lato
sottomandibolare15 27 pazienti con sinistro) = .68
dell’esaminatore in
patologie temporo-
base alle linee guida κ interesaminatore (lato
Area del muscolo mandibolari
RDC/TMD destro) = .50 (lato
pterigoideo laterale15 sinistro) = .37
κ interesaminatore (lato
Polo laterale e attacco
destro) = .43 (lato
posteriore dell’ATM15 sinistro) = .46
Figura 2-17: Test di palpazione.
*Gomes et al.20 hanno calcolato la sensibilità e la specificità anche per valori di cut-off corrispondenti a 1.5 e 2 deviazioni
standard. I valori mostravano una specificità quasi perfetta, ma una scarsa sensibilità.
PPT, soglia del dolore alla pressione (Pressure Pain Threshold).
Rumori articolari
L’esaminatore registra la
Click durante l’apertura κ intraesaminatore =
presenza di un click durante
della bocca16 .12
l’apertura della bocca
61 pazienti con
L’esaminatore registra la
Crepitio durante dolore all’ATM
presenza di un crepitio κ intraesaminatore =
l’apertura della bocca16 durante l’apertura della .15
bocca
Click durante la
κ interesaminatore =
massima apertura attiva L’intensità del click e del
79 pazienti .70
della bocca13 crepitio viene misurata su
una scala da 0 a 2 che varia selezionati
Crepitio durante la da assente a chiaramente casualmente,
massima apertura attiva udibile inviati al reparto κ interesaminatore =
.29
della bocca13 per patologie
cranio-mandibolari
L’esaminatore registra la κ interesaminatore =
Rumore articolare13 presenza di rumori articolari .24
κ interesaminatore =
Apertura14 .59
L’esaminatore registra la
Escursione laterale 79 pazienti inviati κ interesaminatore =
presenza di rumori articolari
destra14 durante l’apertura,
al reparto per .57
patologie temporo-
Escursione laterale l’escursione laterale destra e
mandibolari e κ interesaminatore =
sinistra e la protrusione della
sinistra14 dolore oro-facciale .50
mandibola
κ interesaminatore =
Protrusione14 .47
L’esaminatore registra la
27 pazienti con κ interesaminatore (lato
15 presenza di rumori articolari
Rumori dell’ATM patologie temporo- destro) = .52 (lato
durante l’apertura della
mandibolari sinistro) = .25
bocca
Figura 2-19: Misurazione del range di movimento attivo durante l’apertura della bocca.
Figura 2-20: Calibro Vernier di plastica utilizzato per misurare la posizione della mandibola.
In adulti di
Apertura non ICC interesaminatore = .88
età più
assistita in (.78; .94)
avanzata
assenza
dolore23 In giovani ICC interesaminatore = .91
adulti 43 adulti (.83; .95)
asintomatici di età
In adulti di più avanzata (età ICC interesaminatore = .95
Apertura età più compresa tra 68 e (.91; .97)
massima non avanzata 96 anni) e 44
assistita23 In giovani giovani adulti ICC interesaminatore = .98
adulti asintomatici (età (.96; .99)
Misurazione in
compresa tra 18 e
millimetri con un
In adulti di 45 anni)
righello in base ICC interesaminatore = .96
Apertura età più alle linee guida (.92; .98)
massima avanzata RMC/TMD
assistita23 In giovani ICC interesaminatore = .98
adulti (.96; .99)
In adulti di
ICC interesaminatore = .71
età più
Laterotrusione avanzata 43 adulti (.45; .84)
massima23 asintomatici di età
In giovani avanzata (età ICC interesaminatore = .77
adulti compresa tra 68 e (.57; .88)
96 anni) e 44
In adulti di giovani adulti ICC interesaminatore = .78
età più Misurata in asintomatici (età
Protrusione (.59; .88)
avanzata millimetri con un compresa tra 18 e
massima23 righello in base 45 anni)
In giovani alle linee guida ICC interesaminatore = .90
adulti RMC/TMD (.81; .95)
Gioco κ interesaminatore =
Trazione articolare −.03
destra14 Sensazione κ interesaminatore =
di fine corsa −.05
L’esaminatore muove il
Gioco condilo mandibolare κ interesaminatore =
Trazione articolare verso il basso per la .08
sinistra14 Sensazione trazione e in direzione 79 pazienti inviati κ interesaminatore =
di fine corsa medio-laterale per la al reparto per le .20
traslazione. L’entità del patologie temporo-
Gioco gioco articolare e della mandibolari e il κ interesaminatore =
Traslazione articolare sensazione di fine dolore oro-facciale −.05
corsa viene valutata
destra14 Sensazione κ interesaminatore =
come normale o
di fine corsa anomala −.05
Gioco κ interesaminatore =
Traslazione articolare −.10
sinistra14 Sensazione κ interesaminatore =
di fine corsa −.13
Si chiede al paziente di
portare il capo il più avanti
ICC interesaminatore = .92
Testa protesa in avanti25 possibile e si misura
ICC intraesaminatore = .97
l’apertura verticale della
mandibola
Si chiede al paziente di
portare il capo il più indietro
ICC interesaminatore = .92
Testa retratta indietro25 possibile e si misura
ICC intraesaminatore = .92
l’apertura verticale della
mandibola
Si chiede al paziente se
il dolore si manifesta
durante l’apertura, la κ intraesaminatore =
Movimenti mandibolari16 chiusura, l’escursione .43
laterale, la protrusione
e la retrazione 61 pazienti con
dolore all’ATM
L’esaminatore esercita
un’ulteriore pressione al
Massima apertura assistita16 termine del range κ intraesaminatore =
–.05
dell’abbassamento della
mandibola
Si chiede al paziente di
14 κ interesaminatore =
Dolore all’apertura aprire la bocca al
.28
massimo
Al termine dell’apertura
attiva della bocca,
l’esaminatore applica 79 pazienti κ interesaminatore =
Apertura passiva13 un allungamento selezionati .34
passivo per aumentare casualmente
l’apertura della bocca inviati al reparto
per patologie
Si chiede al paziente di cranio-mandibolari
13 κ interesaminatore =
Apertura attiva aprire la bocca il più
.32
possibile
κ interesaminatore =
Apertura14 .24
L’esaminatore applica
una resistenza
κ interesaminatore =
Chiusura14 isometrica durante 79 pazienti inviati al
.30
l’apertura, la chiusura e reparto per le patologie
Escursione laterale l’escursione laterale temporo-mandibolari e il κ interesaminatore =
destra14 destra e sinistra dolore oro-facciale .28
dell’ATM e registra la
Escursione laterale presenza di dolore κ interesaminatore =
sinistra14 .26
L’esaminatore applica
una resistenza contro la 79 pazienti selezionati
13
Test del dolore statico mandibola del paziente casualmente inviati al κ interesaminatore =
verso l’alto, verso il reparto per patologie .15
basso e in direzione cranio-mandibolari
laterale
L’esaminatore effettua
Test del gioco 61 pazienti con dolore ICC intraesaminatore =
movimenti passivi di
articolare12 trazione e traslazione
all’ATM .20
L’esaminatore applica
79 pazienti selezionati
una forza di trazione e
Test del gioco casualmente inviati al ICC interesaminatore =
traslazione (medio-
articolare14 laterale) attraverso
reparto per patologie .46
cranio-mandibolari
l’ATM
ICC interesaminatore =
Trazione destra15 –.08
L’esaminatore muove il L’esaminatore muove il
condilo della mandibola condilo della mandibola ICC interesaminatore =
Trazione sinistra15 verso il basso per verso il basso per .25
trazionare e in direzione trazionare e in direzione
medio-laterale per medio-laterale per ICC interesaminatore =
Traslazione destra15 .50
traslare e registra la traslare e registra la
presenza di dolore presenza di dolore
ICC interesaminatore =
Traslazione sinistra15 .28
Figura 2-25: Resistenza manuale applicata durante l’apertura e la chiusura della bocca.
Altri test
κ interesaminatore =
Compressione Dolore
.19
destra14
Rumori 79 pazienti inviati al Non riportata
L’esaminatore carica le reparto per patologie
strutture intra-articolari temporo-mandibolari e κ interesaminatore =
Dolore
Compressione muovendo la dolore oro-facciale .47
mandibola in direzione
sinistra14 κ interesaminatore =
Rumori dorso-craniale e
registra la presenza di 1.0
dolore e di rumori
79 pazienti selezionati κ interesaminatore =
Dolore articolari
casualmente, inviati al .40
Compressione12 reparto per le
patologie cranio- κ interesaminatore =
Rumori
mandibolari .66
Combinazione di test
*I valori –LR non sono stati riportati nello studio e, pertanto, sono stati calcolati dagli autori del presente testo.
VAS, scala analogica visiva (Visual Analog Scale).
*I valori –LR non sono stati riportati nello studio e, pertanto, sono stati calcolati dagli autori del presente testo.
VAS, scala analogica visiva (Visual Analog Scale).
MISURE DI OUTCOME
Misura di
Punteggio e interpretazione Riproducibilità test-retest MCID
outcome
MCID, minima differenza clinicamente importante (Minimum Clinically Important Difference; MFIQ, questionario sul grado di
disfunzione mandibolare (Mandibular Function Impairment Questionnaire); NPRS, scala numerica di valutazione del dolore
(Numeric Pain Rating Scale).
APPENDICE
BIBLIOGRAFIA
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Capitolo 3
Rachide cervicale
ANATOMIA
Osteologia
Artrologia
Legamenti
Muscoli
Nervi
ANAMNESI
Ipotesi iniziali basate sull’anamnesi
Sindromi da dolore zigapofisario cervicale
Riproducibilità dell’esame anamnestico relativo al rachide cervicale
Utilità diagnostica dell’anamnesi nell’identificazione della radicolopatia cervicale
ESAME OBIETTIVO
Esame neurologico
Screening
Misurazione del range di movimento
Valutazione della forza
Valutazione della mobilità intervertebrale passiva
Palpazione
Esame posturale e valutazione della lunghezza dei muscoli
Test di Spurling e di compressione del collo
Test di distrazione e di trazione del collo
Test di flessione-rotazione cervicale
Test di abduzione della spalla
Test di neurotensione
Test di Sharp-Purser
Test di compressione del braccio
Compressione del plesso brachiale
Test per la mielopatia cervicale
Combinazione di test
Trattamenti
MISURE DI OUTCOME
APPENDICE
BIBLIOGRAFIA
Anamnesi
Esame obiettivo
• Nei pazienti con dolore cervicale, i fattori associati a un beneficio della sintomatologia
dopo manipolazioni del rachide cervicale comprendono una durata dei sintomi inferiore a
38 giorni, l’aspettativa che tale manipolazione sia utile, una differenza tra i due lati nel
range di rotazione cervicale pari o superiore a 10° e l’evocazione di dolore allo spring
test postero-anteriore della porzione intermedia del rachide cervicale (+LR = 13.5 in
presenza di tre o più dei quattro fattori).
• I pazienti con dolore cervicale di durata inferiore a 30 giorni hanno un’alta probabilità di
rapido miglioramento in seguito al trattamento mediante manipolazione del rachide
toracico (+LR = 6,4). Altri fattori associati a un miglioramento della sintomatologia dopo
Trattamenti
manipolazione del rachide toracico, soprattutto se presenti in combinazione, sono (1)
l’assenza di sintomi irradiati alla spalla, (2) l’assenza di un comportamento legato alla
paura, (3) l’assenza di aggravamento dei sintomi quando il paziente guarda in alto, (4)
un range di estensione cervicale inferiore a 30° e (5) una ridotta cifosi del segmento
superiore del rachide toracico (+LR = 12 in presenza di almeno quattro dei cinque
fattori).
• Poiché i rischi associati alla manipolazione del rachide toracico sono minimi, tale
trattamento dovrebbe essere considerato quale trattamento di prima linea nei pazienti
con dolore cervicale (in assenza di controindicazioni).
ANATOMIA
Osteologia
Figura 3-1: Struttura ossea della testa e del collo.
Figura 3-2: Vertebre cervicali.
Artrologia
Figura 3-3: Articolazioni del rachide cervicale.
Posizione di maggior
Articolazione Tipo e classificazione contatto Pattern capsulare
Atlanto-
Sinoviale: trocoide Estensione Non riportato
odontoidea/dente
Atlanto-assiale
Sinoviale: piana Estensione Non riportato
apofisaria
Limitazione nella
C3-C7 apofisaria Sinoviale: piana Totale estensione flessione = rotazione =
estensione
Legamenti
Figura 3-4: Legamenti dell’articolazione atlanto-occipitale.
Legamento Inserzione Funzione
Legamento crociato Si estende tra i tubercoli laterali di Mantiene il contatto tra il dente e
(trasverso) C1 l’arco anteriore dell’atlante
Muscoli
Inserzione
Muscolo prossimale Inserzione Innervazione Azione
Sollevamento della
prima costa,
Processi trasversi
Scaleno flessione sul lato
delle vertebre da Prima costa C4, C5, C6
(anteriore) ipsilaterale e
C4 a C6
rotazione
controlaterale
Sollevamento della
prima costa,
Superficie Rami ventrali dei
Scaleno flessione sul lato
superiore della nervi spinali
(medio) ipsilaterale e
prima costa cervicali
rotazione
Processi trasversi controlaterale
delle vertebre da
C1 a C4 Sollevamento della
seconda costa,
Superficie esterna Rami ventrali dei
Scaleno flessione sul lato
della seconda nervi spinali
(posteriore) ipsilaterale e
costa cervicali C3, C4
rotazione
controlaterale
Sopra-joidei
Ventre
Ventre anteriore: fossa anteriore:
Grande
digastrica della mandibola nervo milo-
corno Abbassa la mandibola e
Digastrico Ventre posteriore: incisura joideo
dell’osso solleva l’osso joide
mastoidea dell’osso Ventre
joide
temporale posteriore:
nervo faciale
Sotto-joidei
Ramo
Corpo Abbassa l’osso joide,
Manubrio e clavicola dell’ansa
Sterno-joideo dell’osso dopo che quest’ultimo è
mediale cervicale (C1,
joide stato sollevato
C2, C3)
Superficie Ramo
Margine superiore della inferiore dell’ansa Abbassa e retrae l’osso
Omo-joideo
clavicola dell’osso cervicale (C1, joide
joide C2, C3)
Ramo
Sterno- Superficie posteriore del Cartilagine dell’ansa Abbassa l’osso joide e
tiroideo manubrio tiroidea cervicale (C2, la laringe
C3)
Corpo e
Nervo
grande corno Abbassa l’osso joide e
Tiro-joideo Cartilagine tiroidea ipoglosso
dell’osso solleva la laringe
(C1)
joide
Figura 3-7: Muscoli sopra-joidei e sotto-joidei.
Inserzione
Muscolo Inserzione Innervazione Azione
prossimale
Tubercolo
Flessione del
anteriore di C1, Corpi di C3-T3 e Rami ventrali dei
collo, flessione
Lungo del collo corpi di C1-C3 e processi trasversi nervi spinali di C2-
ipsilaterale e
processi trasversi C3-C5 C6
rotazione
di C3-C6
Linea nucale
superiore,
protuberanza Clavicola laterale,
Radice spinale del Sollevamento della
Trapezio superiore occipitale, acromion e spina
nervo accessorio scapola
legamento nucale, della scapola
processi spinosi di
C7-T12
Sollevamento della
Margine supero- Nervo scapolare scapola e
Elevatore della Processi trasversi
mediale della dorsale (C3, C4, rotazione inferiore
scapola di C1-C4
scapola C5) della fossa
glenoidea
Bilateralmente:
estensione del
Processi spinosi
Semispinale della Processi spinosi Rami dorsali dei collo
superiori e osso
testa e del collo cervicali e toracici nervi spinali Unilateralmente:
occipitale
flessione
ipsilaterale
Bilateralmente:
Processo estensione del
Processi spinosi di Rami dorsali dei
Splenio della testa mastoideo e linea collo e della testa
T1-T6 e nervi spinali
e del collo nucale superiore Unilateralmente:
legamento nucale cervicali medi
laterale rotazione
ipsilaterale
Processo
Estensione della
Processi trasversi mastoideo
Rami dorsali dei testa, flessione
Lunghissimo della toracici superiori e dell’osso
nervi spinali ipsilaterale e
testa e del collo processi trasversi temporale e
cervicali rotazione della
cervicali processi trasversi
testa e del collo
cervicali
Bilateralmente:
estensione del
Processi spinosi Processi spinosi Rami dorsali dei collo
Spinale del collo delle vertebre cervicali superiori nervi spinali Unilateralmente:
cervicali inferiori flessione
ipsilaterale
Occipitali posteriori
Estensione della
Obliquo superiore Processi trasversi Nervo sotto-
Osso occipitale testa e flessione
della testa di C1 occipitale (C1)
ipsilaterale
Rotazione
Obliquo inferiore Processi spinosi di Processo Nervo sotto-
ipsilaterale del
della testa C2 trasverso di C1 occipitale (C1)
collo
Figura 3-9: Muscoli posteriori del collo.
Nervi
Componente
Nervo Livello Componente motoria
sensitiva
Dorsale della
C4, C5 Nessuna Romboidei, elevatore della scapola
scapola
Nervo per il m.
C5, C6 Nessuna Succlavio
succlavio
Sottoscapolare
C5, C6 Nessuna Sottoscapolare
superiore
Sottoscapolare
C5, C6, C7 Nessuna Sottoscapolare, grande rotondo
inferiore
ANAMNESI
Ipotesi iniziali basate sull’anamnesi
Trauma con sintomi cervicali non specifici Instabilità cervicale soprattutto se il paziente
esacerbati dalla posizione verticale e alleviati riferisce aumento della disestesia facciale con i
dalla posizione supina con la testa sorretta movimenti del collo
Figura 3-11: Pattern di riferimento del dolore. Distribuzione dei pattern di riferimento del dolore
zigapofisario in base a quanto descritto da Dwyer et al.4 (Dwyer A, April C, Bogduk N. Cervical
zygapophyseal joint pain patterns. I: A study in normal volunteers. Spine. 1990;15:453-457.)
Figura 3-12: Pattern di riferimento del dolore. Probabilità con cui le articolazioni zigapofisarie dei
segmenti indicati rappresentano l’origine del dolore, in base a quanto descritto da Copper et al.5
(Cooper G, Bailey B, Bogduk N. Cervical zygapophysial joint pain maps. Pain Med. 2007;8:344-353.)
Graduale,
Modalità di insorgenza 6 improvvisa o κ = .72 (.47, .96)
traumatica
Precedente episodio di
Sì o No κ = .90 (.70, 1.0)
dolore cervicale6
I sintomi si aggravano
quando il paziente guarda in (In basso) κ = .79 (.51, 1.0)
Sì o No
(In alto) κ = .80 (.55, 1.0)
alto o in basso6
I sintomi si aggravano
durante la guida di un Sì o No κ = −.06 (−.39, .26)*
veicolo6
I sintomi si aggravano
Sì o No κ = .90 (.72, 1.0)
durante il sonno6
• Dolore
Quali dei seguenti sintomi • Intorpidimento e
κ = .74 (.55, .93)
sono più fastidiosi?7 formicolii
• Perdita di sensibilità
• Collo
In quale zona del corpo i • Spalla o scapola
7•
sintomi sono più fastidiosi? Braccio κ = .83 (.68, .96)
• Avambraccio
• Mani e/o dita 50 pazienti con
sospetto di
Quale dei seguenti aggettivi • Costante radicolopatia
descrive meglio il • Intermittente cervicale o κ = .57 (.35, .79)
comportamento dei sintomi?7• Variabile sindrome del
tunnel carpale
L’intorpidimento interessa
l’intero arto affetto e/o l’intera Sì o No κ = .53 (.26, .81)
mano affetta?7
I sintomi le impediscono di
Sì o No κ = .70 (.48, .92)
addormentarsi?7
I sintomi migliorano
Sì o No κ = .67 (.44, .90)
muovendo il collo?7
*La domanda presentava un’alta percentuale di concordanza ma un basso valore di κ poiché il 95% dei partecipanti rispose
affermativamente.
ESAME OBIETTIVO
Esame neurologico
Test, misura e
Descrizione e
qualità dello Popolazione Riproducibilità
reperti positivi
studio
Test, misura e
Descrizione e
qualità dello Popolazione Riproducibilità
reperti positivi
studio
Figura 3-18: Canadian C-Spine Rule. (Si veda Stiell IG, Clement CM, McKnight RD, et al. The
Canadian C-spine rule versus the NEXUS low-risk criteria in patients with trauma. N Engl J Med.
2003;349:2510-2518.)
Estensione6 Inclinometro
CCI = .74 (.48, .88)
22 pazienti con
dolore meccanico (A destra) CCI = .66 (.33, .84)
Flessione laterale6 al collo (A sinistra) CCI = .69 (.40, .86)
Flessione laterale
CCI = .96
destra18
Flessione laterale Strumento di 60 pazienti con dolore
misurazione del range CCI = .94
sinistra18 al collo
di movimento cervicale
Rotazione destra18 (CROM) CCI = .96
Identificazione della
capacità di ruotare 8924 pazienti adulti
attivamente il collo di portati in pronto κ = .67
45° a sinistra e a soccorso in seguito a
destra9 Nessun dettaglio fornito trauma da impatto alla
testa/al collo e con
Identificazione della coma Glasgow scale
capacità di flettere pari a 15 κ = .63
attivamente il collo9
CROM: Cervical range of motion.
Flessione21 κ = .63
Estensione21 κ = .71
Il paziente è in posizione seduta
21
Rotazione destra con la schiena appoggiata. Gli κ = .70
viene chiesto di eseguire una
Rotazione flessione completa e l’esaminatore
applica una pressione. Il dolore κ = .66
sinistra21
riportato viene registrato su una
Flessione laterale scala numerica di valutazione del
κ = .65
destra21 dolore (NPRS) a 11 punti 32 pazienti con
dolore cervicale
Flessione laterale
κ = .45
sinistra21
Test, misura
e qualità Descrizione e reperti positivi Popolazione Riproducibilità
dello studio
Test, misura
Riproducibilità
e qualità Descrizione e reperti positivi Popolazione
interesaminatore
dello studio
Tre pazienti
asintomatici con
fusioni congenite a
Con il paziente seduto, l’esaminatore palpa
un singolo livello
Identificazione la mobilità fisiologica intervertebrale passiva
del rachide
del segmento a livello di ciascuna vertebra cervicale κ = .68
cervicale (due
ipomobile30 durante la rotazione e la flessione laterale e
pazienti a livello di
determina qual è il segmento più ipomobile
C2-C3 e un
paziente a livello
di C5-C6)
Rotazione di C1-C2 in
κ = .21 (.08, .34) κ = .36 (.24, .49)
flessione completa16
La mobilità viene
Flessione laterale completa registrata come
normale o κ = .30 (.17, .43) κ = .61 (.50, .72)
di C1-C216
ipomobile rispetto
Scivolamento laterale su al lato 30 pazienti
controlaterale. La con dolore κ = .46 (.33, .59) κ = .42 (.28, .56)
C216
risposta al dolore cervicale
Scivolamento laterale su viene registrata
come presenza di κ = .25 (.12, .38) κ = .29 (.16, .43)
C316
dolore o assenza
Scivolamento laterale su di dolore
κ = .27 (.13, .40) κ = .65 (.54, .76)
C416
Scivolamento laterale su
κ = .18 (.03, .33) κ = .55 (.43, .67)
C516
Legamento κ interesaminatore =
alare destro31 Lo stiramento passivo del .71 (.58, .83)
legamento o della membrana è
Legamento valutato dall’esaminatore con il
alare paziente in posizione seduta, κ = .69 (.57, .82)
sinistro31 confrontando l’esame obiettivo
con i reperti ottenuti alla RM. Il 92 soggetti con disturbo
Legamento test di stiramento è positivo se cronico associato a
l’esaminatore ritiene che sia colpo di frusta e 30 κ = .69 (.55, .83)
trasverso31
presente un aumento moderato o individui sani
Membrana considerevole della mobilità. I
31 reperti della RM sono positivi κ = .93 (.83, 1.03)
tettoria
quando più di un terzo della
Membrana struttura mostra un aumento
atlanto- dell’intensità del segnale κ = .97 (.92, 1.03)
31
occipitale
Figura 3-24: Valutazione delle limitazioni e del dolore associati alla mobilità intervertebrale passiva.
*Gli intervalli di confidenza non sono stati riportati originariamente da Jull et al.33, ma sono stati calcolati e presentati
successivamente da King et al.32
Palpazione
Segmento
superiore del
κ = .14 (−.12, .39)
rachide
cervicale Metodo di
classificazione dei
Segmento
Pressione sulle segmenti
articolazioni intermedio del
superiore, κ = .37 (.12, .85)
rachide
zigapofisarie22 cervicale
intermedio e
inferiore non
Segmento descritto
inferiore del
κ = .31 (.28, .90)
rachide
cervicale
Subito
(Lato destro) κ = .35 (−.17,
anteriormente al
.86)
Anteriormente margine del
(Lato sinistro) κ = .55 (.10,
Muscolo sterno- muscolo sterno-
.99)
cleido- cleido-mastoideo
mastoideo22 A livello del (Lato destro) κ = .52 (.12,
In posizione margine del .92)
intermedia muscolo sterno- (Lato sinistro) κ = .42 (.01,
cleido-mastoideo .82)
Subito
(Lato destro) κ = .60 (.19,
posteriormente al
.1.00)
Posteriormente margine del
(Lato sinistro) κ = .87 (.62,
muscolo sterno-
.1.00)
cleido-mastoideo
Pilastri articolari di
Paziente prono con il collo κ = .64 (.40, .88)
C0-C136
in posizione neutra.
Pilastri articolari di L’esaminatore applica 60 pazienti con cefalea
κ = .71 (.51, .91)
C1-C236 unilateralmente una cervicogenica in base ai
pressione postero-anteriore criteri sviluppati dalla
Pilastri articolari di progressiva sui pilastri International Headache
κ = .70 (.52, .88)
C2-C336 articolari. Il test è positivo Society
se evoca i sintomi di
Pilastri articolari di cefalea del paziente κ = .61 (.37, .85)
C3-C436
Test, misura e
Descrizione e reperti Riproducibilità
qualità dello Popolazione
positivi interesaminatore
studio
Test di neurotensione
Test, misura e
qualità dello Descrizione e reperti positivi Popolazione Riproducibilità
studio
Utilità diagnostica del test di strizzamento del braccio nella distinzione tra
compressione delle radici nervose cervicali e dolore alla spalla
Compressione del plesso brachiale
Combinazione di test
Trattamenti
MISURE DI OUTCOME
APPENDICE
BIBLIOGRAFIA
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