Sei sulla pagina 1di 13

CANTO 14

I VIOLENTI CONTRO DIO E LA FIGURA DI CAPANEO


Luogo: VII° cerchio dell’Inferno, terzo girone.
Peccatori puniti: i violenti contro Dio.
Punizione: la pioggia infuocata distrusse Sodoma, così tormenta i dannati.
Personaggi: Dante e Virgilio, Capaneo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Dopo che Dante ha raccolto il ramoscello di foglie del cespuglio piangente, arrivano in una
landa infuocata. Su questa piana cade costantemente una pioggia di fuoco.
Questa zona è conosciuta anche come piana bollente.
In questa zona vengono puniti i “violenti contro Dio” in modalità diverse a seconda della
tipologia di pena che hanno commesso e di conseguenza sono posizionati in modi differenti.
• I violenti contro Dio sono sdraiati.
• I violenti contro la natura sono costretti a correre continuamente.
• I violenti contro l’arte sono seduti.
Dante vede un dannato che sembra non curarsi della punizione e chiede a Virgilio chi esso
fosse. Il dannato però sente le parole di Dante e gli risponde direttamente utilizzando parole
scurrili e di disprezzo nei confronti della divinità.
Il dannato in questione è Capaneo il quale conferma la sua condanna manifestandosi:
1. Superiore e superbo,
2. Bestemmiatore,
3. La bestemmia verso Dio proviene da un intimo disprezzo della divinità.
Dante viene colpito proprio da questo dannato perché, come sempre, egli rimane stupito dal
“diverso”, da chi si comporta in maniera diversa rispetto agli altri e lui si manifesta
imperturbabile nonostante la pena inflittagli (la pioggia di fuoco).
Capaneo non è un magnanimo anche se solitamente l’imperturbabilità è una caratteristica
tipica dei magnanimi. Lui pecca di superbia, un atteggiamento irragionevole a differenza del
primo che richiede l’uso della ragione.
Possiamo quindi affermare che lui non è un magnanimo perché la sua dannazione è proprio
il fatto di essere imperturbabile.
Virgilio spiegherà che la sua punizione non sarà quella fisica bensì quella proveniente dalla
rabbia della sua superbia.
Capaneo infatti, come Francesca (di Paolo e Francesca), non si rende davvero conto della
sua colpa da morto e mantengono (entrambi) lo stesso atteggiamento sbagliato che avevano
in vita.
A questo punto Virgilio fa notare a Dante un luogo dal quale zampilla un fiumiciattolo di
colore rosso sangue e Dante ne chiede spiegazioni.
Virgilio svela quindi dell’esistenza di un’isola, Creta, ora distrutta al centro del mediterraneo.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 1


Il veglio di Creta
A Creta sorge una montagna che in passato era ricca di corsi d'acqua e foreste, il monte
Ida, ora abbandonato e un tempo scelta da Rea come il nascondiglio per il figlio Giove.
Dentro alla montagna si erge un gran vecchio, che guarda dritto verso Roma.
DESCRIZIONE DEL VEGLIO DI CRETA:
Ha la testa in oro, il petto e le braccia d'argento, il ventre di rame, le gambe e il piede sinistro
di ferro e il piede destro di terracotta. Ogni parte del suo corpo, eccetto la testa, è piena di
fessure da cui escono lacrime le quali, raccogliendosi ai piedi della statua, forano la roccia
sottostante.
Tutte queste lacrime si uniscono in un fiumiciattolo che trapassa nel terreno fino ad andare
a formare tutti i fiumi dell’inferno.
Fonti: Biblica dal libro di Daniele e Classica in quanto si pensava che a Creta ci fosse un
gigante che rappresentava la storia dell’umanità.
Dante non spiega il significato del veglio ma per noi esso rappresenta il progresso che
porta al degrado dell’uomo.
CANTO 15
Luogo: VII° cerchio dell’Inferno, terzo girone.
Peccatori puniti: i sodomiti.
Punizione: la pioggia infuocata distrusse Sodoma, così tormenta i dannati.
Personaggi: Dante e Virgilio, Brunetto Latini.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
I due poeti continuano il cammino lungo l’argine del fiume che li protegge grazie
all’evaporazione delle proprie acque. Dante paragona questo fiume alle dighe che evitano
le forti mareggiate dei mari e anche alle barriere che i padovani predispongono sul fiume
Brenta per evitare le inondazioni invernali.
Dante e Virgilio vedono in lontananza una schiera di dannati che li osservano.
Un’anima riconosce Dante e gli si avvicina tirandogli leggermente la veste: si tratta del
maestro Brunetto Latini.
I peccatori che vengono qui puniti sono anche gli omosessuali pederasti ovvero coloro che
approfittano del loro potere superiore per sedurre i fanciulli; le relazioni che nascono da
questi rapporti non sono sane perché c’è anche un rapporto di potere. Quando nascono non
sono nella più totale libertà.
Brunetto e dante continuano a parlare in modo affettuoso ma pur sempre in movimento
perché se Brunetto Latini si fosse fermato, la sua pena sarebbe aumentata, oltre che
d’intensità, anche di altri cento anni.
Brunetto si rammarica per la sua morte prematura (in senso letterario) perché non ha potuto
aiutare Dante nella composizione delle sue opere.
A questo punto Brunetto Latini profetizza l’esilio di Dante.
Dante accetta la previsione e chiede a Brunetto di presentargli il gruppo di letterati con i quali
stava e brunetto gli dice che sono sia letterati che ecclesiastici.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 2


Ricordiamo Prisciano che era un grammatico del tempo.
A questo punto Brunetto Latini saluta i due poeti e chiede a Dante di ricordare in vita sia il
Tresor che il Tesoretto.
Questo canto a livello linguistico contiene:
• Espressioni fiorentine
• Innalzamenti retorico stilistici
L’ambito:
• Botanica
• Zoologia
• Mineralogia
Non c'è più nulla di spirituale.
Plurilinguismo.
CANTO 16
Dante è sull’orlo del settimo cerchio, dove abbiamo la cascata del Flegetonte.
Dalla sabbia retrostante, ormai superata, sia alzano tre anime dei sodomiti che corrono
verso Virgilio, il quale li ascolta.
Si tratta di Iacopo Rusticucci, Guido Guerra e Tegghiaio Aldobrandi, autorevoli esponenti
della vecchia classe dirigente fiorentina sconfitta dalla nuova classe emergente. La loro
dannazione eterna era stata anticipata da Ciacco, incontrato nel cerchio dei golosi.
Essi iniziano a girare a cerchio, avvinghiati come lottatori di sumo. Sono tre uomini fiorentini
imponenti, esponenti della vecchia classe dirigente fiorentina, sconfitta dalla nuova
generazione emergente, ostile a loro e a Dante.
Nonostante siano dannati, hanno dignità e autorità, infatti Dante vorrebbe abbracciarli, ma
non può (tema di come, anche all’inferno, si possa essere trattati con reverenza).
Dante, dopo aver dato informazioni su di sé, dà informazioni su Firenze.
Da guelfo conservatore, reagisce con una dura invettiva contro la nuova classe dirigente,
ragione della crisi cittadina; i ceti borghesi sono additati come responsabili della rovina di
Firenze.
Ancora una volta viene toccato il tema della decadenza politica e morale fiorentina, dove i
pochi uomini giusti vengono sovrastati da irruenti, superbi, invidiosi e avari. Dante si oppone
a questa avidità, prendendosela con i superbi e schierandosi con i conservatori. Poi
chiedono di essere ricordati in Terra e se ne vanno, addolorati per la situazione in cui versa
la città di Firenze.
Nel dialogo con Jacopo Rusticucci emerge quindi come la cortesia sia contrastata da
orgoglio e dismisura, e l’atteggiamento superbo tipico degli immigrati.
Guardando poi la cascata, Virgilio lo invita a sciogliere la corda che ha ai fianchi, la prende
e la tira lontano.
Simbolo allegorico: temperanza e rispetto delle leggi, virtù che salva da lussuria e frode,
punita nell’ottavo cerchio.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 3


Poi appare nell’aria, nuotando, il mostro Gerione.
Dante, per la prima volta fa un’invettiva contro Firenze

CANTO 17
GERIONE
La fiera con la coda aguzza è Gerione, che impersonifica la frode. Egli rappresenta una
sorta di dragone apocalittico che devasta città ed eserciti innalzandosi e impesta tutto
l’inferno con il suo tremendo fetore.
La sua faccia era d’uomo, il corpo di serpente con punta di scorpione.
Dante vede tre usurai che piangono dal dolore e stanno seduti lungo l’argine del fiume, sotto
la pioggia di fuoco.
Dante vede i visi degli usurai ma non riconosce nessuno.
Dante vede che dai loro colli pende una borsa che riporta gli stemmi delle loro casate: l’oca,
il leone e la scrofa, quindi erano due fiorentini e un padovano.
Un dannato si rivolge a Dante in un modo abbastanza scurrile.
Dante ha paura di mettere nei guai la sua guida e, per questo motivo, ritorna indietro.
Quando torna vede Virgilio sulla schiena di Gerione il quale lo invita a salire anche lui. In
questo momento Dante è molto preoccupato e vorrebbe abbracciare Virgilio, ma non osa
chiederglielo. Virgilio, che però coglie lo stato d’animo del poeta, lo abbraccia di sua
iniziativa.
Inizia così la lenta discesa infernale.
Arrivati nel cerchio successivo Gerione scarica i due passeggeri e riparte velocemente.

Decadimento morale di Firenze

Farinata Riformulava la profezia dell’esilio

Canto di Brunetto la colpevolizzazione del ceto nuovo→borghesia

Dante non se la prende più solo con Firenze→ Toscana, Italia e Impero portano la corruzione
nel mondo

CANTO 17(2)

USURAI: siamo al confine tra due zone infernali→ tra i violenti e i fraudolenti

C’è un baratro, ci sono i violenti contro l’arte (usuari) che si difendono dalle fiammo come
cani morsi dagli insetti.

Dante se la prende con coloro che hanno preso i soldi e si comportano come degli animali
Gerione è un usuraio.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 4


Gerione in origine era un re ed era stato ucciso da Ercole, era un mostro con grande tante
braccia e gambe. Egli non era di per sé un fraudolento. Nel medioevo viene stravolto da
Boccaccio. Fonte classica →mostro composto da più corpi. Medioevo- re che accoglieva
gli ospiti e poi li uccideva.

Le ali non vengono citate da Dante. Forse, in questo suo corpo c’è una reminiscenza
dell’apocalisse o dell’acuste dell’apocalisse. La prof pensa che Dante sia un uomo del
Medioevo e ci si diverte alla creazione di creature. Dante non aveva in mente di comporre
tutto. Per il medioevo era semplice spiegare un concetto attraverso più componenti (più
animali) creazione di una figura simbolica di sua invenzione.

Il volto è sempre bello perché la frode è mascherata

La coda dello scorpione è il tradimento quando meno te lo aspetti

Corpo di drago-serpente maculato→albero

Chimera e altri mostri per le zampe artigliati

Mantello che rimanda all’esotico

Quindi creazione dei fraudolenti.

Inventare che un bel giorno si guarda dal panorama e immaginarsi di vedere un mostro
poche deve essere l’immagine della società. 1) capire i mali che affliggono la società.
2)provare a dare dei volti.

Come sono messi gli usurai hanno trattato male. Secondo la tradizione cristiana era un
peccato arricchirsi con gli interessi. Quando Firenze diventa ricca con i borghesi gli ebrei
iniziarono a diventare usurai, hanno una religione diversa rispetto ai cristiani odio raziale
e popolo avido. Estremamente legati ai beni materiali. I tre usurai sono tutti di famiglia nobile
che guardano la loro sacca contenente soldi

LA DISCESA NELLE MALEVOLGE: CANTO 18

10 sacche→10 volge. Nella frode ci si distingue e non tutti vengono puniti nello stesso modo.

Gerione è arrivato. Dante e Virgilio iniziano a camminare e guardano sotto tutti i ponti in cui
passano.

1° volgia: ruffiani (coloro che hanno venduto una persona) e seduttori (usare il proprio
carisma e costringere a comportarsi secondo la loro volontà)

Pena: camminare mentre vengono frustati dai diavoli.

Descrizione di Giasone, appartenente al mondo classico. C’è Giasone che ha un


atteggiamento notevole. Differenza tra alto e basso inferno. C’è il dominio dei diavoli che ne
combinano di tutti i colori.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 5


Il basso inferno ha i peccatori peggiori e disprezza maggiormente i peccatori. Non possiamo
dire che nell’alto e nel basso inferno che non ci sia rispetto per i peccatori. Sono trattati con
rispetto da parte di Dante sia Giasone sia Ulisse.

CANTO 19

Simoniaci→ hanno fatto mercato dei beni ecclesiastici (da parte del clero). Problemi del
tempo. Mercanteggiato beni spirituali vendendoli.

Simoniaci→ Simone: è passato alla storia come il Simon-mago. Negli atti degli apostoli,
Simone dice che lui può fare magie, ma gli apostoli dicono che ci non può essere messo in
vendita il potere di fare magie. Vuole dimostrare che anche lui è in grado di compiere grandi
imprese. Si getta dalla rupe, credendo e dimostrando che potesse volare.

I simoniaci sono messi a testa in giù. → per rievocare il volo di Simon-mago e per ricordare
che loro hanno vissuto con i valori al rovescio.

I piedi sono fuori, e vengono bruciati dalle fiammelle→ indica che sono stati guidati non tanto
dallo spirito santo, ma dall’attaccamento ai beni terreni. Dato che non si son fatti guidare
dallo spirito santo, allora adesso sono costretti a rimanerci attaccati. Così come si sono
fregati dello spirito santo, dopo la morte sono attaccati alla fiammella.

Chi incontra Dante? Nicolò III, che pensa che si trovi difronte a Bonifacio VIII che è un
simoniaco. Dante dice che non è un simoniaco e Bonifacio VIII. Quest’ultimo è ancora vivo,
è corrotto, lo ha condotto all’esilio.

Chi sono i simoniaci, perché sono puniti in questo modo, perché viene nominato Bonifacio
VIII?

A critica della donazione di Costantino, non si sa ancora che è falsa.

La chiesa deve curarsi del bene spirituale, e non temporale

La chiesa non può accettare somme così alte.

La donazione di Costantino è considerata sbagliata. L’imperatore è stato mosso da buone


intenzioni e non viene accusato, viene messo al Paradiso. Il papa invece si, ed è messo
all’inferno.
CANTO XIX: SIMONIACI
La trama del canto
Siamo nelle male bolge → zona dei fraudolenti. Siamo nella terza bolgia. Sono in dei fuori
nel terreno e sono messi a testa in giù.
Da dove nasce il termine simoniaci? Come mai i simoniaci sono puniti in questo modo?
1. Volo di Simon mago che si era buttato dalla rupe, nell’epoca Medioevale
2. Negli atti degli Apostoli, Simon mago voleva acquistare la magia. Denuncia alla
vendita delle cariche ecclesiastiche.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 6


Papa Nicolò III, che lo scambia per Bonifacio VIII, che è ancora in vita quando Dante dice
che il suo posto è all’inferno. Questo è il canto in cui l’invettiva di Date è molto forte.
Considera la simonia uno dei peccati più spregevoli.
L’invettiva contro la donazione di Sant’Agostino. Vengono elencati gli stessi motivi elencati
nel De Monarchia. Costantino si troverà negli spiriti giusti perché lui ha avuto buone
intenzioni. Dante non sa che la donazione è falsa e biasima la chiesa per come ha trattato
ciò che gli è stato donato.
Testa in giù→ hanno usato il potere della chiesa al rovescio, non hanno considerato i beni
spirituali
Fiammelle→ hanno schiacciato lo Spirito Santo e se ne sono fregati, così ora gli brucia i
piedi
Guida l’intelligenza e le scelte, loro in vita non si sono fatti guidare dallo Spirito santo.
Virgilio prende in braccio dante, devono raggiungere il ponte che li porti nella bolgia
successiva.
CANTO XX: INDOVINI e MAGHI
Guardavano al futuro e ora guardano indietro al passato. Il futuro non è prevedibile e hanno
ingannato le persone. → contrappasso. Hanno avuto una pretesa che simboleggia la loro
impietà.
Dante si sofferma tanto sulla descrizione dei loro corpi. Fa un po’ impressione. Vediamo
come il percorso della Commedia è anche u percorso in cui la figura umana ritorna
all’umanità. Rimane scioccato da Pier della Vigne, dai ladri. Dante rimane colpito da quando
la figura umana viene intorpidita, è stupito. Tutto il viaggio della Commedia è un viaggio in
cui il corpo umano recupera la sua dignità. A sua esaltazione massima sarà quando
guarderà la trinità.
Ci sono tre cerchi, il cerchio che rappresenta Cristo, si può notare un viso umano→ Dio che
si è fatto carne e uomo.
Nell’inferno si ha la degradazione del corpo, poi nel Purgatorio e nel Paradiso la sua
esaltazione.
1. Qui dante si sofferma su Manto, è l’indovina che, secondo delle leggende tra cui
l’Eneide di Virgilio, aveva permesso la fondazione di Mantova. Dante dalla possibilità
a Virgilio che Mantova non è nata dalla magia, ma dagli uomini.
2. Dante qui ha una svista: prende l’indovina Manto e la colloca in due punti dell’Inferno.
Nel canto XX con gli indovini, ma anche nel Limbo. Quando Dante è nel Purgatorio e
parla con Stazio, Virgilio gli dirà tutte le persone che sono nel limbo. → due punizioni
molto diverse.
Dante doveva spesso basarsi sulla sua memoria e basta.
Ci sono anche astrologi → che è alla base di come è strutturata la Commedia. Gli astrologi
fanno gli oroscopi. Le stelle accendono le virtù, gli oroscopi si basano sulla indole. Dante è
nato sotto la costellazione dei Gemelli che è un segno propizio. Come si spiega? Perché
condannarla? In contrasto con la dottrina del libero arbitrio. P 354.
C’era la credenza sull’influsso di un pianeta, il proprio segno zodiacale. Il grosso problema
che conoscendo l’astronomia si possa determinare il futuro di una persona. È la
determinazione ad essere spagliata. Basarsi sull’influsso per determinare quello che farai
→ l’astrologo pensa di sapere come si comporterà una persona andando contro il libero
arbitrio di una persona → un uomo non può scegliere il proprio destino perché sarà in un
modo in base alla sua indole.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 7


LA GRAZIA ESISTE, MA NON ESISTE UN INTERVENTO MAGICO. Sono stati empi,
perché solo Dio ha la pretesa di conoscere il futuro.
CANTO XXI: REGNI DEI DIAVOLI
Chi: i barattieri possono essere considerati l’altra faccia della medaglia dei simoniaci. I
simoniaci vendevano le cariche ecclesiastiche, i barattieri hanno venduto cariche politiche.
Molte volte, quando si fanno gite, parte l’appalto per scegliere la compagnia di pullman con
cui partire. A volte, per essere scelti, si paga per selezionarlo. Un politico prende dei soldi
per prendere un ente per farlo lavorare → decide per avere soldi.
Baratteria → potere temporale utilizzato male e la mette più sotto della simonia.
Sono immersi nella pece bollente, se escono, vengono torturati, picchiati e squartati
dai diavoli. In vita mantenevano nascoste le loro truffe.
I diavoli vengono descritti con le zampe di capra, con le corna → scenario inquietante. Qua
Dante, al contrario di altri mostri, quando descrive questi diavoli dà dei nomi particolari
(Barba riccia, Graffia cane, Caniazzo, Alichino). Parla con un gruppetto che hanno nomi
quasi dolci. Il diavolo che guida tutti è Malacoda → sembrano nomi che arrivano dalle
compagnie dei soldati. Dalla scelta dei nomi, capiamo che questi diavoli non terrorizzano →
Dante personaggio: impaurito. Ma nell’atteggiamento che mostra, fa sorridere i lettori della
Commedia → TRIONFO DELLO STILE COMICO (CANTO XXI E XXII).
P 374: esempi di nomi dei diavoli, per rendere i diavoli non troppo drammatici.
Dante era stato accusato di baratteria, rifiuta la possibilità di ricevere il perdono pagando
un’intente multa e doveva chiedere scusa ai fiorenti. Dante non voleva umiliarsi davanti a
tutti. Quindi viene condannato al rogo → scappa da Firenze.
Lucca è una città nota per i barattieri.
Al verso 106- 126. Siamo sulla 5° bolgia e devono andare nella 6° bolgia. Si dice che un
ponte non sia crollato, ma in realtà è una bugia → i diavoli stanno prendendo in giro Dante
e Vigilio, dicendo loro che un ponte è ancora in piedi e li possono accompagnare. Dante
dice di non farsi accompagnare e di non accettare una loro offerta, visti i loro aspetti. Viglio
dice che i diavoli digrignano i denti per quelli che sono i fraudolenti. Il loro capo fa una
scorreggia per dare il segnale di partenza.
LESSICO COMICO, IRONICO E GROTTESCO esempi. 384.
CANTO XXII: CONTINUAZIONE DEL XXI
L’inizio del canto ha una sorte di CERNIERA NARRATIV→ lega sempre il canto successivo
al precedente con una serie di riferimenti.
Elenco dei segnali per dare l’addio a una azione → segnali per iniziare un torneo, una guerra
ecc. per dire che i diavoli sono grezzoni
In tutto questo canto sono presenti molti termini zoo logici→ verbi (dannati e diavoli), animali
nelle similitudini (delfini e rane). Alcuni emergono per un po’ dal fango e altri invece si
comportano come le rane → bestializzazione grandissima.
Incontro con Ciampo → nato nel regno di Navarra, lui stesso dichiara di essere un barattiere.
Sotto la pece ci son anche italiani e sardi (che parlano continuamente della loro isola).
Ciampo s’inventa un qualcosa per liberarsi. I diavoli si inzuppano nella pece e non riescono
più a volare, perché Ciampo si tuffa → Dante e Virgilio possono uscire dal canto (Dante ha
una fantasia plastica).
Linguaggio grottesco dalle similitudini animalesche. Tutti ingannano, sia dannati sia diavoli
(sono strumenti di giustizia che si comportano male). Perdono tutti e i diavoli hanno
ingannato ante e Virgilio, ma allo stesso tempo vengo ingannati da Ciampo.

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 8


ETIMOLOGIA DI DIAVOLO: colui che divide, che spezza, aiuta l’uomo a rompere il suo patto
di alleanza con dio. Spezza i percorsi e ti fa perdere i punti di riferimento. Colui che cade giù
(sbagliata).
CANTO XXIII: GLI IPOCRITI
Dante e Vigilio sono scappati e hanno paura. Riescono a passare nella nuova bolgia. I
diavoli li inseguono, ma, finita la bolgia, non possono passare.
Arrivano agli ipocriti (lessico teatrale → chi nella vita recita una parte che non è la sua, non
far vedere quello che si è). I ponti sono caduti tutti
PUNIZIONE: devono camminare pianissimo e devono indossare delle cappe pesantissime
(apparentemente sono belle, ma invece sono una tortura). La cappa è un po’ come la veste
dei frati (viene condannata la chiesa, secondo dante). Alcuni sono inchiodati a terra e sono
calpestati da quelli che camminano.
Quelli inchiodati per terra è Ciafa (ha condannato Cristo), con suo suocero e tutti i sacerdoti
che li hanno aiutati.
Ci sono due frati gaudenti che sono puniti, una sorta di milizia spirituale e dovevano fare da
paciere. Essi erano due che non avevano risolto i problemi di Firenze (Chiesa punita).
Dante e Vigilio scoprono che il ponte è crollato, i diavoli li hanno mentiti.
142: Catarano rimprovera Virgilio, cosa ti aspetti da un diavolo, esso predica bene ma è
stato il primo essere stato un ipocrita. Ennesimo riferimento a Bologna (come hai potuto
essere fesso da crederci).

CANTO XXVI
Versi cerniera una serie di canti che sono collegati e sono a catena. A livello letterario,
questo canto ha colpito tantissimo. I romantici in particolare, un movimento culturale in cui
si esaltano le forze interiori degli uomini. La figura di Ulisse verrà rilanciata. Primo Levi,
aveva sentito la necessità di tirare fuori l’Ulisse e capisce il significato di “misi me”. Quando
Dante scopre che c’è Ulisse nella fiammella con Dudone, Dante vuole scoprire a tutti costi
come muore e→ vuole parlargli.
Vigilio dice a Dante di stare zitto perché fa da mediazione tra greci e romani, per la lingua.
Barzelletta dei cancelli →
Lingua di fuoco, lingua che parla, la fiammella fa fatica a parlare. È faticoso riconquistare la
capacità di parlare. Ulisse sta vivendo la sproporzione forte tra la sua vita →disagio che c’è
dentro e la concretezza dello scoglietto. I vizi umani del valore → conoscenza (che cosa
vuole Ulisse? A conoscenza del mistero per scegliere quello che è giusto e quello che è
sbagliato). Ardore che costruisce e non distrugge, viene su tutto e Ulisse decide di partire.
Dentro la barchetta c’è tutta l’umanità→ sproporzione tra ciò che ha e quello che vuole
conquistare.
Mambrini aveva detto che l’amico ti fa vivere all’altezza del tuo desiderio. Amici che sono
disposti al rischio.
Inizia il viaggio → hanno fatto il giro del Mediterraneo e hanno visto tutto il mondo conosciuto
per adesso. I compagni sono al 29esimo cancello, sono stanchi e sono vecchi. Ciò non basta
ancora: non sanno se proseguire oppure fermarsi e tornare indietro. Ulisse fa un discorso
che lo ha reso famoso nella letteratura.
“oh frati”→ Ulisse si sente fratello dei suoi compagni, che lega al di là di tutto, sono fatti della
stessa sostanza perché hanno fatto tante esperienze assieme. “siete arrivati in occidente
dopo 482994 fatiche, siamo vecchi, non potete negarvi di vedere quello che c’è dopo il
sole→ Ci manca poco, facciamo lo sforzo, considerate la radice, considerate ciò che c’è nel
DNA, non fate una scemenza. Gli uomini sono fatti per seguire la virtù e la conoscenza!”

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 9


La loro fine è inspiegabile, bisogna viversi la vita e compiere l’ultima avventura.
“Picciola” viene ripetuto 3 volte →trinità
Il folle volo è il volo di Icaro che sta volando verso il sole e sta oltrepassando i limiti secondo
la mitologia. Sono già dall’altra parte del modo e riescono a vedere le stelle, sono passati 5
mesi quado apparve una montagna che è lontana, nonostante la distanza, sembra molto
grande. →la montagna del Purgatorio.
Loro si rallegrarono, ma subito quella allegria si trasformò in disperazione, perché dalla
montagna partì un turbine che scagliò la barca. La barca gira 3 volte, e la prora va verso gli
abissi sprofondando.

Ci sono le stelle, non ha le ali.

Le ultime parole delle cantiche erano importantissime. La parola finale è stelle escono
dall’inferno e tornano alla luce del sole. Dante si è purificato, poi ha visto Dio e ha visto il
mistero che ha realizzato tutto. Desiderio ha dentro la parola stelle etimologicamente
centra con le stelle “riguarda le stelle”. Il destino di felicità per cui siamo fatti. Matisse
raffigura Icaro accerchiato dalle stelle (simbolo di desiderio). C’è un pallino rosso che
rappresenta il cuore. Matisse rende Icaro un uomo stilizzato che sta cercando di realizzare
i suoi desideri ed è come se fosse guidato dal suo cuore umano. Il desiderio era un problema
che Dante possiede.
Nel convivio Dante dice di prendere un bambino che desidera il latte, poi vuole la pappa, poi
la bistecca, i vestiti, la patente, ecc… quando si realizza qualcosa si è proiettati allo step
successivo. Sembra quasi di non riuscire ad arrivare mai (es. Montale→poesia sulla felicità).
Cresciamo con il desiderio non si arriva mai, non siamo mai soddisfatti. Dante prende
Ulisse per spiegare questo problema. Ulisse sembra essere l’eroe del desiderio. Per Dante
la conoscenza è il bene più prezioso. Ulisse come fa ad essere all’Inferno?
Catone si suicida per la libertà ed è messo come guardiano del purgatorio. Dio ci ha messo
questo dannato desiderio e poi quando lo raggiungiamo veniamo sprofondati.
Picciola → tutto sommato, per quando la sfida di Ulisse sia grandiosa, in realtà è piccolo, le
sfide grandi non sono proprio così.
Folle→ qualcosa di empio, che va oltre il desiderio di Dio. Anche Dante, a un certo punto
della sua vita si è trovato nella stessa situazione (come quando si era perso nella selva
oscura). “Miserere” abbi pietà della mia piccolezza, ho bisogno di aiuto perché ne ho
bisogno. Dante dice che l’umiltà è la virtù che conduce alla felicità, a guardare la strada
giusta. Ulisse aveva un desiderio giusto, ma il mezzo con cui ci è arrivato non è giusto, non
è stato umile. Possiamo affermare che Ulisse è stato un superbo. C’è lo stesso giro di rime,
molto vicine (foto). Ci sono pochissime situazioni simili. Dante e Virgilio sono sbucati e si
apprestano a scalare la montagna. Arriva Catone che dice a Virgilio cosa sta facendo, Dante
è sporco, sta piangendo. Dante deve lavarsi la faccia perché è impresentabile. Virgilio lo
lava (simile al battesimo) e gli mette un giunco (molto flessibile e simbolo di umiltà, non
perdendo la sua identità). Dante, per poter proseguire il viaggio, deve compiere un gesto di
umiltà.
APPROFONDIMENTO DEGLI ULTIMI CANTI
LA COMMEDIA CI VUOLE RACCONTARE CHE LA VITA DELL’UOMO è UN DESIDERIO,
TENSIONE
Il problema che Dante ha in testa non è tanto l’aldilà, ma avere una risposta. C’è qualcosa
che tiene su tutto? Dante, più che qualcosa da insegnarci, ha qualcosa da proporci, un

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 10


dramma, il dramma che ha vissuto lui (non è per forza qualcosa di tutto→ la storia della sua
libertà.
Dio lascia veramente l’uomo libero. Devo lasciarti un posto in libertà.
Unico verso in latino→ nell’Inferno.
Questo verso è una rielaborazione di un inno. Il verbo procedere ricorda la forza generatrice
di dio,
lucifero è una sorte di parodia della trinità, è in uno stato di fissità.
Procedere non può essere attribuito a Lucifero perché Lucifero è immobile. Lotta→ allora.
Dante → sta descrivendo quello che vede nella giudecca, dove le anime sono totalmente
immerse nel ghiaccio e trasparivano come pagliuzze nel vetro, con posizioni disarticolate.
Quando furono arrivati al punto di vedere Dite (Lucifero). Qui è necessario armarsi di
coraggio.
Lucifero è un nome bellissimo → portatore di luce e la bellezza era la sua caratteristica più
visibile (v. 18).
O lettore, non chiedermi come io rimasi ammutolito→ ogni parola sarebbe inadeguata (topos
dell’ineffabilità→ non si può descrivere pienamente ciò che Dante ha visto). Io non morii ma
nemmeno rimasi vivo (antitesi e litote→ difficile da spiegare). Cavalcanti non sapeva
descrivere la donna per ciò che era, così il descrivere per ciò che non era.
Oh, lettore, immagina come stavo davanti a Lucifero. Prima descrizione di lucifero→ di lui
viene detto che ha una mole enorme, imperatore è generalmente il nome che viene
associato a Dio, usciva dal ghiaccio dal busto in giù. Era enorme→ è più facile il confronto
tra lui e un gigante che un braccio di lucifero con un gigante.
Procedere → non si può riferire a Lucifero. Dio è stato chiamato fattore più volte. Qui Dante
dice che siccome lui era quanto bello quanto adesso è brutto, doveva essere bellissimo
prima. Come viene descritto Lucifero? Ha una testa con tre facce. La faccia al centro era
rossa sangue, le altre erano due, una attaccata all’altra. La destra era di un giallognolo e la
sinistra nera, come quella delle antiope. Ha due braccia. Ha due ali che sembrano di
pipistrello. Le sbatteva producendo tre venti, ed è a causa loro che il cocito è gelato. In
ognuna delle bocche sta masticando tre peccatori. Quello di fronte è Giuda → ha la testa
dentro la bocca di Lucifero e questi gli squarta la schiena.
Bruto viene descritto come un dannato, è descritto come un magnanino. Perché? Lui nel
medioevo non si sapeva se considerarlo pieno di nobiltà d’animo o come un traditore. Si
dice che fosse figliastro di Cesare (non era così), era un filosofo, un grande eroe che ha
permesso il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Simbolo negativo (traditore
dell’impero), eroe della repubblica.
Il guardiano del Purgatorio sarà Catone.
SIMBOLOGIE DEI COLORI DELLE FACCE DI LUCIFERO
È una parodia della trinità→ tre facce e tre ali di pipistrello che generano venti ghiacciati.
Probabilmente si possono attribuire il contrario delle tre virtù teologali:
Impotenza (rosso), ignoranza (giallo) e odio (nero)→ potenza, sapienza e amore.
Giuda veniva rappresentato con i capelli rossi, il vestito giallo, la bocca nera e la carnagione
scusa. Questi tre colori vengono ripresi dalle facce di Lucifero.
Come la trinità è potenza creatrice, possibilità di relazione con l’uomo, Lucifero è l’assenza
di relazione, di contatto, è fisso, stabile.
Questo è l’unico canto in cui Dante e Virgilio non parlano con nessuno. Angoscia è il respiro
affannoso. In queste due terzine viene descritto il capovolgimento del mondo. La stanchezza
di Virgilio. Ti conviene uscire da tanto male. Sbuca fuori e mette Dante in piedi. Sono nella

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 11


Natural Burella→ zona cava della terra, perché la terra si è allontanata da Lucifero (vv.
85/86/87).
Dante vede le gambe di Lucifero sbucare. Virgilio gli dice di camminare da soli. Camminano
lungo il fiume scarico del Letè→ scarico dei mali. Virgilio spiega a Dante che stanno andando
dall’altra parte del Mondo. Secondo il pensiero medioevale, il centro del mondo era il centro
di gravità. Spiegazione della cosmologia Dantesca. La parte più nobile è la parte australe,
però ci cade Lucifero, quindi le terre vanno nell’altra parte del mondo, dove cambia anche
l’orario (qui è giorno, non notte). Sono nell’emisfero boreale adesso.
I benefattori per eccellenza sono l’impero e la chiesa.
La prima fase in cui Dante è in spalle a Virgilio e successivamente lo segue. Questo
passaggio giorno-notte→ scusa per dire ciò che sta succedendo, com’è fatto il mondo→ si
procede a poco a poco.
Queste stelle sono effettivamente le stelle del cielo e la prima luce che Dante vedrà è la luce
di Venere → simbolo dell’amore che ha tutto un altro senso. 24 ore il viaggio dell’Inferno e
21h per uscire dall’inferno e arrivare alla Natural Burella.

CANTO 33
Ugolino della Berardesca = conte di famiglia ghibellina che si allea con il suo genero per far
prevalere la sua parte guelfa a Pisa
Dopo la Battaglia della meloria contro i genovesi, diventa podestà di Pisa
Dopo l’alleanza con Genova di Ugolino i ghibellini pisani insorgono con l’arcivescovo Ruggeri.
Ruggeri finge di proporre a Ugolino di tornare a Pisa per trovare un accordo ma in realtà lo tradisce
rinchiudendolo nella torre della fame.
CANTO 32
Nel cocito infernale due anime molto vicine, Ugolino racconta a Dante come lui e Ruggeri sono
morti (finzioni alcune) racconto ricco di suspance: sogno dei lupi rincordi dalle cagne, figli e nipoti
che nel sonno chiedono pane, la porta inchiodata nel momento in cui sarebbe dovuto arrivare il
cibo, la conta dei giorni, morte di tutti. Riferimenti lessicali al mangiare i figli (VERSO AMBIGUO).
vv. 79 O Pisa (apostrofe) vergogna degli italiani (perifrasi) dato che i nemici vicini si mettono
troppo a punirti si muovano e ostruiscano la foce dell’arno così che ogni tuo abitante muoia
(crudeltà di Dante)
Tebe= simbolo lotte fratricide (antigone) o forse Pisa aveva origine tebane (opzione meno
probabile)
Dante e Virgilio proseguono il viaggio tra le anime incastrate nel ghiaccio, qui le anime non sono
dritte ma sdraiate (le lacrime è come se, non potendo uscire, si ghiaccino nella testa). Dante sente
del vento e si stupisce perché nell’inferno non ci sono condizioni meteorologi che e Virgilio gli dice
che più avanti vedrà la ragione (=Lucifero, figura gigantesca con tre facce, ognuna possiede delle
ali che mantiene congelato il cocito). Un’anima chiede ai due di togliergli un velo di ghiaccio per
poter parlare. Dante furbo se tu mi dici chi sei io ti libererò, se non lo farò andrò nella fossa del
cocito (Dante è crudele e falso ma può farlo perché è nell’Inferno). Il personaggio è frate Alberigo
(= un frate gaudente, milizia spirituale, inganna i suoi parenti, traditore degli ospiti). Dattero per
fico = pan per focaccia (dice di ricevere una colpa più grande della sua colpa) Dante sentendo
questa risposta rimane stupito perché pensava fosse vivo, infatti lui dice che in realtà il suo corpo è
ancora vivo, gli spiega che l’anima può finire lì anche prima della morte corporea (Tolomea). Frate
Alberigo, finché tu mi tolga le lacrime, il suo corpo è sotratto da un demonio e lui è lì. Questa
punizione è inventata da Dante, non ha nessun fondamento teologico probabilmente per

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 12


aggiungere effetto scenico, anche perché va contro il cristianesimo perché queste anime non
hanno nemmeno la possibilità di pentirsi prima della morte (il pentimento deve essere dato fino
all’ultimo ma tradire gli ospiti è un atto così malvagio da non poter permettere un pentimento).
Anche Dante personaggio fa fatica a capire. Tu devi sapere che messere Brancadoria è lì giù da
molto nonostante sia ancora vivo sulla Terra. Frate Alberigo quindi rispiega la faccenda. Dante non
mantiene la parola anche perché non può andare contro la punizione divina. Simmetria perfetta.
Conclusione con un’ultima invettiva contro Genova. Dante se la prende contro i genovesi pieni di
ogni vizio (perché non siete esiliati dal mondo?).
INCONTRO CON IL CONTE UGOLINO (QUALITA’ NARRATIVA-> Ugolino è narratore di 2° grado che
racconta un flashback che contiene anche una prolessi nel sogno premonitore, punto di vista
interno a Ugolino per dare alla vicenda un tono più drammatico, molti espedienti letterari per
creare suspance, profondo silenzio che accompagna la narrazione)

CANTO 34: GIUDECCA (TRADITORI DEI BENEFATTORI) = ULTIMA PARTE DELL’INFERNO, I DANNATI
SONO TUTTI GHIACCIATI E NON POSSONO PARLARE, PUNITI CON L’ASSENZA DI RELAZIONE,
POSSONO MUOVERE SOLO GLI OCCHI
Vista di Lucifero (=parodia della trinità) che viene scambiato da Dante per un mulino, fissità, non si
può muovere. Nelle 3 bocche ci sono in centro Giuda con la testa nella sua bocca e nel frattempo
viene squartato dalle sue unghie, nelle altre due vengono strangolati Bruto e Cassio (= sistema
crocefissione, simmetria). Lucifero non li degna di uno sguardo, piange e strangola i peccatori.
Scendono sui suoi peli e si ritrovano nella Natural Burella la grotta che si era formata dalla caduta
di Lucifero, canale di sfogo del Letè che ha scalmanato un percorso che i due percorrono a ritroso
sbucando dall’altra parte dell’ emisfero (purgatorio). VERO MESSAGGIO DELL’INFERNO = DAL
MALE SI PUO’ USCIRE

ANALISI CANTI DAL 12 IN POI 13

Potrebbero piacerti anche