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Relatore: Laureando:
Prof. Vincenzo Guidi Riccardo Landi
Correlatore:
Prof. Domenico Stanzial
2
3
Nell'ultimo capitolo di questa tesi sono state ricavate le leggi teoriche che descri-
vono il funzionamento di un microfono a interferometria ottica. Questo tipo di
microfono di pressione è di recente sviluppo e le sue possibili applicazioni sono
ancora in fase di ricerca. Il funzionamento è basato sulla misura delle variazioni
dell'indice di rifrazione del mezzo, che, come dimostrato nel capitolo 6, sono
proporzionali alle variazioni di pressione. In particolare, dato che è stato di-
mostrato come sia possibile calibrare una sonda p-p, sarebbe possibile costruire
una sonda con due microfoni ottici e studiarne le caratteristiche.
Indice
4
INDICE 5
3 Processo di calibrazione 37
3.1 Taratura della sonda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
3.2 Calibrazione della sonda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
3.3 Esecuzione di misure calibrate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
4 Calibrazione delle sonde p-p e p-v 41
4.1 Apparto sperimentale, misure di calibrazione ed elaborazione dei
dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
4.1.1 Sonde acustiche utilizzate . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
4.1.2 Esecuzione delle misure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
4.1.3 Elaborazione dei dati raccolti . . . . . . . . . . . . . . . . 46
4.1.4 Calibrazione della sonda p-p . . . . . . . . . . . . . . . . 48
4.1.5 Calibrazione sonda p-v . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
4.2 Considerazioni conclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
5 Microfoni a interferometria ottica 60
5.1 Indice di rifrazione ottico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
5.2 Relazione tra indice di rifrazione e pressione acustica . . . . . . . 61
5.3 Microfono ottico interferometrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
6 Conclusioni 65
A Risposta all'impulso 69
B Codice utilizzato 70
Capitolo 1
6
CAPITOLO 1. BASE TEORICA DELL'ACUSTICA LINEARE 7
~ · (ρ~v ) + ∂ρ = 0
∇ (1.3)
∂t
1 ∂2p
∇2 p = (1.11)
c2 ∂t2
1 ∂2s
∇2 s = (1.12)
c2 ∂t2
1 ∂ 2~v
∇2~v = (1.13)
c2 ∂t2
In coordinate cartesiane l'operatore ∇2 è denito come:
∂2 ∂2 ∂2
∇2 = + +
∂x2 ∂y 2 ∂z 2
Le tre equazioni sono nella forma di equazioni dierenziali d'onda. Il valore c è
la velocità di propagazione dell'onda e vale:
dP
c2 = (ρ0 ) (1.14)
dρ
É possibile esprimere la velocità del suono in un gas in funzione delle variabili ter-
modinamiche utilizzando l'equazione di stato adiabatica e la 1.14. Riscrivendo
la 1.9 si ottiene: γ
ρ
P (ρ) = P0
ργ0
CAPITOLO 1. BASE TEORICA DELL'ACUSTICA LINEARE 9
1.2.1 Impedenza
Nell'assunzione di campo acustico unidimensionale la 1.8, detta equazione acu-
stica di Eulero si riduce a:
∂v 1 ∂p
=− (1.17)
∂t ρ0 ∂x
Considerando un'onda piana progressiva o regressiva e calcolando le derivate
parziali, si ottiene la seguente relazione tra pressione e velocità:
p± = ±Z0 v± (1.18)
Dove Z0 = ρ0 c è chiamata impendenza caratteristica del mezzo ed è una co-
stante.
In generale l'impedenza d'onda (o specica) Z è denita come rapporto tra pres-
sione e velocità della particella acustica in un generico campo d'onda. Il valore
di Z può dipendere dalla posizione nello spazio. L'impedenza carattersitica Z0
è denita come l'impedenza di un'onda piana progressiva ed è una caratteri-
stica del mezzo in cui si propaga l'onda. L'impedenza acusitca è misurata in
rayl( mkg2 s ). Il valore dell'impedenza caratteristica dell'aria dipende dalla tem-
peratura, nella tabella 1.1 sono riportati i valori dell'impedenza caratteristica
dell'aria per diverse temperature.
É possibile denire una densità di energia del campo sonoro legata all'intensità
dalla relazione (valida nel caso unidimensionale):
ˆ x2
∂
W (x, t)Sdx = S(I(x1 , t) − I(x2 , t)) (1.21)
∂t x1
convettivo si ottiene:
1 p2
Wp = (1.23)
2 ρ o c2
Dato che verranno trattati campi acustici e quindi non convettivi, da qui in
avanti con "intensità" è "densità di energia" ci si riferirà direttamente ai termini
non convettivi.
Tubo chiuso : chiudendo l'estermità x = 0 del tubo con una parete perfettamente
rigida lo strato del mezzo acustico a contatto con la parete deve restare in quiete.
La condizione che si ricava è v0 = 0∀t. Applicandola alle 1.37:
p = po cos(kx)eiωt (1.42)
po
v = −i sin(kx)eiωt (1.43)
Zo
L'impedenza complessa Zc vale:
Zc (ω) = iZo cot(kl) (1.44)
Sonde acustiche
intensimetriche
16
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 17
pm = pδp (2.27)
vm = vδv (2.28)
Ricordando che δv e δp sono reali e indipendenti dal tempo, si procede a calcolare
l'intensità misurata media:
ˆ
1
Im = Re(pm )Re(vm )dt (2.29)
T
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 21
ˆ
1
= δp Re(p)δv Re(v)dt (2.30)
T
= δp δv I (2.31)
2sen(k∆r/2)
= cos(k∆r/2) I (2.32)
k∆r
sen(k∆r)
= I (2.33)
k∆r
L'errore sull'intensità (media) è dato da:
sen(k∆r)
e(I) = 1 − (2.34)
k∆r
Dalla 2.45 si deduce che un errore di fase tra i due trasduttori comporta un
ulteriore errore sistematico oltre a quello dato dall'approsimazione nita del
gradiente di p. In particolare, in approssimazione di piccole dierenze di fase
l'errore è proporzionale a φe e inversamente proporzionale al fattore k∆r. L'er-
rore sarà rilevante per piccole distanze di separazione tra i microfoni e per alte
frequenze, mentre diventa poco rilevante se ∆r è maggiore della lunghezza d'on-
da. Bisogna però tenere in conto che l'errore sull'intensità sale all'aumentare di
∆r secondo la 2.34. La scelta della distanza ottimale per ridurre l'errore verrà
approfondita nelle sezioni successive.
Applicando la 2.45 nei due casi si trovano i due valori di intensità misurata
media, Im e Im
0
:
I I
Im = sen(k∆r) − cos(k∆r)φe (2.52)
k∆r k∆r
I I
0
Im = − sen(k∆r) − cos(k∆r)φe (2.53)
k∆r k∆r
L'inversione della sonda fa cambiare il segno dell'intensità ma non dell'errore.
Calcolando la semidierenza dell'intensità media misurata con la sonda nelle
due congurazioni è possibile eliminare il contributo dell'errore. Questo pro-
cedimento è ecace se la sonda è ruotata con precisione rispetto all'asse2 e
presuppone che i microfoni siano perfettamente allineati.
(p-p)
1.6
1.4
1.2
1
|1-e(p)| (dB)
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6
Figura 2.1: Modulo dell'errore in decibel sulla pressione misurata nel punto
medio tra i due microfoni (|10log(1 − e(p))|) in funzione del parametro δ = k∆r.
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 25
0.5
0.45
0.4
0.35
|1-e(v) (dB)|
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6
Figura 2.2: Modulo dell'errore in decibel sulla velocità misurata nel punto medio
tra i due microfoni(|10log(1 − e(v))|) in funzione del parametro δ = k∆r.
2.5
1.5
|1-e(I)| (dB)
0.5
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6
Figura 2.3: Modulo dell'errore in decibel sull' intensità misurata nel punto medio
tra i due microfoni (|10log(1 − e(I))|) in funzione del parametro δ = k∆r.
50
45
40
35
30
25
20
15
10
Figura 2.4: Distanza massima tra i microfoni per avere un errore sistemati-
co sull'intensità attiva minore di 0.5dB, in funzione della frequenza dell'onda
incidente.
nimizzare l'errore.
A dierenza della distanza ∆r, che è nota, la dierenza di fase φe non è nota a
priori e in generale dipende dalla frequenza. Per valutare l'inuenza dell'errore
di fase sulla misura si possono ipotizzare piccoli valori di φe , tenendo conto del
fatto che la calibrazione compensa in parte la dierenza di fase.
Si studierà l'andamento dell'errore per diversi valori della dierenza di fase, cer-
cando di identicare la distanza ottimale tra i microfoni.
Sotto l'ipotesi di piccoli valori di φe l'errore sull'intensità misurata Im si rica-
va dalla 2.45. Utilizzando la stessa notazione della sezione precedente si può
scrivere l'intensità misurata in funzione del parametro δ :
I I
Im = sen(δ) − cos(δ)φe (2.59)
δ δ
Con la quale è possibile calcolare l'errore in decibel ∆I(dB).
Come si può vedere dalla gura 2.5 l'errore sulla dierenza di fase diventa
rilevante per piccoli valori di δ , cioè per microfoni molto vicini o basse frequenze,
mentre aumentando δ segue l'andamento del caso senza sfasamento.
È interessante notare che, aggiungendo l'errore di fase, la curva dell'errore pre-
senta un minimo. Questo rende possibile denire, in funzione della frequenza,
una distanza ottimale alla quale posizionare i microfoni. È comunque necessario
tenere conto del fatto che in questa trattazione non si stanno considerando gli
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 28
0.4
Errore con fase
Errore senza fase
0.35
0.3
0.25
|1-e(I)| (dB)
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45
Figura 2.5: Modulo dell'errore in decibel sull'intensità misurata nel punto medio
tra i due microfoni (|10log(1−e(I))|) con uno sfasamento φe = 0.08°(blu) e senza
sfasamento (rosso).
0.4
0.35
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1
300Hz
0.7 600Hz
900Hz
1200Hz
0.6 1500Hz
Errore = 0.5 dB
|1-e(I)| (dB)
0.5
0.4
0.3
0.2
5 10 15 20 25 30 35 40
Figura 2.7: Modulo dell'errore in decibel sull'intensità misurata nel punto medio
tra i due microfoni(|10log(1 − e(v))|) in funzione della distanza tra i microfoni
∆r, per diverse frequenze con uno sfasamento tra i microfoni φe = 0.5◦
CAPITOLO 2. SONDE ACUSTICHE INTENSIMETRICHE 31
0.6
300Hz
600Hz
0.5 900Hz
1200Hz
1500Hz
Errore = 0.5dB
0.4
|1-e(I)| (dB)
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30
Figura 2.8: Modulo dell'errore in decibel sull'intensità misurata nel punto medio
tra i due microfoni(|10log(1 − e(v))|) in funzione della distanza tra i microfoni
∆r, per diverse frequenze con uno sfasamento tra i microfoniφe = 0.08◦
nella zona 10-15mm, scendendo di poco al di sotto di 10mm per frequenze mag-
giori di 1000Hz. Considerando anche il fatto che per piccole distanze l'errore
sulle frequenze più basse aumenta rapidamente, la distanza ottimale per esegui-
re misure no a 3000-4000Hz si trova tra i 10mm e i 15mm. Aumentando il
valore di φe si trova che la situazione descritta non cambia signicativamente
nché non si superano i 2◦ di sfasamento. In questo caso le curve per frequenze
diverse sono molto più spaziate ed è dicile identicare una distanza ottimale
su intervalli di frequenze di qualche kHz.
Diminuendo la dierenza di fase le curve si avvicinano e i minimi si spostano a
distanze minori. In questo caso la distanza ottimale si sposta verso i 5mm.
0.7
Simulazione
Previsione teorica
0.6
0.5
|1-e(I)| (dB)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
r (mm)
0.7
Simulazione
Previsione teorica
0.6
0.5
|1-e(I)| (dB)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30 35
r (mm)
0.7
Simulazione
Previsione teorica
0.6
0.5
|1-e(I)| (dB)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 5 10 15 20 25 30 35
r (mm)
0.45
Simulazione
Previsione teorica
0.4
0.35
0.3
|1-e(I)| (dB)
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40
r (mm)
1.1 Simulazione
Previsione teorica
1
0.9
0.8
|1-e(I)| (dB)
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0 5 10 15 20 25 30 35 40
r (mm)
0.2
Simulazione
0.18 Previsione teorica
0.16
0.14
0.12
|1-e(I)| (dB)
0.1
0.08
0.06
0.04
0.02
0
0 5 10 15 20
r (mm)
dell'errore, mentre per sfasamenti più piccoli di 0.1° a distanze minori di 10mm
l'errore casuale domina sullo sfasamento.
Anche errori minori del 5% dominano sulla dierenza di fase per φe < 0.1°.
Nella gura 2.14 si può vedere come la presenza dell'errore casuale alza l'errore
nella zona del minimo teorico. In questo modo diventa poco rilevante il posizio-
nare i microfoni alla distanza corrispondente al minimo errore teorico, dato che
no a 15mm l'errore non cresce signicativamente.
É stato mostrato come sia possibile valutare la distanza ottimale tra i due mi-
crofoni di pressione trovando il minimo della curva di errore sulla misura dell'in-
tensità. Il procedimento illustrato non permette di determinare univocamente
una distanza ottimale, dato che non sempre si conosce a priori lo sfasamento dei
microfoni e che le curve di errore dipendono dalla frequenza dell'onda misurata.
Utilizzando le considerazioni e le simulazioni fatte nelle sezioni precedenti è pos-
sibile identicare un intervallo di distanze nel quale è conveniente posizionare
i microfoni. Si supponga che, in generale, lo sfasamento dei microfoni non sia
molto più grande di 1°. Nel caso che i microfoni in uso abbiano uno sfasamento
da 0.1° a 1° o di poco maggiore, l'errore casuale non inuisce troppo e si pos-
sono utilizzare le curve teoriche. Per frequenze no a 3000/4000Hz la distanza
ottimale si trova tra i 10mm e i 15mm.
Nel caso i microfoni avessero dierenze di fase minori di 0.1° l'errore casuale
dominerebbe su quello dovuto alla fase, rendendo poco utile l'individuazione
del minimo delle curve di errore. In questo caso si dovrebbe utilizzare il cri-
terio δ < 0.83, che porterebbe ancora alla conclusione di utilizzare distanze di
10/15mm.
La distanza di 12mm generalmente utilizzata5 risulta, quindi, un buon compro-
messo che permette di tenere sotto controllo l'errore senza conoscere lo sfasa-
mento dei microfoni. Nel caso si vogliano fare misurazioni a basse frequenze,
sotto i 100Hz, è necessario utilizzare sonde con microfoni distanziati di 50mm
per restare sotto 1dB di errore.
Le curve dell'errore possono essere utilizzate per stimare l'intervallo di frequen-
ze osservabili con la sonda in una determinata congurazione. Per esempio, nel
caso di sfasamento dell'ordine di 0.5°, dalla gura 2.7 si può notare come l'errore
sulle frequenze minori di 300Hz superi i 0.5dB che indica un errore signicativo
per basse frequenze.
37
CAPITOLO 3. PROCESSO DI CALIBRAZIONE 38
Campo reattivo Nel caso di campo reattivo la funzione K(ω) si calcola nello
stesso modo. Per calcolare la funzione Γ(ω) si utilizza la relazione 1.45.
Si acquisiranno le risposte all'impulso sia col tubo aperto che chiuso. Si calcola
il rapporto delle due risposte nello spazio delle frequenze, che equivale a trovare
l'impedenza Z(ω) nei due casi. Dato che la media geometrica delle due impe-
denze deve essere uguale all'impedenza caratteristica, la funzione Γ(ω) si calcola
come: p
Za (ω)Zc (ω)
Γ(ω) = (3.7)
Zo
Dove Za e Zc indicano l'impedenza per tubo aperto e chiuso.
Per calibrare le misure ottenute dalla sonda si procede nel seguente modo. De-
nite sp (t) e sv (t) le misure scalibrate ottenute dalla sonda, si convertono in
unità siche:
Pa
p(t)[P a] = sp (t)[U a]α (3.8)
Ua
−1
ms
v(t)[ms−1 ] = sv (t)[U a]β (3.9)
Ua
2 Si veda appendice A
CAPITOLO 3. PROCESSO DI CALIBRAZIONE 40
Le misure sono state eettuate all'interno del laboratorio Larix, presso il dipar-
timento di Fisica dell'Università di Ferrara. Il laboratorio consiste in un tunnel
di cemento lungo circa 100 m. L'ambiente è acusticamente isolato dall'esterno
e non ci sono fonti di rumore signicative. All'interno del tunnel è installato
un tubo di sospeso in aria con degli appositi sostegni. Il tubo è costituito da
41
CAPITOLO 4. CALIBRAZIONE DELLE SONDE P-P E P-V 42
(a)
Figura 4.2: Sonda p-p montata su scheda e collegata alla guida d'onda anecoica.
(a) (b)
Figura 4.3: Particolare del trasduttore di velocità della sonda p-v (sinistra),
sonda Microown PU Match PTN0 (destra). [[Rif. 10]]
audio tramite cavi RCA stereo. I microfoni utilizzati sono due microfoni a
condensatore Knowles TM-24546-C36. I microfoni hanno una sensibilità
di -55dB ± 2 (relativa a 1V/0.1Pa) tra i 200Hz e i 5000Hz, con una calo
no a -60dB sotto i 200Hz.
Sonda p-v:
La sonda p-v impiegata è la Microown PU Match PTN0. La sonda è
costituita dal microfono di pressione MEMS Invensens INMP411, con una
sensibilità nominale di 21dB ± 1 (mV/Pa) no a 10kHz, e dal trasduttore
di velocità. La sonda è collegata a un condizionatore di segnali Microown
che ha in uscita due canali, uno per la velocità e uno per la pressione.
Questi due canali possono essere collegati direttamente alla scheda audio
per l'acquisizione delle misure con MatLab. Il microfono di pressione
presenta una curva di sensibilità piatta no a circa 6kHz, mentre per
il trasduttore di velocità la curva di sensibilità dierisce sensibilmente da
quella di pressione, scendendo rapidamente sotto i 100Hz e sopra i 1000Hz.
Le sonde sono state montate sulla guida d'onda tramite un supporto che per-
mette l'inserimento contemporaneo delle due sonde. Dato che i driver della
scheda audio permettevano a MatLab di utilizzare un massimo di due canali
contemporaneamente, le sonde sono state connesse una alla volta durante la ca-
librazione. In base alle misure da eettuare durante il processo di calibrazione
è stata collegata alle due entrate della scheda audio la sonda p-p o la sonda p-v.
1.1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
Rumore bianco
Risposta all'impulso
0.3
0.2
0.1
Rumore bianco
Risposta all'impulso
1.2
0.8
0.6
0.4
0.2
0
102 103 104
Frequenza (Hz)
0 A
R
-5
10log(| |) -10
-15
-20
-25
-30
0
A
-0.5 R
-1
-1.5
Fase (°)
-2
-2.5
-3
-3.5
10
10log(K)
-5
-10
-15
-20
-25
-30
102 103 104
Frequenza (Hz)
a] ;
[P a]
α = 2.85 [U
−1
[U a] .
β = 2.13 [ms ]
10log(|Z/413rayls|)
-5
Calibrazione R
Calibrazione A
-10
No calibrazione
-15
102 103
Frequenza (Hz)
-50
Fase(Z) (°)
Calibrazione R
Calibrazione A
-100
No calibrazione
-150
-200
102 103
Figura 4.9: Modulo e fase dell'impedenza misurata con la sonda p-p, corretta
con le funzioni di correzione determinate in campo attivo e reattivo.
taratura varia in maniera non trascurabile, ciò risulta in un errore casuale sulla
misura dell'impedenza calibrata. Testare la curva di calibrazione su un campo
acustico noto è importante per valutare se i parametri di taratura riportano
l'impedenza al valore atteso. Inoltre dalla discrepanza dal valore atteso si può
avere una stima dell'errore sulle misure di impedenza eettuate con la sonda
calibrata.
La fase delle misure di impedenza calibrate è vicina a 0°, come previsto per
un campo di onde piane in cui pressione e velocità sono in fase. La curva di
calibrazione che dà risultati migliori è quella ottenuta in campo attivo, infatti la
calibrazione ottenuta in campo reattivo è meno uniforme e ha più dipendenza
dalla frequenza. Ciò è dovuto anche al fatto che anche il rumore bianco è stato
acquisito nel tubo in modalità anecoica, come la curva ΓA .
Fuori dall'intervallo di correlazione, circa a 8kHz, la calibrazione perde eca-
cia, come si vede anche in gura 4.9. Osservando la curva di impedenza non
calibrata si può capire perché è essenziale calibrare la sonda per eseguire misure
su tutto l'intervallo di coerenza. Infatti, a parte la zona tra 2kHz e 3.5kHz, il
modulo dell'impedenza non calibrata presenta un andamento totalmente diverso
da quello atteso ed è sempre presente uno sfasamento tra pressione e velocità.
CAPITOLO 4. CALIBRAZIONE DELLE SONDE P-P E P-V 51
1 Livello di pressione sonora, denito come 20log10 ( ppo )[dB], con po = 20µP a (RMS)
CAPITOLO 4. CALIBRAZIONE DELLE SONDE P-P E P-V 52
Rumore bianco
Risposta all'impulso
5
-5
10log(|Z( )|)
-10
-15
-20
-25
102 103
Frequenza (Hz)
Figura 4.10: Sonda p-v: Impedenza in funzione della frequenza calcolata con il
rumore bianco (blu) e la risposta all'impulso (rosso) nel caso di guida d'onda
anecoica, con altoparlante regolato per avere un livello di pressione sonora di
88dB SPL misurato per un campo di onde piane progressive a 1kHz.
CAPITOLO 4. CALIBRAZIONE DELLE SONDE P-P E P-V 53
Rumore bianco
Risposta all'impulso
0
10log(|Z|)
-5
-10
-15
-20
102 103
Frequenza (Hz)
Figura 4.11: Sonda p-v: Impedenza in funzione della frequenza calcolata con il
rumore bianco (blu) e la risposta all'impulso (rosso) nel caso di guida d'onda
anecoica, con altoparlante regolato per avere un livello di pressione sonora di
75dB SPL misurato per un campo di onde piane progressive a 1kHz.
20
93 dB
75 dB
15
10
10log(|Z|)
-5
Figura 4.13: Sonda p-v: Impedenza calcolata con la risposta all'impulso con
altoparlante regolato per avere un livello di pressione sonora di 93dB SPL e
75dB SPL misurato per un campo di onde piane progressive a 1kHz..
1.2
0.8
0.6
0.4
0.2
In gura 4.14 e 4.15 sono gracate le funzioni di calibrazione per la sonda p-v
ottenute con la calibrazione a 75dB. La calibrazione eettuata in campo attivo
è più stabile rispetto a quella in campo reattivo. Questo può essere dovuto al
CAPITOLO 4. CALIBRAZIONE DELLE SONDE P-P E P-V 55
fatto che nel caso di campo reattivo sono presenti nel tubo massimi e minimi
per velocità e pressione, secondo le equazione ricavate nella sezione 1.2.6, che
si spostano nel tubo in funzione della frequenza dell'onda. Quando i massimi o
i minimi si trovano nel punto in cui è presente la sonda potrebbero presentarsi
alterazioni nell'impedenza dovute alla dierente sensibilità dei trasduttori, co-
me accade tra l'impedenza misurata sul rumore bianco e quella misurata sulla
risposta all'impulso. Infatti, tra 200Hz e 1kHz il discostamento di ΓR da ΓA
sembra presentare una periodicità in funzione della frequenza, che potrebbe es-
sere legata alle frequenze per le quali i massimi o i minimi si trovano sulla sonda.
a] ;
[P a]
α = 1.32 [U
−1
[U a] .
β = 0.0059 [ms ]
20
15
10
5
10log(K)
-5
-10
-15
102 103
Frequenza (Hz)
10
0
A
10log(| |)
R
-5
-10
-15
-20
-25
102 103
Frequenza (Hz)
150
100
A
50
R
Fase (°)
-50
-100
-150
102 103
Frequenza (Hz)
10
0
A
10log(| |)
R
-5
-10
-15
-20
102 103
Frequenza (Hz)
150
100
A
50
R
Fase (°)
-50
-100
-150
102 103
Frequenza (Hz)
10
-20
-30
A
-40
R
No calibrazione
-50
102 103
Frequenza (Hz)
100
50
0
Fase (°)
-50
-100 R
No calibrazione
-150
102 103
Frequenza (Hz)
Figura 4.17: Modulo e fase dell'impedenza misurata dalla sonda p-v sul rumore
bianco nella guida d'onda anecoica, con le correzioni ricavate in campo attivo e
reattivo.
É stato dimostrato che è possibile calibrare una sonda p-p con lo stesso proce-
dimento utilizzato per una sonda p-v. Il processo di calibrazione, applicato alla
misura di prova del rumore bianco, restituisce risultati compatibili per le due
sonde. In entrambi i casi la misura di impedenza calibrata è compatibile con
l'impedenza attesa per il campo acustico di riferimento. Inoltre è stata mostrata
l'importanza della calibrazione, dato che le misure di impedenza non calibrate
non sono compatibili con i valori attesi.
CAPITOLO 4. CALIBRAZIONE DELLE SONDE P-P E P-V 59
La sonda p-v ha mostrato una precisione migliore della p-p, dato che applicando
la taratura le misure ottenute con la p-p presentavano un piccolo errore sistema-
tico. In generale, la taratura della sonda p-v è più stabile, mentre i parametri
di taratura della p-p sono più aetti da errore casuale. La calibrazione della
sonda p-p ha permesso di ottenere un andamento dell'impedenza compatibile
con quello atteso no a circa 7kHz. Anche se la calibrazione applicata al campo
di riferimento si è rivelata ecace no a questa frequenza, bisogna tenere conto
che sopra 4kHz l'errore sistematico della sonda p-p diventa rilevante, superando
0.5dB sulle misure di intensità. Perciò, le misure eseguite con la sonda p-p al
di sopra di 4kHz saranno aette da un errore rilevante. La calibrazione della
sonda p-v è, invece, più sensibile al volume dell'altoparlante. Eettuando una
calibrazione a 75dB, riferiti al tono a 1kHz, la curva di calibrazione riporta l'im-
pedenza al valore atteso no a 4kHz circa. Alzando il volume, la calibrazione
diventa meno precisa sotto 1kHz, ma le curve di calibrazione possono essere
usate no a 7kHz. Non è stato possibile valutarne l'ecacia no a questa fre-
quenza, perché al di sopra di 4-5kHz le misure di pressione e velocità eettuate
sul rumore bianco non sono più correlate.
Un vantaggio della sonda p-p è costituito dal fatto che, se si utilizzano due mi-
crofoni identici, la sensibilità della sonda è molto stabile al variare dell'intensità
del campo sonoro, a dierenza della sonda p-v. Questa dipendenza si è tradotta
in una minore ecacia della funzione di calibrazione ottenuta in campo reattivo,
che risulta più accurata per la sonda p-p.
In conclusione, è possibile calibrare e utilizzare la sonda p-p nelle stesse con-
dizioni della sonda p-v. L'intervallo di frequenze misurabili con la sonda p-p
è minore, dato che sopra 4kHz l'errore intrinseco dovuto alla struttura della
sonda diventa rilevante, mentre le curve di calibrazione della sonda p-v possono
essere utilizzate no a 7kHz. Nell'intervallo di frequenze nel quale la sonda p-p
è operativa le misure sono compatibili con quelle della sonda p-v e, in alcuni
casi, la calibrazione è più adabile.
Capitolo 5
Microfoni a interferometria
ottica
In questo capitolo verrà presentato un nuovo tipo di trasduttore di pressione
recentemente sviluppato, basato sull'interferometria ottica, che permette di mi-
surare la pressione acustica dalle variazioni dell'indice di rifrazione ottico del
mezzo. Le caratteristiche di questo microfono sono molto diverse da quelle dei
tradizionali trasduttori di pressione e le applicazioni sono ancora in fase di svi-
luppo. Dato che in questa tesi sono state valutate le caratteristiche delle sonde
p-p ed è stato dimostrato che, con una opportuna calibrazione, risultano ecaci
per le misure di tipo intensimetrico, si valuteranno le possibili caratteristiche di
una sonda p-p costituita da microfoni a interferometria.
60
CAPITOLO 5. MICROFONI A INTERFEROMETRIA OTTICA 61
n = 1 + K0 N (5.2)
Dove k è una costante. Denendo il numero di elettroni per atomo ne , si
può esprimere la densità di elettroni in funzione della densità di atomi N :
Ne = ne N (5.3)
La densità degli atomi può essere espressa in funzione della densità del mezzo
nel seguente modo:
ρ ρNa
N= = (5.4)
ma mmol
Dove ma e mmol sono rispettivamente la massa atomica e la massa molare
del mezzo, Na è il numero di Avogadro. Si ottiene una dipendenza dell'indice
di rifrazione del tipo:
n = 1 + Kρ (5.5)
Questa dipendenza, a parte fattori correttivi che tengono conto della presen-
za di CO2 e di vapore acqueo nell'aria, è in accordo con le formule semi-empiriche
sopracitate. Ai ni dell'applicazione di questa formula a misure acustiche non
sarà necessario conoscere il valore della costante K .
acustica
p = ρ o c2 s (5.7)
La 5.5 permette di esprimere l'indice di rifrazione in funzione della densità,
e quindi in funzione della variabile s. In questo modo, con la 5.7 si possono
mettere in relazione l'indice di rifrazione del mezzo e la pressione acustica.
Denendo no , l'indice di rifrazione del mezzo non perturbato dal campo acustico:
no = 1 + kρo (5.8)
E calcolando ρ in funzione di s:
ρ = ρo (s + 1) (5.9)
Si può esprimere l'indice di rifrazione come:
∆n = s(no − 1) (5.11)
Esiste quindi una relazione di proporzionalità che lega la variazione di indice
di rifrazione ai parametri acustici del campo. In questo modo, ∆n può essere
considerato come una variabile acustica, che si propaga nel mezzo secondo l'e-
quazione d'onda.
Utilizzando la 5.7 si può calcolare la pressione:
ρo c2
p= ∆n (5.12)
no − 1
5 [Rif. 9]
6 [Rif. 5]
Capitolo 6
Conclusioni
Nel capitolo 1 di questa tesi sono state descritte le basi teoriche dell'acustica
lineare, con lo scopo di delineare le grandezze siche che caratterizzano i campi
acustici e le relazioni che intercorrono tra di loro. Linearizzando le equazioni
che descrivono la perturbazione del mezzo acustico è stato possibile scrivere
l'equazione d'onda di d'Alembert per la condensazione adiabatica s, la pressione
acustica p e la velocità della particella acustica v . Dalle equazioni che descrivono
il mezzo acustico sono state ricavate delle relazioni tra le tre grandezze. In
particolare, la componente di v lungo una direzione ssata,vr , e p sono legate
dall'equazione dierenziale:
∂vr 1 ∂p
=− (6.1)
∂t ρo ∂r
Che verrà applicata per misurare la velocità con la sonda p-p.
A partire dalle tre grandezze v , p e s, sono state ricavate l'impedenza d'onda Z e
le grandezze energetiche, che descrivono la propagazione dell'energia nel mezzo
acustico. Al ne della calibrazione delle sonde intensimetriche sono state stu-
diate le caratteristiche di un campo unidimensionale di onde piane progressive
e regressive. Nel caso di onde progressive l'impedenza è costante nello spazio e
dipende solo dalle caratteristiche del mezzo, in questo caso l'impedenza è chia-
mata impedenza caratteristica Z0 . Denendo la linea di trasmissione acustica,
nel caso pratico un tubo isolato da disturbi esterni e un altoparlante collegato
a una delle estremità, sono state scritte le equazioni che descrivono la pertur-
bazione acustica all'interno della linea, caratterizzata dalla sovrapposizione di
un'onda piana progressiva e una regressiva, con diversa ampiezza. Le equazioni
della linea di trasmissione richiedono come condizione al contorno il valore di
ampiezza di p e v a un'estremità del tubo. Lasciando aperta un'estremità del
tubo o chiudendola con una terminazione rigida si ottengono due diverse con-
dizioni al contorno. In ognuno dei due casi l'impedenza dipende dalla variabile
spaziale nella direzione del tubo, moltiplicando l'impedenza del tubo aperto Za
e quella del tubo chiuso Zc si ottiene che, indipendentemente dalla posizione
lungo il tubo:
65
CAPITOLO 6. CONCLUSIONI 66
Za Zc = Z02 (6.2)
Questa uguaglianza verrà sfruttata per calibrare la sonda.
Studiando la conservazione dell'energia nel mezzo acustico, nel caso unidimen-
sionale, è stata denita l'intensità I = pv , che descrive il usso di energia per
unità di tempo e di supercie nel mezzo. La denizione dell'intensità mostra
come sia necessario conoscere sia p che v per eettuare misure di tipo energetico
sul campo acustico.
Nel capitolo 2 è stato descritto il funzionamento delle sonde intensimetriche p-p
e p-v, utilizzando la teoria sviluppata nel capitolo 1 per calcolare gli errori siste-
matici dovuti alla struttura delle sonde stesse. In particolare, è stato descritto il
funzionamento della sonda p-p, che permette di calcolare la velocità acustica nel
punto medio tra due microfoni. Per ottenere v si approssima l'equazione 6.1 al
caso nito: conoscendo la pressione acustica in due punti a distanza nita ∆r si
approssimano i dierenziali a dierenze nite. Integrando nel tempo si ottiene
vr , la componente della velocità della particella acustica lungo la direzione che
congiunge i microfoni:
ˆ t
1
vr (t) = − ∆p(τ )dτ (6.3)
ρo ∆r −∞
Risposta all'impulso
Dato un sistema dinamico lineare tempo-invariante e un segnale x(t) in entrata,
il segnale in uscita dal sistema è denito come:
ˆ ∞
y(t) = x(τ )h(t − τ )dτ = x(t) ⊗ h(t) (A.1)
0
69
Appendice B
Codice utilizzato
Si riportano di seguito gli script utilizzati sul programma MatLab.
Per le simulazioni sull'errore è stato usato il seguente script.
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % Simulazione dell ' errore sull ' intensità per sonda p - p
su onda piana
F =44100;
c =343.8;
N =300; % numero di elementi del vettori della
simulazione
T =1/ F ;
rho =1.225; % densità aria
R =0; % coefficiente di riflessione
dx =0.0001:(0.050 -0.0001) /( n -1) :0.050; % vettore dei
valori di spaziatura
f =1000; % frequenza onda
sgauss =0.05; % dev relativa rumore gaussiano
fase =0.1*2* pi /360; % fase in radianti
for j =1: n
p1 = p1 + exp (1 i *( w ( n ) * t ) ) + R * exp (1 i *( w ( n ) * t ) ) ;
p2 = p2 + exp (1 i *( w ( n ) *t - k ( n ) * dx ( j ) + fase ) ) + R * exp
(1 i *( w ( n ) * t + k ( n ) * dx ( j ) + fase ) ) ;
% p esatta nel punto medio
pt = pt + exp (1 i *( w ( n ) *t - k ( n ) * dx ( j ) /2) ) + R * exp (1 i
*( w ( n ) * t + k ( n ) * dx ( j ) /2) ) ;
% velocità esatta nel punto medio
vt = vt + (1/( rho * c ) ) *(( exp (1 i *( w ( n ) *t - k ( n ) * dx ( j )
/2) ) ) - R * exp (1 i *( w ( n ) * t + k ( n ) * dx ( j ) /2) ) ) ;
% % calcolo della velocità
v =1: length ( p1 ) ;
70
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 71
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
pause ( length ( sweep ) * T ) ;
datisw = getaudiodata ( rec ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% acquisizione 1 kHz per taratura
t =0: T :200000* T ;
sign = sin (2* pi *1000* t ) ;
playerS = audioplayer ( sign , Fs ,16 ,4) ; % segnale a tono
fisso 1 kHz
% registrazione
record ( rec , length ( sign ) * T ) ;
play ( playerS ) ;
pause ( length ( sign ) * T ) ;
dati = getaudiodata ( rec ) ;
scalibBK = rms ( dati (: ,1) ) ; % segnale non tarato
pcalibBK = scalibBK * alphaBK ; % segnale tarato
waitfor ( msgbox ( ' Acquisizione tono 1 kHz per taratura
completata ') ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % acquisizione spettro impulso pp
pause (2) ;
waitfor ( msgbox ( ' Collegare sonda pp per calibrazione
anecoica e premere ok ') ) ;
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 73
%K
if length ( prif ) >= length ( p )
prif = prif (1: length ( p ) ) ;
else
p = p (1: length ( prif ) ) ;
end
window =1024;
overlap =0.5;
fcal =1000;
prifp =[ prif , p ]; % matrice a due colonne da passare a
ircalc
irprifp = ircalc ( prifp , swinv ) ;
[ Kw , f ]=( tfestimate ( irprifp (: ,2) , irprifp (: ,1) , window ,
floor ( window * overlap ) ,[] , Fs , ' onesided ') ) ; %
impedenza ( w ) con funz trasf
Kwpp = abs ( Kw ) ;
fc = f999 ( end ) ;
end
%G
% calcolo funzione di trasferimento pressione / velocità
window =1024;
overlap =0.5;
pv =[ p , v ]; % matrice a due colonne da passare a ircalc
irpv = ircalc ( pv , swinv ) ;
[ Zw , f ]=( tfestimate ( irpv (: ,2) , irpv (: ,1) , window , floor (
window * overlap ) ,[] , Fs , ' onesided ') ) ; % impedenza ( w )
con funz trasf
Zwanepp = Zw ;
% calcolo G
Gwanepp = Zwanepp / Zt ;
Gwanepp = Gwanepp / Gwanepp ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
calibrazione Gpp anecoica ' , ' nome file ') ;
save ( nome {1} , 'p ' , 'v ' , ' irpv ' , ' Zwanepp ' , ' Gwanepp ' , 'f ') ;
waitfor ( msgbox ( ' Calcolo K e G per pp in caso anecoico
completato ') ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% acquisizione 1 kHz per taratura
% registrazione
record ( rec , length ( sign ) * T ) ;
play ( playerS ) ;
pause ( length ( sign ) * T ) ;
dati = getaudiodata ( rec ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % acquisizione spettro impulso pv
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
pause ( length ( sweep ) * T ) ;
datisw = getaudiodata ( rec ) ;
% pressione e velocità
p = datisw (: ,1) ;
v = datisw (: ,2) ;
p = p (2: end ) ;
v = v (2: end ) ;
% % calcolo funzioni K e G per la sonda pv
%K
p_ = p ;
if length ( prif ) >= length ( p )
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 76
%G
% calcolo funzione di trasferimento pressione / velocità
window =1024;
overlap =0.3;
pv =[ p , v ]; % matrice a due colonne da passare a ircalc
irpv = ircalc ( pv , swinv ) ;
[ Zw , f ]=( tfestimate ( irpv (: ,2) , irpv (: ,1) , window , floor (
window * overlap ) ,[] , Fs , ' onesided ') ) ; % impedenza ( w )
con funz trasf
Zwanepv = Zw ;
% calcolo G
Gwanepv = Zwanepv / Zt ;
Gwanepv = Gwanepv / Gwanepv ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
calibrazione Gpv anecoica ' , ' nome file ') ;
save ( nome {1} , 'p ' , 'v ' , ' irpv ' , ' Zwanepv ' , ' Gwanepv ' , 'f ') ;
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 77
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% acquisizione 1 kHz per taratura
% registrazione
record ( rec , length ( sign ) * T ) ;
play ( playerS ) ;
pause ( length ( sign ) * T ) ;
dati = getaudiodata ( rec ) ;
% dati
p = dati (: ,1) ;
v = dati (: ,2) ;
% taratura
alphapv = pcalibBK / rms ( p ) ; % taratura pressione
betapv = pcalibBK /( Z * rms ( v ) ) ; % taratura velocità
waitfor ( msgbox ( ' Tono a 1 kHz per taratura sonda pv
acquisito ') ) ;
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% salvataggio fattori taratura
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% % Calibrazione in campo reattivo
% % Sonda pp
Zmpv = Zwapp .* Zwcpp ;
Gwreatpp = Zmpv / Zt ;
Gwreatpp = Gwreatpp / Gwreatpp ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
calibrazione Gpp reattiva ' , ' nome file ') ;
save ( nome {1} , ' Gwreatpp ' , 'f ') ;
% % Sonda pv
Zmpv = Zwapv .* Zwcpv ;
Gwreatpv = Zmpv / Zt ;
Gwreatpv = Gwreatpv / Gwreatpv ( indt ) ; % normalizzazione
nome = inputdlg ( ' Inserire nome file per dati
APPENDICE B. CODICE UTILIZZATO 79
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
Le funzioni richiamate nello script per calcolare i vettori Zw, ossia l'impe-
denza, si basano sulla funzione tfestimate di MatLab. Di seguito si riporta un
esempio, le altre funzioni svolgono funzioni analoghe.
% %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
function [ Zw , f ] = misuraZw ( Freqm , FreqM , Dt ) % min max
freq e durata sweep
% % acquisizione
Fs =44100;
T =1/ Fs ;
vol =1;
rec = audiorecorder ( Fs ,16 ,2 ,1) ; %l ' ultimo è l ' ID del
dispositivo
[ sweep , swinv ]= signalgen ( Freqm , FreqM , Dt , Fs ) ; % sweep e
trasformata della sweep inversa ( w ) , freq min max e
durata ( s )
player = audioplayer ( sweep * vol , Fs ,16 ,4) ; %l ' ultimo è l ' id
del riproduttore
% registrazione sweep
record ( rec , length ( sweep ) * T ) ;
play ( player ) ;
pause ( length ( sweep ) * T ) ;
datisw = getaudiodata ( rec ) ;
81