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Per tolleranza si intende un atteggiamento di rispetto e indulgenza nei confronti di idee e

condizioni altrui. Tolleranza è un concetto che vive da sempre con noi ma che secondo il mio
parere nessuno è in grado di interpretare e rendere proprio. Al solo nome ‘’tolleranza’’ viene in
mente il dio, la religione e tutto ciò che influisce sul rendere una persona ‘diversa’. Tolleranza o
non tolleranza sono conseguenze di diversità alle quali purtroppo non si può sfuggire. Ma
l’aggettivo ‘’diverso’’ è un’ invenzione del tutto umana. Tutti gli esseri viventi possiedono pregi e
difetti, virù proprie e caratteristiche proprie, un cervello proprio che fa elaborare la realtà in
maniera differente; ognuno è artefice dei propri principi, principi sui quali fonda la sua vita. Ma
sentirci diversi, quasi superiori è forse un atteggiamento egoistico, un atteggiamento proprio di chi
fonda la sua vita su un integralismo che lo porta a non condividere idee differenti. La diversità
quindi non sfocia nel rifiuto del prossimo come la nostra società ci porta a credere, la diversità è la
caratteristica per eccellenza di noi esseri viventi allo stesso tempo accomunati da numerose
affinità: siamo dotati di un’intelligenza, di razionalità e sta a noi formarci, educarci e crescere. La
crescita e l’accettazione del diverso, la messa in atto di un comportamento tollerante nel nostro
secolo sembra essere divulgata dalla scuola, dai mass media che al contrario insegnano che
intolleranza significa razzismo. Per esempio un cannibale nella nostra società non potrebbe
appunto essere tollerato. Come sosteneva Umberto Eco l’intolleranza è anche un fattore biologico,
tolleranti non si nasce e l’intolleranza non è intendere il prossimo come una minaccia. Per
sconfiggere l’intolleranza ci vuole un’educazione alla flessibilità per capire veramente la diversità e
più di ogni altra cosa contrattarla, anche con l’aiuto di chi accogliamo. A volte la tolleranza sembra
richiedere coraggio, non tutti, anzi nessuno, collaborano alla formazione di un mondo tollerante,
anche chi accogliamo con fiducia ne approfitta del buon senso e cerca di affermare come vere le
sue idee sull’altro, con violenza di tanti tipi: è ciò che succede ai nostri giorni, è un ritorno sempre
ad un problema di fondo che forse a differenza di quanto si insegna non può essere sradicato. Karl
Popper un filosofo, si pone un altro problema: tolleranza è tolleranza verso i non tolleranti?
Secondo lui ‘’La tolleranza illimitata deve portare alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo
l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una
società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti, e la
tolleranza con essi.” Il pensiero di Popper è un paradosso ed esprime che per difendere la
tolleranza bisognerebbe non tollerare gli intolleranti. La contrapposizione di tolleranti e
intolleranti è un paradosso, una questione basata principalmente su una contrapposizione tra
‘’pensiero forte’’ di coloro che ribadiscono l’importanza di riscoprire le nostre radici culturali e
‘’pensiero debole’’ di chi asseconda l’idea del multiculturalismo, sbagliato secondo il mio parere se
non vige un minimo di rispetto reciproco.

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