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ambiente maestro r ambiente: arredi e relazioni

figure storiche r maria antonietta paolini

dal mondo r celma pinho perry

hands on r boboto
settembre 2016 | 9772421440x:7; issn 2421-440x | www.fondazionemontessori.it

momo
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rivista trimestrale gratuita sul mondo montessori

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<

Immagine di copertina:
Bambini al lavoro presso la scuola
Montessori di Borgomanero, editoriale
Novara.

Una comunità educante

A
Abito in un luogo bellissimo, tra laghi e monta-
gne, borghi da cartolina e cittadine molto vivibili.
La punta del Piemonte, al confine con la Svizzera.
  Milano dista abbastanza da non poter essere
un polo di riferimento. Siamo 160.000 abitanti
distribuiti in 77 comuni, alcuni piccolissimi cen-
tri di montagna, il capoluogo “conta” 30.000 abi-
tanti. Una comunità piccola, frammentata, con
distanze a volte importanti per rendere agevole
l’incontro, il confronto, il progettare qualsiasi
soluzioni, difficoltà, risorse sono stati per molte
colleghe il luogo dove portare e trovare un con-
fronto indispensabile per sentirsi parte di una
rete che è scambio ma anche rassicurazione, pro-
tezione.
  Da pochi mesi è nata anche la Rete genitori
Scuole Montessori Alto Piemonte, su iniziativa di
un gruppo di mamme e papà delle diverse real-
tà territoriali che hanno ben compreso il valore
aggiunto di un confronto tra gruppi e scuole di-
cambiamento di respiro provinciale. verse, che hanno assunto come proprio l’arricchi-
  Quando quattro anni fa ho parlato con il primo mento dato dalla condivisione anche a distanza
dirigente scolastico per proporre l’avvio di un’e- (e qui i social network svelano il loro lato davvero
sperienza montessoriana non c’era nessun ele- virtuoso) di articoli, video, riflessioni, esperienze,
mento che potesse far pensare a ciò che abbiamo materiali.
di fronte oggi: 14 plessi di scuola dell’infanzia e   Una comunità educante in pochissimi anni si
primaria che a settembre riaprono le porte per il è costituita, aggregando persone che avevano in
terzo anno scolastico montessoriano accoglien- comune alcune domande e forse qualche sogno.
do 450 bambini affidati a 37 insegnanti diversi. A Insegnanti, dirigenti, genitori e anche qualche
rendere possibile questo racconto è l’autonomia amministratore che cautamente stavano tentan-
scolastica che permette l’arricchimento dell’offer- do percorsi più centrati sui bisogni di apprendi-
u ta formativa secondo gli orientamenti pedagogici mento e di crescita dei bambini, hanno trovato
e didattici che ciascuna scuola può individuare nelle nostre aule montessoriane l’occasione per
momo 7 come condivisi dagli organi collegiali. Il percorso camminare a passo più spedito, applicando i
Online a settembre 2016 su www.issuu.com/fmi.momo è stato accompagnato dalla formazione di Fon- principi del metodo che chiede a tutti gli adulti
9772421440x:7; issn 2421-440x dazione Montessori, distribuita su un triennio e di agire concretamente perché ciascun bambino
conclusasi a giugno 2016 con l’esame finale. Fino possa godere della libertà e della fiducia necessa-
momo Mondo Montessori è una rivista pedagogica quadrimestrale a quel momento le esperienze in corso hanno rie per poter imparare e crescere secondo quanto
edita da Fondazione Montessori Italia. avuto carattere sperimentale, perché affidate ad già scritto dentro di lui, in un ambiente e con ma-
insegnanti ancora in formazione, da settembre teriali pensati intenzionalmente per eliminare gli
Direttore del Comitato Scientifico  Furio Pesci anche quell’aggettivo verrà messo da parte e la ostacoli al suo naturale sviluppo.
Direttore responsabile  Marco Cassisa Rete Montessori Alto Piemonte (Malpi) divente-
Direttrice editoriale  Martine Gilsoul rà davvero adulta.
Progetto grafico  Elisa Zambelli   In questi anni di avvio delle esperienze nei vari Sonia Coluccelli
plessi, le buone pratiche in aula e fuori hanno Insegnante, formatrice e coordinatrice Rete
rivista@fondazionemontessori.it | www.fondazionemontessori.it qualificato questo percorso ben oltre il solo mo- Scuole Montessori Alto Piemonte, Autrice del te-
mento formativo: gli appuntamenti mensili tra sto “Un’altra scuola è possibile?” ed. Leone Verde
© 2016 Fondazione Montessori Italia, tutti i diritti di riproduzione sono riservati. insegnanti per confrontare materiali, pratiche, sonia.coluccelli@fondazionemontessori.it

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editoriale
Una comunità educante 3
Sonia Coluccelli

ambiente maestro ambiente maestro


Ambiente: arredi e relazioni 5
Elisa Loprete

Ambiente:
figure storiche
La Maestra delle maestre: Maria Antonietta Paolini 9
Martine Gilsoul

dal mondo
Celma Pinho Perry: diventare educatori
Martine Gilsoul
12 arredi e relazioni
esperienze ―  Elisa Loprete
Per tutti i bambini? 15
Il metodo Montessori nell’attuale realtà multietnica Elisa Loprete • Pedagogista ed esperta nei processi
Laura Boggio e Lucia Barbaglia interculturali e nell’insegnamento della lingua italiana
come L2, dopo anni di lavoro in contesti interculturali, ha
esperienze ripreso e approfondito lo studio del Metodo Montessori.
Cerchiamo il LA– L’educazione musicale 0-6 20 Attualmente è impegnata con la Fondazione Montessori
tra E.E. Gordon e M. Montessori Italia nella progettazione di scuole e servizi educativi
Chiara Martinotti extrascolastici a Novara, e nella formazione.

esperienze
MatematicaMente Montessori 25
Morgana Medina e Sonia Zanola

saggio
Il metodo Montessori: precursore allo sviluppo 31
delle funzioni esecutive
Laura Franzini, Amelia Granese, Lucia Valbusa

strumenti
Dire, fare, documentare 36
Rossella Trombacco

hands on
Boboto: educazione, inclusività, innovazione 41
www.boboto.it

opinioni
L’educazione per cambiare il (mio) mondo 43
Iliana Morelli

blogging/laboratorio
Aquaticus, Aquarius, Aqualitus! 46
www.zeroseiblog.it

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<> frequentato una Casa dei Bambini: potendo con-   È stato comunque vissuto fin dal primo gior-
Nelle foto: la scuola primaria Convitto tare su un’aula ampia, abbiamo preferito inserire no vissuta come oggetto a disposizione di tutti,

P
Nazionale Carlo Alberto di Novara. un banco ed una sedia ciascuno, raggruppandoli i bambini erano spesso alla lavagna accanto agli
in due grandi isole. Questa scelta ci ha permesso insegnanti: quel supporto affascinante è stato uti-
di accogliere i bambini (e i genitori) in un ambien- lizzato per l’esercizio della scrittura, della numera-
te dai tratti riconoscibile e che riducesse lo stress zione o come superficie per disegnare con gessetti
emotivo dei primi giorni. bianchi o colorati. Infine un angolo riparato della
  I banchi sono stati in movimento tutto l’anno, classe ma ben visibile dall’ingresso dell’aula è stato

Preparare una ambiente scola- individualità, bambini che sono venuti a scuola
volentieri e famiglie che nel corso dell’anno han-
disposti dai maestri o dai bambini direttamente
in isole più piccole a seconda del tipo di materiale
dotato di un comodo e spazioso tappeto.
  Abbiamo voluto permettere a tutti di cambiare
stico in linea con i principi del Metodo Montesso- scelto e del numero dei compagni con cui lavo- al bisogno la posizione e lo sguardo, di lavorare
ri significa mettere a punto un disegno educativo no maturato una buona consapevolezza del pro- rare. A volte è stata scelta anche la disposizione fin dal primo giorno a terra con qualunque mate-
didattico complesso e articolato: un buon lavoro getto educativo e scolastico che avevano scelto. isolata di alcuni banchi quando qualche bambino riale, ragazzi e maestri.
di progettazione iniziale degli arredi e dei mate-   Le aule a disposizione della primaria del Con- preferiva potersi concentrare da solo su una atti-   I bambini hanno colto subito questa possibilità
riali esposti può rivelare la chiave di volta su cui vitto Nazionale erano capienti e luminose. Una vità, o magari quando era il maestro a consigliare e, individualmente o in gruppo, hanno lavorato
reggere l’esperienza dell’intero anno di scuola. pittura bianca si sposerebbe perfettamente con uno momento di lavoro individuale e di raccogli- sul pavimento per usare soprattutto quei mate-
  L’ambiente si fa “maestro” per i bambini insie- un progetto di scuola montessoriana: il bianco è mento. Questa scelta, a colpo d’occhio, ha ma- riali o quelle nomenclature che solo uno spazio
me agli insegnanti che possono comporre il set- essenziale, dà una sensazione di freschezza, mette terializzato la visione educativa di fondo per cui molto ampio poteva ben valorizzare.
ting della classe riferendosi sicuramente ai prin- in risalto la luce delle finestre, favorisce la concen- i bambini sono al centro della vita della scuola,   Il tappeto è stato lo spazio per il cerchio di
cipi pedagogici ma dando vita a qualcosa di unico trazione e convoglia molto bene l’attenzione sui protagonisti del loro percorso di crescita e di ap- apertura della giornata dove fare l’appello insie-
perché espressione della propria individuale pro- materiali a disposizione dei bambini. L’ambiente prendimento. Forte è stato fin da subito il richia- me, imparare a conoscersi, definire la data e il
fessionalità, della scuola e anche della comunità su cui abbiamo lavorato era stato appena tinteg- mo alla relazione reciproca e a far propria l’idea di tempo, dirsi come si stava e consegnare al gruppo
in cui la scuola è inserita. giato anche con colori vivaci e non era più possi- una dimensione collettiva dell’apprendere. qualche pensiero speciale. Il tappeto è stato an-
  Ma innovare la scuola oggi significa anche ri- bile imbiancarlo. Conservando l’imbiancatura per   In classe non è stata collocata, invece, una cat- che agorà per ospitare le “grandi lezioni” di cosmi-
uscire a conciliare l’ambizione di un grande pro- l’anno successivo, abbiamo quindi spostato l’at- tedra. Questa decisione è stata presa collegial- ca o per visualizzare poco per volta la tassonomia
getto pedagogico, con l’efficienza economica che tenzione sulla ricerca di arredi non solo funzionali mente e serenamente, ed ha delineato da subito in degli esseri viventi. Lo stesso oggetto è diventato
molto spesso ne determina la fattibilità stessa. ma che potessero “ammorbidire” quei colori. modo chiaro il ruolo “decentrato” degli insegnan- anche “rifugio” per quei bambini che durante il la-
  Non in tutti i contesti scolastici, oggi, è pos-   Il progetto degli arredi è stato orientato fin ti che sono sempre stati in movimento, accanto voro volevano prendersi un momento di pausa, di
sibile rinnovare tutto l’arredo e acquistare tutti dall’inizio alla creazione di angoli ben definiti: il alla lavagna per la “grande lezione”, tra i banchi solitudine, di riflessione o di osservazione.
i materiali Montessori: è però possibile studiare linguaggio, la matematica, l’educazione cosmica, insieme ai bambini, sui tavoli grandi o piccoli che   Altri arredi hanno completato l’ambiente
delle soluzioni creative e immaginare progetti l’espressione artistica e una biblioteca di classe. venivano formati nei momenti di lavoro oppure progettato per i bambini: scaffali per i materiali
di sviluppo dell’ambiente anche articolati su più   La predisposizione degli ambienti è stata fatta seduti sul tappeto. Con questa scelta abbiamo vo- Montessori, la cancelleria condivisa, i libri della
anni per non rinunciare all’innovazione didatti- valorizzando tutto quanto disponibile presso il luto costruire insieme agli insegnanti un’identi- biblioteca e il taccuino individuale, un sughero a
ca. In ultimo, preparare un ambiente non signifi- Convitto senza per questo dover rinunciare a quei tà di adulto “prossimo” ai bambini, parte di una parete per l’esperienza artistica, tutto sempre a
ca solo pensare ad arredi e materiali, ma significa principi del Metodo che abbiamo ritenuto fonda- comunità di apprendimento da accompagnare e disposizione dei bambini. Un ambiente, comun-
anche prestare attenzione al contesto relazionale mentali. Tra tutto, mi soffermo su quattro scelte sempre a disposizione in modo individualizzato. que, rivisto continuamente durante l’anno per
in cui i bambini si troveranno: oltre alla relazione significative che hanno fatto l’ambiente classe: il   È stata disposta in classe una lavagna che è ser- farne uno scenario il più rispondente possibile al
con gli insegnanti, è fondamentale curare la par- banco, la cattedra, la lavagna e il tappeto. vita quotidianamente per il momento della “gran- progetto educativo montessoriano e ai bisogni di
tecipazione della famiglia all’esperienza scolasti-   Tra i tanti banchi a disposizione abbiamo in- de lezione” di circa 8-10 minuti. tutti i bambini che lo hanno abitato.
ca dei propri figli. dividuato quelli più grandi, per mettere a dispo-   Non potendo contare sull’abitudine alla libera   Mi soffermo velocemente sulla relazione del-
  Con giugno 2016 si è concluso il primo anno sizione dei bambini piani di lavoro adatti all’uti- scelta che poteva essere educata in una Casa dei la scuola con la famiglia, essenziale alla buona
della Scuola Primaria presso il Convitto Naziona- lizzo del materiale Montessori con cui avrebbero Bambini, abbiamo scelto di individuare un mo- riuscita dell’esperienza scolastica: lavorare con i
le “Carlo Alberto” di Novara: esperienza che Fon- dovuto lavorare. Abbiamo scartato quelli con il mento nella giornata, solitamente dopo l’acco- bambini significa prendere in considerazione tut-
dazione Montessori Italia ha accompagnato con sottobanco che avrebbe generato un senso di glienza, in cui il maestro o la maestra potessero ta la famiglia, nei limiti della propria professione
una puntuale progettazione iniziale dell’ambien- “proprietà” e di attaccamento mentre l’idea che presentare ai bambini un argomento scelto di ma- di insegnante o Dirigente Scolastico, ed impe-
te e con una costante supervisione pedagogico volevamo promuovere era quella del banco non tematica, linguistica, cosmica o artistica. gnarsi a costruire una relazione di fiducia.
degli insegnanti. come “posto” ma come tavolo di lavoro in movi-   Poter avere un oggetto che catalizzasse l’atten-   In alcuni casi, per una famiglia, scegliere una
  I risultati sono bambini che hanno lavorato mento nella classe a seconda del bisogno. zione in questo momento era quindi fondamen- scuola Montessori è una buona intuizione che na-
con grande impegno ciascuno secondo la propria   Nessuno dei bambini della futura prima aveva tale e la lavagna poteva giocare questo ruolo. sce dal desiderio di dare una diversa opportunità

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momo 7 ambiente maestro

Martine Gilsoul • Maestra elementare, formata in


pedagogia all’Università di Liège e in metodo Montessori
(3-6) all’Università di Roma Tre, dottoranda in Filosofia
figure storiche dell’Educazione all’Università Salesiana, è formatrice
della Fondazione Montessori.

La Maestra delle maestre:


Maria Antonietta Paolini
1907–2000

«
―  Martine Gilsoul

La forza mi viene ancora dal


lavoro fatto con la Dottoressa sia del ’30 al ’39, sia qui
a Perugia tra il ’49 e il ’52. Può sembrare poco ma ce
ai figli, ma che non è sempre dettata dalla cono- getto educativo ma per presentare praticamente n’è di che riempire una vita se penso alla collaborazio-
scenza puntuale del Metodo o dall’esplicitazione tutti i materiali Montessori che sarebbero stati ne con lei, al mio legame nei suoi confronti, di allieva
di un patto formativo ben chiaro con la scuola. usati: i genitori hanno avuto la possibilità di ve- e di amica più giovane.»
  È quindi fondamentale permettere ai genitori dere come i bambini potessero partire, in tutti gli   Queste sono le parole di Maria Antonietta Pa-
di conoscere davvero l’esperienza che i bambini ambiti della conoscenza, da una esperienza sen- olini quando era avanti negli anni e dirigeva an-
fanno a scuola, anche quella parte di cui non ri- soriale e pratica, per arrivare al momento giusto cora con molto entusiasmo il Centro di Perugia.
mane traccia sul quaderno. alla fase dell’astrazione. È forse l’allieva che più a lungo è «vissuta in stret-
  Oltretutto i genitori spesso hanno frequentato   La scoperta dei materiali Montessori ha fatto ta filiale comunanza con la Montessori». A casa
una scuola non a Metodo e non hanno quindi i ri- di questi incontri delle autentiche ed emozionan- Montessori era chiamata «Pao». Quelli che l’han-
ferimenti necessari per poter immaginare e com- ti epifanie durante le quali i genitori hanno avuto no conosciuta la ricordano come una persona raf-
prendere la portata dirompente di un’esperienza la possibilità di entrare nel vivo del Metodo e di finata, gentile e molto competente nel lavoro.
educativa e didattica montessoriana. comprendere il lavoro dei propri bambini. A cor-   «Sono felice di avere speso la mia vita per questa
  Abbiamo quindi individuato alcuni momenti redo di questi incontri, alle famiglie è stato rega- idea. Quand’ero giovane mi piaceva andare in socie-
che si sono rivelati di forte impatto per le famiglie lato alla fine di ogni quadrimestre un cd che docu- tà, ballare, divertirmi. Tutto mi interessava. Stu-
e che ci hanno permesso di costruire un solido le- mentasse con fotografie la quotidianità a scuola. diavo con piacere, tanto che, quando nel 1925 presi
game tra scuola e famiglia fatto di conoscenza re-   Tutto questo lavoro ci ha permesso di costruire la licenza magistrale, non avevo ancora 18 anni. Poi
ciproca, di confronto e di scambio. e successivamente di rinforzare il legame di fidu- frequentai alcuni corsi di letteratura, di arte, di la-
  Tre incontri sono stati dedicati ad approfondire cia tra scuola e famiglia che è diventato parte in- vori manuali e volli anche iscrivermi a un corso di
i principi pedagogici montessoriani per sostenere tegrante dell’ambiente scolastico offerto ai bam- crocerossina, allora molto di moda in certi ambienti,
la continuità educativa scuola/famiglia. Abbiamo bini di questa primaria Montessori. 9 ma non ero soddisfatta. Non trovavo quello che vera-
scelto di utilizzare i due momenti assembleari di mente mi corrispondeva».
inizio quadrimestre non solo per illustrare il pro-   Nel 1930 decide di recarsi al corso tenuto da

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Montessori nella sala Borromini della Chiesa signor Pierson, trovammo a Laren una bella villa a
Nuova di Roma come uditrice, come facevano lungo disabitata, di affitto modesto, malgrado la sua
molto delle sue amiche. «Noi siamo qui per traccia- ampiezza e il giardino.»
re il percorso di un nuovo cammino, per riconoscere la   Sarà la prima volta che Maria Montessori darà
natura vera del bambino. Dobbiamo penetrare que- il suo nome a una scuola per «approfondire perso-
sta idea ed entrare in questo percorso.» nalmente il concetto di educazione come aiuto alla
  Venne colpita da questa frase pronunciata dalla formazione umana». La Paolini si ricorda di Laren
Montessori e dalla visione nuova del bambino che come di una «fucina di esperienze e di idee, un’iso-
sentiva presentata e decise di iscriversi al corso, la felice. Era entusiasmante lavorare con i bambini
contro il parere dei suoi genitori. Ricorda anche: e poi con lei approfondire. La sera, quando tornavo
«Un giorno ci stavamo esercitando sul filo quando la a casa, sempre mi chiedeva che cosa fosse successo di
Dottoressa mi notò e volle parlarmi.» Dovette lavo- particolare con i bambini e io le raccontavo. Ad esem-
rare molto per recuperare il ritardo e proseguì la pio avevo osservato che qualche bambino cercava di
sua formazione iscrivendosi al corso successivo. confrontare sovrapponendo i cilindri degli incastri
  Nel 1932, Maria Montessori le affidò una classe solidi, ma il tentativo era frustrato dalla presenza
della Casa dei Bambini di Via Angelico, proposta dei pomelli. Proviamo a fare una serie senza pomelli
che accettò subito, ma anche in questo caso i suoi e senza blocchi in cui metterli».
genitori non erano contenti della sua scelta. Du-   Nel corso clandestino del ’39 alla scuola Na-
rante questo periodo non facile per i rapporti in zareth di Roma, Paolini svolge la presentazione
famiglia, si sentiva sostenuta con una «profonda dei diversi materiali «in una maniera così precisa e
e materna comprensione» della Montessori. Per chiara che, dice Flaminia [Guidi], per tutta la vita mi
accompagnare la classe di bambini al congresso sono portata dentro questo patrimonio formativo.
della Lega dell’Educazione nuova a Nizza, dove Pao [...] aveva partecipato alla creazione a Laren in Fonte delle immagini: www.montessoriperugia.it
dovevano svolgere una dimostrazione, partì di Olanda di quella bella scuola per bambini e ragazzi,
nascosto dai genitori. dai tre ai quindici anni e più. Così ci presentò anche ri la cittadinanza onoraria e lo stesso anno si apre gliersi intorno al bambino e al messaggio di Maria
  Nel ’33 è assistente al corso internazionale di il nuovo materiale avanzato per le elementari. Fu un il Centro Internazionale di studi pedagogici sotto Montessori. Un messaggio che parla una lingua in-
Londra con Joosten: preparano il materiale e se- corso lungo: durò più di otto mesi». Montessori la la sua guida diretta. La sua morte prima del se- ternazionale. [...] Perugia, città del passato e del fu-
guono le esercitazioni delle corsiste. invitò a raggiungerla in India, ma non le fu pos- condo corso internazionale di Perugia costringe turo. Credo che solo chi ha un passato possa costruire
  L’anno dopo, insegna in Egitto in una scuo- sibile per problemi di passaporto. Fu l’organizza- la Paolini a dirigerlo insieme a Mario Montessori. degnamente il futuro. Perugia e il centro Maria Mon-
la Montessori per i bambini italiani e da lì va a trice del Congresso internazionale di San Remo, Dal 1952 al 1994 ne ha diretti 33, formando così tessori hanno lavorato per l’infanzia e per la pace,
Barcellona per allestire una scuoletta nella casa il primo dopo la guerra sul tema La formazione 2589 studenti italiani e 1087 studenti stranieri. perché tra le vie della pace quella dell’educazione è
della Montessori, per consentirle di continuare le dell’uomo nella ricostruzione mondiale. Durante gli anni, la Casa dei Bambini non smise forse quella che può dare i frutti migliori.» 9
sue osservazioni. Rimase a vivere con la famiglia   Se Perugia è diventata un centro internaziona- mai di allargarsi, fino a contare dieci sezioni della
Montessori, fino allo scoppio della guerra civile. le di diffusione del pensiero montessoriano è pro- scuola dell’infanzia e tre cicli di scuola elementare
Ripensa a questo periodo di grande paura: «Ricor- prio grazie alla «Signorina Paolini». L’avventura statale. Con la presenza e l’impegno costanti del-
do bene i dieci miliziani che vennero al cancello. iniziò con l’invito rivolto alla Dottoressa di tenere la Paolini e delle sue allieve, la scuola diventò un
Andavano in tutte le case e perquisivano senza tre conferenze all’Università di Perugia nel ’49 e luogo di riferimento.
riguardo alcuno, eppure ci rispettarono quando l’organizzazione del primo corso internazionale   Per ringraziarla del suo lavoro in favore della
dissi loro che era la casa di Maria Montessori». in Italia dopo la guerra, che si svolse nell’estate città di Perugia, nel 1993 le fu assegnato il rico- bibliografia
Alcuni giorni dopo, riuscì ad imbarcarsi con i fi- del ’50. Per consentire alle partecipanti del corso noscimento più prestigioso: fu iscritta nell’Albo L. Gigliarelli, S. Dorantes Perez, «La formazione Montessori
gli più piccoli su una nave affollatissima diretta in di osservare i bambini al lavoro, Paolini era anda- d’Oro insieme ai personaggi di rilievo della cit- nazionale e internazionale a Perugia», RELAdEI, vol 3(3),
Italia, per raggiungere Maria a Londra e insieme ta alla ricerca di un luogo adatto. Nell’asilo Santa tà. In quella occasione pronunciò queste parole: 2014, pp. 147-152
andare in Olanda, dove ricominciare tutto. Croce c’era una grande aula adibita a magazzino «La fede in Dio e la fede nel bambino come educatore G. Honegger Fresco, «Il Centro Internazionale di Studi
  «Eravamo profughi, ma la dottoressa, malgrado la che lei trasformò. Una «balconata interna che si dell’umanità, sono state le fedi che hanno riempito Pedagogici e l’Asilo Santa Croce (Montessori) di Perugia», Il
precarietà della situazione e i suoi anni, non perde- snoda su tutto il perimetro», come nella scuola di di luce la mia vita. Ho cercato in questi lunghi anni Quaderno Montessori, n. 26, 1990, pp. 83-104
va l’entusiasmo e il coraggio di ricominciare da capo. Via Angelico, favoriva l’osservazione dei visitatori di ascoltare la voce dei bambini. [...] Non è un caso, — , Maria Montessori, Una storia attuale, L’ancora del
Ben presto, al piano terra della nostra casa, aprimmo senza disturbare il lavoro dei bambini. credo che il Centro Internazionale Montessori, per il Mediterraneo, Napoli-Roma 2008
una Casa dei Bambini, ma la situazione era scomo-   Il 31 agosto 1950, giorno del suo ottantesimo quale spendo ancora le mie energie, veda studenti di — , Radici nel Futuro. La vita di Adele Costa Gnocchi, La
da e limitata. Dopo un anno di lavoro, con l’aiuto del compleanno, la città di Perugia dà alla Montesso- tutto il mondo venire a Perugia, a studiare e racco- meridiana, Molfetta (BA), 2004

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Dal mondo

Celma Pinho Perry:   Nel 2016 ha pubblicato Living, Creating, Sha-


ring. A Montessori Life (Parent Child Press, Mon-
Quando si comincia col Metodo si scopre l’uma-
nità. Ho visto molte persone vivere una vera e pro-

diventare educatori
tessori Services). pria conversione. Hanno capito che l’importante è
  Segue una breve intervista e, nei box, alcuni l’essere umano e ciò che c’è di molto profondo in
estratti del suo ultimo libro. lui. Hanno capito che sono lì per servire il bambino.

Quale ricordo conserva del suo lavoro con Durante tutti questi anni, ha mai sentito il
―  Martine Gilsoul Hélène Lubienska? Metodo come troppo rigido?
La visita della scuola che dirigeva con le Sœurs de Ho avuto bisogno di tempo per capire il modo con
Sion vicino a Parigi ha risvegliato in me una forte il quale Montessori ha lavorato, quanto ha stu-

C
chiamata a servire il bambino, che ha dato la dire- diato, pensato e ascoltato. Ho capito progressiva-
zione a tutta la mia vita. Lei era una contempla- mente che dovevo seguirla per continuare il suo
tiva, completamente immersa nell’esperienza che lavoro, non semplicemente ripeterlo. Ho sempre
viveva, era una persona con uno scopo chiaro nel- voluto la ricerca. Voglio seguire la Maria Montes-
la vita, ma era anche molto esigente con gli adulti. sori di oggi e non quella di ieri. Non voglio cercare

Celma Pinho Perry è brasiliana,   Un giorno siamo andati in campagna con i


bambini. Ci siamo fermati, Madame Lubienska
di fare ciò che Montessori ha fatto, ma, seguen-
do la sua ispirazione, voglio essere un’educatrice
anche se vive in America da più di cinquant’anni. ha raccolto un fiore, e con gesti lenti e belli lo ha oggi. Questo è molto importante.
  È stata allieva e amica di Hélène Lubienska, guardato da vicino, lo ha analizzato, senza dire
grazie alla quale ha scoperto il bambino, ed era an- una sola parola. E tutti i bambini hanno fatto lo Quale consiglio darebbe a un insegnante che
che molto amica di Mario Montessori. stesso. Lei rendeva i bambini consapevoli della vuole iniziare il Metodo nella sua classe?
  Dopo aver creato e diretto la Escola Experi- realtà. Nella mia scuola, ho integrato molte cose È importante leggere, seguire un corso di for-
mental de NS de Sion a São Paulo, dove ha lavora- che ho imparato da lei: l’importanza del silenzio, mazione, ma soprattutto osservare! Osservare
to per la formazione degli insegnanti, si è trasfe- del movimento. Lei dava molta importanza agli molto. Possiamo vivere la conversione solo osser-
rita a Chicago. Qui con un gruppo di genitori ha esercizi sul filo. vando i bambini al lavoro: il loro modo di concen-
creato nel 1965 la Seton Montessori School, che trarsi, di rispettare le cose, vedere un bambino
propone corsi che vanno della preparazione alla Secondo lei, quale è lo scopo dell’educazione? che va a prendere un fazzoletto perché un altro
nascita fino alla fine della scuola elementare. Credo che l’educazione inizia prima che il bam- piange. E iniziare senza avere paura. L’impor-
  Il Seton Montessori Institute, uno tra i primi e bino sia concepito, è per questo che abbiamo or- tante è avere vissuto questa conversione: capire
più grandi centri di formazione negli Stati Uniti, ganizzato i corsi di preparazione alla nascita, per come lavorare per fare crescere il bambino.
è stato invece fondato quarant’anni fa per forma- sostenere i genitori. Per me tutta l’educazione è   Ho notato però che per molti questa non è la
re insegnanti e dirigenti scolastici. Adesso la fi- aiutare il bambino a diventare consapevole della priorità: si aspettano solo che i bambini siano
glia di Celma, Anna, ne è la direttrice. realtà, perché conoscere le cose porta alla respon- precisi con il materiale, ma non è questo l’obiet-
  Celma ha contribuito alla creazione di numero- sabilità. È questo che fa l’anima di una persona. tivo. Il materiale è solo un mezzo di attività che
se scuole Montessori in America e ha anche colla- L’educazione può avvenire solo tramite un incon- completa il bambino, che soddisfà i suoi bisogni.
borato alla formazione degli insegnanti Montes- tro personalizzato. Per me l’educazione è anche
sori in Brasile, in Francia e in Slovenia. Nel 2005 un’arte di vivere, di essere completamente impe- Qual è l’aspetto essenziale nella formazione
ha ricevuto il premio Living Legacy dell’American gnato nella realtà, costantemente alla ricerca. degli insegnanti?
Montessori Society, con la quale ha collaborato Per me l’aspetto più importante è svegliare in loro
per decenni, svolgendo tra l’altro il ruolo di con- Qual è l’aspetto che la colpisce di più nel Me- il senso dell’uomo Sapere che cos’è è la persona, ca-
sulente. todo Montessori? pire il senso del bisogno dell’altro. 9
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esperienze

«Mi sono promessa di continuare la


tradizione iniziata da Hélène Lu- Per tutti i bambini?
Il metodo Montessori
bienska con lo stesso suo impegno e di:
• rimanere aperta alle rivelazioni sor-
prendenti dell’osservazione;

nell’attuale realtà
• essere consapevole del contributo del
mondo scientifico;
• essere pronta al cambiamento conti-

multietnica
nuo e all’adattamento.»

L
«Quando ho scelto di diventare mon-
tessoriana, non ho:
• abdicato il mio diritto a pensare; ―  Laura Boggio e Lucia Barbaglia
• ricevuto un sistema educativo che era
chiuso;
• ricevuto un tesoro che deve essere La sperimentazione è nata a set-
nascosto e preservato così com’era.» tembre 2015 nel tentativo di riqualificare una
(p. 35) scuola dell’infanzia statale di Borgomanero in
provincia di Novara. L’idea di questo lavoro sta
nel tentativo di verificare se le azioni concrete
«Una buona classe Montessori non è dell’approccio proposto dal Metodo Montessori
solo siano utili a costruire un percorso in grado di far
• una classe che possiede tutto il mate- fronte all’accoglienza dei bambini stranieri e delle
riale Montessori; « Non abbiamo bisogno di moderniz- loro famiglie. La realtà della nostra scuola è mul-
• una classe dove tutto ha un codice zare le cose. Però abbiamo bisogno di tietnica, ecco la nostra sezione: 20 bambini di due
colorato, è attraente, dove le cose sono convertirci ai bisogni del bambino. Per anni e mezzo e tre anni di varie religioni, lingue e
sistemate sulle mensole da sinistra migliorarci abbiamo bisogno di studia- culture: senegalesi, albanesi, cinesi, ucraini, brasi-
verso destra; re i migliori scienziati di oggi per capire liani, marocchini, tunisini e italiani.
• una classe dove le regole sono rispet- meglio il mondo del bambino. Laura Boggio e Lucia Barbaglia, diplomate alla Scuola   Nonostante le difficoltà, abbiamo iniziato sen-
tate;   Ciò che dobbiamo cambiare non è Magistrale, lavorano da più di 20 anni nella scuola za aspettare di aver tutto il materiale e abbiamo
• une classe dove tutto è tranquillo e l’ambiente o il materiale della Casa dei dell’infanzia statale. Colleghe, ma soprattutto amiche scoperto con gioia che Montessori è per tutti i
ognuno obbedisce. Bambini. Questi sono la nostra mi- legate dalla passione per il proprio lavoro e dall’idea bambini, è veramente un sistema costruttore
gliore eredità. Dobbiamo cambiare la comune di vivere la scuola con al centro il benessere dell’uomo, genera fiducia, autostima, voglia di
Che cos’è una buona Casa dei Bambini? nostra comprensione del modo di pre- del bambino. Da quest’anno specializzate nel Metodo imparare, autonomia e indipendenza.
Può essere descritta in termini di sentare la realtà al bambino. Dobbia- Montessori per la fascia 3-6, hanno calato nella realtà   Prima di accogliere i bambini a settembre, du-
relazioni. Prima di tutto è un ambiente mo studiare ciò che il bambino capisce multiculturale, che caratterizza il loro plesso scolastico, rante l’estate abbiamo avuto il grosso problema
preparato bene da un educatore consa- della realtà e come introdurlo ai livelli il pensiero e le pratiche montessoriane. Oltre alla dell’ambiente, diciamo problema perché, quella
pevole.» superiori del pensiero.» scuola sono appassionate, l’una di arte, l’altra di musica che attualmente è la nostra bellissima scuola pri-
(p. 37) (p. 42) che attraverso vari progetti provano a trasmettere ai ma viveva davvero una condizione di degrado e
bambini. abbandono.

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per la cura che date ai nostri bambini”; “A casa, non grembiulino e si sedevano ad aspettare che fos-
capisco, vuole sempre apparecchiare, spolverare…” o sero le bambine a farlo cosi come per spolverare
ancora ”ora si veste da solo e cerca le posate per man- o spazzare per terra. Con il passare del tempo la
giare” oppure ”parla già l’italiano!” situazione è cambiata, senza imposizioni, ma con
  Il Metodo Montessori non è da considerarsi, gentili richieste tutti svolgono le mansioni sen-
però, un “metodo speciale” rivolto ad una catego- za più distinzione di sesso. Questi scambi sereni
ria di bambini con bisogni particolari. Nel nostro permettono al bambino di adattarsi all’ambiente
caso, ha contribuito alla creazione di uno spazio e di assorbirlo anche se non è sempre facile adat-
di apprendimento positivo ed accogliente, in cui tarsi improvvisamente ad un ambiente totalmen-
tutti i bambini possono vivere quotidianamente te diverso da quello in cui si era vissuto sino a
la “gioia di imparare.” poco tempo prima.
  Quando abbiamo insegnato ai nostri bambini   Abbiamo notato come lo spirito di rispetto che
a mangiare con le posate non l’abbiamo fatto con si è sviluppato nella nostra sezione, se pur con
l’idea che crescessero disprezzando la nostra o la bambini così piccoli, li renda ogni giorno sempre
loro cultura, è una questione puramente conven- più liberi e soddisfatti delle proprie attività. I pic-
zionale: in Italia gli spaghetti si mangiano con la coli mostrano una spiccata preferenza per i giochi
forchetta, ma quando durante le feste le mamme paritari a discapito di quelli violenti, a differenza
portano i propri cibi che, per tradizione e cultura dei bambini delle altre sezioni che seguono un me-
si mangiano con le mani, noi non abbiamo pro- todo tradizionale e condividono con noi la scuo-
blemi ad adeguarci. Anche alcune attività di Vita la. Noi cerchiamo di lavorare partendo dal pre-
pratica venivano a fatica accettate e praticate dai supposto che le differenze individuali e culturali
bambini maschi musulmani ad esempio, invece possano trasformarsi in occasioni di maturazione,
di apparecchiare la tavola, di solito mettevano il cooperazione e che lo scambio e l’accettazione

  L’ambiente doveva diventare un nostro alleato,   Un lavoro che abbiamo dovuto fare su noi stes-
un co-educatore, invitante, calmo, attraente, leg- se, oltre ad approfondire la formazione, è stato
gibile, usabile e proporzionato all’età dei nostri agire sulla nostra parte più “spirituale”: riconosce-
bambini. A settembre, dopo giorni di “lavori for- re i nostri errori di impostazione dell’ambiente,
zati”, spinte solo dalla voglia di rendere l’ambien- con la conseguente generazione di errori e mor-
te sicuro perché i bambini potessero esplorarlo tificazioni nei nostri piccoli e la corretta gestione
liberamente, eccolo pronto ed accogliente. delle nostre emozioni e del nostro tono di voce.
  Qui ogni bambino, indipendentemente dal-   Pensando proprio alla relazione con l’altro ci
la provenienza, dal suo stato d’animo e dal suo siamo scontrate con un grosso problema: la ne-
vissuto, ha potuto trovarsi e ritrovarsi svolgen- cessità di garantire l’acquisizione di regole per una
do le attività ancor prima di conoscere la lingua. serena convivenza, accettando la diversità degli
Abbiamo presentato materiali sensoriali e di vita altri. Ai genitori viene chiesto di “assumersi de-
pratica a bambini che parlano diverse lingue con gli obblighi imprescindibili”, proprio come nella
ottimi risultati. Lo sguardo luminoso negli occhi prima esperienza della “Casa dei bambini” (1907).
dei bambini ci conferma la soddisfazione di esse- Chiediamo alle famiglie di assicurare la continui-
re riusciti ad aprire un lucchetto o di aver rico- tà didattica, il rispetto degli orari, di partecipare
struito la torre rosa da soli. Molti esclamano: “Io, alle assemblee e ai colloqui, di curare l’igiene del
fatto io!” corpo e dei vestiti dei piccoli e di portare a scuola
  Alle prime armi, con solo una prima parte di il materiale richiesto.
corso di specializzazione nel Metodo Montessori,   Tutti gli sforzi che ogni giorno facciamo per va-
a supporto della nostra cultura non siamo rima- lorizzare le diversità hanno reso meno diffidenti i
ste esenti dal compiere errori, che però ci hanno genitori che, forse senza ancora capire bene cosa
fatto riflettere ed insegnato moltissimo. sia il Metodo, ti rimandano frasi del tipo: “Grazie

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  Nella nostra sezione, abbiamo accolto un bam-   All’inizio dell’anno i genitori non riuscivano a
bino marocchino di quattro anni con una diagnosi comprendere le particolari modalità educative of-
funzionale di autismo, ritardo dell’apprendimen- ferte, ora si sono dimostrati soddisfatti dei risul-
to e assenza di linguaggio. Prima di poter stilare tati ottenuti dai propri figli. Questo nostro tenta-
il suo P.E.I. ci siamo consultate con il neuropsi- tivo di attualizzare il Metodo Montessori spesso
chiatra che lo ha in cura e, parlando del Metodo ci conduce a chiederci se sarà utile per cambiare la
Montessori che stiamo applicando in sezione, ha percezione dei bambini stranieri e delle loro fami-
sottolineato come per il piccolo sia fondamentale glie verso la scuola.
un “metodo fisiologico.”   Al momento sembra proprio di sì, molte fami-
  Tutto il materiale sensoriale, le attività pre- glie hanno scritto:
paratorie alla vita pratica e di vita pratica stessa
sono diventati, così, il canale che ci ha messo in “Troviamo un luogo accogliente e sapientemente sud-
comunicazione con lui e attraverso il quale lui ap- diviso e attrezzato che ha subito catturato ed emozio-
prende. Ripete spesso scene famigliari che vive a nato la nostra bambina.”
casa (lavare, spolverare, impastare, stirare..) e le
usa all’infinito traendone piacere e soddisfazio- “L’entusiasmo dei primi giorni e ancora acceso e ac-
ne, anche con il materiale da infilare, da aprire e compagna nostra figlia a scuola ogni mattina.”
chiudere, giungendo così allo sviluppo di ottime
capacità fino-motorie, mostrando uno sguardo, “Qualsiasi capriccio o forma di stanchezza rimango-
di solito assente, molto rilassato e concentrato. no fuori dalla scuola.”
  Abbiamo cercato di offrire un ambiente di svi-
luppo pensato per le sue potenzialità, dandogli la “La scuola arriva anche a casa, si viene travolti dal-
possibilità di fare esperienze, organizzandogli al le sue esperienze che poi ritrovi nella quotidianità in
meglio gli stimoli sensoriali. La cosa che sembra famiglia.”
renderlo molto sereno è la libertà di potersi muo-
vere senza l’obbligo di rimanere seduto tranquillo “Nel mio bambino è aumentata l’autonomia e l’indi-
produttiva delle diversità siano valori e opportu- zione verbale ha rappresentato inizialmente un ad ascoltare la maestra. Noi ci avviciniamo a lui pendenza, gli piace sperimentare il quotidiano con
nità di crescita. grande limite sia con gli adulti che con i bambini. mostrando con una presentazione breve e sem- curiosità.”
  La sfida di noi insegnanti consiste nel riuscire Non ci siamo scoraggiate, con la forza della soli- plice il materiale: “come si fa”, accompagnando
a spogliarsi delle eccessive parole per armarsi di darietà e della collaborazione abbiamo costruito sempre il gesto con la parola come facciamo an- “Noi vediamo nostro figlio andare a scuola felice di
silenzio attivo, di ascolto e osservazione, rinun- dei ponti con mamme provenienti dalle stesse che con tutti gli altri bambini stranieri. Con lui farlo e la sera racconta con entusiasmo la sua giorna-
ciando ad apparire infallibili a favore dell’umiltà e terre ma che parlavano anche l’italiano. Messaggi è ancora più importante ricordare, quanto sia il ta ed è orgoglioso.”
molto spesso dello stupore! espressi in modo molto semplice e chiaro. Parole processo ciò che conta e non il risultato. Un fat-
  Nella nostra sezione, riconduciamo le regole, scandite lentamente associate alla gestualità. Co- tore degno di nota è che i movimenti stereotipati “Un ambiente essenziale dove si da importanza alle
solo al benessere del singolo e del gruppo, alla si- municazioni brevi, scritte con caratteri semplici, tipici dell’autismo, quando il bambino è concen- relazioni sincere senza pregiudizio.”
curezza e alla cura dell’ambiente e del materiale. in stampato maiuscolo, tanti piccoli accorgimenti trato nel lavoro spariscono. Per lui, più che per
Diviene, quindi, facile capire: non si può far male che hanno contribuito a creare un clima armonio- tutti gli altri bambini, è stata fondamentale l’os- “Ho visto mio figlio fare tante cose che a casa vuole
ai compagni, non ci si deve mettere in situazioni di so e di fiducia reciproca. Parallelamente i bambi- servazione costante, la nostra massima coerenza ripetere.”
pericolo e non si deve danneggiare il materiale e/o ni, dopo pochi mesi di frequenza hanno incomin- e la cura dei particolari.
l’ambiente. Spesso pur ponendoci in un atteggia- ciato a pronunciare le prime parole in italiano:   Una meravigliosa frase di B. Urdanch riflette “Mio nipotino felice di venire qui, anche vuole quando
mento non giudicante ci troviamo a parlare, anche il saluto, le “parole gentili”, esprimere bisogni e perfettamente la nostra situazione: “Se non impa- scuola chiusa.”
con i genitori, di premi e punizioni. Per far cresce- richieste, domandare incuriositi: “cosei” interpre- ro nel modo in cui tu mi insegni, insegnami nel modo
re liberi i bambini occorrono molti sforzi: prima tato da noi come un “perché” e notare con meravi- in cui io imparo.” Ecco la didattica inclusiva in una “Il processo di crescita di nostra figlia è stato equili-
di tutto ribaltare la logica dei premi e dei castighi, glia e stupore lo sguardo interessato alla risposta prospettiva simmetrica dove il focus dell’atten- brato e libero.”
non isolare i bambini in un angolo, non dare ca- che gli si offriva. Noi insegnanti, abbiamo cercato zione è stato spostato: ecco lo sguardo che inclu-
ramelle per sancire un successo. La motivazione di offrire al bambino, un linguaggio il più perfet- de un orizzonte condiviso, un grande amore per “Entusiasmante constatare quanto un bambino la-
interiore è la molla che porta all’apprendimento. to possibile e di dare risposte precise, dal nostro i bambini che permette di comunicare con la loro sciato libero di sperimentare produca molto di più che
  Nella nostra realtà scolastica, dipinta come un parlare sono arrivati nuovi stimoli che hanno fat- anima risvegliando lo spirito attraverso i sensi, nel silenzio forzato.” 9
arcobaleno di suono e di cultura, la comunica- to sentire i bambini gratificati. scoprire la perla nascosta.

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Esperienze

Cerchiamo il LA
L’educazione musicale 0-6
tra E.E. Gordon e M. Montessori
―  Chiara Martinotti

P Vogliamo qui presentare un progetto di


educazione musicale svolto in un Nido Famiglia Musicale che ha
trovato la sua naturale prosecuzione in un corso di musica pensato
per bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni presso uno Spazio
di ispirazione montessoriana. A mio parere, nel percorso del Nido
la Music Learning Theory di E.E.Gordon è completa per lo sviluppo
delle competenze musicali del bambino; molti sono i parallelismi
con il pensiero di Maria Montessori: i meccanismi di apprendimen-
ca e contestualizzazione di suoni al bimbo già noti fin dal grembo
materno. Da qui l’importanza del canto e del dialogo musicale in
gravidanza: nel grembo della madre il bambino impara a riconosce-
re suoni, melodie, brani complessi inserendoli in un suo bagaglio di
esperienze e competenze per farne la base dello sviluppo musicale
to del linguaggio musicale sono definiti in tutto simili a quelli del successivo, esattamente come avviene per la lingua parlata.
linguaggio verbale e come tali affrontati, studiati e sviluppati.   L’ambiente ideato e pensato ad accogliere il bambino è un am-
  Per Maria Montessori la maestra deve, in primis, saper osservare biente musicale, con stimoli sonori costanti, pensati e non casuali,
il bambino, prendersi il tempo di scrutarne i movimenti cognitivi, prodotti dalla voce dell’adulto, non da mezzi di riproduzione sono-
gli interessi, le modalità di conoscenza e apprendimento, offrendo- ra, perché, come per il linguaggio verbale, lo strumento formativo
Chiara Martinotti • Laurea in gli un ambiente capace di accoglierne le manifestazioni spontanee essenziale è la relazione; l’adulto prepara i canti adatti al bambino
Scienze dell’Educazione, educatore e saperne far emergere la natura. L’insegnante musicale, che nel così come prepara il materiale per lo sviluppo del linguaggio, osser-
professionale, diplomata in mio caso è anche figura di riferimento del Nido in Famiglia, deve vando, nell’ascolto, quali modalità sonore il bambino mette in atto,
Musicoterapia Orchestrale, saper ascoltare il bambino, cogliendone gli approcci vocali e sonori, assecondandole e permettendogli di ampliarle, facendole sue e con-
specializzata in Music Learning le preferenze e le ricerche musicali, le modalità attuate per rispon- solidandole. In questa relazione grande spazio ed enorme importan-
Theory, titolare ed educatrice dere e comunicare in musica. za ha il silenzio: silenzio che permette al bambino di assorbire i suo-
del Nido in Famiglia Musicale   L’insegnante musicale del nido è una guida informale che osser- ni uditi e farli propri, ordinarli in uno schema mentale che diventa
FLAM di Vercelli, titolare del corso va/ascolta il bambino, e proprio attraverso questa osservazione/ la base della struttura formale musicale. Durante la giornata viene
MusicaMaestra, corso di musica ascolto permette al bambino di apprendere spontaneamente la offerto materiale vocale di tipo diverso: dal “quaderno dei tesori”
secondo il pensiero di Maria musica secondo modalità che sono accomunabili a quelle con cui su cui sono scritti tutti i canti scaturiti dall’improvvisazione sono-
Montessori, presso lo Spazio “A apprende la lingua materna: conduce il bambino all’assorbimento e ra spontanea dei bambini, ai libri in musica, letti secondo i diversi
Piccoli Passi Montessori” di Vercelli. all’assimilazione dei meccanismi di ascolto, introiezione, decodifi- modi musicali, al lavoro su strumenti a percussione o sulla tastiera.

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  Nel nido trovano posto le scatole dei rumori e le campane, per il canto con cui iniziamo sempre l’attività musicale; per gli altri è fa-
lavoro di percezione e riconoscimento delle diverse intensità, dei cile da imparare ascoltandolo e studiandolo a eco con l’insegnante.
timbri, e un primo approccio alla percezione e al riconoscimento   Nel canto si introduce un elemento di novità: si inizia l’esecuzione
dei suoni. Qui il pensiero di Gordon si discosta da quello montes- a tempo consueto poi l’insegnante rallenta notevolmente, per poi
soriano: dove per Gordon l’unico strumento utilizzabile fino alla accelerare. Mettiamo il canto nel movimento: attraverso i passi che
scuola primaria è la voce, in un’ottica montessoriana il materiale rallentano e accelerano si introduce il concetto di lento e veloce.
sensoriale musicale è veicolo per apprendere e ordinare la realtà   Cerchiamo nell’ambiente oggetti che si associano a movimenti
sonora interna trasferendola anche all’esterno. Osservando i bim- lenti (il cucchiaio che mescola l’impasto della torta) e altri che si
bi del nido e rendendomi conto del loro bisogno di toccare la mu- possono abbinare alla velocità (la forchetta che sbatte le uova per la
sica, di sperimentare timbri e intensità diversi, di trasferire nelle frittata): imitiamo con la voce i movimenti lenti e veloci.
mani, integrandolo, il lavoro fatto con la voce, mi sono discostata   Pensiamo ad animali che camminano lentamente o velocemente,
dai criteri più rigorosi in fatto di proposta musicale esclusivamente ne imitiamo l’andamento e lo accompagniamo con la voce; poi asso-
vocale previsti dalla MLT e ho integrato il precedente lavoro con il ciamo brani diversi di carattere lento o veloce (es. Le Tartarughe dal
materiale musicale montessoriano e con strumenti presi dallo stru- Carnevale degli Animali di Saint Saens, il personaggio dell’uccellino
mentario Orff. da Pierino e il Lupo di Prokofiev, l’Adagio dell’Inverno delle Quattro
  Anche il movimento ha un percorso che rispetto alla MLT su- Stagioni di Vivaldi, …) ai movimenti.
bisce cambiamenti ed evoluzioni a seconda delle età dei bambini:   In seguito, prendiamo gli strumenti e li suoniamo accompagnan-
il movimento fluido proposto al Nido, legato all’ottica gordonia- do i brani precedenti ritmicamente, uno alla volta esplicitando il
na, il gesto spontaneo, in cui la musica accompagna l’esplorazione carattere lento o veloce del pezzo. L’insegnante, alla tastiera, pro-
dell’ambiente, si ampliano in una proposta di giochi sonori di mo- pone i brani ascoltati in precedenza senza interruzioni o sequenze
vimento, concretizzanti i concetti astratti dei parametri musicali. definite e i bambini accompagnano col movimento e gli strumenti.
  La concentrata immobilità del lattante si trasforma, dopo i tre In ultimo, ogni bambino diventa direttore d’orchestra: l’insegnante
anni, nella mosca-cieca musicale per il riconoscimento dei timbri; chiede ad ognuno di dirigere i compagni in un brano, lento o veloce,
il gattonare evolve in movimenti consapevolmente piccoli e grossi usando gesti e strumenti. L’autocorrezione in questi lavori è data
associati agli animali per consolidare il concetto di piano e forte; dal confronto con la musica stessa e con il gruppo.
i primi passi si tramutano nelle varie forme di danza abbinate ai   All’interno dell’incontro proviamo a riprodurre con le campane
ritmi e alle durate dei suoni; e le “fughe” esplorative dalle braccia brevi cellule melodiche o di accompagnamento tratte dai brani su
della mamma o dell’educatrice diventano giochi nello spazio per in- cui si è lavorato, utilizzando prima il confronto con la voce poi con
troiettare appieno il parametro dell’altezza dei suoni. i vari strumenti.
  Il corso rivolto ai bimbi in età da Casa dei Bambini è stato un   Il canto iniziale diventa anche canto di saluto e viene riproposto,
corso sperimentale, in dieci incontri per individuare e porre le basi verbalizzandolo, lento e veloce, lentissimo e velocissimo.
per un corso a lungo termine e costante nel tempo. In ognuno degli
incontri si sono toccati i diversi ambiti, partendo da un solo argo- glockenspiel e diapason
mento: questo è stato proposto e consolidato attraverso il canto, Nella Music Learning Theory l’unico strumento musicale previsto
l’uso dei materiali, gli strumenti e i giochi. Ad ogni incontro si è fino (almeno) ai sei anni d’età è la voce.
aggiunta la conoscenza di un nuovo concetto, dopo aver verificato   Per intonare i canti correttamente si utilizza il diapason. Anche
l’avvenuto apprendimento di quello precedente, e così via. in un contesto educativo in cui la base di partenza non sia la MLT
  Al momento in cui due o tre concetti (lento-veloce, forte-piano, utilizzo il diapason per intonare i canti spiegando ai bambini cos’è,
grave-acuto) si sono dimostrati acquisiti e consolidati abbiamo im- come si usa, quale utilità ha, introducendo così il concetto di nota
postato una lezione per i genitori in cui i bambini hanno guidato musicale LA come riferimento, immediato e universalmente rico-
le mamme e i papà presenti nel lavoro da loro svolto negli incontri nosciuto nella musica odierna.
precedenti.   Ho provato a usare il diapason come mezzo di passaggio tra i
  Durante l’ultimo incontro, lezione aperta ai genitori, i bambini canti e la loro trasposizione su uno strumento. In un ambito lavora-
hanno presentato i materiali musicali conosciuti e gli strumenti tivo in cui non erano presenti le campane montessoriane ho usato
(glockenspiel, piattini, sonagli, triangoli, nacchere, legnetti), pro- come primo strumento musicale il glockenspiel, perché piccolo e
ponendo ai genitori attività di appaiamento timbrico, di associa- maneggevole per i bambini, accattivante, di immediato impatto e
zione suono-nome e di brevi improvvisazioni a coppie. utilizzabile a livelli di complessità estremamente vari.
  L’organizzazione di ogni incontro è sempre la stessa. Si inizia con
un canto che per i bambini che hanno frequentato il Nido è noto, il

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esperienze

MatematicaMente
Montessori
―  Morgana Medina, Sonia Zanola

attività proposte: cerchiamo il la (+ 4 anni)


Faccio risuonare il diapason più volte, ogni volta riprendendone il
suono con la voce e pronunciando LA. Propongo “Cerchiamo il LA
sul glockenspiel?” al bambino.
  Inizia la lezione dei tre tempi: partendo dalla nota più grave del
glockenspiel, che nel nostro caso è un SOL, chiedo, facendo risuo-
nare il diapason, “È uguale?” Non è uguale.
  La seconda nota è un LA: “È uguale.” Lo riascoltiamo più volte,
ribadendo che è proprio uguale.
  Chiedo al bambino di cercare il LA sul suo glockenspiel utiliz-
zando il diapason; lo intoniamo anche con la voce e esplicitiamo il
“ Matematicamente Montessori”
riprende la ricerca svolta durante il percorso di tesi
di Morgana Medina, al fine di approfondire la ri-
flessione sulla possibilità di favorire i processi di
apprendimento dei bambini, in particolar modo
l’intelligenza numerica, basandosi sull’utilizzo del
materiale Montessori e allo stesso tempo conte-
stualizzare gli stessi materiali all’interno della di-
nome LA cantandolo all’unisono con diapason e glockenspiel. dattica per competenze.
Al momento di intonare un brano chiederò al bambino di suonare il   Inizialmente è stato ritenuto necessario appro-
LA per dare inizio al canto. fondire le conoscenze attraverso uno studio teo-
La correzione dell’errore sta nella voce stessa dei bambini. La tes- rico, indagando la letteratura e ricercando le teo-
situra a questa età è compresa tra il RE e il LA dell’ottava centrale, rie che riguardassero lo sviluppo dell’intelligenza
un’intonazione più acuta o più grave risulterebbe disagevole… Ma numerica infantile.
ci porterebbe a introdurre il concetto di grave e acuto!   In un secondo tempo tali conoscenze sono sta-
  Tutti i suoni e movimenti prodotti dai bambini, sia quelli del te ricondotte ai processi cognitivi che sottostan-
Nido che quelli dello Spazio, durante l’attività musicale sono ricon- Morgana Medina, Sonia Zanola no all’acquisizione della competenza numerica.
ducibili ad una competenza interna che si esprime in modo più o • Dottoresse in Scienze della   Per quello che riguarda gli aspetti teorici, Pia-
meno raffinato a seconda dell’età e del grado di sviluppo. Formazione Primaria con get ritiene che il concetto di numerosità non pos-
  Il compito dell’insegnante è creare un contesto sonoro che sia Specializzazione per le Attività di sa emergere prima dei sei-sette anni, ovvero non
in grado di accogliere la musicalità anche quando espressa incon- Sostegno Didattico agli alunni con prima che si sviluppino le capacità di conservazio-
sapevolmente, portando il bambino a dare a questa un senso più disabilità; specializzate nel metodo ne ed astrazione, tipiche del pensiero operatorio.
ampio e cosciente. L’indicatore di una coscienza musicale attiva è Montessori per Casa dei Bambini   Studi successivi hanno invece dimostrato come
lo sguardo attento e concentrato dei bambini, il silenzio in cui la e Scuola Primaria; insegnanti di il concetto di numerosità sia presente fin dalla
musica trova la sua naturale origine. 9 Scuola Primaria. nascita.

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  Tra questi si inserisce anche la teoria di Maria   Secondo il Metodo Montessori l’apprendimen- dai bambini portassero a sviluppare le competen- dole un corredo di competenze immediatamente
Montessori, la quale sostiene che allo stato natu- to dell’aritmetica non avviene linearmente, bensì ze richieste in ambito matematico. Per ogni ma- spendibili all’interno di una classe a metodo e
rale lo spirito umano sia già matematico e che la su tre piani. Intorno ad un’idea centrale interes- teriale è stato indagato il processo cognitivo im- nello stesso tempo all’interno del panorama della
mente abbia una naturale attitudine ad astrarre, sante ed importante si sviluppano parallelamente plicato nel suo utilizzo e ricollegato ai traguardi scuola pubblica. Ciò ha messo in dialogo teoria e
a ordinare, a misurare e confrontare. Il suo pen- le conoscenze che portano a considerare e ad ap- per lo sviluppo delle competenze al termine della pratica, cercando di fondere le richieste di cono-
siero quindi ben dialoga anche con quello di But- profondire i particolari. Ciascun piano è un oriz- Scuola dell’Infanzia e Primaria. scenze-abilità-competenze della scuola di oggi ad
terworth, sostenitore delle tesi innatiste e quindi zonte, un punto d’arrivo che l’insegnante presen-   Tenendo conto dei risultati di questa analisi una metodologia sempre attuale.
dei processi di subitizing (riconoscimento imme- ta nella sua globalità al bambino. è stato ideato, creato e sperimentato nuovo ma-
diato di quantità entro il quattro), di aspettative   I primi due piani vengono proposti alla Casa teriale al fine di colmare i vuoti di sviluppo dei materiale con la farina di mais
aritmetiche (riconoscimento dei cambiamenti di dei Bambini e poi ripresi alla Scuola Primaria con processi cognitivi non tenuti in considerazione, e
numerosità provocate dall’aggiunta o sottrazione il terzo piano. si è riusciti a valutare come le conoscenze, emer- Descrizione:
di quantità) e di confronto di quantità (stabilire   Il primo piano permette di far conoscere al se durante l’osservazione dei bambini alle prese • un vassoio;
relazioni di maggiore e minore). bambino i numeri da uno a dieci sviluppando una con il materiale, fossero realmente competenze e • una scatoletta con farina di mais;
  Per comprendere appieno i processi sottostanti conoscenza delle quantità e dei simboli portando- quindi applicabili anche in compiti diversi. • dieci tessere con quantità semantiche.
alle abilità di conteggio si è fatto riferimento alla lo poi a compiere associazioni di cifra a quantità.   Il materiale creato ha mantenuto le stesse pe-
teoria dei Gelman e Gallistel. I cinque principi da   Il secondo piano della psicoaritmetica corri- culiarità di quello ideato da Montessori: semplice Presentazione:
loro enunciati sono riscontrabili nel pensiero di sponde al piano del sistema decimale. Consiste e limitato ad un’unica copia, riconduce all’ordine Afferra la prima tessera e la posizione all’interno
Montessori. Anche Fusion, con la teoria dei con- nella presentazione del quadro del sistema deci- e alla chiarezza; creato con i criteri di autoeduca- della scatoletta con farina di mais, conta ad alta
testi diversi, analizza le competenze concettuali male con la conseguente formazione dei numeri; bilità e autocorrezione che liberano il bambino voce i pallini disegnati, sottolinea la numerosità
di conteggio, trovandosi anch’esso in accordo con nelle operazioni con il materiale del sistema deci- dal peso dell’errore e limitano l’intervento dell’a- dell’insieme dicendo: “sono n”, scrive sulla farina
il pensiero della pedagogista, in particolar modo male; nella memorizzazione delle quattro opera- dulto; mediante la lezione dei tre tempi, inizia il con il dito indice la cifra corrispondente. Ruota
con l’idea che l’esercizio ripetuto e l’imitazione fa- zioni. L’ultimo piano studia il valore relativo dei bambino allo sviluppo tenendo in considerazione la tessera e verifica la corretta scrittura. Rimuove
voriscano lo sviluppo dell’intelligenza numerica e numeri e quindi la posizione delle cifre del nume- le fasi dei periodi sensitivi. In questo modo i bam- la tessera e la posizione sul tavolo, scuote la sca-
che l’interazione con l’ambiente sia cruciale per la ro rappresentato. bini si sentono liberi di agire pur essendo comun- toletta con la farina per renderla liscia e pronta
costruzione della conoscenza stessa.   La riflessione MatematicaMente Montessori que guidati nel loro processo di sviluppo, senza a una nuova scrittura. Afferra una nuova tessera
  Oltre al conteggio, McCloskey e Dehaene, evi- vuole restituire l’importanza data alla fase di ca- l’utilizzo di premi e punizioni. Questi principi e prosegue nel medesimo modo. Continua fino
denziano altri tre processi alla base del concetto talogazione del materiale in termini di processi vengono sintetizzati in uno dei motti principali ad esaurimento delle tessere. Riordina le tessere
di numero: i processi semantici che riguardano la cognitivi legati allo sviluppo dell’intelligenza nu- del Metodo Aiutami a fare da solo. all’interno del vassoio, dopo aver scosso un’ulti-
capacità di comprendere il significato dei numeri merica e all’acquisizione delle competenze relati-   La strumentazione introdotta è stata realizza- ma volta la scatoletta contenente la farina. Ripor-
attraverso una rappresentazione mentale di tipo ve alla matematica. ta con materiali più simili a quelli che fanno parte ta il vassoio al proprio posto.
quantitativo; i processi lessicali che riguardano la   Il focus di questa indagine è stata un’analisi dei del vissuto di ciascun bambino, pur non allonta-
capacità di attribuire il nome ai numeri e viceversa; materiali di psicoaritmetica, ma non sono stati tra- nandosi dai principi fondamentali del Metodo. Scopi:
i processi sintattici che riguardano le particolari re- lasciati quelli che vanno ad incidere sullo sviluppo   La produzione artigianale, con materiali fa- • livello semantico
lazioni spaziali delle cifre che costituiscono i nume- della competenza numerica, come alcuni materiali cilmente reperibili, ha consentito di ridurre no- • livello lessicale
ri, definendo cioè il valore posizionale della cifra. sensoriali o alcune attività di vita pratica. L’analisi tevolmente i costi, rispondendo così a una delle • conteggio
  Per quanto riguarda invece lo sviluppo della approfondita del materiale si è svolta inoltre in se- maggiori critiche rivolte a questa metodologia. In
lettoscrittura numerica si è fatto riferimento alle guito allo studio delle Indicazioni Nazionali (2012), questi termini è possibile pensare ad una introdu- Seguono tre immagini del materiale: 1, 2, 3.
teorie di Hughes e di Uta Frith. Il riconoscimento delle Competenze Chiave Europee per l’Apprendi- zione più diffusa nell’ambito della didattica della ~
del numero scritto non implica necessariamente mento Permanente (2006), delle Competenze di scuola pubblica.
la corretta rappresentazione della quantità cor- Base e Chiave per la Cittadinanza (2007).   Il destreggiarsi nella progettazione e nella co- materiale della transcodifica completa
rispondente, cioè della semantica del numero, la   In particolar modo si è scelto di indagare se i struzione degli strumenti come piccole scaffala-
quale avviene per fasi e implica diverse capacità. materiali, ideati da Montessori nei primi ‘900, ture, vassoi, tessere e altri piccoli oggetti è risul- Descrizione:
  Montessori infatti predispone un percorso di fossero ancora realmente in grado di soddisfare tato molto stimolante, coinvolgente e divertente • un vassoio;
apprendimento graduale. Inizialmente utilizza le esigenze dei bambini di oggi, e se fossero in li- e ha dato modo alle insegnanti di sperimentarsi • un vasetto contenente le tessere che riportano
materiale finalizzato all’acquisizione semanti- nea con le aspettative ministeriali. Per fare que- comprendendo le eventuali difficoltà, imparando la cifra e il nome della cifra (da zero a nove);
ca del numero, e solo successivamente inserisce sto, alla parte di ricerca teorica si è aggiunta una a superarle. • un vasetto contenente le cifre arabiche (da zero
materiale di lettura e scrittura del numero, per parte di osservazione in sezione/classe che, at-   Questa ricerca ha posto le fondamenta per un a nove), un pennarello e una salvietta umidificata;
arrivare poi alla sintassi e ai processi di calcolo traverso la creazione di checklist, ha permesso di lavoro più esteso, ampliabile anche alle altre disci- • un vasetto contenente il nome degli cifre scritto
mentale e scritto. capire come effettivamente i materiali utilizzati pline, in modo da preparare l’insegnante fornen- in lettere (da zero a nove);

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momo 7

• un vasetto con i disegni delle dita delle mani cor- materiale delle mollette
rispondenti alle quantità (da zero a nove);
• un vasetto contenente dei gettoni in legno (in Descrizione:
tutto nove); • un vassoio;
• scatola delle perle colorate; • una ruota indicante le quantità semantiche;
• una griglia-scheda vuota; • un cestino contenente nove mollette, su ciascu- 4
• dieci griglie-schede auto correttive. na è stata scritta una cifra(da uno a nove).

Presentazione: Presentazione:
Dispone sul tavolo, nell’ordine che ritrova nel vas- L’insegnante afferra il vassoio e si accomoda ad
soio, i vasetti. Estrae la scheda bianca dal vassoio un tavolo, alla destra del bambino. Lo posa di 1
e la dispone sul tavolo. fronte a sé. Estrae dal cestino una molletta, leg-
  Sceglie dal primo vasetto una tessera che ripor- ge la cifra scritta su di essa e ricerca, contando,
ta la cifra e il nome della cifra e la dispone sulla la quantità corrispondente disegnata sulla ruota.
scheda vuota, nell’apposito spazio. Passa quin- Una volta trovata, affranca la molletta sullo spic-
di al secondo vasetto in cui ricerca la cifra araba chio interessato. Prosegue così fino a che tutte le
corrispondente. Una volta trovata, ripassa con il mollette siano state affrancate. Verifica la corret-
pennarello in dotazione il segno tratteggiato. tezza dell’attività notando la corrispondenza sul
5
  Posiziona anch’essa sulla scheda vuota. retro della ruota tra molletta e simbolo disegna-
  La ricerca nel terzo vasetto il nome scritto in to. Rimuove le mollette e le posiziona nel cestino.
lettere della cifra considerata ed anche in que- Riposiziona cestino e ruota sul vassoio, e a sua
sto caso ripassa la linea tratteggiata. Posiziona volta il vassoio nello scaffale.
la tessera sulla scheda vuota. L’insegnante ricer-
ca nel quarto vasetto la mano che indica con le Scopi: 2
dita sollevate la quantità corrispondente e la di- • livello semantico
spone sulla griglia vuota. Conta, estraendo dal • conteggio
quinto vasetto, tanti gettoni quanti necessari, • livello lessicale
posizionando gli appositi spazi. Come ultima
transcodifica, l’insegnante estrae dalla scatola Osservazioni:
delle perle colorate il bastoncino corrispondente Le ruote previste per questo materiale sono tre.
e lo posizione nella griglia. Una volta completata   La prima riprende le immagini delle marchet-
la scheda vuota, l’insegnante ricerca tra le schede te, disposte in modo ordinato come previsto dal 6
dell’autocorrezione quella della cifra considerata Metodo. Sulla seconda si trovano dei pallini az-
e la confronta con il lavoro svolto per verificare zurri disposti in modo ordinato ma di dimensioni
la correttezza. L’insegnante riordina le tessere, i differenti. Sulla terza troviamo figure differenti
gettoni e le perle nei propri vasetti avendo l’accu- disposte in modo casuale.
ratezza di ripulire le tessere scritte con il penna-   Osservando i bambini nell’utilizzo di questo
rello mediante la salvietta umida. materiale è stato possibile notare come essi abbia- 3
  Se si nota che il bambino abbia perso l’attenzio- no molta più difficoltà nello svolgere il compito
ne si può terminare qui l’attività, in alternativa si e nel contare le figure disposte sulla terza ruota,
prosegue con un’altra cifra nel medesimo modo. ovvero figure differenti disposte in modo casuale.

Scopi: Seguono quattro immagini del materiale: 8, 9, 10, 11.


• livello semantico  9 7
• livello lessicale
• conteggio

Seguono quattro immagini del materiale: 4, 5, 6, 7.


~
28 29
momo 7

Saggio

Il metodo Montessori:
precursore allo sviluppo
delle funzioni esecutive
9

―  Laura Franzini, Amelia Granese, Lucia Valbusa

10
BIBLIOGRAFIA
Butterworth B., Intelligenza matematica, Rizzoli, Milano,

Butterworth B., Numeri e calcolo, Erickson, Trento, 2005.


Dehaene S., Cohen L., Towards an anatomical and functio-
nal model of number processing, Mathematical Cognition,
1999.

vol. 1, 1995.
Dehaene S.(1997), Il pallino della matematica, trad.it. Mon-
dadori, Milano, 2000.
Hughes M., Rappresentazione grafica spontanea del numero
D
Laura Franzini è laureata in Scienze dell’Educazione
Durante questi tre anni di corso
ci sono apparse subito chiare le linee guida che
caratterizzavano questo metodo. Una linearità
che procede per gradi di difficoltà; parte dal pre-
supposto che, immagazzinata una conoscenza se
ne presenta un’altra inerente ma più complessa;
si basa sul principio che ogni apprendimento non
è una “cosa a sé”, slegata da tutto il resto, ma fa
parte di un’ insieme di competenze legate tra di
nei bambini, in Età Evolutiva, Giunti, Milano, n.12, 1982. e Educatore A.B.A. (Applied Behavior Analysis). loro che formano il nostro bagaglio.
Frith U., Beneath the Surface of Surface Dyslexia, in J.C. Attualmente è iscritta al Master/Corso di   Tutto questo l’abbiamo letto in “chiave moder-
Marshall, M. Colehart, K. Patterson, Surface Dyslexia and Perfezionamento in Autismo e disturbi dello sviluppo na” durante una lezione sulla Vita Pratica durante
Surface Dysgraphia, Routledge and Kegan Paul, London, presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. la quale sono state presentate le Funzioni Esecu-
1985. tive. Una di noi le conosceva già, nella sua scuola
Fuson K.C., Children counting and concepts of number, New Amelia Granese, insegnante di scuola dell’infanzia, vi è un progetto didattico centrato sul potenzia-
York, Springer-Verlag, 1988. è diplomata in scienze umane e sociali, è iscritta alla mento di queste abilità cognitive (vedi articolo
Gelman R., Gallistel C.R., The child’s understanding of num- facoltà di Scienze dell’Educazione. MoMo 5) e da lì tutto il gruppo studio (Laura,
11 ber, Cambridge, Harvard University Press, 1978. Amelia, Lucia) ha visualizzato tutte le connessio-
Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infan- Lucia Valbusa, insegnante di scuola dell’infanzia è ni tra questo metodo e lo sviluppo delle suddette
zia e del primo ciclo d’istruzione, MIUR, 2012. laureata in Scienze dell’Educazione. funzioni.
McCloskey M., Caramazza A., Basili A., Cognitive mecha-   Il nostro lavoro è più una piccola ricerca volta a
nism in number processing and calculation. Evidence from Tutte e tre hanno di recente ricevuto il “Diploma di trovare nei testi e nei materiali di Maria Montes-
Dyscalculia, in “Brain and Cognition”, n.4, 1985. specializzazione nella didattica differenziata Montessori sori quei legami che “inconsciamente” ricongiun-
Piaget J., Szeminska H.(1941), La genesi del numero nel per la Scuola dell’Infanzia” dalla Fondazione Montessori gono la vita nelle Case dei bambini allo sviluppo
bambino, trad it. Firenze, La nuova Italia, 1968. Italia. delle funzioni esecutive.

30 31
momo 7

  Ai tempi di Maria Montessori non era ancora le sequenze comportamentali, in una più efficace la regolazione cognitiva tamente e separatamente quegli atti successivi
emerso lo studio delle funzioni esecutive, da qui il capacità di interagire che oltre a consentire scam- Le funzioni esecutive sono implicate nei compor- è l’analisi dei movimenti. In ogni campo (psico-
titolo del nostro lavoro Il metodo Montessori come bi duraturi con coetanei, permette la messa in tamenti complessi finalizzati a uno scopo e ne grammatica, psicoaritmetica, vita pratica, sen-
precursore per lo sviluppo delle funzioni esecutive. atto di attività fondamentali per lo sviluppo. L’au- sono elementi importanti aspetti come l’avvio, soriale, cosmica) i materiali e le attività vengono
toregolazione influenza la capacità dei bambini la pianificazione, lo spostamento di un pensiero presentati in modo graduale, con un ordine ben
le funzioni esecutive di rispondere positivamente alle richieste degli o dell’attenzione, l’organizzazione, l’inibizione preciso. Per esempio, l’alfabetario mobile verrà
Le funzioni esecutive (FE) sono definite come adulti: consente loro di porre fine a un compor- di un pensiero o di un comportamento inappro- presentato solo quando i bambini padroneggiano
quelle abilità cognitive necessarie per program- tamento piacevole, come per esempio la manipo- priato, l’efficiente messa in atto di un comporta- le lettere smerigliate; le aste numeriche non ver-
mare, mettere in atto e portare a termine con lazione di un oggetto, o di eseguire un compito di mento complesso e prolungato nel tempo. Le FE ranno presentate tutte e 10 contemporaneamen-
successo un comportamento finalizzato ad uno scarso interesse per il bambino, come rimettere ci servono tutte le volte che vogliamo o dobbiamo te, ma inizialmente verranno presentate le prime
scopo; includono quindi processi cognitivi e di au- a posto i giochi al termine di un’attività. L’auto- risolvere un compito nuovo, ad esempio, quando 3 aste per poi aggiungere le altre fino ad arrivare
toregolazione che consentono il monitoraggio e il regolazione consente, inoltre, di mettere in atto invece di utilizzare un gioco come ci verrebbe più alla scala completa.
controllo di pensieri ed azioni, quali l’inibizio- strategie volte a facilitare l’attesa di una gratifica- spontaneo, ci viene richiesto di farlo in un altro   • La maestra presenta il materiale nell’esatta
ne, la pianificazione, la flessibilità attenti- zione, a calmarsi e auto-consolarsi nelle situazio- modo, ogni volta che potremmo agire in base a sequenza, nel momento in cui toccherà al bambi-
va, l’individuazione e la correzione di errori, ni di disagio, a esprimere sentimenti in sintonia un automatismo, ma le caratteristiche della situa- no lavorare con tale materiale si potrà verificare
la resistenza alle interferenze. con il tono emotivo dell’ambiente circostante. zione ci inducono a mettere in atto un controllo. se viene acquisita una corretta memoria di lavoro.
  Le FE sono funzioni cognitive di tipo trasver-   Nel caso di bambini più grandi, l’autoregola-   Sono componenti importanti di tali funzioni: In caso contrario l’attività in questione verrà an-
sale, in quanto sono solo in parte isolabili e sono zione sostiene i processi di apprendimento e in-   • L’inibizione, vale a dire la capacità di bloccare cora riproposta (in un secondo momento) senza
“invisibili” in quanto indissolubilmente legate al fluenza la qualità dell’adattamento dei bambini una risposta automatica o impulsiva, di rispetta- aggiungere elementi nuovi.
compito e al dominio in cui viene esercitata l’atti- stessi all’ambiente. re il proprio turno, di non interrompere gli altri.   • La flessibilità, che costituisce la componente
vità e con essa vengono identificate.   Tale capacità sembra quindi essere fondamen- Nell’ambiente montessoriano sono presenti ma- più complessa e più tardiva e che consente di ge-
  Le funzioni esecutive sono più predittive del tale per l’individuo in quanto consente la regola- teriali limitati in quantità. L’oggetto che non è al stire i cambiamenti di routine, di cambiare una
successo scolastico che un alto quoziente intel- zione autonoma della cognizione, del comporta- suo posto non può essere preso e se il bambino strategia se non funziona, di passare da una atti-
lettivo, in quanto chi non possiede tali capacità mento e delle emozioni. lo desidera intensamente non può far altro che vità all’altra senza confondersi.
incontrerà difficoltà nell’apprendere pur posse-   Spesso ci si riferisce all’autoregolazione come aspettare e pazientare che il suo compagno abbia   Nell’ambiente montessoriano tutti i materiali
dendo buone competenze cognitive. a una capacità, tuttavia con questo termine si fa finito di usarlo e l’abbia riposto nell’apposito spa- sono esposti in aree ben precise e il bambino deve
spesso riferimento a una molteplicità di processi: zio. Inoltre, ogni bambino può utilizzare per un scegliere l’attività da fare. Nel momento in cui il
autoregolazione cognitivi, motivazionali, affettivi, sociali e fisiolo- tempo illimitato quel materiale e di conseguenza bambino conclude un’attività e ne inizia un’altra,
È esperienza comune a genitori ed educatori che gici, tutti connessi al controllo dei comportamen- l’attesa da parte degli altri si protrae nel tempo. è perfettamente conscio che la nuova attività for-
si trovino a gestire bambini di 2-3 anni la difficol- ti intenzionali.   Una caratteristica fondamentale dei materiali se richiederà nuovi approcci e nuove strategie.
tà a contenere il comportamento di tali bambini.   L’autoregolazione relativa agli aspetti cogni- montessoriani è il controllo dell’errore, questo (per esempio: passaggio da attività di psicogram-
Conquistata l’autonomia necessaria a spostarsi tivi punta l’attenzione sui processi di regolazio- conduce il bambino ad accompagnare i suoi eser- matica all’utilizzo del pestello).
con disinvoltura nell’ambiente, i bambini paiono ne coinvolti nelle attività di monitoraggio, pia- cizi col ragionamento, (sviluppando un controllo   Apparentemente i materiali non permettono
porre nuove sfide agli adulti: il desiderio di esplo- nificazione ed esecuzione dei comportamenti sull’impulsività), con la critica, con l’attenzione una flessibilità (uso improprio di materiali), ma
razione si accompagna alla scarsa maturità nel finalizzati e complessi (problem-solving), mentre sempre più interessata all’esattezza, con una ca- nello stesso tempo il bambino fa propri i principi
gestire i propri impulsi, le proprie emozioni e nel l’autoregolazione dal punto di vista “affettivo- pacità raffinata a distinguere le piccole differenze e gli schemi che sottostanno ad un materiale, essi
rispondere alle aspettative degli adulti. Questa motivazionale” prende in considerazione i pro- e prepara così la coscienza del bambino a control- verranno applicati e generalizzati in altre situa-
particolare fase dello sviluppo in cui si evidenzia- cessi intrinseci ed estrinseci responsabili del mo- lare gli errori, anche quando questi non sono più zioni di vita quotidiana.
no crescenti livelli di autonomia nei bambini si nitoraggio, della valutazione e della modulazione tangibili o sensibilmente evidenti.   Per esempio: nell’ attività dello “spazzare per
contraddistingue per l’emergere delle prime capa- delle reazioni emotive in base agli obiettivi indi-   • L’aggiornamento continuo della memoria terra” le stesse dinamiche strutturate in aula, ver-
cità di autoregolazione. viduali. di lavoro, intesa come capacità di elaborare una ranno poi applicate anche in altri ambienti non
  L’acquisizione progressiva di efficaci capacità   Gli aspetti rilevati all’interno dell’autoregola- quantità crescente di informazioni, che è attivata strutturati (per esempio in giardino).
di autoregolazione consente di mettere in atto zione e le influenze in molteplici ambiti dello svi- quando è necessario tenere a mente le istruzioni   Queste funzioni cognitive entrano in gioco an-
e mantenere per il tempo necessario comporta- luppo fanno comprendere la centralità di questo ricevute mentre si esegue un compito o per ricor- che nelle situazioni socialmente ed emotivamente
menti adeguati alla situazione e in sintonia con i costrutto in età precoce e il suo potere predittivo dare le regole di un gioco mentre si gioca. connotate; infatti, la complessità dell’interazione
propri scopi, permette inoltre di inibire o modu- nei confronti delle espressioni cognitive, affet-   Ogni attività montessoriana, partendo dalle umana probabilmente rende proprio necessaria
lare impulsi e risposte non opportune. Nel caso tivo-motivazionali e comportamentali nel corso più semplice alle più complesse, ha movimen- l’attivazione del controllo esecutivo, che unita-
di bambini in età prescolare, l’autoregolazione si dello sviluppo. ti successivi ben distinti tra loro, un atto segue mente ad altre capacità consentono all’individuo
esplica in un’accresciuta capacità di organizzare l’altro. Cercare di riconoscere e di eseguire corret- di autoregolarsi nelle situazioni sociali.

32 33
momo 7

  Gli studi sullo sviluppo di tali abilità hanno evi-   L’acquisizione di una buona autostima e di un risposta spontanea e mettere in atto una risposta in situazioni prevedibili per loro, consentendogli
denziato come esse emergano in età precoce, pro- benessere emotivo permette al bambino, non non spontanea. di avere la percezione di gestire ciò che accade.
babilmente a partire dal secondo semestre del pri- solo di gestire serenamente le proprie emozio-   Il fatto che il materiale montessori abbia un’ All’interno dello schema conosciuto, i materia-
mo anno di vita, con semplici forme di inibizione ni, ma anche di comprendere e rispettare quelle unica modalità di utilizzo e regole fisse e routina- li montessoriani, prevedono giochi di crescente
del comportamento, si sviluppino attraverso un degli altri. Una delle critiche che viene mossa al rie all’interno della classe uguali per tutti (esem- complessità che possono essere affrontati solo
lungo periodo, con i cambiamenti più importanti metodo è la scarsità di situazioni di socializzazio- pio: se un compagno sta utilizzando un materia- attraverso un attivo controllo sul proprio ope-
concentrati fra i 2 e i 5 anni e il raggiungimento ne all’interno dell’ambiente scolastico. In realtà, le, non posso prenderlo.), ed il metodo stesso che rato; richiedono un’attiva partecipazione, come
della piena maturazione in adolescenza o nella in un ambiente sereno come l’aula Montessori, il rispetta i ritmi ed i tempi di ognuno senza “uni- direttori e controllori delle attività; sostengono
giovane età adulta. bambino è in continuo rapporto con gli altri, at- formare, permette al bambino l’acquisizione di i bambini nell’acquisizione di strategie e capaci-
traverso momenti di aiuto reciproco, condivisio- un’adeguata autostima e sicurezza di sé permet- tà di regolazione attraverso l’utilizzo di materiali
la regolazione delle emozioni ne, rispetto e pace. Il materiale proposto nella sua tendogli di regolare il suo comportamento all’in- concreti, e permettono attività di automonito-
La capacità di regolare le emozioni è fondamen- semplicità, ma non banalità, aiuta il bambino ad terno del gruppo in modo sereno e spontaneo. raggio. In questo modo rinforzano positivamente
tale per il buon adattamento di un individuo apprendere serenamente senza creare frustrazio-   Come detto dal Dott. Gianluca Daffi, in un in- l’idea che i bambini hanno di sé, coinvolgendoli in
all’ambiente. Le emozioni ci permettono di valu- ni e inadeguatezza. tervento a Verbania: “l’autoregolazione si sviluppa attività a durata limitata (il lavoro ha sempre un
tare costantemente e velocemente ciò che accade soprattutto copiando, imitando il comportamento inizio e una fine) e fornendo loro un’ autogratifi-
dentro e intorno a noi e ci consentono di agire “Se qualcuno compie qualcosa di straordinario, trova degli altri.” cazione per l’impegno e i progressi.
immediatamente qualora risulti necessario. La chi lo ammira godendo dell’opera nuova: nessun cuo-   Un’ambiente come quello che si viene a creare   Per rafforzare le abilità di regolazione è impor-
regolazione emotiva può essere considerata come re soffre del bene altrui, ma il trionfo di uno è meravi- nella Casa dei bambini risulta adatto a tale scopo. tante che l’adulto: sia un modello di regolazione,
un aspetto della competenza emotiva, che inclu- glia e gioia per gli altri; spesso crea degli imitatori di   Parlando di imitazione Maria Montessori af- esplicitando quali sono le strategie più funzionali
de sia la capacità di comprendere le emozioni pro- buona volontà. Sembrano tutti felici e soddisfatti di fermava: “l’imitazione non sarà l’essenziale, ma è lo alle diverse situazioni (presentazione dei mate-
prie e altrui, sia quella di esprimerle. fare quello che possono senza che il fare degli altri sviluppo dello sforzo di imitazione , non il raggiungi- riali) rafforzi l’idea positiva che il bambino ha di
  Tale capacità si sviluppa a seguito dell’intera- susciti invidia ed emulazione penosa, senza che susci- mento dell’esempio dato. Il bambino una volta lan- sé (sostegno all’autostima, presentando materiali
zione tra le caratteristiche del bambino e quelle ti orgogli vari.” ciato verso questo sforzo, spesso supera in perfezione adatti al livello di ogni bambino) lascia al bambi-
dell’ambiente. La relazione privilegiata con l’adul- La scoperta del bambino, M. Montessori, p. 328 ed esattezza l’esempio che gli è servito da incentivo.” no l’opportunità di sperimentare e misurarsi con
to costituisce la prima palestra in cui il bambino La mente assorbente, Maria Montessori le proprie capacità di regolazione (promuove au-
può essere stimolato a esercitare la propria capa- la regolazione del comportamento tonomia e libera scelta dei materiali). 9
cità di regolare le emozioni. È inizialmente com- L’abilità di agire in accordo con gli standard socia-   Ogni volta che avvertiamo di aver perso il con-
pito dell’adulto aiutare il bambino nella gestione li e di regolare il proprio comportamento è uno trollo di noi stessi possiamo parlare di una mo-
degli stati di attivazione: offrire calore e supporto dei principali compiti di sviluppo nei primi anni mentanea difficoltà nell’autoregolazione. Solita-
nei momenti di disagio, instaurare routine pre- di vita. Tra i 12 e i 18 mesi circa, si manifestano mente, alla sensazione di non esser padroni dei
vedibili, grazie alle quali il bambino, fiducioso di le prime capacità di controllo del comportamento nostri pensieri e del nostro comportamento si
ricevere le cure desiderate, possa nell’attesa spe- da parte del bambino: compare infatti il compor- accompagnano vissuti di scarsa soddisfazione. Al
rimentare le proprie abilità di regolazione, senza tamento intenzionale e la consapevolezza dell’a- contempo è possibile osservare quanto i bambi-
farsi sopraffare dallo sconforto. zione che danno luogo alla consapevolezza delle ni siano orgogliosi delle loro crescenti abilità di
  “Educare” come lo intende Maria Montessori richieste sociali e alla capacità di iniziare, man- regolazione e quanto provino un senso di sicu-
significa aiutare il bambino a lavorare con gioia tenere o cessare un comportamento in relazione rezza quando sentiamo di gestire efficacemente
e serenità in un ambiente ordinato e tranquillo alle richieste di un adulto. A partire dai 36 mesi, la situazione. Per questo sostenere lo sviluppo
adatto a lui. La presentazione del materiale fatta in corrispondenza della produzione di strategie, dell’autoregolazione fin dalla prima infanzia co-
dall’insegnante ad un singolo bambino per volta, dell’introspezione consapevole, di una maggiore stituisce un importante attività di prevenzione a
permette di avere un rapporto emotivo unico e flessibilità del controllo per far fronte alle mute- tutela del benessere dell’individuo.
privilegiato con la maestra. Questo instaura nel- voli richieste delle situazioni, è possibile parlare
la coscienza del bambino la sicurezza necessaria di autoregolazione in senso stretto. conclusioni
per rendersi autonomo nelle gratificazioni e nell’   Le abilità di autoregolazione coinvolte nel so- Acquisire effettive capacità di autoregolazione
autostima. Da sottolineare come la figura dell’a- stenere e nell’inibire un comportamento sono significa utilizzare strategie per esprimere al me-
dulto sia una presenza incoraggiante e non giu- probabilmente legate a due sistemi inibitori: un glio le proprie capacità.
dicante, che via via scompare, dando fiducia alle meccanismo basato sulla paura, che si attiva in   Al fine di rafforzare le abilità di autoregolazio-
capacità di autoregolazione emotiva dei bambini relazione alla richiesta di interrompere un com- ne, i materiali usati in una casa dei bambini stimo-
nel gestire le varie situazioni che si presentano portamento e un meccanismo basato sul con- lano il coinvolgimento e la motivazione, offrono
quotidianamente (ex: conflitti o tensioni). trollo volontario, che consente sopprimere una schemi routinari al fine di coinvolgere i bambini

34 35
momo 7

check list, si arriva a raccogliere il materiale che >>1 ”La descrizione è il momento
costituirà lo spunto iniziale per elaborare un rac- oggettivo del documentare. Attraverso
conto visuale e narrativo condivisibile con i bam- la descrizione fissiamo delle evidenze
strumenti bini, le loro famiglie e con l’intera equipe educa- osservabili.” (Rivoltella, 2015)
tiva 3>>. Il materiale raccolto verrà organizzato,
rielaborato e raccontato attraverso parole e im- >>2 Esther Bick elaborò la metodologia
magini, e questo è proprio l’atto del narrare: “la chiamata Infant observation: pensa-

Dire, fare, documentare


narrazione è il momento soggettivo, attraverso il to per gli psicoanalisti in formazione,
quale ricostruiamo in modo interpretativo i processi prevedeva l’osservazione dello sviluppo
vissuti.” (Rivoltella, 2015) di un bambino immerso nel suo ambiente
  In questo processo ovviamente avere occhi al- domestico per un’ora la settimana, a
lenati all’osservazione costituisce una condizione partire dalla nascita fino ai due anni di
―  Rossella Trombacco indispensabile, necessaria a raccogliere il mate- età. Il processo osservativo impegnava il
riale descrittivo: “La capacità di vedere della mae- giovane psicoanalista in tre momenti:
stra dovrebbe essere insieme esatta come quella dello   • La seduta di osservazione a casa, in
scienziato e spirituale come quella del santo.[…] L’at- cui l’osservatore deve rispettare due rego-
titudine della maestra deve essere insieme positiva, le: osservare tutto ciò che succede senza
scientifica e spirituale. Positiva e scientifica perché interpretare, e essere osservatore silen-

L
c’è un compito esatto da compiere e con rigore di os- zioso, non interferire nella situazione.
servazione bisogna mettersi in rapporto esatto con la   • Il rendiconto: subito dopo l’osser-
verità.” (Montessori, 1916) vazione, redige il “film” di ciò che ha
  Tuttavia saper osservare 4>> è necessario, ma visto durante l’ora di osservazione, con
non sufficiente: è importante sviluppare la capa- il maggior numero di dettagli possibile

La parola documentazione viene cità di analizzare ciò che si osserva ed è impor- sui comportamenti del bebè, le mimiche,
tante imparare a raccontare, attraverso parole e i gesti, le interazioni con la mamma, gli
dal sostantivo latino documentum, che a sua volta immagini, quelle osservazioni che rappresentano elementi del contesto, le proprie reazioni
deriva da docere: il documentum è “l’insegnamen- momenti topici, preziosi, colmi di significato nel- emotive;
to, l’ammaestramento, la regola concernente chec- la vita dei bambini e delle bambine al nido e nella   • Il seminario di supervisione: si leggo-
chessia.” (Palagiani, 19) Scuola dell’Infanzia 5>>. no le osservazioni all’interno del gruppo
  Per le sue radici etimologiche la documenta-   Osservare, descrivere, narrare, interpretare di equipe di osservazione alla presenza
zione è strettamente legata alla pedagogia, il suo sono i verbi che definiscono l’azione del documen- del supervisore. La riformulazione delle
antico significato evidenzia immediatamente il tare; la macchina fotografica e la penna, talvolta osservazioni è chiaramente un lavoro
legame che unisce la documentazione all’azione la telecamera, sono i nosti strumenti, utilizziamo di tipo psicoanalitico, sugli aspetti di
educativa, tuttavia nell’italiano contemporaneo parole e immagini per cogliere e cristallizzare epi- transfert e controtransfert legati al posto
il campo semantico del documentare non si rife- sodi della vita delle bambine e dei bambini, rac- occupato dall’osservatore.
risce più al contenuto dell’insegnamento quanto contiamo giochi, esperienze e narrazioni che ap-   I lavori di Esther Bick furono adattati
piuttosto alla descrizione e alla narrazione dell’at- parterranno alla memoria cosciente dei bambini alla realtà dei Nidi da Genevieve Haag,
to educativo: documentare “significa descrivere e e delle loro famiglie solo nella misura in cui sapre- che propose al personale che si prendeva
narrare quanto avviene nel campo educativo didatti- mo osservarli e raccontarli, in un parola salvarli e cura dei bambini un “vedere insieme” da
co.” (Rivoltella, 2015) restituirli attraverso la documentazione. mezz’ora a un’ora ogni settimana (con
  Descrivere e narrare sono la doppia azione che concentrazione su alcuni bambini) e poi
compie chi documenta: con la penna, con la tele- Quella che segue è una breve documentazio- di fare un confronto insieme. L’intero
Rossella Trombacco – Direttrice camera, con la macchina fotografica, chi è impe- ne visuale-narrativa incentrata sul gioco di una processo di osservazione e descrizione
di Nido e Scuola dell’infanzia a gnato nel processo documentativo vuole fissare bambina di tre anni, Lucia, con la sua bambola avviene anche qui in tre fasi:
metodo Montessori, formatrice ciò che vede e ascolta sia su un piano oggettivo preferita. Una stanza dedicata al gioco simbolico,   • La scelta di guardare la situazione
impegnata in progetti rivolti a che soggettivo. Il valore oggettivo della documen- allestita come una grande cucina dotata anche di senza a priori e a distanza;
educatrici e insegnanti della fascia tazione è dato dall’atto del descrivere sistemati- culle, fasciatorio e vasca da bagno per le bambole,   • Lo scritto personale appena dopo
0-6 anni, esperta dell’apprendimento camente 1>>: attraverso lo strumento dell’Infant fa da sfondo al gioco messo in scena dalla bam- l’osservazione, sotto forma di nuova
linguistico nei primi anni di vita. Observation 2>>, o grazie a delle tavole o ad una bina. Come si potrà evincere dalle foto gli altri trascrizione molto dettagliata; >>

36 37
momo 7

bambini presenti partecipano pochissimo, e solo I genitori che osservano il susseguirsi delle imma-
in una fase iniziale, al racconto inscenato, e non gini e leggono le parole di Lucia sentono di poter-
costituiscono per la protagonista nè un elemento si affacciare nel mondo dei loro bambini, di essere
di disturbo nè di stimolo. Questo episodio è stato parte del loro ambiente-Nido e di poter in qalche
 >> colto attraverso lo scatto di foto e raccogliendo le modo „controllare“ ciò che avviene nelle ore in
  • L’elaborazione delle osservazioni in frasi di Lucia su un taccuino, e testimonia il mo- cui ci si separa per attendere al lavoro o alle al-
comune, in una prospettiva psicoanali- mento culminante di una lunga attività proiettiva tre incombenze quotidiane. Lucia lascia emergere
tica, l’incontro viene di solito iniziato da che Lucia ha messo in atto sulla “sua” bambola. emozioni contrastanti che il genitore attento sa-
uno psicologo che lo conduce e modera. prà cogliere e interpretare alla luce della sua espe-
sara al nido rienza passata di bambino e della sua esperienza
>>3 “L’educatore, quale ricercatore in Lucia: Al Nido c’è una nuova bimba, si chiama Sara, attuale di made o padre.
azione, studia e si aggiorna, pensa e è piccolina.   I bambini e le bambine riconosceranno i loro
ripensa il proprio agire pedagogico, in un L: Cos’è? Cos’è questo? luoghi e i loro ambienti, il loro materiale, loro
costante confronto con colleghi e collegio Ginevra: “È un ananas, Sara ha fame? stessi e addirittura arriveranno a fare ipotesi e ad
e apprende dalla propria esperienza L: “Sì. evocare ricordi sul gioco che stavano conducendo
quale ricercatore in azione. (...) Si passa G: Ecco l’ananas, la sto tagliando. (foto 1) e che le immagini raccontano.
dalla concezione depositaria dell’educa-   L’equipe delle educatrici potrà riflettere sull’e-
zione, all’educazione come curiosità della L: Ecco Sara, prendi! (foto 2) norme potere rivelatore e trasformativo del gio-
ricerca e come pratica della libertà attra- co, capace di mostrare in modo neanche troppo
verso: l’osservazione, l’ascolto e il dialogo, L: La Sara è piccolina, non ha ancora imparato velato il mondo intrapsichco in cui ogni bambino
la predisposizione degli ambienti e delle a camminare. (foto 3) sta vivendo, e come questa realtà psichica interio-
occasioni di esperienza e di apprendimen- re si sposa e/o si scontra con la realtà esteriore.
to, la documentazione come pratica che L, come parlando a se stessa: Non devi farla cadere!   Questa documentazione mette in luce diversi
consente di ripensare a ciò che è stato  (foto 4) elementi davvero importanti nel quadro dello svi-
fatto e di aprire nuovi percorsi possibi- luppo psico-fisico e affettivo di Lucia e dei bambi-
li.“ (Linee Pedagogiche del Comune di L: La Sara ha imparato a camminare. Devo ni dell’ultimo anno di Nido in genere: il cammi-
Milano, 2016) lavare i piedini perché ha camminato e lì è sporco. nare di Sara rimanda alla progressiva conquista
>>4 Osservare non vuol dire vigilare:  (foto 5) dell’indipendenza e al la crescente coscienza di sè
“La pratica della scrittura è ineludibile, come individuo separato dal mondo e dalla ma-
ma non sotto forma di annotazioni spon- L: Allora seduta! Io mi sono arrabbiata con dre, mentre l’acquisizione del controllo sfinteri-
tanee sotto l’impulso di chi è presente a Sara, perché si sporca i piedini! (foto 6) co, accompagnata spesso da piccoli „insuccessi“ è
vedere, ma sotto forma di annotazioni descritto chiaramente da Lucia. Si tratta di nodi
precise, organizzate in vista di uno scopo, L: Allora la metto seduta, ma poi la tiro fuori. decisivi in un processo di crescita in cui talvolta
una scheda di osservazione su misura,  (foto 7) compaiono ostacoli, paure, rabbia, delusione e
preparata per rispondere ad ogni doman- L: Io sto giocando con la mia bambola. frustrazione, e in cui il confronto con gli adulti –
da.” (Fontaine) L: Allora cosa vuoi fare? Io mi sto arrabbiando! genitori o educatori – può risultare a volte fatico- 1
 (foto 8) so. Nel gioco Lucia riesce ad affidare alla bambola
>>5“Ciò che è non è comunicabile non le tensioni legate al processo di crescita e indivi-
esiste (…) L’esperienza educativa è vita. L: Oh, vieni in spalla. Guarda com’è grande la duazione che sta compiendo, ma le affida anche
Questa è da ricercarsi nella quotidianità Sara. Si deve ricordare di fare la pipì perché è venuta all’educatrice che la osserva e in silenzio veglia sul
e il significato è da costruirsi, non è a con le mutande anche lei. (foto 9) suo gioco.
priori. Tutto l’arco temporale di perma-   Attraverso la documentazione Lucia, e con lei
nenza al nido o alla scuola dell’infanzia L: Ora io metto la mia Sara vicino alla sua ami- gli altri bambini e le loro famiglie, scoprirà che
è da considerarsi assolutamente come chetta. (foto 10) quel tesoro che ci ha rivelato attraverso la sua at-
esperienza educativa, in una tensione che tività non è stato perduto, ma catturato con le pa-
trova nell’ascolto, nell’attenzione e nella Il gioco è uno spazio e un tempo del bambino, è role e le immagini, e sarà conservato con amore.
capacità di rilancio e di restituzione di il luogo dove il conflitto che nasce tra realtà in-  9
significato la sua condizione ottimale.” teriore e realtà esteriore si rivela, si attenua e si
(Malavasi) risolve.

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hands on
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Boboto: educazione,
inclusività, innovazione
―  www.boboto.it

C
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Chi è boboto?
Boboto promuove attività orientate al mondo
dell’educazione, dell’inclusività e dell’innovazio-
ne sociale. La sua missione è quella di promuo-
vere l’educazione come processo continuo di ap-
prendimento.
  L’obiettivo dei nostri progetti è quello di gui-
dare i bambini e le bambine al pieno sviluppo
delle loro potenzialità e di guidare gli adulti alla
comprensione che ogni bambino e bambina rac-
chiudono in sé una ricchezza che va custodita ed
8 9 10 alimentata, al fine di formare dei cittadini attivi,
felici e responsabili.
  MONTESSORI 3D nasce con lo scopo di rende-
re la pedagogia montessoriana quanto più fruibi-
le e inclusiva, in tutti i contesti educativi, dentro
e fuori la scuola, con gli insegnanti e con tutto il
nucleo familiare.
  Il progetto prevede la riproduzione dei mate-
riali Montessori attraverso la stampa 3D, il taglio
laser e tutte le tecnologie che consentono di ri-
durne l’elevato costo, rendendoli accessibili a tut-
ti e permettendoci di produrre anche “preziosi”
piccoli pezzi che sono andati perduti o per sanare
materiali rotti.

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Opinioni
  Una delle volontà principali
di MONTESSORI 3D è rendere

L’educazione per
tutti i files di progettazione dei
materiali completamente open
source per dare l’opportunità - a

cambiare il (mio) mondo


chiunque desideri farlo - di po-
terli riprodurre.

IA01.
cassettiera di botanica
completa  + 3 anni ―  Iliana Morelli

N
Finalità:
Utilizzando la cassettiera di Bo-
tanica, il bambino sviluppa in-
teresse e rispetto verso le pian-
te, impara a riconoscere i vari
tipi di foglie e i loro nomi (lan-
ciolata, obovata, alabardata…)
tracciandone i loro confini e Nel 2009 è nata la mia prima
abbinandoli a quelli in ambien- bellissima bambina. I mesi passavano, lei cre-
te naturale. Impara a conoscere sceva e per me e mio marito era davvero specia-
e nominare le parti della foglia, le, ogni tanto si presentava qualche problemino,
del fiore e della pianta. che puntualmente risolvevamo e che reputavamo
normale. Il tempo passava e sempre più percepivo
Caratteristiche generali: che c’era qualcosa di diverso e delle particolarità
La Cassettiera di Botanica com- innate che interpretavo come singolarità che ogni
pleta, realizzata completamen- essere umano ha perché diverso dall’altro. Alcu-
te in legno, comprende sette ni invece notarono solo uno sviluppo “non nella
cassetti, quattro dei quali con- Iliana Morelli è fondatrice di Boboto, società fondata con norma” (ma cos’è davvero la normalità?).
tengono ventiquattro incastri l’obiettivo di promuovere attività orientate al mondo   Diagnosticarono una sindrome rara che colpi-
tutti di diversi tipi di foglie, di- dell’educazione, dell’inclusività e dell’innovazione sociale. sce un bambino o bambina nata su 32.000 nati.
pinte in verde scuro e dotate di È ideatrice del progetto MONTESSORI 3D, nato per Lei era quella bambina su 32.000 con la Sindro-
pomolo di presa in legno. rendere la pedagogia montessoriana quanto più fruibile e me di Kabuki. Mi dissero inoltre che, in base a dei
  La piastrella esterna, che inclusiva, in tutti i contesti educativi, nella scuola e fuori “test” fatti alla bambina, che allora aveva poco
contiene la foglia, è di colore la scuola, con gli insegnanti e con il nucleo familiare.  meno di due anni, avevano riscontrato “disturbi
giallo o in legno naturale e mi- Iliana ha conseguito una laurea in Scienze della misti dello sviluppo” e che era necessario lavorare
sura 14x14 cm. La cassettiera Comunicazione presso l’Università di Perugia ed un sulle sue difficoltà.
completa include anche il cas- Master in Organizzazione di Eventi presso l’Auditorium   La sensazione provata? Un forte senso di
setto dell’incastro della foglia, Parco della Musica di Roma. Nel 2014 si è specializzata smarrimento e paura. Poi però abbiamo iniziato
del fiore e della pianta, ciascuno nel coordinamento dei Servizi Educativi dell’Infanzia a riflettere molto razionalmente e pensato a tutte
dei quali misura 42x28 cm. con focus montessoriano presso l’Università Roma Tre le cose che la nostra bambina era in grado di fare,
  È disponibile in giallo/verde e ha completato un corso sulle Intelligenze Multiple a tutte le cose che avrebbe ancora imparato, a tut-
e color legno/verde. 9 organizzato dal Centro Studi Erickson. te le “tappe” che, anche se a tempo limite (come

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indicato dagli specialisti) e a volte con un po’ più di fatica, aveva   Conoscevo la potenzialità delle nuove tecnologie e proposi agli
raggiunto. Come lo stare seduta, il camminare da sola e pronuncia- amici del Fablab (laboratorio di fabbricazione digitale) di Lecce di
re la prima parolina. Inevitabilmente riprovammo le grandi emo- sperimentare la produzione di alcuni prototipi di materiali Mon-
zioni che le sue conquiste ci trasmettevano. Pensammo: “Può una tessori con la stampa 3D e il taglio laser, il risultato mi diede ragio-
dicitura su un pezzo di carta cambiare l’immagine che noi abbiamo ne. Era possibile produrre materiale di buona qualità, sia in plasti-
di nostra figlia?” No affatto. “Può una dicitura su un pezzo di carta ca che in legno, a dei costi decisamente più vantaggiosi. Da questa
condizionare l’immagine che gli altri avranno di lei?” La risposta intuizione è nato MONTESSORI 3D che ha dato subito vita ad un
più semplice e meno faticosa sarebbe stata: “Si, assolutamente.” testing nazionale patrocinato da Fondazione Montessori Italia.
  Ho pensato a quello che io e mio marito desideravamo per lei   Credo che il Montessori sia una ricchezza che debba appartenere
e, nonostante in questi casi le emozioni tendono a prendere il so- a tutti, che debba entrare nel quotidiano di ogni famiglia, da quella
pravvento, razionalmente ho riflettuto che io sono quella che sono chiusa nei palazzi regali d’Inghilterra a quella che vive in periferia o
per quello che la mia famiglia mi ha trasmesso, mi ha permesso di in campagna. Che debba entrare nella scuola più rinomata come in
essere e di credere che potessi diventare. Ho capito che sarebbe di- quella più sperduta in qualche villaggio lontano. Maria Montessori
peso molto da noi genitori e da chi le sarebbe stato più vicino, come ha iniziato nei luoghi più difficili, nel manicomio dove rinchiude-
anche la scuola, formare l’immagine che gli altri avrebbero avuto di vano i bambini considerati incapaci e derisi e successivamente nel
lei, ma ancora più importante, l’immagine che lei avrebbe avuto di quartiere malfamato e povero di San Lorenzo a Roma.
sé stessa e che avrebbe proiettato agli altri.   Ora nella maggioranza dei casi, in Italia, in quelle poche città
  In quel momento mi tornò alla mente quel poco che sapevo e dove è attivo, il Montessori è a pagamento e a costi non poco eleva-
avevo letto sulla Montessori, avidamente presi e lessi i suoi libri ti. La Dott.ssa Montessori ha lavorato tutta la sua vita per la causa
e si aprì nella mia mente una prospettiva completamente diversa, del bambino, sapeva che il cambiamento, quello vero, partiva da ciò
non solo su mia figlia ma sul bambino in generale. Da lì la decisione che l’adulto era in grado di offrirgli. Ma per creare cambiamento c’è
di seguire quella strada, capendo che sarebbe stato, però, necessa- bisogno di agire, è necessario che ognuno di noi dia il suo piccolo
rio un profondo cambiamento dentro me stessa. Capì che la scuola contributo, per questo ritengo che il pensiero di Maria Montessori
Montessori per la mia bimba, ma come per ogni altro bambino, sa- non sia qualcosa che debba appartenere solo al mondo della scuola
rebbe stata l’ideale, un ambiente costruito sul singolo percorso di ma, anzi, a tutta la società che ne potrebbe trovare solo che giova-
ognuno e libero da condizionamenti e costrizioni. mento e arricchimento.
  Iniziò la mia ricerca nella mia città per una scuola a metodo ma   Potrebbe essere un’arma molto potente in questo momento par-
non fu affatto facile: solo una sezione pubblica con posti limita- ticolarmente difficile, dove si parla sempre più spesso di violenza e
tissimi e con alto numero di frequentanti e due scuole private a l’unica arma che si usa per contrastarla è ulteriore violenza.
pagamento. Provai sinceramente un profondo senso di ingiustizia,   Questa grande donna era convinta che il solo modo per raggiun-
soprattutto vedendo quanto in tutto il mondo il pensiero pedago- gere la pace nel mondo, fosse quello di educare i bambini e quindi i
gico di Maria Montessori fosse rispettato e diffuso. Perché proprio futuri giovani, secondo le proprie potenzialità, solo così sarebbero
in Italia, dove tutto è nato e si è sviluppato, non era così? Perché diventati dei pacifici “cittadini del mondo”. Riniziare dai bambini
non poter dare ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di poter permetterebbe di cambiare la generazione successiva, la quale una
scegliere e frequentare una scuola Montessori, senza dover andare volta maturata, riuscirebbe a portare il mondo verso la pace e la
incontro a delle spese che non tutti possono sostenere, e che molti cooperazione.
ad oggi affrontano con immensi sacrifici pur di permettere ai loro   Io credo che ci siano ancora grandi possibilità di andare verso un
figli di frequentare queste scuole? cambiamento positivo finchè nasceranno nuove vite e quindi nuo-
  Cominciai a leggere, studiare, cercare di capire le difficoltà dell’af- vi bambini e bambine, perché come dice la Montessori: “Se v’è per
fermazione di questo splendido pensiero pedagogico nella scuola l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questa speranza non
pubblica italiana, tanto da riscrivermi all’Università. potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.”
  Volevo fare qualcosa, anche se piccola, sentivo di non poter star   Maria Montessori è stata nominata tre volte per il Nobel del-
ferma di fronte allo spreco di questa immensa ricchezza, di un pen- la pace, il premio Nobel Nelson Mandela ha detto: “L’educazione è
siero frutto di studi lunghissimi e ricerche meticolose, confermato l’arma più potente per cambiare il mondo.” E l’ultimo Nobel per la
inoltre, ad oggi, da molti validi studi neuroscientifici, non solo in pace Malala ha detto: “Un bambino, un insegnante, un libro e una
nome dei bambini ma per la società intera. penna possono cambiare il mondo.”
  Mi resi conto che uno dei diversi ostacoli all’adozione di questo   Da più di 100 anni il messaggio è sempre lo stesso ma non siamo
“metodo”, non solo nelle scuole, ma anche nelle famiglie, era l’alto stati ancora in grado di comprenderlo. Forse è davvero arrivato il
costo del materiale. Così un giorno l’idea. momento. 9
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blogging / laboratorio

Aquaticus, Aquarius,
Aqualitus! spugne, cannucce, tubi, giochi, siringhe, conteni-
tori e misurini, colini, glitter, bottiglie), naturali
―  www.zeroseiblog.it (tappi di sughero, sassi, conchiglie, pietre pomi-
ci), di ferro (imbuti e contenitori), colori (inizial-

I
mente coloranti alimentari poi abbandonati in fa-
vore della tempera da sciogliere in acqua), sapone
da piatti per la schiuma (da sostituire con sapone
dermatologicamente testato), carta per realizzare apprendimenti
barchette. Durante il laboratorio i bambini e le bambine
hanno l’occasione di sviluppare alcune abilità,

In questo post presentiamo una percorso


I bambini vengono invitati a piccoli gruppi nel ba-
conoscenze e competenze. Ad esempio si posso-
no esercitare nella concentrazione individuale,
bellissima attività svolta durante l’anno e che è gno dove si vestono in autonomia, se possibile, nell’espressione artistica e nell’acquisizione di
stata chiamata “Laboratorio dell’acqua”, l’attività con stivaletti e grembiuli. Le maestre riempiono senso estetico. Possono esercitare le competenze
è piaciuta così tanto (ad adulti e bambini) che la le vasche dei lavabi mescolando acqua tiepida e sensoriali, acquisire i primi concetti dell’ordine
proponiamo con molti elementi per permettere a acqua a temperatura ambiente dal rubinetto as- geometrico e della misura. Si possono anche spe-
quanti vorranno di riprodurla e adattarla alla pro- sieme ai bambini. Di volta in volta si propone- rimentare nella relazione con la luce e i colori, con
pria struttura. Buona lettura! vano ai bambini alcuni materiali con cui giocare le forme e le strutture della materia, con le leggi
  Il laboratorio è indirizzato ai bambini e alle liberamente negli acquai interagendo con gli altri, della fisica. Anche la relazione e la risoluzione di
bambine di 3 anni che ad ogni sessione partecipa- per divertirsi, scoprire ed imparare. Il laboratorio conflitti sono vissute dai bambini durante il labo-
Il post è stato pubblicato il giorno 11 luglio 2016 no in gruppi da 6-8 bambini sotto la supervisione ha una durata flessibile di un’ora circa, così arti- ratorio. Inoltre le competenze fino-motorie, la co-
su www.zeroseiblog.it. costante di un adulto. colata: ingresso e vestizione, proposta materiali, ordinazione oculo-manuale, le abilità generali del-
Il blog è curato da Orsa Cooperativa sociale.   I laboratori si svolgono in bagno, dove sono gioco libero con l’acqua, fase di riordino condotta le mano e pratiche trovano modo di svilupparsi. Il
Orsa gestisce nidi e scuole dell’infanzia in Italia ed presenti lavabi ampi e profondi che sono istallati da parte dell’adulto in collaborazione con i bam- laboratorio è evidentemente un luogo che privile-
è impegnata nel rispondere alle domande di cura e ad altezza di bambino. Le pareti sono piastrella- bini, cambio degli indumenti e rientro in sezione. gia la scoperta euristica, il gioco simbolico, l’auto-
educazione delle famiglie e dei bambini. te e l’ambiente fisico è generalmente luminoso,   L’adulto dopo aver preparato l’ambiente e pro- nomia personale e l’arricchimento linguistico.
La nostra filosofia deriva direttamente dai contesti inoltre si possono chiudere le porte per creare un posto i materiali osserva i bambini e le loro atti-   I bambini durante l’attività si sono sempre
educativi in cui delle persone lavorano con e per le ambiente psichico raccolto, calmo e tranquillo. vità, trascrive le loro verbalizzazioni, documenta, dimostrati curiosi, attenti, soddisfatti, piacevol-
persone. E così abbiamo imparato che l’educazione interagisce verbalmente stimolando riflessioni e mente concentrati nella scoperta e concentrati
richiede forti valori, molte competenze e una grande dose materiali scoperte nei bambini, vigila sulla sicurezza di tut- nello sviluppo di abilità e competenze. Anche gli
di flessibilità. L’obiettivo principale di Orsa è costruire A disposizione dei bambini ci sono: indumenti ti, interviene per risolvere conflitti tra i bambini, adulti si sono divertiti nel condurre il laboratorio
una comunità coesa, giusta, equilibrata e sana, attraverso adatti (grembiuli impermeabili e calosce, i grem- valuta i livelli di attenzione e coinvolgimento di e sostenere l’attività dei bambini, e hanno di soli-
l’impegno nella realizzazione di servizi educativi di biuli possono essere sostituiti da buste di plastica tutti e l’adeguatezza dei materiali proposti, osser- to valutato l’attività come piacevole e rilassante,
qualità in cui uomini e donne lavorano per creare di recupero con cui avvolgere il busto dei bimbi!) va l’emergere degli interessi infantili, sostiene la considerando che il tempo passava velocemente
ambienti attenti ai bisogni cognitivi, emotivi e relazionali per evitare di bagnare i vestiti e scivolare, inol- riflessione linguistica, relazionale e cognitiva di come capita sovente nelle migliori condizioni am-
dei bambini e delle loro famiglie. tre ci sono materiali di plastica (brocche, imbuti, tutti e tutte. bientali.

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www.fondazionemontessori.it
rivista@fondazionemontessori.it

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