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BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Come sappiamo è sempre importante dare contezza di ciò che facciamo. Il sistema per comunicare ai
nostri portatori di interesse i nostri risultati/performance (sia che sia il sistema di gestione ambientale,
sia lo studio LCA,..) è attraverso il BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ (in questo caso AMBIENTALE). Il bilancio in
genere viene riportato secondo interi documenti e si divide appunto in bilancio economico, sociale/etico
e ambientale.

In questo caso vedremo il BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE di granarolo (naturalmente nella


stesura del bilancio, che è ambito volontario, ci sono livelli di approfondimento diversi  strettamente
dipendente dallo stakeholder a cui vogliamo rivolgersi (se ad ES ci rivogliamo al cliente non daremo
informazioni troppo complicate)).
Quindi la prima cosa da fare quando voglio stendere un bilancio è capire a chi è riferito e cosa questi
cercano (cosa dobbiamo dimostrargli).
La stesura del bilancio deve comunque sempre far riferimento agli obiettivi strategici dell’organizzazione
nel caso granarolo:

Gli obiettivi strategici:


- Estendere l’adozione dei sistemi di gestione ambientale a tutti gli stabilimenti del Gruppo per
prevenire, controllare e ridurre l’impatto ecologico, individuando le responsabilità, formando le
persone, definendo obiettivi concreti e misurabili (estendere il SGA a tutti i siti dell’azienda); 

- orientare progressivamente tutta la filiera produttiva verso l’ecosostenibilità (riduzione impatto
ambientale), incentivando il settore agro-zootecnico verso le produzioni biologiche e di qualità; 

- diffondere all’interno dell’azienda la sensibilità verso le tematiche ambientali attraverso percorsi
formativi mirati e attività di comunicazione (effetto sociale);
- veicolare con chiarezza e continuità all’esterno sia la politica ambientale che i risultati della gestione
ambientale attraverso strumenti di comunicazione adeguati e facilmente accessibili. 


Gli strumenti per raggiungere questi obiettivi:


- Allineamento tempestivo ai requisiti di legge in materia ambientale; 

- introduzione di sistemi di gestione certificati; 

- definizione di piani di comunicazione, dialogo e ascolto con i clienti, i consumatori, i soci, i terzi e le
autorità di controllo; 

- organizzazione di momenti formativi rivolti ai dipendenti;
- impegno nella ricerca e sviluppo e nell’introduzione di tecnologie “environmental saving” (con basso
impatto ambientale) 


La prima cosa che devo comunicare agli stakeholder è la mission (politica ambientale visione di lungo
periodo generale) che verrà poi spiegata meglio dagli obiettivi strategici:
La salvaguardia dell’ambiente è per Granarolo una componente essenziale della propria mission
aziendale. Granarolo ha fatto proprio il concet- to di “sviluppo durevole e sostenibile” che caratterizza
sempre più compiutamente la politica ambientale europea, assumendo l’impegno di gestire le risorse in
maniera oculata e lungimirante, tenendo conto di obiettivi economici, ecologici e sociali. Forte di quanto
è stato sinora in grado di realizzare, il Gruppo Granarolo ha definito una politica ambientale che
contempla principalmente l’impegno a minimizzare l’impatto dei processi e dei prodotti, a rispettare i
requisiti di legge in materia ambientale e a introdurre nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo
com- patibile con l’ambiente, il tutto teso ad un processo di miglioramento continuo. La politica
ambientale di Granarolo è stata formalizzata nel 1998 dal board di direzione, coinvolgendo tutti gli
stabilimenti della società. Tale politica è basata su un principio cardine: produrre latte e derivati, per
Granarolo, significa concorrere al miglioramento della vita delle persone, attraverso la qualità dei
processi produttivi e distributivi e la tute- la e il rispetto dell’ambiente. A questo scopo il gruppo
Granarolo si impegna a:
- valutare, controllare e, ove possibile, minimizzare l’impatto dei processi e dei prodotti, migliorandone
continuamente i risultati; 

- rispettare con tempestività i requisiti di legge in materia ambientale; 

- introdurre nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l’ambiente; 

- adottare un sistema di gestione ambientale per prevenire, controllare e ridurre l’impatto delle attività,
individuando le responsabilità, formando le persone, definendo obiettivi concreti e misurabili; 

- definire piani di comunicazione, ascolto e dialogo con i dipendenti, i soci ed i terzi in senso lato, con
cui l’azienda opera, nonché le istituzioni e le organizzazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente,
fornendo informazioni sui risultati ambientali; 

- orientare positivamente soci e fornitori, attraverso specifiche iniziative, verso una conduzione
ambientalmente responsabile della loro attività; 

- assicurarsi che questa politica sia con chiarezza percepita come parte integrante della più generale
politica ambientale. 


Naturalmente ora bisogna capire quali sono le attività svolte dall’organizzazione/filiera:

Benessere animale

Ognuno di questi settori produce delle specifiche ricadute di carattere ambientale, sia per quanto
riguarda l’assunzione di risorse naturali che per quanto concerne il rilascio nell’ecosistema di sostanze di
risulta. Dall’elabora- zione dei dati raccolti nell’analisi ambientale iniziale emerge come nella gestione
agricola e zootecnica gli aspetti a maggior impatto ambientale riguardino l’utilizzo di energia elettrica,
gasolio, acqua ed i trattamenti sui foraggi.

IMPATTO AMBIENTALE DELLE ATTIVITÀ INDUSTRIALI


Gli effetti ambientali rilevanti relativi alle fasi di trasformazione e trattamento del prodotto riguardano
principalmente l’utilizzo di acqua, combustibili, energia elettrica, sostanze refrigeranti, sostanze per la
pulizia ed il trattamento e lo smaltimento di reflui liquidi.
Negli stabilimenti Granarolo il consumo di acqua è elevato. L’approvvigionamento avviene in parte
attraverso gli acquedotti comunali ed in parte da pozzi artesiani di proprietà. L’acqua potabile viene
utiliz- zata per il lavaggio degli impianti mentre l’acqua industriale viene utilizzata per i lavaggi che non
prevedono contatto con il prodotto. Il consumo maggiore, circa l’80%, deriva dal lavaggio degli impianti.
Nel periodo più recente l’azienda ha cominciato ad avere maggior attenzione verso un utilizzo più
razionale di questa risorsa. Sono così stati introdotti sistemi per
il recupero ed il riciclo dell’acqua, che hanno permesso la
riduzione dei consumi a parità di volumi di prodotto.

Dal 2000 ad oggi si è avuto un andamento altalenante


dell’incidenza del consumo d’acqua per unità di prodotto
lavorato. Tale andamento è dovu- to al diverso grado di
efficienza nella gestione della risorsa e all’intensità delle
lavorazioni nei singoli stabilimenti del Gruppo. In stabilimenti come quello di Bologna, ad esempio,
l’efficienza raggiunta nel 2002 è stata in buona parte riassorbita dall’aumento dei volumi lavorati. In siti
produttivi come Milano, Bari e Novara i processi di razionalizzazione dei consumi stanno producendo i
loro frutti. Un discorso a parte va fatto per Vercelli, dove incide la tipologia di lavorazione effettuata
(gastronomia e piatti pronti).

Guardando ad esempio Bologna potrei dire che nell’ultimo anno è ridotta l’efficienza di utilizzo
dell’acqua (questo è un ragionamento iniziale). Poi penso che le aziende hanno un approvvigionamento
sia tramite pozzo che tramite acquedotto (a seconda dei siti) quindi posso pensare che nell’ultimo anno
Bologna è stata maggiore l’utilizzo di acqua di acquedotto rispetto all’acqua di pozzo (per questo ho
necessità di leggere anche la tabella l/kg di acqua pozzo). Un’altra ipotesi di questo aumento di consumi
per Bologna può essere data dalla produzione di un diverso prodotto per quel sito (magari il prodotto
attuale ha necessità di utilizzo di molta acqua)
Da quest’ultima tabella vediamo che la seconda considerazione fatta è vera (questo dato va letto in
maniera positiva, poiché l’acqua di acquedotto è piu sicura rispetto a quella di pozzo).

Dalla tabella generale vediamo che mediamente il consumo di acqua nei 3 anni non è cambiato.
L’efficienza di consumi va vista nello stesso sito nei vari anni (e non tra i vari siti poiché il prodotto in
produzione è differente).

Per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, l’organizzazione dell’attività produttiva degli
stabilimenti del Gruppo (si lavora di notte fino all’alba per consegnare al cliente il prodotto nelle prime
ore del giorno) comporta un consumo di energia elettrica nelle fasce orarie a basso costo, con
conseguenti benefici sia dal punto di vista ambientale (le centrali elettriche devono produrre energia
continua- mente e quando il consumo è minore l’energia prodotta viene spreca- ta) che economico. Dal
2001 al 2003, a livello di Gruppo, si è registrato un calo dell’efficienza energetica, anche se nell’ultimo
anno c’è stata un’inversione di tendenza. La maggiore incidenza dei consumi di energia è attribuibile
prin- cipalmente allo stabilimento di Vercelli, che ha fortemente ridotto i volumi produttivi per un
cambio di strategia sul mercato. Negli altri siti produttivi si è invece registrata un miglioramento delle
performance, in particolare a Bari, Milano e Bologna dove la riorganizzazione produttiva e l’introduzione
di tecnologie “environmental saving” hanno dato luogo ad un significativo risparmio energetico.
Tendenzialmente i consumi elettrici medi sono costanti.

Altro impatto è per il consumo di combustibili. Il riscaldamento dei locali e il funzionamento dei
macchinari avviene, all’interno degli stabilimenti produttivi, tramite caldaie. Attualmente l’89% della
produzione dell’azienda proviene da stabilimenti con caldaie a metano. L’introduzione
dell’alimentazione a metano ha consentito la sostituzione di un combustibile fossile responsabile di
emissioni inquinanti in atmosfera, con un gas naturale a ridotto impatto ambientale. Il riscaldamento dei
locali e il funzionamento dei macchinari avviene, all’interno degli stabilimenti produtti- vi, tramite
caldaie. Attualmente l’89,2% della produzione dell’azienda proviene da stabilimenti alimentati a
metano. L’introduzione dell’alimentazione a metano ha consentito la sostituzione di un combustibile
fossile (anche se a basso tenore di zolfo), responsabile di emissioni inquinanti in atmosfera, con un gas
naturale a ridotto impatto ambientale. I dati relativi ai consumi di risorse naturali per riscaldamento
vedono un incre- mento del consumo del gas metano ed una diminuzione dell’incidenza degli altri
combustibili utilizzati.

Uno degli obiettivi che Granarolo ha perseguito in questi ultimi anni è stato quello di cercare di ridurre
l’incidenza degli imballi sulla composizione finale del prodotto. Sono stati infatti eliminati, ad esempio,
la doppia carta delle mozzarelle ed i cartoni di yogurt e latte Uht. È stato introdotto un imballo
secondario in cartone bucato (con riduzione dell’utilizzo di carta) per alcuni prodotti caseari, e sono stati
inoltre ridotti il peso e la quantità di plastica per le casse in plastica riutilizzabili. Granarolo è anche
impegnata da tempo nel processo di riduzione progressivo del peso della bottiglia di plastica (Pet).
Inoltre nel corso del 2003 si sono sperimentati, per alcune tipologie di prodot- ti, materiali
completamente biodegradabili. A supporto di tali decisioni, nel 1999 Granarolo ha avviato, in
collaborazione con Coop Italia, uno studio di analisi e valutazione degli impatti ambientali indotti dal
latte Uht confezionato in tetrabrik asettico, considerando come ambiti di applicazione i processi di
trattamento e confezionamento del latte e gli imballaggi. Durante lo studio sono stati considerati i
parametri più significativi dell’impatto ambientale del processo di trasformazione e confezionamento
del latte (consumi di energia e di acqua), mentre per quanto riguarda gli imballaggi sono stati utilizzati
dati di bibliografia forniti dalle stesse ditte produttrici. Per l’energia elettrica i consumi sono risultati
maggiori nella fase di produzione degli imballaggi piuttosto che nelle fasi di trattamento e di
confezionamento.

deve naturalmente essere studiata


in base ai differenti materiali di
imballaggio.
Dato che i quintali non sono
rapportati alla quantità di prodotto
può darsi che i q maggiori
dipendono da una produzione
maggiore
FLUSSI FISICI IN USCITA
EMISSIONI DI GAS SERRA DA PARTE DI STRUTTURE PRODUTTIVE
La produzione di gas serra da parte degli stabilimenti del Gruppo deriva dalle attività connesse alla
refrigerazione dei prodotti al termine della lavorazione e al trasporto. All’interno del ciclo produttivo di
alimenti freschi la refrigerazione costituisce un aspetto strategico determinante. Per portare nelle case
dei consumatori un prodotto di qualità, infatti, è necessario garantire che la catena del freddo non
venga mai interrotta. La tabella seguente riporta il tipo di refrigerante utilizzato nei diversi stabilimenti
produttivi per il processo di raffreddamento e per la refrigerazione delle celle.

refrigerazione per celle fa riferimento al


mantenimento della catena del freddo
durante il trasporto

Naturalmente per questo tipo di aziende non si può ridurre in senso stretto l’emissione di gas serra per
queste due questioni ma al massimo si potrebbe ottimizzare l’emissioni con fluidi refrigeranti meno
impattanti; infatti Le filiali inaugurate di recente (come Roma e Napoli) sono dotate di celle ed impianti
frigoriferi che utilizzano gas frigorigeni (Freon R404) a basso impatto ambientale.

EMISSIONI DI GAS DI SCARICO


In relazione invece alle emissioni di gas di scarico degli automezzi, alcuni fornitori stanno sperimentando
mezzi a propulsione mista gasolio-metano ed elettrici per la consegna dei prodotti nei centri storici delle
città, in modo da ridurre l’inquinamento.

ANZIANITÀ E MANUTENZIONE DEGLI AUTOMEZZI


I dati contenuti in tabella si riferiscono ai mezzi di proprietà di Granarolo - pari a circa il 61% del totale -
ed ai mezzi appartenenti alle società di distribuzione esterne, che corrispondono al restante 39% del
parco mezzi complessivamente utilizzato per il trasporto dei prodotti Granarolo. Negli ultimi anni gli
interventi di razionalizzazione e ottimizzazione del sistema distributivo hanno puntato alla riduzione dei
consumi di carburante a parità di consegne effettuate. Per quanto riguarda i sistemi di refrigerazione, i
numerosi controlli svolti da Granarolo e dai fornitori consentono di assicurare il perfetto funzionamento
degli impianti attivi e la sostituzione di quelli obsoleti, al fine di utilizzare sempre le tecnologie più
efficienti. D’altra parte la sempre maggiore concentrazione dei clienti riforniti registrata negli ultimi anni
ha consentito di ridurre i consumi e l’inquinamento da accensione e spegnimento dei mezzi.

efficienza: la stessa quantità di latte la


trasporto con meno carburante
SCARICHI IDRICI
Le sostanze organiche rilasciate nell’acqua a valle del ciclo produttivo rappresentano una specie di inqui-
namento tipica delle aziende del comparto agro-alimentare. Nella tabella sotto riportata vengono date
informazioni sulla tipologia di scarico delle acque dei diversi stabilimenti produttivi e, relativamente al
2003, la quantità di acqua scaricata
(m3) nei differenti corpi recettori.

Dati essenziali per la valutazione della


qualità degli scarichi idrici sono rilevati
in Granarolo attraverso l’a- nalisi dei
seguenti parametri:
- Il Bod (Biological oxigen demand),
che misura l’ossigeno consumato per
ossidare biochimicamente in 5 
giorni
alla temperatura di 20 gradi centigradi
le sostanze contenute, in soluzione e in
sospensione, nel- 
l’acqua; si tratta di
un indicatore di inquinamento
organico delle acque; 

- il Cod (Chemical oxygen demand),
che misura l’ossigeno consumato per
ossidare chimicamente le 
sostanze
organiche contenute, in soluzione e in
sospensione, nell’acqua; si tratta di un
indicatore di 
inquinamento chimico
delle acque scaricate; 


SPESE E INVESTIMENTI AMBIENTALI


Questo è un fattore importante dato che uno degli obiettivi strategici è quello di incrementare il numero
di siti con SGA certificato
Illustrati gli impatti ambientali più significativi è importante il GIUDIZIO DEGLI STAKEHOLDER.
Importante per capire come i soggetti percepiscono ciò che comunico. Per ottenere questi giudizi faccio
sondaggi, questionari.

MAPPA DI EFFICACIA DELLE POLITICHE PER L’AMBIENTE


La mappa sintetizza i risultati dell’autodiagnosi delle politiche ambientali di Granarolo, compiuta dal
Grup- po interfunzionale per la sostenibilità in base a 3 tipologie di input:

- i dati di performance ambientale di Granarolo dell’ultimo triennio;

- il giudizio di qualità delle politiche emanato dagli stakeholder;
- le indicazioni raccolte sull’argomento nel corso del multi-stakeholder workshop 2004.


Gli indicatori prescelti dal Gruppo sono disposti nella mappa in funzione del loro livello di rilevanza e di
applicazione. Il loro posizionamento all’interno della mappa consente di individuare in maniera
immediata:
- i comportamenti ambientali considerati importanti, rispetto ai quali l’azienda sta operando
efficacemente (area performativa); le performance di particolare rilievo - rispetto alle quali l’azienda si
pone come benchmark per il proprio settore - si collocano in una specifica area del quadrante,
denominata “area di eccellenza”; 

- i comportamenti ambientali considerati meno significativi, sui quali l’azienda offre già ampie garanzie
(area di consolidamento);
- i comportamenti ambientali a bassa implementazione, ma sui quali non è richiesto un particolare
impegno nel breve periodo (area di marginalità); 

- i comportamenti ambientali giudicati fondamentali sui quali l’azienda è chiamata ad esprimere un
impegno maggiore (area di intervento prioritario). 


Il cerchio giallo in quella posizione fa capire


che gli interventi predisposti sono riferiti
per la maggior parte alla limitazione del
consumo di risorse naturali.

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