Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Come sappiamo è sempre importante dare contezza di ciò che facciamo. Il sistema per comunicare ai
nostri portatori di interesse i nostri risultati/performance (sia che sia il sistema di gestione ambientale,
sia lo studio LCA,..) è attraverso il BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ (in questo caso AMBIENTALE). Il bilancio in
genere viene riportato secondo interi documenti e si divide appunto in bilancio economico, sociale/etico
e ambientale.
La prima cosa che devo comunicare agli stakeholder è la mission (politica ambientale visione di lungo
periodo generale) che verrà poi spiegata meglio dagli obiettivi strategici:
La salvaguardia dell’ambiente è per Granarolo una componente essenziale della propria mission
aziendale. Granarolo ha fatto proprio il concet- to di “sviluppo durevole e sostenibile” che caratterizza
sempre più compiutamente la politica ambientale europea, assumendo l’impegno di gestire le risorse in
maniera oculata e lungimirante, tenendo conto di obiettivi economici, ecologici e sociali. Forte di quanto
è stato sinora in grado di realizzare, il Gruppo Granarolo ha definito una politica ambientale che
contempla principalmente l’impegno a minimizzare l’impatto dei processi e dei prodotti, a rispettare i
requisiti di legge in materia ambientale e a introdurre nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo
com- patibile con l’ambiente, il tutto teso ad un processo di miglioramento continuo. La politica
ambientale di Granarolo è stata formalizzata nel 1998 dal board di direzione, coinvolgendo tutti gli
stabilimenti della società. Tale politica è basata su un principio cardine: produrre latte e derivati, per
Granarolo, significa concorrere al miglioramento della vita delle persone, attraverso la qualità dei
processi produttivi e distributivi e la tute- la e il rispetto dell’ambiente. A questo scopo il gruppo
Granarolo si impegna a:
- valutare, controllare e, ove possibile, minimizzare l’impatto dei processi e dei prodotti, migliorandone
continuamente i risultati;
- rispettare con tempestività i requisiti di legge in materia ambientale;
- introdurre nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l’ambiente;
- adottare un sistema di gestione ambientale per prevenire, controllare e ridurre l’impatto delle attività,
individuando le responsabilità, formando le persone, definendo obiettivi concreti e misurabili;
- definire piani di comunicazione, ascolto e dialogo con i dipendenti, i soci ed i terzi in senso lato, con
cui l’azienda opera, nonché le istituzioni e le organizzazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente,
fornendo informazioni sui risultati ambientali;
- orientare positivamente soci e fornitori, attraverso specifiche iniziative, verso una conduzione
ambientalmente responsabile della loro attività;
- assicurarsi che questa politica sia con chiarezza percepita come parte integrante della più generale
politica ambientale.
Benessere animale
Ognuno di questi settori produce delle specifiche ricadute di carattere ambientale, sia per quanto
riguarda l’assunzione di risorse naturali che per quanto concerne il rilascio nell’ecosistema di sostanze di
risulta. Dall’elabora- zione dei dati raccolti nell’analisi ambientale iniziale emerge come nella gestione
agricola e zootecnica gli aspetti a maggior impatto ambientale riguardino l’utilizzo di energia elettrica,
gasolio, acqua ed i trattamenti sui foraggi.
Guardando ad esempio Bologna potrei dire che nell’ultimo anno è ridotta l’efficienza di utilizzo
dell’acqua (questo è un ragionamento iniziale). Poi penso che le aziende hanno un approvvigionamento
sia tramite pozzo che tramite acquedotto (a seconda dei siti) quindi posso pensare che nell’ultimo anno
Bologna è stata maggiore l’utilizzo di acqua di acquedotto rispetto all’acqua di pozzo (per questo ho
necessità di leggere anche la tabella l/kg di acqua pozzo). Un’altra ipotesi di questo aumento di consumi
per Bologna può essere data dalla produzione di un diverso prodotto per quel sito (magari il prodotto
attuale ha necessità di utilizzo di molta acqua)
Da quest’ultima tabella vediamo che la seconda considerazione fatta è vera (questo dato va letto in
maniera positiva, poiché l’acqua di acquedotto è piu sicura rispetto a quella di pozzo).
Dalla tabella generale vediamo che mediamente il consumo di acqua nei 3 anni non è cambiato.
L’efficienza di consumi va vista nello stesso sito nei vari anni (e non tra i vari siti poiché il prodotto in
produzione è differente).
Per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, l’organizzazione dell’attività produttiva degli
stabilimenti del Gruppo (si lavora di notte fino all’alba per consegnare al cliente il prodotto nelle prime
ore del giorno) comporta un consumo di energia elettrica nelle fasce orarie a basso costo, con
conseguenti benefici sia dal punto di vista ambientale (le centrali elettriche devono produrre energia
continua- mente e quando il consumo è minore l’energia prodotta viene spreca- ta) che economico. Dal
2001 al 2003, a livello di Gruppo, si è registrato un calo dell’efficienza energetica, anche se nell’ultimo
anno c’è stata un’inversione di tendenza. La maggiore incidenza dei consumi di energia è attribuibile
prin- cipalmente allo stabilimento di Vercelli, che ha fortemente ridotto i volumi produttivi per un
cambio di strategia sul mercato. Negli altri siti produttivi si è invece registrata un miglioramento delle
performance, in particolare a Bari, Milano e Bologna dove la riorganizzazione produttiva e l’introduzione
di tecnologie “environmental saving” hanno dato luogo ad un significativo risparmio energetico.
Tendenzialmente i consumi elettrici medi sono costanti.
Altro impatto è per il consumo di combustibili. Il riscaldamento dei locali e il funzionamento dei
macchinari avviene, all’interno degli stabilimenti produttivi, tramite caldaie. Attualmente l’89% della
produzione dell’azienda proviene da stabilimenti con caldaie a metano. L’introduzione
dell’alimentazione a metano ha consentito la sostituzione di un combustibile fossile responsabile di
emissioni inquinanti in atmosfera, con un gas naturale a ridotto impatto ambientale. Il riscaldamento dei
locali e il funzionamento dei macchinari avviene, all’interno degli stabilimenti produtti- vi, tramite
caldaie. Attualmente l’89,2% della produzione dell’azienda proviene da stabilimenti alimentati a
metano. L’introduzione dell’alimentazione a metano ha consentito la sostituzione di un combustibile
fossile (anche se a basso tenore di zolfo), responsabile di emissioni inquinanti in atmosfera, con un gas
naturale a ridotto impatto ambientale. I dati relativi ai consumi di risorse naturali per riscaldamento
vedono un incre- mento del consumo del gas metano ed una diminuzione dell’incidenza degli altri
combustibili utilizzati.
Uno degli obiettivi che Granarolo ha perseguito in questi ultimi anni è stato quello di cercare di ridurre
l’incidenza degli imballi sulla composizione finale del prodotto. Sono stati infatti eliminati, ad esempio,
la doppia carta delle mozzarelle ed i cartoni di yogurt e latte Uht. È stato introdotto un imballo
secondario in cartone bucato (con riduzione dell’utilizzo di carta) per alcuni prodotti caseari, e sono stati
inoltre ridotti il peso e la quantità di plastica per le casse in plastica riutilizzabili. Granarolo è anche
impegnata da tempo nel processo di riduzione progressivo del peso della bottiglia di plastica (Pet).
Inoltre nel corso del 2003 si sono sperimentati, per alcune tipologie di prodot- ti, materiali
completamente biodegradabili. A supporto di tali decisioni, nel 1999 Granarolo ha avviato, in
collaborazione con Coop Italia, uno studio di analisi e valutazione degli impatti ambientali indotti dal
latte Uht confezionato in tetrabrik asettico, considerando come ambiti di applicazione i processi di
trattamento e confezionamento del latte e gli imballaggi. Durante lo studio sono stati considerati i
parametri più significativi dell’impatto ambientale del processo di trasformazione e confezionamento
del latte (consumi di energia e di acqua), mentre per quanto riguarda gli imballaggi sono stati utilizzati
dati di bibliografia forniti dalle stesse ditte produttrici. Per l’energia elettrica i consumi sono risultati
maggiori nella fase di produzione degli imballaggi piuttosto che nelle fasi di trattamento e di
confezionamento.
Naturalmente per questo tipo di aziende non si può ridurre in senso stretto l’emissione di gas serra per
queste due questioni ma al massimo si potrebbe ottimizzare l’emissioni con fluidi refrigeranti meno
impattanti; infatti Le filiali inaugurate di recente (come Roma e Napoli) sono dotate di celle ed impianti
frigoriferi che utilizzano gas frigorigeni (Freon R404) a basso impatto ambientale.
Gli indicatori prescelti dal Gruppo sono disposti nella mappa in funzione del loro livello di rilevanza e di
applicazione. Il loro posizionamento all’interno della mappa consente di individuare in maniera
immediata:
- i comportamenti ambientali considerati importanti, rispetto ai quali l’azienda sta operando
efficacemente (area performativa); le performance di particolare rilievo - rispetto alle quali l’azienda si
pone come benchmark per il proprio settore - si collocano in una specifica area del quadrante,
denominata “area di eccellenza”;
- i comportamenti ambientali considerati meno significativi, sui quali l’azienda offre già ampie garanzie
(area di consolidamento);
- i comportamenti ambientali a bassa implementazione, ma sui quali non è richiesto un particolare
impegno nel breve periodo (area di marginalità);
- i comportamenti ambientali giudicati fondamentali sui quali l’azienda è chiamata ad esprimere un
impegno maggiore (area di intervento prioritario).