Il sistema politico europeo si è evoluto da semplice mercato comune a sistema politico su scala
continentale con estesi poteri esecutivi, legislativi ed esecutivi.
Il sistema politico europeo, oggi, è un sistema politico complesso che si concretizza con la presenza di
dinamiche politiche su tre piani: sovranazionale, multi-livello, transnazionale.
L’UE ha un ridotto budget, di circa 150 mld di euro, che rappresenta l’1% del Pil europeo. Di questo solo il
6% viene utilizzato per il funzionamento del sistema istituzionale. Il resto viene utilizzato come programmi
di spesa, attraverso vari finanziamenti, sia a livello nazionale si a livello regionale.
Tappe fondamentali:
Il sistema politico europeo possiede tutte le caratteristiche essenziali di un sistema politico democratico sul
piano procedurale, seppur rimane un problema di democraticità dal punto di vista pratico.
- Decision making -> vi sono istituzioni che regolano il processo decisionale collettivo e norme che
governano i rapporti tra e all’interno delle istituzioni
- Domanda politica -> I cittadini tentano di soddisfare i loro interessi politici influenzando il processo
di policy dell’UE
- Output di policy rilevanti -> le decisioni collettive hanno impatto sulla distribuzione e
sull’allocazione delle risorse
- Effetti di retroazione -> vi è un’interazione continua tra input e
Vi è una condivisione dei poteri, sia orizzontalmente che verticalmente, vi è una molteplicità di punti e
attori di veto. La preferenza
La Commissione Europea
La commissione europea viene tipicamente definita come l’esecutivo della UE. Questa è una definizione
approssimativa, in quanto la guida politica dell’Unione viene svolta da diverse istituzioni (Consiglio Europeo,
Commissione Europea, Consiglio dell’UE, Stati membri).
Originariamente erano alti funzionari (diplomatici), oggi sono politici che hanno assunto ruoli di rilievo (ex-
ministri nei governi nazionali), oppure hanno una formazione di tipo “tecnico” (economisti o giuristi, es.
Monti).
Il Collegio dei Commissari inizialmente prevedeva 2 Commissari per gli stati membri più grandi, ed 1
Commissario per gli stati membri più piccoli (Trattato di Roma). Con il Trattato di Lisbona si è passato ad un
commissario per ogni stato membro. Il rischio è che la Commissione possa diventare troppo grande, con
futuri allargamenti dell’Unione, e quindi non funzionare più come dovrebbe.
La Commissione è un organo collegiale, a differenza dei ministri negli esecutivi nazionali. I Commissari non
sono individualmente responsabili dei propri settori di competenza, ogni politica è responsabilità collegiale
della Commissione.
La nomina della Commissione: originariamente veniva scelta e insediata dagli stati membri di comune
accordo (unanimità) ogni 4 anni. Dal Trattato di Maastricht vi è un’evoluzione.
Fino al 99 i presidenti non hanno un potere formale sulla composizione della Commissione. Essendo poi un
Primus inter pares, non ha il potere di obbligare alle dimissioni un singolo Commissario.
Dopo il 1999: Legittimità politica (voto del P.E.) che rafforza la posizione del presidente. Ruolo di direzione
politica.
Dal Tr. Di Amsterdam: il presidente ha il diritto di porre il voto sulle designazioni degli stati per i ruoli di
Commissario. Il presidente ha ampia discrezionalità nell’assegnazione dei portafogli.
Dal Tr. Di Nizza: il presidente può costringere alle dimissioni un singolo commissario.
Dal Tr. Di Lisbona: il Consiglio Europeo deve tenere conto degli esiti delle elezioni europee.
Sono un piccolo gruppo di funzionari, ogni Commissione nomina il proprio “capo gabinetto”. All’interno dei
gabinetti dei commissari devono esserci almeno 3 nazionalità diverse. Le funzioni del gabinetto sono di tipo
organizzativo sia orizzontale sia verticale.
Nella Commissione allargata è aumentato il ruolo dei cabinets. Hanno un ruolo fondamentale per costruire
il consenso nella Commissione. I gabinetti fanno da “ponte” tra i vecchi e i nuovi stati membri e tra i nuovi
Commissari inesperti e l’amministrazione comunitaria.
La Commissione Europea detiene il monopolio dell’iniziativa legislativa. L’impulso iniziale può avvenire
anche da altre istituzioni, ma solo la Commissione può renderlo concreto.
La Commissione dovrebbe effettuare ampie consultazioni prima di proporre atti legislativi. Questo può
essere fatto con Consultazioni pubbliche e con Comitati consultivi e Comitati di esperti. Questi ultimi sono
composti da esperti delle amministrazioni nazionali, ricercatori accademici o rappresentanti dei gruppi di
interesse.
Dopo la fase iniziale, vi è una discussione fra i membri dei gabinetti dei Commissari. Vi è una riunione
settimanale dei Commissari, di norma ogni mercoledì a Bruxelles. Se non si dovesse trovare un accordo
sulla proposta questa può essere respinta oppure rimandata alla direzione generale per la rielaborazione e
in questo modo si rimanda la decisione. La regola di voto è la maggioranza semplice, ma di fatto non si vota
mai.
Le funzioni esecutive
Poteri normativi
Cosi come gli esecutivi nazionale anche la Commissione produce legislazione secondaria e atti
amministrativi.
Esistono quattro diverse forme di procedure che regolano l’integrazione tra la Commissione e i comitati
esecutivi che si distinguono in base a quanto più è cogente il controllo dei comitati esecutivi.
Il bilancio dell’Unione è basato sui Quadri finanziari pluriennali (tipicamente 7 anni) che definiscono quelli
che sono i fondi a disposizione per l’implementazione delle politiche. La Commissione fa una proposta di
budget annuale che poi viene approvata dal Consiglio Europeo e dal Parlamento Europeo. Il budget annuale
deve rispettare le soglie definite dai Quadri finanziari pluriennali. La commissione deve verificare anche la
correttezza dei trasferimenti provenienti dagli stati membri.
Può esserci un deficit dell’implementazione che porta ad una applicazione, tardiva, lacunosa, discontinua,
delle politiche europee. Le cause di questo deficit possono ricavarsi da: una mancanza di personale, una
complessità legislativa e un grado di misfit, uno scetticismo e una ostilità da parte degli stati membri.
I possibili rimedi per questi problemi, sono: impostare una preferenza per modalità decisionali consensuali,
maggior coinvolgimento nella fase di preparazione delle politiche degli attori destinati ad applicarle
(burocrazie nazionali, governi regionali, ecc..), semplificazione legislativa (norme quadro, semplicità,
chiarezza).
Le delegazione esterne sono nate negli anni 60 per gestire questioni di commercio e cooperazione allo
sviluppo. Oggi sono 133 le delegazioni, presso paesi e organismi internazionali.
Spetta alla commissione lavorare ai dossier che riguardano il possibile allargamento dell’UE.
La commissione possiede un servizio diplomatico proprio, lo European External Action Service. È posto
sotto la responsabilità del Commissario Relazione Esterne/Alto rappresentante per gli affari esteri e la
politica di sicurezza.
Questo è un organo super partes. Questa istituzione dovrebbe fare da sintesi, anche nelle proposte di
iniziative legislative.
Criticità e prospettive
Una prima criticità riguarda il tema della rappresentatività e dell’efficacia. Una seconda questione riguarda
la neutralità e l’indipendenza dei commissari. Il terzo aspetto critico riguarda la rilevanza politica della
Commissione nel sistema di governance europeo.
Il trattato di Lisbona ha salvato la rappresentatività geografica, ma non quella demografica. In quanto stati
molto grandi hanno un solo commissario come quello degli stati più piccoli. Nella Commissione tutti i
commissari sono ugualmente importanti però il peso politico è eterogeneo.
L’autonomia non è assoluta, le negoziazioni intergovernative per la formazione della Commissione rivelano
la volontà degli stati membri di avere un proprio rappresentante al ruolo di responsabilità per il settore di
policy per loro più importante in quel momento.
Il ruolo e la rilevanza della Commissione variano a seconda: della Leadership, a seconda delle caratteristiche
del presidente della Commissione; della fase storica e del settore di policy.
Il Consiglio Europeo
Il Consiglio si compone una serie di organismi: al vertice troviamo il consiglio europeo; sotto troviamo il
Consiglio dei Ministri dell’UE; poi troviamo il COREPER (Consiglio rappresentanti permanenti) ed infine i
gruppi di lavoro.
La composizione
Il Consiglio Europeo è formato da: i capi di Stato o di Governo, più un ministro; il Presidente del Consiglio
Europeo; il Presidente della commissione, più un commissario, ed l’alto rappresentante per la politica
estera.
L’evoluzione storica
Il presidente del Consiglio Europeo presiede il CE e ne guida i lavori. Assicura la preparazione e la continuità
del lavoro del Consiglio. Facilita la costruzione del consenso nel CE, anche attraverso i “confessionali”
(incontri ristretti o bilaterali). Presenta un rapporto al PE dopo ogni riunione del Ce. Assicura la
rappresentanza esterna della UE in questioni di politica estera e di sicurezza comune, senza pregiudicare i
poteri dell’Alto Rappresentante.
Riunioni
Maastricht aveva previsto almeno due riunioni all’anno, nei fatti sono diventante molto di più.
Tipicamente si svolgono quattro riunioni all’anno: marzo, giugno, ottobre e dicembre più eventuali riunioni
straordinarie.
Il Consiglio Europeo non ha funzioni legislative dirette (non fa parte dei legislatori dell’Unione Europe e
pertanto non negozia né adotta atti legislativi).
Il Consiglio Europeo definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’UE, adotta “conclusioni” che
individuano le questioni problematiche e le misure da intraprendere.
- Bassa formalizzazione
La bassa formalizzazione rappresenta un vantaggio per il Consiglio Europeo perché gli permette di
operare con maggiore autorità e informalità.
- Autorità/Legittimità politica elevata
I suoi componenti occupano vertici del potere di governo negli s.m. e sono abituati a vedere le
proprie decisioni rispettate.
Le decisioni del Consiglio Europeo anche se non sono legalmente vincolati si impongono per il loro
peso politico alle altre istituzioni europee
- La ricerca dell’informalità
L’informalità è una caratteristica originaria e che si cerca di preservare delle relazioni all’interno del
Consiglio Europeo: poche persone e contatto diretto
Criticità e prospettive
Ogni s. m. formalmente conta come gli altri, ma nella pratica alcuni stati hanno un peso politico maggiore
rispetto ad altri.
Essendo informali le relazioni, contano di più le risorse di potere di ciascuno. Contano molto seniority ed
esperienza dei partecipanti, oltre alla leadership politica dei capi di Stato e di Governo che partecipano al
Consiglio Europeo.
Negli anni ’90 vi erano 22 formazioni, poi ridotte fino al Tr. di Lisbona che ha sancito 10 formazioni.
Formato dai Ministri degli Esteri degli s.m., cumulava due tipi di compiti:
Formato dai Ministri degli Esteri (cooperazione allo sviluppo, difesa, commerccio) e presieduto dall’Altro
Rappresentante per la Politica Estera.
L’Ecofin
Le riunioni dell’Ecofin sono precedute o seguita dalle riunioni dell’Eurogruppo, cioè dei Ministri economici e
finanziari dei paesi che adottano l’euro.
Le diverse formazioni del Consiglio dei Ministri si riuniscono un centinaio di volte l’anno.
- I consigli Affari Generali, Affari Esteri e l’Ecofin si riuniscono almeno una volta al mese.
- Anche il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e il Consiglio per la Giustizia e gli Affari Interni si
riuniscono in media tutti i mesi.
- 4-5 alti funzionari col compito di aggiornare il Ministro sulle questioni in discussioni
Può essere stabilito che le riunioni del Consiglio avvengano in formazioni ridotte.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri è detenuta a rotazione semestrale tra gli s.m.
Il Trattato di Lisbona ha istituzionalizzato il meccanismo del “trio” dichiarando che la presidenza viene
tenuta da gruppi prestabiliti di 3 stati per un periodo di 18 mesi. Rimane però il principio che spetta a uno
dei tre assumere la guida e presiedere tutti i meeting per 6 mesi, mentre gli altri due lo assistono, sulla base
di un programma comune.
Organizzare e presiedere tutte le riunioni del Consigli dal livello ministeriale in giù. Il trattato di Lisbona ha
ora trasferito le responsabilità per le questioni politicamente più sensibili, che riguardano il Consiglio
Europeo, alla nuova Presidenza del CE.
- È un compito sempre più delicato stante il numero e a complessità delle materie trattate,
l’aumento degli stati e della diversità delle loro preferenze.
- L’estensione della regola del Voto Maggioranza Qualificata ha accresciuto il lavoro della Presidenza,
che prima deve verificare se esiste su una proposta almeno una maggioranza qualificata, e poi
cerca di estendere ulteriormente il livello del consenso.
Le valutazioni delle presidenze di turno spesso sono negative. Spesso a causa dei tempi ridotti e al ruolo
limitato della presidenza.
Il Coreper
Ogni paese ha una rappresentanza permanente a Bruxelles, capeggiata da un rappresentante permanente,
un ambasciatore che ricopre uno dei più importanti ruoli nelle diplomazie nazionali, con uno staff composto
per metà da diplomatici e per metà da alti funzionari dei ministeri.
I membri delle Rappresentanze permanenti formano i 2 COREPER, che di norma hanno incontri settimanali.
COREPER II
Delegazioni normalmente presiedute dal Rappresentante permanente e formate da funzioni di
grado più elevato.
Lavora sulle questioni politicamente più sensibili, preparando il lavoro di: Consiglio Affari Generali,
ECOFIN, Consiglio Giustizia e Affari Interni
COREPER I
Rappresentanti permanenti aggiunti
Lavora per i Consigli tecnici (tranne che per quello dei Ministri dell’Agricoltura)
- Punti A: sui quali il consenso è raggiunto ai livelli burocratici, il Consiglio si limita a ratificare le
decisioni
- Punti B: sui quali non vi è il consenso e che sono rinviate per la discussione e il voto al livello politico
del Consiglio
Spesso il loro ruolo è citato come un esempio di potere burocratico nel processo politico europeo: il
COREPER prende rilevanti decisioni “sottratte” al livello politico del Consiglio.
Si occupano dell’esame dettagliato delle singole proposte di legge della Commissione, prima di trasmetterle
al COREPER o ai comitati speciali.
I rappresentanti dei gruppi di lavoro sono funzionari dei vari ministeri in rappresentanza dello stato
membro.
Il Segretariato Generale
Il Segretariato Generale ha circa 3500 funzionari che lavorano, divisi in base ai settori di policy di
competenza presieduto da un Segretario Generale.
- “Far funzionare il Consiglio” (Servizi trasversali: servizio giuridico, direzioni generali, servizi di
traduzione, ufficio stampa)
- Assistere la Presidenza di turno nell’organizzazione dei lavori del Consiglio
- Garantire la continuità tra le Presidenze (“memoria del Consiglio”)
Le funzioni legislative
Le procedure di voto
Maggioranza qualificata
Il Trattato di Lisbona ha imposto un cambiamento al sistema di maggioranza qualificata. Prima del Tr. Di
Lisbona la maggioranza qualificata prevedeva una tripla maggioranza, dal Trattato in poi sono previsti solo
due criteri:
- Unanimità: si applica per gli atti che intervengono in settori in cui il livello sovranazionale ha minore
delega di competenza e gli accordi sono di tipo governativo. I settori in cui si applica l’unanimità
sono: la politica estera, la giustizia e gli affari interni.
- Maggioranza semplice: si raggiunge con il 50%+1 degli Stati membri. I settore in cui si applica sono
più residuali.
- La maggioranza degli Stati membri approva e vengono espressi come minimo 260 voti su 352 a
favore della proposta, il 73,9% del totale.
- Inoltre, ogni Stato membro può chiedere la conferma che i voti a favore rappresentino almeno il
62% dell’Unione.
Dal 2014:
- Viene abolita la ponderazione dei voti.
- Viene introdotto un sistema a doppia maggioranza: 55% degli stati (15 su 28) e corrispondente ad
almeno il 65% della popolazione dell’UE.
Le funzioni esecutive
- Attraverso la comitologia
- In caso di disaccordo tra
Le funzioni di mediazione
- Il Consiglio rappresenta la sede dove viene costruito il consenso e dove vengono negoziati i
compromessi tra preferenze nazionali e ideologiche diverse.
- La composizione varia seguendo i cicli elettorali domestici.
- Con il crescere degli Stati membri e l’ampliarsi dei settori di intervento questa funzione è diventata
sempre più importante.
- Il lavoro di mediazione ricade soprattutto sulla Presidenza di turno del Consiglio dei Ministri.
- La questione del “double hat”, doppio cappello da parte dei Ministri che da un lato devono
rispondere al proprio elettorato e dall’altra al funzionamento della macchina legislativa a livello
europeo.
1. La rilevanza istituzionale
È l’unica istituzione che ha visto restringersi la sua importanza a fronte di un rafforzamento delle
altre istituzioni.
Con l’estensione del Voto a maggioranza qualificata ha reso i lavori del Consiglio meno soggetti allo
stallo.
2. L’opacità del processo
3. La costituzione del consenso e la gestione del conflitto
Nonostante i Trattati autorizzino l’uso a maggioranza qualificata, nella maggior parte delle materie, il
Consiglio dei Ministri tende a decidere all’unanimità.
Il Parlamento Europeo
…
Il paradosso del PE
Vi è un trend di rafforzamento istituzionale e politico ma anche un indebolimento della legittimità a fronte
del trend negativo.
Le elezioni di serie B sono elezioni il cui esito è percepito dagli elettori e dai partiti come di importanza
minore rispetto alle elezioni politiche nazionali.
Poiché la “posta in gioco” è poco conosciuta e comunque percepita come minore. Il comportamento
elettorale segue una logica diversa rispetto alle lezioni politiche nazionali: è maggiore l’astensionismo,
come pure la frequenza del voto di protesta, che “invia un segnale” ai partiti al governo nazionali.
Fattori Istituzionali
Fattori Attitudinali
Errori nelle proiezioni sono comuni. Nelle elezioni per il PE, possono dipendete da una scarsa attenzione a
ciò che sappiamo sulla specificità di queste elezioni.
- Si vota meno
- Si vota in modo più “sincero”
- I partiti al governo tendono a subire punizioni elettorali
I gruppi di interesse
Il lobbyng è un insieme di attività che, grazie a un contatto diretto con gli attori formali di un processo
politico, sono volte a convincerli a tenere conto dei propri interessi.
I gruppi di interesse hanno un ruolo rilevante, ci sono delle aperture verso la rappresentanza degli interessi
organizzati. Questa rilevanza deriva da:
- Mediazione del conflitto (ridurre rischio che decisioni vengano boicottate a livello nazionale)
- Riduzione problemi di implementazione
- Aziende
- Livelli di governo subnazionali
- Gruppi di interesse nazionali
- Interessi a livello europeo (Eurogruppi)
Gli Eurogruppi
Sono gruppi transazionali che rappresentano una causa o un settore a livello comunitario.
Si differenziano per:
L’ipotesi è che l’integrazione europea avrebbe rafforzato gli Stati membri nella loro legittimità e
indirettamente avrebbe rafforzato il processo di integrazione stesso.
Dal 1950 alla metà degli ’70: i binari separati erano possibili e virtuosi
- Apertura dei mercati, costruzione del mercato comune delegata al livello sopranazionale
- Sfera della solidarietà, la protezione sociale: la responsabilità resta al livello nazionale
- Vincoli sia diretti che indiretti che hanno intaccato la sfera dei sistemi di solidarietà su base
nazionale
Nelle costituzioni nazionali l’economia concorrenziale e di mercato e la protezione sociale sono pilastri
tendenzialmente con lo stesso status. Nell’ordinamento giuridico comunitario, l’obiettivo economico ha
primazia, in ragione dell’asimmetria originaria. Perché questa anomalia potesse produrre effetti avversi
Diritto primario
- Trattati
Diritto secondario
- Regolamenti
- Direttive
- Decisioni
- Raccomandazioni, pareri, risoluzioni, comunicazioni
Considerazioni generali
Il diritto dell’UE ha un ambito più limitato rispetto al diritto nazionale, anche se questi sono andati a
ampliandosi nel corso degli anni. Si affianca al diritto nazionale con margini più o meno ampi a seconda dei
settori.
Il regolamento 1408/71
Coordinamento dei regimi di sicurezza sociale necessario per rendere concretamente possibili la
circolazione dei lavoratori pilastro del mercato comune. Possibili conflitti fra le legislazioni, dato che non si
poteva pensare ad un’armonizzazione.
- Risolto inizialmente: prestazioni previdenziali, legate alla situazione lavorativa, per i soli lavoratori
- Forte difesa da parte degli stati membri rispetto alle prestazioni di assistenza sociale
I quattro principi sfidano la territorialità e le regole di appartenenza dei sistemi di protezione sociale
nazionale. Mina la sovranità degli stati membri di regolare i confini dei propri sistemi di welfare.