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GV 10, 1- 10.

In quel tempo,
disse Gesù: «In
verità, in verità io vi
dico: chi non
entra nel recinto
delle
pecore
dalla
porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un
brigante. Chi invece entra dalla porta, è il pastore
delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore
ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore,
ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha
spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a
esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua
voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma
fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce
degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non
capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io
vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che
sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le
pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno
entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e
troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare,
uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano
la vita a l'abbiano in abbondanza».

Meditazione
Il Buon Pastore conosce la voce delle sue pecore. Siamo
noi che invece rischiamo di non conoscere le Sua voce. Il
problema è di stabilire la connessione giusta. Avete
presente quando il nostro smartphone va alla ricerca di reti
wifi? Ne trova tante. Di quelle solamente una è quella
giusta. Alcune non si agganciano, altre potrebbero anche
agganciarsi ma non ci danno la connessione ad Internet.
Una invece si aggancia e ci permette di navigare. Ecco,
dobbiamo essere capaci di agganciare Gesù, il Buon
pastore.
Gesù parla di mercenari che approfittano delle pecore e li
abbandonano ai lupi. Tutto perchè noi pecore non
sappiamo distinguere tra il vero e il falso. Prendiamo
lucciole per lanterne. Come quando su Internet ci offrono
servizi o prodotti gratis, aderiamo subito consentendo con
un clic a tutto ciò che ci chiedono e di lì a poco siamo in
balia di lupi rapaci. Non abbiamo pagato nessun prodotto,
ma noi stessi siamo diventati prodotto di scambio.
È la legge di Internet: "Se non lo stai pagando non sei il
cliente, sei il prodotto venduto".
Ma al di là di Internet il problema più grosso ci accade
quando sbagliamo a trovare la felicità, fermandoci a quei
surrogati che ci lasciano briciole di piacere e grandi vuoti
interiori.
No il Vangelo del Buon Pastore è chiaro: dobbiamo
riconoscere la sua voce. E allora vi lascio con un profeta di
questo secolo che ha messo in guardia i giovani dai lupi e
dai mercenari e ha urlato a gran voce la direzione da
prendere.
Gesù oggi si paragona a un buon pastore che tiene a
ogni sua pecora, la chiama affettuosamente per
nome e la guida ai pascoli migliori. Attraverso di lui,
come se fosse una porta sempre aperta, gli esseri
umani possono raggiungere la pienezza della vita:
benessere, gioia e pace in questo mondo e in quello
futuro, quando saremo con Dio.

Capire le parole

Le sue pecore. Gesù ha notato una notevole


differenza tra i guardiani stipendiati e i proprietari
delle pecore: questi ultimi tengono molto di più al
gregge! Così lui considera suoi i discepoli, tanto da
chiamarli per nome, conoscerli profondamente,
indicargli la strada giusta e correre a recuperarli
quando si perdono.
Cammina davanti. Come alcuni grandi condottieri
della storia, Gesù non manda avanti gli altri, ma
apre la strada. È il primo a mettere in pratica ciò che
predica, e non smette mai di guidare e sostenere i
suoi amici. Ancora oggi.

Perché abbiano la vita. In questa frase troviamo


sintetizzato lo scopo della sua missione tra gli
uomini e il senso della sua vita: portare a tutti la
salvezza, metterli in condizione di vivere
pienamente. Sì, perché una vita abbondante è il
dono di Dio a tutti, ma pochi riescono a sfruttare le
sue potenzialità a causa del male. Gesù ci ha
dimostrato che il male può essere sconfitto e
insieme si può fare sì che tutti godano del paradiso
(=giardino) che Dio ha preparato per noi.

IMPEGNO

La Chiesa ci invita oggi a pregare per le vocazioni:


sacerdoti, diaconi, religiosi, ma pure chi vive nella
fede la propria condizione di coppia e di famiglia. Fin
da ragazzi chiediamo a Dio di poter sentire la sua
chiamata e seguire la sua voce. In essa troveremo la
nostra gioia e realizzeremo ciò per cui siamo nati.

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