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PRIMO PIANO Invenzioni

Segnali dall’oceano
Per orientarsi o prevedere il tempo, per andare a fondo o per salvarsi la pelle, il genio italiano inventò... Guglielmo Marconi a bordo
della nave-laboratorio Elettra,
usata per gli esperimenti radio.

Marre, correntometri
l popolo di navigatori non è ba- e potente, introdussero alcune innovazioni Le invenzioni belliche, invece, non furo-
e salvagenti
gli oceani. Così il lombardo Giovan Bat- correnti marine e, prima di morire, fece in

A stato prendere il largo. Per gua-


dagnarsi la fama di marinai, gli
italiani hanno anche aguzzato
l’ingegno, ideando soluzioni nuove che
hanno reso più spedita la navigazione.
chiave. Furono farina del loro sacco l’anco-
ra a due marre (i “denti” che rendono più
salda la presa) e il rostro, che permetteva
di speronare le imbarcazioni nemiche.
Verso la modernità. L’inventiva ri-
no molte. Quella di Giovanni Biagio Lup-
pis – originario di Fiume (allora austriaca)
ma di antiche ascendenze romane – si ri-
velò però fondamentale: il siluro. Il proto-
tipo era una specie di barilotto, non molto
tista Magnaghi (1839-1902) inventò una
bottiglia a rovesciamento e un termometro
che permettevano di analizzare la compo-
sizione dell’acqua e di rilevarne la tempe-
ratura alla profondità voluta, senza che il
tempo ad assistere all’esperimento di un
suo connazionale, che avrebbe incremen-
tato in modo significativo la sicurezza dei
viaggi per mare e la possibilità di ricevere
soccorsi in caso di necessità. Nel 1901 Gu-
L’inventiva degli abitanti della penisola prese nel Medioevo e nei secoli successivi, efficace, e Luppis lo perfezionò nel 1866, risultato fosse influenzato dalle condizio- glielmo Marconi realizzò infatti la prima
ha iniziato a manifestarsi presto. La dime- quando il genio italico sviluppò strumen- grazie al contributo fondamentale dell’in- ni degli strati più superficiali. trasmissione radio transoceanica, apren-
stichezza col mare degli Etruschi era me- ti di base usati ancora oggi per orientarsi, gegnere inglese Robert Whitehead. Qui Marconi, passo! Magnaghi ideò do la strada alla rivoluzione delle comuni-
rito dei fabri navales (“costruttori di na- monitorare le condizioni meteorologiche e In quegli stessi anni, gli scienziati inizia- anche il correntometro, che permetteva cazioni, anche a bordo delle navi. ❏
vi”) che, riuniti in una corporazione ricca prevederne lo sviluppo (v. schede). vano a costruire apparecchi per studiare di misurare la direzione e la velocità delle Margherita Fronte

L’idea
vincente
Un aliscafo a
Hong Kong.
L’idea di un
mezzo capace
di sollevarsi
dall’acqua è
italiana.

Pronto per l’immersione Marinaio a 4 zampe


Il batiscafo Trieste nel porto di Cagnolino con il giubbotto
Castellammare di Stabia (Na), salvagente. Chi lo inventò
dove fu costruito nel 1953. non sapeva nuotare.

Andar giù o restare a galla

Fnavigatori,
ra le popolazioni ita-
liche, i Liburni, abili
inventarono
ziana, v. a pag. XX). Fra i
mezzi in uso ancora oggi,
è di concezione italiana
quea. Progettato dallo
svizzero Auguste Piccard,
il batiscafo Trieste fu
contagiò l’italoamericano
Andrei Toti. Figlio di emi-
granti, aveva la passione
la liburna, una nave da l’aliscafo, ideato all’inizio infatti costruito in Italia per il motoscafo, ma non
guerra poi adottata dai del ’900 dal milanese En- e, nel 1960, fu il primo sapeva nuotare. Così, so-
Romani (che invece inno- rico Forlanini, che andava mezzo a toccare, con prattutto per tranquilliz-
varono poco). Diverse im- a sperimentarlo sul lago due passeggeri a bordo, zare la madre, inventò il
barcazioni perfezionate o Maggiore. il fondo della fossa delle giubbotto salvagente. La
progettate in Italia fecero Sempre più giù. Il Marianne, la più profonda prima versione era imbot-
poi la fortuna delle Re- nostro Paese ha dato del mondo. tita di piume, le succes-
pubbliche marinare (per qualche contributo anche Salvo. La voglia di sive invece si gonfiavano
esempio, la galea vene- all’esplorazione subac- immergersi invece non tirando una cordicella.

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Per secoli l’invenzione della bussola è stata attribuita a Flavio Gioia, un personaggio mai esistito
Fuoco a Che tempo farà?
360 gradi
La “corazzata”
progettata
da Leonardo. Cdizionihiti perinventò gli strumen-
misurare le con-
meteorologiche il
vuoto. Eppure, il baro-
metro è ancora oggi uno
strumento fondamentale
Armatissima
e protetta, più delle volte non aveva a bordo, perché permette
poteva ruotare in mente il mare. Leon di prevedere le tempeste
agilmente grazie Battista Alberti (1404- (se indica bassa pressio-
alla disposizione 1472) per esempio, fu ne) oppure il bel tempo
dei remi. poeta, linguista, filosofo (alta pressione).
e scienziato, ma costruì Dalla carta al capello.
il primo anemometro Nel Seicento, diversi
per misurare la forza italiani si cimentarono
del vento. Lo strumento col problema dell’umidità
funzionava grazie a una dell’aria. Per misurarla
tavoletta mobile, la cui si pensò di usare le pro-
inclinazione, misurata prietà di alcuni materiali,
su un disco graduato, che cambiano dimensioni
indicava l’intensità della se assorbono oppure
corrente d’aria. Anche il rilasciano acqua e, nel
barometro di Evangelista 1664, Francesco Folli co-
Torricelli (1608-1647) struì il suo igrometro con
non fu pensato per i mari- un nastro di carta. Non
nai. Quando lo scienziato ebbe però successo, e a
dimostrò che con una diffondersi maggiormente
colonnina di mercurio fu l’idea che lo svizzero
si poteva misurare la Horace-Bénédict de Saus- Con il vuoto in testa
pressione atmosferica, sure ebbe un secolo più Evangelista Torricelli
era piuttosto interessato tardi: costruire un igrome- sperimenta il barometro,
al fenomeno fisico del tro con un capello. nato per studiare il vuoto.

La direzione giusta

Lportarla
a bussola era già nota
nell’antica Cina. A
in Europa, fra il
codice nautico, con regole
precise da seguire in
mare per regolare la navi-
1100 e il 1200, furono gazione (le Tavole amalfi-
i marinai di Amalfi, che tane, dell’XI secolo).
Invenzioni impossibili l’avevano conosciuta
grazie alla mediazione
Costa! Un altro aiuto a
chi doveva mantenere
araba, nel corso dei loro la rotta venne dall’evolu-
viaggi in Medio Oriente. zione dei portolani, i libri
A ll’inizio del Rinasci-
mento, si cimentò
nella nautica anche Leo-
a un boccaglio o con una
cannuccia collegata a
una sacca piena d’aria.
Le prime bussole erano
costituite da una barretta
su cui erano annotate
le distanze, le rotte, gli
nardo da Vinci, ma molte A fondo. Leonardo magnetizzata fissata approdi e altri punti di
delle sue invenzioni erano progettò anche il primo su una canna di legno, interesse. A partire dal
troppo avanti sui tempi e scafandro da palombaro, che galleggiava in un Duecento, i portolani ini-
rimasero solo abbozzate collegato alla superficie recipiente pieno d’acqua. ziarono a essere tradotti
nei disegni. Fanno capoli- da canne unite con giunti Gli amalfitani dapprima in carte, e la più antica
no fra i codici le imbarca- e rinforzate con una chiusero il recipiente in carta nautica pervenutaci
zioni mosse da pale (un spirale di acciaio, per un contenitore, per evi- è un’opera di probabile
po’ come quelle dei bat- evitare lo schiacciamento tare che la misura fosse origine genovese, con-
telli) azionate da un mec- dovuto alla pressione. In influenzata dal vento, e servata alla Biblioteca
canismo a manovella. E i superficie, il “boccaglio” poi, attorno al XIV secolo, nazionale di Parigi e
minisommergibili, pensati era sorretto e protetto da ebbero l’idea di mon- nota come Carta pisana.
per scivolare sotto la chi- galleggianti. Per cammi- tare il magnete su una Qualche secolo dopo, i
glia delle navi nemiche: nare sulle acque, infine, lancetta sospesa su una capitani cominceranno
stabilizzati da otri in pelle disegnò le baghe: sacche Regoliamoci Il kit del capitano superficie circolare, su cui a scrutare le coste con il
piene d’aria, potevano di pelle piene d’aria, Gli amalfitani dettano il Una bussola rinascimentale, disegnarono la rosa dei cannocchiale, ideato in
ospitare un soldato che piuttosto voluminose, da codice marittimo, in una corredata da altri strumenti venti. Agli amalfitani è Olanda ma realizzato da
avrebbe respirato grazie indossare come scarpe. figurina Liebig del 1951. per l’orientamento in mare. attribuito anche il primo Galileo all’inizio del ’600.

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