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un compositore e chitarrista spagnolo, considerato uno dei principali artefici della diffusione e dello sviluppo dell'uso
della chitarra classica moderna.
Si suppone che la postura con la chitarra poggiata sulla gamba sinistra rialzata dallo sgabello (conseguenza anche di un
aumento considerevole delle dimensioni dello strumento) sia diventato uno standard per i chitarristi classici a partire da
lui[2].
Come Fernando Sor, inoltre, suonava la chitarra senza utilizzare le unghie, attaccando la corda direttamente con il
polpastrello. Si è supposto che la sua predilezione per il tocco appoggiato (in gergo "carota", segnato
in pentagramma con il marcato) derivasse da una modifica strutturale dello strumento, il rialzo della tastiera rispetto al
piano armonico (Radole); in ogni caso si tratta di una delle innovazioni tecniche di Tárrega, insieme alla liberazione
del mignolo dall'appoggio sulla cassa[2].
Ampliò in maniera considerevole il repertorio non originale di musiche per chitarra effettuando diverse trascrizioni, alcune
delle quali d'innegabile effetto secondo gli stessi compositori, come risulta per i brani di Isaac Albéniz.
Nel 1890 compose un gruppo di esercizi destinati alla sua allieva del tempo, Elvira Mingot Bas[3].
Sicuramente il suo approccio verso la chitarra gli permise di sperimentare tecniche diverse dal tradizionale modo di
suonare dei suoi contemporanei, diffondendo l'uso del tremolo e del rasgueado (raschiato)[3]. Le sue composizioni, oltre
ad avere una melodia orecchiabile, presentano una struttura formale pianistica, che richiama quelle di Fryderyk
Chopin e Robert Schumann.
Monumento a Francisco Tárrega in Villarreal
Svolse attività concertistica, da chitarrista, soprattutto in Spagna e quando si stabilì a Barcellona cominciò anche l'attività
didattica; tra i suoi allievi vi furono Emilio Pujol (suo futuro biografo) e Miguel Llobet. Interruppe le esecuzioni in pubblico
nel 1906, a causa di una paralisi al braccio destro.