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1
Il film storico-rivoluzionario nella prima cinematografia sovietica
2
Cenni sul Decabrismo: i protagonisti, le idee, i fatti, la storiografia
2. P. O’Meara, K.F. Ryleev. A Political Biography of the Decembrist Poet, Princeton, Princeton
University Press, 1984, pp. 3-10.
3. Ibid. Vedi anche L.P. Petrovsky, Dviženie dekabristov. Imennoi ukazatel’ k dokumentam fondov
i kollekcii TsGVIA SSSR, Moskva, I. G. Tišin, 1975, 3 voll.; O. Edel’man, Sledstvie po delu dekabristov,
Moskva, Modest Kolerov, 2010, pp. 7-42.
4. P. Kenez, The Birth of the Propaganda State, Cambridge, Cambridge University Press, 1986,
p. 209. Dalla comparazione dei dati forniti da due fondamentali compilazioni – quella contenuta
nel catalogo Sovetskie chudožestvennye fil’my. Annotirovannyi katalog (Moskva, Iskusstvo, 1961-79)
e quella di Nikolaj Lebedev (Il cinema muto sovietico, Torino, Einaudi, 1962, pp. 487-564) –, emerge
una coincidenza di rapporto pari a un terzo tra il numero dei lungometraggi sovietici di genere
storico-rivoluzionario usciti nel periodo compreso tra il 1924 e il 1930 e la consistenza complessiva
della produzione cinematografica nazionale relativa al medesimo arco di tempo. Consulta anche D.J.
Youngblood, Appendix 1. Film Production by Studio by Year (1918-1935), in Soviet Cinema in the Silent
Era, 1918-1935, Austin, University of Press, 1991, pp. 239-241.
5. Stačka (Sciopero, 1924), Bronenosec Potëmkin (La Corazzata Potëmkin, 1925), Oktjabr’ (Ottobre,
1928).
6. Bronenosec Potëmkin, a cura di Naum Klejman e K.B. Levina, Moskva, Iskusstvo, 1969, pp. 46-54.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
corrente: una porzione minoritaria di loro aveva aderito a società segrete, se non
a logge massoniche, che erano sorte nell’Impero russo tra il 1810 e il 1820, e quasi
tutti agognavano il rovesciamento dell’autocrazia. Un influsso del tutto particolare
sulla formazione della visione del mondo di alcuni decabristi ebbe l’esperienza
bellica, che li portò a viaggiare nei territori dell’Europa centrale, dove conobbero
la cultura romantica tedesca: assorbì l’impeto trasformativo che emanava dall’idea-
lismo tedesco chi di loro prestò servizio nell’Armata imperiale russa combattendo
contro l’esercito francese, prima nelle guerre napoleoniche del 1805-1813, e, poi,
nelle campagne contro il regno di Francia, tra il 1813 e il 1814. Fu in particolare
la guerra del 1812, che sparse molto sangue tra combattenti di ceto alto e basso,
a dare ad alcuni vertici illuminati dell’esercito russo la sensazione di assistere
all’approssimarsi di un punto di svolta nella storia del Paese, ravvivando il senso
d’insofferenza nei confronti della fortissima disuguaglianza che divideva la società
russa del tempo, costretta in uno stato di generale arretratezza. La corrente d’idee
che diede fondamento al pensiero politico dei decabristi fu quella che nasceva dalle
teorie di pensatori quali Voltaire, Rousseau, Diderot, Montesquieu, D’Alembert.
Coloro che orchestrarono la rivolta decabrista erano stati profondamente affascinati
dalle ideologie rivoluzionarie francesi, secondo accentuazioni diverse, e avevano
acquisito esperienza della cultura politica europea, del pensiero illuminista, dei
romantici inglesi e tedeschi7.
Attraversando l’Europa, gli uomini del 1825 erano venuti a conoscenza di un
sistema economico e politico moderno che li impressionò talmente da convincerli
a contestare lo zarismo e concepire, al suo posto, uno Stato di diritto. Essi vedeva-
no il proprio Paese ingiustamente dominato da un’autocrazia dispotica, che non
avrebbe mai abdicato al potere assoluto, e tanto meno abolito la servitù della gleba;
far protrarre la sovranità dello Zar avrebbe significato la decadenza della Russia,
soffocandone la vita politica e determinandone la paralisi economica8.
Parteciparono al Decabrismo taluni esponenti di circoli letterari che animarono
la vita intellettuale del primo quarto del XIX secolo: Pavel A. Katenin e Fëdor N.
Glinka, Kondratij Ryleev e Wilhelm Kiukhelbeker, Aleksandr Bestužev-Marlinskij
e Vladimir Raevskij, e pochi altri letterati, legati alle organizzazioni insurrezionali,
che avrebbero dato un contributo importante all’allora nascente letteratura ro-
mantica russa: essi vi riversarono il racconto della propria vita di rivoluzionari, chi
aderendo alla prosa, chi alla poesia, e chi a una forma che univa le prime due, come
nel caso assai popolare del romanzo in versi Evgenij Onegin (1833) di Aleksandr
Puškin, anch’egli vicino ai decabristi9.
Le idee di rinnovamento politico introdotte in tutta Europa col 1789 francese
erano giunte sino ai vertici della monarchia russa, che le aveva accolte formulando
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blande proposte di modernizzazione dello Stato: sin dal 1809, il Primo Consigliere
di Stato, Michail Speranskij, aveva sottoposto allo Zar un progetto di Costituzione,
che doveva rispondere alle aspettative riformistiche nutrite da alcuni dignitari di
corte, nonché da esponenti dell’alta e piccola nobiltà, e, nel 1818, Alessandro I fece
approntare una carta costituzionale congrua a quella applicata al Regno di Polonia,
sotto dominazione russa10. Tuttavia, non un cambiamento in senso costituzionale
fu portato a compimento, mentre s’inaspriva il malcontento di chi continuava ad
anelarlo. A metà degli anni Dieci dell’Ottocento sorgevano le prime società segrete
antizariste (l’Unione dello Stato Sociale, discendente dall’Unione della Salvezza),
che, però, si sciolsero quasi spontaneamente per mancanza di una concezione orga-
nica sia in merito al programma da conseguire che alla tattica di lotta. Sulle ceneri
di tali formazioni, negli ambienti di orientamento progressista – che affondavano
le proprie radici in alcuni ordini militari legati a illustri famiglie della potente
aristocrazia russa – nacquero due importanti società segrete composte da ufficiali
di grado diverso: la Lega del Nord, con centro operativo a Pietroburgo, e la Lega
del Sud, che faceva capo a Kiev, aggregando a sé numerose cellule dall’Ucraina
centro-meridionale.
La Lega del Nord era retta da un triumvirato di orientamento liberale (Nikita
Murav’ev assieme ai principi Evgenij P. Obolenskij e Sergej P. Trubeckoj), che per-
seguiva l’obiettivo sovrano di instaurare nel Paese una monarchia a suffragio censita
rio, ovvero una forma di governo moderato che garantisse diritti costituzionali ai
sudditi e minime misure di redistribuzione delle terre alle comunità contadine11.
Di aperta ispirazione democratica era la Lega del Sud che, nel 1825, s’era espansa,
incorporando a sé la Società degli Slavi Uniti, un altro gruppo segreto formato da
cospiratori mossi da ideali di rinnovamento radicale. La Lega auspicava l’avvento
di una Repubblica parlamentare a sovranità popolare e dava voce a individui che,
sia pur coltivando una difforme opinione democratica, sostenevano all’unanimità
il disegno di Costituzione Russkaja Pravda, redatto dal colonnello a vocazione
giacobina Pavel Pestel’; la componevano uomini che si mostrarono interessati,
soprattutto, alla trasformazione sociale della Russia12.
La Lega del Nord e quella del Sud stentavano a unirsi, divise da forti discrepanze
politiche: perciò non si associarono, bensì coesistettero, tenendo aperto il dialogo.
Se le due formazioni tentarono di collaborare fu perché, quando se ne presentò
l’opportunità, agirono nella comune convinzione che fosse giunto il tempo di libe-
rare i contadini dal vincolo della servitù della gleba; in vista della rivolta da ordire
tra i soldati convennero di darsi un reciproco aiuto armato, malgrado i rispettivi
programmi divergessero sulla forma di governo da proporre come alternativa
all’ordinamento autocratico. Le guide delle due società lavorarono all’ideazione di
almeno due carte costituzionali da applicare in tutti i rami dell’amministrazione,
10. Vedi anche H. Seton-Watson, Storia dell’Impero russo, Torino, Einaudi, 1971, pp. 91-105.
11. Ibid., pp. 169-181.
12. Sulla Società degli Slavi Uniti cfr. P. O’Meara, op. cit., p. 13; H. Seton-Watson, op. cit.; M.
Raeff, op.cit., pp. 7-9.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
13. Per un approfondimento sul processo vedi O. Edel’man, Sledstvie po delu dekabristov, Moskva,
Modest Kolerov, 2010.
14. M. Raeff, op.cit., pp. 162-178.
15. Ščëgolev aveva, appunto, iniziato a occuparsi del movimento decabrista ben prima del 1917,
soffermandosi sulle vite dei singoli attori che vi avevano preso parte, Aleksandr S. Griboedov, Vladimir
F. Raevskij, Andrej E. Rozen. Come Nečkina, egli aveva preso le mosse dal quadro storico-sociale
formulato da Herzen, approfondendo secondo una propria personale lettura il percorso dei decabristi,
che interpretò come individui concreti e distinti, ricostruendone i conflitti interpersonali, gli ideali e
la psicologia, le esperienze che ciascuno visse in un contesto di fortissimi fermenti sociali.
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cabrismo16, finché, negli anni consecutivi alla caduta della Monarchia zarista, non
apparvero le prime biografie dei congiurati coinvolti nella celeberrima rivolta del
14 dicembre 1825, e la storica Milica Nečkina, allieva dello storico marxista Michail
N. Pokrovskij all’Accademia delle Scienze, cominciò una ricerca pluriennale sul
Decabrismo. S.V.D. e Dekabristy apparvero mentre in Unione Sovietica stavano
fiorendo le storie generali delle varie società segrete, che costituirono il movimento
unitario formatosi nel primo quarto del XIX secolo.
3
Messinscena della rivolta in Dekabristy
16. Nei primi anni del Novecento uscirono le memorie di taluni decabristi – quali A.E. Rozen, N.V.
Basagrin e i fratelli Bestužev – e, sotto la curatela di P.E. Ščëgolev, la prima edizione della Russkaja
Pravda, scritta da P. I. Pestel’, l’animatore e il legislatore della Lega del Nord.
17. Dekabristy venne proiettato in prima visione sovietica l’8 febbraio 1927 e S.V.D. uscì a Mosca
il 12 agosto del medesimo anno. Vedi Letopis’ rossijskogo kino 1863-1929, a cura di V.I. Fomin e A.S.
Derjabin, Moskva, Materik, 2004, pp. 565, 583.
18. Il poema Polina Gebl’ di Pavel E. Ščëgolev e Aleksej N. Tolstoj venne pubblicato nel primo
numero del 1926 nella rivista «Novaja Rossija», e in seguito fu ristampato in A.N. Tolstoj, Polnoe
sobranie sočinenii, Moskva, 1949, vol. 11, pp. 505-542.
19. Varvara von Annenkova interpretava la parte della nonna nel melodramma dal titolo
Plamenejuščie serdca, che in origine doveva corrispondere alla seconda parte del film e che alla fine
non uscì mai nelle sale (Ju.N. Emeljanov, P.E. Ščëgolev – istorik russkogo revoljucionnogo dviženija,
Moskva, Nauka, 1990, p. 61).
20. P.E. Ščëgolev, Pervyj dekabrist Vl. Raevskij, San Pietroburgo, 19062, pp. 9-12.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
21. A.G. Mazour, op. cit., p. 294; Ju.N. Emeljanov, P. E. Ščëgolev – istorik russkogo revoljucionnogo
dviženija, cit., p. 75.
22. Ju.N. Emeljanov, op.cit., pp. 86-92.
23. L.A. Trigos, An exploration of the dynamics of mythmaking: Tynianov’s Kiuchlia, in «Slavic
and East European Journal», vol. 46, n. 2, 2002, pp. 283-284.
24. Ju.N. Emeljanov, op.cit., pp. 36-52.
25. T.I. Chorchordina, Archivy i Glavarchiv (1918-avgust 1920), in Istorija i archivy, Moskva, RGGU,
1994, pp. 67-89. Vedi anche E.V. Starostin e T.I. Chorchordina, Archivnoe delo v Rossii (1917-1920), in
Archivy i revolucija, Moskva, RGGU, 2007, pp. 51-133; A. Salomoni, Révolution russe et les archives.
Un savoir historique d’état: les archives soviétiques, in «Annales, Histoire, Science Sociales», vol. 1,
n. 5, 1995, pp. 3-10.
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26. Parte di queste pubblicazioni risalivano al primo decennio del Novecento, durante il quale
Ščëgolev aveva curato una serie di testi su e dei decabristi per testate letterarie – come «Literaturnyj
vestnik», organo della società dei bibliografi di San Pietroburgo – e riviste di argomento storico-politico,
tra cui «Vestnik Evropy», che dava voce a una tendenza moderata, e «Byloe», mensile apertamente
socialista di cui era capo redattore. Vedi G.A. Nevelev, P.E. Ščëgolev kak istorik dekabristkogo dviženija,
in «Vestnik leningradskogo universiteta», n. s., a. IV, Leningrad, 1966, pp. 54-63.
27. Ju.G. Oksman, P. E. Ščëgolev. ‘Dekabristy’, in «Katorga i ssil’ka», serie XXVI, n. 5, 1926, pp.
278-282; M.V. Nečkina, P. E. Ščëgolev. ‘Dekabristy’, in «Pečat i revoljucija», n. 6, 1926, pp. 147-149.
28. Gli autori che Ščëgolev fa concorrere alla formazione intellettuale dei decabristi sono quelli
elencati nella bibliografia preparatoria al libro Dekabristy (1926), che comprende in generale letteratura
straniera in lingua tedesca e francese sulla rivoluzione francese (A. Mathiez, Charles Cestre e altri) e
sugli autori del pensiero illuministico settecentesco (come B. Fontenelle, J.J. Rousseau). Cfr. Dekabristy.
Bibliografičeskij list, IRLI RAN-Istituto di Letteratura Russa (Casa Puškin) dell’Accademia Russa
delle Scienze, Fondo “Ščëgolev” n. 627-3-62.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
lega indissolubilmente la rivolta del 1825 alla rivoluzione del 1917; il personaggio
profetizza un legame necessario tra un evento e l’altro, come ambedue rispon-
dessero a ineluttabili leggi dello sviluppo storico; egli dà voce a una lettura della
Storia che rispondeva perfettamente all’esigenza avvertita, nel 1927, dalla classe
dirigente bolscevica di riorganizzare le immagini del passato in modo da costruire
una genealogia del socialismo di cui autoproclamarsi gli ultimi discendenti29.
La produzione di Ščëgolev attraversa ambiti diversi (che vanno dalla storia
alle discipline letterarie, fino al teatro e al cinema) e ammonta a oltre 400 testi che
comprendono, tra gli altri, alcune opere teatrali, un libretto operistico, e dieci
copioni per film: questi ultimi riguardano fasi diverse del movimento insurrezio-
nale russo nell’Ottocento e, in larga parte, affrontano le storie di alcuni giovani
rivoluzionari30. Contestualmente alla stesura del soggetto di Roman Dekabrista
(com’era inizialmente intitolato il film), Ščëgolev ultimò Južnaja tragedija, un’altra
sceneggiatura relativa alla rivolta della cavalleria Černigovskij e, nel 1927, conse-
gnò la stesura definitiva di Vtoroe marta, dove veniva messa in scena l’azione del
gruppo a base studentesca che, nel 1887, aveva progettato l’attentato alla vita di
Alessandro III come atto di emulazione del regicidio che aveva causato la morte
dello Zar predecessore, nel 188131.
La produzione Sevzapkino propose a Ivanovskij di mettere in scena la sce-
neggiatura di Ščëgolev. La collaborazione tra lo storico e l’artista risaliva al 1923,
quando Ščëgolev, assieme a Ol’ga D. Forš, aveva sceneggiato Dvorets i krepost’
di Ivanovskij32, film sulla sfortunata prigionia del giovane rivoluzionario Michail
Bejdeman (1839-1887), condannato a vent’anni di isolamento carcerario nel rivellino
della prigione zarista di Pietro e Paolo. Dopo Dekabristy Ščëgolev sceneggiò un
terzo e ultimo film per la regia di Ivanovskij: Stepan Chalturin, che narrava del
giovane terrorista contadino membro di Volontà del Popolo, segnando un ritorno
al tema del populismo e al genere del film boevik33. Ščëgolev premeditava, sin dal
1919, di realizzare un soggetto sulla rivolta del 14 dicembre 1825, e, a quel tempo, ne
approntò una prima versione, che intitolò Ženy dekabrista e propose, nel 1923, alla
casa di produzione della società per azioni del Soccorso Operaio Internazionale
Mežrapbom Rus’. L’anno dopo, la Sevzapkino lo chiamò affinché predisponesse
29. Traduzioni mie dei corrispondenti intertitoli russi dal film Dekabristy.
30. Ju.N. Emeljanov, P. E. Ščëgolev – istorik russkogo revoljucionnogo dviženija. Avtoreferat, Moskva,
K. I. N., 1982, p. 15; Ju.N. Emeljanov, P. E. Ščëgolev – istorik russkogo revoljucionnogo dviženija cit.,
pp. 59-63.
31. Il soggetto originario del film s’intitolava Aleksandr Uljanov-brat Lenina ed era incentrato
sugli ultimi anni della vita del fratello minore di Lenin, Aleksandr Uljanov, dal suo coinvolgimento
nell’azione terroristica sino alla morte al patibolo. Cfr. Ju.N. Emeljanov, P. E. Ščëgolev – istorik
russkogo revoljucionnogo dviženija cit., pp. 62-63. A.G. Čerešnja, Ob archivnom nasledii P.E. Ščëgoleva,
in Archeografičeskii ežegodnik za 1979, Moskva, Nauka, 1981, p. 287.
32. Ščëgolev e Forš rielaborarono i propri romanzi storici: Tainstvennyj uznik (Il misterioso
prigioniero, tr. mia, 1924) e Odety kamnen (Ol’ga Forš, 1924-25).
33. Sotto la categoria boevik la critica russa raggruppa i drammi a sfondo storico-politico che
cominciarono a venire prodotti in Russia, tra il Febbraio e l’Ottobre 1917, e divennero assai popolari
(S. Ginzburg, Kinematografija dorevoljucionnoj Rossii, Moskva, Agraf, 2007, pp. 436-441).
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un copione sulla rivoluzione del 1825: egli stese, dunque, Roman Dekabrista, che
traspose in seguito in forma di sceneggiatura rinominandolo Dekabristy.
Ščëgolev congegnò Dekabristy concatenando tra loro gli episodi del film in
modo da formare una catena di avvenimenti che conducessero inevitabilmente
al sollevamento del 14 dicembre; lo schema serviva a dare rilievo alla rivolta, che
assumeva, così, il valore di un coraggioso atto di giustizia in «un’epoca di oltraggio
ai contadini e ai soldati, tenuti in stato di schiavitù», come viene detto nell’interti-
tolo che immette all’antefatto del film. Lavorando a Dekabristy, Ivanovskij assoldò
emeriti attori drammatici dell’ambiente artistico russo34, e li fece truccare affinché
somigliassero come gocce d’acqua ai personaggi originali. Per la parte di Annenkov,
Ivanovskij scelse l’attore del Teatro d’Arte di Mosca Boris Tamarin, che aveva dato
prova del proprio talento nell’impersonare il tipo del ribelle, interpretando Emeljan
Pugačev in Poet i car’ (Il poeta e lo Zar, di Vladimir Gardin, 1927), film in costume
centrato su Puškin come poeta del popolo35. Ivanovskij tornò a collaborare con
Sergej Šiško dopo averlo diretto, prima, in Dvorec i krepost’, dove gli affidò la parte
del comprimario Nečaev, poi, in Stepan Chalturin (1927), dove gli fece assumere il
ruolo da protagonista dell’eponimo eroe contadino.
In Dekabristy Šiško recita la parte dell’aristocratico Ryleev, che aveva animato
la sezione dei repubblicani all’interno della Lega del Nord e, dal gennaio 1821,
aveva ricoperto la carica di assessore presso la Corte penale di San Pietroburgo.
Ivanovskij e Ščëgolev riconobbero a Ryleev carisma e capacità retorica – che
sono indubbiamente qualifiche indispensabili per chi aspiri a guidare un gruppo
politico –, eppure fecero scivolare in secondo piano il lato del poeta che gli aveva
procurato notorietà tra i decabristi; secondo le testimonianze, Ryleev aveva infiam-
mato i decabristi grazie ai propri versi visionari, e li aveva esortati all’azione proprio
in quanto poeta36. Basti pensare che i fratelli Bestužev compararono Ryleev a un
profeta, che sembrava loro predestinato ad assurgere a «martire per la libertà»37.
A Ryleev venne contrapposto un tipo umano impulsivo e battagliero, quale
Kachovskij, eroe di ferme convinzioni radicali, mosso da profondissimo amore per
la patria, e perfettamente inserito nella corrente romantica del suo tempo. Di fronte
agli altri decabristi, Kachovskij dà risalto alle proprie idee regicide, dichiarando
che eliminare lo Zar equivarrebbe sì a «firmare una condanna a morte»38; ma,
in compenso, questo gesto sancirebbe la liberazione della Russia. Ed è appunto
Kachovskij che uccide il governatore generale Miloradovič in Piazza del Senato,
ferendo nel contempo il comandante dei granatieri della Guardia imperiale Stjurler
e il tenente Gastefer. Insomma, Kachovskij è il ribelle per eccellenza, tale e quale
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
39. P.E. Ščëgolev, “Roman Dekabristy scenarij. Mašinopis’ s karandaškami otmetkami i pravkami
avtora”, IRLI RAN, 627-3-59, f. 15.
40. Ibid.
41. Ju.N. Emeljanov, P. E. Ščëgolev – istorik russkogo revoljucionnogo dviženija, cit., p. 62.
42. Vedi anche Ju.N. Emeljanov, P.E. Ščëgolev – istorik russkogo revoljucionnogo dviženija, cit.,
pp. 78-79.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
4
Rielaborazione della Storia e tipologie di rivoluzionari in S.V.D.
49. Arsen, Dekabristy, in «Kino front», n. 5, 15 marzo 1927, pp. 15-17; Dekabristy, «Večernjaja
Moskva», n. 42, 21 febbraio 1927, p. 3; B. Gusman, Dekabristy, in «Pravda», 1 marzo 1927, p. 6.
50. RGALI-Archivio Statale Russo di Letteratura e Arte, 257-16-20, f. 106 retro.
51. Jurij Tynjanov aveva già affrontato il tema della rivolta decabrista nel suo racconto Černigovskij
polk ždët (1932).
52. Tra i romanzi di Tynjanov che ebbero grande fortuna al tempo, vanno annoverati tre racconti
storici e il romanzo Kiuchlja sulla vita del decabrista Wilhelm Küchel’becker e la narrazione in tre
volumi, mai completata, sul giovane Puškin.
53. L.A. Trigos, op. cit., p. 284.
54. G. Kozincev, Glubokij ekran. O svoej rabote v kino i teatre, Moskva, Iskusstvo, 1982, p. 117.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
59. Nel 1925 apparvero il romanzo breve di Jurij Tynjanov Kjuchlja e il lavoro di B.L. Modzalevskij,
Roman dekabrista Kachovskogo, mentre a teatro andarono in scena i drammi teatrali Dekabristy (M.
Jakhontova) e V 1825 godu (N. Vekstren).
60. Ju. Lotman, Ju. Tsivian, SVD: žanr melodramy i istorija, in Pervye Tynjanovskie čtenija.
Tynjanovskij sbornik, a cura di M.O. Čudakova, Riga, Zinatnie, 1984, p. 58. Nel 1926, «Krasnyj Archiv»
– rivista scientifica pubblicata dagli Archivi Centrali Sovietici a partire dal 1922 – pubblica un’ampia
rassegna dal titolo Vosstanie Černigovskogo polka v pokazanijach učastnikov. Cfr. «Krasnyj Archiv»,
n. 13, 1926, pp. 1-67.
61. Ju.G. Oksman, Vosstanie Černigovskogo polka, cit., in Ju. Lotman, Ju. Tsivian, SVD: žanr
melodramy i istorija, cit., p. 59.
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Milica Nečkina62, che aveva basato la sua ricerca sulla Lega del Sud su un’ampia
documentazione d’archivio. Era inoltre iniziata, proprio in concomitanza con la
lavorazione del film sul reggimento di Černigov, la pubblicazione dei materiali
relativi alle indagini giudiziarie, ricompresi nella silloge Vosstanie dekabristov, che
sarebbe stata completata in diciotto volumi nel 1984. Anche la letteratura d’ap-
pendice e il romanzo storico si erano interessati alle vicende dei decabristi. Nel
1928 il racconto di A. Slonimskij Černigovcy, che descriveva in chiave fantasiosa
le traversie del reggimento, trovò grandissima diffusione e fu accompagnato da
generose recensioni sulla stampa.
Oksman e Tynjanov si attennero alla linea della prosa d’evasione nella scrittura
della sceneggiatura di S.V.D.; essi crearono intenzionalmente degli anacronismi
sul piano della verosimiglianza storica, eliminarono dei protagonisti (il capo della
rivolta Murav’ev-Apostol e il suo compagno di lotta M. P. Bestužev-Rjumin) e ne
inserirono altri, alterandone le biografie. Kozincev e Trauberg riconobbero che non
era affatto loro intenzione realizzare un film di esatta ricostruzione storica, come
era avvenuto con Dekabristy63. In realtà, nella prima stesura della sceneggiatura
tecnica di S.V.D., curata da Ch. G. Sainskij assieme a Oksman, era stata inserita
una successione di eventi ben aderenti alle fonti storiche. Tynjanov elaborò poi
una sua personale versione di questo scritto, modificandone i resoconti di taglio
storico e trasformandolo in un melodramma, con l’obiettivo di far scivolare in
primo piano le passioni dei protagonisti64.
S.V.D. non racconta tanto la storia compiuta del reggimento di Černigov, quanto
le vicende di talune tipologie di decabristi, ordinate in base alla rispettiva opinione
politica: lo constatarono molti recensori nella pubblicistica di largo consumo65. I
protagonisti del film erano il baro Medoks, il generale Burnašev, il rivoluzionario
Suchanov (che nella realtà storica si chiamava Suchinov), l’indulgente liberale
Jušnevskij e sua moglie, che diventa l’amante di Suchanov66. Personaggi inventati
come Medoks e Suchanov rispondevano ai prototipi che Oksman e, in generale, gli
storici ufficiali sovietici ascrivevano alla categoria del “massone” e del “radicale”,
ai quali venivano ricondotti i liberi pensatori del Sud attivi nel 182567. Sul piano
della propaganda, era di fondamentale importanza dare ai personaggi di fantasia
di S.V.D. un fondamento storico; in un trafiletto pubblicitario apparso all’uscita del
62. M.V. Nečkina, Vosstanie Černigovskogo polka, in 100-letie vosstanija dekabristov, Moskva, Gos.
Izdatelstvo, 1925; M.V. Nečkina, Obšestvo soedinennych slavjan, Moskva-Leningrad, Gosizdat, 1927.
63. Iz besedy s režissërami G. Kozincevym i L. Traubergym, in «Leningradskaja gazeta Kino», n. 10,
1927. TsGALI 622-1-26, f. 42. Jurij Tynjanov, Feks, in «Sovietskij Ekran», n. 14, 2 aprile 1929. Vedi anche
Cinema e avanguardia in Unione Sovietica, a cura di G. Rapisarda, Roma, Officina Edizioni, 1975, p. 104.
64. L. Trauberg cit. in Ju. Tsivian, SVD: žanr melodramy i istorija, cit., p. 65.
65. N. Perov, Skol’ko vybrošeno deneg, in «Rabočaja gazeta», n. 26, serie VIII, 1927, p. 26;
P. Neznamov, S.V.D., in «Kino», n. 35, 1927; «Večernjaja Moskva», n. 27, serie VIII, 1927; «Molodoj
Leningradec», 24 agosto 1927; «Rabis», n. 34, 1927; «Naša gazeta», 30 agosto 1927; «Trud», 27 agosto
1927; «Novyj zritel’», n. 35, 1927. Gli articoli che ho menzionato sono raccolti in TsGALI 622-1-26, ff.
44-47 e 622-1-26, ff. 30, 34, 35.
66. TsGALI, 622-1-26, f. 34. Cfr. «Rabočii i teatr», n. 29, 1927.
67. «Večernjaja Moskva», n. 9, 1927, p. 1.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
film, la società segreta d’invenzione da cui derivava l’acronimo del titolo (S.V.D. =
Sojuz velikogo dela, Unione per la grande causa) venne persino descritta come se
fosse realmente esistita, in quanto nucleo del «gruppo meridionale dei decabristi»68.
Kozincev e Trauberg avevano lo scopo di costruire una storia avvincente intorno a
un episodio di rivolta, che stava entrando nella sfera della mitologia sovietica. Al
centro della narrazione i due misero non tanto un attore storico, quanto un uomo
astratto che desse voce alle varie anime del movimento.
Dietro l’intreccio storico di S.V.D. c’è l’intrigo che contrappone il giovane e
volenteroso ufficiale Suchanov (segretamente unitosi ai rivoltosi) all’avventurista e
truffatore Medoks. In una bisca clandestina nei pressi di San Pietroburgo, Medoks
inganna Suchanov, che lo sta cercando con l’ordine di arrestarlo su disposizione
dello Zar; Medoks sostiene di fingersi baro come occupazione secondaria a quella
principale di amico della rivoluzione: lo prova mostrando a Suchanov un anello,
dov’è incisa la sigla SVD. Questi spiega al giovane che le tre lettere formano un
monogramma che significa Sojuz velikogo dela, un’unione segreta di cospiratori
vicini ai decabristi, alla quale egli pretende di appartenere, ma che, ben presto, si
saprà non esistere affatto. Credendo al racconto di Medoks, Suchanov lo lascia
libero e continua a dedicarsi alla lotta della Lega del Sud; quando egli va ad animare
la rivolta del reggimento di Černigov, Medoks lo denuncia e lo fa perseguitare dalle
autorità, con il duplice scopo di sottrargli la donna amata e ottenere i favori dello
Zar. Dopo che le truppe regie hanno represso nel sangue l’insurrezione decabrista,
Suchanov fugge al seguito di una compagnia circense; da clandestino egli tenta di
organizzare l’evasione dei compagni decabristi rinchiusi in carcere: penetra nella
cella, arma i prigionieri e indica loro un passaggio sotterraneo che conduce a un
monastero nelle vicinanze. Gli evasi s’imbattono nelle guardie imperiali che ten-
dono loro un agguato, poiché Medoks li ha informati del piano di fuga. Suchanov
viene ferito a morte da un tiratore zarista e va a morire sulla sponda del fiume
antistante il santuario.
In S.V.D. gli eroi positivi appaiono divisi in due gruppi, che corrispondono alle
due anime contrapposte del movimento decabrista: uno consiste di ufficiali che
sottostanno al generale Višnevskij, condividendone l’opinione politica moderata;
l’altro raggruppa pochi soldati che lottano in nome della Repubblica sotto la guida
del democratico I.I. Suchanov, uno dei membri della Società degli Slavi Uniti.
Višnevskij, che primeggia tra i decabristi, incarna una trasformazione del membro
della Lega del Sud, il generale maggiore della Seconda Armata in servizio presso
la Cancelleria militare zarista, A. P. Juševskij. Egli riveste in tutto il film il ruolo
secondario dell’uomo giusto e prudente, e si contrappone a Suchanov quando
pretende dai rivoltosi, che si trovano con lui in carcere dopo l’insurrezione, che
l’evasione si svolga «senza nuovo spargimento di sangue»69.
68. N. Perov, Skol’ko vybrošeno deneg, in «Rabočaja gazeta», 8 agosto 1927; TsGALI, 622-1-26, f. 26.
69. Traduzione mia del corrispondente intertitolo russo dal film Dekabristy.
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70. Ju. Oksman in Dekabristy. Neizdannye materialy i staty, a cura di B.L. Modzalevskij e Ju.G.
Oksman, Roma, Trudy Puškinskogo Doma, 1925, p. 61.
71. TsGALI, 622-1-23, f. 39.
72. Cfr. M.V. Nečkina, Zagovor v Zerentujskom rudnike, in «Krasnyj Archiv», vol. 13, 1925, pp.
258-279.
73. TsGALI 622-1-26, f. 51; «Rabočij i Teatr’», n. 36, 1927.
74. TsGALI 622-1-23, f. 42.
75. Traduzione mia del corrispondente intertitolo russo dal film Dekabristy.
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due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste
Suchanov si trova di fronte ai gendarmi zaristi e gli spara, a tradimento, uno dei
militari componenti il plotone d’esecuzione, i quali, ascoltandolo, avevano appena
abbassato all’unisono le baionette, passando così dalla parte degli ufficiali ribelli76.
Come prova la sceneggiatura tecnica del film, questa scena fu costruita intorno al
contrasto tra l’impressione di fissità data dalla posizione immobile degli artiglieri
e il dinamismo che le grida dei decabristi dovevano esprimere: gridava Višnevskij
e assieme a lui i soldati, e «tacevano senza muoversi» i fucilatori77.
Alla fine di S.V.D. la morte di Suchanov entra in rapporto di analogia con la
morte di un martire cristiano. Dopo essere stato ferito alla schiena, Suchanov va a
morire, vacillando come in uno stato di estasi, all’ombra di una betulla, sulla riva
del fiume antistante. Intanto, Višnevskaja, sua amante, lo insegue e lo soccorre:
l’abbraccio che ella dirige verso di lui, steso a terra, segue un movimento centripeto
che esprime con potenza il cordoglio. Posa e apparenza di Suchanov, filmato da
vicino in primissimo piano, richiamano i tratti che connotano il martire durante
la deposizione: egli tiene gli occhi chiusi ed esibisce una porzione ben visibile del
torace nudo, parzialmente fasciato. Il moribondo indossa in fronte la bendatura
insanguinata che si è fatto da sé, dopo il ferimento durante la rivolta; tutt’intorno
al capo egli ha rovi e arbusti, che appaiono sfocati e non si distinguono, quindi,
con nitidezza, ma danno come l’impressione di formare una corona di spine. S.V.D.
termina, simbolicamente, su questo primissimo piano dai forti connotati sacrali, che
esce dal campo visivo mediante uno stratagemma drammaturgico atto a ricreare
l’effetto di una chiusura in nero: la donna copre il volto di Suchanov facendovi
scivolare sopra un lembo della propria mantella di pesante stoffa scura78.
Se il film Dekabristy venne concepito per narrare vicissitudini e gesta degli eroi
che erano stati a capo del moto decabrista in una prospettiva di conoscenza del
passato rivoluzionario, S.V.D. nacque, invece, con l’intento opposto di reinventare
persone ed accadimenti della Società degli Slavi del Sud, adattandoli alla forma
del melodramma. Com’è messo bene in evidenza nel libretto promozionale di
S.V.D., al posto di una ricostruzione esatta della storia, in quest’ultimo film c’è
una combinazione di episodi storici e immaginati, i quali schiudono i meccanismi
interni al movimento decabrista, mostrando le forze che lo animarono e gli eventi
che lo condussero alla sconfitta79. Questo particolare accostamento di fantasia e
finzione storica rese controversa l’interpretazione da parte della critica coeva, che
accolse l’opera senza prendere unanime posizione rispetto al giudizio di merito
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80. F. Šipulisnkij, in «Rabis», n. 34, 1927; L. Šatov, in «Novyj zritel’», n. 35, 1927; «Kino», 1927, n.
27; «Kino», n. 34, 1927; S. Ermolinskij, «Pravda», 30 agosto 1927; M. Blejman, «Leninskaja Pravda»,
30 agosto 1927; «Kino», 1 settembre 1927; D. Dessev, in «Krasnaja gazeta», 1 settembre 1927; «Krasnaja
gazeta», 2 settembre 1927. Cfr. 622-1-26, ff. 14-75.
81. «Molodoj Leningradec», a. VIII, 1927, p. 24; «Rabočaja gazeta», 8 agosto 1927, p. 26; «Trud»,
27 agosto 1927; «Naša gazeta», 30 agosto 1927; «Kino», n. 35, 1927.
82. Na rabočich kino-prosmotrach, in «Rabočij i teatr’», n. 36, 1927.
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