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Comit dal 1938 annuale, massimi e minimi, grafico lineare.

1938 pari a 2
Ultimo aggiornamento minimo del 2011 pari a 744

Come ho detto in altra occasione, questo grafico è stato ricavato applicando un valore di rettifica ai
massimi e minimi dell’indice “ Il Sole 24 ore “ per il periodo antecedente la nascita dell’indice
Comit ed in seguito alimentato con i dati reali.
L’aggiornamento manuale è fatto annualmente rispettando la sequenza temporale di formazione di
massimi e minimi e imputando i due dati al 1 gennaio e al 31 dicembre.

Secondo me dai grafici lineari negli studi di lungo termine emergono maggiori riscontri.
Di contro, sono meno precisi, perché si alimentano con un solo dato quello di chiusura dell’ultimo
giorno utile dell’anno.
Questo succede per tutti i grafici, settimanali, mensili ecc. che rilevano l’ultimo dato del periodo e
non come molti pensano la media della settimana o del mese ecc.
Questa precisazione è fatta per evitare una contestazione naturale che i massimi non sono stati fatti
nel 1999 ma nel 2000.
In questo tipo di grafico, avendo un unico dato annuale al 31/12, quel dato può rappresentare, come
nel caso del 2000, un minimo, perchè si è formato in sequenza successiva al massimo che non
appare.
Come conferma, posto i dati d’aggiornamento e un grafico a candele ricavato dalla solita banca dati
dove si evidenzia il massimo del 2000 come l’ombra di una candela che chiude alla fine dell’anno
sul massimo del 1999.( trappola del toro )
Mi dispiace aver dovuto imbastire un preambolo un po’ pasticciato ma se non avessi chiarito
quest’aspetto era inutile andare avanti.

Passiamo all’analisi
La borsa italiana è stata contraddistinta da:

Due gradi rialzi che sono durati entrambi 22 anni.

Il primo dal 1938 al 1960


Il secondo dal 1977 al 1999

Un ciclo di rastrellamento che è durato 22 anni.

Dal 1962 al 1984


Un altro ciclo rialzista di 22 anni, antagonista del ciclo di rastrellamento.

Dal 1984 al 2006

Se nel 1985 avessimo misurato l’altezza della testa del ciclo di rastrellamento precedente, avremmo
trovato il valore del massimo del 1986.
Se nel 1998 avessimo misurato l’altezza della testa del ciclo di rastrellamento precedente, avremmo
trovato il massimo del 2000 e nel frattempo avremmo saputo che nel 2007 quel livello non poteva
essere superato se non marginalmente perché, tra il 2000 ed il 2007 non si era costruita nessuna
figura che potesse dare un impulso a nuovi cicli rialzisti di lungo termine.

Di conseguenza si ricava che, specialmente nei grafici di lungo termine, non si devono trascurare
quei particolari che possono sembrare banali, infanti o d’analisi tecnica delle elementari, come dice
un mio caro amico, perché chi costruisce per il lungo termine, non ha fatto l’università.
Il comandante, cosparge la rotta di trappole, ma i tracciati che segue sono banali e ripetitivi perché
la fantasia non gli serve, mentre è indispensabile all’equipaggio per sopravvivere.

Sulla base della mia esperienza e di questo approccio da osservatore dell’analisi ciclica mi
sono fatto questa idea.
L’analisi tecnica di lungo termine ha bisogno di tanta fantasia e di poche regole.
L’analisi ciclica, al contrario, ha un insieme di regole oggettive e condivise.
Le decisioni vengono, riviste e correte continuamente.
A mio avviso sono due cose che non si possono mescolare né come approccio né come conclusioni.
Ad una sono dedicate risorse economiche limitate in continua riformulazione, l’altra che matura
giorno dopo giorno, può portare all’individuazione di punti di svolta di portata storica dove la
tentazione di impiegare maggiori risorse è più forte.
Un errore sul lungo termine non perdona, specialmente se lo si usa o si è influenzati
nell’interpretazione del quotidiano.
Di conseguenza ho deciso che non voglio imparare l’analisi ciclica, mi servirò di chi gentilmente
mette a servizio la sua esperienza.
C’è un altro ciclo di 22 anni quello che ho contrassegnato con una freccia blu.

Dal 1986 al 2008

Questo ciclo è stato diviso a metà nei tempi e nei valori ed è il vero antagonista di quello di
rastrellamento degli anni 60, perché è di distribuzione.
Nello studio sul DJ Industrial che ho già postato nel vecchio forum parlavo di convenienza legata al
trascorrere del tempo, del prezzo e del prezzo/tempo.
Il ciclo che ho indicato, nella sua globalità è stato di distribuzione rispetto a quello degli anni
sessanta, ma al suo interno è stato diviso in due parti:
La prima parte d’ulteriore rastrellamento finalizzato al ciclo in corso.
La seconda di distribuzione sempre finalizzata al ciclo in corso.

I cicli lunghi non sono sempre consequenziali, non ripartono da dove finisce il precedente sono
spesso divisi da una cerniera.

Questa caratteristica era già stata messa in evidenza nel mio studio sul D.J Industrial del quale
riporto il grafico più indicativo dove avevo segnato con le linee tratteggiate gli anni di cerniera.
Anche nel nostro mercato gli anni di cerniera tra rastrellamento e distribuzione sono stati
sempre due.
Dopo il massimo della prima salita di 22 anni abbiamo avuto due anni di correzione prima di
iniziare il rastrellamento,
il 1961 e 1962.
Al termine del ciclo di 22 anni di rastrellamento abbiamo avuto due anni di salita prima di iniziare
la distribuzione
il 1985 e il 1986.
Negli anni di cerniera ( linee tratteggiate ) si preparano i prezzi per poter sviluppare il ciclo
successivo.
Se il regista non cambia le carte in tavola e la storia continua
il 2009 ed il 2010 sono stati anni di cerniera
il 2011 è il primo anno di un ciclo di 22 anni che finirà nel 2032.
Il 2033 e il 2034 saranno anni di cerniera.
Si accettano scommesse per vedere se questo nuovo ciclo sarà di salita, di discesa, di rastrellamento
o d’ulteriore distribuzione e ci vorrà molta fantasia.
E’ come un puzzle da costruire con tanti piccoli tasselli.
Metto due tasselli
Abbiamo una riga che ci aspetta, perché venendo da un doppio massimo, abbiamo bisogno di
trovare un appoggio fortissimo per tentare l’inizio di un nuovo grande ciclo rialzista, un pullback
sulla nek line degli anni sessanta.

Abbiamo anche un tempo che per ceti versi ci raccomanda la nostra storia ma che ci conferma
l’America,

il 2016.

Ricordate queste considerazioni:


“Dicevamo che gli americani sono un po’ noiosi e metodici per cui mi è venuto in mente di
immaginare che se hanno fatto un minimo nel 1932 e uno nel 1974, quarantadue anni dopo ne
potevano fare un altro alla solita distanza e guarda caso mi rispunta dicembre 2016 nella zona
minimi che m’indica anche lo studio sul sole 24 ore già postato.
A questo punto mi è venuta la curiosità di andare a vedere cosa era successo 42 anni prima del 1932
il primo grande minimo che i grafici ci tramandano.
Era il 1893.
Da Wikipedia: Come per la Lunga depressione, periodo di disoccupazione crescente e prezzi
deflazionati dei beni manifatturieri, il Panico del 1893 contribuì a rendere più selvaggia la
competizione sui mercati, nella crescente "sfera di influenza" degli Stati Uniti, che tendeva a
sovrapporsi a quella britannica, in particolare nel Pacifico e in Sud America.
Ecc.ecc.
Per oggi mi fermo qui, vediamo se in futuro saltano fuori idee nuove.
Il tempo c’è e per dire con una ragionevole approssimazione che il minimo ciclico di questo
mercato orso sarà in un certo punto anziché in un altro, occorrono numerosissime conferme.
Lud, te lo dico scherzando ma poi neppure tanto, se con Buck mettete da parte i vecchi rancori e
scrivete un libro insieme con tutta la gente che vi segue fate più soldi che a fare trading.

Ciao Alby

01 ottobre 2011

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