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La vita sulla Terra, fin dal suo inizio, è stata sempre regolata dalla successione ritmica
del giorno e della notte, oltre che delle stagioni, dipendente:
Pertanto non stupisce il fatto che gli organismi viventi abbiano sviluppato sistemi
assai efficaci in grado di percepire:
farle giungere facilmente ai centri deputati alla decodifica e stimolare una risposta
tale per cui il messaggio possa arrivare in periferia alla singola cellula e determinare
una risposta in senso adattativo che sia in sincronia con le caratteristiche
dell’ambiente esterno.
Di tutto questo :
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Essa trasporta 2 tipi di informazioni differenti, entrambe importanti per la sopravvivenza
dell’organismo considerato:
A causa di ciò, durante il processo evolutivo si sono sviluppati 2 diversi sistemi di visione
in tutti i vertebrati, in grado di distinguere i 2 tipi di informazioni trasportate attraverso la
radiazione luminosa:
Negli animali più evoluti e nell’uomo tale ultima struttura viene identificata con la
ghiandola Epifisi o pineale.
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Figura 2 – Rappresentazione schematica del sistema fotoneuroendocrino. RET= retina;
RHT= tratto retino-ipotalamico; SCN= nucleo soprachiasmatico; PVN= nucleo
paraventricolare; IMC= colonna medio-laterale del midollo spinale; SCG= ganglio cervicale
superiore; NA= noradrenalina; PIN= ghiandola pineale; MEL= melatonina
Studi molto recenti hanno potuto documentare la presenza, sulla superficie della retina, di
una popolazione di cellule non adatte alla visione, diverse dai “coni” e “bastoncelli”,
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ma in grado di reagire allo stimolo luminoso e le cui fibre, attraverso il tratto
retinoipotalamico, raggiungono il nucleo soprachiasmatico il quale viene ormai considerato
il componente principale del cosiddetto “orologio biologico” dell’organismo capace di
generare i ritmi circadiani tramite le istruzioni presenti nel genoma in grado di attivare
ritmicamente una serie assai complessa di geni con il compito di codificare le proteine utili
per la trasmissione del segnale che determina l’attivazione dei meccanismi intracellulari,
capaci di capire non i colori o il chiaroscuro,ma “le quantità di luce / buio nell’arco
della giornata”.
Tuttavia, possedere una propria ritmicità circadiana intrinseca (che nell’uomo è di circa
24.2 ore) non è sufficiente per il corretto funzionamento dell’organismo ma essa deve
essere importante che tale ciclicità sia in sincronia con i ritmi dell’ambiente circostante.
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L’interconnessione di strutture quali:
1. la retina;
2. il nucleo soprachiasmatico;
3. la ghiandola Epifiesi o Pineale costituisce ciò che viene comunemente
definito come “sistema fotoneuroendocrino”(Fig.2).
Fig. 7 Rappresentazione della diminuzione della quantità di Melatonina che prodotta negli
stessi orari in diverse diverse fasi d’età.
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Sonno: perché evitare tablet e cellulari
prima di dormire
Nelle ore che precedono il sonno, è bene evitare l'esposizione a fonti luminose e
sonore poiché condizionano il nostro orologio biologico.
hanno sul nostro cervello lo stesso effetto del sole: inibiscono la produzione della
melatonina, l'ormone del sonno, che favorisce l'addormentamento e svolge il
fondamentale compito di regolare il ciclo sonno-veglia.
L'ideale sarebbe ridurre l'esposizione agli schermi luminosi e agli stimoli sonori almeno
nella mezz'ora prima di andare a letto.
La stanza da letto, poi, va riservata al riposo: meglio non usarla per rispondere alla e-
mail o guardare la televisione ed anche altra soluzione è quelle di riabilitare la vecchia
sveglia per lasciare il cellulare lontano e spento dal comodino.
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Cicli del sonno
1. la veglia,
2. lo stato di rapid eye movement (più semplicemente stato REM) del sonno;
3. lo stato non-REM (NREM) del sonno.
E’ durante il sonno REM, identificabile perché gli occhi della persona addormentata si
spostano rapidamente sotto le sue palpebre, che abbiamo i nostri sogni più vividi. In
questo stato, il cervello diventa elettricamente e metabolicamente attivo; infatti, letture
elettroencefalografiche (EEG) effettuate durante il sonno REM sembrerebbero simili
a quelle registrati quando si è svegli. Allo stesso tempo, nella fase REM il cervello
“disinserisce” automaticamente i muscoli.
Anche in un sogno vivido ed estremamente movimentato, non si può reagire se non con
attività mentale.
Il sonno sano consiste in una serie di cicli ricorrenti, da 70 a 120 minuti di lunghezza
ognuno, di sonno NREM e sonno REM
In genere, una persona che dorme procede dalla veglia attraverso le quattro fasi di sonno
NREM fino a raggiungere il primo periodo REM. Il dormiente ritorna quindi al sonno non-
REM, e il ciclo ricomincia.
Negli adulti sani, gli stadi più profondi del sonno NREM (stadi 3 e 4 o “sonno a onde
lente”) si verificano soprattutto nei primi due cicli. I periodi REM nella prima metà del
periodo di sonno di un adulto sono brevi, ma si allungano in cicli successivi. Idealmente, si
dovrebbe essere in grado di dormire bene attraverso questi cicli su base regolare
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Melatonina per dormire e insonnia
La melatonina è un ormone che si trova naturalmente nel nostro corpo e regola il
ritmo giorno-notte (circadiano) dell’organismo.
E’ stata scoperta circa 50 anni fa e più precisamente nel 1958 da Aaron Lerner, un
dermatologo che isolò questo ormone nella ghiandola pineale delle mucche.
La sua produzione è minima nei primi mesi di vita, aumenta nell'età giovanile per poi
tornare a calare nella tarda età adulta ed anziana.
E’ un ormone molto importante dato che regola il ritmo circadiano dell'organismo. La sua
secrezione viene regolata dalla luce:
1. quando lo stimolo luminoso arriva alla retina viene trasmesso un segnale
all'epifisi dove viene inibita la sua secrezione;
2. Il buio, al contrario, ne stimola il rilascio.
Per questo motivo la melatonina ha un picco nelle ore notturne e valori molto più
bassi (nadir) durante il giorno.
Dato che la melatonina ha un effetto sedativo il cervello la utilizza come una sorta di
segnale per informare l'organismo che è buio e che è pertanto giunto il momento di
dormire e riposarsi.
La melatonina è molto bassa durante i primi tre mesi di vita e senza notevoli differenze tra
livelli notturni e diurni. Dal 4-6 mese i livelli di melatonina aumentano gradualmente con
un picco a 7 / 9 anni.
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Come si produce e come funziona la melatonina?
Proprio perché la melatonina viene prodotta in risposta alla mancata stimolazione dei
recettori della retina durante le notte, è opportuno:
1. durante il giorno passare quanto più tempo possibile alla luce, per inibirne la
produzione;
2. e di conseguenza regolarne al meglio la secrezione durante la notte.
Tanto più tempo si passa alla luce diurna, tanto migliore sarà la secrezione di melatonina
dell'Epifisi di notte, assicurando un sonno profondo, di qualità e ristoratore..
Alcune persone che hanno difficoltà a dormire hanno bassi livelli di melatonina e si pensa
che un aggiunta sotto forma di integratore può aiutarli a dormire.
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Interazione melatonina e cortisolo
Il cortisolo è un ormone prodotto dalle cellule della fascicolata del surrene in risposta
all'ormone ipofisario ACTH che è dunque il precursore del cortisolo.
Il cortisolo viene spesso definito "ormone dello stress" perché la sua produzione
aumenta, appunto, in condizioni di stress psico-fisico severo, per esempio dopo esercizi
fisici estremamente intensi e prolungati o interventi chirurgici.
L’ippocampo è la parte del cervello che mitiga il nostro stress dove si trovano i più
grandi depositi di recettori del cortisolo.
L’ippocampo non è stato “disegnato” per rispondere continuamente allo stress, ma per
farlo quando si ha realmente necessità (quando affrontiamo un grave problema o un
trauma).
Quello che accade oggi a molti di noi è che viviamo continuamente in questo stato di
stress dove l’ippocampo è chiamato in causa a qualsiasi ora del giorno e della notte
senza (quasi) mai rimanere in uno stato di relax.
Questa parte del cervello è responsabile per la memoria corta e lunga, che ci aiuta ad
imparare, ed è anche la prima parte del cervello che distrugge l’Alzheimer e la demenza.
Per cui i sintomi derivanti da una disfunzione del ritmo circadiano sono:
1. malattie cardiovascolari;
2. problemi gastrointestinali poiché queste attività (ritmo circadiano) sono molto
importanti per coordinare la motilità intestinale;
3. Importanti coordinazioni e regolazioni della funzione immunitaria.
1. stress cronico
2. eccesso di zuccheri / amidacei nella dieta (disglicemia)
3. neuroinfiammazione cronica dovuta a presenza di antigeni (glutine, per
esempio)
4. cattiva digestione che porta a carenza di vitamina B e alti livelli di
omocisteina (ed infiammazione)
5. carenza di omega-3
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Melatonina e cortisolo sono sempre in
opposizione l’una all’altro
Nella naturalità della fisiologia dell’essere vivente i livelli di cortisolo e melatonina sono
inversamente proporzionali l’uno all’altro.
Un sonno disturbato, mina questo equilibrio che nel lungo periodo limita la funzione
immunitaria.
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Fig.13 e 14 La luce, dopo essere stata trasdotta dalla retina, passa anche attraverso il
Nucleo sovrachiasmatico prima di arrivare alla ghiandola pineale, dove verrà prodotta la
melanina.
Questo squilibrio può dipendere da vari motivi. Può essere stagionale, oppure può
svilupparsi in soggetti che non si espongono sufficientemente alla luce del sole (lavorano
tutto il giorno in ufficio con luci artificiali).Disfunzioni pineali possono poi provocare la
sindrome metabolica (problemi di peso) ecco perché dormire adeguatamente è
fondamentale per la nostra salute.
Nessuno dei due è migliore dell’ altro, melatonina e cortisolo devono mantenere un
equilibrio costante perché tutto funzioni al meglio.
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Queste sono le 4 aree del cervello che sono coinvolte nella regolazione delle
funzioni surrenali:
Domande frequenti
La melatonina è l’ormone del sonno?
La maggior parte delle persone pensa alla melatonina come un forte sonnifero naturale. In
realtà non induce il sonno e di solito è efficace solo nelle applicazioni a breve termine. È
più corretto pensare che la melatonina aiuti il nostro organismo a dormire nelle ore
notturne e a regolarsi in modo adeguato nel passaggio dalla stagione estiva a quella
invernale quando la durata del giorno è minore.
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Stili di vita che riducono la produzione di melatonina possono essere molto dannosi
poiché aumentano il rischio di:
1. ipertensione,
2. malattie cardiache,
diabete e cancro.
Gli studi mostrano che quando le donne effettuano il turno di notte hanno un rischio
maggiore del 50% di tumore al seno e quelli di sesso maschile del 50% per il tumore
al colon-retto.
Si consiglia di evitare le attività che richiedono vigilanza come guida o uso di macchinari
pesanti per quattro-cinque ore dopo l’assunzione di melatonina.
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