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c  sono stati una rock band britannica formatasi nella seconda metà degli anni sessanta

che, nel corso di una lunga e travagliata carriera, è riuscita a riscrivere le tendenze musicali della
propria epoca e a diventare uno dei gruppi più importanti della storia del rock. [1][4]

Sebbene agli inizi siano stati influenzati prevalentemente dal rock psichedelico e dallo space rock, il
genere al quale appartengono è in prevalenza il rock progressivo. Caratterizzati da testi filosofici,
esperimenti sonori, grafiche innovative e spettacolari concerti, hanno venduto oltre 210 milioni di
dischi in tutto il mondo,[5][6] di cui 74,5 milioni nei soli Stati Uniti d'America.[7] I Pink Floyd hanno
influenzato considerevolmente la musica successiva, dai gruppi progressive degli anni settanta,
come Genesis e Yes,[8] fino a musicisti contemporanei, come Nine Inch Nails[9] e i Dream
Theater.[10]

Il gruppo, nato a Londra nel 1965,[11][12] è formato dal cantante e chitarrista Roger Keith "Syd"
Barrett, dal bassista George Roger Waters, dal batterista Nicholas Berkeley "Nick" Mason e dal
tastierista Richard William "Rick" Wright. Nel 1968 si aggiunge al gruppo il chitarrista David Jon
"Dave" Gilmour,[11][12] che sostituisce Barrett, costretto ad abbandonare da problemi psichiatrici
esacerbati dall'uso di droghe pesanti.


 
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La formazione dei Pink Floyd, nel corso degli anni, è stata guidata da tre figure predominanti,
ognuna delle quali ne ha influenzato in modo sostanziale il percorso artistico: si tratta, in ordine
cronologico, di Barrett, Waters e Gilmour. Lo stile floydiano non ha però risentito
significativamente di questi cambi di leadership, ed il sound che caratterizza la band è rimasto
sostanzialmente inalterato e riconoscibile in quasi trent'anni di carriera.

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I Pink Floyd si formano a Londra nel 1965, quando Syd Barrett si unisce ad una band di studenti
dell'Istituto Politecnico di Architettura della capitale britannica, per sostituire un cantante di nome
Chris Dennis:[15] il gruppo si chiama The Tea Set e in esso figurano Nick Mason, Roger Waters,
Richard Wright e Bob Klose.

Bob Klose lascia il gruppo dopo aver registrato solamente un demo,[20] lasciando una formazione
che vede Barrett alla voce e alla chitarra, Waters al basso, Wright alle tastiere e Mason alle
percussioni. Syd comincia subito a scrivere canzoni, influenzato dalla corrente psichedelica che in
quegli anni viveva il periodo di massimo splendore, e le sue creazioni vengono riprodotte nei
frequenti concerti

Il 5 agosto dello stesso anno esce The Piper at the Gates of Dawn, il loro primo album. È
considerato il primo esempio di musica psichedelica britannica,[22] ed è stato generalmente elogiato
dalla critica. Il disco è stato anche definito da alcuni critici come uno dei migliori album di debutto
della storia del rock.[3] Le tracce dell'album, prevalentemente scritte da Barrett, sono caratterizzate
da testi poetici, spesso influenzati dal folk, e spaziano dalle ardite sperimentazioni sonore come
Interstellar Overdrive a stravaganze come The Scarecrow.[23] Prodotto da Norman Smith, l'album si
piazza al 6º posto delle classifiche inglesi, anche se non eguaglia tale risultato oltreoceano, dove
raggiunge solamente la posizione 131.[24] Con questo lavoro i Floyd sono i primi a utilizzare
dilatazioni e atmosfere di stampo fantascientifico, aprendo di fatto le porte alla stagione del rock
cosmico.[25] La band sperimenta, sempre in questo periodo, i primi light show, coinvolgendo il
pubblico con proiezione di immagini, diapositive e l'impiego massiccio di un efficace impianto luci,
che verrà nel tempo potenziato e perfezionato.[26]

Con l'avvento della popolarità, lo stress della vita on the road e l'uso di droghe, in particolare LSD,
minano la salute mentale di Barrett,[27] e nel gennaio del 1968 David Gilmour si unisce alla band per
aiutarlo nel suonare e cantare.[28]

Con Atom Heart Mother, uscito il 10 ottobre 1970, si individua un punto di svolta nel percorso
artistico dei Pink Floyd, che con questo lavoro abbandonano la psichedelia per abbracciare il rock
progressivo. La partecipazione di un'intera orchestra e la collaborazione con il compositore Ron
Geesin rendono l'omonima title track un punto di riferimento importante nel mondo del progressive.
Il nome, deciso all'ultimo minuto, trae ispirazione da un articolo di giornale riguardante una donna
con un pacemaker che aveva partorito.[37] Celeberrima anche la copertina, ritraente una mucca che
pascola in un prato, che è diventata una delle più famose nella storia del rock.[37]

The Wall è un'opera rock concepita fin dalla genesi come album, film e spettacolo dal vivo. L'album
esce il 30 novembre 1979 ed occupa la posizione numero 3 in Gran Bretagna e la 1 negli U.S.A.,
restandovi per 15 settimane. Si è classificato all'87º posto nella lista dei 500 migliori album secondo
Rolling Stone[56][48] e, oltre al plauso della critica,[57] è stato certificato 23x platinum dalla RIAA
grazie alle 11,5 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti. [7] Il brano Another Brick in the Wall -
Part 2, inoltre, diventa l'unico singolo dei Floyd a raggiungere la posizione numero 1, [17] mentre
altri singoli di successo sono Comfortably Numb e Run Like Hell. L'opera, ideata da Waters, tratta i
temi della solitudine e dell'assenza di comunicazione dovute alla presenza di un muro (in inglese
"wall") posto tra le persone: tale barriera è costruita dalla società moderna, la cui critica era stata
sviluppata anche nel precedente album. Alla fine dell'opera il muro cade, lasciando spazio ad un
messaggio positivo e di speranza: "Soli, o a coppie/Quelli che davvero ti amano/Camminano su e
giù fuori dal muro".[58] Questi concetti sono presentati attraverso la storia di una rockstar di nome
Pink, nella quale si distingue chiaramente la persona di Waters, che per le cause sopra citate
costruisce il muro che lo separa dalle altre persone e lo porta alla follia, dal quale si libera solo dopo
una sorta di processo (The Trial) che lo condanna, e che conduce all'abbattimento del muro.[58]

Il film, scritto da Waters, diretto dal regista Alan Parker ed interpretato da Bob Geldof nel ruolo del
protagonista, è intitolato Pink Floyd The Wall e viene pubblicato il 6 agosto 1982, riscuotendo un
notevole successo (quasi 15 milioni di dollari negli Stati Uniti).[62]. Il film ripercorre la traccia
dell'album, differenziandosi per l'esclusione di Hey You e The Show Must Go On, e per l'aggiunta di
due nuovi brani, What Shall We Do Now? (escluso dall'album originale per motivi di spazio[63]) e
When the Tigers Broke Free. La pellicola, priva di dialoghi, affianca a scene reali delle animazioni,
create da Gerald Scarfe. Date le enormi proporzioni dell'allestimento e gli inevitabili problemi
organizzativi e logistici[64] il tour itinerante viene sostituito dall'esecuzione di più concerti nello
stesso luogo.[65] Nel 1980 il The Wall tour farà solo tre tappe: alla Sports Arena di Los Angeles e al
Nassau Coliseum di New York in febbraio, e all'Earls Court di Londra in agosto.[63] L'anno
successivo il tour prosegue con altre due esibizioni, a Dortmund in febbraio e nuovamente all'Earls
Court, in giugno.[66]

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