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Quotidiano Data 24-04-2020
IL FOGLIO Pagina II
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Terrazzo di Michele Miasn.eri.

GREEN N0,GRAZIE
Perché non ha senso piantare alberi in città. Meglio del bosco verticale
com'è bello andare sui colli bolognesi. Parla Mario Cucinella
uga dalla metropoli: tutti si interrogano su tra,e in mezzo c'è il verde.Il green c'è già,ecco-
come sarà il "dopo",varie ed eterogenee ta- lo lì. Non c'è bisogno di farlo in città", dice l'ar-
sk force antivirus vedono al lavoro le professio- chitetto, che non è un risentito di provincia, è
nalità più fantasiose(ma rigorosamente niente stato allievo di Massimo De Carlo e ha lavorato
architetti). Dopo l'intervista a Stefano Boeri qui a lungo con Renzo Piano.Ha fatto edifici in tut-
sul Foglio,e poi su Repubblica,e poi quella a Fu- to il mondo,ha pure lui la sua bella torre in co-
ksas,vien fuori un tema un po'generale:si è tutti struzione a Milano(la Unipol); ha pure una mo-
un po'tentati dalla fuga in campagna,è tutta una glie cinese, per dire il globalismo e la rilevan-
rivalutazione della "dispersione" e delle "aree za. "L'Italia per il 60 per cento di territorio è
interne". Ma allora perché non parlare proprio una rete di città green,è una rete urbana infila-
con chi le ha inventate o almeno battezzate,que- ta dentro un sistema naturale", dice Cucinel-
ste benedette aree interne? Mario Cucinella è la.
un'archistar sui generis, se ne sta appartato sui E ancora:"se vuoi ridurre le emissioni, devi
colli bolognesi, non va in tv, però ha curriculum cominciare a cambiare le caldaie. Il vero pun-
bestiale, e alla Biennale del 2018 il padiglione to, quando si parla di polveri sottili, è che ci
Italia da lui ideato delle aree interne era una ce- sono ancor oggi le caldaie accese a Milano.E la
lebrazione ."Se ne parla in maniera molto vaga, maggior parte sono a gasolio. Ma capisco che
anche perché in Italia aree interne vuol dire tut- rispetto a un bosco verticale il tema della cal-
to, dalle Dolomiti alla Bambagia",dice Cucinel- daia da cambiare non è sexy,non va sui grandi
la da San Lazzaro di Savena, location non cool, giornali di architettura", dice Cucinella.
non da architetto (né metropoli né Toscana pa- Però a Milano,caldaie o non caldaie,stanno
trizia, insomma)."Che vuole, son venuto qui do- piantando un sacco di alberi."Ma è un grande
po dieci anni di Parigi,e dopo tre giorni il frutti- alibi", dice l'archistar riluttante. "Tu puoi
vendolo mi riconosceva per nome". E' il bello piantare gli alberi, certo. Piantarli è meglio
delle aree interne:"In Italia negli ultimi anni si è che non piantarli. Ma intanto c'è un limite a
fatto un gran parlare di città metropolitana, una quanti ne puoi piantare, e poi se tu pensi che
cosa che mifa abbastanza ridere.Da noi infatti le usare questo per combattere l'inquinamento
metropoli non le abbiamo mai avute,ci sono due serva,ti illudi".
città grandi, certo, ma il nostro modello urbano Però aspetti, lei pure ha fatto un sacco di
non è quello. Lei sa che la città metropolitana di edifici green,anzi è stato il primo,la sede Guz-
Torino ha 350 comuni, dentro c'è anche Bardo- zini nelle Marche,uno dei primi edifici italia-
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necchia. Ma secondo te uno di Bardonecchia si ni verdi."Ma è questione di onestà",dice Cuci-


sente cittadino metropolitano di Torino?". nella,"tu puoi costruire edifici con ventilazio-
Altra definizione che non gli va giù è quella ne naturale, con luce naturale, e io stesso ho
salvifica di"green"."Si parla molto di green ci- costruito la sede dell'Arpa,l'agenzia per l'am-
ties e smart cities, ma le nostre città in 20 minu- biente,a Ferrara,tutta così, ma non puoi dire
ti al massimo le attraversi e ne raggiungi un'al- che è a emissioni zero,bisogna essere realisti-
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Mario Cucinella Architects


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ci,sennò è tutta una menzogna,come fai a dire no, ci siamo trasferiti a Piacenza dove apre
zero? Devi dare i dati: quanto consuma? Quan- questa fabbrichetta. Mamma genovese, cono-
do inquina? Sennò è tutta una menzogna". sciuta quando faceva il militare al nord.Poi di
Non mi dirà che allora non dobbiamo più co- nuovo trasferiti a Campo Ligure, un piccolo
struire nulla."No,anzi: possiamo e dobbiamo paese in provincia,anzi nell'area metropolita-
fare edifici che consumano meno,più efficien- na di Genova:nel frattempo l'epoca dei bottoni
ti: costruire è un'azione necessaria.Facciamo- era finita, perché erano arrivate le zip dall'A-
li col più basso impatto possibile e difendiamo merica" (qui sembra Pastorale americana). A
la natura dove la natura c'è.Invece fanno i pro- Genova Cucinella decide di voler fare l'archi-
clami,il primo edificio con la certificazione,il tetto "grazie a un cugino di mia madre che ave-
primo questo,il primo quello... ma se invece di va un bellissimo studio"."Mi piaceva disegna-
continuare a costruire aree nuove facessimo re, così dopo il liceo artistico ho fatto architet-
un'operazione di riuso e di sostituzione? Ab- tura. Al terzo anno avevo finito tutti gli esami
biamo bisogno di case nuove,fabbriche nuove, di progettazione ma mi erano rimasti quelli
scuole nuove. Questo è sicuro, perché quelle scientifici, un incubo". D'estate va a fare i mo-
che ci sono non vanno più bene: allora, pren- dellini nello studio di Renzo Piano,così entra
diamo quelle che ci sono e le sostituiamo, e a corte del grande maestro. Ma ne incrocia un
avremo l'impatto zero e il consumo di territo- altro,Giancarlo De Carlo,completamente l'op-
rio zero". posto,e i due insieme sembrano aver plasmato
Però smettiamola di pensare che "costruire le sue due facce d'essere architetto."Sono sta-
sia un'azione ecologica", si infervora l'archi- to un pessimo allievo di De Carlo,lui era molto
tetto."Costruire non è ecologico. C'è il cemen- duro, molto teorico,teorizzava la pazienza,l'a-
to c'è il vetro, c'è l'alluminio, ci sono gli im- scolto,la lettura,la partecipazione"."Cose dif-
pianti".Il resto è solo comunicazione".A lui la ficili per me che avevo vent'anni e avevo voglia
comunicazione,si era intuito, non piace,infat- di fare, di correre". "Anche di laurearmi, lui
ti se ne sta un po' in disparte. Ora ha lanciato voleva che aspettassi un po'e io invece andavo
un manifesto, per riprogettare l'Italia, "però di fretta, così ci lasciammo male". De Carlo,di
insieme al Consiglio nazionale degli architetti. cui quest'anno ricorrono i cent'anni della na-
Non voglio fare l'opinionista solitario, come i scita, è stato uno degli architetti italiani più
virologi,saltar su e dire la mia,vorrei far qual- sensibili alla relazione col territorio-prima di
cosa tutti insieme,perché gli architetti devono progettare andava a sentire le persone che poi
parlare tra loro ma soprattutto con la società, avrebbero dovuto abitare nei suoi palazzi(una
con chi poi costruisce le cose".Certi suoi colle- cosa che spesso si sente dire come maledizione
ghi sono più protagonisti."Ma io questi esper- nei confronti degli architetti: abitateci voi!).
toni che vanno sempre in tv li trovo un po'pate- "Questa cosa della partecipazione poi l'ho ca-
tici. Me l'hanno insegnato anche i miei mae- pita molto in ritardo ed è diventata molto im-
stri, bisogna parlare delle cose che si conosco- portante per il mio lavoro". Piano invece era
no. E bisogna lavorare, progettare, non "un tourbillon": grandi cantieri, progetto con-
chiacchierare. Noi adesso qui in studio pen- tinuo;"se di De Carlo mi sentivo in soggezione,
siamo a come costruire edifici del domani,con con Renzo mi sono sempre sentito in combut-
la faccenda del distanziamento, questo mi pia- ta".Fa cinque anni nello studio genovese,sono
ce molto,mi appassiona.O gli impianti di aera- gli anni gloriosi del Lingotto, poi si stufa,"Ba-
zione che andranno completamente rivisti, ba- sta". Come basta? "Con i grandi maestri biso-
sta con le finestre sigillate". Sarà anche la fine gna decidere se continuare,e diventare come
degli orribili open space?"Mah,l'open space è loro,oppure cambiare,così me ne sono andato,
come un vestito, può andare bene in un'occa- e lui un po'se l'è presa,anche se io glielo dice-
sione e in un'altra no". vo che me ne sarei andato."Vai vai, mi diceva".
Cucinella nelle aree interne è nato e ci è tor- Poi è arrivato il giorno,io avevo trovato lavoro
nato. Nato a Palermo da papà carabiniere,con da Jean Nouvel,a Parigi, ma lui alla fine mi ha
una storia da Philip Roth."Papà carabiniere detto:"No dai,da Nouvel no"."Allora vieni da
siciliano che a un certo punto ha lasciato l'Ar- noi nello studio di Parigi, mi ha detto,ed è stato
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ma e la Sicilia, e mette su un piccolo laborato- credo l'unico caso di un architetto che dallo
rio di artigiano, una piccola aziendina, di bot- studio di Genova sia andato in quello francese
toni. Col tornio.Era un momento di grande svi- di Piano,erano due mondi molto separati. Son
luppo, negli anni Sessanta, lui faceva il rap- stato da lui altri due anni,e poi me ne sono an-
presentante di una ditta di vestiti, aveva vinto dato e ho aperto il mio di studio,sempre a Pari-
una Seicento come migliore venditore italia- gi"."Renzo me lo rimprovera sempre,"eh, pe-
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rò mi hai mandato affanculo". "Ma non l'ho "Ma mi concentro meglio qui"."Le grandi città
mandato affanculo". Di nuovo, affrancarsi dai sono state il sogno degli anni Novanta e Duemi-
maestri."E da solo, a Parigi, ho ricominciato la, ma adesso mi pare che si siano trasformate
da capo, lui poi è stato molto generoso, mi ha in un grande incubo.Sono i luoghi delle grandi
dato un contratto part time per sei mesi, così disuguaglianze,sono sempre più costose,sem-
avevo da mangiare, e mi ha regalato l'arreda- pre più faticose".Insomma andremo tutti a vi-
mento usato del suo studio". vere in campagna? Che paura. "In campagna
Però dopo due anni basta anche Parigi."Per no,non è mica facile.E'faticoso. Non ci sono le
quanto mi piacesse, fare quaranta minuti di reti. Sono collegate male.E psicologicamente,
metropolitana tutti i giorni non ne potevo più. andare a Gubbio è ormai più complicato che
Non ne potevo più della grande città. E avevo andare a New York".E allora? "Basta andare
voglia di tornare a una dimensione più umana. in una città media.Credo che il futuro passerà
Così ho scelto Bologna",e non se n'è più anda- molto per le città medie, e in questo l'Italia è
to, anche se ha studi a New York e a Milano. avvantaggiata". Anche senza piantare alberi.

L'arcaliAtoMatlo Guo ila net suo StIWIo f1ot0Vatltan Petefi


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pubblicò il suo articolo -e il 1968. Sono
diventato un architetto in un momento in
cui le basi dell'architettura stessa
sembravano sgretolarsi"."La città come
`ideale' modernista non era più
concepibile,né rilevante.`Ordine'era
una parolaccia.Le utopie si erano
trasformate in cupe fiabe,utilizzate per

Il senso di Rem scongiurare l'incurabile idealismo


dell'architettura".
"Personalmente non mi sono unito a

per Brasilia questa abdicazione collettiva", scrive


Koolhaas."Al contrario: ho studiato il
Muro di Berlino,la cui costruzione è
stata completata nello stesso annodi
Tra gli anniversari di questi giorni Brasilia, per dimostrare il potere
fatali, anche la fondazione di Brasilia,la continuo dell'architettura- il potere di
fatalissima città-esperimento del tagliare città e vite in due". Ma "questo
modernismo australe. Stesso giorno di era un argomento che non sembrava
Roma,21 aprile, però qui nuovissima, convincere nessuno al momento". J. Kubitschek, il presidente che commissionò Brasilia
solo 60 anni. Fu costruita come leggenda Koolhaas ricorda come "il design di
narra in quattro,con gli sforzi di Lucio Brasilia ha la forma di un aeroplano con
Costa e del suo allievo poi archistar non le ali rivolte in avanti. La fusoliera
solo australe Oscar Niemeyer. Anche, dell'aereo è composta da due file di
partecipazione d'italiani augusti,come cinque edifici identici a dieci piani: uno
Pierluigi Nervi,che fece la nostra per ciascun ministero. Le ali sono
ambasciata,incaricato da Pietro Nenni costituite da oltre 130 cosiddetti
ministro degli Esteri(Nenni vs Di Maio, `superblocchi'(superquadras):
che confronti). L'orgoglio brasileiro era appezzamenti di terra rettangolari con
democratico e architettonico,come una media di nove condomini disposti
ricordò il fondatore Costa alla Triennale ciascuno ortogonalmente,tutti diversi
di Milano del 1964 con l'esposizione ma omogenei- una città di 1.500
"Riposatevi",fatta di amache condomini"."L'aeroplano è stato
provocatorie, per dire anche ai milanesi progettato da Lucio Costa in 15 giorni,
che i brasiliani son quelli della pennica, con carta e inchiostro". La fusoliera è
sì, ma anche quelli in grado di costruire stata invece interamente costruita con
una capitale dal nulla in quattro anni. edifici di Oscar Niemeyer,che però
Ma poi,per sfiga suprema,proprio allora andava avanti e indietro da Rio de
prese il via la micidiale dittatura. Corsi e Janeiro in Land Rover,avendo paura di
ricorsi: oggi, a Brasilia,città che sarebbe volare.
ideale per i distanziamenti sociali,
Bolsonaro arringa le folle ad
ammassarsi,contro il sottovalutato virus
(che però in Brasile miete già 40.000
contagi).
Intanto Rem Koolhaas denuncia che
proprio Brasilia ha fatto di lui un
architetto. Già giornalista e
sceneggiatore,il disegnatore del
postmoderno riflessivo globale ha scritto
qualche giorno fa un lungo saggio sulla
brasiliana Revista Centro."Nel 1956 mi
capitò di imbattermi in un articolo sulla
rivista Time sulla nuova Brasilia.
L'articolo svelava i piani per una futura
città, proprio nel centro del paese; un
sogno di una città che presto sarebbe
diventata realtà. Fu lì che poi il mio sé di
11 anni prese una decisione: dovevo
diventare un architetto. E non un
qualsiasi architetto, un architetto
brasiliano". Nel frattempo farà altro."La
praticità mi raggiunse e per otto anni
riuscii a ignorare l'attrazione brasiliana.
Sono diventato giornalista e co-autore di
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sceneggiature cinematografiche. Fino al


giorno in cui mi sono reso conto-e
questo non era altro che una rivelazione
per me-che un architetto è colui che
decide le sceneggiature della vita
quotidiana". Intanto ci si mette pure la
contestazione;"molte cose erano
successe tra i11956-l'anno in cui Time
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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