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dei loro figli. Il caso della suocera è classico. Nel terzo millennio non ha più senso che la nuova
coppia viva con i genitori di lui o di lei: la pratica dimostra che ci sono sempre problemi. Chi
accetta l'interferenza dei genitori suoi o del compagno/a ha già messo la prima pietra della propria
infelicità. La cosa più comune è che si cerca di risolvere il problema con continui compromessi,
quando la soluzione è banale: ognuno per conto suo!
Provate il test Genitori e figli per sapere se avete una visione moderna della famiglia o se vivete
ancora nel medioevo.
I COMMENTI
Mamma son tanto felice perché ritorno da te...
Uomini e bambini
La questione é che io vorrei ridimensionare la mia attività o magari venderla per crearmi qualche
cosa di più gestibile per me e la mia ragazza,in modo da non dover dividere 24 ore al giorno anche
con i miei.
Certo che, se ascolto i miei, non fanno altro che mettermi di fronte rischi di ogni genere,la cosa mi
smonta...io ci credo so di sapere fare il mio lavoro! Mi piacerebbe avere anche un po' più di tempo
per me e i miei hobby,cosa che ora non é possibile!! Cosa ne pensa un Hard?
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Quanti anni hai? 14? No? E allora che discuti a fare con i tuoi genitori della tua vita che appartiene
a te e solo a te.
Una ragazzino ascolta ancora i genitori; un adulto fa le sue scelte, magari sbaglia, ma cerca di
camminare con le sue gambe. La differenza fra un bambino e un uomo è questa.
Fare un figlio per amore è come costruire qualcosa, lanciarsi in un'impresa, amare un'impresa,
come scoprire una terra nuova (che quindi non si conosce). Per spiegarti il senso dell'impresa ti
faccio un'analogia. Ho partecipato, con un mio amico, al recente torneo scacchistico di Jesolo.
Abbiamo gareggiato nel torneo internazionale, forse sopravvalutando le nostre forze. Risultato un
massacro, con molte sconfitte (6 su 9). Dopo una sconfitta io ero tranquillo, cercavo di capire gli
errori e, tutto sommato, mi ero divertito. Il mio amico era arrabbiato, deluso, quasi depresso,
anche se la sua autoironia lo salvava un po'. Ho capito che lui non ama gli scacchi, ma solo
l'eventuale successo che ne deriva, le sensazioni immediate dopo una vittoria. In effetti ha fatto
tante cose nella vita, ma tutte le ha improvvisamente abbandonate quando capiva che non poteva
andare "oltre". Per me giocare a scacchi è costruire qualcosa, capire tutto, giocare una partita
"immortale", senza errori (gli scacchisti, gente strana, non farci caso, le partite perfette le
chiamano "immortali"). Forse non ci riuscirò mai, ma giocherò sempre.
Così fare un figlio per amore significa costruire una nuova vita e farla riuscire bene,
darle tutto quello di cui ha bisogno; non devi farlo certo per sopperire ai tuoi bisogni.
Poco contano i propri sentimenti e i propri egoismi. È molto riduttivo avere un figlio perché "avevo
voglia di prendermi cura di una piccola creatura, avevo voglia di cambiare pannolini, di allattare, di
passare il mio tempo con un cucciolino che aveva voglia e bisogno di me". Perché? Perché alla fine
si fanno gli errori che fanno tutti i genitori (in particolare, partendo sempre dalle proprie esigenze,
man mano che il figlio cresce, non si capirà esattamente ciò di cui ha bisogno) e, fra l'altro, si è
massacrati dai problemi dei figli. Francamente penso che siano pochi i genitori veramente bravi; il
più delle volte quando sono di fronte al prodotto di un'educazione genitoriale (cioè sono di fronte a
un bambino o a un ragazzo) penso (è una battuta che però rende l'idea) che "se fosse mio figlio lo
abbandonerei sull'autostrada". I genitori hanno dato magari tanto al figlio, ma sono sempre partiti
dai loro desideri, dai loro egoismi; si comprende già che uscirà un adulto mediocre, oberato dai
tanti problemi della vita. Non sono stati capaci di costruire qualcosa di veramente positivo e questo
a prescindere dalla loro condizione sociale o intellettuale.
Quello che voglio dirti è che le tue motivazioni vanno bene solo per i primi anni di vita del
bambino, ma poi è illusorio sperare che cresca al meglio senza un grande investimento di risorse
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da parte tua, risorse che spesso sono in conflitto con i tuoi egoismi. Inoltre c'è il grave pericolo che
tu lo veda sempre come un cucciolino e che non sappia staccartene, lasciandogli vivere la propria
vita.
Apprezza la differenza. Se io ho voluto un figlio solo per "fare la madre" e cambiargli i pannolini,
quando se ne andrà probabilmente proverò un senso di vuoto tremendo; se invece lo avrò fatto
per l'amore di contribuire alla costruzione di una nuova vita, sarà come vedere salpare una
bellissima nave che sentiamo aver costruito pezzo per pezzo. Ci sarà qualche rimpianto,
ma anche la consapevolezza di aver fatto qualcosa di unico, di aver vissuto bene la
propria vita.
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