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LE ANFORE AFRICANE DI MONTE TESTACCIO (ROMA)

CONSIDERAZIONI SULLA COMPOSIZIONE. NOTA 11

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Burragato, F., Di Russo, P. L., e Grubessi, 0.

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Dipt. Scienze della Terra. Univ. Studi di Roma «La Sapienza».
2
Corso Italia, 31 04022 Fondi (Italia).

Abstract granulometria iatale con quantità variabile della


This work is the result of the second series of analysis of frazione più grossolana, riferibile alla frazione detritica
samples of amphorae id.nt...d as North-African, discovered dell’argilla di partenza e/o allo smagrante aggiunto,
during the excavations carried out of between 1989 and 1992 costituito da sabbia quarzoso sanidinica di probabile
in Monte Testaccio (Rome). A new method of analysis and origine eolica.
the statistica1 treatment of date of chemical analysis are La tipologia «Tripolitana» oltre a mostrare una
distinguishing the models of amphorae and are the veriing of granulometria seriale e pasta di fondo con polarizzazione
hypothesis of source of archaeologist on the basis of external di aggregato, presenta anche caratteri comuni alla
morphologies and by means of «seals» impressed on some of tipologia Africana. L’analisi delle sezioni sottili ha
these amphorae. evidenziato, tra l’altro, l’abbondanza di calcite
microcristallina secondaria d’infiltrazione. La calcite
INTRODUZIONE primaria invece è rara o assente. Quando presente si trova
Il «Progetto Testaccioa sta riportando alla luce i resti nei pori dei manufatti come relitto della dissociazione
delle anfore, prevalentemente olearie, che hanno di fatto della calcite originaria dell’impasto argilloso. Infine tracce
costruito il Monte Testaccio, a Roma, per paragonarli a di bioclasti dai contorni ancora evidenti lasciano
quelli trovati nella antica Betica, l’attuale Andalusia ipotizzare temperature di cottura superiori alla
(Spagna) ed in Afica Settentrionale (Tunisia e temperatura di dissociazione della calcite. Le osservazioni
Tripolitania). L’importanza del Monte Testaccio sta nel al SEM hanno mostrato genericamente una forte
fatto che sulle anfore olearie betiche e afticane venivano sinterizzazione della frazione plastica, e talvolta (tipologia
impressi prima della cottura un sigillo (bollo) e dopo la ((Tripolitanar) uno stato di vetrificazione avanzata; sono
cottura delle iscrizioni dipinte che, al contrario dei sigilli, chiaramente visibili i pori parzialmente riempiti da silicati
si cancellano con facilità. Tali scritte, caso tra i pochi di calcio, quali gehlenite e diopside, prodotti dalla
conosciuti al mondo, si sono invece spesso conservate nel reazione tra il Ca0 libero e la matrice silicatica. Tale
Monte Testaccio (Remesal, 1993). Studiare le materie reazione suggerisce temperature di cottura superiori agli
prime originarie (argille, sabbie), le caratteristiche dei 800 OC (Maniatis & Tite, 1978/9). L’analisi dei tracciati
manufatti, dei forni e le tecnologie di fabbricazione, di diffrattometrici evidenzia la presenza di silicati di calcio e
concerto con l’epigrafia è indispensabile per un confronto la mancanza della riflessione basale (002) tipica dell’illite.
‘generale fra i reperti e per una qualsiasi ipotesi di Sono talvolta presenti, invece, i picchi dell’illite relativi
provenienza. Obiettivo di questo lavoro è lo studio delle alla riflessione (110). Questo riflesso, dovuto alle lamelle
tecnologie di produzione dei frammenti ceramici africani, di dimensioni superiori ai 2, risulta infatti stabile fino a
ed il tentativo di individuazione delle provenienze delle 950 OC (Maggetti, 1982). La presenza contemporanea di
anfore, nonché la messa a punto di metodologie silicati di calcio e calcite, conferma l’origine secondaria di
analitiche ottimali per la creazione di gruppi di quest’ultima. Le due tipologie risultano ben differenziate
riferimento. mediante l’analisi porosimetrica. 1 campioni classificati di
provenienza libica (tipologia «Tripolitanas) presentano
CAMPIONATURA infatti curve più ripide rispetto ai campioni di
1 campioni, raccolti e classificati durante le campagne provenienza tunisina (tipologia Africana).
di scavo del 1990 e del 1991, (Tabella 1) appartengono a Ciò può essere dovuto sia alla granulometria
due diverse tipologie: la tipologia «Africana» il cui luogo dell’impasto di partenza, più grossolana per la tipologia
di produzione è stato individuato nella Tunisia Africana, e più fine per la tipologia «Tripolitana», e sia alla
Settentrionale, regione del Sahel (antica Bizacena) e nei temperatura di cottura, più alta nel caso della seconda
pressi di Cartagine; la tipologia «Tripolitana)) proveniente (Fig. 1). Gli scavi del Testaccio hanno rivelato che i
dalla Tripolitania (Libia Settentrionale) (Peacock & Romani erano soliti cospargere i frammenti di anfore di
Williams, 1986). calce per evitare il diffondersi del cattivo odore
proveniente dalla decomposizione della materia organica.
ANALISI ARCHEOh4ETRICHE E’ evidente che questa procedura deve aver apportato,
Per realizzare gli obiettivi proposti si sono eseguite durante il seppellimento, delle variazioni alle
le seguenti indagini: osservazioni al microscopio ottico caratteristiche chimico-fisiche dei frammenti ceramici e
polarizzatore; osservazioni al microscopio elettronico a soprattutto alla porosità originale. A questo proposito i
scansione (SEM); diffrattometria ai raggi X; analisi dati porosimetrici sono stati correlati con i valori
porosimetriche; analisi chimiche e analisi termiche percentualidi Ca0 ricavati dalle analisi chimiche (Fig.2).
differenziali. Le osservazioni al microscopio Da questo diagramma si rileva che le anfore di
polarizzatore (Burragato et al., 1993) hanno rivelato tipologia Afticana, più porose, a cui corrispondono curve
diverse tecnologie di lavorazione che si riflettono sulla meno ripide, presentano un maggiore contenuto in calcio
natura dell’impasto. Di norma la tipologia «Africana» rispetto a quelle di tipologia «Tripolitanar. Ciò può essere
mostra pori stirati dalla lavorazione al tornio, spiegato: a) ipotizzando un maggiore contenuto di calcite

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prima della cottura per le tunisine (tipologia Africana) con caratteristiche mineralogiche forse ritenute più
rispetto ‘alle tripolitane e conseguente formazione di pori indicate al fine di ottenere prodotti finali con
dovuti alla quasi completa dissociazione della calcite, caratteristiche meccaniche migliori; c) stesso sito di
durante la cottura. Questi pori, parzialmente riempiti di produzione ma procedure di lavorazione differenti
silicati di calcio di neoformazione, si sarebbero riempiti dovute a maestranze diverse; d) periodi diversi di
dopo l’interramento di calcite secondaria; aa) ipotizzando produzione di anfore ad opera di maestranze che nel
temperature di cottura molto elevate e quindi fenomeni corso degli anni abbiano potuto acquisire tecniche di
di sinterizzazione e fusione, che hanno causato variazioni manifattura differenti pur mantenendo intatta la forma
della superficie specifica. La prima ipotesi sembra più dell’anfora stessa.
attendibile per le anfore di tipo <<Africana>> e la seconda Pur non escludendo inoltre la possibilità che più di
meglio si applica alle anfore di tipo «Tripolitana)). una di queste ipotesi si sia potuta verificare, sembra
Nel caso specifico delle anfore africane del Monte comunque più accettabile ammettere una diversa
Testaccio, si è ritenuto opportuno utilizzare le analisi procedura di lavorazione e utilizzazione della stessa
termiche come ulteriore metodo di analisi sia per materia prima. Tale ipotesi risulta confortata dalle
verificare la quantità di perdita in peso imputabile alla osservazioni al microscopio polarizzatore che hanno
CO2 legata alla calcite di neoformazione sia per evidenziato per le sezioni di «Tripolitana», sia la
confermare le ipotesi già avanzate, per altra via, sulle polarizzazione di aggregato, sia la pasta a granulometria
probabili temperature di cottura. Ipotizzando che la per lo più iatale e aggiunta di smagrante e dai risultati
perdite in peso, nell’intervallo 650 0C-750 0 C , siano ottenuti mediante la norma cipw delle analisi chimiche
dovute prevalentemente alla dissociazione della calcite di che hanno evidenziato la presenza di due gruppi distinti
neoformazione (CaCO3CaO + CO,) in quanto di cui uno di anfore di tipologia <<Tripolitana>>, ed uno di
nell’impasto non è più presente calcite primaria, mediante anfore di tipologia «Africana».
semplici operazioni stechiometriche si è potuto calcolare
la quantità di calcite di neoformazione presente nei CONCLUSIONI
frammenti ed estrapolare quindi la effettiva quantità di Alla luce dei risultati raggiunti mediante
Ca0 legata alle altre fasi mineralogiche evidenziate l’applicazione della Norma CIPW per lo studio dei corpi
attraverso le analisi ottiche e diffrattometriche. I risultati ceramici africani, e mediante il trattamento statistico dei
delle analisi chimiche sono riportati anche sotto forma di dati, sempre tenendo in considerazione i dati ricavati
associazioni di minerali di riferimento e quindi con dall’applicazione di altre metodologie d’indagine, si può
composizione chimica ideale ed invariabile (Tabella 3). concludere che non sempre le tipologie identificate con
Tale sistema prende il nome di NORMA CIPW. La l’analisi macroscopica dell’impasto ceramico e della
procedura di calcolo di questa NORMA è rigorosamente morfologia dell’anfora, concordano con i dati
fissata, ciò permette eventuali confronti e l’utilizzazione archeometrici. Ciò è dimostrato dalla presenza di alcuni
di parametri normativi a fini classificativi. campioni all’interno di gruppi di riferimento diversi da
Nella figura 3 sono illustrate le linee generali del quelli individuati attraverso le indagini tipologiche. Dai
procedimento (D’Amico et al., 1989). Questa procedura, dendrogrammi risulta evidente infatti che tra i campioni
normalmente indicata per le rocce ignee, è stata applicata analizzati, ben quattro risultano appartenere a tipologie
in questo caso ai campioni di anfore di Testaccio, al fine diverse da quelle individuate attraverso la classificazione
di individuare tentativamente una nuova metodologia per ad opera degli archeologi dei frammenti di anfore. 1
la caratterizzazione chimica-mineralogica di prodotti campioni che si distinguono sono: a) il campione
ceramici. Trattamento statistico dei dati Il trattamento contrassegnato con il numero 1 che attraverso l’analisi
statistico dei dati ricavati dalle analisi chimiche tipologica è stato individuato come <<Africana>>
(programma SPSS - Statistic Parkage for Social Science), cartaginese, in realtà nei dendrogrammi delle analisi
ha permesso di costruire due dendrogrammi: il primo con chimiche si colloca nel gruppo delle Tripolitane; b) il
i valori di CaO, ricavati dall’analisi chimica (fig. 4), ed il campione contrassegnato con il numero 5, identificato
secondo con i valori di Ca0 corretti (fig. 5). Nella fig.6 come «Africana» di Bizacena risulta in tutti e tre i
invece è rappresentato il diagramma ricavato dai dati della dendrogrammi tra i campioni di <<Tripolitana>>; b) i
Norma CIPW. campioni AA ed L appartenenti alla tipologia
11 diagramma di fig. 6 derivato dalla norma, permette «Tripolitana» si inseriscono nei gruppi delle anfore
di discriminare con sicurezza le tipologie delle anfore provenienti dalla Tunisia di tipologia <<Africana>>.
provenienti dalia Tunisia e dalla Libia che si combinano Questi risultati trovano una ulteriore conferma,
in modo da formare due gruppi ben distinti. 1 diagrammi almeno per quanto riguarda i campioni 1 e 5, nei dati
costruiti con i dati dell’ analisi chimica (fig.4 e 5) porosimetrici che sono stati correlati con il contenuto di
evidenziano invece una maggiore suddivisione dei CaO. La figura 2 mostra infatti che sia il campione 5 che
campioni esaminati: si individuano infatti almeno due il campione 1 non solo presentano un contenuto in calcio
gruppi distinti di tipologia «Africana» e due gruppi distinti (810 %) minore di tutti gli altri campioni di tipologia
di tipologia <<Tripolitana>>. Mentre risulta confermato, <<Africana>> (Ca0%>14%), ma rispetto ad essi, presentano
mediante l’analisi tipologica, che la suddivisione delle anche curve porosimetriche generalmente più ripide.
anfore di tipologia «Africana)) sia dovuta alla presenza di Risulta inoltre evidente che per i campioni di sicura
almeno due siti di produzione nei pressi della regione di provenienza contraddistinti dalla presenza di bolli
Bizacena, e a Cartagine, è invece da verificare se la caratteristici, non si sono verificate eccezioni, e proprio
divisione delle anfore di tipologia «Tripolitana» sia da questi campioni possono essere presi come riferimenti
imputarsi a due siti di produzione anforaria differenti. utili per la caratterizzazione chimica-mineralogica di ogni
Varie possono essere le ipotesi per spiegare tale diversità: gruppo tipologico. Pare quindi lecito ammettere che non
a) siti di produzione differenti e quindi utilizzazione di è sempre facile, per l’archeologo, il compito di
materia prima prelevata da luoghi diversi; b) stessi siti di riconoscere attraverso un frammento di anfora l’effettiva
produzione con materia prima prelevata da luoghi diversi tipologia, in mancanza di bolli o di parti caratteristiche

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